Il pluripremiato film di Ettore Scola diventa spettacolo teatrale
Venerdì 8 dicembre, ore 21
Inserito nei “100 film italiani da salvare”, nonché vincitore di un “Golden Globe” come miglior film straniero, di un “Premio Cesar”, di due “David di Donatello”, di tre “Nastri d’Argento” e candidato al “Premio Oscar” nel 1978 sia come miglior film straniero sia per il miglior attore (Marcello Mastroianni), “Una giornata particolare”, celebre lungometraggio del 1977 di Ettore Scola, regista e autore della sceneggiatura (con Ruggero Maccari e Maurizio Costanzo), diventa spettacolo teatrale, firmato dal “Teatro d’Inverno” di Sassari e portato in scena venerdì 8 dicembre (ore 21) allo “Spazio Kairòs” di via Mottalciata 7, a Torino. In scena gli attori Giuseppe Ligios (che dello spettacolo ha curato anche la regia) e Marina Serra, con la partecipazione di Teresa Soro, lo spettacolo è inserito nella stagione organizzata dalla torinese Compagnia Teatrale “Onda Larsen” e restituisce, in linea con il film di Scola, il senso di amara angosciante “solitudine” e di “annullamento dell’individuo”, frutto di tutti i regimi dittatoriali.
La vicenda narrata è nota a molti e si svolge in un palazzone romano (Palazzo Federici) nell’arco di alcune ore di una singola giornata. “Giornata particolare”, il 6 maggio 1938: data della storica visita di Adolf Hitler a Roma. Nell’enorme casermone popolare semideserto, si consuma, in un’atmosfera di triste e amaro confronto – raffronto, il dramma dei due protagonisti, la casalinga Antonietta Tiberi (interpretata da Sophia Loren nel film di Scola), madre di sei figli e moglie di una camicia nera fascista, e del giornalista ed ex-radiocronista dell’ “EIAR” Gabriele (Marcello Mastroianni), in aspettativa dal lavoro in quanto omosessuale. Le loro storie si sfiorano in un micro – cosmo “in cui sono loro malgrado prigionieri”. E mentre la radio in sottofondo rimanda l’eco dello spaccato in cui l’azione si svolge, lo storico incontro a Roma tra il Duce dell’Italia fascista Benito Mussolini e il Führer della Germania nazista Adolf Hitler, i due protagonisti si troveranno a comparare le loro vite, tanto lontane per estrazione sociale e culturale, quanto accomunate dallo stesso sentimento di rassegnazione e voglia di riscatto davanti ad una identità negata, una resa che induce Gabriele, condannato al confino, a meditare il suicidio (perché lui– in attesa di essere condotto al confino in Sardegna – non può essere quella figura d’uomo, “marito, padre e soldato” esaltata dall’ideologia nazifascista), e Antonietta in balia dell’inesorabile deriva che la vita le ha riservato nel ruolo marginale di “moglie e madre”, in un mondo tutto al maschile, tra sei figli e un marito padrone che la tradisce regolarmente, pur se intenzionato a mettere al mondo con lei un settimo figlio per ricevere l’ambito premio riservato dal regime alle famiglie più numerose e magari “dargli nome Adolfo, in onore dell’illustre alleato”. L’incontro di questi mondi esplode lentamente aprendo i loro sguardi verso la realtà che li circonda. I due si annusano, si riconoscono: sono due umiliati, due calpestati, due ultimi. La loro la storia è sempre attuale: è quella di coloro che non hanno voce. “Ne scaturisce il disperato bisogno di rifugiarsi nell’altro per lenire l’orrore che li pervade, lasciando fluire il bisogno di amare e sentirsi amati, raccontarsi per ritrovarsi quando tutto sembra ormai privo di senso”. Un finto gioco che si perde fra sentimenti di comprensiva amicizia e di impossibili amori. Per sentirsi finalmente, illusoriamente liberi. E liberati.
g.m.
Per info: “Spazio Kairòs”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 339/3881949 o www.ondalarsen.org
Nelle foto: “Una giornata particolare”, in scena Marina Serra e Giuseppe Ligios
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