L’assessore ha anche specificato che “pur di dimensioni ridotte rispetto all’area di Pavone, quella ex Montefibre è ampiamente adeguata: ha una superficie disponibile di 60 mila mq, per la realizzazione dell’ospedale ne saranno sufficienti 21 mila”.
In termini di costi, la somma stanziata nel 2018 da Inail per gli interventi è di 140 mln di euro, ma si stima un aumento del 30 per cento. Il cronoprogramma prevede che entro il 30 settembre 2023 venga aggiudicato il progetto di fattibilità economica, che dovrà essere consegnato entro il 30 giugno 2024, mentre per il progetto esecutivo si va al 2027.
La realizzazione del nuovo ospedale rientra tra le azioni di riordino ed efficientamento della rete ospedaliera del Canavese, con la rimodulazione dei posti letto, il rafforzamento dell’attività di chirurgia oncologica e la ridefinizione del ruolo e il dimensionamento degli ospedali di Cuorgnè e Lanzo, anche in ottica di un potenziale recupero di parte dei ricoveri erogati in mobilità passiva nelle specialità chirurgiche.
Mauro Fava (Forza Italia) e Davide Nicco (FdI) hanno espresso dissenso rispetto alle valutazioni che hanno portato ad individuare il sito del nuovo ospedale, ritenendo la scelta non opportuna e penalizzante per la complessità del territorio canavesano, mentre Alberto Avetta e Mauro Salizzoni (Pd) hanno parlato di scelta positiva, precisando che sarà importante la connessione con i presidi di Castellamonte e Cuorgnè. Anche per Francesca Frediani (M4o – Up) l’area individuata è la più idonea e ha richiesto un’ulteriore informativa sui servizi presenti sul territorio per avere un quadro completo del contesto su cui insisterà il nuovo ospedale. Infine, Gianluca Gavazza e Andrea Cane (Lega) hanno espresso soddisfazione per la localizzazione del nosocomio, ritenuta ottimale anche per intercettare personale medico e infermieristico e attirare interesse verso il Canavese.