Si deve tornare al rispetto della dignità delle persone e del valore del lavoro
“Ha ancora senso celebrare il 1° maggio come Festa del Lavoro, simbolo delle rivendicazioni operaie?
E’ diventato solo un giorno di vacanza per i più, occasione per fare un ponte o la giornata fuori porta e si sono perse le motivazioni originarie, troppo spesso alla gente interessa la pausa e non il perchè della festività.
Potrebbe sembrare un pensiero retorico, ma la reale fotografia dell’Italia lo dimostra, l’importanza di qualcosa che non c’è più da tempo.
In un Paese dove la disoccupazione non diminuisce, i diritti dei lavoratori sono sempre meno, il lavoro scarseggia e c’è lo sfruttamento, manca la sicurezza, una nazione poco votata al miglioramento continuo e dove ormai c’è scarsa propensione ad avviare un’attività consolidata e priva di cuscinetti sociali.
Ci sono grandi ed ottime idee, avremmo insomma le carte giuste, ma gli investimenti sono bassi e il mercato stagna.
Bisognerebbe trovare, forse, spazio per festeggiare l’innovazione e il cambiamento del lavoro, per cambiare ed evolvere, cercando di creare veri posti di lavoro (non precari), generare investimenti e migliorare un sistema fiscale esagerato sia per i singoli che per le aziende.
Si dovrebbe tornare ad avere il rispetto della dignità delle persone e del valore del lavoro, indipendentemente dal fatto che siano lavoratori dipendenti o imprenditori e allora sì che il 1° maggio sarebbe da celebrare!”
Giuseppe IANNO’
Consigliere comunale di Torino Libero Pensiero
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