Torinesi “depressi”. Tra bollette e burocrazia in cerca di ripresa

Ci si mette pure un’agenzia di ricerche sociali nel dire e dirci,  a noi Torinesi, che siamo depressi, pessimisti sul presente e sul futuro della nostra città. Sai che novità.
 Ciò che brucia maggiormente è la comparazione con altre città italiane come Milano, Bologna, Roma, o città europee  da Copenaghen, Monaco, Lione, dove ci vede sempre “soccombenti”. Insomma la nostra Grande Torino con un Grande passato, ma ora l’ alternativa è quello di scappare. E stavolta, purtroppo, non ci si limita al mio proverbiale pessimismo.  Pure questi studi sociologici.
Eppure in Piemonte la crescita del prodotto interno lordo è in linea, se non superiore alla media europea. Ripeto, siamo oltre la frutta.
Siamo oltre il punto di non ritorno.  Eppure… Eppure… aumentano I turisti…
Dunque siamo ancora attrattivi.  Capitale di una Regione Piemonte Capitale mondiale della cucina e del buon vino. Eppure…
Eppure non riusciamo a riprendere il volo come oltre cento anni fa.  O come il dopoguerra. Alberto  Cirio e Stefano Lo Russo cercano una santa alleanza per spendere bene i soldi del Mef.  Ma sono già arrivati?  Si dice una parte, ma noi, francamente non ce ne siamo accorti. Comunque a fine anno dovrebbe arrivare un’altra trance.  Vedremo, sperando in  positive conseguenze.
I mali sono molti, moltissimi. Tra gli altri una burocrazia asfissiante e totalmente inefficiente.  Piccolo esempio ma estremamente indicativo. Negli ultimi mesi la Soris è scatenata.  Cartelle esattoriali a go-go. Nella lettera d accompagnamento, come da legge è indicato il responsabile del procedimento.  Come contattarlo? Mistero.
Telefoni per saperlo.  Ti risponde un call center che gentilmente, dopo quella mezz’ora d attesa ti dice che non sono autorizzati. Alternativa via internet. Prima data utile il 15 gennaio con l’intimazione che entro 5 giorni dal ricevimento ti devi mettere d’accordo  con Soris se no sono guai. Alternative?  Andarci di persona e sperare che l’eventuale supplica di entrare senza appuntamento sia accolta.  In questo caso la supplica è stata accolta e rateizzata. Però quanta fatica. Ma non ci preoccupiamo.  Arrivano i contributi contro il caro bollette . Ma arrivano veramente?  Forse… ma allora che dice la Meloni?  Cerchiamo di precisare. Vero sono arrivati 9 miliardi dall Europa.  Vero ma non a fondo perduto. Dobbiamo restituirli con gli interessi. Dunque?  Paghiamo noi in un secondo tempo con la tassazione normale aumentando il debito pubblico. Sono malfidente? Allora facciamo un altro caso. Le imprese a fine anno possono riconoscere ai propri lavoratori un bonus proporzionato alle bollette  pagate quest’anno.  Appunto, non sono soldi che lo Stato italiano ti regala.
Sono soldi delle imprese.  Dunque un costo che non ricade su tutti, ma solo delle imprese.  Lo Stato si limita a non chiederti le tasse sul percepito.  Il tutto mi sa di presa in giro. Ovviamente per rimanere nell’ambito di una civile esposizione. Non lasciandosi andare in intuitivi impropreri. Ultima cosa: pace fiscale.  Concretamente rottamazione delle cartelle, alias lo Stato si accontenta di poco visto che l’alternativa è non avere niente. Ed anche qui, mi sa, ne vedremo delle belle e come si dice tra il dire e il fare c è di mezzo il mare. E il mare, anzi l’oceano in Italia si chiama burocrazia.
Diciamocelo fino in fondo in fondo : non siamo messi bene.
PATRIZIO TOSETTO
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

“Giochi siderali”, il barocco piemontese suggerisce satelliti e meteore

Articolo Successivo

Abbonamenti per incentivare l’uso dei mezzi pubblici

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta