Oggi più che mai per la politica si presenta, inevitabile, l’ora dei doveri e delle responsabilità per cui dovrà trovare il più virtuoso punto d’incontro tra ciò che è buono e ciò che è realmente possibile perché le risorse esistenti non vadano sprecate ma collocate al servizio del bene comune.
Purtroppo ancora una volta assistiamo alla frammentazione sempre più capillare di schieramenti che finiscono per ridursi alla contrapposizione fine a sé stessa, senza una effettiva proposta costruttiva in una società smarrita, divisa e ingiusta.
Sono questi i tempi in cui noi credenti, ad una settimana dalle elezioni, vogliamo testimoniare la nostra visione del mondo all’interno della politica, innanzitutto e nonostante tutto con un forte invito all’esercizio del diritto di voto. Noi del Coordinamento Interconfessionale piemontese ci impegniamo ad avere più coraggio, a rompere gli schemi del politicamente corretto, a non girare la testa dall’altra parte, a non abbandonarci alla comodità del quieto vivere. Sapendo che la fede per essere tale ci deve rendere inquieti.
Ma per aspirare ad una “nuova politica” noi stessi siamo chiamati a reinterpretare le nostre origini, riscoprendo il messaggio “rivoluzionario” delle nostre fedi, messaggio che forse abbiamo trascurato perché scomodo e forse troppo impegnativo. La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere nel pluralismo e nelle diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua. Un fratello da amare sempre e comunque, in un pianeta lacerato non solo da politiche di integralismo e di divisione, ma anche da guerre, da sistemi di guadagno smodato e da tendenze ideologiche che manipolano le azioni e i destini degli uomini.
Siamo chiamati ad impegnarci per una conversione della politica, una conversione profonda che recuperi i valori perduti per strada. Anche questo non sarà facile da fare, ma ineludibile da proporre come credenti. Un progetto che metta insieme dialogo interreligioso, tradizione e modernità, condannando con forza e senza esitazioni la “cultura dello scarto”. Avendo come bussola un’anima aperta, senza pregiudizi, senza idee preconcette. Impariamo nuovamente a sognare, a svegliarci ogni mattina abbracciando orizzonti lontani, a credere con tutte le nostre energie che esiste, nella pace, un cammino diverso per l’umanità. Dobbiamo riportare la luce, rimettere in libertà noi poveri uomini spaventati e quindi spesso pronti a seguire chiunque prometta sicurezze e certezze, qualunque esse siano.
E’ un nostro preciso impegno perché la politica possa rinascere, rappresentando anche la razionalizzazione del nostro essere credenti: senza di essa nessuna società può sopravvivere, non tanto perché impossibile non impegnarsi a favore degli altri, ma perché senza la conoscenza della società non si comprende il presente e non si progetta nessun possibile futuro. La politica è perciò il “servizio” più alto, che raccoglie nell’unità di un bene comune la ricchezza delle persone e dei gruppi, consentendo a ciascuno di realizzarsi liberamente.
Un impegno che costringe anche noi credenti a cambiare prospettiva, modo di pensare e di agire riconoscendo gli errori commessi, per non ripeterli, per rinascere sulle basi di tutto che è già stato scritto dai nostri Padri: dall’amore per il prossimo, al rispetto della persona, alla coerenza, alla testimonianza, al senso del dovere. I nostri fratelli sono ogni giorno accanto a noi, in attesa di attenzione, di amore, di amicizia. Siamo noi che dobbiamo andare incontro alle richieste che arrivano da ogni parte, esaltando il primato e la necessità di tenere sempre aperto l’orizzonte dell’infinito, della speranza e dello spirito.
Il nostro ruolo, qui ed ora, è riportare il senso religioso alle origini comuni di tutti gli insegnamenti, che sono fatte di sincera fratellanza e cooperazione tra esseri umani ed il creato, raggiungibili con la difficile ma unica strada del rispetto e della reciproca comprensione. La spiritualità è come l’amore, un dono che può annidarsi nei luoghi più improbabili. Una via che è possibile e doveroso trovare e intraprendere perché moltissime persone sono alla ricerca di un segnale.
Giampiero Leo, Bruno Geraci, Giuseppe Cicogna, Antonio Labanca, Walter Nuzzo, Younis Tawfik a nome del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE