Sciopero globale per il clima: in piazza contro la guerra anche a Torino

Erano più di  duemila le persone sono in corteo partite da piazza XVIII dicembre a Torino per lo sciopero globale per il clima di Fridays for future.

“Si tratta del primo sciopero per il clima del 2022 e cade in un momento molto particolare per l’Europa, nel mezzo di questo conflitto – dice all’Ansa Luca Sardo, responsabile torinese del movimento ambientalista – Con questo sciopero vogliamo sottolinaere le cause comuni tra la guerra in Ucraina e la crisi climatica”.

 

Di seguito pubblichiamo la nota di Fridays for Future

SCIOPERO GLOBALE PER IL CLIMA e contro la guerra dei combustibili fossili: PEOPLE NOT PROFIT

 

Oggi siamo scesi in piazza di nuovo in tutto il mondo, siamo presenti in tutti i continenti.

Questa volta stiamo scioperando per la pace e la giustizia climatica.

Non ci potrà essere pace né giustizia climatica, in nessuna parte del mondo, finché i nostri sistemi saranno legati ai combustibili fossili forniti da governi autoritari e dittature.

I paesi di tutto il mondo stanno finanziando questa guerra: l’Unione Europea ha pagato 15 miliardi di euro alla Russia dall’inizio della guerra in Ucraina, attraverso l’acquisto di combustibili fossili.

Guerra e crisi climatica sono strettamente legate: effetto serra vuol dire effetto guerra. Un pianeta più caldo di 2, 3, 4 gradi è un pianeta in cui saremo costretti a lottare per le scarse risorse rimaste e questo si vede già oggi nel Sahel, dove numerose guerre per l’acqua hanno originato conflitti che sono poi degenerati.

Non è mai stato così chiaro come ora che una transizione ecologica giusta è necessaria, ed è necessaria adesso. Questi tempi lasciano le persone prive di potere e di forze. Ma noi non ci arrendiamo. Per questo il 26 marzo ci uniremo al Collettivo di fabbrica ex-GKN a Firenze per insorgere insieme. Insieme a lavoratori che con la scusa della transizione ecologica sono stati licenziati, per motivi che in realtà hanno poco a vedere con il benessere del pianeta.
Dobbiamo fermare il ricatto ambiente-lavoro. Non si può indirizzare l’economia in senso ecosostenibile se contemporaneamente non si fermano le delocalizzazioni. Non si può sconfiggere il greenwashing senza una consapevolezza crescente nei luoghi di lavoro dei reali processi produttivi.

Vogliamo inoltre che si tenga conto del principio di giustizia climatica. I paesi del Nord del Mondo, i più responsabili di questa crisi, devono garantire dei risarcimenti climatici alle comunità più colpite che sono anche le meno responsabili. Questi risarcimenti fanno parte di un processo di giustizia in cui il potere politico tornerà alle persone e alle comunità locali. Dovranno essere concessi sotto forma di “finanziamenti”, e non di “prestiti”, e serviranno come risposta alle richieste delle comunità indigene ed emarginate; per restituire le terre alle comunità, dare risorse alle comunità più colpite affinché possano adattarsi e compensare i danni di questa crisi. Per una ridistribuzione della ricchezza globale, della tecnologia e dell’informazione, e del potere politico dal Nord globale al Sud globale e dall’alto al basso.

Da queste piazze nasce la speranza, si vede che le persone non si sono rassegnate al proprio destino. Un altro mondo è ancora possibile ma sta a noi costruirlo, partendo dalla pace e dalla giustizia, climatica e sociale.

Torneremo a invadere le strade, vi aspettiamo a Firenze domani, dalle 14:30 a piazza Vittorio Veneto

– per tutte le informazioni e i dettagli: https://fridaysforfutureitalia.it/25-marzo-2022-sciopero-globale-per-il-clima/

Foto di copertina: archivio il Torinese

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