Ciao Domenico.
Un Ciao lungo 21 anni. Così il 28 febbraio 2022 alle 10, al Cimitero Monumentale, ti saluteremo ancora un’altra volta. Per il tuo ricordo e per il nostro ricordo di quello che sei stato e di quello che avremmo voluto essere. E in qualche modo sei stato il Sindaco di Torino, nostante la morte ti abbia portato via improvvisamente, in quella maledetta sera nel salone Ascom in via Massena. Primo dibattito della campagna elettorale. Che tragedia, anzi direi tragedia nella tragedia. Morto sul campo. I medici ti consigliarono riposo. Ma tu non potevi, non dovevi e non sapevi fermarti. Molti a Roma come a Torino non ti volevano Sindaco. Davi troppa noia ed avresti fatto di testa tua. Altro che condizionato da poteri forti torinesi. Ma ecco l’idea vincente: gli autoconvocati. Pensa, la prima volta nella storia di Torino e della sinistra. La sala della Gam strapiena con relativa raccolta di firme per la tua candidatura. Io ho firmato e debbo ringraziare Ernesto Dalle Rive che mi invito’. Avevo dei dubbi, e nel dirlo mi vergogno un po’. Poi sentendoti tutto passò. Tra i tuoi pregi c’era una ottima capacità oratoria. Ma soprattutto ciò che avevi fatto per questa nostra Torino. Dal 1980 in consiglio comunale. Capogruppo del pci e poi pds. Capo politico dell’opposizione e Presidente del Consiglio comunale. Ed infine vice sindaco di Castellani. I “cattivi ” dicevano che tu eri il Sindaco e Castellani il vice. Forse avevano ragione. Sicuramente ti piaceva prenderti le gatte più rognose da pelare. Vicesindaco con la delega ai vigili urbani. Mamma mia… e poi dargli un po di efficienza non era cosa da poco. La giunta decisa di istituire la ronda notturna. Per cominciare in zona centro. Eri convinto che dovevi controllare. Di persona. Presto fatto, alle due di notte, con la tua auto hai fatto tu direttamente la pattuglia, ma non hai trovato alcuna pattuglia di vigili urbani. Nottetempo hai svegliato il capo generale dei Vigili. Ci vediamo alle otto del mattino da me in ufficio. Puntuale. Con la tua proverbiale sagacia gli hai comunicato: o lei si dimette o pone rimedio stasera. Solerte non si dimise e pattuglio’ in piena notte. Poi , ovviamente ci si misero di mezzo i soliti sindacati, opponendosi. Ma non demordevi e in tempi non sospetti dicevi : insieme all’accoglienza ci vuole anche repressione. Semplice, no? Eppure questa sinistra quanta fatica ha fatto nel capirlo e forse accettarlo. Saresti stato un ottimo Sindaco. Io amo pensare che, con te la Barriera di Milano non avrebbe fatto la fine che ha fatto. Ciao Domenico Carpanini. Da anni manco all’appuntamento del 28 febbraio. Voglio, cerco di recuperare e ci sarò sempre ogni anno a venire. Tutti te lo dobbiamo. E tutti ti pensiamo almeno una volta all’anno. Ciao Domenico. Per sempre. Ieri come oggi.