Il 13 agosto, all’età di 73 anni, è morto a Rouen in Francia Gino Strada, medico chirurgo fondatore e principale promotore della Ong “Emergency”. Gino Strada è stato un gigante di coraggio e umanità.
Era il 15 maggio del 1994 quando il dott. Strada, insieme alla moglie Teresa Sarti e agli amici Carlo Garbagnati e Giulio Cristoffanini, diede vita ad “Emergency”, avente la finalità di «garantire cure di qualità e gratuite alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà» e di promuovere «pace, solidarietà, sviluppo e rispetto dei diritti umani». Nel corso di 27 anni Emergency ha curato 11 milioni di persone in 19 Paesi e ha costruito 18 ospedali e centri medici in Sudan, Afghanistan, Iraq, Repubblica centroafricana, Sierra Leone, Uganda e Yemen. Sono migliaia i volontari, medici, infermieri, operatori socio-sanitari che lavorano con Emergency. In Italia Emergency ha aperto 13 ambulatori per curare i migranti e i clandestini e gli italiani in difficoltà. Ha scritto in prima pagina Massimo Giannini, direttore de “La Stampa”, che Gino Strada è stato «Il gigante buono che metteva paura facendo del bene». Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato: «Ha operato con professionalità, coraggio e umanità. L’associazione Emergency è il suo lascito morale». E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha commentato: «Gino Strada ha invocato le ragioni dell’umanità dove lo scontro cancellava ogni rispetto per le persone». Carlo Petrini, fondatore e presidente di “Slow Food”, ha scritto: «Era un amico fraterno. Il Paese perde un personaggio che era l’incarnazione dell’altruismo». Lo scrittore, cantante e musicista Moni Ovadia ha detto queste toccanti parole: «Gino Strada mi ricorda i principi fondamentali dell’antropologia ebraica: noi tutti discendiamo da un solo uomo perché nessuno possa dire che il mio progenitore è meglio del tuo. Dunque chi salva una vita salva l’intero universo, e così progetta la salvezza di noi tutti». «Gino Strada – ha affermato il filosofo Massimo Cacciari – è stato un pezzo della nostra civiltà migliore. La sua è stata una missione universale, non predicava il bene ma lo faceva». L’architetto di fama mondiale Renzo Piano era amico di Gino e stava progettando un ospedale da costruire in Africa per Emergency, quando è arrivata la tragica notizia. In un’intervista pubblicata sul quotidiano “La Stampa” ha raccontato: «Gino era un poeta e un utopista. Le difficoltà lo rendevano ancora più forte. Mi ha chiesto: “Facciamo insieme un ospedale in Africa. Lo voglio scandalosamente bello”…». Quando si incontravano, Gino gli diceva: «Non la vedi la sofferenza del mondo? Non lo capisci che ti riguarda?». «Stare a fianco a Gino – ha confessato l’architetto Piano – mi ha aiutato a crescere e a diventare migliore». Ed ha aggiunto: «Gino Strada era un medico chirurgo. Un medico perché sapeva vedere l’altro. Conosceva la sofferenza. L’affrontava». Come chirurgo «era meticoloso, competente, preciso, sicuro, un uomo di scienza nel senso pieno del termine. Aveva sentimenti chiari e limpidi». In merito alle polemiche che sono state sollevate per il fatto che Gino Strada aveva curato anche i Talebani, Renzo Piano ha dichiarato: «Un medico non chiede soldi, provenienza, fede politica o religiosa. Un medico salva, un medico non lascia affogare le persone, un medico aiuta». «Penso alla sua visione», ha sottolineato Renzo Piano. «Quella sì che era politica. Insieme alla parola bellezza può trasformare tutto. Era un poeta e un utopista. Ma lui le utopie le realizzava e rendeva possibile l’impossibile». Nonostante i molti riconoscimenti internazionali per le sue opere umanitarie, Gino Strada è stato spesso criticato perché non aveva peli sulla lingua ed ha più volte denunciato l’industria delle armi ed i sostenitori della guerra. In diverse dichiarazioni pubbliche ha detto: «Non vi fate fregare, non esiste guerra giusta. Io non sono un pacifista, io sono contro la guerra». E a questo proposito, aveva chiesto di introdurre “l’abolizione della guerra” nella Costituzione italiana. Gino Strada è stato accusato di essere troppo duro, di essere troppo radicale, di non saper usare un linguaggio diplomatico, ma chi conosce i medici chirurghi, sa che non amano discutere, perché devono agire per salvare vite umane. Strada non era un personaggio da salotto, conosceva bene la sofferenza e le vittime dei conflitti armati, e non si faceva nessuno scrupolo a denunciare chi provoca le guerre. Nel suo ultimo articolo pubblicato da “La Stampa” circa la situazione in Afghanistan, dove è ancora operativo l’ospedale di Emergency e dove lui stesso è stato per sette anni, Gino Strada ha scritto parole di fuoco. Ha denunciato la follia della guerra di occupazione dell’Afghanistan, che è costata 241mila vittime civili e quasi 29mila bambini morti o feriti. Per finanziare quella guerra gli Stati Uniti hanno speso complessivamente 2mila miliardi di dollari e l’Italia 8,5 miliardi di euro. Denaro che è servito solo ad ingrassare l’industria delle armi. Se fosse stato utilizzato per la pace e lo sviluppo, oggi l’Afghanistan sarebbe una grande Svizzera. Negli anni dell’occupazione dell’Afghanistan Gino Strada ha scritto: «Credo che a nessun Paese, a nessun popolo piaccia essere occupato militarmente. Se domani mattina ci svegliassimo con mille militari, qui nel centro di Milano, che arrestano, bombardano, sparano, torturano, deportano, uccidono chi vogliono, penso che non saremmo felici. E trovo strano, invece, che quando siamo noi ad occupare altri Paesi, crediamo che quei popoli debbano accettarlo, anzi devono persino dirci “grazie!”. È questa una logica profondamente colonialista…». Considerando che l’asteroide 248908 è stato intitolato a Gino Strada, esprimiamo l’augurio che il suo coraggio e la sua umanità continuino ad essere un esempio che ci illumina dal cielo.
Antonio Gaspari, direttore www.orbisphera.org
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