Le prossime elezioni amministrative saranno uno spartiacque importante per la politica italiana nel suo complesso.
E questo non solo perchè è tradizione italiana che anche quando si vota in una manciata di comuni disseminati lungo lo stivale diventa immediatamente un test per la politica nazionale. Ma per il semplice motivo che questa importante consultazione, che vede protagoniste tutte le principali città del nostro paese con il rinnovo dei rispettivi consigli comunali, è l’ultima che precede le elezioni politiche generali. E quindi diventa decisivo capire da un lato gli equilibri delle varie forze in campo, misurare il peso e la solidità delle rispettive coalizioni e, soprattutto, individuare le debolezze che emergeranno nella capacità di saper intercettare pezzi di società. E quindi pezzi di elettorato. In altre parole, dopo le amministrative capiremo quali forze/soggetti/liste nasceranno in vista delle elezioni politiche. Perchè un fatto è chiaro e forse anche irreversibile. L’alleanza tra il partito riformista per eccellenza, cioè il Pd, e il partito populista per antonomasia, cioè quello di Conte e di Grillo, lascia poco spazio e poco ruolo a partiti/liste/movimenti di centro che hanno come obiettivo prioritario quello di declinare una “politica di centro”. E quindi su questo versante è abbastanza probabile che possano decollare forze in grado di farsi carico, appunto, di un elettorato altrimenti non rappresentato. Come sul versante del centro destra è inevitabile che la forza dirompente della Meloni e, comunque sia, la tenuta – almeno stando sempre ai sondaggi di opinione – della Lega di Salvini comprime sempre di più chi, sul versante del centro moderato e riformista, pensa di riconoscersi in quell’area politica. Anche da quelle parti, com’è ovvio e scontato, la presenza di una lista/movimento/forza di centro si imporrà. A prescindere da quelle sigle con percentuali di consenso da prefisso telefonico che non sono destinate a passare alla storia. Nè politica e nè elettorale.
Ecco perchè le elezioni amministrative saranno un autentico banco di prova politico da un lato e innescheranno un processo, forse l’ennesimo, funzionale alla formazione di una nuova e rinnovata presenza politica dall’altro. Questa volta, però, non all’insegna del populismo anti politico, demagogico e qualunquista. Quell’area è già fortemente rappresentata, soprattutto nel campo della sinistra. Ma anche, seppur in minor misura, nell’area politica alternativa. No, questa volta le novità arriveranno sul versante del “centro”. L’appuntamento, quindi, è dopo il voto di ottobre. Ballottaggi compresi.
Giorgio Merlo
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