Udine – Reale Mutua Basket Torino: vincere è sempre la cosa più importante

Il basket visto a distanza.

Torino vince 73 a 59 con la seconda forza del campionato e continua il suo inseguimento al vertice della classifica. Sicuramente la mancanza di Dominique Johnson (tra i migliori marcatori della serie “A2”) e del play titolare tra gli ospitanti di Udine ha permesso di gareggiare in maniera più semplice per la Reale Mutua. Mai si potrà considerare una colpa avere dei vantaggi non richiesti ma oggettivamente bisogna dire che il vantaggio è comunque stato notevole.

Torino ha comunque vinto senza esitazioni mantenendo sempre un ampio margine per tutta la partita, e quindi si può dire che la missione sportiva di Udine sia stata portata a termine con ottima efficacia.

E’ anche vero che nel primo tempo, dove Torino ha scavato il solco decisivo, si è avuta la sensazione che il vero “segreto” di Torino risieda sotto canestro dove Diop e talvolta Pinkins, soprattutto a rimbalzo, fanno realmente la differenza con le altre squadre. E quando anche Cappelletti dimostra di saper essere un play che fa la differenza in serie cadetta, Torino prende il volo. Anche il simpatico Bushati contribuisce con alcune giocate al distacco dei primi due quarti insieme ad alcuni sparuti lampi di Clarke. Il resto è al solito buio non proprio pesto ma sicuramente c’è poca luce, ma non è determinante per il risultato finale.

Un neo esageratamente grande è la prestazione da tre punti che, se escludiamo le due “bombe” tirate da Diop e segnate su tre tentate, ci si accorge che il resto della squadra ha tirato un inquietante 3 su 20 da tre, che farebbe inorridire anche uno “scoutista” di categorie ben più in basso. Il 3\15 degli avversari ben pareggia tale situazione ed è anche uno dei motivi della tranquilla vittoria di Torino.

E’ vero, nessuna partita è facile, ogni avversario è dotato di tattica da affrontare, ecc. ecc. …, ma per Torino non ci sono scuse: vincere il campionato è l’unico obiettivo sensato, e quindi ogni accampare timori e conclamare difficoltà non ha senso. Ogni squadra affrontata è un gradino sotto, quando non due, se andiamo a verificare i pari ruolo avversari.

Nel caso Diop si è evidentemente in grado di vedere addiritturadue gradini di differenza sopra qualsiasi altro avversario.  Oltre al tiro da sotto e nel recuperare rimbalzi, comincia ad avere anche continuità lontano da canestro. Quando tirerà fuori tutta la grinta che si vede “contenuta” per motivi oscuri, forse da motivi tecnici a noi non conosciuti, cioè quando comincerà a saltare e schiacciare disintegrando il ferro, inizierà a tirare da fuori con continuità, penserà anche ad entrare in movimento e non solo da post basso, allora si potrà vedere il giocatore in essere che al momento ha sicuramente un solo problema: l’impiego della testa in maniera tattica. Ha rischiato di farsi male regalando un fallo antisportivo a un minuto circa dalla fine, con Torino sopra di 18 punti, per stoppare un inutile tiro. Sono errori da non farsi, ma la giovane età lo scusa abbondantemente. Sassari è alla finestra: speriamo non ne abbia bisogno nel suo campionato. Nel nostro è fondamentale e intorno a lui girano i destini di Torino.

Una nota a parte merita la conduzione tecnica media di tutti i protagonisti delle panchine della partita di ieri. Allenatori sempre arrabbiati, irosi con i loro giocatori, sempre sull’orlo di una crisi di nervi non forniscono una bella immagine. Non so dire se sia il mestiere a richiedere tale atteggiamento (ma non credo…) ma sia Cavina che Bonicciolli hanno avuto momenti di raro stress emotivo, che, personalmente, ritengo eccessivi in entrambi. Dovrebbe esistere anche l’esempio positivo, ma forse lo stile Full Metal Jacket attrae di più. Comunque, finché si vince, si ha sempre ragione e poi, io scrivo e loro fanno quel mestiere: ci sarà un motivo… .

In conclusione, potrei dire che dispiace che Torino non abbia ancora il suo secondo straniero all’altezza delle aspettative. Jason Clarke è un buon giocatore, non uno spacca partite come ci si aspettava, mentre di Alibegovic si perdono talvolta tanto le tracce da non sapere più perché avesse partecipato addirittura alla gara di tiro da tre punti quando era in A1 non più di tre anni fa circa durante l’All Star Game.

Al momento Torino, se vincesse anche i recuperi, sarebbe seconda. Se volesse, non ha rivali, ormai si è visto. Speriamo che “volesse” anche alla fine del campionato.

Paolo Michieletto

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