Scoperta truffa delle patenti di guida “made in China”

Associazione per delinquere finalizzata al conseguimento illecito della patente di guida di categoria “B” da parte di candidati di nazionalità cinese 9 persone destinatarie di una misura cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria, delle quali 2 in carcere e 7 dell’obbligo di presentazione alla p.g.

 

Avevano costituito ben 2 organizzazioni criminali che avevano lo scopo di consentire a cittadini cinesi che non conoscono la lingua italiana né tanto meno le norme del Codice della Strada, di conseguire la patente di guida.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, P.M. Dr.ssa Elisa BUFFA,  nasce nel mese di novembre 2018 quando, grazie ad una collaudata collaborazione tra la Motorizzazione Civile e la Polizia di Stato, gli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Torino intervengono presso la sala esami della locale Motorizzazione a seguito di una segnalazione relativa ad un cittadino cinese, che con atteggiamento sospetto, sta effettuando la prova a quiz con la richiesta di ausilio del supporto audio ovvero delle cuffie con cui ascoltare le domande, oltre che visualizzarle sullo schermo. L’intervento della Polizia giudiziaria. viene effettuato al termine della prova, peraltro superata, accompagnando il candidato in una stanza attigua. Lì gli operanti riscontrano come l’uomo occulti tra gli indumenti e sotto una parrucca appositamente indossata, essendo l’uomo completamente calvo, un telefono cellulare ed un trasmettitore bluetooth ad esso collegato.

Tale strumentazione era servita al candidato per ricevere suggerimenti da una terza persona posizionata all’esterno della MCTC, che era in grado di avere contezza delle domande d’esame in quanto il contenuto delle stesse gli giungeva proprio attraverso il citato trasmettitore in quanto era riprodotto da una voce computerizzata nelle cuffie richieste dal candidato proprio a tale scopo.

Immediatamente, anche in considerazione del complesso sistema adottato per consentire all’uomo il superamento della prova, la Polizia giudiziaria ipotizzava l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata finalizzata al conseguimento illecito di patenti di guida e che quanto accertato non rappresentasse un episodio isolato.

L’esame dei tabulati telefonici delle utenze trovate in possesso del cittadino cinese e successivamente l’autorizzazione del G.I.P. di Torino all’attivazione delle intercettazioni telefoniche delle utenze da essi emerse, permettevano di suffragare tale ipotesi.

L’indagine, infatti, faceva luce su ben 2 organizzazioni criminali composte per la quasi totalità da cittadini cinesi che dietro il versamento di ingenti somme di denaro era in grado di garantire il conseguimento di patenti di guida a loro connazionali che, conoscendo poco o per nulla la lingua italiana, avrebbero avuto difficoltà insormontabili ad ottenerle in modo lecito, attraverso il superamento dei relativi esami di teoria svolti presso le Motorizzazioni di tutta Italia.

L’ascolto delle conversazioni telefoniche intercettate ha permesso alla PG di delineare compiutamente il modus operandi dei soggetti coinvolti in tale tipo di attività criminale che fruttava agli organizzatori dell’illecito sino a 7000 euro circa a patente a seconda del “servizio” offerto, che poteva riguardare la sola prova teorica o, come emerso nel corso delle indagini anche quella pratica.

In particolar modo venivano individuati 9 soggetti di cui 7 di nazionalità cinese 1, peruviano e 1 italiano, dimoranti a Torino, quali appartenenti a vario titolo a 2 distinte associazioni per delinquere che consentivano a soggetti di nazionalità cinese di ottenere il rilascio della patente di guida.  Dalle indagini emergeva che  i candidati, oltre a non avere la minima preparazione teorica, presentavano enormi difficoltà nel comprendere la lingua italiana e quindi oltre a non essere in grado di leggere i testi dei quiz loro sottoposti, durante gli esami pratici non riuscivano a rispondere alle domande, anche a quelle di routine più elementari, poste loro dai vari esaminatori prima e durante l’esame di guida: circostanze queste che danno il segno dell’elevato pericolo che potevano costituire alla guida di un veicolo.

Nell’ottobre del 2019 veniva depositata una prima informativa alla Procura della Repubblica di Torino, nella quale venivano deferite in stato di libertà 63 persone, ritenute responsabili di aver truccato 55 esami per il rilascio di patenti di guida. Ne seguiva una seconda nel giugno 2020 nella quale erano indagati altri 45 cittadini cinesi coinvolti in altrettanti episodi illeciti.

Alla luce di quanto rappresentato, nella giornata di mercoledì 21 ottobre, gli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Torino, coadiuvati dal personale della Polizia Stradale di Cuneo, Novara, Rimini, Prato e Vasto (CH), hanno eseguito una misura cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Torino, nei confronti di 9 persone, 2 delle quali in carcere e 7 destinatarie dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Contestualmente sono state eseguite diverse perquisizioni in varie località della penisola, in particolare a Vasto (CH) dove, il capo di una delle due organizzazioni, destinatario di una misura in carcere, pur avendo mantenuto la residenza a Torino, aveva trasferito i propri affari.

L’Autorità giudiziaria, ha provveduto già ad emettere 50 decreti di sequestro a carico di quelle patenti che si è accertato essere state ottenute attraverso i metodi descritti.

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