Le unioni civili, dieci anni fa

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento  dell’Associazione Marco Pannella di Torino, con la dichiarazione di Mario Barbaro e Sergio Rovasio, membri del Consiglio Generale del Partito Radicale   

DIECI ANNI FA LA STORICA SENTENZA 138/2010 DELLA CORTE COSTITUZIONALE CHE DIEDE IL VIA ALLA DISCUSSIONE  E APPROVAZIONE IN PARLAMENTO  DELLE  UNIONI CIVILI . LO SI DEVE GRAZIE A UN’IDEA ISPIRATA DALLE LOTTE DEL PARTITO RADICALE E AL SUPPORTO DI AVVOCATI E COPPIE CHE CHIEDEVANO IL MATRIMONIO EGUALITARIO.

Dieci anni fa la Corte Costituzionale, con una sentenza storica , 138/2010, riconobbe fondate le ragioni di alcune coppie omosessuali che chiedevano ai Tribunali il riconoscimento delle loro unioni presso i loro Comuni e sollecitò il Parlamento a legiferare su questo tema. L’idea di promuovere una campagna di ‘disobbedienza civile’,  nacque durante il Congresso di fondazione dell’Associazione Radicale Certi Diritti che  si svolse nel marzo del 2008 presso la sede romana di rappresentanza del Parlamento Europeo.

In quell’occasione venne lanciata la campagna di Affermazione Civile, termine coniato dal radicale Sergio Rovasio, che si era a sua volta ispirato alla campagna di Affermazione di coscienza promossa dal Partito Radicale alla fine degli anni ’80 in alternativa alla sempre più burocratizzata e banalizzata obiezione di coscienza al servizio militare. I sostenitori di quella campagna antimilitarista e antinazionalista per gli Stati Uniti d’Europa si autodenunciarono e furono arrestati in diverse città italiane.

La campagna di Affermazione Civile vide in prima fila i fondatori dell’Associazione Radicale Certi Diritti Clara Comelli, Gianmario Felicetti, Enzo Cucco, Sergio Rovasio , Luca Piva e Giacomo Cellottini  con  gli avvocati Francesco Bilotta, Alexander Schulster e Antonio  Rotelli di Rete Lenford – Avvocatura lgbt, diretti protagonisti di quella iniziativa  nonviolenta  che ebbe il suo epilogo con la storica sentenza 138/2010. L’idea, promossa in tutta Italia, era quella di invitare le coppie gay conviventi a chiedere presso il loro Comune di potersi sposare e,  ricevuto il diniego, fare opposizione legale. L’azione fu decisa dopo che per mesi la classe politica litigava e poneva veti incrociati alla possibilità di approvare in Parlamento una legge simile ai Pacs francesi o l’Equal Marriage britannico.

Nel giro di due anni, grazie ai Tribunali di Venezia, di Firenze e alla Corte di Appello di Trento, la Corte Costituzionale si espresse ritenendo fondate le ragioni delle coppie ricorrenti difese dai Costituzionalisti Avvocati professori universitari Enzo Zeno Zencovich, Marilisa D’Amico e Vittorio Angiolini con presenti in aula gli Avvocati Francesco Bilotta e Alexander Schulster, insieme a Sergio Rovasio ed altri esponenti radicali. Fu questo un primo passo concreto che di lì a pochi anni fece poi approvare la legge sulle Unioni civili, ritenuta dai promotori della campagna ancora troppo limitata rispetto al raggiungimento del matrimonio egualitario che supererebbe ogni forma di  discriminazione oggi ancora esistente nei confronti delle coppie gay.

La cosiddetta ‘via legale’ è  stata utilizzata da diverse organizzazioni  anche in Germania, Danimarca  in Sudafrica, Canada e alcuni Stati Usa e spesso viene utilizzata nei paesi democratici per sollecitare leggi di uguaglianza.

Mario Barbaro e Sergio Rovasio, membri del Consiglio Generale del Partito Radicale hanno dichiarato:

“Sono trascorsi 10 anni. Con il Partito Radicale e l’Associazione Marco Pannella di Torino e i metodi della lotta nonviolenta si possono raggiungere risultati concreti così come accaduto con la sentenza 138/2010: continueremo con la nostra Associazione qui in Piemonte a percorrere la “via legale” per la promozione e la difesa dei diritti civili e umani. I veti della partitocrazia troppo spesso ossequiosa dei voleri clericali hanno sempre impedito al nostro Paese di promuovere leggi d’avanguardia.”

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