Buon lavoro dunque alla nuova Commissione, nell’interesse di tutti noi cittadini europei. Con l’auspicio che l’Italia sappia finalmente uscire dal circolo vizioso di dibattiti di corto respiro ed essere all’altezza della propria storia quale “motore dell’integrazione”. Serve più che mai un ruolo attivo e propositivo dell’Italia per un’Europa più forte e più unita, modello di sviluppo sostenibile e solidale, anche per contribuire a costruire un mondo più pacifico e meno inquinato.
Fulvio Brugnoli
Direttore del Centro Studi sul Federalismo
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