Nel primo pomeriggio di sabato 27 aprile è stato effettuato un controllo all’interno dei giardinetti di Largo Giulio Cesare. Gli agenti del Commissariato “Barriera Milano” stavano identificando due persone quando un terzo uomo, un cittadino inglese di 49 anni, si è intromesso ostacolando l’attività dei poliziotti per poi scappare nel momento in cui gli agenti hanno chiesto lui i documenti. Raggiunto dei poliziotti, l’uomo estraeva dalle tasche diversi oggetti e un mazzo di chiavi, sbattendoli con impeto sul cofano, rigando l’autovettura di servizio. Il quarantanovenne è stato fermato e denunciato per resistenza a Pubblico Ufficiale e danneggiamento.
Nei giorni scorsi, gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale, transitando in corso Stati Uniti, hanno notato due cittadini stranieri che sostavano nei pressi della fermata del bus. Alla vista della volante, i due uomini si guardavano intorno monitorando gli spostamenti della volante. Questi, insospettiti, hanno proceduto al controllo rinvenendo droga e capi di abbigliamento rubati. In particolare il trentatreenne del Senegal è stato trovato in possesso di circa 50 involucri di cocaina e 200 euro in contanti. E’ stato quindi arrestato per detenzione di sostanza stupefacente. Il trentaseienne del Gambia invece, all’interno della borsa a tracolla che indossava, ha provato a celare 8 canottiere munite di cartellino e 2 sigarette elettroniche con relativa confezione, senza fornire alcuna informazione circa la loro provenienza. Dai successivi accertamenti è emerso che i capi di abbigliamento femminili erano stati rubati il giorno prima, durante la notte, all’interno di un negozio di via Garibaldi. L’uomo, con a carico diversi precedenti di Polizia, è stato denunciato alla Procura di Torino per ricettazione. Inoltre gli è stato notificata la misura cautelare degli arresti domiciliari in sostituzione all’Obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
Gli appuntamenti musicali della settimana
Lunedì. Per il Torino Jazz Festival al Piccolo Regio, suona il duo Sidsel Endresen & Stian Westerhus. Al Jazz Club si esibisce il quartetto di Deborah Carter. All’Osteria Rabezzana è di scena Lil Darling Quintet. In alternativa al Magazzino sul Po suonano i Talky Nerds.
Martedì. Il TJF monopolizza la giornata. Al Conservatorio nel pomeriggio si esibisce il trio Pieranunzi-Tavolazzi-Zirilli. Alle OGR è di scena il sestetto di Jon Balke con gli archi del Conservatorio di Torino. A seguire il trio del sassofonista Joshua Redman. Al Jazz Club si esibisce Ivan Bert con la Sound Journey Orchestra. Al Blah Blah suona Jim Jones & The Righteous Mind.
Mercoledì. Altra giornata giornata dedicata al TJF. Il palco delle OGR presenta Arto Tuncboyaciyan con lo Sfom Quartet. A seguire il quintetto del trombettista Randy Brecker.
Giovedì. Ancora una giornata all’insegna del Torino Jazz Festival. Nel pomeriggio nell’Aula Magna del politecnico suona Giovanni Guidi con “ Avec Le Temps “ Quintet. Alla sera sul palco delle OGR si esibisce il Lapsus Lumine con Jim Black e Ernst Reijseger ispirato a Moondog. A seguire il trio Rymden di Bugge Wesseltoft. Al Cafè Neruda suonano gli Esagono con Flavio Boltro per un repertorio dedicato a Bob Dylan. Al Jazz Club si esibisce il quartetto del sassofonista Glad Atzmon. Alternativa di classe al Teatro Colosseo dove arriva Steve Hackett l’ex chitarrista dei Genesis.
Venerdì. Altra giornata dedicata al TJF. Nel pomeriggio nell’Auditorium del grattacielo Intesa Sanpaolo, si esibiscono gli Accordi Disaccordi, con la partecipazione di Florin Niculescu al violino e l’attore Giorgio Tirabassi. Alla sera alle OGR suona il quartetto di Kyle Eastwood e Stefano di Battista con il progetto “ Gran Torino”. A seguire il Eivind Aarset Quartet. Altra musica al Circolo della Musica di Rivoli, con il cantautore Giorgio Poi. Allo Ziggy si esibisce Fausto Rossi.
Sabato. Ultimo giorno per il Torino Jazz Festival. Nel pomeriggio al Conservatorio suonano i Tres Coyotes con l’ex Led Zeppelin John Paul Jones. Alla sera sul palco delle OGR si esibisce Michel Portal & Flavio Boltro BBB Trio. A seguire il New Quartet di Enrico Rava, che per l’occasione festeggia i suoi 80 anni. In chiusura Nik Bartsch Piano Solo. Altro sound con Omar Pedrini in chiusura di “Tavagnascorock”. Al Blah Blah si esibisce Camilla Sparksss. Allo Spazio 211 suonano i Be Forest mentre Fabrizio Cammarata è di scena al Topic.
Pier Luigi Fuggetta
Inter-Juve, un tempo a testa
Il Derby d’Italia non ha deluso le aspettative neanche ieri sera, nonostante la Juventus sia arrivata a San Siro con l’ottavo tricolore già cucito sulle maglie e 26 punti di distacco dai nerazzurri
La squadra di Spalletti vuole i tre punti per tentare di sottrarre il secondo posto al Napoli e, naturalmente, per una questione d’orgoglio: in effetti, nel primo tempo l’Inter ha giocato la migliore partita della stagione, costruendo almeno 3 – 4 ottime occasioni da goal e schiacciando la Juve nella propria metà campo; basti pensare che il bianconero più attivo nella prima frazione di gara è stato Szczesny, che già al 7′ si fa infilare da uno splendido calcio al volo di Nainggolan su assist di Politano, ed al 28′ si salva su Icardi.
I bianconeri sembrano assenti, intimoriti dall’avvio rabbioso dell’Inter e dalla rete subìta: nei primi 45 minuti, interessante solo un’azione con Bernardeschi – serata da dimenticare per lui – , ma il suo tiro è fuori misura; CR7 è troppo solo là davanti, le due mezz’ali non lo supportano come dovrebbero e gli arrivano pochissimi palloni giocabili, anche perchè Cancelo non è in partita. Dato significativo del primo tempo: 7 corner in favore del’Inter contro 1 soltanto per la Juve.
La ripresa vede una Juventus decisamente più reattiva; Allegri al 4′ st inserisce Spinazzola per Alex Sandro, ed è la chiave di volta della gara: i bianconeri iniziano a macinare azioni proprio dalla sinistra, dando velocità a tutta la manovra e creando alternative in attacco, anche perchè al 15′ st entra il giovane Kean per Matuidi, ed a quel punto i bianconeri riprendono forma e vigore.
E finalmente arriva il pareggio bianconero, con un’azione magistrale: Pjanic inventa un retropassaggio di tacco al limite dell’area per Cristiano, che buca la rete con un gran sinistro rasoterra, Handanovic nulla può. Per CR7 è il 600° goal con squadre di club: giù il cappello, signori.
Ora la partita si fa davvero vivace, ad ogni azione della Juve – che ha alzato il baricentro e Pjanic gioca 20 metri più avanti – risponde l’Inter in contropiede, che cerca comunque di reagire, ad esempio al 69’st con Perisic, ma Szczesny riesce ad alzare il suo tiro sopra la traversa; poco dopo è però Handanovic a bloccare il destro al volo di Pjanic, che riceve un buon assist da Spinazzola.
I nerazzurri calano sempre di più, mentre, al contrario, Spinazzola, Kean e Cristiano si cercano e si trovano a meraviglia, e il finale è un assedio Juve nell’area nerazzurra: all’85’ st esce Bernardeschi per Pereira, che si mette subito in mostra con un bell’assist in area per Spinazzola, che però non riesce a concretizzare, e al 90′ st CR7 fa partire da destra una palla pericolosissima in area dove c’è Pereira, ma l’Inter si salva per miracolo.
Derby d’Italia onorato, bello spettacolo (specie nel secondo tempo), risultato giusto. #finoallafine
Rugiada Gambaudo
Tentano di estorcere 100 mila euro
Le sentenze si rispettano e in Italia non è lecito farsi giustizia da soli. Questa è la sintesi di una vicenda che ha portato in carcere tre persone. Nei giorni scorsi a Torino e Venezia il Nucleo investigativo carabinieri di Torino ha notificato tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torino nei confronti di altrettante persone residenti a Torino, tutte con precedenti per tentata estorsione aggravata in concorso. Le investigazioni condotte tra il mese di ottobre 2018 e gennaio 2019, coordinate dalla Procura di Torino, hanno permesso di accertare una tentata estorsione commessa mediante minacce, appostamenti, incontri e comunicazioni telefoniche, finalizzata ad ottenere 100mila euro. Il titolare di un’impresa edile, di origini calabresi, ritenuto mandante dell’estorsione, nonostante avesse avuto esito negativo da una causa civile che sanciva l’illegittimità della richiesta in aggiunta al pagamento di lavori effettuati su un immobile di proprietà di una società riconducibile alla vittima, si è rivolto a 2 calabresi incaricandoli di riscuote, con minacce pesanti, il denaro preteso indebitamente e mai ottenuto, con più azioni commesse tra il luglio dello scorso anno e il 9 novembre 2018.
Regale piazza Castello
Nella foto panoramica di Andrea Cherchi, una suggestiva veduta di piazza Castello all’imbrunire.
Colazione anglo-americana a Torino, che bontà!
Pancake con sciroppo di acero, caffè americano, uova, muffin, donut – le famose ciambelle colorate e zuccherate – e tante altre meravigliose delizie anglo-americane sono alcune tra le specialità culinarie che si possono assaporare a Torino per una colazione un po’ insolita.
Questa breakfast, oramai molto popolare, è un po’ diversa da quella tradizionale italiana: molto sostanziosa, variegata e, senza nulla togliere alla nostra, davvero buonissima. L’amatissimo e italico cappuccino e cornetto costituiscono in realtà un momento di nutrimento molto veloce, visto che il più delle volte sono consumati in piedi al bancone, la colazione anglosassone-americana invece è un vero e proprio pasto fatto il più delle volte di varie portate calde da mangiare comodamente seduti, sfogliando magari le pagine di un giornale o contemplando il panorama in pieno relax. Spesso, proprio per la ricchezza dei suoi alimenti, fa anche da pranzo e probabilmente il termine brunch (breakfast + lunch) è stato coniato pensando alla doppia valenza di questo primo pasto nordico-occidentale.
I locali che offrono queste prelibatezze sono diversi a Torino, la scelta è abbastanza ampia e il potersi sentire, almeno per un po’, in vacanza negli Stati Uniti o in Gran Bretagna è il valore aggiunto del consumare queste specialità gastronomiche, se ci aggiungiamo poi un sottofondo musicale di jazz si è davvero avvolti dalla giusta atmosfera.
Eccone alcuni locali dove ci si può deliziare con una colazione anglo-americana a Torino:
La Ricreazione – Via Bruno Buozzi, 3 – Corso San Maurizio, 31
Atmosfera amichevole ma sobria, accogliente, ordinato con tavoli sociali. Bere, mangiare ma anche leggere e studiare con una musica delicata in sottofondo. Buonissimi i pancake, le torte, lo yogurt con frutta fresca e il muesli.
Sweet Lab – Via Principe Amedeo, 39 – Via Mazzini, 31L
Romantico, delicato, d’altri tempi. Torte meravigliose, omelette, porridge, smoothie, cupcake. Oltre alla colazione anglosassone e americana anche un tocco di Francia.
Busters Coffee – Piazza Statuto, 17 – Via Cesare Battisti, 7
Qui si può sorseggiare lentamente un ottimo caffè americano, lungo e bollente. Se avete fretta forse non è il luogo adatto, bisogna sedersi e prendersi del tempo per provare la cheese cake, la rossa velvet, le donut, i brownie, l’apple cake.
Bakery House – Via Cavour, 24bis
Neonata a Torino, ma già apprezzata in Italia, promette un ambiente caldo e sofisticato in linea con le origini e lo stile delle proposte culinarie. Waffles, pancake, uova strapazzate, toast, bagel, cinnamon bun e molto altro. Molti piatti anche nella versione vegana.
Maria La Barbera
Visitare i cimiteri dove sono sepolti grandi poeti, scrittori e artisti suscita ricordi ed emozioni. Uno dei più importanti è senz’altro il “cimetìere du Sud” di Parigi, il grande camposanto di Montparnasse, secondo per grandezza e importanza solo al Père-Lachaise. Situato nel XIV arrondissement della capitale francese, sulla rive gauche della Senna, un tempo era un terreno agricolo occupato da tre fattorie appartenenti a istituzioni caritatevoli come l’Hotel Dieu e Les Frères de la Charité. Già ai tempi della Rivoluzione francese gli appezzamenti vennero confiscati e a Montparnasse cominciarono ad essere seppelliti i poveri morti negli ospedali dei quali nessuno reclamava le spoglie. Successivamente, all’inizio del 1800, il prefetto del dipartimento della Senna, Nicolas Frochot, acquisì questi terreni per destinarli al cimitero e la prima inumazione ebbe luogo il 25 luglio 1824. Sul finire del “secolo del cambiamento”, nel 1890, venne aperta una strada ( la rueEmile-Richard) che divise i 19 ettari tra il piccolo e il grande camposanto. In questo museo a cielo aperto nel 14° arrondissement parigino, a lato dei viali tra cappelle e lapidi riposano le spoglie di anonimi cittadini a fianco di personaggi che hanno fatto la storia delle arti e della cultura. Per raccontare le biografie di chi s’incontra, vagando tra le tombe, non ci si può affidare ai 140 caratteri di un tweet. Nessun cinguettio elettronico può trasmettere la densità del pensiero, la profondità della poesia, l’emozione di opere d’arte che evocano incontri con pittori, poeti, drammaturghi, scrittori che dormono nel sonno eterno all’ombra di frondosi alberi di ogni specie. Nella porzione più piccola del cimitero s’incontrano subito le ultime dimore di André Citroén, fondatore dell’omonima e celebre casa automobilistica, di Charles Pigeon – inventore della lampada antiesplosione usata nelle miniere – che è sepolto con la moglie ed entrambi sono raffigurati nelle statue di bronzo coricate su un letto di marmo. Più avanti il pittore bulgaro JulesPascin e Auguste Bartholdi, lo scultore che realizzo la Statua della Libertà situata all’ingresso del porto di New York. In una tomba di pietra con altri famigliari riposa invece Alfred Dreyfus, protagonista suo malgrado – perché innocente – dell’ affare Dreyfus , il più clamoroso caso politico scoppiato in Francia sul finire dell’800, ai tempi della Terza Repubblica, con l’ufficiale alsaziano di origine ebraica accusato di tradimento e complotto con il nemico tedesco. Dreyfus venne condannato alla prigionia sull’isola del Diavolo, nella Guyana francese. Il suo caso giudiziario divise l’opinione pubblica della Francia intera nel Paese e gran parte degli intellettuali, di fronte a quell’assurda campagna d’odio razzista e antisemita si schierò dalla sua parte ( sul giornale L’Aurore, Émile Zolapubblicò il suo celebre J’accuse) fino alla sua piena, seppur tardiva,riabilitazione.Nella 26° divisione si trova il sepolcro di Guy de Maupassant, uno dei padri del racconto moderno, autore diBel Ami, mentre nella 30° è sepolto Léon Schwarzenberg, importante oncologo e protagonista dei più avanzati dibattiti sull’etica medica e scientifica, autore di “Changer la mort”, cambiare la morte. Nell’altra parte del cimitero di Montparnasse, la più grande, si possono fare incontri straordinari iniziando da Maurice Leblanc, creatore del ladro gentiluomo Arsène Lupin, la controparte francese dello Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle. Tra le varie “avenue” (Boulevart, du Nord, de l’Est e l’Ouest) e l’intrico di passaggi tra cappelle e lapidi è quasi impossibile non imbattersi in due grandi maestri del teatro dell’assurdo come Eugène Ionesco e Samuel Beckett. Sulla tomba di quest’ultimo un anonimo ammiratore ha posato una carota, omaggio orticolo-letterario che richiama il suo capolavoro,“Aspettando Godot”( “Lui non saprà niente. Parlerà dei calci che si è preso e io gli darò una carota”). Da lì in avanti il visitatore curioso incrocerà i sepolcri di Susan Sontag, grande scrittrice e intellettuale statunitense, dei registi Joris Ivens – uno dei più grandidocumentaristi del XX° secolo – e Alain Resnais, ispiratore della “nouvelle vague”e autore di pellicole importanti come L’anno scorso a Marienbad e Mon oncle d’Amérique, oppure amati attori come Philippe Noiret (con la scultura del piccolo cane a vegliarne il riposo) e Serge Reggiani, uno degli amici più stretti di Jacques Prévert. Anche Serge Gainsbourg è lì con loro, dopo averci turbato con i suoi sussurri, accompagnati dai sospiri di Jane Birkin quando in coppia – era il 1969 e non s’erano ancora spenti gli echi del maggio francese – cantarono “Je t’aime..moi non plus”. Questo geniale e sulfureo protagonista dello spettacolo francese, non era certamente di una bellezza classica ma era dotato di un fascino in grado di sedurre donne straordinariamente avvenenti. In un angolo di seconda fila giace Chaïm Soutine, ebreo russo perseguitato, genio tormentato della pittura e compagno di Amedeo Modigliani e degli altribohémien e artisti maledetti degli “années folles” di Montparnasse. La sua piccola lapide squadrata, con il nome quasi illeggibile, provoca una stretta al cuore per l’incuria e l’indifferenza a cui è stato condannato. Poco distante da lui anche l’ultima dimora di Charles Baudelaire va rintracciata scorrendo i nomi incisi sulla tomba di famiglia, quasi nascosto sotto l’iscrizione ingombrante del padre adottivo, Jacques Aupick, e senza alcun particolare epitaffio. Troppo poco per l’autore dei Fleurs du Mal, opera collocata fra le più alte espressioni della poesia di tutti i tempi e paesi. Ma almeno per lui non manca mai la consolazione di un fiore, un biglietto, un pensiero a tenergli compagnia. Lungo il muro che delimita il cimitero, da una parte e dall’altra dell’entrata principale su Boulevard Edgar Quinet, si trovano i sepolcri di Simone De Beauvoir e Jean-Paul Sartre – che nella vita e nella morte sono ancora insieme – e Marguerite Duras, con l’omaggio delle decine di penne di ogni tipo e colore infilate nel vaso dei fiori. Con lo scrittore Julio Cortázar formano un formidabile quartetto letterario, unendo le pagine delle “Memorie di una ragazza perbene” con quelle dell’esistenzialista che scrisse “La nausea” e “Il muro” e la ribelle che, grazie a “L’amante”, vinse il premio Goncourt. Certamente ci saranno tanti altri prot
agonisti della storia e della cultura che giacciono a Montparnasse, nei luoghi che – insieme alla butte di Montmartre – rappresentavano il cuore della vita culturale parigina tra gli anni ’20 e gli anni ’30, dove si incontravano pittori e intellettuali. Un buon motivo per tornarci ancora per porgere un saluto e magari lasciare un segno, un omaggio a dei grandi che hanno lasciato un segno nella nostra vita con le loro opere.
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Marco Travaglini
(le foto sono di Barbara Castellaro)