Una legge popolare per i beni comuni

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Con la nascita del Comitato Popolare di Difesa dei Beni Pubblici e Comuni “Stefano Rodotà” e con la presentazione in Cassazione, lo scorso 18 dicembre, della proposta di legge di iniziativa popolare, si è aperto l’iter che porterà alla raccolta di firme sul territorio nazionale. «La difesa dei Beni pubblici e di quelli comuni è stato l’obiettivo che ha animato i lavori della Commissione Rodotà: oggi, dopo 10 anni, questa lotta deve diventare la priorità di ogni comunità e territorio che troppo spesso hanno subito devastazioni e privatizzazioni di ogni genere» spiega Ugo Mattei, giurista. L’iniziativa vede Arci tra i primi promotori. Lunedì 11 febbraio alle 18,30 alla Fondazione Fulvio Croce, in via Santa Maria 1 a Torino, il lancio ufficiale in occasione della presentazione del libro di Ugo Mattei e Alessandra Quarta “Punto di svolta. Ecologia, tecnologia e diritto privato. Dal capitale ai beni comuni”. Introdurrà Riccardo Rossotto, presidente Fondazione dell’Avvocatura torinese “Fulvio Croce”. Parteciperanno, insieme agli autori, Enrico Morello, Foro di Torino, Ilaria Riva, Università di Torino, Dipartimento di Giurisprudenza, Eugenio Barcellona, Professore Università Piemonte Orientale. Seguirà aperitivo. Il Comitato punta a raccogliere un milione di firme grazie a una larga coalizione di forze sociali legate fra loro dall’obiettivo di prendersi cura dell’interesse delle generazioni future, rendendo la legislazione civile più coerente con i dettami dell’ecologia e della Costituzione. «Occorre creare un filo rosso tra tante esperienze territoriali e i grandi temi come la scuola, il lavoro, la sanità e i servizi pubblici, l’ambiente, tutte animate e mosse dalla consapevolezza che i diritti fondamentali vengono prima del mercato; che il saccheggio, la vendita dei beni pubblici, dei beni comuni, dei beni collettivi rappresenta il tradimento della nostra Costituzione; che vendere, privatizzare i beni pubblici, i beni comuni, i beni sociali significa decretare la fine della democrazia sociale; che i diritti di cittadinanza come dice l’art. 53 hanno bisogno di un fisco democratico – continua Mattei -. Con tante persone ed organizzazioni vogliamo ripartire da quel testo con l’obiettivo ambizioso di raccogliere un milione di firme: è un testo perfettibile ma fondamentale per ripartire dai territori, con un progetto di crescita e condivisione collettiva che unisca lotte e comunità, e il Comitato Rodotà invita tutti i firmatari, durante e dopo i sei mesi della raccolta firme, a scrivere insieme il testo di una legge delegata e il documento contenente principi irrinunciabili per la futura discussione parlamentare (da consegnare insieme alle firme affinché il disegno di legge Rodotà possa diventare finalmente legge, la migliore possibile. Per strutturare e rendere permanente tale filo rosso, i firmatari della legge di iniziativa popolare potranno sottoscrivere con un euro una quota della prima società cooperativa di azionariato popolare intergenerazionale dedicata alla difesa dei diritti delle generazioni future».

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