Ottobre 2018- Pagina 7

Coloring books, antistress e relax

Quando pensiamo ai pennarelli, alle matite o al colorare in genere ci vengono subito in mente i bambini, la nostra infanzia. Chi non ha colorato interi album, libri con personaggi e oggetti a noi cari passando pomeriggi interi senza mai distrarsi, ipnotizzati dalle sfumature e impegnati a non uscire fuori dai bordi.

Colorare però non è un’ attività esclusivamente per giovanissimi, si è scoperto infatti che può essere efficace anche per gli adulti grazie alle proprietà calmanti e antistress che conducono in una dimensione meditativa permettendo al cervello di concentrarsi unicamente su quella azione specifica evitando che la mente rimugini su preoccupazioni o   pensieri negativi. I Coloring Books, ovvero album con forme e sagome da riempire con matite colorate, sono diventati molto popolari e la loro diffusione è in aumento anche qui in Italia. Nati nel nord Europa sono diventati una vera e propria tendenza e sono oramai venduti in moltissimi paesi, soprattutto in occidente. Possiamo scegliere i soggetti che ci piacciono di più: mandala, quadri famosi, motivi orientali, paesaggi, oggetti particolari, possiamo colorare quello che vogliamo attivando aeree del cervello molto importanti come quella relativa alla logica, quando ci occupiamo delle forme da riempire, e quella legata alla creatività quando combiniamo i colori. E’ una vera e propria tecnica di rilassamento che ci fa distendere e abbandonare al fluire dei colori, alla possibilità di creare qualcosa di gradevole ma, cosa più importante, rallenta il circolo vizioso dei nostri pensieri. L’azione antistress del “coloring” deriva dalla capacità che questo esercizio ha di farci concentrare sul momento presente, una pratica molto vicina alla meditazione, una sospensione che ci permette di percepire meglio le nostre emozioni, spesso soffocate dai meccanismi e doveri quotidiani, attraverso un viaggio nella nostra interiorità favorito dalla calma e dall’ attenzione. Perché non provare dunque, 10 minuti al giorno accompagnati preferibilmente da una tazza di te, musica distensiva in un ambiente sereno, tempo dedicato a noi e al nostro benessere, un intervallo lieve e vivace che ci riporta indietro in quel periodo in cui le azioni semplici erano la cura per la nostra felicità.

 

Maria La Barbera

 

Chiamparino: “Torino contro la Tav? E’ una bestemmia”

La sindaca Chiara  Appendino ha ribadito, a margine di un impegno istituzionale, di essere sempre stata contro la Tav. E il dibatto sulla Torino-Lione si infiamma, in vista del Consiglio comunale di lunedì, quando un ordine del giorno dei pentastellati  nettamente contrario all’opera verrà messo in votazione (e loro sono la maggioranza assoluta). Duro il presidente della Regione Sergio Chiamparino: “Che la Città di Torino, uno dei due poli della connessione con Lione, dica no al collegamento  mi sembra una bestemmia. Mi auguro che l’ordine del giorno contro la Tav non passi”, dice all’Ansa il governatore. La sindaca Appendino però non sarà presente, poiché impegnata in missione a Dubai. 

 

(foto: il Torinese)
   

“Esageruma nen” versus “Ti esagera”

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Da tempo si alzano voci più o meno autorevoli sulla necessità  da parte di Torino a collaborare con Milano. L’ultima , in ordine di tempo, quella del Presidente della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo . Ma prima ancora vari politici , amministratori e personalità tra i quali il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino , in occasione della sciagurata gestione , da parte del Comune di Torino  e del Sindaco di Torino Chiara Appendino, della candidatura olimpica. La questione  è ritornata , come informazione da parte dei cronisti più attenti, durante il dibattito per  il Referendum della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola ( VCO) sul passaggio della stessa dal Piemonte alla Lombardia. Ricordavano che il territorio del VCO divenne piemontese agli inizi del 1700 , prima era parte del Ducato di Milano come il Ticino ed altri territori. Lo confermano la parlata ed i modi così poco piemontesi , ma questa è un’altra storia. Tornando al tema sul “che fare?”  , segnalo alcuni momenti del quasi sempre difficile rapporto con la vicina Milano che mi ricordano un po’ quelli dell’Italia con la vicina Francia. Anni ’60-’70-’80 ,  con le due città in salute che con Genova formavano il famoso “triangolo industriale”,  un determinato Giovanni Agnelli , attraverso la Fiat e le sue finanziarie, acquisiva in vario modo tutti i simboli di Milano , l’Alfa Romeo, l’Innocenti-Autobianchi, il Corriere della Sera, la Rinascente , un’importante presenza nel “salotto buono” della finanza italiana e cioè Mediobanca . ” ricordo ancora bene cosa non diceva , irripetibile, l’avvocato Agnelli dei milanesi appena in auto attraversavamo il Ticino” cit. Inizi del terzo millennio , subito dopo le olimpiadi invernali del 2006 una vivace Torino ,  verso una mai così debole Milano ,  dà vita , per mancanza di risorse, ad una suicida collaborazione con Milano per Settembre Musica.

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Così uno dei “gioiellini” delle iniziative culturali torinesi diventa difatti milanese. Le cose continuano con la fusione tra Banca Commerciale, Cariplo e Istituto Bancario San Paolo di Torino, appunto di Torino, che diventando Intesa-San Paolo lascia a Torino un grattacielo ed , ancora per poco il Presidente della banca , mentre tutto il resto lo è già da allora. Nel frattempo Torino è sprofondata in un continuo ed inesorabile declino economico , industriale e di abitanti. Le olimpiadi da grande occasione sono diventate, insieme alle grandi opere, la zavorra di quattro miliardi di debito che ha , praticamente , affondato la città  costringendola, risolvendo solo in minima parte il problema , a vendere e svendere quasi tutti i gioielli di famiglia. Milano intanto, ripresasi dalle difficoltà dei primi anni del secondo millennio , grazie anche all’Expo, ha preso slancio diventando una delle più dinamiche città europee con grandi trasformazioni . Vi invito a leggere l’intervista al Sindaco di Milano Giuseppe Sala su la Repubblica di venerdì 26 ottobre , pagina 17. La capitale lombarda , che non ha venduto le sue società  , dalle stesse ricava oltre 400 milioni di euro di utili l’anno . Da un lato c’è un Sindaco, Sala, pragmatico e dinamico, dall’altra un Sindaco, Appendino, chiaramente inadeguata e imbarazzantemente  prigioniera della sua scombinata maggioranza comunale. Tornando alla domanda di leninista memoria sul  ” che fare? ” , penso che con Milano , pena la completa e totale emarginazione e subalternità , bisogna competere e battagliare. Torino è diventata grande ed è avanzata quando, con la città lombarda ha incrociato le spade e non quando ha ceduto parti o fatto accordi . Per fare questo, smentendo e ribaltando le due frasi classiche che rappresentano anche il modo di essere degli abitanti delle due città,  la sabauda  ” esageruma nen”  e la meneghina ” ti esagera” , è indispensabile cambiare la guida della Città di Torino coinvolgendo imprese, professionisti e tutte le intelligenze , insomma tutta la città in un grande progetto di rilancio di Torino. Per farlo ci sono  poco più di due a disposizione che saranno difficili e di sofferenza ma che devono servire a preparare l’operazione altrimenti la nostra città , Torino, diventerà un villaggio senza Asterix.

Bagnetto verde: “Rinviamo il festival a marzo”

E’ con grande dispiacere che ci troviamo costretti a posticipare il Festival mondiale del bagnetto verde di domenica 28 ottobre, al mese di marzo. Il meteo avverso (ci sono forti probabilità di pioggia nella giornata di domenica) ci costringe a spostare l’evento che si sarebbe tenuto alla Casa del quartiere di San Salvario, lo annunciamo oggi, con largo anticipo perché ci saranno squadre che verranno da lontano e che si stanno preparando con l’acquisto di cibo ed ingredienti e vorremmo evitare lo spreco di cibo.Daremo informazioni precise sulla data della 5° edizione del festival, non appena possibile.

CASA DEL QUARTIERE DI SAN SALVARIO 

via Morgari 14 

Il Pannunzio 2018 al cardinale Ravasi

Interverranno Nino BOETI, Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Gian Piero LEO, Pier Franco QUAGLIENI

Sabato 10 novembre alle ore 16 al Polo del ‘900 (Corso Valdocco, 4a), verrà consegnato il “PREMIO PANNUNZIO 2018” al Cardinale Gianfranco RAVASI. Interverranno Nino BOETI, Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Gian Piero LEO, Pier Franco QUAGLIENI. Nato nel 1942, esperto biblista ed ebraista, è stato Prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano e docente di Esegesi dell’Antico Testamento alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Arcivescovo dal 2007, è stato creato cardinale da Benedetto XVI nel 2010. È Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. La sua vasta bibliografia comprende circa centocinquanta volumi, riguardanti soprattutto argomenti biblici, letterari e di dialogo con le scienze. Il Cardinal Ravasi collabora a diversi giornali, tra i quali “L’Osservatore Romano”, “Avvenire” e “Il Sole 24 Ore”. È membro di una ventina di Accademie italiane e internazionali, è stato insignito di vari Premi sia letterari sia civili, di diverse onorificenze di Stati e di una quindicina di lauree honoris causa conferitegli da Università in varie parti del mondo.

Nonna muore per il monossido di carbonio, la nipotina in ospedale

Ad Asti, nella frazione Viatosto è morta nella notte una donna di 76 anni per le esalazioni di monossido di carbonio fuoriuscito probabilmente dalla caldaia malfunzionante. La nonna dormiva  insieme alla nipote di 15 anni che, prima di perdere i sensi, è riuscita a chiamare i soccorsi. La ragazza è ora Torino in camera iperbarica e non si trova in pericolo di vita.

Tenta il suicidio sotto il Frecciarossa. 17enne perde una gamba

Un ragazzo di 17 anni ha cercato di suicidarsi lanciandosi dalla banchina del primo binario  della galleria della stazione di Porta Susa, ieri sera verso  le 23. A investirlo e’ stato il Frecciarossa  in arrivo  da Napoli e per Iliberarlo dal treno sono intervenuti i vigili del fuoco. L’ambulanza, per giungere direttamente ai binari, e’ stata fatta passare dall’ingresso di emergenza. Il giovane ora è gravissimo al Cto.

“Noi continuiamo l’evoluzione dell’arte”

Fino al 20 gennaio 2019

 

Nuova trasferta per la GAM – Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea di Torino che, proseguendo la collaborazione avviata lo scorso anno con la Fondazione CRC ( attraverso la mostra “Io non amo la natura”), ritorna a Cuneo presentando, fino a domenica 20 gennaio dell’anno prossimo, una nuova esposizione collettiva di altissimo interesse dedicata all’arte italiana degli Anni ’50-‘60, con opere tutte appartenenti alle Collezioni del Museo torinese. Ospitata negli spazi del Complesso Monumentale di San Francesco (ex Chiesa di San Francesco), la mostra è curata da Riccardo Passoni, direttore della GAM e titola – citando con avvedutezza le parole del grande Lucio Fontana“Noi continuiamo l’evoluzione dell’arte”. Sessanta le opere esposte, a firma di pittori e scultori tutti attivi negli anni del secondo dopoguerra che in modo esemplare rappresentano il meglio delle esperienze artistiche d’avanguardia riconducibili, in larga parte, alla corrente dell’Informale. Il segno, il gesto, la materia. Esaltati e piegati anche con rutilante vigore al racconto di tempi fuori d’ogni certezza, sono loro gli assi portanti di una nuova produzione artistica che categoricamente si sottrae al figurativo, così come alla rigorosa acquietante geometria dell’arte astratta. Il percorso espositivo s’apre subito con due capolavori: i “tagli” di Lucio Fontana con “Attese”, smalto opaco su tela del ’61 e il “(Grande) Ferro M5” che Alberto Burri realizzò nel ’58 con lamiere di ferro applicate su legno. Si continua poi con opere di altri grandi protagonisti di quell’irripetibile stagione artistica: da Carla Accardi a Giuseppe Capogrossi, passando per il Gruppo degli Otto (Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato e Vedova) riuniti intorno al critico d’arte Lionello Venturi. Di grande impatto per l’evidente connubio fra scrittura informale e realismo espressionista la “Battaglia” del 61 di Francesco Casorati, così come il “Diario paesano” tempera e collage su tela, sempre del ’61, di Tancredi Parmeggiani, l’unico artista, dopo Jackson Pollok, con cui Peggy Guggenheim strinse un contratto promuovendone l’immagine e l’opera anche a livello museale. E l’iter prosegue con ampia generosità di nomi, senza tralasciare le maggiori esperienze del periodo anche in ambito scultoreo con l’impressionante potenza espressiva dell’orientaleggiante “Leone urlante”, bronzo del ‘56 di Mirko Basaldella (allievo di Arturo Martini e sicuramente fra i maggiori scultori italiani del ‘900), accanto alle opere di Ettore Colla, Pietro Consagra e Nino Franchina via via fino a Franco Garelli, Umberto Mastroianni e Giuseppe Tarantino. “Questa mostra – sottolinea Riccardo Passoni – ci regala l’occasione di investigare su un periodo storico in cui in Italia prende avvio un nuovo percorso di ricerca espressiva. Avremo la possibilità di rileggere in una visione di insieme il ruolo dei protagonisti di quella ricca stagione artistica che si sono affacciati consapevolmente sui nuovi temi e fermenti internazionali”.

Gianni Milani

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“Noi continuiamo l’evoluzione dell’arte”

Complesso Monumentale di San Francesco (ex Chiesa di San Francesco), via Santa Maria 10, Cuneo; tel. 0171/634175

Fino al 20 gennaio 2019

Orari: mart. – dom. 15,30/18,30

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Foto

– Lucio Fontana: “Attese”, smalto opaco su tela con cornice laccata, 1961
– Francesco Casorati: “Battaglia”, olio su tela, 1961
– Tancredi Parmeggiani: “Diario paesano”, tempera e collage su tela, 1961
– Mirko Basaldella: “Leone urlante”, bronzo, 1956

Ancora due giorni di Incontri DiVini

Sabato 27 e domenica 28 ottobre 2018

Palazzo Birago di Borgaro Via Carlo Alberto, 16 – Torino

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Non si esauriscono gli incontri e gli eventi di Portici Divini, la kermesse che racconta, nei locali della città e a Palazzo Birago, sede aulica della Camera di commercio di Torino, i vini della provincia. Per le vie del centro in 29 tra ristoranti, bar ed esercizi commerciali si susseguono degustazioni, cene a tema e incontri con i 22 produttoriche hanno aderito alla manifestazione, mentre Palazzo Birago il prossimo sabato e domenica riaprirà le sue splendide sale seicentesche per ospitare una serie di “Incontri DiVini”. Tante sono le storie legate ai nostri vini: dalla leggenda che narra di come il vitigno dell’Erbaluce sia nato dalle lacrime di una Ninfa, figlia del Sole e dell’Alba, alla tenacia dei viticoltori delle zone alpine che strappano all’abbandono pezzi del territorio piantando la vite e raccogliendo a mano ogni grappolo; dalle nobili vigne della collina di Torino che nel 1600 erano presenti in ogni villa patrizia, alla prima testimonianza scritta della coltivazione della vite nella nostra provincia, che risale all’anno 739. Negli ultimi due giorni di Portici Divini, sabato 27 e domenica 28 ottobre a Palazzo Birago queste e altre storie verranno raccontate dal giornalista e critico enogastronomico Alessandro FelisPortici Divini, patrocinato dalla Città di Torino e interamente sostenuto da Camera di commercio di Torino, è ideato e organizzato daFondazione Contrada Torino Onlus, ed è anche un’occasione per parlare di valorizzazione del patrimonio architettonico di Torino, così come di arte oltre che, naturalmente, di vino.Torino è la seconda città italiana, dopo Bologna, per estensione dei portici: imponenti e maestosi, i 12 chilometri di arcate che accompagnano  le vie del centro  accolgono oltre 1000 esercizi commerciali, tra cui molti locali storici: Germano Tagliasacchi, Direttore di Fondazione Contrada Torino racconterà storia, progetti e idee per dare a questo patrimonio unico della città il valore che merita, sabato 27 ottobre alle 15.00.Alle 16.00, il fotografo Enzo Isaia presenta alcune opere del progetto “VITE NOTTURNE – The Night of the shining grapes”: per tre anni e tre vendemmie, un uomo, un cane e una macchina fotografica. Immagini che distillano le forme di acini, grappoli, tralci e pampini, illuminate da un singolo led e da un piccolo specchio, proiettandole in un mondo fantastico.Alle 18.00, una degustazione guidata di vini rossi del Canavese, al costo di 5 euro. Alessandro Felis e i produttori aderenti al Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dei Vini DOCG di Caluso e DOC di Carema e Canavese racconteranno come IL ROSSO VA DI MODA, ANCHE NEL CANAVESE.Domenica 28 alle 15.00 sarà il momento di una vera star: Sua Maestà il VERMOUTH TORINESE varcherà la soglia di Palazzo Birago. Una degustazione e un racconto per conoscere meglio la nascita e l’evoluzione di questo vino aromatizzato Made in Turin che ha conquistato, letteralmente, il mondo.Alle 16.30, una panoramica e una degustazione colma di dolcezza, che si snoderà attraverso I VINI DA DESSERT NELLA TRADIZIONE TORINESE, accompagnamento ideale per la nostra grande pasticceria, con i loro profumi, i sapori delicati e avvolgenti, i loro colori ammalianti.Portici Divini chiuderà questa seconda edizione in bellezza, alle 18.30, con un’ultima degustazione (al costo di € 5,00): BARBERA E NEBBIOLO CON L’ACCENTO TORINESE, un’esperienza di gusto per assaporare due grandi vini piemontesi declinati dai produttori della nostra provincia.

 

Gli incontri a Palazzo Birago, salvo dove diversamente indicato, sono a ingresso gratuito. E’ gradita la prenotazione via mail all’indirizzoporticidivini@gmail.com.