Settembre 2018- Pagina 8

Proposte gustose e “aria di casa” al Boja Fauss

Il Torinese ha provato per voi il ristorante Boja Fauss di Via Saluzzo 48/d

Il Boja Fauss nasce nel 2005 con lo chef Roberto Notarpietro a cui nel 2011 si aggiunge Jacopo Balbo come co-proprietario e direttore di sala.Negli ultimi anni è diventato famoso per la sua partecipazione al programma Cucine da Incubo condotto dal pluripremiato chef Antonino Cannavacciuolo che ha rimodernato l’intero locale.

POSIZIONE: Via Saluzzo 48, all’ingresso dell’ormai quartiere cult della movida torinese Sansalvario. È comodamente raggiungibile anche mediante mezzi pubblici (metropolitana) se si vuole evitare il problema parcheggi. @@

LOCATION: l’esterno è senza troppe pretese, ma l’interno è molto accogliente.

Ci sono 3 diverse sale (2 al piano terra e l’altra seminterrata) con mattoni a vista e cassette di legno come soffitto il che lo rende particolare e gioioso. La location inoltre è pulita e ben mantenuta. La mise en place è semplice il che fa sentire “aria di casa”. @@@

PERSONALE: educato, svelto, gentile e disponibile anche ad accontentare le richieste più particolari dei clienti. @@@@

MENU: il menù è quello della tradizione piemontese ma con alcune rivisitazioni in chiave moderna. Prevede la distinzione tra “menù pranzo” costituito dalla scelta tra menù di mare, menù di terra e piatti del giorno e “menù cena” con piatti più ricercati. Le materie prime sono tutte di primissima qualità e ciò dipende soprattutto dalla volontà dello chef di servire esclusivamente prodotti stagionali. Per lo stesso motivo il menù cambia non solo in base alle stagioni ma anche in base a “ciò che si trova di buono al mercato” proprio come farebbe la nonna di ognuno di noi. Ottimi anche i dolci in particolare il macaron al cioccolato servito con gelato al cocco. @@@@

CARTA DEI VINI: ad accompagnare i piatti del Boja Fauss c’è inoltre un’ottima carta dei vini tra cui spicca L’Accento il Ruchè di Castagnole Monferrato vino entrato nell’annuario dei migliori vini nonché tre bicchieri del Gambero Rosso. @@@@@

RAPPORTO QUALITA’/PREZZO: i prezzi vanno dal menù che a pranzo è composto da primo, secondo, acqua o vino e caffè e costa 10 euro ai piatti del giorno sugli 8 euro sempre comprensivi di acqua, ecc. Leggermente più alti i piatti della formula cena. @@@

PARTICOLARITA’: viene servita acqua microfiltrata gratuitamente. Fa bene all’ambiente e anche al portafogli. @@@@@

GIUDIZIO FINALE: è il posto ideale se si vuole fare una pausa pranzo di qualità ma senza spendere eccessivamente.

TOTALE TORETTI @: 26 /35

 

Dora Mercurio

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Legenda

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Vittone il torinese “monferrino”

Bernardo Antonio Vittone, torinese, architetto alla corte dei Savoia progettò numerosi luoghi di culto ed edifici civili nel Settecento sabaudo.

Anche il Monferrato è stato interessato alla sua opera, dal Seminario di Acqui Terme, dedicata a San Luigi Gonzaga a Corteranzo, oggi frazione di Murisengo, dopo essere stata comune sino al 1928, per arrivare all’Ospizio di Carità di Casale Monferrato (l’attuale casa di riposo di piazza Cesare Battisti Murisengo, E proprio a Casale, a partire da sabato 29 setttembre si può ripercorrere tutta la sua vita artistica in un viaggio attraverso quarantotto panelli grafici che rappresentano tutte le opere di Bernardo Antonio Vittone che sono presenti sul territorio regionale piemontese. L’esposizione rimarrà aperta fino al 7 ottobre, dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19, con catalogo disponibile presso il bookshop.

Sempre sabato, dalle 10, la sala Giumelli della Casa di riposo di piazza Cesare Battisti ospiterà un convegno che avrà come relatori Antonio Mignozzetti, storico e curatore con Cesare Matta (che ha seguit in particolare la parte fotografica), della mostra, lo storico Dionigi Roggero, l’archivista Manuela Meni ed Edoardo Piccoli docente associato di storia dell’architettura al Politecnico di Torino. Al convegno seguirà una visita guidata alla mostra ed alla struttura vittoniana.

 

Massimo Iaretti

Torna “Portici di carta”

L’APPUNTAMENTO 2018 DI PORTICI DI CARTA SI AVVARRÀ DEL TRADIZIONALE MARCHIO CHE HA CONTRADDISTINTO LE PRECEDENTI AFFOLLATE EDIZIONI

Sabato 6 e domenica 7 ottobre tornerà Portici di Carta, la  libreria  più lunga del  mondo sotto i portici del centro di Torino con i tradizionali due chilometri di bancarelle in via Roma, piazza San Carlo e piazza Carlo Felice. Portici di Carta è un progetto della Città di Torino e della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, realizzato da Fondazione per la Cultura Torino, con il sostegno di Regione Piemonte e la partecipazione dei librai torinesi coordinati da Rocco Pinto.Quest’anno saranno presenti complessivamente 123 librai di Torino e provincia ed editori provenienti da tutto il Piemonte a cui si aggiungono in piazza Carlo Felice i bouquinistes del Libro Ritrovato. I portici di via Roma, piazza San Carlo e piazza Carlo Felice saranno suddivisi in 19 tratti tematici che raggrupperanno in modo omogeneo le librerie e le case editrici a seconda delle rispettive specializzazioni. La XII edizione sarà caratterizzata da una grande novità: Aspettando Portici.

Sabato 29 settembre, 15 delle librerie partecipanti alla rassegna faranno da apripista con un ricco programma di letture, spettacoli teatrali, incontri con autori, laboratori e animazioni per bambini.Portici di Carta 2018 è stato dedicato a Pippi Calzelunghe, personaggio rivoluzionario nato dalla penna di Astrid Lindgren, edito per la prima volta in Italia sessant’anni fa: un’icona in grado di valicare i confini  della  letteratura  per  l’infanzia. Per l’occasione, Valeria  Parrella terrà – sabato 6 ottobre, ore 18.30, Oratorio San Filippo Neri (via Maria Vittoria 5) –  una lezione dal titolo Pippi maestra di femminismo; gli allievi della Scuola ODS (Operatori  Doppiaggio e Spettacolo), coordinati da Stefania Giuliani, leggeranno nello Spazio Bambini estratti del libro e, il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, animerà piazza San Carlo con una grande azione di  pittura collettiva a lei ispirata.L’Oratorio di San  Filippo (via Maria Vittoria 5) e il Circolo dei lettori (via Bogino 9) ospiteranno gli spazi eventi.Le attività, però, si svolgeranno anche in altre sedi: in piazza San Carlo ci saranno lo Spazio Bambini e il Bibliobus (che si inaugurerà con Portici). I Giardini Sambuy accoglieranno le iniziative dell’Associazione Giardino Forbito mentre, nell’area pedonale di via Roma, si potrà partecipare alle attività del Centro Interculturale. Palazzo Lascaris e la Biblioteca civica Centrale saranno sedi rispettivamente delle mostra dei tappeti della guerra russa-afghana e della fotografica promossa dall’associazione Wondy sono io. Sul tram storico dell’ATTS (Associazione Torinese Tram Storici) si alterneranno letture dedicate a Torino proposte dalle Biblioteche civiche torinesi e curate dagli allievi della ODS, coordinati da Stefania Giuliani. Tra gli appuntamenti in programma si segnalano: il confronto di Nando dalla Chiesa con Margherita Oggero sulla bellezza dell’insegnare partendo dal suo libro Per fortuna faccio il prof; la presentazione del libro Ho scoperto di essere morto dell’emergente scrittore brasiliano João Paulo Cuenca, con Darwin Pastorin; l’incontro con Aldo Cazzullo al Circolo dei lettori che proporrà Giuro che non avrò più fame. L’Italia della ricostruzione; il debutto letterario di Luigi Lo Cascio con Ogni ricordo un fiore, presentato da Elena Varvello; il ritorno di Benedetta Cibrario col suo atteso Il rumore del mondo, in dialogo con Giovanni Tesio; le letture e le riflessioni sul libro di Luca Rastello Dopodomani non ci sarà, con Monica Bardi, Davide Ferrario e Marco Gobetti; la presenza delle autrici del Concorso letterario nazionale Lingua Madre Marcela Luque e Madeleyn Eugenia Mendoza Marquez. Molto attesi il reading musicale Trio Malinconico di Diego De Silva – tratto dalla quadrilogia dell’avvocato Malinconico e dal suo ultimo libro Superficie – e l’affabulazione sentimentale di Fabio Stassi Ogni coincidenza ha un’anima. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso  gratuito. Gli editori ospiti di quest’anno saranno Emons Audiolibri e Gallucci Editore.

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(cs) – Foto: il Torinese

 

SANITÀ. IL CENTROSINISTRA PIEMONTESE A SOSTEGNO DEL MANIFESTO PER LA TUTELA DELLA NON AUTOSUFFICIENZA

Andrea Appiano (Pd): “Occorre investire nella domiciliarità, a partire dal ripristino degli assegni di cura”

Nel corso della seduta del Consiglio regionale di martedì 25 settembre è stato depositato un atto di indirizzo a prima firma Andrea Appiano (Pd), sottoscritto da tutti i Gruppi consiliari della maggioranza di centrosinistra con cui si impegna la Giunta regionale ad adottare il Manifesto per “Prendersi cura delle persone non autosufficienti” quale linea guida regionale in materia di organizzazione, governo ed erogazione dei servizi per la non autosufficienza. Il documento, già presentato agli Assessori regionali alla Sanità e alle Politiche Sociali nel corso di un convegno, tenutosi a Palazzo Lascaris il 21 settembre scorso, è il frutto della collaborazione di diverse realtà associative: le Acli di Torino e del Piemonte, La Bottega del Possibile, la Fondazione Promozione Sociale Onlus, il Forum Terzo Settore del Piemonte.  “Il Manifesto è oggi l’elaborazione politica e culturale più avanzata in tema di non autosufficienza – dichiara Appiano – un documento che analizza, in modo estremamente chiaro, le lacune dell’attuale modello dei servizi e, contestualmente, elabora concrete proposte per garantire prese in carico più efficaci ed efficienti. La principale criticità con cui oggi abbiamo a che fare è la rigida distinzione tra i due ambiti – sanitario e assistenziale – a cui vengono ricondotte le prestazioni rivolte alla non autosufficienza e alla cronicità. Si tratta, da un lato, di un approccio che induce inevitabilmente a privilegiare soluzioni di cura, spesso inappropriate, di carattere istituzionale (attraverso, ad esempio, ricoveri in strutture residenziali), a scapito dell’investimento nella domiciliarità e alimentando liste d’attesa già sature; dall’altro, anche quando la soluzione domiciliare è possibile, tale approccio crea incertezza e oneri a carico dei cittadini: nel nostro ordinamento, infatti, solo le prestazioni di carattere sanitario hanno natura universalistica e ottengono piena copertura attraverso la fiscalità generale, mentre le prestazioni assistenziali, quali sono per lo più quelle erogate oggi in regime di domiciliarità, non hanno carattere universale e necessitano di compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie e/o dei comuni attraverso gli enti gestori delle funzioni socio assistenziali”. Proprio in ragione di questa rigidità, da ormai diversi anni, in Piemonte sono stati sospesi i cosiddetti assegni di cura, misura adottata in via sperimentale, e con notevole successo, in alcune Asl sul finire dello scorso decennio, attraverso la quale veniva riconosciuto alle famiglie un contributo economico per l’assistenza domiciliare dei congiunti non autosufficienti. Le motivazioni alla base della loro sospensione, richiesta, peraltro, dal piano di rientro dal debito sanitario che, per un lungo periodo di tempo, ha vincolato l’amministrazione regionale piemontese, insistevano proprio sulla non pertinenza sanitaria dell’assistenza domiciliare, che pertanto non poteva essere erogata con i fondi del Servizio Sanitario Regionale.“È evidente come il modello attuale sia fonte di scarsa efficienza e di disagi per numerosi cittadini – prosegue Appiano – A fronte di questa tendenza, lo sforzo compiuto dal nuovo Manifesto è quello di ribaltare il paradigma vigente, mettendo al centro dell’organizzazione dei servizi non la distinzione tra ambito sanitario e assistenziale, ma i reali bisogni di salute delle persone. La presa in carico della non autosufficienza, in questo quadro, non può che configurarsi come integrazione di prestazioni di natura diversa e deve poter essere adattabile alle esigenze dei singoli pazienti. Non un modello unico per tutti, quindi, ma un approccio che sa tenere conto delle specificità delle diverse situazioni e contesti di vita”. Quello proposto dal Manifesto è un concetto più ampio e avanzato di cura capace di comprendere non solo le azioni terapeutiche tradizionalmente considerate di pertinenza sanitaria, ma anche l’assistenza prestata, ad esempio, da badanti e familiari al fine di migliorare la qualità di vita del paziente. Da qui la sollecitazione, rivolta ai decisori politici, di assicurare l’impegno anche del Servizio Sanitario nel finanziare diverse possibili forme di assistenza domiciliare, superando le rigidità attuali e dando risposta alle difficoltà di numerose famiglie che, oggi, non dispongono delle risorse per far fronte ai bisogni dei loro congiunti non autosufficienti.

“Questo cambio di paradigma, che deve potersi concretizzare, tra l’altro, nel ripristino degli assegni di cura, è la condizione essenziale per un investimento concreto nella domiciliarità – conclude Appiano – e comporterebbe vantaggi per numerosi pazienti che non verrebbero allontanati dal loro ambiente domestico, mentre nel medio-lungo periodo garantirebbe l’abbattimento delle liste d’attesa per i ricoveri in struttura e, dal punto di vista dei conti pubblici, l’efficientamento della spesa dovuto ai costi decisamente contenuti delle soluzioni domiciliari rispetto a quelle 

Montagna, bimbi sullo scuolabus con l’aiuto regionale

Circa 6 mila  studenti  potranno usufruire del buono scuolabus per le aree montane, grazie ad uno stanziamento di oltre 500 mila euro previsti dal “fondo regionale per la montagna”. Ogni studente  beneficerà di un contributo massimo di 120 euro che non potrà superare il 50 per cento del costo dell’abbonamento acquistato per raggiungere la sede scolastica. La notizia arriva dall’assessore all’Ambiente e Sviluppo della Montagna, Alberto Valmaggia nel rispondere a Palazzo Lascaris all’interrogazione del consigliere di Rete civica per Chiamparino, Alfredo Monaco.  “Il buono trasporto studenti in aree montane rappresenta certamente un  sostegno valido per le famiglie che scelgono di vivere nelle zone di montagna. Nel provvedimento di Giunta dello scorso luglio, non si fa però alcun accenno alla mobilità degli studenti delle scuole medie superiori residenti nei comuni montani al di sotto dei 600 metri che però devono raggiungere istituti scolastici al di sopra di tale soglia”- ha evidenziato nel corso dei question time il consigliere Monaco. “E’ un’iniziativa  a carattere sperimentale  – precisa l’assessore Valmaggia – volta alla promozione e salvaguardia del territorio montano e per questo motivo può solo riguardare chi risiede nei comuni montani. Per l’entità delle risorse a disposizione è stato necessario selezionare i potenziali utenti prevedendo una soglia demografica congrua (appunto i 600 metri) per poter accedere al contributo. Estendere il contributo a tutti i comuni montani indistintamente avrebbe vanificato la ragione e la consistenza economica del contributo. Le risorse saranno trasferite direttamente alle Unioni Montane alle quali potranno rivolgersi direttamente gli studenti evitando lungaggini burocratiche”.

 

www.cr.piemonte.it

La tutela della privacy secondo Rocco Casalino

Un video diffuso dallo stesso Casalino gli ha provocato non pochi problemi. La sua difesa è stata tutta incentrata sul diritto alla privacy. Le sue furberie e il clamoroso autogol dovrebbero insegnare qualcosa

Veniamo ai fatti: il portavoce dei Cinque Stelle, diffonde di sua spontanea volontà, la notizia che: “all’interno del Movimento si pensa che alcuni alti funzionari dello Stato facciano ostruzionismo in merito alle proposte sul reddito di cittadinanza”, se dovessero persistere in caso contrario si attuerà, nel 2019, la “megavendetta”. Che ci sia qualcuno – anche a livello ministeriale – che non condivide l’idea del reddito di cittadinanza, la Flat tax e via di seguito, argomentandolo con l’aggravamento del deficit di Bilancio, è cosa nota. La furbizia di Casalino è stata quella di diffondere la notizia chiedendo ai due giornalisti di far circolare all’esterno la voce che la fonte era una parlamentare, ma in effetti era di lui stesso. Casalino si è lamentato perché la diffusione del video violerebbe i principi costituzionali alla riservatezza delle comunicazioni. Parimenti, della stessa opinione, è il premier Conti che seppur non è esperto di diritto della Privacy, è ordinario di diritto privato. Addirittura il presidente della Camera Roberto Fico paventerebbe anche la violazione delle norme deontologiche del Giornalismo. A nostro avviso tutti e tre sbagliano. Quando ci sono due norme da tutelare va stabilito quale è quella prevalente. Proferire la minaccia verranno “fatti fuori” è in netto contrasto con l’art 97 della Costituzione che stabilisce che la pubblica amministrazione deve uniformarsi a criteri di buon andamento e imparzialità. Trattandosi di una notizia di interesse pubblico non ci sono dubbi sul fatto che non ci sia bisogno del consenso per la pubblicazione. Del resto, va aggiunto che è lo stesso portavoce ad averla diffusa. Va da sé che una volta fornita la notizia non si può definirne i contorni e le modalità della sua circolazione.Vale a dire: pubblicate la notizia, ma non dite che ve l’ho data io. Se non è furbizia …! L’altra notizia, chissà se anche questa è violazione della privacy. Il Consiglio dell’Ordine dei

Giornalisti ha avviato Il procedimento disciplinare nei confronti di Rocco Casalino a cura
del Consiglio territoriale di disciplina.

Tommaso Lo Russo

 

Ecco il distributore automatico di poesie

Il Distributore Automatico di Poesia, ideato nel 1994 da Daniela Calisi, sarà a Torino Spiritualità, dal 26 al 30 settembre

 

Il DAP, che troverete nella sua prima versione è un distributore automatico di palline trasparenti, normalmente contenenti piccoli gadget viene utilizzato per proporre invece testi poetici inediti. Il distributore nasce dall’esigenza di proporre la poesia come bene di consumo di massa e sperimentare forme innovative di distribuzione e promozione della lettura. 

 

Esposto per la prima volta nel 1994  all’Università di Torino, da allora ha sempre suscitato l’interesse di diversi soggetti, coinvolti a diverso titolo nella promozione della lettura, sia nel pubblico sia nel privato.

 

Negli anni l’idea del distributore non ha perso la sua forza, che unisce semplicità e originalità:  uno strumento efficace di promozione della poesia di facile utilizzo, accessibile a tutti ed è stata utilizzato in diversi a Festival e manifestazioni poetiche e letterarie.

 

Il DAP 1 è il primo di una serie di sperimentazione e progettualità letterarie innovative: per approfondire il progetto, la sua storia e per saperne di più dei diversi Distributori potete visitare il sitowww.contentodesign.org 

 

Per Torino Spiritualità è stato realizzata un’edizione speciale con poesie sul tema dell’edizione 2018 PREFERISCO DI NO scritte ad hoc dai poeti aderenti alla Lega Italiana Poetry Slam http://www.lipslam.it

 

I poeti che hanno partecipato con almeno cinque testi indediti ciascuno, pensati sul tema della manifestazione sono: Serena Artom, Francesco Bastianon, Luca Bernardini, Arsenio Bravuomo, Francesco Deiana, Sergio Garau, Stella Iasiello, Rolando Piacentini, Mauro Piredda, Francesca Saladino. Potrete trovare il distributore e le poesie, al costo di un euro l’una, al Circolo dei Lettori, Via Bogino 9, Torino, vicino alla biglietteria di Torino Spiritualità.

Mazzarri si prepara a giocare contro l’Atalanta

“E’ stata un’assunzione di responsabilità collettiva, e sottolineo collettiva. Ora bisogna pensare alla prossima partita. Parlerò coi giocatori e deciderò sulla base delle loro condizioni e dei miei convincimenti tattici. Soriano e De Silvestri sono recuperati, devo valutare se farli giocare fin dal primo minuto”.  Così l’allenatore Walter Mazzarri all’Ansa dopo la sconfitta del  Torino contro il Napoli  si prepara a giocare con l’Atalanta. Aggiunge il ct: “A cambiare e fare giocare i nuovi arrivati bisogna andare con i piedi di piombo,  gli stranieri devono ancora assimilare  l’organizzazione di gioco”

Giuliana Cusino e le sue donne calate nelle favole

Con “Donne vi voglio cantare” (facendoci riassaporare una buona aria trecentesca) Giuliana Cusino ha abbandonato per un attimo la curatela delle mostre altrui allestite all’interno di “Arte per voi” ad Avigliana e ha pensato a se stessa portando le proprie ceramiche raku in quel di Mantova, nella galleria “Arianna Sartori” (fino a giovedì 4 ottobre). Una ventina di opere, poste su tavola, un piccolo esercito femminile dove trovano posto forme e colori, nati in primo luogo da una spericolata fantasia, gioiosa e animata da suggestioni e leggende lontane, dal piacere della narrazione miniaturizzata in ogni singolo particolare, nell’espressione, nella piacevolezza dell’abito, nell’ambientazione, nei piccoli oggetti o animali chiamati a raccolta intorno a questo o quel personaggio, nei mestieri e negli strumenti; e poi da una tecnica maturata lungo le varie prove, dove l’impegno combatte con la difficoltà del materiale trattato, con gli incidenti di percorso e il caso che può stravolgere ogni risultato, con l’impervia strada della cottura, il tutto forse sconosciuto a quanti raramente abbiano avuto che fare con quanto diciamo. È il mondo della libertà, che incrocia fantasia e realtà e che richiede la perfezione del disegno, l’accostamento dei colori esatto, l’apporto mai banale. Il risultato è allegro, fascinoso, ti spinge a

riscoprire tempi antichi, abbandona il reale per trasportare chi guarda verso dimensioni inaspettate. E allora ecco “Griselda 2”, un busto di donna sulla cui sommità troneggia un favolistico cappello dove case e torri e merlature danno un senso di alto comando, o “Eleonora” dove la giovane protagonista, riccamente vestita ed elegante nella sua rossa acconciatura, non è un piccolo tronco quello che afferra ma una robusta forchetta “con cui si accinge a portare ogni cosa a cottura”, complice un grasso Martin Pescatore; o ancora Morgana, forse sognante dietro quegli occhi chiusi, alle prese con il suo liuto, su cui s’è appollaiato un gufo dietro cui si camuffa “il principe Benvenuto che potrà scegliere con calma la Principessa dei suoi sogni”. Favole, strani uccelli, principi e dame, sogni e pensieri in libertà, la fantasia dove tutto può succedere, un mondo incredibile, fatto di autentiche assurdità, che Cusino confeziona e regala con vera passione.

 

 

Elio Rabbione

 

 

“Eleonora”, ceramica raku su tavola, 67 x 74 cm, 2018

“Morgana”, ceramica raku su tavola, 55 x 65 cm,2018

 

 

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