Gennaio 2018- Pagina 7

Cresce l’interesse dei piemontesi per le auto usate

Nel 2017 (+5%), con un’alta attenzione per i modelli green (+46%). L’età media delle vetture in vendita è di 7,4 anni

 

Torino e Cuneo prime province per passaggi di proprietà, ma rispetto alla popolazione residente (oltre 18 anni) Asti la più dinamica. Biella e Cuneo le “più care”, Vercelli la “più economica”

Milano, 23 gennaio 2018 – Un mercato vivace che piace sempre più. E’ quello delle auto usate in Piemonte, che ha registrato nel 2017, rispetto all’anno precedente, un incremento delle vendite del +5%. Il prezzo medio delle vettureofferte sul mercato è pari a  11.090 – un dato inferiore alla media nazionale -, mentre l’età media delle auto in vendita è di 7,4 anni, a testimonianza che oggi l’auto si sostituisce più per necessità. Cosa ricercano gli acquirenti in Piemonte? Si fa più attenzione all’aspetto “green”, anche se il prezzo medio per le vetture ibride ed elettriche usate si attesti a  19.800. Questo il quadro che emerge dall’Osservatorio di AutoScout24 (www.autoscout24.it) sul mercato delle auto usate in Piemonte nel 2017. Secondo l’elaborazione del Centro Studi di AutoScout24su base dati ACI, nel 2017, rispetto all’anno precedente, i passaggi di proprietà in Piemonte sono infatti aumentati del +5%, raggiungendo 233.240 atti. Un dato che posiziona la regione al 6° posto in Italia, ma se si confrontano i dati con la popolazione residente (oltre 18 anni), con 633,6 passaggi netti ogni 10mila abitanti passa al 5° posto. I passaggi di proprietà, seppur con valori differenti, aumentano in tutte le province e ai primi posti per numerosità troviamo Torino (116.697), Cuneo (34.255) e Alessandria (23.245), seguite da Novara (18.600), Asti (12.831), Biella (10.419), Vercelli (8.924) e Verbano-Cusio-Ossola (8.270).

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Ma rispetto alla popolazione residente (oltre i 18 anni), la situazione è ben diversa: sul podio troviamo Asti con 706,3 passaggi ogni 10mila abitanti, Cuneo (703,8) e Biella (683,4)Seguono nell’ordine Alessandria (637,7), Torino(612,8), Verbano-Cusio-Ossola (610), Novara (604) e, ultima, Vercelli (603,6). Ma cosa accade sul fronte dei prezzi delle auto in offerta sul mercato in Piemonte? Sempre nel 2017, il prezzo medio di vendita si attesta a circa  11.090, un dato inferiore alla media nazionale pari a  12.170. Per acquistare una vettura, tra le province “più care” troviamo ai primi posti Biella con un prezzo medio di € 12.465, Cuneo con € 12.270. Seguono Novara con € 11.540Torino con € 11.490Asti con € 11.370 e Alessandria con € 10.660. Più “economiche” Vercelli (€ 8.820) e Verbano–Cusio–Ossola (€ 10.100). Qual è l’età media delle vetture proposte nella regione? L’età media è di 7,4 anni, un segno evidente che sono tanti i consumatori che pianificano la sostituzione della propria vettura per necessità più che per “sfizio” e voglia di cambiare. Cosa cercano gli acquirenti in Piemonte? Aumenta l’attenzione nei confronti di vetture usate ecologiche e orientate ai bassi consumi, con una crescita delle richieste nel 2017, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del +46%. Questo nonostante il prezzo medio per le vetture ibride ed elettriche usate si attesti a € 19.800. Per quanto riguarda i modelli “green” più ricercati, ai primi posti troviamo le Toyota Auris e Yaris.

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“Dall’Osservatorio di AutoScout24 sono emersi aspetti interessanti per quanto riguarda il mercato delle auto usate in Italia e in Piemonte – afferma Tommaso Menegazzo, Responsabile del Centro Studi di AutoScout24 – Un mercato vivace, che ci fa guardare con estremo ottimismo all’anno in corso, e in cui l’attenzione ai consumi e all’impatto ambientale inizia a essere una leva determinante nelle scelte dei consumatori. Tuttavia, se da un lato il calo dei prezzi registrato a livello nazionale, seppur leggero, offre interessanti opportunità agli acquirenti, dall’altro l’età media delle auto in vendita resta ancora alta, un dato che mostra come la vettura oggi si sostituisca prevalentemente per necessità.”

Crème caramel zenzero e limone

creme caramel

Compatto, dalla giusta consistenza, lucido e setoso con il caratteristico strato di caramello piacevolmente agrumato

Latte, uova, zucchero, vaniglia, limone e un tocco di..zenzero. Questi i pochi ingredienti alla base di un semplice ma divino dolce al cucchiaio. Compatto, dalla giusta consistenza, lucido e setoso con il caratteristico strato di caramello piacevolmente agrumato, insolitamente profumato.

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Ingredienti per 6/8 stampini

 

500ml di latte fresco intero

4 uova intere

100gr.di zucchero piu’ 4 cucchiai

½ stecca di vaniglia

1 cucchiaio di zenzero fresco grattugiato

1 cucchiaio di scorza di limone grattugiata

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Portare quasi ad ebollizione il latte con la bacca di vaniglia (incisa) e la scorza di limone grattugiata. Togliere dal fuoco, lasciare intiepidire e filtrare. In un recipiente sbattere leggermente le uova con 100gr. di zucchero e versare a filo il latte tiepido. Preparare il caramello con 4 cucchiai di zucchero, poca acqua e lo zenzero. Versare subito il caramello negli stampini, coprire con il composto di latte e cuocere a fuoco bassissimo a bagnomaria per circa 45 minuti. Lasciar raffreddare. Servire freddo.

 

Paperita Patty

 

All’ospedale un 45enne tenta di violentare donna di 84 anni

DALLA LOMBARDIA

E’ entrato di nascosto nella notte in una camera del reparto di degenza del Policlinico San Matteo di Pavia e ha cercato di avere un rapporto sessuale con una donna di 84 anni,  che era ricoverata nella stanza. Le  urla della donna hanno allertato gli  infermieri e i carabinieri di turno, che hanno fermato il molestatore, un italiano  di 45 anni, arrestato con l’imputazione di tentata violenza sessuale.

Polizia, Siulp a congresso

Il giorno 29 gennaio  si terrà presso il “Pacific Hotel Fortino” di strada del Fortino 36 Torino, l’8° Congresso Provinciale del SIULP di Torino intitolato:

La sicurezza dei cittadini nell’efficacia delle leggi e nell’autorevolezza delle Forze dell’Ordine

 Per il SIULP, lo storico e primo sindacato di polizia di Torino e d’Italia, la questione dei diritti dei lavoratori di polizia si attaglia alle esigenze di sicurezza dei cittadini. La serenità lavorativa ed economica del poliziotto garantisce una superiore efficienza ed efficacia dei servizi di polizia protesi alla sicurezza dei cittadini, delle istituzioni e della democrazia del nostro Paese.

 Molte sono le considerazioni avanzate dal SIULP per aggredire alla radice i fenomeni criminali: dall’efficacia delle leggi che si traduce molto spesso nell’incertezza della pena e per cui occorre velocizzazione i processi, ma anche conferendo maggiore autorevolezza alle forze dell’ordine per svolgere al meglio le attività di prevenzione e repressione dei reati, con leggi più rispettose del lavoro del poliziotto e con condizioni logistiche e strumentali all’avanguardia e nondimeno rivedendo l’organizzazione carceraria volta al recupero e alla rieducazione del condannato, restituendo alla società una persona diversa e arricchita dai valori del rispetto verso il prossimo e verso lo Stato.

 Proposte quelle del primo sindacato di polizia, sviluppate nella relazione congressuale del Segretario Generale Provinciale Eugenio Bravo e che riguardano direttamente la vita dei cittadini e delle loro famiglie. Sono risposte di contrasto all’immigrazione fuori controllo e spesso milizia del crimine, con potenziali derivazioni fondamentaliste, ai vari reati inerenti le aggressioni perpetrate nelle abitazioni di cittadini inermi, ai reati predatori e quelli telematici violenti come il cyber bullismo, nonché alle moleste presenze derivanti da comportamenti più o meno illegali che alimentano la percezione di insicurezza e concernenti l’accattonaggio, i mercatini abusivi, la prostituzione fuori controllo e quant’altro. Particolare attenzione viene rivolta alle manifestazioni violente organizzate da facinorosi Centri sociali per i quali si chiedono azioni preventive e repressive. Sottolinea l’importanza del coordinamento delle forze dell’ordine nella figura del Questore, la necessità di un piano coordinato di controllo del territorio metropolitano con l’ausilio di consorzi organizzati delle polizie locali, che siano in grado di garantire la sicurezza anche ai cittadini che vivono in paesini lontani dalle metropoli. Rileva le difficoltà del NUE (Numero Unico Europeo) con i ritardi conseguenziali nelle esecuzioni degli interventi.

 La relazione congressuale si sofferma altresì sul tema della cultura che considera la locomotiva della sicurezza e che deve riorganizzarsi con materie inerenti come l’educazione alla legalità e con docenti ai quali va riconosciuta più autorevolezza.Rimarca l’importanza di una polizia professionale anche grazie al nuovo “riordino delle carriere”.  Richiama il risultato del contratto di lavoro, con l’incentivo economico per chi tutti i giorni difende e garantisce la sicurezza mediante il controllo del territorio e la polizia giudiziaria.Il SIULP rilancia il suo progetto di sindacato dei poliziotti, per i poliziotti ma sempre unito alle esigenze di sicurezza dei cittadini. Con questo spirito innovatore e propositivo il SIULP di Torino va incontro al suo 8° Congresso.

Siulp Torino

Maxi tamponamento a catena tra 17 mezzi in autostrada: un morto e una decina di feriti

Un maxi tamponamento sulla  A26 questa mattina ha provocato un morto, quattro feriti gravi e altre  persone ferite lievemente. Due feriti gravi sono all’ospedale San Martino di Genova, trasportati con l’elicottero dei vigili del fuoco. L’incidente è avvenuto sulla carreggiata sud, verso  Genova, tra il casello di Masone e lo svincolo di Genova Voltri. Una ventina tra auto e mezzi pesanti i veicoli coinvolti, che si sarebbero scontrati per vari tamponamenti indipendenti tra loro, mentre era in corso un forte temporale. Secondo autostrade i mezzi coinvolti sono 17, dei quali  15 auto e 2 mezzi pesanti

 

Il presidente della Corte d’Appello richiama alla responsabilità sul rischio prescrizioni

Il presidente reggente della Corte d’Appello del Piemonte, Edoardo Barelli Innocenti nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario, questa mattina a Torino, ha posto l’accento sulle prescrizioni, in particolare su due gravi casi di processi per abusi sessuali caduti in prescrizione. Barelli ha detto che a Torino “qualcuno non ha fatto fino in fondo il proprio dovere.Sono stati due episodi tristi  che non hanno colpito solo l’opinione pubblica ma tutti i magistrati della corte”. A parere del presidente è necessaria la volontà politica di cambiare, intervenendo sulla giustizia penale, decidendo concretamente dopo le discussioni, “a volte infinite”.

Pd, la danza delle candidature

Liste elettorali del Pd, tutto come da copione. Chi si aspettava un passo indietro nei fatti da parte del nostro Matteo nazionale é stato smentito. Vero, Renzi a Torino si è mostrato accomodante, ma non esageriamo…i suoi non li molla . E poi meglio controllare ogni singolo senatore o deputato, non si sa mai. Del resto questa legge elettorale per questo é stata fatta. E sempre non casualmente si ipotizza dopo le elezioni un accordo tra Berlusca e Renzi con Gentiloni presidente. Caldeggiato dall’Europa che ci ricorda ad ogni piè sospinto che le dobbiamo un sacco di soldi. Non tutto è andato come da copione. Piero Fassino emigra a Ferrara. Troppo importante doveva essere ripagare Mauro Marino del suo ottimo lavoro in commissione banche difendendo la Boschi. Eppure il Lungo ha portato il pd torinese da fede bersaniana a fede renziana .Ma come si dice “Roma val bene una messa”.Cosi l’autostrada per Roma si apre finalmente per Mauro Laus che ricorda orgogliosamente il suo arrivo da Lavello ed il suo primo lavoro da commesso alla Rear coop. Per Mimmo Carretta, segretario del pd provinciale, missione compiuta. Del resto, si sa, i partiti contano sempre meno. In quanto a Gariglio, atto dovuto.
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Silvio Viale non è candidato. E Stefano Esposito sornione, dopo aver sottolineato di aver dormito stanotte ringrazia tutti sottolineando: visto? Ne ero sicuro di come finiva. Gli orlandiani? Pochini e ” mandati” nei collegi uninominale a quadagnarsi il posto. Tranne Anna Rossomando che probabilmente ha fatto tutto da sola. Imparolata per essere eletta nel Consiglio Superiore della Magistratura ha gentilmente declinato la proposta. Ufficio di presidenza della Camera, avvocato e Commissione Giustizia, si appresta al trasferimento al Senato. Una che lavora sodo, precisa, ed al limite della tignosità. Rari casi dove nel pd la competenza vuol dire qualcosa. E poi, lui, Enrico Buemi, l’ inossidabile. Sempre presente, sempre socialista, sempre combattente…sempre. A Moncalieri é dura ma non diamo limite al meglio. Boccuzzi, si vedrà come votano gli elettori. Ed ora ‘ fuoco alle polveri” e le danze iniziano, manca poco più di un mese. Sullo sfondo lo spettro dell’astensione, l’ aggressività pentastellata e la riorganizzazione  del Centro destra.  Ma un mese di duro lavoro vale bene un’autostrada per Roma. Penso a Sergio Garavini sindacalista e segretario di Rifondazione che sostenne: “molte volte in politica non rimangono i migliori di noi”. Quando ciò avviene la sinistra deve interrogarsi di ciò che non funziona. Quelli erano altri tempi.
Patrizio Tosetto

Le immagini accompagnano l’angoscia dei Sei personaggi

Da quella serata del 10 maggio del ’21, in cui l’autore sfuggì, imboccando una via laterale al romano teatro Valle, ad un pubblico inferocito che aveva preso a inseguirlo, troppo frastornato dall’eccessiva novità che aveva appena assaggiato, forse tutto è stato detto dei Sei personaggi in cerca d’autore, forse s’è inscenato in cento modi (anche in uno studio televisivo, come fece Buazzelli, come fecero De Lullo e Valli in un’edizione che rimane un esempio insostituibile), confermandosi – in casa nostra come all’estero – il campo adatto su cui possa giocare con intelligenza un attore di prima grandezza, dove si manifestino appieno la filosofia e la drammaturgia di Pirandello, dove si dispieghi inequivocabilmente il gioco (e il termine non vuol certo essere facile né riduttivo) del teatro nel teatro. Ognuno lo sa, mentre una compagnia d’attori sta provando Il gioco delle parti, un Padre, una Madre, la Figliastra, il Figlio, il Giovinetto e la Bambina irrompono come per magia sul palcoscenico, lamentando il rifiuto dell’autore che ha dato loro vita: sulla pagina, loro la pretendono sulla scena. Quindi voglia il Capocomico dare ascolto al loro dramma e rappresentarlo. Per curiosità e per sfida, il teatrante accetta e i personaggi raccontano la loro vicenda, fino al crudele epilogo.


Luca De Fusco, proponendo questa edizione coprodotta dagli Stabili di Napoli e Genova, in scena all’Astra fino a domenica per la stagione in abbonamento, innesta un ulteriore tassello. Dando forma e rappresentabilità a questi signori, tutti vestiti di nero, con il loro trucco pesante, balzati fuori da una realtà altra dalla nostra e assai più reale se confrontata con i tiepidi risultati di una compagnia che non comprende e che non può interpretare, immersa in una finzione che è ben lontana dalla verità, individua un legame che stringe teatro e cinema, li raddoppia sin dal loro ingresso in filmati (ad opera di Alessandro Papa) che scorrono sulla parete di fondo del palcoscenico vuoto, immagini nuove che guardano al cinema muto che in quegli anni andava imponendosi sempre più. Una vicenda, dice il regista, “che si presta a essere rappresentata più attraverso l’occhio visionario del cinema che tramite quello più concreto del teatro”. Il connubio è visivamente felice ma questa volta sull’immagine continua a prevalere l’apparizione fisica, il rivivere la scena nel salottino di Madama Pace (Angela Pagano, un’apparizione) con il tavolinetto e la busta cilestrina, il dolore di una madre, i ragionamenti di un padre, la dabbenaggine di un capocomico (Paolo Serra, efficacissimo) in cerca dell’effetto. Il pensiero e le parole di Pirandello, da sole, riempiono ancora una volta, con la loro forza che sta raggiungendo il secolo, il palcoscenico, punteggiato qua e là dai pochi arredi inventati da Marta Crisolini Malatesta (firma anche i costumi) e chiaroscurito dalle luci di Gigi Saccomandi. Eros Pagni ha tutta l’autorevolezza e l’angoscia che quel Padre si porta appresso, la conferma ancora una volta di un grande attore, con la sua voce inconfondibile trattenuta e spiegata, al servizio di una grande lezione di teatro; ben salda, al sua fianco, come Figliastra, Gaia Aprea, sfrontata e appassionata, pronta a ridere delle finzioni degli attori, quella che più reclama il diritto a rivivere una vita piena di dolore e di schifo. Grande successo, e convinto.

Elio Rabbione

 

Le foto dello spettacolo sono di Fabio Donato

Quel 27 gennaio del 1945 ai cancelli di Auschwitz: non dimenticare per un futuro migliore

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IL GIORNO DELLA MEMORIA

In tempi così difficili, segnati dai fatti tragici dell’estremismo islamico che si traduce in violenza e  terrore,non tutti comprendono che uno dei caratteri fondamentali del futuro dell’Europa sarà quello della multietnicità e che questo futuro deve essere affrontato con fermezza ma anche con serenità, deve essere governato e non respinto

 

La memoria della Shoah, dell’olocausto, con l’istituzione della Giornata della Memoria, viene rievocata ogni anno attraverso il valore emblematico della liberazione del lager di Auschwitz che avvenne, più di settant’anni fa. Il 27 gennaio del 1945 cadeva di sabato.  L’Armata Rossa, e più precisamente la 60ª Armata del Primo Fronte Ucraino, arrivò nella cittadina polacca di Oswieçim (in tedesco Auschwitz), a 75 km da Cracovia. Le avanguardie più veloci, al comando del maresciallo Konev, raggiunsero  il complesso di Auschwitz-Birkenau-Monowitz nel pomeriggio e attorno alle 15.oo i soldati sovietici abbatterono i cancelli del campo di sterminio , liberando circa 7.650 prigionieri. Ad Auschwitz, circa due settimane prima, i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con loro, in una marcia della morte, tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono lungo il percorso. In realtà i sovietici erano già arrivati precedentemente a liberare dei campi nel profondo est polacco,  come quelli di Chełmno e di Bełżec , ma questi, essendo di sterminio e non di concentramento, come Treblinka e Sobibòr, erano vere e proprie fabbriche di morte dove i deportati venivano immediatamente uccisi nelle camere a gas. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista. In totale, solo ad Auschwitz, furono deportate più di un milione e trecentomila persone. Novecentomila furono uccise subito al loro arrivo e altre duecentomila morirono a causa di malattie, fame e stenti. I soldati sovietici si trovarono di fronte non solo  i pochi sopravvissuti ridotti a pelle e ossa ma, durante l’ispezione del campo,  rinvennero le prime tracce dell’orrore consumato all’insaputa del mondo intero: tra i vari resti,  quasi otto tonnellate di capelli umani.

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I morti nei campi di sterminio, ai quali vanno aggiunti anche le centinaia di migliaia di ebrei uccisi nelle città e nei villaggi di Polonia, Ucraina, Bielorussia, Russia, i morti del ghetto di Varsavia e altri ancora,  furono oltre sette milioni. La ricorrenza del 27 gennaio offre una buona occasione per riflettere sulla storia agghiacciante della discriminazione e dello sterminio razzista: una storia tragica, scandita in Italia settantasei anni fa  dalle leggi razziali del 1938 che cancellarono i diritti civili di quaranta mila cittadini italiani , dai luoghi dell’annientamento fisico di milioni di ebrei, di detenuti politici, di persone definite da Hitler “difettose”. Una riflessione che è parte di uno sforzo necessario per garantire la continuità delle conoscenze tra le generazioni, affinché si possa comprendere, sino in fondo, il significato del nazi-fascismo, che aveva posto a suo fondamento il principio di discriminazione; e come in ogni momento in cui questo principio riemerge , la tragedia può ripetersi. E, infatti, si ripete in un mondo scosso da guerre, eccidi, violenze dal medio oriente all’ Africa, dal continente sud americano fino all’estremo oriente. Gli ultimi esempi – in Europa –  vennero dai Balcani, all’inizio degli anni ’90, in Bosnia Erzegovina e  poi nel Kossovo. Quando si riflette sul modo con cui i fatti accaduti ad Auschwitz ed in tutti gli altri “campi” debbano essere insegnati e fatti conoscere,  occorre tener presente alcuni principi imprescindibili che si fondano proprio sulla consapevolezza di ciò che ha reso possibile la Shoah. Se è potuto accadere quello che è successo ad Auschwitz che, forse vale la pena ricordarlo, era un Vernichtungslager cioè – letteralmente – un lager di “nullificazione”, ciò è stato possibile perché uno Stato ha fondato la propria legittimazione sul principio di disuguaglianza. Il nazismo si fondava, come il fascismo, sul principio di discriminazione. Senza quel principio non avremmo avuto gli orrori successivi.L’accettazione di quel principio ha prodotto come “conseguenza normale” il passaggio dalla negazione dei diritti degli ebrei al loro sterminio, con l’applicazione rigorosa di principi di efficienza e un’organizzazione razionale basata sull’applicazione metodica e quotidiana di operazioni burocratiche che Hannah Arendt descrisse, nel loro insieme, come la “banalità del male”.

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Gli ebrei, e con essi gli zingari, gli omosessuali e le persone “difettose” non venivano arrestati e sterminati a causa delle loro azioni, o del loro “avere”, ma solo in ragione del loro “essere”. Così i prigionieri politici, i dissidenti, gli internati militari.  Un’altra riflessione riguarda il dovere di affrontare il problema delle responsabilità, delle connivenze, degli approfittamenti e dei silenzi che vi sono stati nel nostro Paese. Sappiamo che ci furono molte manifestazioni di rischiosa e forte solidarietà. Molti ebrei furono ospitati da amici non ebrei o nascosti . Ma non fu questo il comportamento prevalente. Il comportamento prevalente fu il silenzio. Non ci fu solo chi salì in cattedra grazie all’espulsione dalle università dei professori definiti di razza ebraica. Anche dopo l’inizio delle deportazioni ci furono casi non isolati di cittadini italiani che accettarono di segnalare il proprio vicino ebreo alle autorità nazifasciste in cambio di qualche soldo. Alcuni di questi, anche dopo la guerra, non si vergognarono di uscire indossando i vestiti e gli oggetti preziosi sequestrati nelle case di coloro che avevano denunciato. E’ stata raccolta una mole impressionante di documenti che testimoniano l’efficienza con la quale la burocrazia italiana procedette alla sistematica spoliazione dei beni di cittadini definiti di razza ebraica. Funzionari ed impiegati si impegnarono per la compilazione, e la solerte messa a disposizione dei nazisti, delle liste dei deportati per i campi di sterminio. Si tratta di 8566 persone di cui solo 1009 sono sopravvissute. Fu uno zelo disonorante. Ecco perché il dovere della memoria della Shoah, il non dimenticare mai quanto accadde allora è parte integrante dell’impegno permanente contro l’indifferenza, contro il torpore della memoria. La capacità di lottare contro il principio di discriminazione che costituisce la più grave forma di iniquità sociale è uno dei capisaldi della dignità di uno stato democratico.  Non va scordato.In tempi così difficili, segnati dai fatti tragici dell’estremismo islamico che si traduce in violenza e  terrore,non tutti comprendono che uno dei caratteri fondamentali del futuro dell’Europa sarà quello della multietnicità e che questo futuro deve essere affrontato con fermezza ma anche con serenità, deve essere governato e non respinto.Un lavoro di formazione , di trasmissione di valori, sentimenti, ideali molto impegnativo ma necessario per dare un senso alla vita e permettere che la vita abbia un senso.

Marco Travaglini

Senzatomica: Incontro con ICAN, Premio Nobel per la Pace 2017

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Siamo particolarmente lieti di annunciare che, giovedì 1° febbraio, la mostra Senzatomica Torino ospiterà Daniel Högsta, coordinatore di ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), premio Nobel per la Pace 2017. Ad accoglierlo un comitato d’eccellenza formato dal Vice Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati On. Massimo Artini, dalla dott.ssa Hayley Ramsay-Jones, Direttrice dell’Ufficio di Coordinamento di Ginevra dell’Ufficio Internazionale Soka Gakkai per i rapporti con le Nazioni Unite, dal coordinatore di Rete Italiana Disarmo Francesco Vignarca e da Daniele Santi, Segretario Generale di Senzatomica. Successivamente alla visita della mostra, seguirà un incontro dal titolo ‘Educare alla Pace e al Disarmo’, moderato dal direttore de La Stampa Maurizio Molinari, al quale sono stati invitati ad assistere anche la Sindaca Chiara Appendino, il Presidente della Regione Sergio Chiamparino, l’Assessora alla Cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi, l’Assessora alla Cultura della Città di Torino Francesca Leon e il Vice Presidente del Comitato dei Diritti Umani del Consiglio Regionale del Piemonte Giampiero LeoLa partecipazione alla conferenza, esclusivamente su invito, è stata inoltrata a tutti i Dirigenti Scolastici di ogni ordine e grado di Torino Città Metropolitana. La mostra Senzatomica è dedicata infatti, in modo particolare, alle giovani generazioni e, per i contenuti altamente educativi in essa promossi, ci auguriamo che essa diventi fonte di dibattito e di approfondimento all’interno delle scuole piemontesi. La serata inizierà alle ore 18:15 con la visita alla mostra, proseguirà dalle ore 19:00 alle ore 20:00 con la conferenza.

 

Il Comitato di Senzatomica Torino