Gennaio 2018- Pagina 39

Mns e Lega verso il polo sovranista

Il Movimento Nazionale per la Sovranità e la Lega hanno iniziato un percorso per la costruzione e costituzione del Polo Sovranista, un progetto con una componente fortemente identitaria, fondato sulla qualità e sui valori e che va oltre il semplice accordo elettorale in vista delle politiche e regionali del prossimo anno. Lo aveva anticipato il Segretario Gianni Alemanno: “La Sovranità Nazionale è la premessa indispensabile per dare valore alle identità locali tanto al Nord quanto al Sud, è un’antica sfida per tutti coloro che vengono dalla tradizione della destra nazionale, ma soprattutto un salto di livello che la Lega di Salvini e Giorgetti è chiamata a realizzare in vista dei prossimi appuntamenti elettorali”. Un percorso iniziato a fine novembre a livello nazionale, con l’accordo tra Gianni Alemanno, Segretario Nazionale del Movimento Nazionale per la Sovranità e Giancarlo Giorgetti, Vicesegretario della Lega per il sostegno di Matteo Salvini a candidato premier e consolidato al convegno di Napoli di inizio di dicembre. “In Piemonte la collaborazione con la Lega è iniziata già con le elezioni della città di Alessandria, è stato fondamentale unirsi per raggiungere un risultato importante” dichiara Marco Botta, commissario regionale del Movimento Nazionale. “L’obiettivo è di formare un fronte sovranista che possa presentarsi nettamente in tutto il territorio italiano. Nella nostra Regione è forte il desiderio di un Piemonte autonomo che possa ridurre il credito fiscale di quasi 10 miliardi di euro l’anno, proprio per questo sosterremo l’iniziativa della Lega di chiedere il referendum e la conseguente autonomia della Regione, sulla scia dei successi referendari del Veneto e della Lombardia” afferma Gian Luca Vignale, consigliere regionale e presidente del Gruppo consiliare. “Come ha detto Salvini – all’incontro tenutosi ad Alessandria per presentare il comitato referendario Piemonte autonomo – un nuovo rinascimento del Piemonte parte proprio da Alessandria e noi del Movimento Nazionale siamo pronti a sostenere quest’iniziativa” sostiene Alessandro Bego, Commissario provinciale MNS.

Al Comitato, oltre a Lega e Movimento Sovranista, hanno aderito anche Direzione Italia e Movimento Progetto Piemonte.

Massimo Iaretti

 

 

 

Sulle montagne del Piemonte forte rischio valanghe per il vento e il rialzo termico

Fino a sabato sarà di livello “forte”, il quarto della scala che arriva fino a 5, il rischio di valanghe su metà del territorio piemontese, dalla valle di Susa alle Alpi Lepontine. Lo stabilisce il bollettino dell’ Arpa – Agenzia regionale per la protezione ambientale. E’ infatti elevata la possibilità di distacco spontaneo di valanghe di grandi dimensioni: basta anche un solo sciatore fuoripista a provocare il distacco di  masse nevose. Il pericolo di valanghe aumenta per  la combinazione tra le abbondanti nevicate dei giorni scorsi, il forte vento e il relativo rialzo termico. Il rischio è basso solo sulle Alpi Liguri.

L’agenda di Cascina Roccafranca

Ecco il programma delle manifestazioni e dei prossimi appuntamenti che si terranno presso il centro culturale  

Le iniziative, le attività e i progetti che si realizzano nel centro culturale e sociale Cascina Roccafranca sono realizzate in collaborazione con il Comune di Torino e con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

 

Il programma:

Martedì 9 gennaio ore 14.30 – incubatore
Socrem. 
Sportello di consulenza gratuito sulla cremazione. A cura della Società per la Cremazione di Torino

Martedì 9 gennaio ore 18 – incubatore
Sportello gratuito sui problemi di relazione cane-padrone 
dove incontrare esperti educatori dell’APNEC (Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili). Su prenotazione 011 01136250. A cura del gruppo Animalincittà

Venerdì 12 gennaio ore 17 – laboratorio
Piddy. 
Sportello di consulenza gratuito sui DSA – disturbi specifici dell’apprendimento. A cura dell’AID (Associazione Italiana Dislessia)

Sabato 13 gennaio dalle ore 10 /16 – salone
Seminario “Uomo <-> Donna: si nasce e si diventa.” Seminario sul’identità di genere e la sessualità con particolare riguardo al tema della transessualità. A cura del gruppo Aequalis

Dal 18 gennaio al 6 febbraio – galleria
Giornata della Memoria 2018: Ravensbrück tra scrittura e fotografia.
Dalle memorie di Lidia Beccaria Rolfi alle immagini di oggi. Mostra fotografica sulla deportazione femminile con immagini di Renzo Carboni, in collaborazione con l’A.N.E.D. di Torino (Associazione Nazionale Ex Deportati)

Giovedì 18 gennaio ore 20.45 – galleria
Giornata della Memoria 2018: Inaugurazione della mostra fotografica “Ravensbrück tra scrittura e fotografia” di Renzo Carboni. Presentazione degli elaborati degli studenti dell’I.I.S. Majorana di Torino, classi VB e VC, che hanno lavorato al Progetto Ravensbrück. Intervengono Aldo Rolfi, Lucio Monaco e l’autore della mostra Renzo Carboni

Venerdi 19 gennaio ore 18.30 – galleria
Per il progetto Leggermente Roberto Casati presenta il libro “La lezione del freddo” ed. Einaudi in collaborazione con Ester Armanino. A cura del gruppo di lettura Sportidea Caleidos

Venerdì 19 gennaio ore 21 – salone
Lettura scenica “La dama sciocca” di Lope De Vega. A cura di L.Bocchio e della Compagnia Helios

Sabato 20 gennaio ore 10 – galleria
Conferenza “Mirafiori e Mirafieri. Chi eravamo e chi siamo”. A cura di CAUS – Centro Arti umoristiche e Satiriche

 

Sabato 20 gennaio ore 10 – ludoteca
Corso di manovre di disostruzione adulta e pediatrica.
Gratuito per genitori, parenti, operatori scolastici e socio-sanitari. Necessaria l’iscrizione tramite il sito www.russograziablsd.altervista.org

Sabato 20 gennaio ore 15 – bottega consumo
Laboratorio delle emozioni: la tristezza. 
Laboratorio per bimbi 6-12 anni. La tristezza è come un fiore che appassisce: lascia sempre il germoglio per qualcosa di nuovo e grande. Le emozioni aiutano a trovare la bellezza, anche dove nessun altro le vede, anche quando c’è Tristezza! A cura dell’associazione EssereUmani. Necessaria iscrizione: 01101136250, inforoccafranca@comune.torino.it

Domenica 21 gennaio ore 10 – ludoteca
Per la rassegna Leggermente in famiglia, laboratorio di lettura gratuito per bambini da 2 a 5 anni e, per chi lo desidera, a seguire brunch. Per informazioni e prenotazione (necessaria per laboratorio e brunch): 01101136250, inforoccafranca@comune.torino.it

Domenica 21 gennaio ore 21 – galleria
Giornata della Memoria 2018: Proiezione del film KAPÒ”. Straordinario capolavoro di Gillo Pontecorvo. A cura del Gruppo Roccafranca Film

Giovedì 25 gennaio ore 18 – salone delle feste
Per il progetto Leggermente Angelo Ferracuti presenta il libro “Andare, camminare, lavorare” ed. Feltrinelli. A cura del gruppo di lettura dell’Ecomuseo.

Giovedì 25 gennaio ore 21 – galleria
Giornata della Memoria 2018: “Restare Umani”. Spettacolo/Reading
Storie di persone che vivendo nell’inferno della guerra e dei campi di sterminio non hanno dimenticato la propria umanità e il diritto di tutti alla vita e alla dignità. A cura del gruppo Dizione e Teatro di Spazio Donne Cascina Roccafranca, coordinato da Anna Abate, in collaborazione con Paolo Forsennati

Venerdì 26 gennaio ore 20.45 – galleria
Viaggiatori in poltrona. 
“West Canada: un universo verde/blu”. A cura di Mauro Avidano. Sportidea Caleidos

Sabato 27 gennaio ore 10 – incubatore
Sportello gratuito sui problemi di relazione cane-padrone 
dove incontrare esperti educatori dell’APNEC (Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili). Su prenotazione 011 01136250. A cura del gruppo Animalincittà

Sabato 27 gennaio ore 15 – bottega consumo
Luci e lucine del nuovo anno
. Laboratorio per bimbi 6-12 anni. Un laboratorio di storie e luci: una storia raccontata e la creazione di una piccola lanterna da appendere a casa, piena di storie. A cura dell’associazione Pentesilea. Necessaria iscrizione: 01101136250, inforoccafranca@comune.torino.it

Giovedì 01 febbraio ore 21 – galleria
India – Altopiano del Deccan
. Con Marco Ortalda. A cura dell’Angolo dell’Avventura di Torino

Domenica 04 febbraio ore 9.30 /16.30 – galleria
Una Babele di Semi. Sesta edizione della giornata di scambio di semi autoprodotti, marze, bulbi, paste madri e saperi. A cura di Asci Piemonte. Per info e prenotazioni ascipiemonte@gmail.com

***

Tutte le iniziative sono ad ingresso libero,salvo dove indicato, fino ad esaurimento posti

INFO: Cascina Roccafranca – via Rubino 45 – Torino – tel. 011.01136250
inforoccafranca@comune.torino.itwww.cascinaroccafranca.it

Furto a Venezia in stile Topkapi

Non è una riedizione del colpo del mitico pugnale al Topkapi di Istanbul immortalato nel celebre film del 1964 ma il clamoroso furto di alcuni gioielli della collezione dello sceicco del Qatar Al Thani a Palazzo Ducale a Venezia ci ricorda, con un po’ di immaginazione, la memorabile pellicola anni Sessanta con Peter Ustinov, Maximilian Schell e Melina Mercouri in cui i ladri si calano da un lucernario della cupola della sala e riescono, tra acrobazie notturne mozzafiato, a rubare il prezioso pugnale ornato di smeraldi e rubini, custodito nella sala del tesoro del Topkapi, l’antica residenza dei sultani da dove si ammira il panorama più bello della Turchia, con i ponti sul Bosforo, la Moschea Blu, Santa Sofia e piazza Sultanahmet. Ieri invece alcuni gioielli indiani, altrettanto pregiati, della mostra “Tesori dei Moghul e dei Maharaja”, ospitata a Palazzo Ducale a Venezia, sono stati rubati da una teca. I monili sottratti, almeno una spilla in oro e un paio di orecchini, avrebbero un valore reale di qualche milione di euro. La mostra, allestita nella sala dello Scrutinio, presenta, per la prima volta in Italia, 270 tra gemme e gioielli indiani dal XVI al XX secolo. Nel giugno del 2005 una banda di ladri cercò di imitare davvero gli autori del film del ’64 calandosi dal tetto del palazzo imperiale a Istanbul e svuotando la sala del tesoro. Furono ben nove gli oggetti rubati, tra cui il sigillo di un sultano con smalti e diamanti, il monogramma del sultano Abdulhamit I (1774-1789) e un paravento in madreperla. Ma il famoso pugnale rimase al suo posto, troppo complicato portarlo via senza innescare gli allarmi. In realtà quel pugnale, dal Topkapi, non si è mai mosso. La leggenda narra che il pugnale fu realizzato per lo Scià persiano Nadir nella prima metà del Settecento alla fine della lunga guerra tra gli ottomani e i persiani. Fu Mahmud I (1730-1754) a regalarlo allo scià ma i corrieri del sultano non arrivarono mai alla corte di Isfahan perchè Nadir Scià venne ucciso in una congiura di Palazzo e il pugnale più prezioso del mondo, dal valore inestimabile, tornò tra le mani del sultano a Costantinopoli. 

Filippo Re

IRAN: SABATO PRESIDIO A TORINO PER DEMOCRAZIA E LIBERTA’ DI ESPRESSIONE

Si svolgerà sabato 6 gennaio a Torino, in Piazza Castello di fronte al Palazzo della Prefettura un presidio promosso da LibertàEguale e dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta per chiedere “Democrazia in Iran” e per difendere il diritto a manifestare pacificamente di ogni cittadino iraniano. La manifestazione è aperta a tutti i cittadini e a tutte le forze politiche.“Odio questo sistema e voglio reagire” hanno gridato l’ultimo giorno dell’anno centinaia di ragazze iraniane. Alla base delle proteste di questi giorni in Iran c’è innanzitutto la voglia delle nuove generazioni di non dover più sottostare al regime teocratico. Il tallone d’Achille di Teheran è nell’avere al potere una teocrazia che tutela immutati gli ideali di una rivoluzione islamica compiuta ormai quarant’anni fa, della quale però le giovani generazioni dubitano perché ne hanno perso il senso e il significato. Oggi, come e più di sempre, chiediamo democrazia, libertà di espressione, rispetto dei diritti umani e la fine dell’utilizzo della pena di morte come strumento di repressione e sottomissione della popolazione.
(foto: una manifestazione dell’Associazione Aglietta)
.
Per avere notizie sull’evento ecco la pagina facebook:

Cinghiale sfonda il portone ed entra nella scuola, custode ferito

DALLA SICILIA

Un cinghiale è entrato nei locali della scuola  Caponnetto, nella borgata palermitana di Tommaso Natale. L’animale, probabilmente in cerca di cibo,  è entrato nel giardino e dopo che i custodi e gli insegnanti si erano barricati all’interno, ha sfondato il portone ed ha fatto irruzione nei locali dell’istituto provocando il panico tra il personale scolastico.Un custode è rimasto ferito alla gamba. L’ungulato è poi uscito da una porta secondaria ed è stato  abbattuto da un tiratore dei carabinieri forestali.

Oggi al cinema

TUTTE LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

Assassinio sull’Oriente Express – Giallo. Regia di Kenneth Branagh, con Judi Dench, Michelle Pfeiffer, Johnny Depp, Penelope Cruz e Branagh nelle vesti di Hercule Poirot. Altra rivisitazione cinematografica del romanzo della Christie dopo l’edizione firmata da Sidney Lumet nel ’74, un grande Albert Finney come investigatore dalle fiammeggiati cellule grigie. Un titolo troppo grande per non conoscerlo: ma – crediamo, non foss’altro per il nuovo elenco di all star – resta intatto il piacere di rivederlo. Per districarci ancora una volta tra gli ospiti dell’elegante treno, tutti possibili assassini, una partenza da Istanbul, una vittima straodiata, una grande nevicata che obbliga ad una fermata fuori programma e Poirot a ragionare e a dedurre, sino a raggiungere un amaro finale, quello in cui la giustizia per una volta non vorrà seguire il proprio corso. Durata 114 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, Eliseo Blu, Ideal, Lux sala 1, The Space, Uci)

 

50 primavere – Commedia. Regia di Blandine Lenoir, con Agnès Jaoui, Pascale Arbillot e Thibault de Montalembert. Raggiunta l’età del titolo, Aurore non vive proprio quel che si potrebbe definire un periodo felice, senza problemi. Si ritrova separata dal marito, a dover fare la cameriera in una piccola città di provincia anche per dare una mano alle due figlie. Come se non bastasse, il lavoro va in fumo e bisogna mettersi alla ricerca di un altro, una figlia aspetta un bebè che la chiamerà nonna e le vampate della menopausa sono sempre più lì ad aggredirla. Ritroverà un amore di gioventù e pensa di poter ricominciare. Ma non è così semplice. Durata 89 minuti. (F.lli Marx sala Harpo, Nazionale sala 2)

 

Coco – Animazione. Regia di Lee Unkrich e Adrian Molina. Fa parte di una famiglia che certo non stravede per la musica il piccolo Miguel e lui non ha altro sogno che diventare chitarrista. Questo il preambolo; e a dire quanto la Pixar guardi allo stesso tempo ad un pubblico di bambini (ma, per carità, senza nessun incubo) e di adulti, ecco che Miguel si ritrova catapultato nel Regno dei Morti a rendere omaggio ai tanti parenti che non sono più attorno a lui. Durata 125 minuti. ((Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Come un gatto in tangenziale – Commedia. Regia di Riccardo Milani, con Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Claudio Amendola e Sonia Bergamasco. Quando gli opposti si attraggono. Ovvero l’incontro tra Giovanni, intellettuale di sinistra, abitazione nel centro di Roma, tutto quadri e libri, in riunione a Bruxelles a parlare di periferie e di quanto sia opportuna la contaminazione tra l’alto e il basso, e Monica, borgatara di una periferia stracolma di extracomunitari, piena di tatuaggi, dal più che dubbio gusto nel vestire, consorte in perenne debito con la giustizia: incontro che nasce quando i due ragazzini dell’una e dell’altra parte iniziano un filarino che punta deciso al futuro. E se l’incontro portasse l’intellettuale e la borgatara a rivedere le loro antiche posizioni? Durata 98 minuti. (Massaua, Greenwich sala 1, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Corpo e anima – Drammatico. Regia di Ildiko Enyedi, con Alexandra Borbély e Géza Morcsànyi. Un film dove si mescolano realtà e sogno, immerso nella cruda realtà quotidiana (pur con qualche momento d’ironia) ancora più acida se si pensa all’ambientazione in un mattatoio. Una coppia “lontana”, lui direttore di quel luogo, lei addetta al controllo qualità, introversi entrambi, chiusa nelle proprie solitudini, scoprono di condividere ogni notte lo stesso sogno, essere una coppia di cervi in un bosco invernale. Orso d’oro all’ultima Berlinale, “Corpo e anima” è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Un film capace di tracciare il racconto della storia d’amore che unisce due solitudini, sospendendolo con lucidità visiva tra la materialità della vita reale e l’impalpabile spiritualità del sentimento”. Durata 116 minuti. (Classico)

 

Dickens: l’uomo che inventò il Natale – Commedia. Regia di Bharat Nalluri, con Dan Stevens, Christopher Plummer e Jonathan Pryce. Trentunenne, nel 1843, il giovane scrittore Charles Dickens deve far fronte ad alcuni insuccessi letterari, a cinque figli da mantenere e ad un tenore di vita del padre che è prodigo di operazioni finanziarie al limite del baratro. In sole sei settimane, attingendo alla vita di ogni giorno e riandando allo stesso tempo ai personali ricordi di un tempo, in un perfetto quadro dell’epoca vittoriana, tra ingiustizie sociali e ricchezze, darà vita ad una novella che rappresenta appieno lo spirito del Natale, incentrata sul carattere dispotico e cinico del vecchio Ebeneezer Scrooge come sulla sua piena conversione alla bontà. Era nato “Il racconto – o canto – di Natale”. Durata 114 minuti. (Uci)

 

Ferdinand – Animazione. Regia di Carlos Saldahna. Non ha mai avuto vita facile il libro dell’americano Munro Leaf da cui oggi nasce questo cartoon di Saldahna (già premiato autore di “Rio” e dell’”Era glaciale”), libro del ’36 su cui franchisti prima e nazisti poi non poco s’accanirono (era, inevitabilmente, nell’animo di Gandhi). La vicenda del toro decisamente pacifista diverte oggi bambini e anche adulti dal cuore pronto a rilassarsi, pronti a simpatizzare con un animale che è destinato a combattere nell’arena ma che al contrario preferisce circondarsi di fiori, fugge da chi gli impone quelle regole, stringe amicizia con una piccola animalista. Lieto fine che s’impone, al fianco del “pericolosissimo” toro altri simpatici personaggi, tra cui da non lasciarsi sfuggire la capra Lupe. Durata106 minuti. (Massaua, Ideal, Uci)

 

L’insulto – Drammatico. Regia di Ziad Doueiri, con Adel Karam e Kamel El Basha (Coppa Volpi a Venezia). A Beirut, un incidente tra due uomini, un operaio palestinese che è caposquadra di un cantiere con l’incarico di una ristrutturazione e un meccanico di religione cristiana. Quando costui, Toni, rifiuta di riparare una vecchia grondaia che ha bagnato la testa di Yasser, questi lo insulta, e gli insulti si accompagnano alle percosse, per cui l’incidente finirà in tribunale: situazione aggravata dal fatto che la moglie di Toni ha per lo spavento dato alla luce prematuramente una bambina che lotta tra la vita e la morte. Un caso particolare che adombra un conflitto molto più allargato e mai cessato: come ancora dimostra il processo, dove un padre e una figlia, difensori dell’una e dell’altra parte, esprimono due diverse generazioni e un giudizio diametralmente opposto. Durata 110 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Jumanji – Benvenuti nella giungla – Avventura. Regia di Jake Kasdan, con Dwayne Johnson, Karen Gillan e Jack Black. Un fenomeno che ha più di vent’anni (eravamo nel 1996) e che ricordiamo ancora oggi per il personaggio, Alan Parrish, interpretato dal compianto Robin Williams, attore al culmine del successo dopo la prova in “Mrs. Doubtfire”. Hollywood non dimentica e rispolvera un passato di ottimi botteghini. Messi in punizione nella scuola che frequentano, quattro ragazzi scoprono un vecchio videogame. Una volta dato il via al gioco, essi vengono catapultati all’interno del sorprendente meccanismo, ognuno con il proprio avatar. Assumeranno altre sembianze, entreranno nell’età adulta: ma che succederebbe se la loro missione fallisse e la vita di ognuno finisse intrappolata nel videogame? Durata 119 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Loveless – Drammatico. Regia di Andrei Zvyagintsev, con Alexei Rozin e Maryana Spivak. Premio della giuria a Cannes. Un uomo e una donna, dopo anni di matrimonio, si dividono, hanno già costruito altre relazioni. Una separazione carica di rancori e recriminazioni. Nella loro vita Alyosha, un figlio non amato, vittima dell’indifferenza e dell’egoismo, che dopo l’ennesimo litigio, scompare. Supplendo al lavoro della polizia, un gruppo di volontari si mette alla ricerca del bambino, senza risultati. Durata 127 minuti. (Romano sala 3)

 

Morto Stalin se ne fa un altro – Commedia. Regia di Armando Iannucci, con Steve Buscemi, Micael Palin, Olga Kurylenko, Simon Russel Beale. Scozzese di nascita ma napoletanissimo per origini paterne, Iannucci ci ha dato una delle opere più godibili degli ultimi anni, ricca di effetti sulfurei, di una sceneggiatura che supera con facilità la risata fine a se stessa per immergersi nella satira più corrosiva, per graffiare e far sanguinare un mondo ben sistemato sugli altari. Il vecchio castiga ridendo mores, in folclore politico. Ovvero la morte del baffuto Stalin, che ha appena impartito l’ordine che gli sia recapitata la registrazione di un concerto che però registrato non lo è stato. Orchestra, pubblico e pianista dissidente, tutti di nuovo al loro posto. Ma le preoccupazioni sono e saranno ben altre: quella sera stessa, era il 28 febbraio 1953, il dittatore è colpito da un ictus e le varie epurazioni delle vette sanitarie in odore di tradimento fanno sì che le cure non possano arrivare che in ritardo e infruttuose. Cinque giorni dopo, passato lui a miglior vita, può così cominciare l’arrembaggio alla poltrona tanto ambita da quanti tra i collaboratori l’hanno vistosamente sostenuto o tacitamente avversato, a cominciare da un atterrito Malenkov chiamato da un ridicolo Consiglio a reggere le sorti dei popoli. Senza dimenticare, tra il tragico e il ridicolo, le mosse dei tanti Mikoyan, Zukov, Bulganin, Molotov e Berija in atteggiamenti da vero macellaio sino a Nikita Kruscev (un impareggiabile Steve Buscemi, ma ogni personaggio si ritaglia un momento di gloria), astutissimo nel saper raccogliere le tante intenzioni, lotte, sospetti, accuse, sparizioni dei propri colleghi, e capace di afferrare il primo posto. Tutto questo sullo schermo, applaudito al recente TFF, risate e sberleffi come non mai: apprezzato, ma allo stesso temo ti chiedi quanto sia stato giusto cancellare la vena tragica di quelle giornate. E del poi. Durata 106 minuti. (Centrale, anche in V.O.)

 

Napoli velata – Drammatico. Regia di Ferzan Ozpetek, con Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Beppe Barra, Luisa Ranieri, Anna Bonaiuto. In una Napoli piena di ambiguità e di misteri, in bilico tra magia e superstizione, tra follia e razionalità, Adriana, ogni giorno a contatto con il mondo dei non-vivi per la sua professione di anatomopatologa, conosce un uomo, Andrea, con cui trascorre una notte di profonda passione. Si sente finalmente viva ed è felice nel pensare ad un prossimo appuntamento. A cui tuttavia Andrea non verrà: è l’inizio di un’indagine poliziesca ed esistenziale che condurrà Adriana nel ventre della città e di un passato, dove cova un rimosso luttuoso. Durata 110 minuti. (Eliseo Grande, Ideal, Massimo sala 1, Reposi, Romano sala 1, The Space, Uci)

 

Natale da chef – Commedia. Regia di Neri Parenti, con Massimo Boldi, Biagio Izzo, Dario Bandiera, Rocìo Munoz Morales, Paolo Conticini e Milena Vukotic. Immaginate i quattro peggiori cuochi non stellati sulla madre terra coinvolti nel G7. Riusciranno a far passare nelle bocche dei grandi (?) schifezze e intingoli. Per chi vuol ridere alla maniera dei soliti, vecchi, poco digeribili cinepanettoni. Ma tant’è, vengono una volta l’anno e poi non più. Durata 97 minuti. (Uci)

 

Poveri ma ricchissimi – Commedia. Regia di Fausto Brizzi, con Christian De Sica, Anna Mazzamauro, Enrico Brignano, Lucia Ocone. Per le risate degli aficionados, ma rimane pur sempre l’Oscar annuale del gossip e della scalogna: quel po’ po’ di tornado che s’è abbattuto sull’innominato regista, da cui la Warner s’è affrettata a prendere le distanze, e le botte sulla povera e antica signorina Silvani di fantozziana memoria, taciute prima e squadernate poi. Per poi, alla fine, forse, tanto rumore per nulla, per ritrovarci tra i piedi, dopo il lauto botteghino del passato Natale, ‘sta banda de burini che a forza di mettere in banca preziosi euri e cucinare supplì si comprano pure un castello. E chi li tiene più. Ma se il non trascurabile malloppo va mantenuto, non resta che fare del borgo nato uno stato indipendente, dopo referendum d’obbligo manco fosse la Catalogna, girare le spalle all’Italia e uscendo dall’euro dare nuova vita alla moneta locale. Nel frattempo, si ritrova l’occasione per inalberare De Sica con una capigliatura bionda grano che manco Donald e lasciare la nuova first lady tra le braccia e le manette e le fruste di Massimo Ciavarro manco tra le stanze del piacere di “Cinquanta sfumature…”. Di qualsiasi colore siano. Durata 96 minuti. (Uci)

 

Il ragazzo invisibile – Seconda generazione – Fantasy. Regia di Gabriele Salvatores, con Ludovico Girardello, Valeria Golino, Galatea Bellugi e Xsenia Rappoport. Perseverando all’interno di un filone che pare non appartenere al cinema di casa nostra, l’autore premio Oscar di “Mediterraneo” offre a distanza di tre anni, con la crescita del protagonista, il secondo capitolo di Michele, ancora tra le strade e i cieli di Trieste, ancora nella tristezza per la perdita della madre adottiva e ancora alla ricerca di un qualcosa che gli permetta di conoscere appieno i suoi superpoteri. Entrano in gioco, incontro alla necessità, la conosciuta sorella gemella e la madre naturale, entrambe decise a rapire un cattivassimo magnate russo e costringerlo a liberare altre persone pure esse dotate di quegli stessi poteri, tra le quali lo stesso padre dei ragazzi. Già non eravamo stati del tutto soddisfatti della fase iniziale: e il seguito è messo lì per dirci che dovremmo aspettarci una terza puntata? Durata 96 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Chico, Greenwich sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

La ruota delle meraviglie – Drammatico. Regia di Woody Allen, con Kate Winslet, Justin Timberlake, James Belushi e Juno Temple. Inizio anni ’50, pieni di colore nella fotografia di Vittorio Storaro o rivisti in quelli ramati di un tramonto, un affollato parco dei divertimenti a Coney Island, quattro destini che s’incrociano tra grandi sogni, molta noia, paure e piccole speranze senza sbocco. Ginny è una ex attrice che oggi serve ai tavoli, emotivamente instabile, madre di un ragazzino malato di piromania, frequentatore di assurde psicologhe; Humpty è il rozzo marito, giostraio e pescatore con un gruppo di amici, che ha bevuto e che ancora beve troppo, Carolina è la figlia di lui, rampolla di prime nozze, un rapporto interrotto da cinque anni, dopo la fuga di lei con un piccolo ma quantomai sbrigativo gangster che adesso ha mandato due scagnozzi a cercarla per farla stare zitta, ogni mezzo è buono. Rapporto interrotto ma la casa di papà è sempre quella più sicura. E poi c’è il giovane sognatore, Mickey, che arrotonda facendo il bagnino e segue un corso di drammaturgia, mentre stravede per O’Neill e Tennessee Williams, artefice di ogni situazione, pronto a distribuire le carte, facendo innamorare l’ultima Bovary di provincia e poi posando gli occhi sulla ragazza. Forse Allen costruisce ancora una volta e aggroviglia a piacere una storia che è il riverbero di ogni mélo degli autori anche a lui cari, impone una recitazione tutta sopra le righe, enfatizza e finge, pecca come troppe volte nel suo mestiere di regista, non incanta lo spettatore. La (sua) vittima maggiore, che più risente del debole successo è la Winslet di “Titanic”, che pur nella sua nevrotica bravura non riesce (o non può, obbediente alla strada tracciata dall’autore) a calarsi appieno nel personaggio, come in anni recenti aveva fatto la Blanchett in “Blue Jasmine”. Durata 101 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Harpo, Uci)

 

Star Wars: Gli ultimi Jedi – Fantascienza. Regia di Rian Johnson, con Mark Hamill, Daisy Ridley, Carrie Fisher, Laura Dern, Benicio del Toro e Adam Driver. Luke Skywalker si è ritirato in un esilio volontario, in un nascondiglio segreto ai limiti del pianeta sperduto. La giovane Rey ha bisogno del suo aiuto, nell’incontrarlo gli donerà la vecchia spada laser appartenuta alla sua famiglia. Vecchi e nuovi personaggi, ultima apparizione della Fisher, indimenticabile principessa Leia, ad un anno esatto dalla scomparsa. Immancabile per il pubblico che da sempre segue la saga. Durata 152 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Suburbicon – Drammatico. Regia di George Clooney, con Matt Damon, Julianne Moore e Oscar Isaac. Una storia scritta anni fa dai fratelli Coen. Al centro le case e i viali ordinati du Suburbicon, cittadina americana emersa negli anni Cinquanta. Da un lato, il personaggio di Matt Damon, ineccepibile padre di famiglia, che nasconde sotto le buone maniere e tutto l’affetto il desiderio di far fuori la moglie, con l’aiuto della cognata con cui vuole iniziare una nuova vita (entrambi i personaggi affidati alla Moore). Dall’altro, la comunità tanto perbene che accende le polveri allorché quell’angolo di paradiso vede all’improvviso la presenza di una famiglia di colore. L’intolleranza razziale esplode. Durata 105 minuti. (Massimo sala 3)

 

The greatest showman – Biografico/musicale. Regia di Michael Gracey, con Hugh Jackman, Michelle Williams, Zac Efron, Zendaya. La vita di Phineas Taylor Barnum, l’uomo che inventò il grande circo, figlio di un povero sarto, da sempre innamorato di Charity che diverrà sua moglie (pur non disdegnando un occhio ad altre relazioni) e che fu il sostegno della sua attività imprenditoriale, l’uomo che con fatica e lungimiranza seppe far fonte ad un destino che allineava frettolosamente successi e batoste, l’uomo che raccolse con dignità sotto il suo tendone uomini altissimi e nani e donne barbute. Come sotto vicenda, accanto a lui, il ricco Phillip (Efron) capace di fuggire dalla sua condizione agiata per rifugiarsi nel mondo circense che gli farà conoscere l’amore di una trapezista. Durata 110 minuti. (Ideal, Lux sala 2, Reposi, Uci)

 

Tutti i soldi del mondo – Drammatico. Regia di Ridley Scott, con Mark Wahlberg, Michelle Williams, Charles Plummer e Chistopher Plummer. Il film già celebre ancora prima di uscire sugli schermi: per la velocità con cui il regista ha ricompattato set e troupe per tirare ex novo le scene in cui compare il vecchio e arcigno Paul Getty che ha lasciato i tratti di Kevin Spacey straccusato di molestie sessuali da mezza Hollywood di stampo maschile per acquistare quello altrettanto marmorei e forse più puliti di Plummer, che in quattro e quattr’otto s’è candidato ai Globe. Cambio di casacca per narrare del rapimento del rampollo Getty (per cui il nonno, l’uomo più ricco del mondo, non avrebbe messo a disposizione un solo penny, la prima richiesta fu di 17 milioni di dollari, avendone altri 14 di nipoti chissà come sarebbe stato per lui il futuro!) nel luglio del 1973 – era il tempo dei figli dei fiori, dell’amore libero e della droga a gogò – ad opera dell’ndrangheta. La parte dell’eroe positivo va alla madre del ragazzo che lotta con ogni mezzo per la sua libertà mentre il negoziatore con i delinquenti è il paratone Wahlberg. Durata 132 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

Vi presento Christopher Robin – Drammatico. Regia di Simon Curtis, con Domhnall Gleeson, Margot Robbie e Kelly MacDonald. A.A. Milne, l’inventore delle storie che hanno come protagonista l’orsetto Winnie The Pooh, dopo aver combattuto nel 1916 la battaglia della Somme e aver visto coi i propri occhi di uomo e di combattente tutte quelle vittime lasciate sul terreno, fece ritorno a casa in stato di shock, incapace di inventare vicenda che portassero il sorriso. Solo dopo molto tempo, ritiratosi in campagna con il figlio Robin, tornò a scrivere dando vita al personaggio e alle storie che lo consacrarono al successo. Durata 107 minuti. (Ambrosio sala 2, Uci)

 

Wonder – Drammatico. Regia di Stephen Chbosky, con Julia Roberts, Owen Wilson e Jacob Tremblay. Auggie è un bambino di dieci anni, una malformazione cranio facciale ha fatto sì che non abbia mai frequentato la scuola. Quando i genitori prendono la decisione che è venuta davvero l’ora di affrontare il mondo degli altri, per il ragazzino non sarà facile. Al tavolo di Auggie, in refettorio, nessuno prende posto, un gruppetto di compagni continua a divertirsi a prendere in giro il suo aspetto. Poi qualcuno comunicherà ad apprezzarlo e ad avvicinarsi a lui. Durata 113 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Groucho, Lux sala 3, Massimo sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Mihajlovic esonerato da Cairo, arriva Mazzarri

Sinisa Mihajlovic è stato ufficialmente esonerato dopo la sconfitta con la Juventus di ieri sera.  L’annuncio è apparso sul sito del Torino: “A Sinisa e al suo staff  i ringraziamenti per l’impegno e per la passione dimostrati in questi 18 mesi in granata”. Il presidente granata Urbano Cairo ha  la decisione nella notte a fronte degli scarsi  risultati in campionato che hanno allontanato il Toro dalle prime sei posizioni e dalla zona Europa League. Mihajlovic dopo la sua espulsione dal campo per la sua protesta contro il secondo gol juventino non si era  presentato in sala stampa, dove si era fatto sostituire dal  vice Attilio Lombardo. Il Toro e Walter Mazzarri hanno intanto trovato l’accordo. L’allenatore, l’11° del Torino,  chiedeva un ingaggio per un periodo più lungo rispetto a quello proposto dalla società  granata. Il contratto durerà così fino al 30 giugno 2020.

 

(foto: Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

Muore fattorino aggredito da tre cani

DALLA SICILIA

L’autopsia chiarirà le cause del decesso di un fattorino di una ditta di spedizioni, Agatino Zuccaro, di 56 anni di Catania. L’uomo è stato aggredito da tre cani in un agriturismo in contrada Pagliarello, a Portopalo di Capo passero (Sr). La vittima,  il cui corpo è stato ritrovato a terra privo di vita, potrebbe essere morto per le ferite riportate in tutto il corpo, in particolare alle braccia e alle gambe, causate dai morsi dei cani di razza Corso che si trovavano nella proprietà. In base alle ricostruzioni il malcapitato, a bordo del camioncino della ditta, sarebbe entrato nella proprietà, dove avrebbe cercato i proprietari per consegnare un pacco, ma una volta sceso  sarebbe stato aggredito dai cani.

 

(foto archivio)

Influenza, il picco è arrivato. 200 mila piemontesi colpiti, disagi al pronto soccorso

I più colpiti in assoluto sono i bambini  (34 su 1000) che riscontrano i classici  sintomi influenzali, febbre alta, tosse e fastidioso  raffreddore

 

Mentre impazza la polemica politica in Regione per le code ai pronto soccorso piemontesi (particolarmente critiche con la Giunta Chiamparino la vicepresidente del Consiglio regionale, Daniela Ruffino di FI e l’ex pentastellata Stefania Batzella) si stima siano  70 mila i piemontesi influenzati negli ultimi giorni  e oltre  200 mila da quando  l’epidemia stagionale di influenza si è sviluppata. I più colpiti in assoluto sono i bambini  (34 su 1000) che riscontrano i classici  sintomi influenzali, febbre alta, tosse e fastidioso  raffreddore. I contagiati adulti sono  invece 15 su mille: la media nazionale è di 11 casi ogni 1000. A proposito delle code nei pronto soccorso piemontesi la consigliera Batzella osserva. “La carenza di personale sta mettendo in ginocchio la sanità, come dimostrato dalla prevedibile emergenza legata al picco influenzale di questo periodo, che vede i pronto soccorso sovraffollati. Ma l’unico a non accorgersene è l’assessore, che pare avere un’idea della realtà ospedaliera che non corrisponde al vero. All’Asl To4 (Ciriè, Chivasso, Cuorgné, Ivrea) la situazione è addirittura esplosiva”. Rincara la dose Ruffino: “La sanità piemontese è malata a causa dei tagli e della carenza di personale, e i cittadini sono sfiniti da code e liste d’attesa. Il Piano sanitario  non regge. L’avvio delle case della salute pare fermo al palo. Sono state fatte tante promesse di assunzioni ma i medici continuano a protestare per la mancanza di personale. Gli operatori sono logorati dalla profusione di parole e vivono nella tensione”.