Ottobre 2017- Pagina 6

Scuola di Applicazione, giurano gli ufficiali

Gli ufficiali del 197° corso “Tenacia” hanno pronunciato questa mattina a Palazzo Arsenale la formula del giuramento di fedeltà alle istituzioni della Repubblica Italiana. Un atto che, fra l’altro, sancisce il passaggio formale dallo status di allievo a quello di ufficiale. In uniforme storica e con i simboli propri della categoria della quale sono entrati a far parte, la sciarpa azzurra e la sciabola, i 118 Sottotenenti dell’Esercito hanno giurato individualmente al cospetto della Bandiera d’Istituto della Scuola di Applicazione dell’Esercito. Alla cerimonia presieduta dal Comandante del Reparto Corsi, Generale di Divisione Flaviano Godio hanno preso parte una rappresentanza del quadro permanente della Scuola, i familiari, amici dei giovani Sottotenenti e tre colleghi stranieri provenienti da Afghanistan, Perù e Somalia. Il Generale Godio rivolgendosi ai presenti  ha sottolineato: “la solennità di un atto che impegna l’individuo, il cittadino e il soldato in primis di fronte alla propria coscienza”. “Una promessa” ha chiosato l’alto ufficiale “da mantenere a tutti i costi, in ogni circostanza e se necessario sino al supremo sacrificio, quello della vita”. Gli Ufficiali del 197°, fra di loro 9 donne, appartengono per il 57% alle Armi di Fanteria, Cavalleria e Artiglieria. Il restante 43% indossa le mostreggiature del Genio, delle Trasmissioni, dei Trasporti e Materiali, del Commissariato. Di età compresa fra i 20 e i 24 anni, provenienti da tutte le regioni d’Italia ma con prevalenza nord e sud della penisola, le ragazze e i ragazzi del 197° “Tenacia” resteranno a Torino per i tre anni necessari a conseguire le lauree triennale e specialistica in Scienze Strategiche presso l’ateneo subalpino. Successivamente saranno assegnati alle diverse unità dell’Esercito dislocate su tutto il territorio nazionale.

La stagione agonistica del nuoto si apre con la prima tappa della Coppa Tokyo

Si avvicina l’inizio della nuova stagione agonistica di nuoto. Sabato 28 e domenica 29 ottobre il Palazzo del Nuoto di Torino ospitera’ la prima tappa della Coppa Tokyo Winter Edition, manifestazione inaugurale di un calendario decisamente ricco di appuntamenti. Il Comitato Regionale FIN Piemonte e Valle d’Aosta parte dunque con la Coppa Tokyo, tradizionale meeting – assoluto e in vasca corta – che per moltissimi atleti rappresenta un importante banco di prova in vista di campionati regionali e gare nazionali. La prima di queste sara’ venerdi’ 1 e sabato 2 dicembre a Riccione e sara’ il Campionato Italiano Assoluto, quest’anno in vasca da 25 metri in preparazione agli Europei in vasca corta, a Copenaghen dal 13 al 17 dicembre.La Coppa Tokyo del week end si svolgera’ su quattro turni di gara con il seguente programma:

 

– sabato mattina a partire dalle 9.30: 100 mx F / 400 sl M / 50 do F / 50 fa M / 200 sl F / 50 ra M / 100 ra F / 400 mx M / 100 fa F

– sabato pomeriggio a partire dalle 15.30: 200 fa M / 200 do F / 200 ra M / 50 sl F / 100 do M / 200 mx F / 100 sl M / 800 sl F+M

– domenica mattina a partire dalle 9.30: 100 mx M / 400 sl F / 50 do M / 50 fa F / 200 sl M / 50 ra F / 100 ra M / 400 mx F / 100 fa M

– domenica pomeriggio a partire dalle 15.30: 200 fa F / 200 do M / 200 ra F / 50 sl M / 100 do F / 200 mx M / 100 sl F / 1500 sl F+M

 

20 le societa’ rappresentate, per un totale di 755 atleti, equamente divisi tra maschi e femmine, e oltre 2600 presenze gara. Ai blocchi di partenza Rari Nantes Torino, Sisport Spa, Polisportiva Ovest Ticino, Centro Nuoto Nichelino, Asti Nuoto, Aosta Nuoto, Nuotatori Canavesani, Centro Nuoto Torino, Libertas Nuoto Chivasso, Dynamic Sport, Aquatica Torino, Vivisport UISP Fossano, Dnamica, Sa-Fa 2000 Torino, Libertas Team Novara, NC Montecarlo Casale Monferrato, CSR Granda, OASI Laura Vicuna Rivalta, Blu Sport Orbassano e Dinamica Sport.

 

Novita’ della Coppa Tokyo Winter Edition 2017/2018 e’ l’introduzione dei 100 misti, specialita’ che e’ stata inserita nel programma di gara del Campionato Assoluto in vasca corta e pertanto ripresa anche in ambito regionale. Dopo la tappa del week end la manifestazione proseguira’ con altre tre prove, in programma il 18-19 novembre, 13-14 gennaio e 3-4 febbraio.

 

Si segnala inoltre che domenica 29 ottobre si correra’ la Maratona di Torino (la partenza della corsa e’ alle 9.30 in piazza San Carlo), di conseguenza alcune strade della citta’ e dei comuni di Moncalieri, Nichelino e Beinasco potranno essere bloccate per buona parte della mattinata e nel primo pomeriggio. A questo link il percorso della Maratona; nel caso uscisse comunicazione ufficiale delle strade bloccate (con relativi orari) provvederemo a comunicarlo tempestivamente.

 

Tutti i dettagli sulla prima tappa della Coppa Tokyo Winter Edition a questo link

Ecco il nuovo Collegio Carlo Alberto dieci anni dopo

È stata inaugurata oggi la nuova sede dell’ente strumentale della Compagnia di San Paolo che si occupa di ricerca e alta formazione in economia, diritto, scienze politiche e sociali

Dopo oltre dieci anni di abbandono, l’edificio è tornato a nuova vita grazie all’intervento della Compagnia di San Paolo, che ha in primo luogo acquistato la struttura per un costo complessivo di 10,6milioni di euro e ha poi avviato una profonda ristrutturazione, curata da una cordata di architetti e ingegneri che fa capo a Isolarchitetti S.r.l. L’operazione di restauro dell’edificio, sotto il vincolo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della città metropolitana di Torino, è durata due anni e ha avuto un costo complessivo di 10,5 milioni di euro. “Il restauro degli oltre 5mila metri quadrati del palazzo di Piazza Arbarello rappresenta l’ultimo tassello di un disegno più ampio della Compagnia di San Paolo nel centro storico della nostra città.– ha dichiarato Francesco Profumo, presidente della Fondazione torinese – “L’area interessata dai nostri interventi parte da corso Palestro, con il restauro dei Quartieri Militari Juvarriani dove si è insediato il Polo del 900 – e dove la Compagnia ha investito 6,5 milioni di euro – comprende il recupero del complesso del Collegio degli Artigianelli (1 milione di euro), dove è appena stato inaugurato il teatro diretto da Arturo Brachetti Le Musichall. A questi interventi vanno sommati quelli per i restauri delle 13 chiese del Quadrilatero Romano con un investimento di oltre 9,5milioni di euro. La Compagnia ha stanziato 38,1 milioni di euro a favore di progetti di recupero e valorizzazione del centro storico di Torino, escludendo gli interventi sul patrimonio museale e monumentale della medesima zona della città”. “Il Collegio Carlo Alberto rappresenta un’eccellenza nel mondo della ricerca economica, sociale e giuridica, ma è anche uno snodo internazionale per la formazione di giovani talenti che arrivano a Torino tutto il mondo. La nostra ambizione è quella di aprirci ulteriormente a collaborazioni internazionali, con programmi di ricerca fondati sull’analisi teorica e che servano anche a disegnare policy in diversi campi. Possiamo definire il Collegio l’incubatore scientifico di alcune delle più recenti riforme, come quella del sistema pensionistico, necessaria a evitare un probabile default del nostro debito pubblico, e il Jobs Act. Ora con l’inaugurazione della nuova sede a Torino puntiamo a diventare anche un punto di riferimento nel dibattito economico e culturale della città” ha dichiarato il Presidente del Collegio Carlo Alberto, Pietro Terna.  Oltre alla ricerca e alla didattica, il Collegio Carlo Alberto punta ad aprirsi alla divulgazione scientifica.Le principali aree di studio del Collegio Carlo Alberto riguardano l’economia politica, la finanza e le politiche pubbliche e sono portate avanti con un approccio interdisciplinare. Mutamenti demografici, migrazioni, ma anche welfare e l’evoluzione della famiglia e del lavoro sono alcuni dei temi che vengono affrontati dai ricercatori e dai docenti del Carlo Alberto, temi che ormai sono diventati di stringente attualità non solo nell’agenda politica europea, ma anche nella nostra quotidianità.

I LAVORI DI RESTAURO

I lavori hanno riguardato sia l’interno sia l’esterno dell’edificio. All’esterno sono stati riportati all’antico splendore la facciata, i serramenti, i colori e il portone originali del palazzo, che risale alla seconda metà dell’Ottocento e che nel 1930 acquisì il suo assetto definitivo, grazie al progetto dell’ingegnere Enrico Bonicelli, ideatore a Torino della Promotrice delle Belle Arti.  All’interno il progetto di recupero del palazzo ha coniugato il rispetto filologico delle parti storiche con le più moderne tecnologie green. La ristrutturazione, infatti, ha seguito i parametri Leed (Leadership in Energy and Enviromental Design) dell’ente di certificazione internazionale Green Building Council, massimo riferimento in edilizia per l’efficienza energetica. Si tratta di parametri che non erano mai stati applicati in Italia nella ristrutturazione di un edificio storico e che quindi fanno del nuovo Carlo Alberto un caso di studio. Riportata alla sua antica struttura ad archi e ricoperta da un tetto in vetro, come era all’origine nel progetto degli anni Trenta del secolo scorso, l’ex aula magna al piano terra è diventata la Common Room, una sorta di agorà per lo scambio di idee e progetti, uno spazio modulabile a seconda delle esigenze di ricercatori e allievi. L’attuale aula magna invece è una sala ipogea, che originariamente non esisteva e che è stata ricavata, sotto la Common Room. Si tratta di un moderno auditorium, con 150 posti a sedere, che può essere collegato in video conferenza sia con la Common Room sia con le aule della didattica. Aule che sono in tutto cinque, tutte al piano terreno, tranne la cosiddetta aula lignea, al secondo piano, dove sono stati restaurati i banchi in legno, la pedana con la cattedra e le lavagne antiche di quella che un tempo era l’aula di merceologia, i cui arredi testimoniano le antiche fattezze del palazzo.  La facciata di via Assarotti sul retro del palazzo è stata demolita e ricostruita, secondo il disegno originale. Il palazzo infatti negli anni Cinquanta, a causa dei danni subiti sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale, era stato ritoccato, ma senza rispettare le forme originali. All’interno, su via Assarotti, un nuovo corpo scale, in struttura metallica, collega tutti i piani, eccetto il terzo, e fornisce un accesso diretto all’aula magna.

Piemonte, montagne in fiamme: la Regione chiede lo stato di calamità

Il presidente della Regione Piemonte, Chiamparino, assieme alla Giunta, ha incontrato poco fa Sergio Pirone, comandante Corpo Volontari A.I.B Regione Piemonte, Cristina Ricaldone, responsabile Area Incendi Boschivi del settore Protezione Civile Regione Piemonte, Franco Licini, dirigente Settore Protezione Civile della Regione Piemonte.  Dall’incontro è emerso che, dal 10 ottobre – quando è cominciato lo stato di massima allerta- sono state impiegate più di 2mila unità di personale e più di 500 mezzi. Al momento attuale sono oltre 2190 i volontari A.I.B., oltre a VVFF e protezione civile, presenti sui luoghi interessati, impiegati su 3 turni giorno e notte a presenza costante.  Purtroppo non si prevede un miglioramento significativo delle condizioni e resta lo stato di massima allerta fino a tutta la settimana entrante, una situazione che rende necessario mantenere la massima presenza di mezzi e persone. E’ stata a questo proposito formalizzata in giunta la copertura finanziaria atta a garantirla.  Il fronte complessivo di fuoco è di decine e decine di chilometri,  e migliaia di ettari di bosco bruciato, concentrati fra Valle Stura, Val Varaita, Pinerolese,  Val di Susa e Locana. Le forze di intervento operano con il criterio di isolare l’incendio, che non è solo nel torinese ma anche nel cuneese. In alta Val Stura è stato interrotto il traffico sulla statale del Colle della Maddalena. Le priorità di intervento riguardano l’incolumità delle persone, delle case, delle infrastrutture, degli animali e infine del bosco: da questo punto di vista, è chiaro che l’operatività dei mezzi è decisa dalla centrale operativa sulla base di criteri tecnici e di contesto, in ottica di gestione delle priorità dell’evento, non in base a richieste politiche o amministrative. “Sindaci e comunità – commenta Chiamparino – devono avere la tranquillità di essere in mano a un sistema integrato e coordinato che ha sempre funzionato, sta funzionando e funzionerà.  E’ stato inoltre formalizzato l’avvio della procedura di richiesta dello stato di calamità, che potrà concretizzarsi solo quando sarà possibile fare la stima dei danni. Ci permettiamo di sottolineare la necessità di una grande attenzione da parte del sistema delle Forze dell’Ordine, non tanto nell’attività operativa anti-incendio, ma in quella di prevenzione perchè c’è il sospetto che questa situazione possa dare adito a gesti dolosi che possano aumentare il fronte di intervento”.  Per quanto riguarda la qualità dell’aria, si legge nella nota della Regione ” è evidente che, bruciando boschi su aree così vaste, gli effetti sull’aria si sentono e provocano sensazioni sgradevoli e comprensibili preoccupazioni nella popolazione. Ma l’ARPA sta monitorando la situazione, e dal momento che brucia materiale vegetale non c’è propagazione di sostanze tossiche. Non sottovalutiamo gli effetti, ma il monitoraggio è attivo e costante”. 

Chivasso: contro il declino azione o attesa?

Al Sindaco, agli Assessori, ai Consiglieri di maggioranza, al Presidente del Consiglio del Comune di Chivasso

 

 

Pensiamo che anche voi amministratori siate d’accordo sul fatto che il principale compito di un’amministrazione comunale sia contrastare il declino economico e sociale della città che amministra. Ed è fin troppo evidente la situazione critica di Chivasso dove i negozi chiudono e gli immobili sono in svendita a prezzi sempre più bassi. Questo trend gravemente negativo non può essere invertito dal rifacimento di vie, incroci e marciapiedi, né da piccole manifestazioni ed eventi commerciali, né dall’insediamento di supermercati: serve un progetto di ampio respiro per far ripartire la città. Questo progetto non può essere che lo sfruttamento della posizione strategica di Chivasso all’incrocio di strade e ferrovie con la stazione di interscambio con l’alta velocità in grado di far diventare la città il nodo principale delle comunicazioni per Canavese, Monferrato ed Ovest Vercellese sull’asse Torino-Milano. Questo è il volano indispensabile per far ripartire l’economia cittadina ed arrestare il grave declino di Chivasso. Noi lo sosteniamo da 5 anni e da 5 anni attendiamo che l’amministrazione chivassese si mobiliti su questo progetto con energia, determinazione e costanza: il che significa investire qualche decina di migliaia di euro per far realizzare da una ditta specializzata uno studio di fattibilità, con cui cominciare il percorso politico e coinvolgere le istituzioni e le associazioni di categoria, creando un gruppo di lavoro tecnico e politico che persegua l’obiettivo con forza e continuità. Certo è una strada in salita ma è l’unica strada che può dare un futuro a Chivasso, ai suoi giovani ed al suo tessuto imprenditoriale. Più si aspetta ad intraprendere questa strada con la necessaria determinazione e più si aggraverà il declino economico e sociale di Chivasso. Mettiamo a disposizione, da usare come punto di partenza per lo studio di fattibilità, il materiale da noi prodotto e reperibile a questi link: http://www.portadelcanavese.it http://www.chivassese.it/documenti/baciniFerroviaToMi.pdf http://www.chivassese.it/documenti/StazionePortaCanaveseMonferrato.pdf http://www.chivassese.it/trasporti.pdf http://www.chivassese.it/documenti/ProgettoMetro.pdf A questo punto vogliamo sapere che cosa l’amministrazione intende realmente fare: limitarsi a sperare che la stazione si faccia, lasciando la città al suo declino, o prendere l’iniziativa con un serio studio di fattibilità ed il concreto avvio di un gruppo di lavoro tecnico e politico? Si sono già persi 5 anni a furia di temporeggiare e la crisi di Chivasso si è purtroppo aggravata. Cordiali Saluti

 

 

Il presidente dell’

Associazione culturale Identità Comune  Chivasso

Carlo Fontana

Incendi, salvi i vigili del fuoco isolati. E le polveri sottili si impennano a Torino

Erano rimasti isolati nella notte nel territorio in fiamme nel comune di Mompantero, in Val di Susa, una ventina di vigli del fuoco che stavano tentando di spegnere i roghi scoppiati nei boschi. L’incendio li circondava e solo nella mattinata i loro colleghi, riuscendo a  creare un varco tra le fiamme  li hanno liberati. Intanto a Torino il livello delle Pm10, le polveri sottili inquinanti è quadruplicato fino a raggiungere il valore di 199 microgrammi per metro cubo rispetto al massimo consentito per legge di 50, proprio a causa della caligine che ha coperto il cielo creando una cappa sulla città. Nella foto piccola (di Fmb) l’autostrada Torino-Bardonecchia lambita dalle fiamme. Roghi anche nella collina torinese a Pecetto, mentre alcune borgate della Valle di Susa vengono evacuate per precauzione. La Regione Piemonte chiederà probabilmente lo stato di calamità.

 

 

 

 

(foto grande: Valerio Minato)

Quattro tazzine di caffè al dì e vivi di pìù

27 e 28 Ottobre 2017 dalle ore 8.30 al Centro Congressi Unione Industriale

XXIX GIORNATE CARDIOLOGICHE TORINESI ADVANCES IN CARDIAC ARRHYTMIAS and GREAT INNOVATIONS IN CARDIOLOGY”

 

  • In passato demonizzato dal mondo medico, oggi salva cuore: gli insospettabili effetti positivi del caffè
  • La prevenzione salva più vite rispetto a qualsiasi terapia. Più della metà dei fattori di rischio sono determinati da stili di vita errati
  • Le novità terapeutiche per scongiurare la morte improvvisa

 

Quattro o cinque tazzine di caffè al giorno riducono la mortalità cardiovascolare. Questa ed altre novità inaspettate saranno trattate nelle due Giornate torinesi che vedono riuniti i più eminenti esperti italiani ed internazionali per parlare della salute del cuore.

A Torino, il 27 e 28 ottobre, le XXIX Giornate Cardiologiche Torinesi “Advances in Cardiac Arrhythmias and Great innovations in Cardiology” presso il Centro Congressi Unione Industriale ospiteranno i cardiologi della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota) per discutere dei risultati dei più recenti studi, ricerche ed esperienze sul campo. Presenti anche i maggiori esperti europei, provenienti da Germania, Francia e Svizzera. L’evento, diventato ormai un polo d’interesse per la cardiologia mondiale, è organizzato e diretto da Fiorenzo Gaita, Direttore della Cattedra di Cardiologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino e Direttore della Cardiologia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, e Sebastiano Marra, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare del Maria Pia Hospital di Torino. E i numeri parlano: otre 600 partecipanti tra medici ed operatori, 100 relatori, innumerevoli temi affrontati. Quest’anno, il Meeting è incentrato sulla prevenzione; forte degli eccezionali risultati di studi condotti prevalentemente in Europa e Stati Uniti, il trend è sempre più quello di prevenire, ossia fare in modo che ci si ammali di meno. Negli ultimi 30 anni la mortalità per cause cardiovascolari si è dimezzata. Analizzando le cause di tale diminuzione, i ricercatori hanno rilevato che in gran parte è dovuta alla correzione dei fattori di rischio.

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Certamente possiamo affermare che negli ultimi vent’anni abbiamo a disposizione nuovi farmaci, nuove tecniche chirurgiche, che indubbiamente hanno ridotto la mortalità, ma per ¾ il merito è della prevenzione – spiega il dottor Sebastiano Marraed è principalmente su questo fattore che noi medici dobbiamo impegnarci”. Un principio che dà i risultati più incoraggianti in Europa. Non si può affermare lo stesso in altri Paesi: in Cina accade il contrario grazie ad un’espansione economica che sta portando nel dimenticatoio i principi sani di un corretto stile di vita. Mentre in America sono aumentati i diabetici, gli obesi ed i sedentari, in Cina sono aumentati i soggetti con pressione alta ed i fumatori. “La mortalità a livello mondiale sta diminuendo grazie ad una nuova consapevolezza sui fattori di rischio. In questo Congresso iniziamo a ragionare in termini di eticità, rispetto dell’individuo, riduzione dell’impatto della malattia nella nostra società”. Ma oltre alla coscienza dei fattori di rischio, altro punto determinante è la conoscenza di ciò che fa bene alla salute del nostro cuore e dell’organismo in generale. In questo senso la novità più interessante, e per molti versi inaspettata, è costituita dal caffè. “Tre imponenti lavori, una metanalisi (tecnica clinico-statistica che genera un unico dato conclusivo da più studi su uno stesso argomento) e due importanti ricerche, hanno dimostrato gli effetti positivi del caffè indipendentemente dalla caffeina – prosegue Marra -. Quattro o cinque tazzine di caffè al giorno, anche decaffeinato, riducono la mortalità cardiovascolare in follow up che vanno da 10 a 18 anni. A lungo termine, bere caffè ha un effetto positivo. Il lavoro di metanalisi condotto negli Stati Uniti rileva che anche la mortalità per tumore viene significativamente ridotta. Il risultato non è legato alla presenza di caffeina, ma alle sostanze antiossidanti che sono contenute nel chicco di caffè. Il chicco di caffè è la sostanza con più antiossidanti esistente in natura”. Si potrebbe obiettare che il caffè ecciti, agiti e provochi insonnia. Ma a quanto pare anche questi sono luoghi comuni sfatati dalla ricerca. “Esistono dati su oltre 10mila individui che rivelano che chi assume caffè – su lungo periodo – ha meno ansia, dorme meglio, non ha la pressione più alta rispetto a chi non lo beve. Uno studio francese che ha analizzato oltre 200mila persone, su un periodo di 8-10 anni, riferisce dati positivi sulla mortalità. I dati piemontesi confermano che chi beve caffè ha un umore migliore, meno ansia, riposa meglio, non ha pressione o colesterolo più alti”. Analoghi effetti positivi sulla salute del cuore, seppur di più lieve entità, si riconducono all’assunzione di cioccolato fondente all’85-90%.

 

In primo piano la prevenzione della morte improvvisa.

 

Come sempre, il Meeting avrà come temi centrali le novità provenienti dai cardiologi americani e da quelli torinesi sull’interventistica. “Solo in Italia, ogni anno, 50mila persone muoiono improvvisamente, vale a dire più di 130 morti al giorno senza che si possa intervenire. – afferma il professor Fiorenzo Gaita – E’ una grossa battaglia che si cerca di portare avanti con vari mezzi “. E prosegue Forse non tutti sanno che l’Italia è, tra i Paesi occidentali, con poche altre nazioni, all’avanguardia nella prevenzione della morte improvvisa con un 90% di riduzione della mortalità negli atleti sottoposti a screening adeguato. Alle Molinette stiamo utilizzando tecniche interventistiche sempre più innovative, tese a prevenire l’evento fatale in soggetti con predisposizione, ad esempio su pazienti con malattie genetiche che possono condurre ad aritmie maligne ed a morte improvvisa anche nei giovani”.

 

  • IL DECALOGO SALVACUORE
  • Smettere di fumare
  • Camminare di più
  • Tenere sotto controllo il peso corporeo
  • Alimentarsi meglio, con cibi più sani
  • Controllare periodicamente colesterolo e glicemia prima che diventi diabete e monitorare la pressione sanguigna            
  • Diminuire la quantità di sale nel cibo
  • Bere caffè fino a 4-5 tazzine al giorno
  • Mangiare cacao fondente (non cioccolato dolce)
  • Dormire un numero adeguato di ore
  • Ridurre lo stress

“Paesaggi d’ombra”. Mostra di Bruno Missieri al Brunitoio di Ghiffa (Vb)

Si inaugurerà Sabato 4 novembre  alle ore 17.30 presso la Sala Esposizioni Panizza di Ghiffa ( Vb), la mostra di Bruno Missieri “Paesaggi d’ombra”. L’evento è promosso dall’Officina di Incisione e Stampa in Ghiffa “il Brunitoio” e sarà curato dal critico Francesco Pagliari. Bruno Missieri, nato a Piacenza nel 1942,  risiede nella stessa città e a Castell’Arquato, in val d’Arda. Ha frequentato la Scuola d’ Arte “Felice Gazzola” di Piacenza dove, dal 1980 insegna Tecniche dell’ Incisione. Dal 1967 al 1976 ha frequentato lo studio del pittore-incisore Ettore Brighenti dove ha appreso la tecnica dell’ acquaforte. Nel 1970 si iscrisse all’appena istituito DAMS della Università di Bologna ma, in seguito, preferì frequentare  i Corsi Internazionali di  Grafica della “Accademia Raffaello” di Urbino con la guida di Renato Bruscaglia e Carlo Ceci. Oltre che ad una intensa attività artistica, Bruno Missieri si è dedicato all’ insegnamento dell’incisione e ha tenuto corsi di specializzazione a Piacenza, Venezia, Castell’Arquato, Milano, Portland (USA), Algeri e Urbino. La mostra sarà visitabile fino al 26 novembre, da giovedì a domenica , dalle 16.00 alle 19.00.

 
M. Tr.

Rivoluzione d’ottobre: la (pseudo) uguaglianza uccise la libertà

DI PIER FRANCO QUAGLIENI

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Secondo il calendario giuliano questi sono i giorni decisivi della Rivoluzione d’ Ottobre , che accadde secondo il calendario russo in novembre e di cui si ricorda il centenario quest’anno e stanno già incominciando le commemorazioni ed, a volte, anche le celebrazioni di un evento che certo ha modificato radicalmente la storia del ‘900 Ricordo che ogni anno il Pci torinese , per tanti anni, celebrò quella data con una grande manifestazione al teatro Alfieri.A Mosca le celebrazioni erano molto solenni con parate militari nello spirito più puro del militarismo sovietico che oggi sopravvive solo nel regime nord coreano.  Non credo che il Pd attuale celebrerà il centenario e mi stupirei se accadesse.  Sicuramente la sinistra cosiddetta radicale e gli ex PD coglieranno l’occasione per ribadire il loro ideologismo che appare particolarmente stantio in un quadro storico nel quale quella Rivoluzione perse “la spinta propulsiva”, come disse Enrico Berlinguer,  già molti anni prima del crollo del Muro di Berlino. Ma oggi quella Rivoluzione che segnò anche la fine dei Romanoff con un bagno di sangue davvero selvaggio,va vista con il distacco dei cent’anni e ne va confutata in primis proprio la spinta propulsiva liberatrice che indusse in errore anche Gobetti il quale parlo ‘ di una rivoluzione liberale riferendosi alla Rivoluzione d’Ottobre .  Sicuramente c’è un tratto che lega la Rivoluzione leninista russa con il giacobinismo della Rivoluzione francese che finì di far naufragare gli ideali della liberté e della fraternitè a colpi di ghigliottina e di terrore,in nome di una egalité che si rivelò già nel 1700 un ‘utopia, se vogliamo ,generosa,ma impossibile da realizzare in una regime liberale. Le parole critiche di Tocqueville sulla Rivoluzione si potrebbero adattare alla Rivoluzione russa.

 

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François Furet ha scritto pagine conclusive sul nesso stretto che lega il terrore robesperriano a quello leninista.Un terrore non meno feroce in Trotzkij e portato alle estreme conseguenze da Stalin che prosegui l’opera di Lenin e non fu invece,come venne affermato erroneamente,colui che fece naufragare la Rivoluzione nel totalitarismo soffocatore di ogni dignità umana e di ogni libertà .Tutta la Rivoluzione, nel suo insieme infatti , fu un che di mostruoso che non trova giustificazione neppure nel regime tirannico zarista che stava ,sia pure molto lentamente, evolvendosi. Il fatto delle sconfitte dell’esercito russo nella Grande Guerra – una sorta di immenso suicidio collettivo europeo -fu l’elemento che consentì ai bolscevichi, guidati da Lenin, la Rivoluzione che travolse anche la Chiesa ortodossa con l’instaurazione di un regime negatore di ogni libertà religiosa: all’”oppio dei popoli “ religioso venne sostituito un oppio politico che impedì ogni libertà e ogni dissenso nell’impero sovietico. L’ateismo di Stato travolse ogni idea di laicità dello Stato propria del liberalismo. L’idea di Lenin e di Stalin non fu solo quella di una rivoluzione sociale,ma di “una purificazione” della Russia in maniera ancora più radicale di quella tentata in Francia dai giacobini. Solo apparentemente in Russia si creò un regime ispirato ai valori della giustizia sociale perché le élites rivoluzionarie si sostituirono al popolo che non sarebbe stato comunque pronto a vivere l’esperienza dei Soviet.La Russia era un paese agricolo arretrato e quell’esperienza sovietica era applicabile solo attraverso l’uso della forza e non certo con l’esercizio della democrazia ,incompatibile con il partito unico.Con l’abolizione della proprietà privata venne anche requisita ogni forma di libertà e la tragedia dei gulag non fu un momento eccezionale di quel regime,ma il naturale sbocco di scelte già annunciate con le cannonate dell’”Aurora” a San Pietroburgo .Non si tratto’ di una cattiva lettura del marxismo ,ma di una applicazione burocratica dei suoi principi.Non ci furono degenerazioni con Stalin se non molto parziali perché tutto era già insito nel marxismo leninista.

 

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Con la Rivoluzione venne travolta con solo la dinastia dei Romanoff,ma anche la grande Russia umanitaria di Tolstoj. Mia moglie, di origini russe, ha avuto il nonno e l’intera famiglia massacrata dai bolscevichi e i racconti di mio suocero sono una testimonianza che lui non volle mai scrivere,ma che invece resta un qualcosa di importante.  In Italia ci fu chi già nel 1917 e soprattutto dopo la fine della Prima Guerra mondiale si lasciò infatuare dalla Rivoluzione russa che portò ad uno spirito sovversivo pseudo rivoluzionario che paradossalmente favorì il fascismo.  Un Paese vittorioso fu preda dell’ingovernabilità e di una vera e propria guerra civile in cui il fascismo prevalse.  Vanno rilette le pagine di Ernest Nolte che collegano la genesi dei fascismi europei con la nascita della Russia sovietica.Il ragionamento di Nolte e’ forse ,diciamo così ,troppo drasticamente teutonico,ma un fondo di verità c’è sicuramente nel vedere l’inizio delle tragedie europee nella Rivoluzione sovietica. > L’utopia collettivistica, imposta con la violenza, che si fa Stato con l’esplicito programma di liberare tutto il mondo del proletariato ,abbattendo gli Stati borghesi oppressivi,ha provocato danni immensi proprio ai valori e ai diritti umani più elementari che sono stati schiacciati in URSS e in tutti i paesi comunisti.  Uno scrittore forse un po’ retorico ha detto che la falce rivoluzionaria ha mietuto più teste che spighe e il martello ha forgiato più spade che aratri.La realtà resta tuttavia quella,malgrado quel simbolo abbia entusiasmato milioni di uomini che lo hanno anche erroneamente identificato, sull’onda della propaganda, come emblema di pace. Con il regime instaurato in Russia cent’anni fa venne compromessa la libertà economica e la libertà politica,quest’ultima garantita almeno parzialmente nelle odiate democrazie occidentali potenzialmente votate al fascismo, secondo una vulgata marxista rimasta in voga per decenni.  

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La storia, con la caduta del Muro nel novembre 1989, ha reso giustizia ed ha fatto risaltare le ragioni ed i torti, senza possibilità di errore, del regime sovietico. Aveva ragione Norberto Bobbio quando scriveva che la caduta del regime socialista in URSS lasciava inalterato ed irrisolto il problema della eguaglianza tra gli uomini e della giustizia sociale più in generale,anche se il socialismo democratico europeo aveva fatto dei grandi passi verso una società libera più giusta in termini sociali. Ad affermare i valori del’eguaglianza in effetti era stato il Vangelo e non Lenin ,anche se l’eguaglianza non può essere intesa come livellamento forzato negatore di ogni libertà individuale,ma va vista come tutela della dignità umana di tutti e come eguaglianza nei punti di partenza nel senso di offrire a tutti eguali potenzialità di sviluppo e di piena realizzazione della propria vita . Nicola Tranfaglia all’indomani dalla caduta del Muro scrisse che il socialismo, dopo l’esperienza sovietica, tornava ad essere un’ utopia: il massimo disconoscimento possibile per un socialismo che Marx definiva scientifico,opponendolo ai socialismi utopistici premarxisti. In effetti fu l’interpretazione leninista del marxismo a rendere la dottrina marxista capace di realizzare una rivoluzione in un paese dove Marx non avrebbe mai pensato che si potesse realizzare. Marx guardava ai paesi industrialmente avanzati, Lenin realizzò la rivoluzione in uno dei paesi più arretrati, così come Mao fece in Cina.Marx in fondo fu un filosofo e un economista, ma non un agitatore politico e tanto meno un rivoluzionario. Pensiero ed azione in lui restarono separati. In Lenin si fusero creando uno strumento politico -rivoluzionario destinato a segnare un secolo considerato “breve” proprio perché collegato con la nascita, lo sviluppo e la fine di quella Rivoluzione del 1917.

quaglieni@gmail.com

“Luci d’artista” edizione XX, la città diventa museo a cielo aperto in attesa del Natale

Da venerdì  27 ottobre, giorno dell’inaugurazione, al 14 gennaio 2018 Torino si trasformerà nuovamente in un museo a cielo aperto. La collezione completa delle opere di Luci d’Artista – progetto della Città di Torino realizzato da IREN Energia Spa e Fondazione Teatro Regio Torino, con il sostegno di IREN, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Intesa Sanpaolo – che quest’anno celebra la XX edizione sarà allestita in un connubio perfetto di arte e luce su tutto il territorio cittadino. La festa per il ventennale, venerdì 27 ottobre, prenderà il via alle ore 16.30, nella sala conferenze della GAM (corso Galileo Ferraris, 30) con il convegno ‘Vent’anni di Luci d’Artista’ a cui parteciperanno alcuni degli artisti che hanno realizzato le opere in collezione come Mario Airò, Enrica Borghi, Marco Gastini, Piero Gilardi, Luigi Mainolfi e Luigi Stoisa. Dalla stessa ora la cerimonia per l’anniversario si svolgerà anche nell’area pedonale di via Di Nanni -tra piazza Sabotino e via Chiomonte – in Circoscrizione 3 . Qui, alle ore 19.30, con l’accensione dell’opera ‘Ancora una volta’ di Valerio Berruti e in contemporanea di tutte le altre installazioni si darà il via alla nuova edizione di Luci d’Artista.Negli 80 giorni di esposizione il pubblico potrà ammirare le 25 le opere d’arte contemporanea create dal 1997 a oggi, di cui 14 saranno posizionate nelle strade e piazze del centro storico e 11 nelle otto circoscrizioni.Torino è diventata città delle arti contemporanee e Luci d’Artista è uno dei progetti che l’ha resa tale a livello nazionale e internazionale. Infatti, se sono molte le città nel mondo che possono vantare numerose opere pubbliche, questa è l’unica ad avere realizzato, già alla fine del secolo scorso, un museo a cielo aperto con opere di luce.

 

La rassegna, progettata con l’obiettivo di portare l’arte fuori dagli spazi istituzionali, è stata ripetuta negli anni e ha permesso a tutti (non solo agli intenditori) una più facile conoscenza dei lavori di artisti di fama internazionale. Le Luci, infatti, sono diventate occasione di dialogo  tra il sistema dell’arte contemporanea e il grande pubblico. Portando la collezione nel tessuto urbano si è raggiunta così un’ampia fruizione dell’opera d’arte e sollecitato i cittadini a rapportarsi con essa con più confidenza.

www.comune.torino.it

Le ‘Luci’ che illumineranno il centro città saranno:

‘Cosmometrie’ di Mario Airò in piazza Carignano, schemi simbolici e geometrici proiettati sulla pavimentazione urbana; ‘Tappeto Volante’ di Daniel Buren in piazza Palazzo di Città, centinaia di cavi d’acciaio paralleli reggono una ‘scacchiera’ di lanterne cubiche basata su colori primari, il bianco il rosso e il blu (gli stessi della bandiera francese); ‘Volo su…’ di Francesco Casorati in via Garibaldi, un filo rosso in flex-neon sostenuto da sagome geometriche di uccelli fiabeschi; ‘Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime’ di Nicola De Maria in piazza San Carlo, lampioni tramutati in fiori luminosi; ‘Il Giardino Barocco Verticale’ di Richi Ferrero in via Alfieri 6 (Palazzo Valperga Galleani), leggere emissioni luminose che restituiscono alla memoria il segno caratteristico delle aree comuni di un giardino ormai scomparso; ‘L’energia che unisce si espande nel blu’ di Marco Gastini nella Galleria Umberto I (opera permanente), un intrigo di simboli e segni grafici di colore blu e rosso che si incontrano sul soffitto della galleria; ‘Planetario’ di Carmelo Giammello in via Roma, costellazioni disegnate da sottili tubi al neon che collegano globi di varie dimensioni e proporzioni;‘Migrazione (Climate Change)’ di Piero Gilardi nella Galleria San Federico, 12 sagome di pellicani applicati a una rete sospesa verticalmente, che si illuminano e si spengono gradualmente, seguendo un algoritmo di controllo; ‘Cultura=Capitale’ di Alfredo Jaar in piazza Carlo Alberto (opera permanente), un’equazione luminosa cultura=capitale che è un invito a pensare alla creatività e al sapere condivisi da tutti i cittadini come al vero patrimonio di un Paese;  ‘Luì e l’arte di andare nel bosco’ diLuigi Mainolfi in via Lagrange, la narrazione di una fiaba che si estende come una sequenza di frasi luminose ; ‘Il volo dei numeri’ di Mario Merz sulla Mole Antonelliana (opera permanente), sulla cupola il forte segnale luminoso è dato dal valore simbolico della sequenza della serie di Fibonacci dove ogni numero è la somma dei due precedenti;‘Concerto di parole’ di Mario Molinari in viale dei Partigiani (Giardini Reali), gigantesche sculture astratte, realizzate in polistirolo espanso, verniciate a vivaci colori e illuminate da potenti fari; ‘Vento Solare’ di Luigi Nervo in piazzetta Mollino, una grande sagoma luminosa legata alla cosmologia fantastica e ‘Palomar’ di Giulio Paolini in via Po, un antico atlante astronomico costellato da pianeti inscritti in forme geometriche che culmina nella sagoma di un acrobata in equilibrio su un cerchio.

Negli  spazi urbani delle circoscrizioni ci saranno:

in piazza Santa Rita (Circoscrizione 2) ‘L’amore non fa rumore’ di Domenico Luca Pannoli, mentre in piazzale Chiribiri (Circoscrizione 3), ‘My noon’ del tedesco Tobias Rehberger, il grande orologio luminoso che scandisce le ore in formato binario. Sempre alla 3, nell’area pedonale di via Di Nanni – tra piazza Sabotino e via Chiomonte – fluttuerà l’opera ‘Ancora una volta’ realizzata con materiali ecosostenibili e fonti luminose a basso consumo energetico dall’artista piemontese Valerio Berruti. Le figure rosse dell’opera ‘Noi’ di Luigi Stoisa si intrecceranno in via Cibrario, tra i corsi Svizzera e Tassoni (Circoscrizione 4). Nella Circoscrizione 5 saranno installate: in piazza Eugenio Montale ‘Ice cream light’ della berlinese di adozione Vanessa Safavi e, nell’area verde compresa tra le vie Vibò, Stradella e Conte di Roccavione, le panchine‘Illuminated Benches’ di Jeppe Hein. Le ‘Vele di Natale’ di Vasco Are, invece, aleggeranno in piazza Derna (Circoscrizione 6). Nel cielo di via Vanchiglia si vedranno riposizionate, dopo 19 anni, le ghiacciate ‘Palle di neve’ di Enrica Borghi, ideate dall’artista nel 1998  proprio per quella strada e, sempre in Circoscrizione 7, nella vivace piazza della Repubblica, sarà riaccesa ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto. All’entrata sud della città, nel laghetto di Italia ’61 (corso Unità d’Italia), si potrà vedere nuovamente ‘Luce Fontana Ruota’ di Gilberto Zorio, una stella rotante che evoca un mulino – opera totalmente ristrutturata anche in occasione della personale che il Castello di Rivoli dedicherà all’artista dal 2 di novembre. Al Monte dei Cappuccini risplenderà ancora ‘Piccoli Spiriti Blu’ di Rebecca Horn. Entrambe  sono opere permanenti della Città allestite nella Circoscrizione 8.

 

ALTRE LUCI:

Per i 20 anni di Luci d’Artista Intesa Sanpaolo diventa partner della manifestazione, contribuendo a vestire di luce le vie e i palazzi di Torino. Anche il grattacielo Intesa Sanpaolo si “accenderà” il 20 novembre, sfruttando l’effetto scenico dei suoi 166 metri d’altezza sull’asse viario della Spina 2. La Luce sarà visibile da ogni direzione, dal centro, dalle periferie e dalla collina. L’opera realizzata da Migliore+Servetto Architects per il grattacielo Intesa Sanpaolo è composta da due installazioni complementari. Il primo elemento sarà collocato sulla terrazza che si affaccia sul lato nord della torre, all’altezza del 35° piano. Il secondo sarà libero di fluttuare nella serra bioclimatica, cuore verde in cima all’edificio che ospita ristorante e lounge bar Piano35. L’idea ispiratrice è il segno alfa, simbolo carico di elementi positivi, con un rimando all’origine del tutto. La ripetizione di questo carattere antico genera nella struttura un movimento a spirale che dall’interno si muove verso l’esterno dell’edificio. Un’onda di colore che si plasma alla luce naturale e si trasforma nel buio.

 

L’ALBERO DEL PAV DI PIERO GILARDI (via Giordano Bruno, 31)

Il 27 ottobre, davanti al Parco d’Arte Vivente, Centro sperimentale d’arte contemporanea, si inaugurerà l’opera permanente L’albero del Pav di Piero Gilardi. In tutte le culture umane, nello spazio e nel tempo, la figura dell’albero è un tramite simbolico tra la terra e il cielo. Oggi, più laicamente, l’albero e le foreste sono viste come lo snodo cruciale della vita dei sistemi ecologici, del continuo scambio vitale tra la terra, con i suoi umori nascosti e la generativa energia del sole. L’albero del Pav, arabescato di luce colorata, è un augurale preludio simbolico per i cittadini che si avventureranno nel Parco d’Arte Vivente, tra le macchie di verde profumato, alla ricerca dei segni di un’arte ecologica che celebra il nostro reincanto per la natura.

 

SINTESI ’59

Da dicembre illuminazione dell’opera installata davanti alla storica stazione di Porta Susa. Sintesi 59, una sfera e una mezza sfera di acciaio nero, di circa 5 metri di altezza, ricorda a Torino, nella centrale piazza XVIII Dicembre, la creatività e lo stile di Armando Testa che fondeva e rielaborava pubblicità, arte, moda, cinema e design.

Progetto di illuminazione a cura di IREN.

LUMEN FLUMEN – LUMINESCENZE/RIFLESSIONI

(novembre 2017 – gennaio 2018 Ponte Mosca, corso Giulio Cesare)

Installazione di light design d’ispirazione concettuale minimalista per lo storico Ponte Mosca (1830). Con puntamenti di luce, mira a valorizzare particolari costruttivi esaltandone la qualità estetico/artistica, generata dall’eleganza architettonica e dalla raffinatezza strutturale anticipatrici delle tecnologie più moderne. Dialoga col Ponte, una scritta luminosa sulla passerella ex ferrovia Ciriè Lanzo, che si riflette nell’acqua.

A cura dell’Associazione Culturale NOMEN OMEN.

 

LUCE IN CATTEDRA

(dall’11 novembre 2017 al 14 gennaio 2018)

L’installazione luminosa temporanea per la Corte d’Onore del Castello del Valentino –  sviluppata e progettata dal team studentesco PoliTo in Light con il Laboratorio di Analisi e Modellazione dei Sistemi Ambientali (LAMSA) del Politecnico di Torino – è dedicata principalmente alla funzione del Castello quale sede universitaria. L’idea di rappresentare la vocazione didattica del luogo si concretizza in una soluzione che prevede un albero luminoso, simbolo di sapienza e conoscenza, e dodici cubi disposti a raggera, come un’orchestra attorno al suo direttore. Il progetto è realizzato con la collaborazione di IREN Energia.

 

A GREAT SYMPHONY (27 ottobre 2017 – 14 gennaio 2018)

A Great Symphony For Torino è un progetto realizzato da Associazione Culturale Situazione Xplosiva oggi alla sua quinta edizione. Venti composizioni di giovani artisti danno vita a una colonna sonora unica che abbraccia luoghi di interesse culturale e urbanistico della città, dialogando in dieci postazioni con le installazioni di Luci d’Artista. Scannerizzando il QR code del progetto o visitando il sito ufficiale www.agreatsymphony.net  con smartphone o tablet, l’utente sarà indirizzato sulla traccia legata al punto d’interesse a lui più vicino.

 

Dieci i luoghi scelti – con i rispettivi musicisti impegnati – per la sonorizzazione di Luci d’Artista:

 

  • Piazza della Repubblica / IED Milano (studenti del corso di Sound Design coordinati da Painé Cuadrelli)
  • Via Di Nanni / Tomat (Italia, Monotreme)
  • Via Vanchiglia / Ake (Italia, SØVN)
  • Laghetto Italia 61 / Munstac (Italia, Never Ready)
  • Piazza Carlo Alberto / Kode9 (Gran Bretagna, Hyperdub)
  • Piazza San Carlo / IED Milano (studenti del corso di Sound Design coordinati da Painé Cuadrelli)
  • Galleria Re Umberto I / Bienoise (Italia, White Forest)
  • Piazza Palazzo di Città / 2L8 (Italia)
  • Piazza Carignano / OOBE (Italia, Opal Tapes)
  • Monte Dei Cappuccini / Morkebla (Italia)

 

TOUR SPECIALE LUCI D’ARTISTA

Corsa tematica esclusiva serale a bordo dell’autobus turistico per ammirare le installazioni luminose più celebri di Torino. Partenza alle 17.30 da piazza Castello angolo via Po – Durata 1 ora con commentario – Tariffa: 12 € intero e 6 € ridotto (dai 5 ai 15 anni), 10 € possessori Torino+Contemporay Card.

Prevendita biglietti: Uffici del Turismo di piazza Castello angolo via Garibaldi; piazza Carlo Felice; su www.turismotorino.org/it/shop_online

 

ELENCO LUCI D’ARTISTA 27 OTTOBRE 2017 – 14 GENNAIO 2018

                            

 CENTRO CITTÀ

 

  1. Cosmometrie – Mario AIRÒ – piazza Carignano
  2. Tappeto Volante – Daniel BUREN – piazza Palazzo di Città
  3. Volo su… – Francesco CASORATI – via Garibaldi
  4. Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime – Nicola DE MARIA – piazza San Carlo
  5. Il Giardino Barocco Verticale – Richi FERRERO – via Alfieri 6 – Palazzo Valperga Galleani
  6. L’energia che unisce si espande nel blu – Marco GASTINI – Galleria Umberto I – Opera permanente
  7. Planetario – Carmelo GIAMMELLO – via Roma
  8. Migrazione (Climate Change) – Piero GILARDI – Galleria San Federico
  9. Cultura=Capitale – Alfredo JAAR – piazza Carlo Alberto – Opera permanente
  10. Luì e l’arte di andare nel bosco – Luigi MAINOLFI – via Lagrange
  11. Il volo dei numeri – Mario MERZ – Mole Antonelliana – Opera permanente
  12. Concerto di parole – Mario MOLINARI – viale dei Partigiani (Giardini Reali)
  13. Vento Solare – Luigi NERVO – piazzetta Mollino
  14. Palomar – Giulio PAOLINI – via Po

 

Ø CIRCOSCRIZIONI: DALLA 2 ALLA 8

 

  1. Vele di Natale – Vasco ARE – piazza Derna (Circoscrizione 6)
  2. Ancora una volta – Valerio BERRUTI – via Di Nanni, zona pedonale (Circoscrizione 3)
  3. Palle di neve – Enrica BORGHI – via Vanchiglia (Circoscrizione 7)
  4. Illuminated Benches – Jeppe HEIN – Area verde compresa tra le vie Vibò, Stradella e Conte di Roccavione (Circoscrizione 5)
  1. Piccoli Spiriti Blu – Rebecca HORN – Monte dei Cappuccini (Circoscrizione 8) – Opera permanente
  2. L’amore non fa rumore – Domenico Luca PANNOLI – piazza Santa Rita (Circoscrizione 2)
  3. Amare le differenze – Michelangelo PISTOLETTO – piazza della Repubblica (Circoscrizione 7) – Opera permanente
  4. My noon – Tobias REHBERGER – piazzale Chiribiri (Circoscrizione 3)
  5. Ice Cream Light – Vanessa SAFAVI – piazza Eugenio Montale (Circoscrizione 5)
  6. Noi – Luigi STOISA – via Cibrario (tra i corsi Svizzera e Tassoni) (Circoscrizione 4)
  7. Luce Fontana Ruota – Gilberto ZORIO – Laghetto Italia ’61, corso Unità d’Italia (Circoscrizione 8) – Opera permanente