Le carte bollate e le divisioni tra il Pd e il Chiampa

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Altalenante è stato il rapporto con il partito. Persino le sue dimissioni da Presidente dei Presidenti sono state provocate dalle promesse mancate del Presidente del Consiglio che ogni tanto si ricorda d’essere segretario di partito, anzi di ricoprire la carica perché ha vinto le primarie del Pd

chiampa renzi

Le decisione del Consiglio di Stato rischia di rimarcare la divisione tra il Governatore ed il Pd. Ho letto la sentenza di non facile comprensione, almeno per un neofita come il sottoscritto. Se ho capito bene, in estrema sintesi, sostiene che ci sono state irregolarità nella raccolta delle firme, ma il tutto riguarda solo la lista del Pd del collegio di Torino. Ergo il Chiampa termina la legislatura ancorchè in Consiglio Regionale non ci siano più consiglieri del pd di Torino. Da Gariglio, segretario Regionale a Mauro Laus  Presidente del consiglio andrebbero a casa. Non inciderebbe sulla maggioranza. Qualche risvolto politico l’avrà, ma attendiamo gli sviluppi. Chiampa tiene nonostante il Pd stesso? Ma non è il partito di riferimento? Veramente no! Freschissimo di tessera, due anni fa, ad un comizio con Renzi, di lancio della sua candidatura in Regione, il Chiampa annunciava la scelta d’iscriversi. Pensate che in quanto candidato a Ministro, tra le motivazioni dei contrari, c’era il fatto, appunto, che non era tesserato. Altalenante è stato il rapporto con il partito. Persino le sue dimissioni da Presidente dei Presidenti sono state provocate dalle promesse mancate del Presidente del Consiglio che ogni tanto si ricorda d’essere segretario di partito, anzi di ricoprire la carica perché ha vinto le primarie del Pd. Conoscendo un po’ il Chiampa la tendenza di Matteo Renzi di esagerare non piace. Pubblicamente ha sempre riconosciuto il suo coraggio nel rompere i vecchi schemi, ma ora che sono passati due anni non è più determinante. Anche sulla raccolta delle firme “incombe” diversità d’opinione tra Sergio Chiamparino ed il segretario Regionale del Pd. Ed il patteggiamento di nove su dieci imputati in sede penale conferma che “qualcosa” sia avvenuto. Ho chiesto a legali se il patteggiamento è una ammissione di colpa. Anche qui sono contrastanti le interpretazioni. Io uomo della strada posso solo dire che mi sembra una ammissione di colpa con il relativo patteggiamento. Poco importa ciò che avviene in sede penale rispetto alle conseguenze sulla legittimità del voto. Questa ” sceneggiata” si è già vista con Roberto Cota, dimissionario politicamente indebolito dalla sua stessa coalizione. Ma il Chiampa è altra cosa, con la sua decennale esperienze, talmente realista che molte volte rischia  d’essere considerato cinico. Sta di fatto che se i conti di chi subentrerà sono giusti, continuerà questa legislatura, e la stabilità è condizione essenziale per il lavoro.

(Foto: il Torinese)

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