Novembre 2015- Pagina 4

Er cupolone di piazza Vittorio e altre indecenze estetiche nella Torino de noantri

CUPOLONE3Il pubblico esulta plaudente per le kermesse nazionalpopolari , ma siamo sicuri che queste sagre da strapaese in formato gigante, non vadano a detrimento del decoro di una città ormai riconosciuta capitale del bello, dell’arte e della storia?

 

Il Comune ha fatto sapere di essersi pentito per l’allestimento del grande “pallone” nella storica piazza Vittorio. Ma la frittata ormai era fatta. La struttura della Sony è stata montata per  un evento della Uefa legato alla Champions League. Sabato e domenica sarà possibile, per chi non ha nulla di meglio in programma, giocare a calcio sfidando grandi campioni  virtuali proiettati sui  maxi-schermi.CUPOLONE1

 

«Stop bubboni. Difendiamo la bellezza di Torino»: questo il tenore delle polemiche esplose sui social,  ed è prevista anche una manifestazione di protesta da parte di un improvvisato comitato di cittadini. La querelle è antica: per incassare qualche euro in più CUPOLONE2(sempre gradito, per carità) il municipio fa bene a derogare rispetto alle norme vigenti che non consentono “baracconi” nelle piazze auliche?

 

Il pubblico esulta plaudente, ma siamo sicuri che queste sagre da strapaese in formato gigante, non vadano a detrimento del decoro di una città ormai riconosciuta capitale del bello, dell’arte e della storia? Proprio nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un articolo sui “chioschi” di CioccolaTo’ in piazza San Carlo, che vi riproponiamo. Panem (cioccolato) et circenses.

 

 

CIOCCOLATO FVAVVISTAMENTI / di EffeVi

 

La proverbiale eleganza delle piazze torinesi deve essere sacrificata ai circenses imposti a una città che deve farsi piacere un modello unico di divertimento, dove c’è poco spazio per i valori di qualità e stile discreto tipici della borghesia torinese

 

Ormai da dieci anni il Comune ha approvato un regolamento per proteggere le cosiddette “piazze auliche” del centro città dai danni causati dal continuo insistere di manifestazioni di massa: concerti, roadshows, festival, chiamateli come volete.  Si tratta di un regolamento inutile e in larga parte inapplicato. 

 

In piazza San Carlo, che ha sopportato di tutto, compresi i cessi chimici in bella vista, Cioccolató ha portato quest’anno (vedi foto) un trionfo di plasticaccia, stufette e gazebo montati alla meglio, brutti come forse si possono trovare sulle coste mediterranee violentate dal turismo tedesco. 

 

Venditori abusivi e suonatori ambulanti conferivano alla manifestazione un’atmosfera lievemente balcanica, da fiera di Banja Luka (le zingare non mancavano; l’orso ammaestrato purtroppo non è più consentito dai regolamenti europei). Insomma, uno stress dal punto di vista ambientale e uno spettacolo di bassa qualità dal punto di vista culturale, del tutto inadatto ai valori della piazza.CIOCCOLATO FV3

 

Ci vuole una buona dose di ingenuità per pensare che, rovesciando ogni domenica decine di migliaia di visitatori sulle stesse cinque-sei piazze, la qualità non ne soffra e che i preziosi porfidi e le lastre in pietra di Luserna possano sopravvivere ai TIR e ai pioli dei tendoni  e dei baracconi, senza riportare danni. C’è poi un danno meno immediato, ma a lungo termine più devastante: la proletarizzazione del tempo libero negli angoli più eleganti della città. È interessante che gli eredi del Partito Comunista, dopo aver predicato per anni in difesa delle periferie abbandonate, una volta al governo della città concentrino tutte le manifestazioni in una ristretta area centrale, al limite delle possibilità di gestione logistica e di sopportazione umana, senza essere capaci di differenziare l’offerta culturale in base alla varietà del paesaggio urbano.

 

E così in piazza San Carlo, la più bella ed elegante di Torino, il sindaco ci mette la sagra paesana. È il progresso, bellezza: la proverbiale eleganza delle piazze torinesi deve essere sacrificata ai circenses imposti a una città che deve farsi piacere un modello unico di divertimento, dove c’è poco spazio per i valori di qualità e stile discreto che costituivano il marchio della borghesia torinese.

 

(Foto: il Torinese)

 

Fassino sulle "buche killer": "Mancano i soldi e gli interventi sulle strade non bastano"

fassino 33cantiere castello “Ho spiegato – ha detto il sindaco al termine dell’ udienza – che  i Comuni sono stati destinatari di un taglio di risorse pari a 18 miliardi in sette anni

 

La vicenda delle buche “killer” he tappezzano il manto stradale della città, ha portato il sindaco in tribunale, in qualità di teste. “Ho spiegato – ha detto Piero Fassino al termine dell’ udienza – che  i Comuni sono stati destinatari di un taglio di risorse pari a 18 miliardi in sette anni. E anche come la Città abbia cercato di contenere le conseguenze di queste riduzioni”. “Nel corso del tempo – ha detto invece l’assessore alla viabilità, Claudio Lubatti in aula – ci siamo adattati: abbiamo imparato a spendere sempre meglio i pochi euro disponibili, ma gli interventi non sono certo esaustivi rispetto alle necessità” L’assessore ha anche spiegato che oggi ci sono in tutto tre piccole squadre di operatori, che si alternano su tre circoscrizioni ciascuna. In passato ce n’era una per circoscrizione”. Per  fronteggiare la penuria di fondi il Comune sostiene che sono state compiute scelte “impopolari”, come il taglio delle sovvenzioni al trasporto pubblico per i disabili.

 

 Piero Fassino, e gli assessori Gianguido Passoni e Claudio Lubatti, sono stati chiamati a testimoniare dalla difesa nel processo per la morte di un pensionato di 76 anni che nel 2013 cadde su una buca. Come è noto, in tutto sono sei gli imputati di omicidio colposo, tra dirigenti comunali  e dell’ azienda acque pubbliche. Uno dei difensori ha detto che dal 2006 “i contributi per la manutenzione sono calati dell’80%, con un conseguente calo degli interventi.  Lubatti ha aggiunto che, in quanto a trasferimenti di risorse pubbliche: “Torino è più sfortunata perché, evidentemente, non risponde a determinati criteri per le ‘aggiunte speciali’ di fondi, mentre altre città hanno ‘iniezioni’ che noi non abbiamo: per cui possono affrontare il problema con maggiore serenità”.

 

La buca su cui scivolò il povero pensionato, era in via Ormea, e si aprì probabilmente dopo due giorni di ininterrotte  piogge.

 

(Foto: il Torinese)

Orrore in Kenya: durante una rapina uccisa dottoressa piemontese, tre italiani feriti

FOSSACECA FBEra in Kenya da 15 giorni con i genitori Giovanni e Michelina e lo zio sacerdote, don Luigi Di Lella. La donna uccisa era una delle principali collaboratrici di For Life

 

Rita Fossaceca, medico di 51 anni, che lavorava a Novara, è stata uccisa in Keniya con un colpo di pistola. Sono  tre i connazionali  feriti. Il fatto è avvenuto durante una rapina in casa a Mijomboni, un villaggio nei pressi di Malindi. Lì la dottoressa operava per la For Life Onlus, una associazione umanitaria internazionale. Banditi armati, informa l’agenzia Ansa,  hanno fatto irruzione nell’abitazione e la Fossaceca è stata uccisa con un colpo di pistola. La donna stava cercando di proteggere la madre, che era stata assalita con un machete. Il padre della donna è stato ferito alla testa. Ferite anche due infermiere dell’ospedale di Novara, si tratta di  Monica Zanellato e Paola Lenghini, ma non sono gravi. Il medico novarese, ma originario di Campobasso, era in Kenya da 15 giorni con i genitori Giovanni e Michelina e lo zio sacerdote, don Luigi Di Lella. La donna uccisa era una delle principali collaboratrici di For Life, nell’ambulatorio dell’orfanotrofio di Mijomboni, dove sono accuditi una  ventina di bambini. All’ospedale di Novara la dottoressa era la responsabile della radiologia interventistica nel reparto del professor Alessandro Carriero,  presidente di For Life.

 

(foto: facebook)

Giovani cuochi dal Piemonte a Expo

Andrea Brusaschetto e Stefano Nava, entrambi astigiani,  raccontano la loro storia formativa e professionale, comune per alcuni punti, con un allontanamento e poi di nuovo sullo stesso binario di lavoro

 

cuoco2cuochiUn anno e mezzo fa quando sono si sono diplomati erano due bravi studenti con tante belle speranze, uno di crescere come maitre, l’altro come chef. Adesso, passati i sei mesi intensi dell’esperienza di Expo, dove sono cresciuti notevolmente sotto l’aspetto professionale, sono due uomini che guardano ad un futuro. Andrea Brusaschetto e Stefano Nava, entrambi astigiani,  raccontano la loro storia formativa e professionale, comune per alcuni punti, con un allontanamento e poi di nuovo sullo stesso binario di lavoro. Dopo la scuola frequentata per cinque anni all’Istituto alberghiero Artusi di Casale Monferrato, e un corso di 5 giorni all’Alma summer school di Marchesi, le loro strade di sono divise. Andrea, in particolare, è stato “Alli Due Buoi Rossi” da Andrea Ribaldone, l’hotel storico di Alessandria. “ E proprio qui – dice Stefano – è iniziata la nostra esperienza in Expo, ci siamo trovati il 28 aprile per conoscerci e vedere quale sarebbe stato il team che dove affrontare l’esperienza milanese,  davvero eccezionale con tanti commensali, tantissimi chef che ogni giorno passavano da quella cucina, l’opportunità di lavorare con tanti chef stellati”. Un’esperienza pesante, certamente ma Stefano è contento di “averla vissuta, ho vito mille preparazioni, mille tipi di cottura, la voglia di fare bene e di andare avani ha preso il sopravvento, le giornate hanno avuto un altro ritmo e in un secondo ci siamo trovati alla fine”. Dello stesso tenore l’esperienza di Andrea Brusaschetto, in Expo da giugno: “Ho conosciuto metodi nuovi di lavoro e curato particolari che prima non curavo,mi sono trovato in alcuni momenti a fare da leader della squadra e prendere decisioni”. Andrea, adesso sta aspettando di concretizzare chiamate e proposte che ha avuto nel period di Expo, in Italia, ma anche all’estero, negli Stati Uniti, a Parigi, a Dubai. Sono davvero lontane le mete di un percorso iniziato a Casale sui bamchi di scuola e nei laboratori di sala e di cucina, e rafforzato dagli stage negli ultimi anni. Entrambi sono concordi che “è importante un’esperienza estera per imparare a cavarsela da soli, lontano da casa, e imparare bene un’altra lingua”. Sia Stefano che Andrea sono poi concorsi sul atto che “in Italia il settore della ristorazione in generale e la cucina è sull’onda del successo grazie alla televisione” ma, aggiunge Nava “spero solo che questa continua ricerca del gusto e della perfezione estetica non cambi il modo di pensare al cibo ed al gusto”, mentre Brusaschetto auspica di poter dare il  proprio contributo, lavorativamente parlando, “alla crescita ed all’innovazione nel mondo della ristorazione, proseguendo un cammino di crescita personale”.

 

Massimo Iaretti

 

Molinari è il nuovo direttore della Stampa, Gramellini fa il creativo

Maurizio-Molinari

Sostituisce Mario Calabresi, che passa a Repubblica, dopo aver annunciato la notizia su Twitter

 

Maurizio Molinari, attuale corrispondente da Gerusalemme, incarico che ricoprì anche dagli Stati Uniti, è il nuovo direttore de La Stampa. Sostituisce Mario Calabresi, che passa a Repubblica, dopo aver annunciato la notizia su Twitter.  Il vicedirettore Massimo Russo è ora condirettore, mentre Massimo Gramellini, ora vicedirettore, diventa direttore creativo della società editoriale  Itedi: continuerà a scrivere il suo “Buongiorno” per il quotidiano torinese. Nel momento degli avvicendamenti  il presidente di Itedi John Elkann ha ringraziato  Calabresi per il suo lavoro.

Calabresi, Mauro e i giornaloni al tempo del tweet

gazzetta pubblicita

AVVISTAMENTI / di EffeVi

 

Da twitter ormai passano notizie essenziali e informazioni importanti. Chi non ricorda il famoso #EnricoStaiSereno indirizzato al mite premier Enrico Letta dall’esuberante Renzi, appena eletto segretario del PD, poche settimane prima di fargli le scarpe?

 

La storia ci consegna momenti importanti incastonati in poche parole: Giulio Cesare che comunica al senato romano il suo “veni, vidi, vici”; Garibaldi che si piega agli ordini sabaudi con il suo : “obbedisco”.

 

Uno stile icastico che nei nostri tempi trova nei 140 caratteri del tweet un canale principe, tanto da farne un genere. Da twitter ormai passano notizie essenziali e informazioni importanti. Chi non ricorda il famoso #EnricoStaiSereno indirizzato al mite premier Enrico Letta dall’esuberante Renzi, appena eletto segretario del PD, poche settimane prima di fargli le scarpe?

 

Anche i giornaloni italiani, che nei loro metodi assomigliano più a una pensosa e blasonata accademia che a moderne “news operations”, si stanno adeguando. Non c’è niente di male a sfoggiare un pizzico di cosmopolitismo blasé, chiedere a Gianni Riotta. GIORNALI MARYLIN

 

È così che il cambio della guardia tra i direttori di Repubblica e La Stampa è stato certificato da un tweet di Mario Calabresi: “Lascio La Stampa e un pezzo di cuore”. Perfetta concinnitas classica. Ezio Mauro ha preferito invece congedarsi, trattandosi di Ezio Mauro e di Repubblica, con una mitica “reunion” carica di pathos.

Sabato 28 la colletta del Banco Alimentare

Il sindaco Piero Fassino sarà presente all’Ipercoop di via Livorno alle 12

banco alimentare 2015Torna la Colletta dei prodotti alimentari, davanti a supermercati e negozi sabato 28 novembre troverete volontari della fondazione del banco Alimentare che vi chiederanno un contributo in alimenti, cioè di lasciare loro prodotti a lunga conservazione: zucchero, caffè omogeneizzati, riso ecc. le offerte saranno inscatolate ed etichettate e saranno trasportate al centro di Moncalieri e poi destinate alle mense per i poveri come  quelle della Caritas o Bartolomeo & C. Altro cibo sarà  destinato ad altri centri di distribuzione quali le parrocchie che si occuperanno di destinarli a famiglie bisognose. Si tratta di una grande operazione di solidarietà “diretta” che l’anno scorso ha portato alla raccolta di  870 tonnellate di derrate alimentari con l’impegno di 10.000 volontari dislocati in 1200 punti vendita. Questi risultati hanno permesso di aiutare 121.000 persone in Piemonte.

 

Il sindaco Piero Fassino sarà presente all’Ipercoop di via Livorno alle 12 di sabato.

 

Il modo più semplice per dare il proprio aiuto  è quello di andare a comprare sabato in uno dei supermercati aderenti all’iniziativa e mettere qualcosa nella borsa gialla che vi verrà consegnata all’ingresso. Altro modo più impegnativo, ma che vi darà grandi soddisfazioni,  è di partecipare attivamente alla colletta come volontari. E’ molto facile basta telefonare allo 0116822416 e i gentili volontari del Banco vi diranno  cosa fare.

 

Il link del Banco dove conoscere meglio chi sono e cosa fanno: http://www.bancoalimentare.it/it

Scritte anarchiche nel quartiere Aurora

scritte aurora2La denuncia del problema arriva dalla consigliera della Circoscrizione 7, Patrizia Alessi

 

Il quartiere Aurora si trova ancora una volta con i muri deturpati e imbrattati dalle scritte. La denuncia del problema arriva dalla consigliera della Circoscrizione 7, Patrizia Alessi, di Fratelli d’Italia ” E’ inaccettabile che ogni qualvolta questi “personaggi” siaurora scritte muovono per la Città, i torinesi siano costretti ad assistere a questo scempio e a pagare i danni! E’ inconcepibile che possano agire e danneggiare così, indisturbati – dice – e tanti di loro vivono nell’Asilo Okkupato dove la Città continua non chiedere lo sgombero …..Sindaco, almeno a sei mesi dalle elezioni comunali dia un segnale”

 
 

Debutta a Roma “Albania casa mia”

tiranaTesto dell’esordiente Aleksandros Memetaj

 

Debutta in prima assoluta all’Argot Studio di Roma, dal 1° al 13 dicembre, il testo d’esordio del giovane autore albanese Aleksandros Memetaj, “Albania casa mia”, per la regia di Giampiero Rappa. Memetaj è arrivato in Italia con la famiglia nel 1991, su uno dei famosi pescherecci partiti dai porti albanesi alla volta dell’Italia: aveva solo sei mesi. “Albania casa mia” è la storia di un figlio lontano dalla terra natia, che si trova a crescere in Veneto, territorio che non gli darà mai un pieno senso di appartenenza; ma è anche la storia di un padre, dei sacrifici che ha fatto e dei pericoli che ha corso per evitare di crescere il figlio nella miseria di uno Stato che si è dissolto. Mercoledì 2 dicembre alle ore 19.30 si terrà presso l’Argot Studio un dibattito aperto al pubblico sul tema dell’immigrazione, organizzato in collaborazione con l’Ambasciata Albanese. Vi prenderanno parte Shqiponja Dosti, economista, esperta in migrazione e sviluppo; Gerarta Zheji Ballo, Responsabile Cultura dell’Ambasciata di Albania, Fioralba Duma, operatrice di Gus Albania, oltre all’autore Aleksandros Memetaj e al regista Giampiero Rappa.

 

Via Roma secondo Guerrini: "Non bastano le fioriere per rinnovarla"

Il presidente della Circoscrizione Centro è a favore di una riqualificazione totale di via Roma pedonale con un nuovo arredo

 

guerrini22Si sta ancora discutendo nel Consiglio comunale torinese sulla nuova suddivisione territoriale urbana di Torino, che prevede la riduzione delle circoscrizioni, attualmente nel numero di dieci.  Scopo di questa razionalizzazione è la riduzione dei costi rispetto a quelli attuali, distribuiti appunto su dieci circoscrizioni, ognuna delle quali è dotata di Giunta, Consiglio e stipendi e gettoni relativi.

 

“Storicamente – spiega il presidente della Prima Circoscrizione Torino Centro, Massimo Guerrini – siamo stati noi presidenti di Circoscrizione a avanzare al sindaco e alla giunta comunale la richiesta di una riforma della suddivisione territoriale dell’area urbana torinese. Dovremmo prendere come modello quello di Roma capitale, che ha applicato molto bene la legge Delrio sul decentramento. Roma è suddivisa in dieci Municipi e non circoscrizioni, in cui ogni Presidente ha dei poteri, come quello di emanare ordinanze nel caso in cui si verifichino eventi eccezionali. Quando a Roma il decimo Municipio è finito sott’acqua, soltanto il presidente di quel municipio, e non il sindaco di Roma, ha emesso l’ordinanza che ha previsto la chiusura eccezionale delle scuole. Mentre le licenze edilizie per la costruzione di un nuovo edificio vengono emesse dal sindaco, quella per avviare dei lavori all’interno di un appartamento viene richiesta al presidente del municipio. In questo modo si tende a una proficua decentralizzazione delle competenze, al fine di una più efficace e rapida gestione delle pratiche”.pedoni via roma2

 

“Auspicherei – aggiunge Massimo Guerrini – che ciò accadesse anche a Torino e che la Circoscrizione Uno potesse, per esempio, occuparsi della manutenzione delle strade secondarie, non certo di corso Re Umberto, Galileo Ferraris o Stati Uniti,  ma di piccole vie, che comunque possono presentare dei problemi, quali buche e richieste di manutenzione straordinaria, come via della Misericordia,  vicino a via Garibaldi. Personalmente ritengo che la Circoscrizione dovrebbe acquisire delle competenze decentrate nella gestione del suolo pubblico, nell’organizzazione dei dehor dei locali, dei passi carrai, nel taglio dell’erba, nella cura del verde orizzontale e verticale e negli sportelli di ascolto”.

 

“Purtroppo a tutt’oggi – spiega Guerrini – le Circoscrizioni hanno risorse di bilancio autonomepedoni via roma soltanto apparenti. Per ridurre i costi è necessario procedere a una riduzione nel numero delle circoscrizioni. Ma deve essere una riduzione razionale, in modo tale che ogni singola circoscrizione non includa al suo interno più di 130 mila abitanti. Ridurre a 7-8 Circoscrizioni la mappa territoriale di Torino mi pare una soluzione ottimale”.

 

“Un problema delicato che come Circoscrizione Uno abbiamo dovuto affrontare – afferma Massimo Guerrini – è stato quello relativo al parcheggio di corso Galileo Ferraris, rimasto fermo già per i primi due anni per il ricorso al Tar da parte della prima impresa esclusa. via romaNonostante il ricorso sia stato respinto, l’impresa vincitrice finirà per chiedere i danni. Ritengo che l’area delle gallerie di Pietro Micca debba essere preservata, recintata e che si debbano costruire delle passerelle. I posti auto che vengono sacrificati,  tra i 50 e i 100, possono essere ricavati in superficie sul lato di corso Matteotti, all’esterno della Ztl.

 

Un’altra area che avremmo voluto attrezzare in modo diverso è sicuramente quella di via Roma pedonale. Infatti ritengo che alla pedonalizzaione di un’area debba corrispondere una riqualificazione del suo arredo urbano.  In via Roma non è stato sufficiente mettere transenne e anonime fioriere per rendere appetibile l’area diventata pedonale. Sarebbe stato fondamentale un lavoro di riqualificazione che doveva prevedere l’utilizzo di porfido, di lose e  di lampioni. Il Comune di Torino aveva  a disposizione le risorse per avviare questi interventi, ma ha preferito distribuirle su tutto il territorio municipale”.

 

Mara Martellotta

 

(Foto: il Torinese)