Il segretario regionale Gariglio chiamato a testimoniare in procura. Aleggia la questione morale: è ammissibile che chi ricopre incarichi di governo come Reschigna, o politici come lo stesso Gariglio (che è anche capogruppo in Consiglio regionale) resti al suo posto nonostante le vicende giudiziarie?
Ogni giorno ce n’è una, in casa Pd Piemonte. L’ultima è la notizia che il segretario regionale Davide Gariglio, già rimesso in pista dai magistrati nell’inchiesta su Rimborsopoli, è stato chiamato come tesimone in procura sull’altra vicenda che turba i sonni in casa dem: le firme false che potrebbero essere state raccolte per la presentazione di alcune liste del centrosinistra alle ultime Regionali. Un bel guaio davvero.
La direzione provinciale del Pd ha aperto una settimana di passione per Sergio Chiamparino. Il governatore dovrà varare il piano di risparmi della Giunta chiesto da Matteo Renzi e – al contempo- rispondere alle domande dell’opposizione su temi spinosi come la richiesta di rinvio a giudizio di Aldo Reschigna, vicepresidente della Regione e Davide Gariglio, segretario regionale dem, nell’ambito dell’inchiesta su Rimborsopoli e la vicenda delle firme elettorali false che sta montando di ora in ora.
Il presidente piemontese, in realtà, ha già dichiarato che il suo vice si dimetterà solo dopo un eventuale condanna in primo grado. E’ chiaro, però, che l’imbarazzo nelle file democratiche è palpabile. Non si può essere garantisti a senso unico e, così come il Pd si fece forte in campagna elettorale delle magagne giudiziarie del centrodestra, ora non può chiudere un occhio (anzi, due) sui propri peccati.
Nella sede di via Masserano alcuni “falchi” hanno posto la questione morale: è ammissibile che chi ricopre incarichi di governo come Reschigna, o politici come Gariglio (che è anche capogruppo in Consiglio regionale) restino al loro posto e tutti insieme appassionatamente si faccia finta di niente?
(Foto: il Torinese)
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