È stata inaugurata oggi la nuova sede dell’ente strumentale della Compagnia di San Paolo che si occupa di ricerca e alta formazione in economia, diritto, scienze politiche e sociali
Dopo oltre dieci anni di abbandono, l’edificio è tornato a nuova vita grazie all’intervento della Compagnia di San Paolo, che ha in primo luogo acquistato la struttura per un costo complessivo di 10,6milioni di euro e ha poi avviato una profonda ristrutturazione, curata da una cordata di architetti e ingegneri che fa capo a Isolarchitetti S.r.l. L’operazione di restauro dell’edificio, sotto il vincolo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio della città metropolitana di Torino, è durata due anni e ha avuto un costo complessivo di 10,5 milioni di euro. “Il restauro degli oltre 5mila metri quadrati del palazzo di Piazza Arbarello rappresenta l’ultimo tassello di un disegno più ampio della Compagnia di San Paolo nel centro storico della nostra città.– ha dichiarato Francesco Profumo, presidente della Fondazione torinese – “L’area interessata dai nostri interventi parte da corso Palestro, con il restauro dei Quartieri Militari Juvarriani dove si è insediato il Polo del 900 – e dove la Compagnia ha investito 6,5 milioni di euro – comprende il recupero del complesso del Collegio degli Artigianelli (1 milione di euro), dove è appena stato inaugurato il teatro diretto da Arturo Brachetti Le Musichall. A questi interventi vanno sommati quelli per i restauri delle 13 chiese del Quadrilatero Romano con un investimento di oltre 9,5milioni di euro. La Compagnia ha stanziato 38,1 milioni di euro a favore di progetti di recupero e valorizzazione del centro storico di Torino, escludendo gli interventi sul patrimonio museale e monumentale della medesima zona della città”. “Il Collegio Carlo Alberto rappresenta un’eccellenza nel mondo della ricerca economica, sociale e giuridica, ma è anche uno snodo internazionale per la formazione di giovani talenti che arrivano a Torino tutto il mondo. La nostra ambizione è quella di aprirci ulteriormente a collaborazioni internazionali, con programmi di ricerca fondati sull’analisi teorica e che servano anche a disegnare policy in diversi campi. Possiamo definire il Collegio l’incubatore scientifico di alcune delle più recenti riforme, come quella del sistema pensionistico, necessaria a evitare un probabile default del nostro debito pubblico, e il Jobs Act. Ora con l’inaugurazione della nuova sede a Torino puntiamo a diventare anche un punto di riferimento nel dibattito economico e culturale della città” ha dichiarato il Presidente del Collegio Carlo Alberto, Pietro Terna. Oltre alla ricerca e alla didattica, il Collegio Carlo Alberto punta ad aprirsi alla divulgazione scientifica.Le principali aree di studio del Collegio Carlo Alberto riguardano l’economia politica, la finanza e le politiche pubbliche e sono portate avanti con un approccio interdisciplinare. Mutamenti demografici, migrazioni, ma anche welfare e l’evoluzione della famiglia e del lavoro sono alcuni dei temi che vengono affrontati dai ricercatori e dai docenti del Carlo Alberto, temi che ormai sono diventati di stringente attualità non solo nell’agenda politica europea, ma anche nella nostra quotidianità.
I LAVORI DI RESTAURO
I lavori hanno riguardato sia l’interno sia l’esterno dell’edificio. All’esterno sono stati riportati all’antico splendore la facciata, i serramenti, i colori e il portone originali del palazzo, che risale alla seconda metà dell’Ottocento e che nel 1930 acquisì il suo assetto definitivo, grazie al progetto dell’ingegnere Enrico Bonicelli, ideatore a Torino della Promotrice delle Belle Arti. All’interno il progetto di recupero del palazzo ha coniugato il rispetto filologico delle parti storiche con le più moderne tecnologie green. La ristrutturazione, infatti, ha seguito i parametri Leed (Leadership in Energy and Enviromental Design) dell’ente di certificazione internazionale Green Building Council, massimo riferimento in edilizia per l’efficienza energetica. Si tratta di parametri che non erano mai stati applicati in Italia nella ristrutturazione di un edificio storico e che quindi fanno del nuovo Carlo Alberto un caso di studio. Riportata alla sua antica struttura ad archi e ricoperta da un tetto in vetro, come era all’origine nel progetto degli anni Trenta del secolo scorso, l’ex aula magna al piano terra è diventata la Common Room, una sorta di agorà per lo scambio di idee e progetti, uno spazio modulabile a seconda delle esigenze di ricercatori e allievi. L’attuale aula magna invece è una sala ipogea, che originariamente non esisteva e che è stata ricavata, sotto la Common Room. Si tratta di un moderno auditorium, con 150 posti a sedere, che può essere collegato in video conferenza sia con la Common Room sia con le aule della didattica. Aule che sono in tutto cinque, tutte al piano terreno, tranne la cosiddetta aula lignea, al secondo piano, dove sono stati restaurati i banchi in legno, la pedana con la cattedra e le lavagne antiche di quella che un tempo era l’aula di merceologia, i cui arredi testimoniano le antiche fattezze del palazzo. La facciata di via Assarotti sul retro del palazzo è stata demolita e ricostruita, secondo il disegno originale. Il palazzo infatti negli anni Cinquanta, a causa dei danni subiti sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale, era stato ritoccato, ma senza rispettare le forme originali. All’interno, su via Assarotti, un nuovo corpo scale, in struttura metallica, collega tutti i piani, eccetto il terzo, e fornisce un accesso diretto all’aula magna.