Il basket visto da vicino: la situazione dopo Capo d’Orlando
La partita giocata domenica ci consegna una situazione non nuova (fortunatamente) per Torino di serie A2 (come io continuo a chiamare la categoria in cui gioca la squadra solo per semplificare il livello del campionato in cui è inserita), e cioè una squadra di vertice che fino alla fine potrà lottare per salire.
E’ inequivocabile che il campionato viaggi a due se non tre velocità: le squadre buone, le squadre accettabili e gli ultimi dei “tremendi”, dove con questo termine indichiamo quelle squadre che sono ad un livello estremamente dubbio di qualità per giocare il secondo campionato nazionale di basket. Diversi anni fa, ma neanche tanti, la serie C1 era di maggiore qualità della serie A2 attuale, dove l’estrema fisicità viaggia a svantaggio della qualità, della tecnica e assolutamente a scapito della tattica.
Il sistema di gioco di tutte le squadre è simile e globalizzato, dalla NBA alla serie D: giro palla, pick & roll, tiro da tre esasperato e 1 contro tutti quando mancano pochi secondi… .
Ricordo schemi diversificati e ripetizioni infinite contro le altrettanto “infinite” modalità difensive. Il Play anni ’90, un po’ come il quarterback del football americano, aveva in mente più schemi e li chiamava in funzione dell’efficacia stimata nei confronti degli avversari che ci si trovava di fronte. Nostalgico? Arretrato? Bonobo della Pallacanestro odierna? Può darsi che io sia un po’ di tutto questo, ma la visione di palloni gettati al pubblico, tiri da tre che piovono pericolosamente su un ferro se va bene o non colpiscono nulla se va male il più delle volte, non è spettacolo, non è tecnica e non è un bel gioco, che dir se ne voglia.
In tutto questo scenario comunque la Reale Mutua è praticamente in vetta, con una sola sconfitta e quattro vittorie. Il quintetto base è ottimo per la categoria, e i due subentranti dalla panchina riescono anche a fare sorridere e non rimpiangere chi è uscito, anche se capire perché il play da playground con fantasia e tecnica, Trey Davies, resti sempre confinato in panchina nei momenti che contano è arduo e di interpretazione che lascia spazio solo a strani dubbi sui motivi… .
Giocare contro squadre di bassa classifica come Capo d’Orlando non deve illudere che sia tutto semplice, e dato che si è vinto con difficoltà, non si deve dormire sugli allori.
De Vico e Alibegovic hanno contribuito bene a salvare “la Piazza”, ma fin dall’inizio ho identificato in Niccolò De Vico un giocatore di alto profilo per questa categoria, e Alibegovic, a fasi alterne resta comunque un buon giocatore. Scott gioca bene sempre solo sotto , ma veramente sotto canestro, utilizzando la propria prestanza fisica, mentre Landi si è un po’ estraniato dal confronto. Davies patisce sicuramente il tempo passato in panchina appena qualcosa non va, mentre al buon Zugno sembra essere concesso perdere palla dal palleggio,buttare la palla al pubblico invece che passare ai compagni o tirare colpendo solo l’aria senza timor di essere sostituito, anche se alla fine riesce anche a far qualcosa di buono. Mistero? …
Comunque chi vince ha sempre ragione e al momento Torino vince, sicuramente con una squadra meno completa di quella dell’altr’anno e sarebbe stato interessante vedere quella squadra allenata dall’allenatore di quest’anno, Edoardo Casalone, e credere che il risultato dell’altr’anno sarebbe stato diverso, e magari non pensare a commentare le partite giocate contro Scarafozzi o Barbabigi, Scupplotti o improbabili stranieri, ma sarebbe stato bello vedere Teodosic e Banks, Melli o chiunque altro … nella categoria in cui la città di Torino e i suoi tifosi storici meriterebbe di gareggiare.
Attendiamo i prossimi turni, sperando in una crescita anche tattica, per vedere giocare bene sia in attacco che in difesa, anche se, a dire il vero, la Reale Mutua Torino di quest’anno gioca sicuramente in maniera più divertente rispetto a tutte le squadre della sua categoria.
Paolo Michieletto