SPETTACOLI- Pagina 8

Nasce il centro estivo della Gypsy Musical Academy di Torino

Dai banchi di scuola al palcoscenico nel giro di una sola estate. Il percorso è  davvero molto più  lungo per diventare ballerini professionisti, ma quello che propone la Gypsy Academy di Torino è davvero un buon inizio per i talenti in erba e non solo. Si tratta del Centro Estivo Musical dedicato ai bambini dai 6 agli 11 anni che, finita la scuola, potranno gettarsi a capofitto nell’universo musical all’interno della più grande accademia multidisciplinare di Torino, che rappresenta un’eccellenza italiana.

Un’occasione per bambini e genitori della Circoscrizione, desiderosi di impegnare al meglio i lunghi mesi estivi dei propri figli ( giugno, luglio e settembre), una volta terminata la scuola. I partecipanti avranno l’opportunità di allestire uno spettacolo ogni due settimane, trattando materie  relative al musical, quali allestimento, canto, danza, recitazione, presenza scenica e scenografia.  Lo spettacolo verrà  poi rappresentato nel teatro della Gypsy, in via Pagliani 25. Sono previste molte attività aggiuntive, quali il gioco al parco attrezzato, una gita golosa da Silvano per assaggiare uno dei gelati più buoni di Torino.

Posti limitati. Informazioni allo 011.0968343

Info@gypsymusical.com

Mara Martellotta

Buon compleanno, Festival delle Colline!

La trentesima edizione, dall’8 ottobre al 3 novembre

Una lunga storia d’amore e di teatro”, dice l’Assessora Rosanna Purchia non appena arrivata alla Fondazione Merz per la presentazione della nuova edizione del Festival delle Colline (dall’8 ottobre al 3 novembre prossimi), un’edizione e un anniversario – un trentennale – che Marzio Zorio ha riassunto in quel logo più che esplicativo, tre grandi X che in obliquo formano una lunga linea compatta, attraversate dagli oscillii zigzaganti di una sorta di elettrocardiogramma emotivo che sta lì a decifrare trent’anni di spettacoli. Era il 1996 e gli scenari erano le piazze di paese, i cortili e le case rubate per una sera anche furtivamente a chi li abitava, le ville e i castelli della collina torinese, tutto frutto di chiacchierate e di intuizioni da parte di Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, che ancora ne sono al timone. Una storia d’amore che forse chiamarla un susseguirsi di serate e di appuntamenti suona riduttivo: piuttosto una specie di follia che a un certo punto prese organizzatori e pubblico – quel pubblico che a volte vagava per i verdi pendii alla ricerca dell’introvabile luogo di rappresentazione, che sottostava al maltempo improvviso e vedeva l’allora assessore Valter Giuliano asciugare sedie e materiale fonico mentre Pippo Delbono aspettava le ventitré per poter iniziare la sua “Rabbia” -, un momento di teatro aperto alle molte voci teatrali sempre in arrivo che catturò anno dopo anno un momento importante, fondamentale, nella vita culturale di Torino e dell’intero Piemonte. Tempi pionieristici, ieri come ieri un confronto pieno d’entusiasmo tra drammaturgie differenti, a partire da quelle ore del tramonto del 10 luglio, sulla scalinata della settecentesca Villa Bria di Gassino, quando Galatea Ranzi vi prese a recitare i versi di Clemente Rebora – un’altra antica follia credere nella forza della poesia! -, quando Roberta Bosetto intonò Emily Dickinson nella chiesa di Santa Croce di San Raffaele Cimena, quando Alessandro Quasimodo, in una piazza di Pavarolo, si mise di fronte all’Odissea tradotta da suo padre, quando Aldo Reggiani recitò le poesie di Oddone Cappellino nel palazzo comunale di San Raffaele Cimena.

A voltarsi indietro, vediamo ancora una volta questo “palcoscenico privilegiato” – che continua -, italiano e internazionale per il teatro contemporaneo, ci rivediamo alle spalle numeri di tutto rispetto, come 603 spettacoli di cui 157 stranieri, circa 1300 recite con 287 prime, 336 luoghi a raccogliere 2300 interpreti. Una lunga storia d’amore che ha raccolto 38 paesi esteri per un totale di 180mila spettatori. Bei traguardi, invidiabilissimi. Qualcosa s’è assestato da ieri a oggi, molte cose sono cambiate, le visioni e l’impegno politico-civile, lo spirito di ricerca e di importanza e di bellezza sono sempre quelli. Oggi il Festival delle Colline – ancora l’inossidabile duo alla direzione artistica – è realizzato da TPE – Teatro Piemonte Europa in partnership con Fondazione Merz e in collaborazione con il Teatro Stabile Torinese e Torinodanza Festival, la Fondazione Piemonte dal Vivo e il Museo Nazionale del Cinema, e vede il sostegno del Ministero per la Cultura, della Regione Piemonte, della Città di Torino, della Fondazione Compagnia San Paolo e della Fondazione CRT.

Nei luoghi scelti quest’anno a ospitare i sedici spettacoli proposti – dall’Astra alla Fondazione Merz, dal teatro San Pietro in Vincoli al Museo del Risorgimento al Palazzo degli Istituti Anatomici, dalle Fonderie Limone a Le Roi Music Hall – si avvicenderanno la compagnia catalana Agrupaciòn Senor Serrano (nel 2015 Leone d’Argento per l’innovazione teatrale alla Biennale di Venezia) con “Historia del amor”, una reliquia pre-colombiana e una storia d’amore che inizia sul web ma pure Katharine Hepburn e Humphrey Bogart con Virginia Woolf ed Enea, Rimini Protokoll che porterà un titolo alla Magritte, “Ceci n’est pas une Ambassade” con un anziano diplomatico, una vibrafonista e una attivista digitale durante l’inaugurazione di un’ambasciata di Taiwan a Torino, ovvero le mire espansionistiche dell’imperialismo cinese, la Compagnia Arnaboldi con “Autour du Corps”, il Bauhaus cancellato dal nazismo e la Sagra della Primavera di Stravinskij. Federica Rosellini è al centro di “iGirl” di Marina Carr (lo spettacolo farà anche parte del cartellone del TPE, sabato 11 e domenica 12 ottobre), bella scoperta di una delle più importanti drammaturghe irlandesi, una fusione di teatro, videoarte e musica, un curioso sconfinamento nell’arte contemporanea, e Marco Lorenzi che guarda in chiave moderna, con il Mulino d’Amleto, al “Giulio Cesare” shakespeariano che per lui è “la notte della Repubblica”, vista come vittima da uccidere e da sacrificare, ovvero amore per la patria o per il potere?, “La vie secrète des vieux” che dobbiamo a Mohammed El Khatib, ovvero un gruppo di persone anziane, sul parquet di una sala da ballo, “per esaltare passioni che sono inversamente proporzionali alla fragilità dei corpi”, amori in là con gli anni, e ancora Lina Majdalanie e Rabin Mroué, artisti libanesi, a firmare il rapporto tra Brecht e la Commissione per le attività anti-americane, mentre guardano alle loro vite di esuli e ai disastri delle dittature.

Ancora Benedetta Parisi con una performance itinerante, uno spettacolo con il pubblico in cuffia alle prese con percorsi individuali e collettivi che esplorano la Fondazione Merz e il vicino Garage Lancia, il gruppo Sotterraneo con il pubblico che danza, due celebri discorsi di Matteotti che Elena Cotugno porta negli spazi del Museo del Risorgimento mentre Paolo Musio s’affida alla maratona poetica della lettura dell’Eneide virgiliana e Tiziano Cruz con “Wayqeycuna” (il titolo si traduce in “miei fratelli”) fa rivivere storia e cultura di una comunità andina. Il primo novembre torna la compagnia che più è stata presente in questi trent’anni di festival, i Motus, con “Frankenstein (A Love Story) e Frankenstein(A History of Hate”), ancora Maria Hassabi, danzatrice coreografa artista, Sergio Ariotti in veste di autore/attore con Aldo Salassa per “L’ispezione”, quattro repliche per uno studio su Emilio Salgari e Mario Carrara che si incrociarono nel 1911, l’uno morto suicida, l’altro obbligato a fare un’ispezione sul cadavere, mentre l’Italia entrava nell’avventura coloniale in Libia e Carrara sarebbe stato costretto a fare i conti con il fascismo vent’anni dopo. Lunedì 3 novembre, in finale di festival, una sempre interessante tappa, “Fuga. Ventuno poesie di Primo Levi” presentato con lo Stabile torinese, dello studio che Valter Malosti va conducendo sulla figura dello scrittore di “Se questo è un uomo”, del suo mondo letterario, saggistico e poetico. Una silloge di poesie, al suo fianco la chitarra di Paolo Spaccamonti.

Elio Rabbione

Nelle immagini: “l’elettrogramma emotivo” inventato dall’artista Marzio Zorio per i trent’anni del Festival; scene dagli spettacoli “Ceci n’est pas une ambassade” e “Autour du Corps”; Federica Rosellini interprete di “iGirl” di Marina Carr.

L’Atteso ritorno di Interplay, il Festival della danza

Giunto alla sua venticinquesima edizione e diretto da Natalia Casorati, con artisti anche internazionali

Ritorna Interplay dal 28 maggio al 15 luglio prossimi, alla sua venticinquesima edizione, a  cura dell’Associazione Culturale Mosaico Danza, per la direzione artistica di Natalia Casorati.

Quest’anno rappresenta un anno importante, che va ben oltre la ricorrenza dei 25 anni dalla parte della danza e dei coreografi italiani che hanno trovato attraverso il Festival un’occasione per crescere, essere sostenuti e portati anche all’estero, e degli artisti internazionali, molti dei quali, grazie a Interplay, sono approdati per la prima volta in Italia. Si tratta di venticinque anni di collaborazioni e di scambi e soprattutto 25 anni in cui Torino ha avuto un  ruolo  centrale riconosciuto nel panorama della danza contemporanea europea.

Interplay non è  solo un  Festival, ma un motore che unisce, spinge e genera energia. Si tratta di una realtà capace  di trasformarsi, di intercettare le novità,  di offrire uno spazio reale, anche critico a intere generazioni di coreografi e compagnie.  Questo lo si deve soprattutto a Natalia Casorati, direttrice tenace, che da sempre si batte per rendere possibile tutto questo.

28 maggio – 14 giugno la durata del Festival con un evento speciale il 15 luglio nel Living Lab, il nuovo spazio performativo di Mosaico Danza, che si affaccia dal verde della collina verso il centro della città.

Il Festival, che dal 2009 viene finanziato dal Ministero, vincendo poi bandi europei e torinesi, come quest’anno il bando “Torino che cultura”, si è  negli anni affermato come punto di riferimento per la scena coreografica emergente e si svolge in quattro teatri e cinque spazi multidisciplinari,  con una particolare attenzione al riequilibrio territoriale grazie a eventi anche in periferia, confermando la sua vocazione nel creare connessioni tra linguaggi coreografici innovativi e un pubblico sempre più  ampio ed eterogeneo.

A questa edizione parteciperanno 24 compagnie provenienti da otto Paesi, con 9 prime nazionali e nuove creazioni site-specific. Molti tra gli ospiti del Festival hanno recentemente ottenuto importanti riconoscimenti quali il Premio UBU 2024 e il Premio Danza&Danza 2024, a testimonianza della qualità e della proposta artistica che da 25 anni promuove il dialogo e la sperimentazione ad esso connessi.

Il Festival animerà quattro teatri, la Casa del Teatro Ragazzi, in corso Galileo Ferraris 266/C, il teatro Astra in via Rosolino Pilo 6, le Officine Caos, in piazza Eugenio Montale 18/a, e le Lavanderie a Vapore , a Collegno, in corso Pastrengo 51, e cinque spazi multidisciplinari, quali via Baltea, la Casa del Quartiere Bagni Pubblici di via Agliè, l’Imbarchino e il MAO, Museo di Arte Orientale.

Spettacoli site-specific verteranno sui temi dell’Identità e complessità dell’individuo, su quello della trasformazione e decostruzione, e sul corpo politico.

L’inaugurazione del festival avverrà  alla Casa Teatro Ragazzi e Giovani di corso Galileo Ferraris e sarà affidata alla compagnia Abbondanza/Bertoni, con il duetto Viro; il sipario si alzerà alla Lavanderia a Vapore con la performance “Sleep in the car” del coreografo Premio D&D 2024 alla carriera Virgilio Sieni, che proporrà un lavoro di riflessione sulla libertà  e sulle costrizioni nella contemporaneità. Tra gli spettacoli più attesi “AeReA”  di Panzetti Ticconi con una musica originale di Demetrio  Castellucci, in programma  il 12 giugno alle Lavanderie a Vapore. Il 30 maggio la Casa del Teatro ospiterà  la performance “Totemica” di Manfredi Perego e “Decisione consapevole” di Roberto Tedesco, uno dei coreografi più promettenti della scena contemporanea. Il  4 giugno, sempre alla Casa del Teatro, sarà presente  la Compagnia Reaction Integrated Dance Company, che vedrà esibirsi danzatori con o senza disabilità,  e lo spettacolo Aerowaves Twenty 24 di Sarah Baltzinger & Isaiah Wilson, entrambi del Lussemburgo.

Evento speciale del festival il 15 luglio al Living Lab, lo spazio perfomativo creato da Mosaico Danza, affacciato sulla collina torinese, dove andranno in scena “Cosmorama” di Nicola Galli e “Roots Unseen” del collettivo Kyklos, lavori che indagano il rapporto tra paesaggio, identità e appartenenza.

Il 31 maggio a Barriera di Milano e il 14 giugno alle Lavanderie a Vapore di Collegno si terranno due talk sul festival.

Mara  Martellotta

La Rappresentante di Lista ha scelto “Città in note”

Per aprire il Summer Tour
Venerdì 23 maggio alle 21.30 al Toselli. Nel pomeriggio talk, esibizioni e festa per i 25 anni del liceo musicale
22.05.2025 – Continuano a Cuneo gli appuntamenti con la quinta edizione del festival “Città in note. La musica dei luoghi”, ideato e promosso da Fondazione Artea con il Comune di Cuneo, e la direzione artistica di Claudio Carboni coadiuvato da Carlo Maver. La rassegna propone, fino a lunedì 26 maggio, sei giorni di programmazione con oltre 30 appuntamenti che celebrano l’unione tra la musica e il patrimonio storico della città con concerti, performance, workshop e incontri che trasformeranno alcuni dei più suggestivi luoghi della città in palcoscenici vibranti mettendone in luce il grande valore storico, architettonico e naturale.

Domani, venerdì 23 maggio, nell’ambito del progetto The Youth Factor, si terranno due incontri speciali “Talk About Music”. Il primo, alle 15, presso l’auditorium Foro Boario (via Carlo Pascal), accoglierà la proiezione del docu-film “DARE – to take that first step”, giovani imprese e ponti culturali al centro di un racconto intimo e toccante, che invita a riflettere sui temi del contemporaneo e sulle sfide del presente. Dopo lo screening, il talk, condotto da Margherita Devalle, insieme ai protagonisti del film, Silvia Nocentini (NoOx Worldwide, co-direttrice artistica), Sek (artista italo-senegalese), e la regista Silvia Tonelli (anche co-direttrice artistica)cui seguiranno approfondimenti visuali e musicali legati al mondo Afro e di Nuova Generazione. Il secondo appuntamento, alle 18.30, in Sala Michele Ferrero di Casa Betania (via Bersezio, 9), sarà in compagnia de La Rappresentante di Lista che incontrerà il suo pubblico nel talk “La mia natura è resistere”, condotto da Margherita Devalle, e in cui si parlerà della musica come potente linguaggio veicolo di diritti, di inclusività e di riflessione sulla contemporaneità. Evento già sold out ma si consiglia di monitorare comunque il profilo Eventbrite di Artea nell’eventualità che qualcuno annulli la sua prenotazione e si liberino dei posti.

Alle 19.30, nel complesso Monumentale di San Francesco (via Santa Maria, 10), l’Orchestra CONsonanTE (Orchestra Sinfonica Giovanile) della Scuola Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, diretta da Sergio Castroreale, si esibirà con un repertorio di musiche di G.B Sammartini, G. Bottesini e F. J. Haydin. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Prenotazione consigliata su fondazioneartea.org.

Alle 20.30, presso la cattedrale di Santa Maria del Bosco (via Roma), imperdibile concerto del coro e orchestra d’archi del Liceo Musicale “Bianchi – Virginio” di Cuneo in collaborazione con le scuole di musica della città Insieme Musica e Palcoscenico. Un’occasione speciale per celebrare i 25 anni del Liceo musicale cuneese che dalla sua fondazione ad oggi, oltre ad aver partecipato a rassegne, concorsi nazionali ed internazionali e a scambi culturali con prestigiose istituzioni scolastiche italiane ed estere ha sviluppato numerosi ed importanti progetti, tra cui la realizzazione integrale de “La Traviata” di G. Verdi e l’incisione su CD del “Requiem” di Mozart. Ingresso libero, posti limitati. Prenotazione obbligatoria su fondazioneartea.org.

Alle 21.30, presso il teatro Toselli (via Giovanni Toselli, 9), La Rappresentante di Lista aprirà il suo Summer Tour 2025. Un percorso lungo ed estremamente ricco, quello della band, con 13 anni di carriera e quattro album in studio all’attivo. Dal 2011 ad oggi il duo si è mosso attraverso territori musicali sempre nuovi e ricercati fra pop e dance, come un laboratorio artistico multidisciplinare e in continua evoluzione, che si nutre dell’attività in studio, ma soprattutto di quella – infaticabile – dal vivo.  Il loro è infatti un live che è sinonimo di qualità musicale, ma non solo: ogni concerto de La Rappresentante di Lista è un’esperienza emotiva e intellettuale, un rito collettivo imprevedibile, nervoso ed energico. Fra i maggiori successi del gruppo, impossibile non ricordare almeno Ciao ciao, canzone classificatasi settima al Festival di Sanremo nel 2022, e da allora diventata una delle hit italiane più cantate e ballate di questo decennio. Biglietti disponibili in prevendita su ticket.it, al costo di 25 euro intero e 20 euro ridotto (under 25, over 65, possessori di abbonamenti alle stagioni a cura di Piemonte dal Vivo, iscritti all’associazione ACLI, iscritti FAI, possessori abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta). Salvo esaurimento posti, i biglietti potranno essere acquistati presso la biglietteria del teatro, la sera del concerto, a partire da un’ora prima.

La Rappresentante di Lista
La rassegna vede quest’anno, in una forma ancora più consolidata, l’importante coinvolgimento delle scuole e delle istituzioni musicali del territorio – Conservatorio “G. F. Ghedini” di Cuneo, Academia Montis Regalis, Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di SaluzzoIstituto Bianchi-Virginio, Insieme Musica, Palcoscenico Performing Arts Centre, Progetto Har e Voice Art Academy – che con le loro proposte di alta qualità troveranno in “Città in note” una rassegna ideale per presentare i giovani talenti della musica del futuro. Diverse le collaborazioni con le principali realtà concertistiche piemontesi: le cuneesi Orchestra sinfonica Bartolomeo Bruni e la Società Corale Città di Cuneola Corale Polifonica “Castello” di Rivoliil Coro Polifonico di Boves e il Gruppo corale “I Polifonici del Marchesato”. Per informazioni consultare il sito www.fondazioneartea.org

“Gran Paradiso dal Vivo”. Anteprima: domenica 25 maggio

Nuove produzioni, spettacoli all’alba, cene in silenzio e camminate narrative nelle Valli Orco e Soana per l’unico Festival “zero impact” di Teatro in natura

Ceresole Reale (Torino)

Godersi e fare teatro – fra esibizioni sceniche, storia e natura – “imprigionati” nella magica suggestione di catene e valli alpine di grande fascino sul versante piemontese del “Parco Nazionale Gran Paradiso”, il più antico d’Italia, istituito il 3 dicembre 1922. L’esperienza è di sicuro indimenticabile! A proporla, anche quest’anno, è “Gran Paradiso dal Vivo”, alla sua ottava edizione e in Italia unico Festival “zero impact” di Teatro in natura, ideato e promosso dal “Parco Nazionale Gran Paradiso” con il contributo di “Unione Montana Gran Paradiso, Valli Orco e Soana”, “Smat” e la direzione artistica di Riccardo Gili, che sottolinea: “L’ottava edizione del Festival percorrerà nuovi sentieri all’interno di un contesto consolidato, ovvero i nove centri che ospitano la nostra manifestazione. Non solo rappresentazioni di teatro in natura, ma esperienze costruite apposta per i luoghi, per la loro storia e per le persone che li abitano o li raggiungono. Modalità nuove sia di rappresentazione che di relazione con il pubblico per un viaggio su e giù tra le valli Orco e Soana con la possibilità di raggiungere le sedi di spettacolo anche con la condivisione dell’auto con gli spettatori. Il tutto, per un Festival sempre più vicino alla natura e più vicino ad ognuno di noi”.

In programma 9 spettacoli “unici ed irripetibili”, senza quinte né sipario, totalmente immersi nel contesto naturale per un’autentica esperienza immersiva nei luoghi e nei territori dei comuni di AlpetteCeresole RealeFrassinettoLocanaNoascaRibordoneRonco CanaveseSparone e Valprato Soana. L’appuntamento è da sabato 5 a domenica 20 luglio, con un’anteprima da non perdere domenica 25 maggio.

In programma: una “Cena in silenzio” a Ribordone con la Compagnia “Le Sillabe” e circondati dai soli rumori della natura. A seguire l’allestimento all’aperto del recente successo di Laura Curino “La lezione di Rachel Carson”, la “Signora degli Oceani”, pioniera dell’ambientalismo moderno; la nuova produzione “Albero Madre” con dieci performer donne di “O Thiasos TeatroNatura” messa in scena all’alba, a Locana; la “camminata narrativa” serale “Il viaggio dell’eroe” sulla saga di “Parsifal” e del “Santo Graal”, con Claudio Tomaello, autore e narratore teatrale e il nuovo spettacolo itinerante per famiglie “Topi con la pelliccia” di “Compagni di Viaggio”.

Domenica prossima 25 maggio, invece e come detto, l’anteprima, a Ceresole Reale (ore 15,30), con lo spettacolo “Re di Carte” , realizzato ad hoc per il “Parco”: una presentazione semiseria dei “Reali di Casa Savoia” che hanno dato i natali al primo Parco Nazionale d’Italia. In scena i “Compagni di Viaggio”, con Riccardo Gili, Costanza Maria Frola, Alessandra Minchillo, Federico Clerico, accompagnati dal pianista Gioachino Scomegna. “Re di Carte” entra negli antichi Palazzi di Casa Savoia nel secolo in cui nacque l’Italia con un percorso semiserio che porta in scena i re, ma soprattutto le regine, dal 1821 al 1922, e il loro mondo di relazioni, problemi, urgenti e protocolli: Carlo Felice di fronte ai moti piemontesi del 1821, la Bela Rosin, la Regina Margherita e la salita al Gran Paradiso del 1890, di Vittorio Emanuele III. Spettacolo godibilissimo, un “pacchetto” teatrale di contenuta, intelligente verve ironica, in mano ad un ensemble di attori di buon mestiere perfettamente guidati da Riccardo Gili.

Dopo l’anteprima, lo spettacolo sarà messo in scena domenica 13 luglio, alle 21,30, a Noasca con gli stessi interpreti e il soprano Sherrie Anne Grieve.

Per info e programma: www.granparadisodalvivo.it

  1. m.

Nelle foto: Immagine repertorio a Frassinetto; “Compagni di Viaggio” in “Re di Carte” e Laura Curino

Il podcast ti lascia solo la verità della voce: Carolina Crescentini si racconta

Torinese il Salone, romana lei. Carolina Crescentini arriva con l’energia e l’ironia di chi ha fatto della trasformazione un’arte. L’occasione è la presentazione di Giovani, ricche, vedove, nuovo audiolibro firmato Audible Original, uscito in esclusiva il 15 aprile. Accanto a lei, un cast tutto al femminile: Ambra Angiolini, Fatima Romina Ali, Ilaria Stagni. Un progetto corale, potente, che racconta storie di donne – e lo fa con la voce, la sfumatura più intima dell’identità. Carolina presta la sua a Krystle, “una figura forte e determinata, una donna libera”. Ma dietro quel personaggio, c’è molto anche di lei.

Un progetto tutto al femminile. Che energia si respira?

Lavorare con altre donne, soprattutto in un contesto creativo, è come parlare una lingua comune. Siamo più rapide, più istintive. Spesso ci basta uno sguardo per capirci. Non c’è bisogno di spiegare troppo: ci siamo già dette tutto con un sorriso o con un gesto. È una forma di connessione bellissima. Con Ilaria (Stagni, ndr) abbiamo passato due giorni a ridere e raccontarci la vita. È stato terapeutico.

In questo lavoro hai lasciato da parte il corpo e ti sei affidata solo alla voce. Com’è stato?

Liberatorio. Ogni tanto mi fa bene togliermi di dosso tutto, anche se non ho problemi con il mio corpo. Anzi, sono autoironica e lo uso spesso per raccontare e trasformare. Ma a volte mi stancano le opinioni, l’essere sempre esposti. Il podcast ti spoglia di tutto, ti lascia solo la verità della voce. È come tornare a una dimensione pura, infantile quasi. Come quando da bambina ascoltavo i radiodrammi in macchina con mia madre: erano favole della buonanotte, ma alla radio.

Cosa ascolta una narratrice come te?

Indagini lo seguo spesso. Il dito di Dio di Pablo Trincia mi ha distrutto l’anima: lui è straordinario. Ho amato La città dei vivi, adesso sto ascoltando I limoni sul G8 di Genova – che per la mia generazione è stato uno shock. Mi ha colpito anche Gli slegati di Chiara Gamberale: interviste intime, forti. E poi ogni mattina inizio con Il Post, come un caffè.

VALERIA ROMBOLA’

La grande musica russa di inizio Novecento con l’OSN RAI

La grande musica russa di inizio Novecento sarà protagonista del concerto in programma, con l’OSN RAI, giovedì 22 maggio a Torino, presso l’Auditorium Toscanini, alle 20.30, in diretta su Radio 3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura. La serata viene replicata venerdì 23 maggio alle ore 20. Sarà un’occasione di debutto del pianista Nicolai Lugansky, che è stato definito dal Gramophone come “un pianista pionieristico e meteorico”. Nel 1994 ha vinto il concorso internazionale Caikovskij e, da allora, ha suonato nelle sale più importanti, come il Concert Gebow di Amsterdam, il Musikverein di Vienna, la Tonhalle di Zurigo e la Suntory Hall di Tokyo. Viene invitato da orchestre internazionali come i Berliner Philarmoniker , la London Symphony Orchestra, l’Orchestre Philarmonique di Radio France.

Sul podio torna Stanislav Kochanovsky, uno tra i più brillanti direttori d’orchestra della nuova generazione, ospite regolare di compagini internazionali come l’Orchestre de Paris, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e la Danish National Symphony. In apertura della serata verrà proposto uno dei primi lavori di Šostakovič, scritto in gioventù, lo Scherzo n.1 in fa diesis minore per orchestra op.1, del 1919. La pagina fu originariamente pensata come un singolo movimento di una sonata per pianoforte, e venne in seguito orchestrata con l’aiuto di Maximilian Steinberg, Maestro di Conservatorio del compositor, cui è dedicata, diventando un brano orchestrale. Si prosegue poi con il Concerto n.3 in do maggiore per pianoforte e orchestra op.26 di Sergej Prokof’ev, affidato a Lugansky. Il Concerto n.3 è il più famoso, tra quelli eseguiti, del compositore russo, e vide la luce nel corso di quasi 10 anni, a partire dal 1913, a causa degli spostamento di Prokof’ev tra Europa e America. La prima esecuzione avvenne a Chicago nel 1921, con il compositore stesso al pianoforte e Frederick Stock sul podio. Solo successivamente alla prima, non accolta da grande successo, il brano diventò tra i più celebri per pianoforte del XX secolo. La serata si conclude nuovamente con Šostakovič e la sua Sinfonia n.1, scritta tra il 1923 e il 1925 ed eseguita per la prima volta dall’Orchestra Sinfonica di Leningrado, diretta da Nicolaj Mal’ko il 12 maggio dell’anno successivo. La Sinfonia n.1 in fa minore op.10 fu scritta a soli 19 anni e segnò il primo grande successo del compositore, e fu composta come brano da presentare all’esame di composizione.

I biglietti per il concerto sono in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium Arturo Toscanini di Torino, e online sul sito dell’OSN Rai.

Info: 011 8104653 – biglietteria.osn@rai.it

Auditorium Toscanini – piazza Rossaro, Torino

Mara Martellotta

“Rivoluzioni” la nuova frontiera di Mito

“Alcuni compositori nella loro scrittura hanno operato delle piccole rivoluzioni”, ha tenuto a
sottolineare il direttore artistico di Mito Giorgio Battistelli presentando la nuova stagione. Il Festival
si svolgerà tra Torino e Milano dal 3 al 18 settembre con 67 appuntamenti. Inaugurazione mercoledì
3 a Torino all’auditorium Agnelli con l’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Myung-Whun
Chung e con Mao Fujita al pianoforte per un programma dedicato a Sostakovic, Rachmaninov e
Cajkovskij. Si renderà omaggio a Sostakovic a 50 anni dalla sua morte con tanta della sua musica e
in 6 concerti con il quartetto Eliot, verranno eseguiti tutti i suoi quartetti per archi. Altro
anniversario per i 100 anni dalla nascita di Luciano Berio. Ci saranno sue composizioni accanto a
brani di Julius Eastman , John Cage e due commissioni del festival a Salvatore Frega e Marcello
Filotei. Il 12 all’auditorium Toscanini l’Orchestra Rai diretta da Thomas Dausgaard e con Liv
Redpath soprano eseguirà musiche di Langgaard, Abrahamsen e Nielsen. Il 10 al Conservatorio G.
Verdi l’Orchestra del teatro Regio diretta da Nicola Foron, eseguirà “ The Armed Man -A Mass for
peace” di Karl Jenkins dedicata alle vittime della guerra in Kossovo. Non ci sarà il concerto in
piazza San Carlo a causa dei lavori di pedonalizzazione di Via Roma. Dal prossimo anno ci sarà un
nuovo direttore artistico e un nuovo presidente.
Pier Luigi Fuggetta

Il Festival della Televisione di Dogliani dal 23 al 25 maggio

Il Festival della Televisione di Dogliani, giunto alla sua 14esima edizione, si svolgerà in piazza Umberto I, piazza Belvedere e Carlo Alberto

Venerdì 23 maggio prenderà il via a Dogliani, in provincia di Cuneo, la quattordicesima edizione del Festival della TV, che proseguirà fino a domenica 25. Si tratterà di tre giornate intense e dense di incontri, spettacoli, dibattiti, e conversazioni, con oltre 130 protagonisti appartenenti al mondo dei media, della cultura, del giornalismo e dell’impresa.

Significativo il titolo del tema scelto per quest’anno “Ritrovarsi”, che vuole essere un invito a riscoprire il valore della presenza, dell’autentico confronto, della narrazione condivisa in un tempo dominato dalla velocità e dalla connessione virtuale. Dogliani si trasformerà ancora una volta in un laboratorio culturale a cielo aperto, dove il pubblico potrà ascoltare da vicino volti noti e voci nuove in un clima informale partecipato. Tra, i tanti ospiti attesi Enrico Mentana, Mara Venier, Carlo Conti, Francesca Fialdini, Ludovico Einaudi, Noa, in dialogo con Gad Lerner, Stefano De Martino, Diodato, Nek, Alberto Matano, Veronica Gentili, Ornella Muti, Corrado Formigli, Diego Bianchi, detto Zoro, Aldo Cazzullo, Pilar Fogliati, Elsa Fornero, Federico Basso, Case a prima vista e Cronache di spogliatoio e molti altri. Il programma, completamente gratuito e senza prenotazione, si svolgerà nelle tre piazze principali del paese: Umberto I, Belvedere e Carlo Alberto, e toccherà tematiche di grande attualità tra giornalismo e informazione, musica e memoria, intelligenza artificiale, televisione e cucina, turismo sostenibile, moda, impegno civile e cultura digitale.

Anche quest’anno il festival assegnerà tre riconoscimenti che verranno consegnati venerdì 24 maggio, nel corso del Festival. Domenica 25 maggio, alle 16, la giornalista e divulgatrice Donatella Bianchi riceverà il Premio Ambiente Coripet. Il premio va a Francesca Fialdini per la sostenibilità, ad Aldo Cazzullo per l’innovazione e a Donatella Bianchi per l’impegno ambientale. Tra le novità più curiose, sabato 24 maggio debutta la prima Dogliani TV Run, una corsa non competitiva per esplorare il territorio in modo attivo e condiviso. E’ organizzata da A.S.D. Pam Mondovì, in collaborazione con il Festival Comune di Dogliani. La manifestazione prevede una gara podistica di 10 km e una corsa camminata di 6 km aperte a tutti.

Dietro le quinte del Festival della TV c’è stato un anno di lavoro e un intero paese in movimento, dietro ogni incontro che riempie le piazze di Dogliani vi è un lavoro silenzioso che inizia quasi un anno prima. Costruire il programma di una manifestazione che vuole raccontare le abitudini e le tendenze e le prospettive della televisione e del giornalismo, e di nuovi linguaggi della comunicazione, richiede visione, intuizione e attenzione, ma anche capacità organizzativa, sensibilità culturale e cura dei dettagli. Il cuore pulsante del Festival è IL Idee al Lavoro, un gruppo quasi interamente al femminile, con Federica Mariani alla direzione artistica, Simona Arpellino a quella organizzativa, Angela Frigerio per il social media management, Carola Baiotti alla grafica e alla creatività. Un gruppo affiatato che lavora con passione alla selezione degli ospiti, al disegno delle piazze e all’equilibrio del palinsesto. In questo contesto è doverosa la menzione di Mauro Tunis alla direzione tecnica, che contribuisce a trasformare Dogliani in un grande teatro a cielo aperto. Sono circa 200 i volontari, i veri motori invisibili del Festival, che su una popolazione di 4 mila abitanti rappresentano qualche cosa di straordinario. Grazie a loro, al loro del tempo, delle energie e del senso di comunità, il Festival diventa anche un’esperienza: un’ospitalità discreta ma autentica, un’organizzazione puntuale e appassionata, una macchina che funziona con il calore umano al centro. Il pubblico, composto, rispettoso, attento e sempre partecipe è molto sabaudo, capace di mostrare entusiasmo senza oltrepassare il limite, curioso e pronto al confronto. E’ anche questo a rendere speciale l’atmosfera, quel senso di rispetto reciproco che unisce e racconta il mondo a chi ascolta con interesse, coltivando spirito critico. Un mix unico, fatto di idee, persone e territorio, rende il Festival della TV un’esperienza di comunità e cultura.

Le tre piazze di Dogliani ospiteranno oltre 56 panel, incontri, interviste, spettacoli a ingresso libero e gratuito. E’ tempo di recuperare il senso della realtà, ribaltare la scala dei valori, rimettendo al centro la comunità reale rispetto a quella virtuale. Vivere queste opportunità tecnologiche come strumenti per incidere ancora meglio sulla realtà, e non ridurci a strumenti di una tecnologia che prende il sopravvento sulle nostre vite. C’è bisogno di vita vera, di contatto fisico, di contraddittorio. C’è bisogno di ritrovare una profondità che si sta perdendo nell’informazione, oggi il più delle volte sopraffatte dalla velocità e dalla superficialità. Abbiamo l’opportunità di vivere tempi tecnologicamente straordinari e destinati a evolvere in maniera ancora più dirompente, verso scenari che richiederanno una sicurezza sempre più forte. Proviamo a non sprecare questa opportunità”.

La giornata inaugurale del Festival si apre nel segno dell’infanzia e della creatività, con un appuntamento riservato alle scuole di Dogliani. Alle 10.30, in piazza Umberto I, andrò in scena l’anteprima della nuova stagione de “Le ricette di Arturo e Kiwi 5”, produzione di Rai Kids. L’incontro, che unisce animazione e divertimento, è condotto dalla produttrice cinematografica Sonia Farnesi e Andrea Zingoni, regista e scrittore, ideatore di due iconici personaggi protagonisti della serie. Nel pomeriggio, la giornalista Francesca Fialdini, autrice e conduttrice, dialogherà con il giornalista culturale de La Stampa Alberto Infelise, in occasione del premio a lei dedicato. Alle 18.30 Ludovico Einaudi incontrerà Aldo Cazzullo, editorialista e vicedirettore de Il Corriere della Sera, in una conversazione che esplora il potere evocativo della musica, il rapporto con la memoria e l’importanza del silenzio nel mondo di oggi. Alle 17. 30 Ornella Muti, recentemente premiata con il David di Donatello alla carriera, si racconterà a Steve Della Casa. Alle 18.30 sarà dato spazio al mondo dell’editoria con l’incontro tra l’editore Urbano Cairo e Mario Calabresi, oggi direttore della Podcast Company Choramedia. I due dialogheranno sul presente e futuro del giornalismo, tra credibilità e nuove forme di racconto e sostenibilità economica dei media. Il pomeriggio si chiuderà con la partecipazione di Carlo Conti, e la giornata, in piazza Umberto I vedrà come ultimo incontro il dialogo tra Noa, cantautrice israeliana, e Gad Lerner, sui temi urgenti della pace, del ruolo dell’arte nei conflitti e dell’identità attraverso il linguaggio universale della musica.

 

Mara Martellotta