SPETTACOLI- Pagina 7

Quasi 40mila fan per Vasco all’Olimpico

Erano 36mila i fan  e altrettanti questa sera per Vasco Rossi. All’Olimpico di Torino dopo tre anni è partito il Vasco Live Duemilaventicinque. La Rockstar che alloggia al Principi di Piemonte ha infiammato il pubblico con i suoi brani più amati.

A Torino una serata in ricordo di Massimo Sacco, l’ultimo dei caratteristi

 

Si svolgerà giovedì 3 luglio alle 19 a Lombroso16 (via Lombroso 16, Torino) una serata omaggio in ricordo di Massimo Sacco, volto iconico dei film di Pupi Oggiano, scomparso un mese fa a soli 59 anni.

 

Massimo Sacco è stato l’ultimo caratterista, quell’attore che non ha mai un ruolo di primo piano in un film e interpreta quasi sempre lo stesso tipo di personaggio, quello che più si adatta al suo volto, alla sua fisicità, al suo modo di porsi. I caratteristi sono state figure fondamentali, capaci di cambiare il ritmo di un film, di fare da spalla al protagonista in scene spesso rimaste indimenticabili. Pensate a Bombolo o a Mario Brega, per dare due nomi tra i più noti.

Massimo Sacco è stato il caratterista dei film di Pupi Oggiano. Presente in 5 dei 6 film che compongono l'”esalogia della paura” di Oggiano, quel progetto tutto torinese che ha stravolto i canoni del cinema indipendente italiano, quel progetto che ha passato in rassegna i generi della paura, che ha esorcizzato la paura stessa, quel progetto i cui titoli letti uno dopo l’altro sono un manifesto imperdibile: “La paura trema contro: Ancora pochi passi Nel ventre dell’enigma E tutto il buio che c’è intorno Svanirà per sempre Contro un iceberg di polistirolo”.

Massimo Sacco è senz’altro uno dei volti più riconoscibili dell’intero progetto e nel corso della serata verrà ricordato da Pupi Oggiano e dagli attori che hanno lavorato con lui. Verrà inoltre proiettata una video-intervista omaggio inedita allo stesso Sacco realizzata da Alessandro Benna in collaborazione con Serena Guarnero, un modo per ricordarlo ancora più da vicino.

La serata sarà anche l’occasione per presentare al pubblico il dvd di “Contro un iceberg di polistirolo”, il film che chiude l’esalogia di Oggiano dopo oltre 6 anni di lavoro di squadra che ha coinvolto oltre 100 professionisti tra attori e tecnici.

L’ingresso alla serata di giovedì 3 luglio a Lombroso16 (sala HUB L16), via Lombroso 16, Torino, è libero. L’appuntamento è alle ore 19.

Pinocchio! al Torino Fringe Festival

Domenica 1 giugno, ore 17

CineTeatro Baretti, via Baretti 4, Torino

 

 

Per Igor Sibaldi le avventure di un burattino sono un romanzo teologico

 

 

Per l’ultimo appuntamento della XIII edizione del Torino Fringe Festival 2025, Igor Sibaldi con Pinocchio! racconta un Collodi sorprendente perché le sue Avventure di un burattino sono un romanzo teologico. La storia di un essere misterioso che vuole diventare un bambino, nella casa di un falegname chiamato Giuseppe, per gli amici Geppetto. Un’incarnazione, un sequel dei Vangeli, con morte e resurrezione, ma anche con la Qabbalah, l’iniziazione egizia e la mistica ebraica.

 

Igor Sibaldi è scrittore, studioso di teologia e storia delle religioni. Narra argomenti di teologia, mitologia, psicologia, filosofia, storia della letteratura, Qabbalah. Conduce seminari e conferenze in tutto il mondo. Tra i suoi libri più celebri: la trilogia de I Maestri InvisibiliLibro degli Angeli e Il codice segreto del Vangelo. Ha scritto e messo in scena alcuni testi teatrali: Francesco e i burattiniDionisoElogio dell’impossibile. Negli anni Novanta, ha tradotto Guerra e pace e molte altre opere di Tolstòj.

Info:

Domenica 1 giugno, ore 17-19

CineTeatro Baretti, via Giuseppe Baretti 4, Torino

Pinocchio!

Igor Sibaldi

Costo: 20 euro

Posti limitati

Prenotazione online su www.tofringe.it

Oltre la musica: Willie Peyote e il senso del vivere

Parlare con Willie Peyote non è mai un esercizio di routine. È un’esperienza che va oltre l’intervista, oltre la promozione: è uno scambio autentico, diretto, profondamente umano. Reduce dal successo sanremese con il brano “Grazie ma no grazie”, l’artista torinese conferma di essere rimasto fedele a se stesso. Nessuna posa da divo, nessuna distanza dal pubblico: solo la coerenza di chi continua a comunicare senza filtri, con lucidità e passione. Lo ha dimostrato ancora una volta durante un incontro d’eccezione al Salone del Libro di Torino, in dialogo con il filosofo e divulgatore Rick DuFer, in occasione della presentazione del suo ultimo libro Nessuno parla a nessuno (Cairo Editore). Ma definirlo semplicemente un “talk” sarebbe riduttivo. È stato un confronto vibrante, profondo, quasi iniziatico, che ha toccato corde delicate come il senso del fallimento, la perdita, l’importanza dei legami e la responsabilità di lasciare una traccia nel mondo. Un’ora di parole che hanno sfidato il rumore di fondo del nostro tempo. Un dialogo che ha avuto il sapore del rito: intenso, necessario, irripetibile. Con Willie Peyote, ogni conversazione è un invito a pensare — e soprattutto a sentire.

Willie, tra le tematiche che avete toccato nell’incontro c’è stata quello della perdita. Uno dei tuoi brani più intimi è stato “Sempre lo stesso film“, un brano dedicato a Libero Di Rienzo, regista e attore e tuo amico scomparso nel 2021. Un pezzo molto personale, ma che ha colpito tantissime persone. Te lo aspettavi?

Sono contento, e sinceramente non pensavo che così tante persone potessero rivedersi in un testo tanto intimo. Quella canzone è nata come una lettera a Libero. Avevo bisogno di dirgli delle cose che non ero riuscito a dirgli, soprattutto in quell’ultima telefonata a cui non ho risposto. Scrivere quella canzone mi ha costretto ad andare in profondità, a fare i conti con un dolore vero. È come se avessi fatto un riassunto dell’anno trascorso, rivolgendomi direttamente a lui. Certe persone restano importanti anche se non sono più con noi. E lo capisci solo dopo.

È un evento che ha segnato anche il tuo percorso artistico?

Ci penso, ed è giusto che sia così. Ma non direi che ha influenzato il mio percorso artistico nel senso tradizionale del termine, perché – come dicevo anche durante l’incontro con DuFer – io non vedo una separazione tra l’artista e la persona. Quella perdita mi ha colpito come essere umano, prima ancora che come musicista. Il vero dispiacere è non poter fare insieme tutte quelle cose che ci eravamo promessi. Però da eventi così tragici può nascere qualcosa di buono, se riescono a renderti una persona migliore. Allora sì, acquistano un valore.

Tra i temi che hai affrontato con Rick DuFer c’è stato anche quello del fallimento, e in un’intervista su Rolling Stone ti hanno definito “il re dei fallimenti” per la tua capacità di trasformare ciò che è scomodo in qualcosa di raccontabile. Che rapporto hai con il fallimento?

Non ho paura di parlarne, ma certo che ne ho paura come chiunque altro. Sarebbe ipocrita dire il contrario. Però non ha senso far finta che non esista: se un fallimento non diventa una spinta a migliorarsi, allora sì che diventa un vero fallimento.

Nel tuo caso non sembra mai essere stato così.

Perché cerco sempre di riflettere su quello che accade, anche quando fa male. Credo molto nel valore dell’ammissione della debolezza. La vera forza, secondo me, non è fingere di essere invincibili, ma sapere ammettere la propria fragilità. Nasconderla è la vera forma di debolezza. Affrontarla, invece, è forza.

Valeria Rombolà

REGINA MUSIC FEST, la prima festa della musica dedicata ai piccoli pazienti

UGI – Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini ODV, in collaborazione con ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e Città della Salute e della Scienza di Torino e con le numerose Associazioni di volontariato che operano all’interno dei reparti dell’ospedale Regina Margherita, in partnership con Associazione culturale Hiroshima Mon Amour, presenta la terza edizione del REGINA MUSIC FEST, la prima festa della musica dedicata ai piccoli pazienti ed ai loro familiari con giochi, intrattenimento e musica, per un pomeriggio di festa che, dalle ore 16 alle ore 19 di lunedì 2 giugno,  animerà tra colori e note l’area antistante l’ingresso dell’ospedale infantile, in piazza Polonia, 94 a Torino.

Realizzata grazie al sostegno di Reale Foundation, la fondazione Corporate di Reale Group, e Iren, l’edizione di quest’anno ha come obiettivo di contribuire alla realizzazione dell’ampliamento della struttura riabilitativa, con un progetto che prevede l’integrazione di uno spazio (annesso all’area già funzionante) dedicato ai più piccoli, per offrire percorsi riabilitativi sempre più specializzati ed integrati. Inoltre, con Eduiren, il settore educational del Gruppo Iren, insieme al collettivo artistico SANT3 MOLEST3, realizzerà insieme ai ragazzi e le ragazze un arazzo collettivo fatto di materiali di scarto che prendono nuova vita.

Numerosi gli artisti e i partner che hanno accolto con entusiasmo l’invito a partecipare per la gioia dei bambini e dei ragazzi in cura, per una festa dentro e fuori le mura dell’ospedale grazie alle incursioni degli artisti in corsia.

A far cantare e ballare ci pensano I PATAGARRI il quintetto gipsy jazz gioioso e coinvolgente che ha conquistato il pubblico arrivando in finale del talent più famoso d’Italia; la cantautrice Neja, regina della musica dance, con i suoi successi tra cui Restless, Shock, The Game e diversi brani iconici di quel periodo; D!PS, il dinamico trio musicale che fonde elementi di elettronica con le atmosfere fluide e a volte contrastanti del rap e dell’indie pop; il trascinante afro sound con il percussionista Ablaye Magatte Dieng, che, con la sua Associazione Culturale Tamra, porta avanti la tradizione griots, storici intrattenitori, musicisti ed artisti della società senegalese. E poi ancora le singer sisters 4Calamano, le quattro sorelle di Varazze Lara, Maya, Dana e Jade con la passione per il canto e per la musica, diventate vere e proprie star del web, si esibiscono con le loro armonie a cappella, mentre la Bandakadabra porta il groove ipnotico della techno con la potenza di fiati e percussioni.

Pietro Morello, polistrumentista, tiktoker e innovatore, che arriva al cuore dei più piccoli con le sue canzoni e i suoi progetti di musicoterapia, trasformando semplici oggetti in strumenti musicali, spetta il compito di condurre la giornata, affiancato in alcuni momenti da altre celebrità torinesi, Miss Italia 2004, Cristina Chiabotto e Willie Peyote.

Allo stupore ed all’entusiasmo generale contribuiscono anche i trampolieri della scuola Settimo Circo, che brillano nel loro travestimento da KISS, la celebre pop rock band anni ’80 e a Mattia Villardita nei panni del supereroe Spiderman. Tutti insieme per un pomeriggio di svago e condivisione e per un’evasione dalla quotidianità raccontata da interviste a volontari, medici, infermieri, ricercatori, sostenitori e collaboratori, in breve tutti gli esponenti del variegato mondo UGI, che avranno il compito di descriverne i diversificati filoni di attività.

I grandi suoni di fine Primavera. Appuntamento alla Reggia di Venaria

La  grande musica internazionale di “Late Spring Music Festival”

Dal 30 maggio al 2 giugno

Venaria Reale (Torino)

Torneranno a volteggiare e a riecheggiare nell’aria, fra le suggestive “Sala di Diana” e la “Cappella di Sant’Uberto”, attraversando, lievi ma imponenti, i grandiosi “Giardini”, la maestosa “Galleria Grande” e gli spazi esterni del “Castello della Mandria”, le sontuose note di “Late Spring Music Festival”, l’innovativo progetto musicale di “fine primavera” ideato per dare voce e suoni (attraverso epoche e stili che dal Seicento arrivano, passando per i grandi del Classicismo e del periodo Romantico, alla musica contemporanea) agli imponenti e straordinari spazi barocchi della Residenza sabauda, “Patrimonio UNESCO dell’Umanità” dal 1997. Giunta alla sua terza edizione, la rassegna, ideata dal “Consorzio delle Residenze Reali Sabaude” e dall’artista in residence, il torinese Claudio Pasceri – tra i più apprezzati violoncellisti italiani e già direttore artistico di Festival prestigiosi – propone, da venerdì 30 maggio a lunedì 2 giugno, un programma musicale particolarmente intenso e sfaccettato in giornate che vedranno il susseguirsi di concerti, approfondimenti, momenti di incontro fino ad appuntamenti dedicati ai più piccoli: dai “matinée-concerto” agli “incontri del pomeriggio”, che offriranno percorsi creativi al pubblico, fino a “I Suoni della Sera”, (concerti dalla durata più significativa e dal programma più articolato), con artisti di prestigio internazionale che si esibiranno nei luoghi più iconici del complesso venariese.

“Una pacifica invasione in musica”, questa terza edizione del Festival “è stata ideata – sottolineano gli organizzatori – con l’intento di porre al centro il rapporto tra cittadino e collettività, tra espressione individuale e consapevolezza sociale, contribuendo all’inclusività di un luogo straordinario e sorprendente qual è la ‘Reggia di Venaria’”. Nell’arco delle programmate quattro giornate, la “grande musica” prenderà quindi a braccetto il pubblico più vario, più o meno musicalmente erudito e appassionato, nonché donne e uomini di ogni età: i bambini delle scuole elementari del territorio saranno protagonisti dell’opera “Twice Upon” di Luciano Berio, in occasione del centenario della nascita del Maestro e in una straordinaria prima esecuzione italiana; la pianista concertista veneta Gloria Campaner proporrà, con la sua narrazione musicale, una “palestra di emozioni” aperta a tutti; l’orchestra della “Filarmonica TRT- Teatro Regio Torino”, oltre all’esibizione concertistica, si presterà a far scoprire l’organismo “orchestra” ai bambini presenti in Reggia con i propri genitori, attraverso l’ormai collaudato format “La Voce degli strumenti” per finire con gli “ensemble” di musicisti amatori, selezionati attraverso il bando “La Repubblica della Musica”, che avranno l’occasione di esibirsi pubblicamente nel giorno della “Festa della Repubblica”lunedì 2 giugno, interpretando le  pagine di musica che più li appassionano e li ispirano.

Numerosi saranno, anche quest’anno, gli ospiti di prestigio e di diverse provenienze. Dalla Finlandia giungono il pianista Olli Mustonen ed il “Meta4 Quartet”, dalla Svizzera il raffinatissimo sassofonista Marcus Weiss, mentre tedesche sono le straordinarie Antje Weithaas e Danusha Waskiewicz, francese il virtuoso del violoncello Romain Garioud, bulgara la violinista Yana Deshkova ed estone Jone Kaliunaite. Tra gli artisti italiani, figurano nomi di primo piano come quelli del violoncellista Enrico Bronzi, della pianista Gloria Campaner e del direttore d’orchestra Francesco Bossaglia. Italiano, anche il compositore Matteo Franceschini – già “Leone d’argento” alla Biennale di Venezia nel 2019 e autore delle musiche del film “Vermiglio”, candidato agli Oscar 2024 – che, come già nelle precedenti edizioni del Festival, ha scritto un brano su commissione della “Reggia” che vedrà sabato 31 maggio la prima esecuzione assoluta.

Da non perdere, infine, i “Racconti attorno alla Musica”, momenti di incontro pomeridiani, tenuti da voci di assoluto valore del mondo musicale, ma non solo. Tra questi, il direttore d’orchestra Marco Angius, i direttori artistici della “Filarmonica Romana” e di “ARTONOV” di Bruxelles, Domenico Turi e Vincenzo Casale affiancati dall’antropologo Daniele Luzzo.

Per info su programma dettagliato e biglietti: “Reggia di Venaria”, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

g.m.

Nelle foto: “I suoni della Reggia”, ph. Valentina Vannicola; Claudio Pasceri, Pavel Beliaev, Andrey Pushkarev in concerto, ph. Luigi De Palma; “Filarmonica TRT”; Antje Weithaas, cr. Marco Borggreve

“CreativAfrica”. Musica, cucina, workshop e libri

A Torino ritorna, con la sua XI edizione, il “Festival delle Culture Africane”

Dal 5 al 19 giugno

“Una finestra aperta sulle culture africane, uno sguardo libero sulle arti di scena, la letteratura, il cinema, l’arte e il design di questo grande continente”: questo vuole essere, ed è, secondo gli organizzatori di “Renken ETS” (Associazione che, dal 2006, opera fra Senegal e Italia, promuovendo educazione, cittadinanza globale e cooperazione fra i due Paesi) il Festival “CreativAfrica”, giunto alla sua XI edizione e pronto a ritornare sotto la Mole da giovedì 5 a giovedì 19 giugno.

Fatta eccezione per alcuni giorni di “inattività”, ne restano nove completi di grande festa, articolata in tre sedi, e ricca di talk con vari ospiti, di appuntamenti letterari e laboratori – da quello di “apertivi africani” o di “cucina latina/afrodiscendente” a quello di “etnogastronomia sulle tradizioni Akan”, gruppo etnico dell’Africa occidentale, composto da diverse popolazioni diffuse in Costa d’Avorio e in Ghana – per proseguire con sei “dj set” e otto “live” (fra i partecipanti, ricordiamo,  il camerunense, compositore, polistrumentista Taté Nsongan – seconda voce dei torinesi “Mau Mau” – con il suo nuovo doppio album di “world music”), insieme a caratteristiche “esibizioni coreutiche” interpretate dai bravissimi danzatori di “Danseincolore”, Compagnia con sedi in Francia ed in Congo, nelle cui libere movenze si celebra tutta la ricchezza del patrimonio espressivo africano e “la vitalità degli applausi, dei fiumi e delle foreste del Congo”. Tantissimi gli argomenti trattati: si parlerà di “Color, identidad y tradición” con i maestri colombiani de “La Linterna” (storica tipografia della Colombia che dagli Anni ’30 stampa manifesti stradali su centinaia di muri, lasciando un’eredità che si rifiuta di essere cancellata), di “Universo Parallelo” con l’autrice Nogaye Ndiaye (autrice di opere che esplorano la dimensione personale e collettiva della decolonizzazione), di  “Spazi di cultura” insieme a “Interplay Festival” e “Cisao” e di “Identità e soggettività”, a partire da “Ma siamo ancora qui a parlarne?”, primo lavoro scritto e interamente disegnato dall’autrice e fumettista milanese Cleo Bissong.

Tre, si diceva, le sedi che ospiteranno i nove giorni del “Festival”: buona parte degli eventi si terranno al Ristorante Sociale “Jigeenyi”, in via Borgo Dora 3/0. Due serate musicali si terranno, invece, al “Magazzino sul Po” sulla sponda sinistra dei “Murazzi” e l’altra nel Cortile della “Lavanderia a Vapore” a Collegno, corso Pastrengo 51, in collaborazione con il “Festival Interplay”.

Fil rouge che legherà i molti eventi, il tema delle “Afrodiscendenze”. Tema che vuole “richiamare l’attenzione – affermano gli organizzatori – sul riconoscimento dei discendenti degli africani che arrivarono durante il periodo coloniale nel continente americano come parte del commercio degli schiavi e che soffrirono, storicamente, della discriminazione e della negazione dei diritti umani. Ma anche tema che vuole raccontare la storia dei discendenti degli africani nati al di fuori di questo continente e le migrazioni internazionali, attuali e passate”.

Il tutto, attraverso riflessioni con artisti e attiviste di generazioni diverse su “cosa significhi essere afrodiscendenti oggi”, in una contemporaneità sempre più complessa, interconnessa e multiculturale. Perché  “essere afrodiscendenti non è solo una questione geografica, ma una questione di identità”.

Workshop, concerti e talk saranno occasione per aprire nuovi orizzonti e “combattere i maggiori stereotipi e i razzismi” che la popolazione “afrodiscendente”, ancora oggi, e in più contesti socio-culturali, incontra. Di giorno in giorno.

Per info su programma dettagliato: “Renken ETS”, via Priocca 28, Torino; tel. 338/1416296 o www.renken.it

G.m.

Nelle foto: “Danseincolore”, Cleo Bissong, Nogaye Ndiaye, Taté Nsongan

Brachetti ritorna al Teatro Alfieri con “SOLO – the legend of Quick Change”

La leggenda del trasformismo, dal 29 maggio al 2 giugno

Dal 29 maggio al 2 giugno atteso ritorno di Arturo Brachetti, il più noto trasformista torinese, con lo spettacolo “SOLO – the legenda of Quick Change”, grande one man show che ha fatto registrare numeri da record, sold out e standing ovation in tutto il mondo. Protagonista il trasformismo, che qui la fa da padrone con oltre 60 nuovi personaggi, molti ideati appositamente per questa esibizione, che appaiono davanti agli spettatori a un ritmo incalzante e coinvolgente. In “SOLO” Brachetti propone anche un viaggio incentrato sulla sua storia artistica, le altre affascinanti discipline in cui eccelle: grandi classici come le ombre cinesi, il mimo e la chapeaugraphie, oltre alla sorprendente novità della poetica sand painting e il magnifico raggio laser. Il mix tra scenografia tradizionale e il videomapping permette di enfatizzare i particolari e coinvolgere gli spettatori. Brachetti apre le porte della sua casa, una casa senza tempo e luogo, come quella che esiste dentro ognuno di noi, dove le stanze raccontano un aspetto diverso del nostro essere, e gli oggetti della vita quotidiana prendono vita conducendoci in mondi straordinari, dove l’unico limite è la fantasia. La casa interiore di Arturo Brachetti è uno spazio senza confini temporali e geografici, dove reale e surreale si fondono in un varietà funambolico in cui varietà e finzione si mescolano con la magia e la realtà, creando un universo di possibilità illimitate. Dai personaggi di telefilm celebri a Magritte, dalle grandi icone della musica pop, passando per le favole della lotta con i raggi laser in stile Matrix, l’artista batte il ritmo sul palco. Si tratterà di 90 minuti di vero spettacolo pensato per tutti, a partire dalle famiglie.

Biglietti: 35 – 38 euro

Orari: giovedì e venerdì ore 20.45 – sabato ore 19.30 – domenica e lunedì ore 15.30

Info: www.ticketone.it

Mara Martellotta

James Cameron al Museo del Cinema

TORINO – Un doppio appuntamento con il genio del cinema mondiale. James Cameron, il visionario regista di Titanic e della saga di Avatar, farà tappa a Torino il 9 e 10 giugno per un evento speciale al Museo Nazionale del Cinema. Oltre a visitare la mostra The Art of James Cameron, il cineasta riceverà il Premio Stella della Mole e terrà un’esclusiva masterclass.

Un riconoscimento alla carriera

La serata del 9 giugno sarà dedicata alla consegna del Premio Stella della Mole, che celebra il “ruolo unico e innovativo” di Cameron nella storia del cinema. La cerimonia si svolgerà nella cornice iconica della Mole Antonelliana, sede del museo, simbolo perfetto per omaggiare un regista che ha sempre unito arte e tecnologia.

La masterclass con Carlo Chatrian

L’indomani, 10 giugno, spazio alla riflessione cinematografica: al Cinema Massimo, Cameron dialogherà con Carlo Chatrian, direttore del museo, in una masterclass che ripercorrerà la sua straordinaria carriera – dagli esordi con Terminator alle ultime innovazioni di Avatar – e i suoi futuri progetti. L’orario sarà comunicato a breve.

The Art of James Cameron: un viaggio nell’immaginario del regista

Cuore dell’evento è la mostra The Art of James Cameron, ideata dalla Cinémathèque Française in collaborazione con l’Avatar Alliance Foundation. Un’immersione in 60 anni di creatività attraverso:

  • 300 opere tra disegni, costumi, oggetti di scena e tecnologie 3D

  • 6 sezioni tematiche, da Sognare a occhi aperti a Titanic: Viaggio nel tempo

  • Installazioni multimediali e pannelli visivo-tattili per un’esperienza inclusiva

I progetti futuri: da Avatar a Ghosts of Hiroshima

Cameron, attualmente impegnato nel terzo capitolo di Avatar (Fuoco e Cenere, in sala dal 17 dicembre), ha in cantiere anche Ghosts of Hiroshima, trasposizione del romanzo su Tsutomu Yamaguchi, sopravvissuto a entrambe le bombe atomiche.

Un progetto che precederà Avatar 4, a conferma della sua instancabile ricerca narrativa.

Un’occasione unica per scoprire l’arte di un maestro che ha ridefinito il cinema.

CRISTINA TAVERNITI

La Compagnia Scimone Sframeli porta in scena il genere umano con “Fratellina” al Teatro Gobetti

Da martedì 27 maggio a domenica 1 giugno prossimi, andrà in scena al Teatro Gobetti la pièce teatrale “Fratellina” di Spiro Scimone, per la regia di Francesco Sframeli, entrambi in scema con Gianluca Cesale  Giulia Weber. Le scene sono di Lino Fiorito, i costumi di Sandra Cardini, i disegni luci di Gianni Staropoli. Lo spettacolo, vincitore del Premio Le Maschere di Teatro Italiano 2023 come miglior novità italiana, è prodotto dall’associazione culturale Scimone Frameli e dal teatro Metastasio di Prato.

“Fratellina” racconta di un mondo che ha scordato e perso i propri valori. Protagonisti della giocosa vicenda sono Nic e Nac, che una mattina a sperano di essersi risvegliati in unnuovo tempo, in cui ogni cosa dimenticata possa essere ritrovata. Il loro desiderio diventa reale all’apparizione di Fratellino e Sorellina, due buffi personaggi che esprimono sconforto e denuncia, ilarità e paradosso. La sofferenza e lo stato d’ansia dei 4 protagonisti, interpretati da Spirò Scimone, autore, Francesco Strameli, Gianluca Cesale e Giulia Weber lasciano spazio al sorriso e all’ironia.

“Come al solito – dichiara nelle note dello spettacolo Jean Paul Manganaro – la scena appare scarna: due letti a castello, il che in ogni caso moltiplica per due la consistenza scenica, dai quali osservare e commentare il mondo. Il titolo, Fratellina, al femminile, lascia perplessi e lancia diversi interrogativi. Deve essere pura percezione qui, e la confusione del genere pare esser voluta. I 4 personaggi non indicano attitudini o condizioni di genere, ma stati d’animo e reazioni. Nic e Nac, maschile e femminile misto, e Fratellino e Sorellina, indicano semplici entità teatranti in grado di muoversi come marionette, come pupi, in un mondo rarefatto in cui non contano le trame del reale quali esse siano, ma il divenire delle cose. Come dire che il mondo è pieno di niente, di impressioni vaghe vissute come in un trasognamento. I nomi, insomma, non denominano più grandi o piccole certezze, ma delle potenzialità che prendono forma solo a parole, come si deve, del resto, a teatro. Per esempio la parola ‘cognato’ può indicare il fratello della moglie, ma anche il marito della sorella, in funzione della reale situazione specifica. In questo lavoro è presente l’accorata denuncia di un mondo sempre più vuoto e crudele, dove il senso comune ha perso ogni riferimento e lascia isolati e perduti i loro personaggi, costretti a rifare il ‘mondo’ a parole su dei lettini che mimano più i giacigli delle prigioni che i tappeti volanti su cui sognarsi in viaggio. La grande potenza dell’opera di Scimone è rappresentata dal saper testare e interrogar ancora pienezza e significati delle parole, che ci sembra essere una delle costanti della sua vena siciliana, riportando alla memoria Pirandello. Emerge anche la capacità da parte dell’autore di tenersi alla larga da ogni forma che, anche criticamente, prenda le distanze da atteggiamenti realistici, contando sulla grande forza del convincimento che è il non senso”.

Associazione Scimone Sframeli – Teatro Metastasio di Prato – in collaborazione con il Teatro Comunale di Cagli

Info: teatro Gobetti, via Rossini 8

Orari: Martedì, giovedì e sabato alle ore 19.30 – mercoledì e venerdì ore 20.45 – domenica ore 16

Biglietteria: Teatro Carignano, piazza Carignano 6, Torino. Tel. 011 5169555

Mara Martellotta