SPETTACOLI- Pagina 50

‘Un delitto avrà luogo’ in scena con Beltramo, Iossetti e Tedesco

 Al teatro Erba fino a venerdì 31 maggio

Da giovedì 23 a venerdì 31 maggio al teatro Erba sarà di scena il giallo con i Beniamini di Torino Spettacoli, nella pièce teatrale “Un delitto avrà luogo” di Agatha Christie per la regia di Girolamo Angione, in cui Carlotta Iossetti interpreterà il personaggio di Miss Marple.

Dopo aver inaugurato la stagione del teatro Gioiello a ottobre con un tutto esaurito ed essere stato in cartellone a dicembre, torna al teatro Erba di Torino da giovedì 23 a venerdì 31 maggio il nuovo giallo prodotto dalla Compagnia Torino Spettacoli, “Un delitto avrà luogo” dal testo di Agatha Christie, per l’adattamento di Leslie Darbon e la traduzione di Edoardo Erba, la regia di Girolamo Angione. Le scene sono di Gian Mesturino.

Carlotta Iossetti sarà nel ruolo di Miss Marple, seguita da Elia Tedesco, Andrea Beltramo, Elena Soffiato, Patrizia Pozzi, Barbara Cinquatti, Vittoria Chiolero, Elisabetta Gulli, Luca Simeone e i Germana’s Erba Talents Sarah Bonomo e Simone Marietta.

La Compagnia Torino Spettacoli, con trent’anni di specializzazione in Agatha Christie al suo attivo, grazie alle rappresentazioni di Trappola per topi, la Tela del ragno, Assassinio sul Nilo e Caffè nero per Poirot, e dopo il successo della passata stagione con L’ospite inatteso, replicato nei teatri Erba, Alfieri e Gioiello, ha firmato questa nuova produzione ‘Un delitto avrà luogo’.

La Compagnia Torino Spettacoli affonda le sue radici nella sessantennale attività risalente al grande pioniere Giuseppe Erba e alla sua straordinaria esperienza produttiva in Italia e nel mondo.

La Compagnia, che si avvale della direzione artistica di Irene Mesturino, è impresa di produzione teatrale riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e tra i suoi filoni di maggior successo figurano i gialli, i classici antichi, i capolavori di tutti i tempi e testi contemporanei di divulgazione come “Parlo italiano”.

A Chipping Cleghorn, tranquillo villaggio della campagna inglese, la vita scorre piuttosto monotona. Un bel giorno sul giornale locale compare un insolito annuncio “Un delitto avrà luogo venerdì 29 ottobre alle 18.30 a Little Paddocks. Si pregano gli amici di voler prendere nota di questo avvertimento che non sarà più ripetuto”. Questo programma viene rispettato. Alla presenza di tanti curiosi, accorsi pensando di partecipare ad un gioco di società, qualcuno riesce a portare a termine un vero omicidio. Solo Miss Marple, capitata come sempre al posto giusto nel momento giusto, riuscirà a venire a capo del problema.

Repliche da giovedì 23 a venerdì 31 maggio.

Un delitto avrà luogo

Teatro Erba. Corso Moncalieri 241

 

Mara Martellotta

 

“L’unica cosa che importa ora è quel che tu pensi di me”

MUSIC TALES LA RUBRICA MUSICALE

“L’unica cosa che importa ora è quel che tu pensi di me

in te io trovo il mio valore, in te trovo la mia identità

Lauren Daigle ha iniziato a cantare nel coro della sua chiesa, di cui è diventata la voce principale, e ha studiato per diventare una psicologa e consulente per famiglie all’Università della Louisiana. Si è presentata alle audizioni per American Idol due volte: nel 2010, anno in cui non è stata selezionata fra i 24 finalisti e nel 2012, quando non ha passato le selezioni dei giudici a Las Vegas.

La cantante ha firmato un contratto con la Centricity Music, sotto la quale ha pubblicato nella primavera del 2015 il suo album di debutto, “How Can It Be”, che ha raggiunto il 28º posto nella classifica statunitense ed è stato certificato disco di platino dalla Recording Industry Association of America per aver venduto oltre un milione di copie.

Nell’autunno dell’anno successivo è uscito Behold: A Christmas Collection, album natalizio che si è piazzato 29º in classifica negli Stati Uniti.

Nell’estate del 2018 Lauren Daigle ha pubblicato “You Say” di cui vi manderò ascolto oggi, il singolo di lancio dal suo secondo album d’inediti. Il brano segna un traguardo per la cantante, visto che è diventato il suo primo ingresso nella Billboard Hot 100, dove ha raggiunto la 34ª posizione. You Say anticipa l’uscita del secondo album della cantante, Look Up Child, il 7 settembre 2018. Il disco ha debuttato al 3º posto nella classifica statunitense con 115 000 copie vendute nella prima settimana.

Oggi ho voluto parlare di questa artista per dare qualche indicazione sulla musica cristiana.

Probabile non tutti sappiano che la musica di ispirazione cristiana include la musica cristiana contemporanea, il rock cristiano, il Christian metal, i canti di lode contemporanei, il gospel e la musica cristiana hip hop. L’origine della musica cristiana parte dalle Chiese evangelicali nord americane e in un secondo momento, dopo il Concilio Vaticano II, è stato parzialmente accolta anche dal mondo cattolico. In America è talmente diffusa e radicata che l’organizzazione BMI ha creato i “Christian Music Awards”. Chi ascolta musica cristiana è spesso già cristiano, tuttavia la musica di ispirazione cristiana è utilizzata a fini di evangelizzazione.

Gli artisti (musicisti, autori, cantanti) utilizzano il loro background per diffondere il loro credo spirituale. L’idea di base è quella di far conoscere il Cristianesimo e i suoi valori cantando ed esprimendo la gioia della propria fede.

“Nell’atto di fede c’è sempre un momento in cui bisogna chiudere gli occhi e buttarsi in acqua con cuore intrepido e senza garanzia apparente”.

(Paul Claudel)

Buon ascolto

CHIARA DE CARLO

https://www.youtube.com/watch?v=sIaT8Jl2zpI

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Al via Nice Festival Settimo Torinese

Fondazione Cirko Vertigo, Collettivo Binario Zero, La Barque Acide, Bruta Bruja, Compagnia blucinQue e Magdaclan. Sono le compagnie protagoniste della terza edizione del Nice Festival Settimo Torinese, giunto quest’anno alla sua terza edizione e organizzato dal Centro nazionale di produzione blucinQue Nice, in collaborazione con Fondazione Cirko Vertigo e con Fondazione Piemonte dal Vivo, presso il Parco Lama dal 13 al 19 maggio.

Nove spettacoli differenti, due prime nazionali e un laboratorio aperto a tutti condotto da Fondazione UCI: il Nice Festival porterà in scena oltre 30 artisti provenienti da tutto il mondo che si rivolgeranno al pubblico più vasto, quello costituito da bambini, famiglie, esperti del settore, adolescenti e giovani curiosi di conoscere il mondo del circo contemporaneo. E per avvicinare ancora di più il nuovo pubblico, blucinQue Nice ha deciso di aprire gratuitamente le porte alla cittadinanza delle prove di Exit³ nella giornata di sabato 11 maggio dalle 15 alle 17:30. Dopo il festival lo chapiteau si fermerà sul territorio di Settimo e sarà possibile assistere alle prove degli artisti dello spettacolo Exit anche nella giornata di lunedì 27 maggio dalle ore 15 alle 17:30, prima che venga smontato per essere portato a Grugliasco per il festival Sul Filo del Circo.

“La terza edizione del Nice Festival a Settimo Torinese è ricca di novità: una nuova location nel Parco Lama,  un nuovo e magico spazio scenico, lo Chapiteau Nice, spettacoli per il gusto di un pubblico a 360 gradi e le attività di creazione e pedagogia aperte al territorio durante le prove dei nostri artisti per svelare quanta creatività e dedizione, quante professionalità e ore di lavoro si nascondano dietro a ogni spettacolo – sono le parole di Paolo Stratta, direttore di produzione del Festival -. Professionisti straordinari, come quelli di compagnia blucinQue, si alterneranno sul palcoscenico ai giovanissimi artisti internazionali dell’Accademia Cirko Vertigo che porta a Settimo Torinese in prima nazionale Exit³, una nuova produzione in tre differenti cast. Ogni serata sarà inedita e permetterà agli spettatori di accettare l’invito personale ad abbandonarsi alla scoperta e alla meraviglia, in una vera e propria immersione nel mondo del circo contemporaneo”.

La kermesse fa parte dei cinque festival organizzati dal Centro blucinQue Nice, riconosciuto e finanziato dal MIC e uno dei quattro centri di produzione per il circo contemporaneo riconosciuti a livello nazionale. A partire dal 2022 il centro ha creato una rete di partenariato con le quattro città di Chieri, Grugliasco, Moncalieri e Settimo Torinese, attorno al fulcro del capoluogo di Torino da cui sono nati i Nice Festival. A questi si aggiunge il Festival internazionale Sul Filo del Circo di Grugliasco, una manifestazione da oltre 20 anni punto di riferimento per il settore del circo contemporaneo in Italia e all’estero. blucinQue Nice ha l’obiettivo di creare sul territorio una comunità di spettatori stabile e di promuovere lo spettacolo dal vivo e il circo contemporaneo, permettendo soprattutto alle giovani compagnie di circuitare e confrontarsi con altri artisti di rilievo internazionale. Il Centro nazionale di produzione blucinQue Nice produce e sostiene la Compagnia blucinQue, fondata e diretta dalla regista e coreografa Caterina Mochi Sismondi, punto di riferimento in Italia e all’estero nel settore del teatrodanza e del circo contemporaneo. La compagnia ha la sua sede permanente di creazione presso il Café Müller di Torino. La direzione generale del Nice Festival di Settimo Torinese è a cura di Paolo Stratta.

“Piemonte dal Vivo prosegue anche durante i mesi estivi la sua collaborazione con blucinQue Nice per realizzare insieme un’offerta artistica di livello internazionale dedicata al circo contemporaneo sul territorio regionale. Tanti appuntamenti per rendere i linguaggi di questo settore un momento di incontro per tutta la comunità, partendo dal dialogo portato avanti in questi anni con le eccellenze presenti, al fine di cogliere le opportunità del nostro tempo e interpretarle come occasioni di sviluppo culturale duraturo e sostenibile”, afferma Matteo Negrin, direttore di Fondazione Piemonte dal Vivo.

Novità di quest’anno è lo Chapiteau Nice, resa possibile grazie al supporto della Città di Mondovì. Lo chapiteau è stato montato appositamente per il festival all’interno del parco Lama e, dopo essere stato a Mondovì, Chieri e Settimo Torinese, circuiterà anche sui territori di Grugliasco, Moncalieri e Torino che, come Settimo, ospiteranno i festival organizzati dal Centro blucinQue Nice.

“La città di Settimo Torinese torna ad abbracciare dopo due edizioni di grande successo il Nice Festival – è il commento della Fondazione ECM -. E lo farà in una location diversa, lo splendido parco Lama che già ha avuto modo di ospitare ad ottobre uno spettacolo straordinario, Circus I Love You, sempre in collaborazione con blucinQue Nice e Fondazione Cirko Vertigo. Ancora una volta il programma del Nice Festival sarà ricco di eventi imperdibili e sarà in grado come sempre di coinvolgere tutti, dai più piccoli a più grandi in quella che è la magia delle arti circensi contemporanee”.

I biglietti per assistere agli spettacoli, con un costo che va dai 2 ai 6 euro, sono acquistabili su Vivaticket, tramite l’APP del centro di produzione blucinQue Nice o in loco presso la sede del festival e in via Tiziano Lanza 31 a Grugliasco, sede di Fondazione Cirko Vertigo.

Il festival si apre lunedì 13 maggio con un doppio appuntamento: alle ore 17 Maria Celeste Funghi e Carla Carnerero Huertas de La Barque Acide emozioneranno il pubblico con Tira, un’analisi circense della complessa matassa incomprensibile che è l’essere umano al suo interno, ricco di contraddizioni, tanto assurde quanto divertenti. Al centro le corde di varie forme e lunghezze. Lo spettacolo, nella sua forma di Secondo studioè realizzato con il sostegno di Casa del Circo Contemporaneo di Fondazione Cirko Vertigo nell’ambito del Progetto Triennale Interregionale Artisti nei territori 2022-2024. Tira sarà portato in scena anche martedì 14 maggio alle ore 18.

Alle ore 20, sia lunedì 13 che martedì 14 maggio, è la volta di Santa & Glitter – Circus & Divinity! della compagnia Bruta Bruja: partendo dal motto “We believe in Miracles”, il duo presenta un mondo nel quale il gioco trionfa sulla vittoria e la magia ha il suo posto. Le due dive Santa e Glitter invitano il pubblico nel loro bizzarro salotto: la pausa caffè si trasforma in un oracolo lirico, l’asciugacapelli uno strumento sacro per spargere brillantini e all’improvviso le due si ritrovano in una lavatrice purificatrice.

Il pomeriggio di martedì 14 maggio sarà animato dallo spettacolo Storie sotto la gonna di Fondazione Cirko Vertigo. Protagonisti Lara Quaglia, nei panni di una simpatica racconta storie, e il trampoliere Eduardo Figaro Portillo Reyes: storie da tutto il mondo saranno raccontate sotto la gonna del trampoliere e un libro magico sarà la finestra su un mondo fatto di fantasia e leggende. Lo spettacolo, pensato per i più piccoli, sarà in replica anche venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 maggio per tutto il pomeriggio fino a sera.

Mercoledì 15 e giovedì 16 maggio alle ore 21 lo Chapiteau Nice ospiterà Coppelia Project di Compagnia blucinQue, diretta da Caterina Mochi Sismondi. Bambola meccanica e illusione, corpo fuori asse, appeso e inerme, come una marionetta che cerca il modo di immedesimarsi e allo stesso tempo di liberarsi: Coppelia project riporta, con questo lavoro della coreografa Caterina Mochi Sismondi, l’attenzione al tema dell’identità, della maschera che ciascuno di noi indossa e della donna vista nella sua fragilità ma anche nella sua forza, grazie ai differenti ruoli che è in grado di rivestire. Ispirata al balletto Coppelia – La ragazza dagli occhi di smalto, questa nuova creazione di compagnia unisce e armonizza tecniche della danza classica e contemporanea, della contorsione e sospensione capillare, e commistioni che vogliono mettere l’accento sul corpo e la sua frammentazione. La musica, a partire dalle note di Delibes, è curata dalla musicista Bea Zanin e ripropone temi del balletto, con interferenze di elettronica e violoncello. Coppelia Project, dopo il Nice Festival di Settimo Torinese, sarà portato al Festival della Progettazione Europea di Ferrara, al Todi Festival di Perugia, al Funambolika Festival di Pescara, al Festival di Caracalla, al Festival Piazza di Circo di Mondovì (CN) e al Teatro Furio Camillo di Roma. All’estero la compagnia porterà Coppelia Project in Brasile, a Rio de Janeiro e San Paolo, in Marocco al Karacena Festival, in Portogallo al Cupula Circus Village Festival e in Germania al Gallus Theater di Francoforte.

Nom’indosso è un inedito spettacolo di circo contemporaneo al femminile per il nuovo collettivo Binario Zero, di cui fanno parte quattro giovani artiste formate presso l’Accademia Cirko Vertigo. In scena le protagoniste vestono i panni delle donne protagoniste delle opere di Giacomo Puccini. Giochi di movimento e tecniche circensi si fondono assieme per esprime la conflittualità, l’eccentricità e il tormento che caratterizzano il mondo Pucciniano e quello di oggi. La prima creazione dello spettacolo è realizzata con il sostegno di Casa del Circo Contemporaneo di Fondazione Cirko Vertigo nell’ambito del Progetto Triennale Interregionale Artisti nei territori 2022-2024. Lo spettacolo sarà in prima nazionale venerdì 17 maggio alle ore 18. 

Racconti differenti per dare espressione, con il corpo, la voce e le tecniche circensi, all’emozione e alle storie personali degli artisti del terzo anno dell’Accademia Cirko Vertigo. Exit³, nelle sue declinazioni Siamo uno, Vieni con me Riflessi silentiè in programma in prima nazionale venerdì 17 e sabato 18 alle ore 21 e domenica 19 maggio alle ore 20:30. Ogni serata sarà differente dall’altra e permetterà al pubblico di scoprire le più svariate discipline circensi, unite alla danza, all’acrobatica e al teatro. Sarà proprio Riflessi silenti a chiudere la programmazione di questa edizione del festival.

Completano il calendario della kermesse due appuntamenti fissati per sabato 18 maggio. Alle ore 16 per due ore spazio di sperimentazione creativa e ludica degli attrezzi del circo con la guida degli operatori della Fondazione UCI – Uniti per crescere insieme Onlus. Durante il Laboratorio Social Circus Open Lab, palline, clave, diablo, rola bola e travi di equilibrio diventeranno ottimi strumenti per divertirsi insieme in un pomeriggio dedicato al circo in chiave sociale e di comunità. Le attività sono parte del Progetto Sul Filo del Circo lab_Special Social Edition promosso dalla Città di Grugliasco in partenariato con Fondazione Cirko Vertigo e Fondazione Uniti per crescere insieme Onlus grazie al contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo.

Sabato 18 maggio e domenica 19 maggio alle ore 18, infine, appuntamento con la compagnia Magdaclan e il suo In viaggio – Spettacolo di spirali acrobatiche viaggiantiIn un mondo in orbita, due personaggi viaggiano dentro una macchina tra le più singolari: una ruota tedesca. Mentre scoprono nuovi pianeti, la gravità gioca sulla loro relazione e li porta a sperimentare un vortice di emozioni. Uno spettacolo che promette grandi emozioni e vertigini spaziali.

Al Nice festival di Settimo Torinese, seguiranno il festival Sul Filo del Circo di Grugliasco, dal 3 al 13 giugno al Parco Porporati e il Nice festival di Moncalieri, dal 22 al 29 settembre al PalaExpo.

Info www.blucinque.it

Rock Jazz e dintorni a Torino: Bonnie “Prince” Billy e la Bandakadabra

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al teatro Colosseo si esibiscono i Ricchi e Poveri.

Martedì. Per il “Salone Off” all’Istituto delle Rosine è di scena Alberto Fortis.

Mercoledì. All’Off Topic suona la Funky Club Orchestra. Allo Spazio 211 si esibisce Bonnie”Prince” Billy. Al Blah Blah suonano i Pat Todd & The Rankoutsiders.

Giovedì. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Fabrizio Cammarata con Orlando Manfredi. Al Blah Blah suonano i Private Function . All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Gionny Scandal. All’Off Topic è di scena Anthony  Sasso. Al Magazzino sul Po suonano i Crabs e Fukuoka.

Venerdì. Ai Murazzi inaugurazione del “Fringe Festival” con l’esibizione della Bandakadabra. Allo Spazio 211 suona il duo Animaux  Formidables. Alla Suoneria di Settimo si esibisce la Barcelona Gipsy Balkan Orchestra. Al Magazzino sul Po sono di scena i Sabbia. All’Off Topic si esibisce Matteo Alieno. Allo Ziggy sono di scena Gli Atroci. Al Blah Blah suonano i Mahout. All’Hiroshima Mon Amour si esibiscono i Rumba De Bodas.

Sabato. Al Blah Blah suonano i White Llama. Al Folk Club è di scena il trio di James Maddock. Al Magazzino sul Po suonano i Yosh Whale. A El Paso sono di scena i Cannibal Mosquitos. Allo Ziggy si esibisce Nex Cassel. Al Gabrio è di scena R.Y.F.

Domenica. Al Diavolo Rosso di Asti si esibisce Frida Bollani Magoni.

Pier Luigi Fuggetta

“Late Spring Music Festival”, da Vivaldi a Steve Reich

La grande musica internazionale torna alla Reggia di Venaria

 

La seconda edizione del “Late Spring Music Festival”, rappresenta un innovativo progetto musicale ideato con Claudio Pasceri, tra i più apprezzati violoncellisti italiani nella veste di artista in residence. La rassegna, con vari appuntamenti musicali nel corso delle giornate, durerà da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno 2024. L’intento è quello di promuovere una pacifica invasione in musica con artisti di prestigio internazionale, coinvolgendo le suggestive Sala di Diana e Cappella di Sant’Uberto, oltre ai grandiosi giardini e alla maestosa Galleria Grande.

“Con soddisfazione possiamo annunciare che con il “Late Spring Music Festival – spiegano Michele Briamonte e Guido Curto, Presidente e Direttore Generale del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude – la musica internazionale torna alla Reggia di Venaria. Si tratta di un evento innovativo e ambizioso al tempo stesso, che contribuisce a posizionare la nostra realtà tra le principali mete culturali che non solo ospitano, ma anche organizzano eventi specifici di musica. Puntiamo a coinvolgere un pubblico ampio e eterogeneo perché, con Claudio Pasceri, ideatore del festival e artista in residence, condividiamo una visione consapevole e inclusiva del valore della musica”.

“Oggi un artista o un musicista che abbia la possibilità di frequentare la Venaria – commenta Claudio Pasceri – ha una doppia e rara fortuna: vive al contempo i luoghi dell’artista di corte settecentesco e gode della libertà creativa dell’individuo contemporaneo. L’artista in residence è chiamato a un senso di condivisione e scambio in un simile contesto, affinché pubblico, visitatori e musicisti possano partecipare tutti insieme a una entusiasmante festa in musica. Il “Late Spring Music Festival vuole sprigionare i suoni della Reggia”.

Ad aprire la manifestazione sarà la Filarmonica TRT con il percussionista Andrei Pushkarev nelle “Quattro Stagioni” di Vivaldi, presentate per la prima volta in Italia in questa funambolica versione il 30 maggio alle 21 presso la Cappella di Sant’Uberto.

Da Parigi giungerà il ricercato coro femminile Ensemble Sequenza 9.3, diretto da Catherine Simonpietri, che sarà protagonista di un programma costruito attorno ai magnifici canti popolari corsi, il primo giugno alle ore 11 presso la Cappella di Sant’Uberto.

Dal brano di Steve Reich “Different Trains” nasce un evento che, sotto lo stesso titolo, coinvolge diversi artisti, all’interno di un percorso sonoro che parte dalla Galleria di Diana. Qui il primo giugno alle 21 è atteso il celebre Quartetto Prometeo, per il ciclo “I suoni della sera”. Il pubblico sarà quindi accompagnato verso la Sala di Diana grazie a u ‘installazione sonora “Different Trains”, curata dal compositore Gianluca Verlingeri, per connettere i sentieri diversi della musiche di Reich e Bach.

Nell’ultima tappa di questo percorso fra la musica e la bellezza, gli spettatori incontreranno il pianoforte solo dell’affermato musicista francese Wilhelm Latchoumia, che nella Sala di Diana eseguirà “L’arte della fuga” di J.S. Bach. Si concluderà così un piccolo viaggio straordinario lungo i binari della musica degli ultimi tre secoli.

Il pianista Herbert Schuch proporrà due recital dedicati a Mozart e Beethoven.

Il Gropius Quarte t affronterà i capolavori di Haydn e Mendelssohn, con un’incursione nella musica di oggi, ironica e raffinatissima. Ancora le percussioni di Pushkarev, in duo con Pavel Beliaev, che dall’incandescenza sonora di Astor Piazzolla approderanno alle melodie di Arvo Part il primo giugno alle 17.30 presso la Cappella di Sant’Uberto.

L’oboe solista di Francesco Pomarico accompagnerà il pubblico attraverso le fantasmagoriche sei metamorfosi da Ovidio, presso la Fontana dell’Ercole, nei giardini della residenza, il 31 maggio alle 17.30.

Continua il contributo del Late Spring Music Festival alla relazione tra le architetture della splendida residenza e la musicacon la nuova commissione affidata a Vittorio Montalti. Per l’edizione 2024 la manifestazione ha scelto Ivan Fedele, tra i massimi compositori contemporanei. Il suo brano è dedicato alla Reggia di Venaria e sarà eseguito in prima mondiale da Claudio Pasceri e dal coro dell’Ensemble Sequenz 9.3, il 31 maggio alle 21 presso la Sala di Diana. La nuova composizione si intitola “LouLa sonnets”, ed è ispirata ai versi della poetessa francese Louise Labé, vissuta nel Cinquecento.

Ogni mattina saranno i cori da caccia dell’equipaggio della regia Venaria, con la loro forza evocativa, a preannunciare le attività musicali della manifestazione. Gli appuntamenti del Festival sono accessibili con il biglietto d’ingresso alla Reggia.

Tra i momenti di confronto tra pubblico e ospiti ricordiamo l’appuntamento con la vera e propria leggenda vivente di Salvatore Accardo, che sarà presentato alla Reggia di Venaria per raccontarsi e dialogare con il pubblico di una vita nella musica, il primo giugno alle ore 19 nella Sala di Diana. Protagonisti degli in contri il musicologo Guido Barbieri, il filosofo giornalista Filippo La Porta, il saggista Angelo Foletto e Felix Heri, Direttore del prestigioso Lucerne Festival Contemporary.

 

 

Mara Martellotta

Concerto di primavera nella cappella di Sant’Uberto

Alla palazzina di Caccia di Stupinigi domenica 12 maggio

 

Domenica 12 maggio alle 17 si terrà nella cappella di Sant’Uberto alla palazzina di Caccia di Stupingini il concerto di primavera, che porterà i corni barocchi dell’Accademia di Sant’Uberto a suonare nella prestigiosa cornice della palazzina di Caccia di Stupinigi, negli eleganti spazi del Salone d’onore.

La novità di quest’anno consiste nell’aggiunta della voce, perché l’ensemble che si esibirà include anche Federica Leombruni ( contralto) e Davide Galleano (tenore),oltre al violoncello di Clara Ruberti e al verginale di Matteo Cotti.

Si tratta del saggio finale di un corso di corno barocco che si è tenuto presso la Reggia di Venaria nella prima parte dell’anno, sede musicale dell’Accademia di Sant’Uberto.

Il corso di formazione e il concerto sono sostenuti dal bando di finanziamento legge77 del Ministero della Cultura riservato ai patrimoni Culturali immateriali Unesco e dal contributo della Fondazione CRT, attraverso il bando Not&Sipari.

Il programma del 12 maggio prevede musiche di Telemann, gli otto brani della Suite 55F3 in FA, l’aria Contralto “Va Tacito” del Giulio Cesare (1723) e l’aria da tenore “Mira il ciel” dall’Arminio di Haendel , l’aria tenorile dal Farnace di Vivaldi “Alle minacce della fiera belva”.

L’apertura è dedicata ai primi quattro brani della suite di Telemann. Il compositore di Amburgo, finissimo artigiano, è stato in grado di comporre musica per ogni strumento c9n grande padronanza.

Si passa poi a tre arie del repertorio barocco , Va Tacito, Mira il ciel e Alle minacce di fiera belva, per poi concludere con gli altri quattro brani della suite di Telemann. Una particolare attenzione va prestata alla fanfara finale, vera esplosione di energia barocca.

Il corso di perfezionamento annuale è tenuto dal maestro Ermes Pecchinini presso la sede dell’Accademia di Sant’Uberto alla Reggia di Venaria. Nel corso l’Accademia mette a disposizione degli strumenti antichi per chi non ne possedesse. La partecipazione, gratuita, è operativa, dopo una valutazione preliminare. Questo secondo anno di seminario permanente sul corno barocco si articola in una serie di incontri, che si svolgono sotto forma di concerto e prevedono sia lezioni frontali sia lezioni di gruppo. Altri incontri in programma potrebbero svolgersi in alcune prestigiose residenze di grande rilievo storico artistico collegate alla storia del corno da caccia.

 

Mara Martellotta

Teatro Gobetti di San Mauro, “Miseria e nobilità” della Compagnia Masaniello

Sabato 11 maggio ore 21

 

La stagione del Teatro Gobetti di San Mauro Torineseorganizzata da E20inscena – si chiuderà sabato 11 maggio (ore 21) con un nuovo sold out grazie a un grande classico della commedia napoletana: Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta. A portarlo in scena la Compagnia Masaniello diretta da Alfonso Rinaldi e composta da attori di origine campana ma residenti a Torino. Si tratta di un nuovo tutto esaurito, l’ennesimo, per il piccolo palcoscenico alle porte di Torino che la dice lunga su quanto il teatro di qualità paghi e sulla voglia di accomodarsi in platea da parte di un pubblico assestato di cose belle (e da sabato sarà anche possibile abbonarsi alla nuova stagione 2024/2025).

“Questa stagione teatrale è iniziata all’insegna di un claiminequivocabile – spiega soddisfatto Stefano Mascagni, direttore artistico di E20inscena-: Senza perdere la meraviglia. E direi che al Gobetti c’è stato un pubblico partecipe che ha dimostrato di avere ancora il desiderio di sedersi in platea e di meravigliarsi. Abbiamo ospitato dieci spettacoli in cartellone aggiungendopersino due repliche per Pino e gli anticorpi. Abbiamo avuto in tutto 1.835 presenze in una sala di 199 posti: per noi si tratta di un grandissimo risultato. E, non contenti, stiamo per chiudere la stagione con lo spettacolo Miseria e Nobiltà della Compagnia Masaniello che da mesi ha registrato il tutto esaurito. Avremmo potuto aggiungere una seconda replica, ma la Compagnia tornerà al Gobetti per il prossimo Capodanno con un nuovo spettacolo. La stagione ha ospitato commedie, danza, cabaret, spettacoli di drammaturgia contemporanea e teatro di narrazione. Una vasta proposta per un piccolo teatro che, mi piace sottolineare, non percepisce alcun contributo pubblico”.

Lo spettacolo

Miseria e Nobiltà, commedia ben nota anche per la riduzione cinematografica diretta nel 1954 da Mario Mattioli e magistralmente interpretata da Totò e Sophia Loren, narra della povertà napoletana che s’ingegna per tirare a campare.L’improvvisa dipartita di un anziano vicino di casa scatena in due cugine il senso di rivalsa che da sempre covano contro lo Stato, contro i vicini e, forse, anche contro sé stesse. Perché non far sparire il corpo dell’uomo e continuare a incassare la sua pensione? Sembra la scelta più giusta da compiere: le due donne decidono così di prendersi con cinica leggerezza quello che pensano di meritare e, giacché ci sono, cercano anche di ricostruirsi una vita più felice. In fondo basta poco: qualche altro vicino da far sparire e qualche altra pensione da incassare. L’adattamento del regista Alfonso Rinaldi rimane, fino al finale, un vortice inarrestabile di crescente e travolgente comicità, che risucchia il pubblico in una spirale di trovate alle quali diventa impossibile opporre resistenza.

 

Tutti i volti di Torino tra risate e stereotipi. Intervista a Davide D’Urso

 

Non si dovrebbe dire, ma ammettiamolo: l’abito – in qualche occasione- fa il monaco.
Passeggiando per strada, boccheggiando tra la fiumana del centro il sabato pomeriggio davvero nessuno di voi si è mai soffermato ad osservare alcune persone, pensando ad esempio: “ma quella sicuro è di Crocetta”, oppure “quelli saranno di Barriera”, fino a “vedi quelli di Parella, la zona che cartella”?
Camminate, andature, abbigliamento, modi di dire che ci rendono – tutti quanti, credetemi- stereotipi ambulanti convinti che il luogo comune non ci riguardi.
Ogni città ha le proprie suddivisioni interne, i propri quartieri che si portano appresso giudizi e dicerie, ma a Torino tale aspetto emerge più che da altre parti, quasi come se le zone urbane fossero in realtà ecosistemi indipendenti, accozzati per caso l’uno accanto all’altro, con tradizioni diverse e individui “sui generis” spesso riconoscibili ad una prima occhiata.
Lo sa bene il giovane comico torinese Davide D’Urso, che ha spopolato sui social proprio giocando sullo spiccato senso d’appartenenza dei cittadini alle proprie zone di vita.
Davide riesce a farsi conoscere dal grande pubblico partecipando alla trasmissione televisiva “Eccezionale veramente”, dove stupisce Paolo Ruffini e Diego Abatantuono che lo portano fino al termine del programma in atto. L’avventura di D’Urso continua con l’ingresso nel cast di “Colorado”, in onda su Italia1, in seguito arrivano le collaborazioni con i Pampers e i diversi spettacoli a teatro, tra cui il fortunato one man show “LIVE – É PROPRIO D’URSO”, esibizione dinamica e irriverente, in cui si alternano giochi di magia e monologhi ispirati a storie vere.
Eppure la svolta avviene per caso, dopo la pubblicazione di un post su Instagram che raggiunge nel giro di poche ore moltissime persone che da quel momento in poi iniziano a seguirlo prima sui social e poi nei teatri.
Quando lo chiamo al telefono, Davide mi risponde subito, con cortesia e gentilezza: mi colpisce la sua naturale disponibilità, qualità più che apprezzabile e tutt’altro che scontata, specie tra persone di una certa notorietà. “Ciao Ale!” mi saluta, squillante e amichevole, seguono piacevoli convenevoli, dopodiché entriamo nel merito dell’intervista. Gli chiedo subito dei suoi inizi, mi racconta a ruota libera della sua infanzia e di come in principio abbia dovuto affrontare diverse problematiche, tra cui questioni personali assai spiacevoli.
Davide: “Io nasco come mago, perché, fin da quando ero ragazzino, con dei giochi di magia riuscivo a far sorridere un po’ tutti, a farli stare meglio, e così, molti anni dopo, ho capito (non è troppo tempo che ho preso coscienza di questo fatto), che lo facevo in primis per aiutare me stesso a uscire da quel mio primo periodo triste e problematico. Ho iniziato quindi ad appassionarmi sempre più di magia, al punto che in questo ambito ho frequentato una scuola torinese: il “Circolo Amici della magia”. Diciamo che ero convinto, e speravo, di poter arrivare a un livello alla Sylvan o qualcosa di serio, ero diventato invece un Forest. Allora lì ho iniziato a scrivermi delle battute per i giochi di magia e man mano ho sempre più scritto battute e studiato meno magia, cioè mi sono reso conto che in realtà non facevo appunto magia per la magia in sé ma per far ridere la gente.”
Continua poi il racconto della sua formazione.
Davide: “Da lì mi sposto al CAB 41, che è un locale storico torinese, dove ho iniziato i cosiddetti laboratori. Per anni ho fatto il comico in questo teatro, che era un po’ un punto di riferimento, qui mi hanno cresciuto, mi hanno aiutato a stare ore e ore sul palco; certo non posso dire di essermi formato in una scuola, o in un’Accademia artistica, perché questo lavoro l’ho appreso direttamente sul campo, stando davanti alla gente. Mi esibivo lì anche 3-4 volte a settimana, presentavo i comici più famosi che venivano come ospiti e così ho iniziato a far parte del settore della comicità. Dieci anni fa, o poco più, ho conosciuto i Pampers, con i quali ho iniziato a impostare i video sui social: sono andato in tournée con loro, e così ho potuto accumulare tante esperienze. Quindi tramite il CAB, e i Pampers e diverse altre sperimentazioni, sono riuscito a partecipare anche a programmi in TV, come: “Colorado” nel 2016 e nel 2019, e posso dire con mia soddisfazione personale che sono uno dei comici più giovani ad aver presenziato a “Colorado”. Tra le mie esperienze televisive, ricordo: da Amadeus a “Comedy Central”, su La Sette “Eccezionale Veramente” con Diego Abatantuono, Ruffini, Cirilli. Tuttavia, non riuscivo ancora ad emergere, ossia non riuscivo a creare una mia specifica “identificazione”. Allora, pur non tralasciando il mio desiderio di fare spettacolo, mi sono dedicato anche ad altri lavori: il cameriere, l’agente immobiliare, il “call center”, insomma, mi sono attivato per riuscire a vivere. È stato molto faticoso. Ormai ero abbastanza rassegnato a non emergere, erano tanti anni che ci provavo, ma alla fine sono arrivati questi video su Torino, con cui è cambiato tutto. Preciso che, avendo io studiato cinema, inizialmente mi sono dedicato alla realizzazione di video il più possibile precisi dal punto di vista tecnico, ci mettevo anche un mese per crearne uno, campo, controcampo, il drone, il green screen, la proof, però mi rendevo conto che era tutto un disastro, e che quel tipo di linguaggio in realtà sui social non funzionava. Mancava qualcosa, mancava un po’ di verità, e me ne sono reso conto solo col tempo. Quella verità lì l’ho ritrovata raccontando una delle cose che amo di più al mondo, cioè la mia città.
Mi sono chiesto: che cosa conosco bene della mia città e che cosa so fare? Ecco, mi sono dato una risposta, io so percepire i dettagli della gente”.
Provo a insistere e chiedo a Davide se ci possiamo soffermare su questo punto di svolta.
Davide: “ Ma è nato veramente da solo questo format dei video su Torino. Un giorno in cui avevo delle commissioni da svolgere in varie zone, mentre camminavo sentivo che le persone avevano delle parlate e degli atteggiamenti differenti, ho tirato fuori il telefono e mi sono ripreso mentre imitavo ciò che vedevo attorno a me; quando ho finito il video, avevo aspettative zero: lo pubblico, e intanto mi guardo un film, poi riapro Instagram e vedo addirittura 200.000 visualizzazioni in due ore. Quel video è arrivato poi a 2 milioni e mezzo, figurati, e da quel momento la gente mi ha scoperto come il comico di Torino. E la cosa che fa molto ridere è che tutti quelli che mi hanno scoperto per i video, mi dicono quando mi incontrano oppure mi scrivono sui social, “senti, ma perché non fai il comico?”
Ride.
Davide: “E quindi adesso, grazie al potere del social, mi sto dedicando al mio lavoro, ossia sto facendo il comico: presento eventi importanti nella nostra città, sono considerato nelle diverse iniziative che organizzano il Comune e la Regione, insomma sono, per così dire, “tra i punti di riferimento” degli eventi cittadini. e tutto ciò mi rende straorgoglioso! E’ bello che sia nato tutto spontaneamente, questo mi lusinga molto.


Alessia: “E quindi com’è il tuo rapporto con il mondo dei social? È assolutamente tutto un “pro”? Tutto idilliaco? Tutto meraviglioso?
Davide: “Io li odiavo, perché io ero il più grande hater dei social. Un po’ per frustrazione, perché per anni e anni ci provavo e non succedeva nulla. Però in seguito ho capito che il problema ero io, e nient’altro. Un rapporto di amore e odio e sono grato al social per quello che mi sta succedendo. Sono testimonianza che la TV ormai non sposta più gli equilibri come anni fa, il social ti porta tutto perché entri proprio direttamente nella vita quotidiana delle persone. Una lama a doppio taglio, che devi saper usare con assoluta precisione, devi essere sicuro che quello che dici non vada a ledere la sensibilità di nessuno e questo è davvero molto complicato.”


Alessia: “Con la questione de”politicamente corretto” diventa difficile dire qualsiasi cosa, cosa ne pensi?”

Davide: “Sì, è così. Come ti dicevo, non è facile mettersi nei panni di tutti proprio per la questione politically correct, perché una parola sbagliata può portare il pubblico a sfogarsi contro di te, che è il lato oscuro del social, dietro la tastiera tutti si credono Jason Momoa”


Alessia: “Questa attenzione così forte nei confronti del “questo lo posso dire, questo non lo posso dire” secondo te c’è sempre stata??
Davide: “No, no, basta andare a vedere i video degli youtuber o dei creator di dieci anni fa e se li riguardi oggi quasi ti stupisci. Perché una volta non c’era tutta questa attenzione alle differenze, e, se ci riflettiamo un po’ su, anche questo è un discorso che potremmo portare avanti all’infinito. Per me non ci sono differenze e quindi mi viene da scherzare su tutto, perché siamo tutti uguali, no?
È delicato dal mio punto di vista, perché faccio ironia e satira. Sai, se fai musica, basta che parli d’amore, parli d’altro. Se fai comicità, devi andare a toccare anche temi un po’ particolari, ed è complesso. Per questo io sposo la filosofia di mettere un contenuto quando è pronto e non stare dietro ai ritmi che ti chiede l’algoritmo, preferisco inserire un contenuto quando so che quel contenuto ha una certa valenza.
Ma il mio obiettivo non è vivere dei social, è vivere di teatro, quindi a me basta avere una fan base che crede in me e in quello che faccio e che viene a vedermi agli spettacoli. Questo è il mio obiettivo finale. Anzi, se arrivassi un giorno al punto in cui posso non usarli, vuol dire che è andato tutto bene.”


Alessia: “Quindi l’ambiente, il mondo che ti piace di più è quello del teatro?”
Davide: “Sì, sì
. Vorrei fare tournée, portare il mio spettacolo ovunque. E poi un domani magari sogno il cinema, però senza alcun tipo di fretta. Mi piace avere il pubblico lì a contatto, perché è un’altra cosa che nel cinema manca. E manca anche nei video, manca sempre un riscontro immediato dei commenti delle persone, averle davanti è un’altra cosa, è un’emozione inspiegabile e quindi io punto a questo aspetto in assoluto.
L’empatia a teatro sale tantissimo, anche l’ascolto, perché poi quando sei sul palco ormai il tuo copione lo sai a memoria, non pensi più a quello che devi dire, pensi a viverti il momento e a capire come adattarti al pubblico. Io ad esempio ho fatto queste due date a teatro, lo spettacolo è lo stesso, ma sono venute due serate completamente diverse, perché era diverso il pubblico”.


Alessia: “A riguardo ci sono stati dei momenti che assolutamente ti ricordi? Degli spettacoli significativi dove è capitata magari un’interazione specifica col pubblico, nel bene o nel male?
Davide: “Per fortuna sempre nel bene. Mi ricordo una volta di una ragazzina che videochiama il padre, io scendo, prendo il telefono e rispondo. Inizio questo dialogo con la ragazza dicendo che il padre in quel momento non può rispondere. Adesso non ricordo i dettagli, però è stato esilarante. Aveva tipo 15-16 anni quindi è stata anche al gioco, ed è stato incredibile.”


Alessia: “Invece riguardo a quest’idea di prendere spunto dai vari quartieri di Torino, quello che ti fa un pochino più ridere?”
Davide: “A me piace tanto imitare gli abitanti di Carmagnola, da quando andavo al liceo con il mio migliore amico e riuscivamo a imitare un papà di un nostro compagno che parlava proprio con quella cadenza. Quindi è una cosa che lego a questa storia inconsciamente e mi diverte farlo, perché per me sto ancora imitando il papà del mio compagno dopo 15 anni.
Mi metto là, scelgo un tema, Natale a Torino, immagino il Natale in tutti i quartieri e quei 5 o 6 che mi fanno più ridere li metto poi nel video. Tanti invece dicono, ma perché non fai quel quartiere lì? Perché non fai l’altro? Ah, ce l’hai con noi di Pozzo Strada perché non ci nomini mai, ce l’hai con noi di Barca, ce l’hai con noi di…. In realtà non ce l’ho con nessuno, è che il video deve durare un minuto e mezzo, non posso metterli tutti sempre.”


Alessia: “E hai dei punti di riferimento diciamo reali per ogni quartiere?”
Davide: “Sì, sì, per ogni quartiere ho un punto di riferimento. E non c’è nessuno mai che ci sia rimasto male, si sia un po’ offeso, è una cosa molto divertente. Una delle battute che mi dicono di più è, no vabbè, ma sei uguale al mio amico, sei uguale alla mia amica. Incredibile. Come fai a farlo in maniera così accurata? Ecco, “accurato” è il commento che mi è stato detto di più. Accurato. Ad esempio, il mio tamarro di Mirafiori, no? Da tanti personaggi è stato realizzato il tamarro nella vita, tanti comici hanno interpretato il tamarro, però sempre sopra le righe, in maniera eccessiva. Invece a me hanno detto: tu sei proprio il mio amico, sei esattamente così, non è uno stereotipo, è proprio reale. E la cosa è assai
divertente, oppure quelli di Nichelino. Ormai gioco con i miei amici a indovinare le zone solo guardando le persone. E oh, quelli di Nichelino, non sbaglio mai, mai, perché già l’approccio è diverso. Quando mi fermano per strada arrivano dicendo, secondo te di che zona sono? Sono gli unici che lo chiedono, quindi già che mi fai la domanda, dico, ok.”


Alessia: “Quindi noi di Nichelino, abbiamo anche questo primato!”
Davide: “Sì, sì, sì. Poi è bello che ora si chiamino “sbraua” – il verso è di difficile trascrizione- tra di loro. sento la gente per strada che si chiama “sbraua”, questa roba è
fantastica, è entrato nel gergo popolare dei ragazzi.
Vado spesso anche nelle scuole a parlare ai liceali, ad esempio Primo Levi, Einstein, Alfieri, Volta. Adesso devo andare al Majorana. E quando entro parte il coro Sbraua! Quella cosa lì mi piace un sacco perché sono entrato nel loro gergo, questo è bellissimo.”


Alessia: “E com’è il pubblico? Com’è fare uno spettacolo davanti a dei ragazzi adolescenti?
Davide: “Nelle scuole vado a parlare, a fare delle interviste, quindi non è mai show. Ci sono state volte un po’ più complesse perché magari non avevano tanta voglia, se no di solito c’è molta curiosità. Ecco, ho notato che non osano comunicare. Perché quando chiedo, ragazzi, fatemi tutte le domande che volete, alzano due o tre mani. Allora ho fatto un test un giorno e ho detto scrivetemi le domande su Instagram, ok? E io le leggerò in maniera anonima, non dirò chi me le ha scritte. I ragazzi mi hanno scritto delle robe allucinanti, sia profonde sia di altro tema, insomma hai capito. Cioè, tanti ragazzi seduti davanti a me non sanno rispondere alle mie domande, poi gli dai quello strumento lì in mano, gli chiedi la stessa identica cosa e mi arrivano questioni senza filtro.. Però è bello, mi piace. Poi alla fine chiedono tutti le foto, stanno là. Magari sono timidi, quindi non si sono lanciati durante l’incontro a essere molto partecipi, però poi dopo vengono e mi chiedono un abbraccio. Se posso fare il video ai genitori. Sei l’idolo di mia nonna.. Fai un video a nonna Rosetta che ti saluta. Là capisci di essere arrivato, quando fai i video per nonna Rosetta”


Alessia: “Un’ultima domanda: i tuoi idoli?”
“Per quanto riguarda il teatro, Gigi Proietti, Aldo Giovanni e Giacomo, due mondi completamente differenti di fare comicità, però adoro entrambi. E mi piace anche molto la parodia musicale alla Checco Zalone, anche Checco, il Checco di tanti anni fa però, quello di Zelig, non quello dei film. Anche se i film sono dei cult per me, però trovo molta ispirazione nella musica e nelle storie di cantanti. La musica mi ha suscitato l’ispirazione più grande, forse. Ad esempio i Pinguini, ci conosciamo, siamo diventati amici e ora andrò a tutte e quattro le date dei loro spettacoli.”

ALESSIA CAGNOTTO

Andrea Pennacchi in: “Mio padre – Appunti sulle guerra civile”

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO) Giovedì 9 maggio, ore 21

 

 

 

Andrea Pennacchi in “Mio padre – Appunti sulla guerra civile” mette in scena il monologo su suo padre Valerio, nome di battaglia Bepi, partigiano e prigioniero nella sua Odissea di ritorno in un’Italia devastata dalla guerra.

«Domenica 6 maggio 1945, alle 10 e tre quarti, mio padre, nome di battaglia Bepi, mio zio Vladimiro e il tenente degli alpini Stelio Luconi – medaglia d’oro al valor militare in Russia – scoprono di aver vinto la Seconda Guerra Mondiale. Quando è morto mio padre, mi sono svegliato di colpo, come ci si sveglia dopo una festa in cui non ti divertivi e hai bevuto anche il profumo in bagno. È mattina, ti svegli e stai male, ma il peggio è che non ti ricordi niente e c’è un casino da mettere a posto. E tuo papà, che era bravo a mettere a posto, non c’è più. Così sono finiti i miei favolosi anni ’90. La fine di una festa, la nascita di una nuova consapevolezza. Come Telemaco, ma più vecchio e sovrappeso, mi sono messo alla ricerca di mio padre e della sua storia di partigiano, e prigioniero, ma più ancora della sua Odissea di ritorno in un’Italia devastata dalla guerra. Sperando di trovare un insegnamento su come si mettono a posto le cose».

 

ANDREA PENNACCHI – BIO

Teatrista dal 1993, il suo viaggio è iniziato col Teatro Popolare di Ricerca di Padova. Ha composto Eroi, finalista al Premio Off del Teatro Stabile del Veneto, con il supporto di Giorgio Gobbo e Sergio Marchesini. Seguito, nella trilogia della guerra da: Trincee: risveglio di primavera e Mio padre: appunti sulla guerra civile. Ha debuttato nella drammaturgia con Villan People prodotto da Pantakin, poi selezionato al festival Tramedautore del Piccolo Teatro Grassi di Milano e al Premio Fersen per la regia nel 2014.

Per anni, con la collaborazione di Arteven, ha ideato e portato in scena una serie di lezioni-spettacolo con le quali ha girato le scuole superiori del Veneto. Questi progetti dedicati alle scuole tuttora girano grazie alla compagnia Teatro Boxer da lui fondata. É direttore artistico di Terrevolute – festival della bonifica e della rassegna Odeo days. Ha recitato in cinque produzioni del Teatro Stabile del Veneto sotto la direzione di registi come Damiano Michieletto, Bepi Emiliani e Emanuele Maria Basso e Natalino Balasso. Ha inaugurato la stagione 2019/2020 del Teatro Verdi di Padova con Da qui alla luna, spettacolo scritto da Matteo Righetto e musicato da Giorgio Gobbo insieme all’Orchestra di Padova e del Veneto. Per il cinema, ha lavorato con Andrea Segre, Carlo Mazzacurati, Silvio Soldini. Per la televisione, oltre ad essere stato il Ragionier Galli ne Il paradiso delle signore, ha lavorato in Grand HotelNon Uccidere 2Don Matteo, e A un passo dal Cielo. É spalla di Paola Cortellesi in Petra, serie Sky uscita a settembre 2020.

Con il personaggio di Pojana è ospite fisso del programma Propaganda Live su LA7. Ha pubblicato due libri con People: Pojana e i suoi fratelli e La guerra dei Bepi. È uno dei protagonisti del film di Andrea Segre Welcome Venice. Il film, accolto con entusiasmo dalla critica, ha inaugurato le Notti Veneziane, lo spazio off realizzato dalle Giornate degli Autori alla Biennale del Cinema di Venezia 2021.

Giovedì 9 maggio, ore 21

Mio padre – Appunti sulla guerra civile

Di e con Andrea Pennacchi

Musiche dal vivo di Giorgio Gobbo, Gianluca Segato

Produzione Teatro Boxer/Pantakin

Biglietti: intero 18 euro, ridotto 16 euro

Al Bunker il nuovo disco di Luca Morino

Un concerto per espandere confini geografici e sentimentali, l’occasione per ascoltare per la prima volta dal vivo il nuovo disco di Luca Morino – fondatore e leader dei Mau Mau, giornalista e animatore culturale – pubblicato lo scorso marzo. Con De West Morino esplora infatti un luogo immaginario che travalica la definizione geografica dell’Alta Langa, dove tutto diventa più aspro e selvaggio e si confonde in un immaginario cinematografico e morriconiano dove i cespugli spostati dal vento rotolano fra vigne e noccioleti.

Al Bunker venerdì 10 maggio a partire dalle 21.30, nell’ambito del programma del Salone Off, Morino promette un concerto fuori dagli schemi e dal tempo, in cui i suoni analogici di chitarre elettriche, percussioni e organi Farfisa sono supportati da un’elettronica gregaria, ma presente. L’occasione dal vivo per ascoltare la nuova mezcla che lo stesso autore ha ribattezzato voodoo folk: dal canto gregoriano a Lana del Rey, da Piero Piccioni a Piero Umiliani, dall’amapiano – la nuova dance sudafricana – al chitarrista ungherese Gàbor Szabò, per citarne solo alcuni.

“Terre di frontiera, il Lontano Ovest, DeWest.
Il concerto al Bunker sarà l’occasione per portare dal vivo le ombre, i deliri e le accelerazioni di un mondo reale ma anche immaginario, grazie al riverbero dei film di Sergio Leone o di Werner Herzog.
Musica visionaria che si alternerà a momenti ritmici di forte impatto, grazie a una band potente e convinta e alle immagini animate che accompagneranno lo show.”

Insieme a Morino suoneranno Fabrizio Viscardi alle chitarre, Cristian Longitano alla batteria, Giorgio Boffa al contrabbasso, Paolo Rigotto alle tastiere, Elisa Belella ai cori. I suoni saranno affidati a Luca Biasetti mentre le immagini – parte integrante del progetto sonoro e del concept del nuovo album – sono di Licio Esposito.

De West
https://on.soundcloud.com/8ruQRpewGTJfPa298