SPETTACOLI- Pagina 3

Di scena al teatro Astra lo spettacolo di Aurélien Bory “Gli invisibili”

Dall’11 al 14 aprile prossimi andrà in scena al teatro Astra la pièce “Gli invisibili”, per la regia di Aurélien Bory, coreografo e regista francese di fama internazionale, da sempre affascinato dalle contaminazioni linguistiche e culturali, che realizza uno spettacolo che nasce dalla sua infatuazione per la città di Palermo.

“Invisibili” è il risultato di diversi sopralluoghi del regista nel capoluogo palermitano, d’incontri con cittadini e artisti, di riflessioni sulle bellezze e contraddizioni di Palermo.

Si tratta di uno spettacolo multidisciplinare, capace di affiancare il teatro alla musica e alla danza che, a partire dal “Trionfo della morte” di palazzo Abatellis e da altre suggestioni legate alla città di Palermo, riesce a sviluppare un percorso poetico di relazioni, analisi sociali, identità e complessità.

Ho immaginato – afferma Aurélien Bory- l’affresco nel contesto attuale che esprime i flagelli della nostra epoca, quali le morti dei migranti, la guerra, le catastrofi naturali . Sulla tela sono rappresentati artisti, danzatrici e musicisti. Gianni Gebbia, sassofonista di fama internazionale, Chris Obehi, cantante nigeriano che ha iniziato la sua nuova vita a Palermo arricchendo il suo repertorio con canzoni in lingua siciliana e, infine, le danzatrici Valeria Zampardi, Bianca Lo Verde, Maria Stella Pitarresi e Arabella Scalisi.Con loro l’affresco al centro della scena si anima, e, attraverso la loro danza, assume un’altra dimensione”.

Lo spettacolo resta in scena fino a domenica 14 aprile.

Giovedì ore 20, venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17

Produzione Teatro Biondo di Palermo. Compagnie 111 Aurélien Brody

Marcore’ sotto la Mole debutta da regista

Nella più grande sala cinematografica della regione,nella centralissima sala 1 del multisala Ideal, Film Commission con la presenza del regista Nero Marcore’ e l’ attore protagonista Alberto Paradossi ha presentato il film girato nel 2023 in Piemonte “Zamora”.
Ispirato al racconto di Roberto Perrone il debutto di Marcore’ dietro la macchina da presa è stato accolto favorevolmente dal pubblico che si è fermato per un simpatico dibattito al termine della proiezione
Ambientato in Lombardia, descrive perfettamente ambienti lavorativi, rapporti familiari, di vicinato e il rapporto con il calcio, racconta di una vita che non c’è più, una storia che affrontando molti temi di umanità sempre attuali, incontri casuali e ricercati,incontri che forgiano la  vita  è trattato anche il tema romantico in modo non sdolcinato, ma insegna a non arrendersi, a guardare avanti senza rimpianti. Importanti anche le figure femminili, mamma, sorella, amori.
Brava Marta Gastini, ruoli femminili tutti positivi, mentre i ruoli maschili disastrosi, fallimenti personali, padri assenti, colleghi invidiosi,uno spaccato anni 60, dove l’ appuntamento più importante della settimana era il sabato sera  riunirsi tra vicini di casa davanti ai primi televisori  per assistere ai quiz di Mike Bongiorno.
Un film piacevole dove ognuno potrà immedesimarsi e ritrovarsi.
Consigliatissimo.

GABRIELLA DAGHERO

In prima nazionale al teatro Carignano la tragedia pirandelliana “La vita che ti diedi”

Per la regia di Stéphane Braunschweig

 

 

Debutta in prima nazionale una  nuova produzione dello Stabile di Torino dal titolo “La vita che ti diedi”, ospitata al teatro Carignano dal 9 al 28 aprile 2024, per la regia di Stéphane Braunschweig.

Tra i principali registi della scena teatrale contemporanea e direttore artistico dell’Odéon Théatre de l’Europe di Parigi, Braunschweig approfondisce il legame con la scrittura di Pirandello dopo i successi internazionali di “Sei personaggi in cerca d’autore”, “I giganti della montagna”, “Vestire gli ignudi” e “Come tu mi vuoi” ( gli ultimi due  presentati nel cartellone del TST nel 2007 e 2022). Per il Teatro Stabile di Torino dirige latragedia forse più struggente del teatro pirandelliano, scritta nel 1923 sul tema della maternità  e del lutto.

L’opera, concepita da Pirandello per Eleonora Duse, non venne mai recitata dall’attrice e il testo venne rappresentato al teatro Quirino di Roma, portato in scena da Alda Borelli il12 ottobre 1923.

Scritto nel 1923 , “La vita che ti diedi” è uno dei testi teatrali in tre atti più brevi di Luigi Pirandello, uno dei pochi che egli abbia definito “una tragedia”, anticipata da tre novelle scritte tra il 1914 e il 1916.

Ne ‘I pensionati della memorie’ il drammaturgo siciliano si interroga sul rapporto tra i vivi e i morti e formula l’idea disturbante che, quando si piange la perdita di una persona cara, non è  la persona amata che si sta piangendo ma “voi piangeteperché il morto non può più dare a voi una realtà”.

In “Colloqui con i personaggi”, scritto subito dopo la  morte della madre, Pirandello esplora la stessa idea in un lungo e struggente dialogo con la defunta.

Sconvolto dalla carneficina della Grande Guerra e angosciato dall’idea di perdere i figli al fronte, Pirandello scrive “La camera in attesa”: la madre e le sorelle di un soldato scomparso, non avendo la prova certa della sua morte, continuano a preparargli la camera in attesa del suo ritorno. E ai vicini che deridono la famiglia per il suo bisogno di illudersi e il rifiuto di elaborare il lutto, Pirandello risponde azzardando un’altra idea disturbante: i vostri figli che sono andati a studiare in città li riconoscete?  Non sono forse morti per voi? “La verità è che voi non riconoscete  nel vostro figliuolo o nella vostra figliuola, ritornati dopo un anno, quella stessa realtà che davate loro prima che partisse. Non c’è più,  è morta quella realtà. Eppure voi non vi vestite di nero per questa morte e non piangete. Il rifiuto del lutto, quindi, è  legato all’idea che forse la morte definitiva del corpo non sia nulla rispetto a quella morte lenta che costituisce la vita stessa nelle sue metamorfosi, la progressiva e ineluttabile scomparsa del bambino che eravamo per nostra madre.

“La vita che ti diedi” riprende alcuni degli elementi principali di questa novella, sviluppandone il tema su di un registro ancora più radicale. Come può una madre sopravvivere alla morte di un figlio, si chiede Pirandello. Semplicemente affermando che non è morto. O, più esattamente, fingendo che sia ancora vivo. Perché Donna annalisa, a differenza della madre de “La camera in attesa”, ha assistito all’agonia del proprio figlio e quindi non può prendere a pretesto l’incertezza della sua morte. Decide, invece, consapevolmente di proseguire lasua vita come se il figlio non fosse morto

Si affretta a far rimuovere il corpo, senza nemmeno prendersi il tempo di vestirlo, finisce di scrivere in sua vece all’innamorata, nascondendone la morte quando quest’ultima decide di andare a trovarlo.  Donn’Anna Luna trasforma la casa in un  teatro dove il protagonista è  assente, assente ma fin troppo vivo.

Nell’opera di Pirandello la realtà della vita appare spesso come uno scandalo insuperabile,  che il teatro e  la follia hanno lo scopo di trasfigurare. Nel mondo immaginario del mondo teatrale e in quello parallelo della follia si può evadere, elevarsi, far vivere i morti e sfuggire alla logica mortifera della vita.

In Pirandello teatro e follia sono strettamente connessi. Spesso i grandi personaggi paiono pazzi  a chi li circonda, ma contrariamente ai veri pazzi la loro è  una pazzia voluta, la pazzia di chi vuole essere come i pazzi e, al pari loro, rifiuta i limiti di una realtà ridotta alla sola verità dei fatti.

Donn’Anna sembra pazza, eppure c’è  da chiedersi se non sia lei ad avere ragione, ragione contro la ragione. Pirandello fa vacillare le nostre certezze e i nostri preconcetti.  Malgrado sappia che la realtà finirà per mettere fine all’illusione, ci fa capire quanto abbiamo bisogno di illusioni, di illusioni coscienti e non dimenzogne.  Quanto abbiamo bisogno di teatro per affrontare la vita e da questo punto di vista “La vita che ti diedi” eguaglia i grandi capolavori di Pirandello, dai Sei personaggi in cerca d’autore a Come tu mi vuoi, ai Giganti della montagna, nella forma compatta di una favola che va all’essenziale,  avvolgendo nell’aura di una poesia  miracolosa.

MARA MARTELLOTTA

Teatro Carignano dal 9 al 28 aprile 2024

I Sonohra in concerto all’Hiroshima MonAmour con il #Civico6 Club Tour

Mercoledì 10 aprile il duo veronese fa tappa nel club torinese: ancora disponibili Vip Pack e Meet&Greet

 

Luca e Diego, dopo il feat con il frontman dei The Calling, tornano sui palchi d’Italia in un imperdibile live

VERONA – Dopo il sold-out nella loro Verona e le fortunatissime date di Firenze e Roma, Luca e Diego Fainello, in arte i Sonohra, mercoledì 10 aprile fanno tappa a Torino all’Hiroshima MonAmour con il loro #Civico6 Club Tour, dando la possibilità anche ai fan torinesi di vivere l’esperienza unica del Meet&Greet.

Il duo veronese, accompagnato da Timo Orlandi al basso e Alberto Paderni alla batteria, si esibirà sul palco del celebre club di Torino sulle note delle loro hit storiche che hanno fatto sognare un’intera generazione, tra cui “L’Amore”, con cui i Sonohra si aggiudicarono la vittoria a Sanremo Giovani nel 2008 che, dopo 15 anni, è stato premiata col Disco d’Oro per aver raggiunto gli oltre 12milioni di streaming. In scaletta non mancheranno anche i nuovi brani, tra cui gli inediti “Se tu te ne vai” e “Sembra Hollywood da quassù”, e le cover più apprezzate del formato social #Civico6 con cui i Sonohra, rivisitando in chiave acustica e non cover e inediti, hanno raggiunto una visibilità mondiale, attirando anche l’attenzione di artisti internazionali del calibro di John Legend, The Rasmus, Blue e Alex Band dei The Calling.

Proprio con un featuring di Alex Band, il frontman americano dei The Calling, i Sonohra sono tornati in radio dallo scorso 22 marzo con il singolo “Ovunque andrai io ci sarò”, una versione inedita in italiano e in inglese di “Wherever you will go”, il brano che ha reso celebre la band statunitense in tutto il mondo.  Proprio grazie al format musicale #Civico6, ideato e proposto ogni settimana dai Sonohra sui loro social, in cui i fratelli Fainello si esibiscono tra canzoni del loro repertorio e cover, Luca e Diego hanno attirato l’attenzione di Alex Band e dei The Calling con la loro versione unplugged di “Wherever you will go”, il cui video è diventato virale in pochi giorni, raggiungendo anche l’America e venendo ripostato dall’intero gruppo e dal suo frontman. La collaborazione ha portato così alla nascita di “Ovunque andrai io ci sarò”, versione inedita della hit iconica, prodotta e arrangiata dai Sonohra e adattata in italiano da Manuel Tavoni. (https://bfan.link/ovunque-andrai-io-ci-saro)

Il #Civico6 Club Tour 2024 dei Sonohra, prodotto e organizzato da Baobab Music&Ethics, toccherà i principali club italiani nelle prime date annunciate per il mese di aprile, proseguendo il 12 aprile al Fuori Orario di Taneto di Gattatico a Reggio Emilia, il 17 aprile ai Magazzini Generali di Milano e il 20 aprile all’H2N0 di Pistoia.

Anche per la data all’Hiroshima Mon Amour di mercoledì 10 aprile sono disponibili su linktr.ee/sonohramusic biglietti e pacchetti VIP con possibilità di assistere al soundcheck e usufruire della modalità Meet&Greet per incontrare Luca e Diego. Il concerto inizierà alle 22:00.

Per maggiori info www.baobabmusic.it.

 

Serata Speciale al Cinema Massaua con Albanese e Milani

Venerdì 12 aprile, il Cinema Massaua Cityplex, situato in Piazza Massaua 9 a Torino, apre le sue porte per un evento esclusivo con Antonio Albanese e Riccardo Milani. Le proiezioni di “Un Mondo a Parte” si terranno alle 21.15 e 21.30. È un’occasione imperdibile per gli appassionati di cinema di interagire con due protagonisti del cinema italiano più recente. I biglietti sono già disponibili per l’acquisto sia online che presso la biglietteria del cinema.

Notturno con raga: Mohan Brothers in concerto

Martedì 9 aprile 2024 ore 22
MAO Museo d’Arte Orientale, Torino

 

La raffinata e suadente musica classica indiana arriva al MAO.

Martedì 9 aprile alle ore 22 il Museo d’Arte Orientale di Torino ha il grande piacere di ospitare i Mohan Brothers, duo composto dai fratelli indiani Lakshay e Aayush Mohan, fra i più importanti esponenti della musica classica indiana contemporanea, che il Times of India ha descritto come dotati di “talento supremo”.

Primi indiani a esibirsi al Grammy Museum di Los Angeles, i Mohan Brothers hanno suonato in sedi e festival prestigiosi in tutto il mondo, fra cui la Royal Festival Hall di Londra, il Symphony Space di New York, il Berklee College of Music di Boston e il Conservatorio Centrale di Musica di Pechino.

I Mohan Brothers arrivano al MAO per Notturno con raga, realizzato in collaborazione con la Scuola Holden nell’ambito del neonato festival Seven Springs, che porta a Torino musicisti provenienti da tutto il mondo.

Durante la serata al Museo d’Arte Orientale le melodie raffinate e ipnotiche dei raga della notte prenderanno vita grazie alle note prodotte da sitar e sarod, due strumenti tradizionali a corde che fanno parte del patrimonio musicale indiano da secoli.

Il raga è una struttura melodica per l’improvvisazione nella musica classica indiana e, per le sue caratteristiche peculiari, non ha un corrispettivo nella musica classica europea.

Ogni raga è composto da una serie di strutture melodiche con motivi musicali che, secondo la tradizione, sono capaci di “colorare la mente”, influenzando le emozioni del pubblico: non a caso in hindi la parola raga significa colorazione, tintura.

La particolarità di questo genere musicale è quella di utilizzare due scale differenti: all’interno di ogni raga le note possono essere riordinate in infinite combinazioni, creando melodie sempre nuove e uniche e lasciando ampio spazio all’improvvisazione.

Esistono composizioni adatte a ogni periodo dell’anno e a ogni ora del giorno o, come nel caso del concerto al MAO, della notte, a seconda dei rasa (emozioni primarie) che sono capaci di scatenare: secondo la tradizione infatti, i raga sono associati a precisi stato d’animo e sentimenti che la natura suscita negli esseri umani.

Un’inusuale notte al museo, per lasciarsi ipnotizzare dalle vibrazioni di sitar e sarod.

Informazioni utili

 

Costo: 7€ a persona. Biglietto acquistabile presso la biglietteria del MAO il giorno del concerto previa prenotazione.

Prenotazione obbligatoria alla mail sevensprings@scuolaholden.it o tramite sito.

Ingresso a partire dalle 21.30. Inizio concerto ore 22.

Rock Jazz e dintorni a Torino: Subsonica e Annalisa

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. All’Hiroshima Mon Amour suonano gli Ozric Tentacles. All’Inalpi Arena canta Annalisa.

Martedì. Al Museo d’Arte Orientale si esibiscono i Mohan Brothers. Al Concordia di Venaria è di scena Fulminacci. Allo Ziggy suona il percussionista Ryosuke Kiyasu.

Mercoledì. All’Off Topic per il festival transfemminista “Mind The Gap”, si esibisce la cantante Chiara Civello. Al teatro Colosseo arriva Samuele Bersani con orchestra. Al Folk Club suona il quartetto di Mark Stockhausen e Lino “Capra” Vaccina.

Giovedì. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Arisa. All’ Hiroshima 2 concerti consecutivi “sold out” per i Marlene Kuntz, per celebrare il disco d’esordio “Catartica”. All’Off Topic canta Gaia Morelli. Al Colosseo la cover band Break Free interpreta le canzoni dei Queen.  Al Blah Blah si esibisce l’australiano Hugo Race.

Venerdì.  Al Blah Blah si esibiscono  gli Scat.  Al Massimo il chitarrista Teve Gunn sonorizza il lungometraggio “Vision in Meditation” del regista Stan Brakhage. Allo Spazio 21  suona il duo Circus Punk. All’Imbarchino si esibisce  il quintetto Sioxie &The Skunks. Al Folk Club è di scena il cantautore Pippo Pollina.

Sabato. Allo Spazio 211 suonano Bobby Joe Long’s Friendship Party . All’Inalpi Arena arrivano i Subsonica. Al Blah Blah sono di scena gli Estetica Noir. All’Off Topic si esibiscono Anna Castiglia mentre Giulia B è di scena al Magazzino sul Po. Al Barrio suonano Vision Divine  e Deathless Legacy. A El Paso si esibiscono i Cani Sciorri.

Domenica. All’Imbarchino suonano gli australiani Drunk Mums.

Pier Luigi Fuggetta

“C’est l’hiver! Le ciel est bleu” della compagnia francese La Diagonale du Vide

 Al CALEIDOSCOPIO di Circo FLIC


Sabato 6 aprile ore 19:30 e domenica 7 aprile ore 18:00

@ Spazio FLIC, via Niccolò Paganini 0/200, TORINO

Spettacolo consigliato per un pubblico a partire dagli 8 anni di età.

Ingressi a pagamento con informazioni nel comunicato

www.flicscuolacirco.it
LE INFORMAZIONI IN BREVE

CALEIDOSCOPIO è il titolo della Stagione Spazio FLIC 2023/2024, cartellone di spettacoli che la FLIC Scuola di Circo di Torino propone presso Spazio FLIC, Centro Internazionale per le Arti Circensi.

Dall’11 gennaio è iniziato il secondo tempo della Stagione con 18 spettacoli in 27 appuntamenti e grande finale dal 28 al 30 giugno con la seconda edizione del Festival OSCILLANTE.

Il 6 e il 7 aprile è attesa la compagnia francese La Diagonale du Vide con “C’est l’hiver! Le ciel est bleu”, spettacolo che mette in scena i mondi interiori di due essere sensibili che, nella disposizione dei corpi e delle loro evoluzioni, fanno riconoscere emozioni che spesso sono troppo difficili da esprimere a parole.

Una creazione che esplora il tema della solitudine a due, esaminando le diverse sfaccettature di questo sentimento, sia gioioso che opprimente, attraverso l’arte del circo contemporaneo.

La Stagione viene realizzata grazie al sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Ministero della Cultura, Regione Piemonte e Città di Torino, con il patrocinio di Circoscrizione 6 – Barriera di Milano

LE INFORMAZIONI COMPLETE

CALEIDOSCOPIO è il titolo della Stagione 2023/24 che la FLIC realizza grazie al sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Piemonte e della Fondazione Compagnia di San Paolo, con il patrocinio della Città di Torino, con il patrocinio di Circoscrizione 6 – Barriera di Milano.

Gli spettacoli vanno in scena allo Spazio FLICil Centro Internazionale per le Arti Circensi che la FLIC ha ricavato da un vecchio hangar industriale nell’Area Bunker nel quartiere Barriera di Milano.

Sabato 6 aprile alle ore 19:30 e domenica 7 aprile alle ore 18:00 viene presentato “C’est l’hiver! Le ciel est bleu” della compagnia francese La Diagonale du Vide, spettacolo consigliato a un pubblico a partire dagli otto anni di età che mette in scena i mondi interiori e le emozioni di due personaggi combinando tecniche di corde aeree, manipolazione di oggetti, giocoleria e movimento.

La Sinossi dello spettacolo

Due esseri sensibili, fragili, che risuonano insieme nel loro piccolo mondo con la loro vita quotidiana insignificante, le loro piccole fratture umane, che a volte lasciano intuire i loro paesaggi interiori.

Due corpi che condividono lo stesso spazio e tutto ciò che si legge in un legame inevitabile che si crea tra di loro. Far parlare il non detto, accettare il mistero di ciò che li unisce, e poi improvvisamente, all’angolo di un silenzio, di un gesto maldestro, di una parola lanciata in aria, immergersi. Immergersi nei loro mondi interiori, in quei paesaggi che portano dentro di sé e che, talvolta, li travolgono, così come travolgono tutti noi.

Questi spazi segreti, interiori, eppure immensi, dove improvvisamente, nell’organizzazione dei corpi circensi, nello spazio di un gesto, si riconoscono emozioni spesso troppo difficili da esprimere a parole.

Le note d’intenzione

Questo spettacolo di circo contemporaneo esplora il tema della solitudine a due, esaminando le diverse sfaccettature di questo sentimento, che può essere sia gioioso che opprimente. Attraverso l’ispirazione tratta da artisti come Hopper, Han Kang, Roy Andersson e Clarissa Bonnet, gli artisti scavano negli immaginari poetici di un mondo freddo che nasconde profondità inesplorate. Il progetto nasce dalla sorprendente collaborazione di due artisti con background diversi, che trovano nella loro diversità un punto di forza per esprimere la propria unicità. La solitudine è il punto di partenza, esplorata sia con la presenza che con l’assenza dell’altro, una condizione paradossale e complessa che viene esplorata attraverso le tecniche circensi, che rivelano l’intimità nascosta dietro le emozioni umane.

La compagnia

La compagnia artistica “La Diagonale du Vide” è nata nel 2019 in alcuni caffè-librerie di Tolosa. Amanda Homa e Idriss Roca si sono conosciuti alla scuola di circo contemporaneo Lido di Tolosa negli anni 2014-2017. Nonostante le loro differenze estetiche, relazionali e metodologiche, condividono un legame profondo che si propone di esplorare il circo come espressione delle emozioni universali, senza ricorrere a esibizioni straordinarie ma focalizzandosi sulla manifestazione delle sensibilità personali e dei contrasti gioiosi.

Idriss Roca, giocoliere, acrobata e attore, si è inizialmente formato presso le scuole preparatorie CRAC di Lomme e ECL di Lione prima di entrare nel programma del Lido di Tolosa nel 2014. Nel 2018, ha cofondato la compagnia La Mob à Sisyphe per la creazione del suo primo spettacolo, “Huitième Jour”. Nel 2019, si è unito alla formazione di Magie Nouvelle presso il CNAC. Oltre alla sua attività artistica, ha lavorato come osservatore esterno per altre compagnie e ha insegnato giocoleria presso Esacto’Lido per la formazione continua.

Amanda Homa, cordista aerea, ha iniziato il suo percorso nel circo nel 2010, prima presso il CEFAC a São Paulo (Brasile), poi presso la FLIC a Torino e ha concluso i suoi studi al Lido di Tolosa tra il 2014 e il 2017. Nel 2017 si è unita alla compagnia inglese Ockham’s Razor per la creazione di “Belly of the Whale”. Successivamente ha fatto parte della compagnia SCOM e nel 2022 ha fatto parte dello spettacolo “La Spire” della compagnia Rhizome/Chloé Moglia. A partire dal 2020, ha iniziato il suo lavoro di creatrice e continua a collaborare occasionalmente con altre compagnie come interprete e osservatrice esterno.

BIGLIETTI E INFORMAZIONI

Biglietto intero di 15 € intero, 10 € ridotto (per soci della Reale Società Ginnastica, allievi di scuole di circo e teatro, studenti, over 65) e gratuito per bambini sino ai 5 anni di età acquistabili online in www.flicscuolacirco.it, oppure presso la biglietteria in loco a partire da 1 ora prima dell’inizio.

Per maggiori informazioni: tel. 011530217; email booking@flicscuolacirco.it

Maria Grazia Cucinotta madrina di Lovers 2024

 

Prosegue il conto alla rovescia della più  antica rassegna cinematografica sui temi LGBTQI+ d’Europa e terza nel mondo, che si terrà al Cinema Massimo dal 16 al 21 aprile prossimo.

Maria Grazia Cucinotta sarà  la madrina di Lovers 2024. Il più  antico festival italiano sui temi LGBTQI ( lesbici, gay, trans, bisessuali, queer e intersessuali) diretto da Vladimir Luxuria e fondato da Giovanni Minerba e Ottavio mai ha annunciato che Maria Grazia Cucinotta sarà  la madrina della trentanovesima edizione. Attrice, produttrice e regista di fama internazionale è  da sempre molto vicina alla comunità  LGBTQI+ e molto impegnata in campo sociale.

“Anche quest’anno,  come lo scorso anno – dichiara Vladimir Luxuria – ho voluto come madrina una persona amica, una persona che ci è  sempre stata vicino anche in momenti storici in cui non era così facile metterci la faccia appoggiando e sostenendo le nostre battaglie e le nostre rivendicazioni.

Penso al 2000, quando ci fu il World Pride a Roma in concomitanza con il Giubileo. Non era facile trovare persone del mondo dello spettacolo che volessero schierarsi per ripercussioni sulla propria carriera. Lei scelse, invece, di stare dalla nostra parte e di partecipare all’inaugurazione e al taglio del nastro del World Pride. Da allora si è sempre spesa e la posso definire un’artista militante. Lei ha anche fortemente voluto il film “Viola di mare”che affronta il tema transgender e dell’identità di genere. Sono davvero felice che abbia aderito entusiasticamente al nostro invito”

 

Mara   Martellotta

 

L’Edipo re del Teatro Piemonte Europa va a Pompei

Il 4,5 e 6luglio prossimi Edipo Re per la regia di Andrea De Rosa, produzione del Teatro Piemonte Europa, approderà a Pompei per la settima edizione di Pompei Theatrum Mundi, un progetto del teatro di Napoli, Teatro Nazionale e del parco archeologico di Pompei.

Il terzo appuntamento di Pompeii Theatrum Mundi, dopo “Odissea cancellata” di Emilio Isgrò con la regia di Giorgio Sangati e “De Rerum Natura” di Fabio Pisano per la regia di Davide Iodice è l’acclamato “Edipo re” di Sofocle, per l’adattamento e la regia di Andrea De Rosa che il Teatro grande di Pompei ospiterà giovedì 4, venerdì 5 e sabato 6 luglio. Lo spettacolo è interpretato da Francesca Cutolo, Francesca della Monica, Marco Foschi, Roberto Latini, Frédérique Loliée e Fabio Pasquini.

L’Edipo re di Sofocle rappresenta uno dei simboli universali dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato. La nuova regia di Andrea de Rosa, che torna per l’occasione a lavorare con Roberto Sinisi dopo la fortunata collaborazione del processo a Galileo, parte dalla storia di Edipo re che ruota intorno alla verità proclamata, cercata e misconosciuta.

Sicuramente l’Edipo Re rappresenta uno dei testi più magnetici tra quelli che l’antichità ci ha tramandato. E magnetica è la lettura che ne ha dato Andrea de Rosa, regista dalla cifra rigorosa e visionaria.

Mara Martellotta