SPETTACOLI- Pagina 28

Tff al via: oltre ai tanti film, quante stelle sul red carpet torinese

/

Una festa per la città, dal 22 al 30 novembre, con la prima volta del direttore Giulio Base

 

Pare proprio che si volti pagina, che il 42mo TFF abbia altre sembianze. Non tanto quella sfrondatura di titoli, da 180 e forse qualcosa di più si passa a 120 e il che non può che fargli bene con quel po’ di spiragli e di respiro offerti nei nove giorni di festival (dal 22 al 30 novembre), ma soprattutto quell’affollato andare e venire sul red carpet di celebrità di casa nostra e di star d’oltreoceano – portati in riva al Po con aerei di linea, si assicura, i jet privati sono ferocemente banditi per non superare quei 2,2 milioni che sono il budget previsto – che se insegue una certa atmosfera capitolina (non dico croisettiana o lagunare) rischia di soffocare o per lo meno mettere a sbiadire, in questo novembre torinese fatto si spera di ultime calde luci e di temperature ancora non proprio troppo fredde, quella certa abituale nicchia di cinefili incalliti, di scopritori di pietre preziose e di rarità su cui poi accanirsi a discutere.

Quel certo raccoglimento sabaudo (?) che da decenni ha impresso una cifra ben precisa alla manifestazione, attraverso altre sigle o etichette, attraverso altri direttori, attraverso altre epoche. Qualcuno ha già arricciato il naso nello spavento di una resa d’identità, evvia, aspettiamo i risultati finali, di partecipazione e di ritorni d’immagini e di quant’altro ci si possa augurare da un nuovo corso. Innegabile che anche soltanto per “vedere” cotante glorie cinematografiche il pubblico crescerà, accalcato e vociante, si spera presente pure alle proiezioni, e interessatissimo.

“La colonna vertebrale del Torino Film Festival – assicura Giulio Base freschissimo direttore, rincuorando tutti – è da sempre cinefila e autoriale e tale rimarrà anche in questa edizione, resterà una proposta di film dallo spirito libero, originale, indipendente, graffiante: la lineaguida principale è infatti proprio quella di un festival che torna allo spirito del Cinema Giovani, contenuto fin dal nome dal principio della nostra storia.” Sei sezioni “ben distinte e di facile fruizione”, tre donne – Margaret Mazzantini, Roberta Torre e Michela Cescon – presidenti delle giurie, particolare attenzione al sociale e riconferma di un impegno alla sostenibilità ambientale. Con première d’eccezione al Teatro Regio madrina Cristina Capotondi e Baratti&Milano che diventa lounge del Festival.

Presenze richiamate dal pacchetto dorato delle Stelle della Mole sono Ron Howard che aprirà con il suo ultimo “Eden”, un drama thriller interpretato da Jude Law e Vanessa Kirby, giorni di paura per una coppia di scienziati tedeschi che alla fine degli anni Venti si trasferiscono alle Galapagos, il nostro Giancarlo Giannini che verrà a raccontarci e a rivedere con noi il suo “Pasqualino Settebellezze”, Rosario Dawson che presenta “Kids” di Larry Clarck e Alec Baldwin a riproporre le immagini di “Caccia a Ottobre Rosso” (stracarico di passaggi televisivi!), Matthew Broderick, in compagnia della consorte Sarah Jessica Parker colonna di “Sex and the City”, a ripensare al suo rapporto (idilliaco? burrascoso?, lo sapremo) con Marlon Brando durante la lavorazione di “Il boss e la matricola”, Vince Vaughn con “Swingers” di Doug Liman e Julia Ormond con “Here’s Yianni” diretto da Christina Eliopoulos, Ornella Muti e Michele Placido ad accompagnare “Romanzo popolare” di Mario Monicelli del 1974, Emmanuelle Béart che presenta il suo documentario “Un silence si bruyant”, diretto con Anastasia Mikova (un’opera per dare voce alle vittime di violenza sessuale, incoraggiandole a superare la vergogna), last but di certo non least Sharon Stone che ci entusiasmerà con tutti i segreti del “suo” – fu interprete e produttrice – “Pronti a morire”, western che vide Sam Raimi dietro la macchina da presa. La chiusura del festival rimarrà in zona, con Billy Zane – il cattivone di “Titanic”, presente in sala – interprete, “con una stupefacente e totale immedesimazione”, di “Waltzing with Brando”, diretto da Bill Fishman, presentato qui in anteprima mondiale, racconto di un progetto dell’attore per la costruzione di un ressort per le vacanze a Tahiti all’inizio dei Settanta.

Chicche preziosissime per questa ventata d’aria nuovissima che il nuovo direttore si è assicurato, accaparrato con viaggi e telefonate lunghissime crediamo, longa manus e contatti coltivati a regola d’arte. Magari qualche insistenza avrà dovuto usarla anche lui ma poi tutto è andato felicemente in porto. Chicca preziosa e doverosa nel centenario della nascita dell’attore – e di questo al direttore sia reso grazie e merito – il ciclo di film che riproporrà la figura e l’arte di Marlon Brando, lui preso a immagine dell’odierno TFF, con quell’angolo di sorriso, intento a sistemarsi il nodo della cravatta rossa, il viso bellissimo, erano le immagini di “Ultimo tango a Parigi”, un omaggio sacrosanto che va dal 1950 al 1994, che non guarda ai capolavori o ai film più che zoppicanti, accettati e fatti per il pagamento delle solite bollette di casa, ventidue titoli tutti insieme, una scorpacciata da non perdere, da far entrare assolutamente tra una proiezione e l’altra del concorso: dal “Tram che si chiama desiderio” a “Giulio Cesare” al “Selvaggio”, da “Fronte del porto” a “Bulli e pupe” ai “Giovani leoni”, da “Pelle di serpente” con Anna Magnani agli “Ammutinati” e “La caccia”, dal “Padrino” ad “Apocalypse Now” a “Missouri”, ogni proposta introdotta da un critico.

120 film scelti sui 5500 titoli pervenuti, 96 lungometraggi e 24 cortometraggi, 23 anteprime mondiali e 22 anteprime internazionali, 13 anteprime europee e 24 anteprime italiane. Tra i sedici film del concorso principale, “Europa Centrale” di Gianluca Minucci, un kammerspiel metafisico sulla lotta politica ambientato nell’aprile del ’40 in un viaggio in treno di una coppia di comunisti (Paolo Pierobon e Tommaso Ragno) a cui è affidata dal Comintern una importante missione, e “N-Ego” di Eleonora Danco, anche interprete travestita da manichino “dechirichiano nei suoi tanti incontri con personaggi che rispecchiano le sue paure e i suoi desideri. Da Tunisia e Argentina, da Ucraina e Belgio e Brasile, da Iran e Danimarca e Stati Uniti tra gli altri in arrivo le altre pellicole, grande attenzione ad argomenti femminili, una nascita inattesa e il desiderio di diventare madri, attrici che riempiono un set di vita reale, insegnanti con la personale infertilità e allieve che rimangono incinte, vendette sull’uomo che fa rovinato una vita, il desiderio di guardare a un futuro o forse la necessità di aggrapparsi ad un passato, la ribellione di una donna e giornalista a un regime che reprime. 

Nella sezione “Fuori concorso” interessanti si preannunciano “Le barbares” di Julie Delpy, una cittadina della Bretagna pronta ad accogliere i rifugiati dell’Est Europa ma qualcosa si guasta allorché ad arrivare sono invece dei profughi siriani; “Il corpo” di Vincenzo Alfieri, con Claudia Gerini, giallo in piena regola per scoprire chi abbia causato la morte di una ricca imprenditrice e la sparizione del suo corpo, “Un natale a casa Croce” in cui Pupi Avati racconta del filosofo e della sua amicizia con Giovanni Gentile, guastata dall’arrivo del fascismo, “Paradis Paris” di Marjane Satrapi, dove un gruppo di parigini, fra cui Monica Bellucci, affronta la morte, “Riff Raff” di Dito Montiel, dove un vecchio criminale dovrà affrontare a Capodanno i vecchi nemici che sono venuti a cercarlo e “The Summer Book” diretto da Charlie McDowell, figlio del Malcom dell’”Arancia Meccanica”, l’ultima estate di una nonna (Glenn Close) che sta per morire, in compagnia della piccola nipote Sophia su un’isola della Finlandia. Altra sezione, “Zibaldone”, altri titoli da tenere d’occhio. Dopo più di vent’anni Maurizio Nichetti torna al cinema in compagnia di Angela Finocchiaro e Serra Yilmaz con “Amichemai”, “From Ground Zero” in cui il regista palestinese Rashid Masharawi raccoglie 22 cortometraggi realizzati da alcuni registi di Gaza, “La musica negli occhi” di Giovanna Ventura sul rapporto di lavoro e di amicizia soprattutto tra Fellini e Nino Rota e tra Ettore Scola e Armando Trovajoli, “Perfect Number” di Krzysztof Zanussi, il giovane David, matematico polacco ha dedicato la sua vita ai numeri sacrificando i propri sentimenti: l’incontro con il cugino Joachim lo costringerà a riconsiderare le sue scelte.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Jude Law w Vanessa Kirby sono gli interpreti di “Eden” di Ron Howard, film d’apertura del festival; Marlon Brando e Vivien Leigh in una scena di “Un tram che si chiama desiderio”, inserito nella rassegna sull’attore di cui cade il centenario della nascita; Tommaso Ragno in “Europa Centrale” di Gianluca Minucci e una scena di “N-Ego” di Eleonora Danco, entrambi in concorso per l’Italia.

Parte da Savigliano e prosegue ad Alba il Festival Uto Ughi

Uto Ughi, tra i maggiori violinisti del nostro tempo, è protagonista del Festival nazionale che porta il suo nome “Uto Ughi per i giovani”, con partenza dal Piemonte, con precisione dalla città di Alba, e poi tappe a Savigliano, Cuneo e Moretta e in tutta Italia. Dopo il successo de “La Santità Sconosciuta”, il festival che ha portato a esibirsi per sedici edizioni interpreti di altissimo livello artistico, facendo incontrare in varie forme spiritualità e musica, si è trasformato in un progetto dedicato ai giovani. I concerti e le masterclass dedicate ai giovani saranno a ingresso libero e gratuito perché l’arte è un bene prezioso e spirituale a cui tutti devono poter accedere, come spiega il maestro Uto Ughi.

“Per poter portare avanti questa nostra missione – aggiunge il maestro Uto Ughi – il sostegno dei partner è prezioso e fondamentale e, in un periodo economicamente così difficile per le famiglie, è più che mai doveroso da parte nostra donare un festival culturale musicale per emozionare il pubblico appassionato, avvicinare le nuove generazioni alla cultura e salvaguardare la grande tradizione musicale.

In un momento in cui le nuove generazioni hanno subito un impoverimento formativo e culturale a causa della pandemia, nel 2021 la Santità Sconosciuta, d’intesa con il maestro Uto Ughi e la Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, ha elaborato un programma ricco di interpreti affermati, talenti virtuosi e momenti musicali eccellenti per far vivere al pubblico l’emozione della grande musica.

Il festival ideato dal Maestro Uto Ughi, dall’Associazione Culturale Arturo Toscanini di Savigliano e sostenuto per le tappe piemontesi, dalla Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, e altre importanti realtà nazionali, si presenta con particolarità culturali e artistiche uniche e originali, soprattutto per la volontà di diffondere il piacere della musica classica tra le fasce più giovani della popolazione, ad ingresso libero e in forma gratuita. Con questa finalità sono in programma incontri con gli allievi di tutte le scuole di ogni ordine e grado per trasmettere alle nuove generazioni l’amore e la sensibilità verso la musica e in generale verso la cultura. Questo tipo di divulgazione ha il merito di catturare l’attenzione dei ragazzi, trasmettendo loro messaggi positivi da applicare alla quotidianità. Attraverso una programmazione di concerti, la musica viene spiegata in modo semplice e diretto, sollecitando una partecipazione attiva da parte del pubblico.

Il programma musicale per l’edizione 2024 del festival Uto Ughi per I giovani prevede martedì 3 dicembre alle 21 alla Creusa Neira di Savigliano un viaggio musicale tra composizioni originali e i più celebri arrangiamenti per quintetto di ottoni Strumentisti dell’Orchestra Nazionale della Rai. Venerdì 6 dicembre, nella chiesa della Beata Vergine di Moretta concerto di Uto Ughi e Leonardo Bartelloni con un recital per violino e pianoforte, con pezzi emblematici della grande tradizione violinistica. All’Auditorium Ferrero di Alba, alle 21, Uto Ughi e i Filarmonici di Roma insieme ne “La magia del Violino”.

Lunedì 9 dicembre alle 10.45 prove aperte per tutti gli studenti della città di Alba per la lectio “La musica spiegata da Uto Ughi”.

MARA MARTELLOTTA

Shakespeare… al buio! Al Teatro “Spazio Kairòs /Onda Larsen” di Torino

Un singolare esperimento con spettatori bendati per meglio accostarsi al più importante drammaturgo inglese

Sabato 23 novembre, doppia replica

L’esperimento non è nuovo. Dopo il tutto esaurito dello scorso anno con “Romeo & Giulietta”, “Spazio Kairos/Onda Larsen Teatro” di via  Mottalciata 7, a Torino, ritorna a proporre William Shakespeare in una“versione inedita”.

L’appuntamento è per sabato 23 novembre(alle 18 e alle 21), allorché agli spettatori verrà proposto di “salire sul palco bendati” per meglio (in modo decisamente inusitato) fruire di “Macbeth”, una delle più celebri e la più breve delle tragedie shakespeariane, composta dal grande drammaturgo inglese fra il 1605 ed il 1608. La proposta, inserita nella stagione di “Onda Larsen – Interferenze” e dal titolo “I Teatri della mente – Macbeth”, arriva dal “Teatro della Juta / Commedia Community” di Alessandria, con drammaturgia e regia di Luca Zilovich e sul palco sette attori: Giacomo Bisceglie, Enrica Fieno, Lorenzo Fracchia, Michela Gatto, Giulia Maino, Fabio Martinello e Mattia Stango.

I “Teatri della mente” sono “un format – spiegano gli organizzatori – di spettacoli sensoriali a cui gli spettatori assistono bendati e seduti al centro dello spazio scenico mentre attici e attori recitano in mezzo a loro”. Il pubblico (al massimo 60 spettatori a replica) viene condotto in sala già bendato, ricevendo da subito i primi “stimoli sensoriali”.
Una volta seduto sarà, quindi, trasportato nell’azione scenica dalla voce degli attori, dagliodori e dai paesaggi sonori che completano la drammaturgia delle scene.


Dopo “Romeo & Giulietta” (che lo scorso anno fece il tutto esaurito allo “Spazio Kairòs”), il secondo capitolo de “I Teatri della Mente”guiderà lo spettatore attraverso la tragica ascesa al potere di Macbeth, protagonista di una delle più cruente tragedie di Shakespeare che, al par suo, drammatizzò straordinariamente i disastrosi “effetti fisici e psicologici” della ricerca del “potere” per il proprio interesse personale. Il pubblico sarà immerso nelle atmosfere di una Scozia oscura, governata da despoti e abitata da streghe, in cui attori e spettatori daranno vita insieme allo spettacolo, i primi recitando e i secondi immaginandolo nella loro mente. Avvolto dalla nebbia delle brughiere scozzesi, il pubblico, proprio grazie agli stimoli sensoriali, sobbalzerà sulle sedie nel percepire accanto a sé il rumore delle spade, e sarà condotto nella perversità della mente del tiranno scozzese dall’odore acre della battaglia e dalle voci incalzanti delle streghe, respirando da vicino la folle sete di potere di Lady Macbeth, ispirata alla regina Grouch di Scozia.

Lo spettacolo in programma per sabato prossimo 23 novembre è il secondo che il regista Luca Zilovich allestisce per l’alessandrino “Teatro della Juta” con la tecnica propria dei “Teatri della Mente”.

“È un modo diverso – spiega Zilovich – di pensare al teatro, in cui lo spettatore bendato mette in moto la sua creatività e diventa artista dello spettacolo al pari di attrici e attori seguendo l’ambizioso Macbeth attraverso la ‘profezia delle streghe’: si trova con lui sul campo di battaglia e viene condotto nel lato più profondo della sua mente”. Seduto nello stesso spazio scenico, il pubblico diventa attore fra gli attori, assistendo e concretamente “partecipando” ad una delle più famose tragedie shakespeariane, in una versione indubbiamente inedita, attraverso la quale le vicende del tiranno scozzese vengono narrate esclusivamente tramite stimoli uditivi, olfattivi (prodotti da Enzo Ventriglia) e tattili.

Un modo “nuovo” di fare e vivere il teatro. Curioso e di “grande effetto”, considerando, almeno, i brillanti risultati finora ottenuti. E chissà che ne avrebbe pensato e detto lo stesso “Bardo” o “Cigno dell’Avon”? Personalmente sarei propenso per un “excellent!”, considerandone la “personalità estroversa ed intuitiva” descritta da alcuni suoi biografi.

Per info: “Spazio Kairòs/Onda Larsen Teatro”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 351/4607575 o www.ondalarsen.org

g.m.

Nelle foto: Teatro della Juta in “Macbeth”, immagini di repertorio

Artisti piemontesi al Tour Music Fest di San Marino

dal 24 novembre al 1° dicembre 2024, la Repubblica di San Marino ospiterà le Finali Europee del Tour Music Fest – The European Music Contest, uno degli eventi musicali più prestigiosi d’Europa, dedicato ai talenti emergenti.

Tra i finalisti, spiccano 27 artisti emergenti provenienti dal Piemonte,  selezionati tra 29mila candidati da 12 paesi europei per rappresentare con orgoglio la loro regione di fronte a una giuria di fama internazionale.

Le città interessate sono Cuneo, Biella, Alessandria, Torino, Novara e Verbano-Cusio-Ossola e gli artisti piemontesi, con età comprese tra i 12 e i 53 anni, porteranno sul palco stili e generi variegati, spaziando dal cantautorato all’EDM, dal rap al pop, dalla techno alla musica classica, mostrando così la ricchezza musicale della regione. Cuneo è rappresentata da Ludovic Gosmar (DJ Producer), Sofia Cepillo (Junior)  e Dusho (DJ Producer). Biella porta in scena giovani promesse come CHANTY  (Junior), Intlights (Original Band) e Jandir (Interpreti), mentre da Alessandria arriva La Virgy (Interpreti Over).

Torino, con la sua vivacità artistica, è la città più rappresentata, con ben 17 artisti: Emma Leone (Junior), Fabio Vellano (Musicisti – Batteria), DoppiaPaura (Cantautori), ALES (Cantautori), Dj Davide Faccini (DJ Producer), Ambra (Junior), Artemisia (Cantautori), Fabio Cast (Autori), NormaN (DJ), Aura (Interpreti), ONElito (Rapper), Portal Minds (Original Band), Davide (Musicisti – Pianista/Tastierista), Esmeralda (Junior), Sofia Ellero (Junior), Mk-Ice70g (Rapper). Poi da Novara c’è UBE (19 anni, Cantautori), Alessandro (14 anni, Chitarrista Junior) e Baci (18 anni, Batterista); infine da Verbano-Cusio-Ossola, Luigi Durante (24 anni, DJ) farà ballare il pubblico con il suo sound di Tech house commerciale.

I finalisti piemontesi si esibiranno davanti a una giuria di altissimo livello, composta da personalità come il Maestro Beppe Vessicchio, Kara DioGuardi, il rapper Ensi, DJ Mazay e Paola Folli. Oltre alle esibizioni, la settimana delle Finali Europee sarà arricchita da masterclass, jam session e incontri formativi che offriranno agli artisti un’occasione unica di crescita personale e professionale.

L’obiettivo finale per ciascun partecipante è conquistare un posto nella Finalissima del 1° dicembre presso il Teatro Little Tony di San Marino, un evento che promette di essere una passerella internazionale per i talenti emergenti. Tra i premi in palio figurano una borsa di studio alla Berklee College of Music di Boston, la produzione di un singolo e la realizzazione di un videoclip, oltre che il titolo di Artist of the Year 2024.

Valeria La Grotta, Ilaria Ribezzi e Voxonus Ensemble in concerto

Venerdì 22 novembre 2024 – Ore 20,30

Coro di Santa Pelagia, via San Massimo 21 – Torino

(ingresso libero su prenotazione)

 

La collaborazione tra il Voxonus Festival e la stagione musicale “I Concerti di Santa Pelagia” prosegue felicemente con appuntamento dedicato al periodo barocco della musica classica che venerdì 22 novembre, preceduto da una conferenza di presentazione alle ore 18,30, vedrà il concerto alle ore 20,30 di Valeria La Grotta (soprano), Ilaria Ribezzi (mezzosoprano) e il Voxonus Ensemble per l’esecuzione dello “Stabat Mater”.

La celebre opera di Pergolesi, scritta nel 1736, è una pietra miliare del genere sacro. Lo è per la sua straordinaria composizione e la profonda spiritualità che trasmette. Composta nei suoi ultimi mesi di vita, insieme a un Salvo Regina, quest’opera per soprano, contralto, archi e basso continuo è ammirata come una delle più sublimi della storia. La sequenza fu commissionata dalla confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo per la liturgia della Settimana Santa, in sostituzione di una precedente composizione di Alessandro Scarlatti. Secondo la leggenda, Pergolesi ne completò la stesura il giorno della sua morte, ipotesi sostenuta dalla scritta in calce Finis Laus Deo.

Il Voxonus Festival presenta questa opera in una versione che mette in luce le voci e gli strumenti, prestando particolare attenzione alle sedi concertistiche tra cui spicca naturalmente il coro della Chiesa di Santa Pelagia a Torino.

Con i suoi oltre 60 concerti, il Voxonus è la stagione di produzione dell’Orchestra Sinfonica di Savona dedicata alla musica barocca. Nata dall’esperienza dell’Academia di musici e cantori, le sue formazioni musicali sono composte da professionisti di levatura internazionale e i programmi eseguiti con strumenti storici in grado di esaltare la scrittura dell’epoca. L’itinerario di quest’anno ripercorre rotte culturali del passato e del presente, da qui il sottotitolo “I continenti della musica” (tutte le informazioni sono disponibili sul libretto della stagione concertistica www.orchestrasavona.it)

 

Valeria La Grottadopo il diploma in Canto lirico con lode presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, si è specializzata in Canto rinascimentale e barocco con Roberta Invernizzi a Cesena. Dopo il Master in Musica Antica al Conservatorio “S. Pietro a Majella” di Napoli, ha affiancato l’attività artistica a quella di ricerca musicologica, con attenzione agli inediti e alle prime esecuzioni moderne. Partecipa come studiosa a varie conferenze internazionali ed è ospite di festival importanti come il Maggio Musicale Fiorentino, Ravello Festival e il Festival de Música Antigua de Sevilla oltre ad aver inciso per Elegia Classic, Bongiovanni e Glossa, interpretando opere di Vinci, Paisiello e Gagliano.

Ilaria Ribezzi ha Iniziato giovanissima lo studio del pianoforte e del canto con il mezzosoprano B.M. Casoni, proseguendo all’Accademia del Coro del Teatro alla Scala, all’Accademia di Osimo e all’Accademia Chigiana di Siena. Ha vinto presto il Concorso R. Poonselle e il premio giovane promessa di Musica Sacra a Roma. Ha un repertorio che spazia dalla musica antica al romanticismo, esibendosi in sedi prestigiose come il Teatro di Udine, l’Orchestra Sinfonica di Savona e Lecce. È stata solista in opere sacre come lo Stabat Mater di Pergolesi e la Theresienmesse di Haydn. Tra i ruoli operistici spiccano Suzuki in Madama Butterfly, Amenofi in Mosè in Egitto e Isaura in Tancredi. Recenti esibizioni includono la Petite Messe Solennelle di Rossini a Praga e il Requiem di Mozart con l’Orchestra Magna Grecia di Taranto.

 

 

LA STAGIONE MUSICALE DI SANTA PELAGIA
Direttore Artistico: M° Valentina Lombardo

La stagione musicale “I Concerti di Santa Pelagia” è ormai diventata una tradizione attesa, un punto di riferimento per gli appassionati di musica e ricopre un ruolo di rilievo sia all’interno del mondo musicale e culturale, sia nella nostra società e sul nostro territorio.

L’obiettivo è la promozione di eventi di qualità, equi ed inclusivi, che sappiano coniugare l’alto valore delle proposte artistiche e musicali alla massima fruibilità ed accessibilità.

Per questo anno dopo anno si pone una sfida: come sorprendere il pubblico?

La risposta sta nel costante rinnovamento, nella volontà di esplorare nuovi territori musicali, stupire e incantare, pur mantenendo vivo il legame con la grande tradizione musicale.

I concerti e gli eventi in programma nel Coro di Santa Pelagia dall’8 ottobre 2024 al 2 luglio 2025 offrono un ventaglio unico e assolutamente originale di declinazioni sonore, provenienti tanto dal repertorio classico quanto dal panorama contemporaneo, raccolte e ulteriormente approfondite all’interno di varie sezioni tematiche.

“New Taste” è la parte dedicata ad aprire uno sguardo nuovo sulle trasformazioni in atto all’interno della musica di oggi attraverso le esibizioni dei compositori e degli interpreti più talentuosi del nostro tempo.

“Contatti Sonori” è invece lo spazio pensato per incontrare la contaminazione tra i generi, spaziando dalla classica al tango fino al cantautorato pop con l’obiettivo di mescolare pubblici diversi e aumentare il grado di condivisione attraverso l’esperienza musicale.

“Voxonus Festival XIII Edizione – I continenti della musica” è la stagione di produzione dell’Orchestra Sinfonica di Savona dedicata alla musica barocca. L’itinerario di quest’anno in collaborazione con Fondazione Collegio Universitario Renato Einaudi ripercorre rotte culturali del passato e del presente, sviluppandosi tra Liguria, Piemonte e Puglia.

“Itinerari di Santa Pelagia” è la sezione dedicata alla conoscenza della storia di Santa Pelagia grazie allo sguardo prezioso delle guide Somewhere Tours & Events che guideranno il pubblico alla scoperta delle attrazioni e degli aneddoti che si celano dietro questi luoghi, testimonianza del nostro ricco patrimonio culturale. In questo caso il repertorio musicale è affidato ai musicisti del Liceo Musicale Cavour.

“Intrecci Musicali” è una rassegna concertistica di Fondazione OMI in collaborazione con il Conservatorio G. Verdi di Torino che vanta una storia decennale. La sua peculiarità è di essere un intreccio a più livelli di suoni, vocali e strumentali, solistici e operistici, di epoche e di enti che vogliono guardare al futuro valorizzando il talento dei giovani.

“Santa Pelagia Kids” è invece un gruppo di appuntamenti che offre ai grandi la possibilità di condividere la gioia e il fascino della musica con i loro piccoli. Un originale percorso culturale nel quale la tematicità degli incontri e l’elemento extra musicale diventano motivo di coinvolgimento appositamente ideato per un pubblico giovane.

 

 

Per informazioni e prenotazione: +39 011 8178968 info@operamunificaistruzione.it

Ufficio Stampa: ufficioeffe@gmail.com – 338.7606183

Debutto dei giovani talenti Marco Mengoli e Bruce Liu all’Auditorium Rai di Torino

 

Debutta sul podio dell’OSN Rai, giovedì 21 novembre alle 20.30, presso L’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino, il direttore d’orchestra Giuseppe Mengoli, vincitore del primo premio nell’edizione del 2023 del concorso Mahler dell’Orchestra Sinfonica di Bamberg. La serata sarà trasmessa in diretta su Radio 3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura, e replicata venerdì 22 novembre alle ore 20. 

Accanto al Maestro Mengoli, debutterà il giovane musicista ventisettenne Bruce Liu, vincitore del primo premio al XVIII concorso pianistico Chopin di Varsavia nel 2021. In apertura di serata, i due protagonisti proporranno uno dei capisaldi della letteratura pianistica, il Concerto n.5 in mi bemolle maggiore op.73 di Beethoven.

Tale concerto fu composto a Vienna nel 1809, detto “Imperatore”, denominazione assegnatagli in maniera del tutto arbitraria da parte di un editore e non inerente a Napoleone Bonaparte, cui si riferisce, invece, la Terza Sinfonia del 1804 detta “Eroica”. Il concerto fu dedicato a Rodolfo Giovanni d’Asburgo Lorena e fu eseguito per la prima volta a Lipsia al Gewandhaus, il 28 novembre 1811.

Nella seconda parte del concerto, Mengoli interpreterà la Sinfonia n.4 in sol maggiore di G. Mahler, un autentico banco di prova per l’orchestra e il direttore, chiamato a misurarsi con le diverse sfumature d’animo del compositore boemo, compresa una certa dose di humour, come quella del “Lied” conclusivo (La vita celestiale), tratto dalla raccolta popolare “Il corno magico del fanciullo”, e affidato alla voce del soprano Leonor Bonilla, al debutto con la compagine Rai.

Biglietti da 9 a 30 euro in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino e online sul sito OSN Rai.

Mara Martellotta 

Eccessivo e troppo teatrale il Pirandello di Placido

“Eterno visionario” sugli schermi

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

 

Ad Amburgo, in una notte del dicembre del 1934, mentre è in viaggio nel treno che lo sta portando a Stoccolma per la consegna del Nobel, Pirandello riaccende attorno a sé i fantasmi della sua vita, umana e letteraria, le luci e le tante ombre che l’hanno attraversata. La luce maggiore è Marta Abba, la ragazza che venticinquenne, incontrata durante un provino per la messinscena di “Nostra Dea” di Bontempelli, lo fece “risorgere come artista e come uomo”, con le immagini di un amore sempre sussurrato ma impossibile, le ombre sono gli insuccessi di una carriera, la sfida dei “Sei personaggi” perduta alla prima del Valle, di fronte a un pubblico urlante e minaccioso, che avrebbe voluto scuotere, prendere artisticamente a schiaffi e distogliere da un mare di (vecchio) teatro che rappresentava tutti i suoi luoghi comuni, le sue consuetudini, le vecchie leggi ormai da superarsi; la libertà da un padre che lo avrebbe voluto contabile nella Sicilia antica delle sue solfatare e la fuga in Germania per inseguire tutti i sogni di scrittura che giovanissimo già coltivava, la disfatta economica della famiglia e la conseguente instabilità mentale della moglie Antonietta Portulano, dolorosissima per lui, con il successivo ricovero in ospedale, i rapporti non sempre facili con i tre figli e i lunghi distacchi e le loro ribellioni, la speranza di una collaborazione cinematografica con il regista tedesco Murnau che non si realizzò mai.

Non è attraverso i pur brevi ricordi il Pirandello dell’opera letteraria, dell’autore diviso tra realtà e finzione, quello che Michele Placido propone in “Eterno visionario” (sceneggiato con Toni Trupia e Matteo Collura), l’autore coltivato o forse passato frettolosamente nei banchi di scuola ma l’uomo della vita soprattutto, infelice, disastrata, cercata sempre nella sua completezza, di quell’involucro da cui gran parte della carriera dello scrittore deriva. Il desiderio d’affrontare un altro genio della cultura dopo il Caravaggio di un paio d’anni fa, con la conoscenza e la passione che già in altre occasioni, al cinema come a teatro, gli ha fatto incontrare lo scrittore siciliano. Anche Placido, qui, con quella “visionarietà” che attribuisce al proprio personaggio e portata avanti in un montaggio che è passaggio continuo di anni e decenni, di azioni e di ricordi, improvviso, frammentario, altalenante, costruisce il personaggio, nella complessità del suo vivere: sino alla comparsa sul set del “Fu Mattia Pascal” di Pierre Chenal che precederà di poco l’ultima notte di una vita passata a dettare al figlio Stefano l’imbarbarimento di una società nei “Giganti”.

Placido da sempre coltiva un cinema sanguigno, corposo e corporale, fervidamente inteso e fabbrica di grandi effetti. Nell’”Eterno visionario” il regista pare se possibile accrescere ancor più le proprie scelte e il cinema sembra arretrare, farsi mezzo (stridente) e non fine (secondo le proprie più intime leggi), assumere connotati che non gli sono propri, che lo disturbano, il teatro o le consuetudini teatrali prendono il sopravvento – il tipo di recitazione sempre sopra le righe, i vistosi trucchi e le lacrime copiose, i ritagli berlinesi che fanno tanto Kurt Weill che fanno tanto “Cabaret” e che mettono in primo piano la fotografia di Michele D’Attanasio, la Madre dei “Sei personaggi” strisciante a terra nella sua disperazione, certi dialoghi troppo scritti e troppo insistiti, Pirandello seminudo allo specchio e alla luce delle sue ultime volontà testamentarie, e si potrebbe continuare: un film di grandi eccessi – e ogni immagine più s’adatta a un palcoscenico che non a uno schermo. Va da sé che pure le interpretazioni ne risentano, sovraccariche, lontano da una sobria naturalezza, Bentivoglio in primo luogo (al Servillo della “Stranezza”, pur in tutt’altro contesto, era dato di cogliere meglio la figura), lo stesso Placido che si ritaglia il personaggio di Saul Colin, collaboratore e agente letterario di Pirandello, agghindato come Poirot sul treno dell’”Orient Express”. Bella la presenza di Federica Vincenti, anche in veste di produttrice, i costumi di Andrea Cavalletto e le scenografie di Tonino Zero sono un valore alto; l’applauso incondizionato è a Valeria Bruni Tedeschi che è Antonietta, eccellente nel costruire ancora una volta uno di quei ritratti femminili avvolti in una pazzia più o meno tangibile, che camminano con tutta l’intelligenza dell’attrice sul filo di una lama, negli sguardi stralunati, nelle parole rotte, nei gesti folli, nell’entrata a una festa che non è mai stata la sua e a cui lei non ha mai preso parte.

“Club Silencio On Ice”. Una serata speciale tra musica, pattinaggio e performance

In programma al Palavela di Torino

Venerdì 22 novembre, dalle 19 all’1 di notte

Il progetto è a firma dell’Associazione Culturale torinese “Club Silencio” (da sempre impegnata nel creare esperienze culturali ed artistiche innovative in spazi d’eccezione, la più nota, datata 2017, “Una notte al Museo”) che in collaborazione con il “Palavela” di via Ventimiglia, in occasione dell’avvio della stagione del pattinaggio e in vista dei “XXIII Giochi Mondiali Universitari Invernali”previsti sotto la Mole nel prossimo gennaio 2025, propone per venerdì 22 novembre sulla pista del “Palavela” una serata e un evento imperdibili, dal titolo: Club Silencio On Ice”. Serata che unirà la magia e il piacere del pattinaggio su ghiaccio con un mix coinvolgente di “musica” e “performance”visive, in grado di offrire al pubblico un’esperienza sensoriale a 360 gradi.

Il “Palavela”, simbolo per eccellenza, insieme al vicino “Palazzo del Lavoro”  delle celebrazioni di “Italia ‘61” e, dopo anni di oblio, ritornato tra i protagonisti architettonici del contesto urbano in occasione dei “XX Giochi Olimpici Invernali” del 2006 (grazie al progetto – reinterpretazione dell’originario “Palazzo delle Mostre” firmato da Gae Aulenti) diventerà il palcoscenico ideale per una serata tutta dedicata all’arte, alla cultura e allo sport.

Dalle 19 fino all’1 di notte, gli ospiti avranno la possibilità di immergersi in due slot di pattinaggio di due ore ciascuno, godendo della libertà e del divertimento offerti dalla pista. Per chi preferisce vivere l’evento da spettatore, sarà possibile partecipare accompagnando amici e assaporando l’atmosfera unica della serata senza scendere sul ghiaccio.

Momento clou dell’evento, le performanceartistiche sul ghiaccio dei talenti del “CUS Torino”. In pista daranno spettacolo Melissa Merrone e Alberto Tommasi, coppia di “artistico” fresca partecipante al “Gran Prix Junior” tenutosi in Polonia, a Danzica; Irene Barreri e Alessandro Di Giorgio, nazionali di “Danza Junior”; Alessia Tornaghi, Vivienne Contarino ed Emilia Russo, atlete nazionali di “artistico singolo”. A ulteriormente arricchire la serata, sarà la proposta artistica di Tommini Cherubaso che presenterà una visual performance a tema “AI-generated”, esplorando il potenziale creativo dell’intelligenza artificiale per un viaggio visivo che si riflette e si trasforma sugli schermi in sincronia con la pista di ghiaccio. E, infine, a completare l’esperienza, l’“accompagnamento musicale” di Lollo De Gregorio, che porterà il suo sound vibrante per animare la pista e coinvolgere il pubblico in un gradevole clima di festa e condivisione. Immancabile la “VR Experience”, tecnologia che offre “esperienze immersive” uniche, grazie alla quale sarà possibile creare disegni e opere in 3D in uno “spazio virtuale”.

Complessivamente saranno sei belle ore piene piene, ricche di sport, arte, divertimento e magia assolutamente indimenticabili, come promettono gli organizzatori.

Siamo entusiasti – sottolinea Alberto Ferrari, presidente di ‘Club Silencio’ – di questo appuntamento al ‘Palavela’, una delle strutture più iconiche di Torino, e di questa esperienza che va oltre il semplice intrattenimento. Con questo evento vogliamo offrire al pubblico l’opportunità di vivere la pista di pattinaggio in un’atmosfera nuova, che unisce arte, tecnologia e musica in un contesto straordinario. La nostra missione è sempre stata quella di valorizzare il patrimonio culturale e artistico del territorio, e crediamo che questa sinergia con il ‘Palavela’ rappresenti un passo importante verso questo obiettivo, offrendo al pubblico una serata che resterà impressa nella memoria.

Per partecipare alla serata è necessario accreditarsi sul sito di “Club Silencio” al link https://clubsilencio.it/next-event/

Per info: “Club Silencio”, corso Massimo D’Azeglio 60, Torino – www.clubsilencio.it

g.m.

Nelle foto:

–       Palavela – Credit Rachele Venco

–       Alberto Ferrari – Credit Federico Masini Studio

“Casa Fools”, al Teatro Vanchiglia alla scoperta della musica classica “nascosta” nelle canzoni pop

“Classica Pop”

Venerdì 22 e Sabato 23 novembre, ore 21

Ma pensate un po’! La bellissima e celebre “All by myself” (brano scritto e registrato nel 1975 dal cantante americano Eric Carmen, fra gli altri grandi interpreti Céline Dion e il gruppo musicale di “crossover” classico “Il Divo”) è una canzone di Sergej Vasil’evič Rachmaninov e precisamente l’“Adagio sostenuto” del “Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in do minore, op. 18”. E ancora. Le note de “La danza delle streghe” (2003) del torinese, disc jockey e conduttore radiofonico Gabri Ponte danzano sulle note di “Lacrymosa” della “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi. Così come “Babe il maialino coraggioso”  (film del 1995 diretto da Chris Noonan) canta una melodia del grande compositore francese Charles Camille Saint-Saens.

In una girandola tra il serio e il faceto, le succitate tesi si sostengono in “Classica Pop”, curioso spettacolo teatrale alla scoperta della “musica classica” nascosta nella “musica pop” (chissà quanta!) tra aneddoti curiosi, rivelazioni stupefacenti e scoperte inaspettate.

Lo spettacolo fa parte del progetto “Consonanze”, un dialogo tra il patrimonio classico e le espressioni artistiche contemporanee, inserito nella stagione teatrale 20024 – 2025 di “Casa Fools”, Compagnia Teatrale, associata Arci, nata a Roma nel 2005 e nel 2013 trasferitasi a Torino per trovare “Casa con dentro un Teatro” in via Bava 39, sede per l’appunto del loro ormai noto spazio scenico, il “Teatro Vanchiglia”.

E proprio sul palco del “Vanchiglia”, Luigi Orfeo, attore e regista di teatro e di lirica, racconterà, venerdì 22 e sabato 23 prossimi, alle 21, come alcune delle “melodie pop” più celebri siano in realtà pezzi di “musica classica”, come l’“opera lirica” imperversa nel rock e il jazz si fonda niente meno che su Johann Sebastian Bach, l’inarrivabile. Insieme a lui, il compositore, pianista e direttore d’orchestra di Big Mama ed Emma al “Festival di Sanremo 2024”, Alberto Cipolla, che “sarà la chiave” per entrare nel magico mondo delle contaminazioni tra la “classica” e la musica “pop”.

Spiega Luigi Orfeo, codirettore, insieme a Roberto Calia e a Stefano Sartore di “Casa Fools”: “Quante categorie di musica ci sono? Classica, blues, pop, jazz, rock… etichette che imprigionano idee. In ‘Classica Pop’ vogliamo spezzare queste barriere e lasciare che la musica vaghi libera. Al mio fianco il maestro Alberto Cipolla, già direttore d’orchestra del ‘Festival di Sanremo’, esperto di pop contemporaneo, arrangiatore di Elisa, Big Mama e Lazza, porta in scena la sua esperienza. Insieme, raccontiamo la musica classica nascosta nel pop, tra aneddoti, storie, confronti e video, invitando il pubblico a un ‘karaoke’ gigante che culmina in un finale inaspettato”. Tutto, ma proprio tutto, da scoprire.

 

Per info: “Casa Fools/Teatro Vanchiglia”, via Bava 39, Torino; tel. 392/3406259 o www.casafools.it

 g.m.

 

Nelle foto:

–       Luigi Orfeo

–       Alberto Cipolla 

Zoe Saldaña sarà l’ospite speciale del Museo Nazionale del Cinema

 

L’attrice incontra il pubblico alla Mole Antonelliana e al Cinema Massimo dove introdurrà la premiere del film di Jacques Audiard EMILIA PÉREZ

 

2 DICEMBRE 2024

Considerata una delle personalità più rispettate della sua generazione, con una carriera straordinaria di oltre 20 anni come attrice e produttrice, Zoe Saldaña sarà l’ospite speciale del Museo Nazionale del Cinema di Torino il 2 dicembre 2024. In una conversazione con il direttore del Museo Carlo Chatrian, Saldaña ripercorrerà le tappe più importanti della sua carriera, affrontando temi a lei cari come il ruolo della donna e la violenza nella società, ma anche la sua attenzione per l’ambiente e i cambiamenti climatici.

Attrice versatile e di talento, Saldaña è nota per la sua capacità di immergersi completamente nei personaggi che interpreta, spesso con una forte fisicità e un’intensa emotività. Grazie al suo background di ballerina, Saldaña usa il suo corpo in modo espressivo per trasmettere emozioni che trascendono il linguaggio verbale. Che si tratti di Gamora nel franchise degli Avengers o di Neytiri nei film AVATAR di James Cameron, Saldaña rende i suoi personaggi credibili e umani, capaci di combinare forza fisica, dolcezza e determinazione. La sua ultima interpretazione di Rita in EMILIA PÉREZ di Jacques Audiard, per la quale ha ricevuto il prestigioso premio come miglior attrice al Festival di Cannes insieme all’ensemble femminile composto da Karla Sofia Gascon, Selena Gomez e Adriana Paz, mostra una nuova dimensione della sua abilità artistica.

“Siamo molto felici di poter accogliere una delle attrici che meglio incarna quella varietà di proposte che il Museo Nazionale del Cinema ospita nelle sue sale espositive – sottolinea Carlo Chatrian, direttore del Museo Nazionale del Cinema. Splendido contrappunto alla mostra ‘Movie Icons’, Zoe Saldaña è icona cinematografica cara all’immaginario giovanile ma anche figura a tutto tondo carica di una profonda umanità. Nei panni delle “guerriere” Neytiri e Gamora ma anche in quelli dell’avvocato Rita Mora Castro, Saldaña ha dato corpo ad un’idea di femminilità capace di conciliare fragilità e fermezza”.

La sua carriera è iniziata con un ruolo di primo piano nel film del 2000 CENTER STAGE ed è salita alle stelle con la sua interpretazione di Nyota Uhura in STAR TREK (2009). Nello stesso anno ha interpretato Neytiri in AVATAR di James Cameron, ruolo che ha ripreso nel sequel AVATAR: LA VIA DELL’ACQUA (2022), a cui seguiranno altri tre episodi. Nel Marvel Cinematic Universe è nota per il ruolo di Gamora nei film GUARDIANI DELLA GALASSIA e AVENGERS. Tra le altre sue interpretazioni figurano OUT OF THE FURNACE, THE ADAM PROJECT, CROSSROADS, DRUMLINE, PIRATES OF THE CARIBBEAN, THE LOSERS, TAKERS, COLOMBIANA e altri ancora.

All’inizio di quest’anno, Saldaña ha diretto e prodotto il film indipendente THE ABSENCE OF EDEN e attualmente è protagonista, oltre che produttore esecutivo, della seconda stagione della serie drammatica LIONESS di Taylor Sheridan per Paramount+, dove guida un cast fantastico che include Nicole Kidman e Morgan Freeman.

Durante la sua permanenza a Torino, Zoe Saldaña riceverà il Premio Stella della Mole, incontrerà il pubblico e, con il marito, l’artista Marco Perego,presenterà il cortometraggio Dovecote, girato da Perego.Dovecote, candidato alla categoria cortometraggi degli Academy Awards, è stato presentato alla Biennale di Venezia 2024 nel Padiglione del Vaticano.

Zoe Saldaña introdurrà anche il musical EMILIA PÉREZ. Diretto da Jacques Audiard e candidato francese per la categoria Lungometraggi Internazionali agli Academy Awards 2025, il film ha ricevuto il prestigioso Premio della Giuria al Festival di Cannes e 4 candidature agli EFA, tra cui quella per il Miglior Film.

EMILIA PÉREZ uscirà in Italia il 9 gennaio 2025 distribuito da Lucky Red.