SPETTACOLI- Pagina 19

View Conference 2025, dal 12 al 17 ottobre: a Torino l’avveniristico mondo del cinema, tutto da scoprire

Torino capitale del cinema d’animazione, degli effetti speciali a cui Hollywood dà sempre più spazio e importanza, tra gaming e innovazione. Con l’apporto di chi sempre più crede nell’iniziativa, un evento di fama mondiale ormai da ben 26 anni, come la Fondazione CRT, la Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, la Fondazione Compagnia San Paolo, la Regione Piemonte (“oltre il suo indubbio impatto culturale e formativo, la manifestazione contribuisce a rafforzare l posizionamento turistico di Torino e del Piemonte, accogliendo ogni anno un pubblico nazionale e internazionale che, attratto dalla qualità degli ospiti e dal prestigio dell’evento, ha l’occasione di scoprire anche le bellezze storiche, artistiche ed enogastronomiche della nostra regione”, dicono il presidente Cirio e l’assessore alla cultura e al turismo Chiarelli: onde per cui la felicità degli organizzatori nel sapere di alberghi pieni zeppi per il periodo) e la Camera di Commercio, in compagnia di una decina di altre realtà ben consolidate, la città ospiterà dal 12 al 17 ottobre – presso le OGR, la piazza dei Mestieri e il cinema Massimo con due proiezioni speciali – i tanti primi Oscar che negli ultimi anni hanno fatto grande e importante una sempre più fiorente industria. Come continua a credere nella propria creatura la direttrice Maria Elena Gutierrez, capace di riempire – con un manipolo di giovanissimi collaboratori pronti a ricevere un sonoro applauso durante la conferenza stampa che vede fitta la presenza di appassionati e giornalisti – un palcoscenico con oltre centocinquanta relatori provenienti dai maggiori studi del mondo del cinema. Nel passato non troppo lontano e in un presente assai più vicino a noi, si sprecano i titoli che hanno fatto il piacere e il divertimento e l’interesse di un pubblico di giovanissima età come adulta nonché le presenze dei tanti che lavorano dietro le quinte, con ricchezza d’idee, con la intelligente manipolazione della realtà, con uno sviluppo delle immagini che cresce a ogni appuntamento. “Sono davvero orgogliosa del programma che abbiamo realizzato per View Conference 2025”, sottolinea la direttrice Gutierrez. “È un vero onore accogliere oltre 150 relatori premiati nella splendida Torino, invitandoli a condividere la loro esperienza e saggezza con lo stile e la passione che sappiamo porteranno sul nostro palco dal vivo. Il pubblico potrà incontrare i propri eroi e condividere con loro i propri sogni.”

Saranno presenti la regista Pixar Domee Shi, vincitrice dell’Oscar per “Bao”, Doug Chiang (è senior vice president ed executive design director di LucasFilm, supervisore del franchise di “Star Wars” che comprende film, parchi a tema, giochi e nuovi media), premio Oscar per “Forrest Gump” e supervisore del design di “Star Wars”, Pablo Helman, tre volte candidato alla statuetta per “Munich” e “War Horse” di Spielberg come per “The Irishman” di Martin Scorsese, Hal Hickel, Oscar per “I pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma” e Ian Hunter, due volte premiato per “Interstellar”, uno dei capolavori della magia di Christopher Nolan, e “First Man” diretto Damien Chazelle.

Come una risonanza importante avranno le anteprime, alla presenza di celebri registi. Si partirà con “Il Gatto col Cappello (“The Cat in the Hat”), una delle opere più attese di questo primo scorcio di stagione e immancabile successo (in uscita il 6 novembre) della Warner Bros. Pictures Animation, presentato dal regista Alessandro Carloni; a cui seguiranno (sarà disponibile in streaming dal 14 novembre, Sony Pictures Animation e Netflix) “In your Dreams – Continua a sognare” che allineerà il regista Alex Woo, il supervisore VFX Nicky Lavender e il capo dell’animazione dei personaggi Sacha Kapijimanga, l’attesissimo sequel “Wicked: for Good” (in uscita nelle sale il 19 novembre) con la coppia Pablo Helman e Dale Newton, il film di cui tutto il mondo già parla e che il suo regista – in qualità di direttore, cosceneggiatore, coproduttore e comontatore -, James Cameron, continua a perfezionare, “Avatar: fuoco e cenere”, tra gli interpreti Sam Worthington, Zoe Saldana (di recente applaudita con la “Stella della Mole”), Kate Winslet e Sigourney Weaver, ancora un’avventura per Jake Sully e famiglia alle prese con una nuova quanto aggressiva tribù Na’vi mentre il conflitto su Pandora s’intensifica con conseguenze disastrose, a presentare il tutto sarà lo scenografo Dylan Cole, candidato all’Oscar. E ancora “Dragon Trainer” con il supervisore VFX Christian Mänz, lo stragrande successo mondiale “Elio” arrivato nelle sale nel giugno scorso e qui con una passeggiata dietro le quinte per apprendere sogni e segreti mentre DreamWorks Animation presenterà “Troppo Cattivi 2”, raccontato dal regista Pierre Perifel e dal supervisore VFX Matt Baer, appena uscito nelle sale.

Torino sarà anche la cornice per un vero e proprio incontro di pensatori e leader di livello mondiale che offriranno prospettive innovative e approfondimenti unici. Per i sempre più numerosi appassionati, imperdibili gli interventi di Jeff Kember che terrà un intervento su “Beyond Prompts: Unlocking Creative Collaboration with AI Agents” mentre, sul tema dell’intersezione tra arte e tecnologia, interverrà l’esperto Matt Buehler, fondatore e CTO degli specialisti di contenuti 3D vrbn nel talk “The Purposes Creativity & Art”.

Masterclass, talk (un’occasione sarà quella di rivedere “F1: The Movie” con Brad Pitt), visioni, workshop, gaming, approfondimenti, intelligenza artificiale di cui si tratterà inevitabilmente tantissimo (una delle prime riproposte sarà “Il mago di Oz” per portare un mondo del 1939 all’interno di un’esperienza immersiva a 360°, arricchita da elementi multisensoriali come vento, nebbia, fuoco, bolle), team che sapranno illustrare i risultati raggiunti, il desiderio di apprezzare l’epica e la commedia e l’horror, le altezze raggiunte da una tecnologia che mette i brividi, tutti gli effetti visivi che mai avremmo pensato di poter vedere su uno schermo. La presenza da non dimenticare di Nate Fox, regista candidato ai Bafta, creative director di Sucker Punch Production, ospite a Torino per svelare l’incredibile lavoro creativo dietro “Ghost of Yōtei”, il sequel action-adventure del celebre video gioco “Ghost of Tsushima” del 2020, in uscita per PlayStation 5 dal 4 ottobre scorso. Non soltanto i film di successo, trascorso e sicuramente futuro, ma altresì le serie che riempiono le nostre serate attraverso le tantissime piattaforme e che fanno e hanno fatto incetta dei prestigiosi Emmy Awards. Non ultimo, View Conference 2025 offre infinite opportunità a studenti e giovani creativi di incontrare i loro eroi e mentori, mettendo i talenti emergenti a diretto contatto con professionisti di alto livello impegnati a formare la prossima generazione.

Elio Rabbione

Nelle immagini: “The Cat in the Hat” (Warner Bros. Animation) diretto da Alessandro Carloni; “In your Dreams” (Netflix e Sony Pictures Animation) che verrà presentato, tra gli altri, dal regista Alex Woo; e “Wicked: For Good” (Universal Pictures) proposto sa Pablo Helman e Dale Newton.

“BallaTorino – Social Dance”, oltre 70 appuntamenti danzanti in spazi urbani

Per il terzo anno consecutivo torna ad animare la città “BallaTorino – Social Dance”, in programma da sabato 11 a sabato 18 ottobre prossimo, con oltre 70 appuntamenti danzanti negli spazi urbani. Sulla scia del successo delle prime due edizioni, che hanno coinvolto oltre 20 mila persone tra cittadini, scuole e associazioni di ballo, la manifestazione, prodotta e coordinata da Fondazione Contrada Torino Onlus, si riaffaccia con numerosi eventi dedicati al ballo sociale. Nell’arco di otto intense giornate, eventi danzanti, flash mob e performance animeranno contesti urbani sociali, dal centro alle periferie, come piazze, portici e gallerie, musei, scuole, mercati rionali, luoghi di lavoro, discoteche e molti altri spazi.
Quest’anno la scelta per il quartiere ospite è caduta su Barriera di Milano, per valorizzare la sua multiculturalità. “BallaTorino – Social Dance” non è soltanto una vetrina d’animazione o una vetrina di stili o ritmi, ma è anche un invito aperto finalizzato all’incontro. In un momento in cui l’interazione tra le persone rischia di essere sempre più mediata e distante, l’iniziativa restituisce al ballo il suo ruolo originario, quello di un rito collettivo, di uno spazio d’incontro e scambio, espressione di un linguaggio universale”.
“Non solo spettacolo e intrattenimento – come spiegano gli organizzatori – ma riscoperta della danza come pratica sociale, come occasione per ascoltare l’altro anche quando parla una lingua diversa dalla nostra. Lo scopo è quello di creare un contenitore dinamico dove tradizioni lontane si incontrano. Danze comunitarie, tango argentino, hip hop, balli popolari e danze contemporanee dialogano e si contaminano. La manifestazione punta a consolidare la rete professionale del settore coreutico attraverso un processo di valorizzazione delle scuole di ballo, le compagnie e le organizzazioni che svolgono attività sul territorio e, al tempo stesso, ambisce a creare nuovi spazi per la sperimentazione contemporanea, trasformando la danza in un ponte tra tradizione, innovazione e comunità”.
“’BallaTorino – Social Dance’ è l’esempio di come una manifestazione possa coniugare turismo, cultura e partecipazione  – ha dichiarato l’assessore allo Sport, Turismo e Grandi Eventi della Città di Torino Domenico Carretta – un’iniziativa capace di valorizzare il volto autentico di Torino, una città che vive di piazze, incontri, momenti di comunità, anche attraverso la danza, una delle forme più potenti nell’unire persone. Torino si trasformerà in un palcoscenico diffuso e inclusivo, dove le persone potranno condividere spazi e musica”.
“Torino diventerà spazio di incontro di culture – ha dichiarato Germano Tagliasacchi, Direttore della Fondazione Contrada Onlus Torino – questo è per la città non solo una straordinaria vetrina, ma l’opportunità di mostrarsi coesa nei valori come quelli della pace, del rispetto e della cooperazione tra le persone. Un luogo ideale di incontro e di dialogo dove, attraverso il ballo, lo spazio pubblico diventa protagonista”.

Questa terza edizione segna un vero upgrade che va oltre i numeri: non solo con un calendario fitto che si svolge in tutta la città, alimentato dall’energia delle persone, ma un orizzonte più ampio con la preziosa opportunità di riflessione e confronto, in particolare con il primo convegno nazionale sulla danza sociale urbana, dal titolo “Le città danzano il futuro”, patrocinato da ANCI e organizzato dalla Fondazione Contrada Torino Onlus, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Comunale di Torino, curato da Elisa Guzzo Vaccarino, Alessandro Pontremoli e Luigi Ratclif. BallaTorino sceglie così di farsi laboratorio di ricerca per lanciare alle altre città un messaggio di cooperazione su questi temi. L’incontro è in programma giovedì 16 ottobre, alle ore 10, nella Sala Colonna di Palazzo Civico, e avvierà una conversazione aperta tra alcune delle principali esperienze italiane che lavorano sulla danza sociale urbana con progetti di ricerca. Un evento inedito avrà luogo mercoledì 15 ottobre, alle ore 17, quando la Sala Colonne si trasformerà in una sala da ballo, ospitando dipendenti e funzionari che si ritroveranno sullo stesso ritmo per la sezione “Il ballo nei luoghi di lavoro”.

L’apertura della kermesse è fissata sabato 11 ottobre prossimo, a partire dalle ore 15, in piazza Castello, con l’evento “Balli dal mondo”, organizzato in collaborazione con il Centro Interculturale della città e l’Ufficio Pastorale dei Migranti, in sinergia con il Festival della Missione, che vedrà la partecipazione delle comunità straniere che abitano a Torino. Un appuntamento che vuole promuovere il dialogo sulla pace in un tempo segnato da tensioni e incertezze. La chiusura della prima giornata sarà un vero salto nella recente storia della città: il MAUTO, a 65 anni dall’inaugurazione della sede di corso Unità d’Italia, alle ore 21 ospiterà l’evento “1960. Così ballavamo”, organizzato in collaborazione con l’Archivio Storico della Città di Torino e l’associazione Amici di Italia ’61. Senza alcuna vena nostalgica, la serata, all’insegna dell’energia e del divertimento, invita a rivivere le atmosfere degli anni Sessanta, quelli del boom economico e dell’avvento della musica leggera, un’occasione da ballare sulle selezioni musicali di Marco Basso.

Il fascino del tango avvolgerà le piazze di Torino a partire da domenica 12 ottobre, alle ore 17.30, con la “Milonga pirata” della galleria San Federico. Lunedì 13 ottobre sarà la volta di “1 km di tango”, lungo via Po, che unirà storia e movimento, mentre giovedì 16 ottobre, alle 21.30, andrà in scena “Mondo latino. Abbracciamoci nel tango”, la grande festa dedicata all’America Latina, Paese ospite 2025. Lo spettacolo si terrà presso il Dancing Le Roi Music Hall, con artisti, ballerini e professionisti, oltre ai dj Giacomo Bombonato e Aurora Fornuto, e la musica dal vivo di Miguel Angel Acosta del sul “Che Tango Trio”. Sabato 18 ottobre, presso la galleria Umberto I, verrà ospitata la “Milonga all the people”, con la collaborazione di Milonga Queer, Tango Jar e Tango Borgo Dora.

“L’ora di ballo”, promosso da Carlotta Salerno, assessora alle Politiche Educative e Giovanili della Città di Torino, vede moltiplicarsi gli incontri riservati agli studenti, e porterà le lezioni di Flamenco, Urban Dance, Swing, Folklore argentino e Tango tra i banchi di cinque istituti scolastici cittadini.

Dall’8 al 30 ottobre, dalle 18 alle 22, nei portici di via Nizza tra il civico 7 e il civico 19, si vedrà la proiezione di opere di videodanza provenienti dal contest internazionale “La danza in 1 minuto”, a cura di Coorpi, in collaborazione con Spazio Portici Percorsi Creativi. I musei accoglieranno interventi danzanti con azioni e performance di realtà prestigiose come Dance Well, alla GAM, sabato 11 ottobre, e al Museo del Risorgimento, martedì 14 ottobre, qua do approderà il Balletto Teatro di Torino e la Compagnia EgriBiancoDanza. Sempre martedi 14 le performance approderanno all’ospedale Sant’Anna, e lo stesso giorno BallaTorino sarà presso il centro riabilitativo psichiatrico Faber, in via Nomis di Cossilla.

Gran finale al Circolino di Flashback, che sarà il ritrovo per tutti i protagonisti della manifestazione per salutare insieme il pubblico e celebrare l’energia condivisa durante questi giorni, scanditi dal ritmo della musica e del movimento. Il progetto BallaTorino si sviluppa anche attraverso iniziative editoriali pensate per documentare e valorizzare la scena della danza in città. Il primo di questi progetti è l’Atlante del Ballo a Torino, che sarà disponibile online e offrirà informazioni utili per mappare la rete professionale e i suoi protagonisti. Il secondo prende forma come volume dedicato alle immagini e alle voci della Torino che danza, un’idea progettuale che punta a raccontare, attraverso immagini e parole, la vitalità della città in movimento.

Mara Martellotta

“Menti folli, corpi liberi”, torna “Pagliacce”

 

Unico evento in Italia dedicato alle “donne che fanno ridere” 14^ edizione  del “Festival Internazionale delle donne clown”

Dal 15 al 19 ottobre

Il tema, su cui contorcere corpo e mente e storie e pensieri come intreccio esilarante di intrigante e libera comicità, capace di superare il palco e volare ad abbracciare il pubblico divertito e sbigottito ma anche un po’ solo un po’ (ma tutto è parte del gioco) impensierito, sarà: “Menti folli, corpi liberi”. Perché “essere folli significa aprire strade proprio corpo significa muoversi in piena consapevolezza di sé e dell’altro, nel rispetto dei confini e nella ricerca di nuove forme di relazione”. A sostenerlo sono Martina Soragna e Silvia Laniado, direttrici artistiche del Festival “Pagliacce – Festival Internazionale delle donne clown” (promosso da “Pagliacce Network” e dal duo “Le2eunquarto”, con il sostegno di numerosi Enti Pubblici) che ritorna a Torino, per la sua 14^ edizione, da mercoledì 15 a domenica 19 ottobre. E le due continuano: “Con questo sguardo, il Festival affronterà temi come il consenso, l’autodeterminazione dei corpi, la vulnerabilità come forza creativa, le relazioni di potere, fino alla possibilità di trasformare il ridicolo e l’eccesso in strumenti di resistenza e di cura collettiva”. Dunque, dietro la larga risata, attenzione!, ci sarà sempre l’obbligo di una riflessione, di un ripensamento e di una volontà a mettersi in gioco senza trucchi né inganni. Di certo, saranno cinque giorni intensi di spettacoli, in cui Torino diventerà la “capitale delle donne clown”. Trenta le artiste coinvolte in un’iniziativa che porterà in Italia le migliori artiste internazionali della comicità: tra i nomi di punta Dolorèze Lèonard (in arrivo dal Quebec), “Compagnia La Bouffa”, la viennese (cofondatrice del primo “teatro clown” di Vienna, il “Theater Olé”) “Anna de Lirium”, l’americana “Hilary Chaplain” e Marina Barbera, in arrivo dall’Argentina. Forte anche la presenza di nuovi talenti italiani.

La peculiarità resta, come sempre, la “qualità” e il “livello degli spettacoli”, 17 per 13 Compagnie, affiancati ad un “corso di formazione” per volontari, “due laboratori per bambini” e “due talk tematici”. Vero e proprio “Laboratorio a cielo aperto”, il Festival vuole essere “un luogo – dicono ancora Soragna e Laniado – dove artiste affermate ed emergenti si incontrano, condividono linguaggi e si sostengono a vicenda, alimentando una comunità culturale che crede nella comicità come chiave per immaginare futuri diversi, più liberi e inclusivi”.

Grande novità di quest’anno, il “cambio di sede”, per cui il Festival diventa “diffuso”, per agevolare le esigenze del pubblico, andando ad abitare diversi spazi di Torino: lo “Chapiteau Madera” sarà allestito nel Giardino “Edisu” (ingresso da via Faà di Bruno e da via Pallavicino 35), nuovo cuore pulsante della manifestazione insieme al “Cubo Teatro / Off Topic” (via Pallavicino 35). Accanto a questo spazio, e allo “Spazio Flic” (via Paganini 0/200), già protagonista nelle edizioni 2023 e 2024, il programma coinvolgerà anche lo spazio “MyFarini” (giardino di corso Farini) e, per una delle anteprime, l’“Atelier Teatro Fisico” di Philip Radice (via Carmagnola 12).

Non solo. Tra le altre novità (dai conviviali “Talk”, agli “AperiPro” con le “Pagliacce” e al “Dj Set”) non mancheranno anche quest’anno i “Laboratori”: per le “artiste italiane” desiderose di partecipare a workshop con nomi di respiro internazionale e per i bambini. Oltre a due matinée per le scuole (mercoledì 15 ottobre con “The Last1”di “Pagliacce Network” e giovedì 16 ottobre con “Gretel” di “Quattrox4”), sono infatti previsti ben sei laboratori per bambini.

I giorni del Festival sono inoltre scanditi dal “Biblioclown letture per bambini”, una biblioteca itinerante che propone letture e attività per scoprire l’universo del circo contemporaneo e del clown.

Infine, è doveroso ricordare che un ruolo prezioso nell’organizzazione del Festival lo ha svolto quest’anno anche la collaborazione con la Cooperativa “Il sogno di una cosa”, che coinvolge persone con disabilità cognitive, portando negli spettacoli uno sguardo diverso, autentico e profondamente umano. Importante anche la sinergia sviluppata con il Festival “Incanti”, “sinergia – concludono gli organizzatori – che apre ulteriori spazi di confronto e dialogo tra linguaggi performativi diversi, rafforzando la dimensione internazionale e multidisciplinare di ‘Pagliacce’, come progetto sempre più condiviso e plurale: dalla formazione al sostegno delle nuove generazioni, dalla programmazione di spazi culturali alla costruzione di reti di artistə e operatori”.

Per info e programma completo: tel. 335/1657075 o www.pagliacce.it/festival-pagliacce/

Gianni Milani

Nelle foto: Cia – La Bouffa Ramon Guirado e Anna de Lirium clownin_carolina frank

Necrologi lanciano all’Alfieri lo spettacolo: “Rosso – Diario di una morte annunciata”

Giovedì 9 ottobre alle 20,45


Attori con disabilità cognitiva e non affrontano con intelligenza, ironia e sensibilità la morte

Per lanciare lo spettacolo, una campagna di necrologi per Torino 

Ventitré attrici e attori, dieci dei quali con disabilità cognitiva. Saranno loro giovedì 9 ottobre alle 20,45 sul palco del Teatro Alfieripiazza Solferino 4, a presentare “Rosso – Diario di una morte annunciata” che affronta con intelligenza, ironia e sensibilità un tema delicato come la morte.

Lo spettacolo è portato in scena da La Compagnia delle Frottole, promossa dall’Associazione I Buffoni di Corte APS, formata da attori con disabilità cognitiva e non.

Scritto e diretto da Luca Nicolino, è incentrato sulla morte del protagonista e l’attesa della lettura del testamento: un’esplorazione della natura umana e dei sentimenti che animano i diversi personaggi, svelandone le debolezze, le speranze e i segreti più reconditi.

La trama
La commedia parla di un imprenditore che, arrivato alla soglia dei 50 anni, si rende conto di aver dedicato la sua vita esclusivamente al lavoro a scapito di affetti e relazioni. Desideroso di sapere cosa pensino realmente di lui parenti e amici, decide di inscenare il suo funerale.

Il risultato è una fotografia amara di una famiglia che, in attesa della lettura del testamento, mostrerà debolezze, segreti, avidità e invidie.

L’inclusività in scena

All’interno dell’Associazione I Buffoni di Corte APS di Torino è attiva La Compagnia delle Frottole, composta da 23 attori, dieci dei quali con disabilità cognitiva. Da molti anni, sono impegnati nella realizzazione di spettacoli teatrali inediti.

«La Compagnia delle Frottole permette a diverse persone con disabilità di essere attori, portando in scena un personaggio e non le caratteristiche personali. Il pubblico ha la possibilità di vedere che anche  le persone con disabilità, con impegno, professionalità e talento, possono essere attori ed attrici di una compagnia teatrale – spiega il regista e autore dello spettacolo, Luca Nicolino – Gli spettacoli sono anche un’occasione fondamentale per entrare in contatto, nella veste di attori, con tutte le realtà inerenti al mondo del teatro, tra cui le persone che si occupano di costumi, scenografie e così via».

Il gruppo teatrale ha partecipato ad alcune rassegne quali Open to all – Fondazione CRT, Giovani in Scena, promossa dalla Circoscrizione 2, La Grande sfida 18 a Verona, allo spettacolo teatrale organizzato dall’Associazione Sport Life di Montebelluna, ha preso parte a concorsi di vario livello come Teatro des Enfantes ad Aosta. Ha poi organizzato spettacoli per raccogliere fondi da destinare a progetti di beneficenza per il Beslan e per l’emergenza Haiti, in collaborazione con la Onlus Madian Orizzonti e per le associazioni che fanno parte del circuito 1Caffè.org, l’organizzazione no profit fondata e promossa da Luca Argentero. Lo spettacolo “La Locanda del Migrante” ha visto proprio la partecipazione di Luca Argentero, intervenuto con un cameo nella pièce teatrale e replicato successivamente in altra serata, con l’intervento straordinaria di Bruno Gambarotta. La Compagnia, nel 2019-2020, ha inoltre registrato il sold out con lo spettacolo teatrale “Affetti clinici”, portato in scena al Teatro Carignano, al Teatro Alfieri e al Teatro Nuovo di Torino

La campagna di necrologi per Torino

Lo spettacolo è accompagnato da una curiosa campagna: dal 22 settembre, a Torino, compariranno necrologi del protagonista dello spettacolo. Sono stati predisposti 5 poster, sette digital urban adv ma la notizia è stata rilanciata anche su 30 paline e 3 pensiline Gtt e in flyer distribuiti in duemila locali in città, grazie alla collaborazione con Costadoro.

Una serata benefica

Varie tipologie di biglietto. Gallerie, con ticket da 20, 25 e 30 euro. Biglietti platea dai 25 ai 50 euro.
I biglietti si possono comprare https://oooh.events/evento/rosso-diario-di-una-morte-annunciata-biglietti/
Le donazioni sostengono il progetto La Corte, la futura sede dei Buffoni di Corte in via Rubino 82 a Torino: sarà la casa in cui i laboratori e i progetti dell’associazione saranno, da un lato, consolidate e potenziate e, dall’altro, ampliate con nuove iniziative, anche in ambito formativo e lavorativo, rivolte non solo alle persone con disabilità, ma anche ai giovani, agli anziani, agli abitanti di Mirafiori Nord e del territorio.
L’obiettivo è creare una comunità culturale dentro e attorno alla nuova sede dove sviluppare un percorso, rivolto soprattutto ai giovani, che renda La Corte un luogo di formazione: in particolare, per i percorsi formativi e di incremento delle competenze anche legate all’autonomia, la soluzione innovativa e sperimentale che sarà attuata è la collaborazione e l’interazione tra associati, studenti, professionisti del settore e volontari.

Fondazione Giubileo per la Cultura ETS, Giubileo e Costadoro
Lo spettacolo è prodotto con il supporto di Fondazione Giubileo per la Cultura ETS, il supporto tecnico di Giubileo e la collaborazione di Costadoro.

«Sostenere “Rosso – Diario di una morte annunciata” significa credere nel valore della cultura come strumento di inclusione e crescita collettiva. La collaborazione con l’associazione I Buffoni di Corte e con la loro compagnia, che mette in scena con sensibilità e professionalità attori con e senza disabilità, incarna perfettamente la missione della Fondazione Giubileo per la Cultura: dare spazio a progetti che uniscono qualità artistica, riflessione sui grandi temi della vita e un forte impatto sociale – afferma Gabriele Cresta, direttore della Fondazione Giubileo per la Cultura ETS – Anche grazie al contributo tecnico di Giubileo Torino, vogliamo testimoniare quanto sia importante abbattere barriere e pregiudizi attraverso il linguaggio universale del teatro».

«Promuovere questa iniziativa è per noi motivo di grande soddisfazione. Buffoni di Corte, uno spazio dedicato alle persone in quanto tali, non solo è in linea con i nostri valori aziendali, ma realizza anche progetti concreti – commenta Giulio Trombetta, amministratore delegato di Costadoro – In quanto azienda B Corp, Costadoro si impegna da sempre a sostenere azioni che favoriscano l’integrazione e l’inclusione sociale e abbiano un impatto positivo sulla nostra comunità».

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Lo spettacolo in breve

 

ROSSO – Diario di una morte annunciata

Spettacolo scritto e diretto da Luca Nicolino

Con Luca Nicolino, Gaia Chiapino, Sara Garetto, Martina Cipolla, Stefano Gilardi Carlo Testa, Margherita Malisani, Gianluca Rovetto, Tiziana Formiconi, Elisabetta Dua, Riccardo Viano, Riccardo Scappatura, Lorenzo Casarotti, Rossana Postiglione, Valentina Paonessa, Mattia Perlo, Simone Romano, Davide Morabito, Valentina Calcagno, Enrico Mura, Sara Pisoni, Celine Cusanno, Giovanni Digilio, Riccardo Nicolino.

Prodotto da La Compagnia delle Frottole promossa dall’Associazione I Buffoni di Corte APS con il contributo tecnico di Fondazione Giubileo per la Cultura ETS

Coreografie di Rossella Lucà

Scenografie e comunicazione di matteorossi.design

“Una Notte per Gaza – Voci per la Palestina” al Pala Gianni Asti

L’Associazione Radar, con il Patrocinio della Città di Torino e con l’adesione di ANPI e ARCI Torino, presenta Una Notte per Gaza – Voci per la Palestina, grande appuntamento di musica e solidarietà in programma martedì 14 ottobre 2025 al Pala Gianni Asti di Torino.

L’intero ricavato della serata sarà devoluto a Medici Senza Frontiere, organizzazione indipendente impegnata a garantire cure mediche e supporto umanitario alla popolazione civile palestinese, in particolare a Gaza, dove la situazione è ogni giorno più drammatica.

Sul palco si alterneranno alcune delle band più amate della scena torinese e nazionale, che rappresentano generazioni e linguaggi diversi ma sono accomunate da un unico messaggio di pace e fratellanza. Ci saranno i Fratelli di Soledad, storica formazione torinese che dagli anni Ottanta intreccia combat rock, ironia e impegno sociale; i The Originals, super band nata dall’incontro tra Africa Unite e The Bluebeaters, protagonisti indiscussi della scena reggae e ska italiana; i Persiana Jones, pionieri dello ska-core, conosciuti per i loro live esplosivi e travolgenti; e ancora gli Statuto, simbolo del movimento mod torinese e voce da sempre vicina ai temi di giustizia sociale e identità cittadina. Accanto a loro saliranno sul palco i Loschi Dezi, con le loro sonorità inconfondibili; i Medusa, con il loro punk-rock potente e diretto che ha segnato la scena underground; Lotta, nuova voce torinese che unisce sonorità urbane a testi di impegno civile; gli Oh Die! con Tino Paratore e Paolo Scapazzone (C.O.V. e Arturo) e Nitto dei Linea 77 alla voce e Fiori, costola dei Titor con l’intervento di Scasso dei Fratelli di Soledad al basso e alla voce.

La musica sarà accompagnata da momenti di riflessione grazie agli interventi e alla co-conduzione di Domenico Mungo – scrittore, poeta e musicista con il progetto Black Mungo – e di Elena Ruzza, attrice, autrice e attivista da sempre impegnata sui temi della memoria, della pace e contro ogni forma di discriminazione.

Una Notte per Gaza” vuole essere non solo una raccolta fondi ma anche un’occasione per Torino, città Medaglia d’Oro della Resistenza, di riaffermare la propria vocazione solidale, la sua attenzione ai diritti umani e il suo ruolo di comunità sensibile alle sfide del presente. In questi giorni, infatti, il capoluogo piemontese sta vivendo una mobilitazione crescente: cortei, presìdi e iniziative spontanee richiamano un movimento popolare sempre più ampio e rumoroso, che trova in questo concerto un momento di unione e di espressione condivisa.

Ringraziamo profondamente gli organizzatori e tutti gli artisti che saliranno sul palco prestando la loro voce non solo per sostenere la nostra azione medico-umanitaria ma anche per tenere viva l’attenzione sul dramma in corso a Gaza” – dichiara Laura Perrotta, direttrice della raccolta fondi di Medici Senza Frontiere. “Ogni singola donazione è di vitale importanza per un’organizzazione indipendente come MSF: anche un gesto semplice come partecipare a questo concerto si traduce in cure mediche e chirurgiche, assistenza pediatrica, supporto alla salute mentale e distribuzione d’acqua per la popolazione di Gaza”.

L’iniziativa sarà sostenuta anche da numerose realtà civiche e associative del territorio, tra cui Articolo 21, Acmos, Libera Piemonte, Benvenuti in Italia e Cgil Torino, che condivideranno il palco e lo spirito della manifestazione, contribuendo a rendere questa serata un grande atto collettivo di solidarietà.

I biglietti per “Una Notte per Gaza – Voci per la Palestina” sono disponibili su Ticketone e Ticket.it. L’invito è rivolto a tutta la cittadinanza: riempiamo insieme il Pala Gianni Asti, facciamo sentire forte la voce di Torino e trasformiamo la musica in un gesto concreto di pace e sostegno al popolo palestinese.

Al polo Le Rosine “Nel cuore del Vajont – Ciao amore, ci vediamo domani”

Il polo artistico e culturale Le Rosine, in via Plana/8c, ospita un viaggio intenso all’interno di una delle pagine più dolorose della nostra storia recente. Attraverso parole, immagini e musica, lo spettacolo è incentrato sulle voci di chi visse quella notte del 9 ottobre 1963, una notte fatta di sogni interrotti e vite spezzate, ma anche la dimostrazione di forza di una comunità che non si è mai arresa. Testimonianze, documenti, musica dal vivo e immagini si intrecciano in una narrazione essenziale, che non cerca solo di ricordare ma di interrogare lo spettatore sul prezzo del silenzio, della superficialità e della presunzione umana. Lo spettacolo, curato dalla compagnia Terzo Tempo, suggerisce una riflessione dolorosamente attuale: i disastri ambientali non appartengono solo al passato. Dall’alluvione in Toscana, Marche e Emilia Romagna, fino ai fenomeni che devastano l’Asia, l’Europa, l’Africa e le Americhe, il clima sembra ribellarsi a un modello di sviluppo che ha ignorato troppo a lungo gli equilibri della natura. I ghiacciai si sciolgono, i fiumi esondano, la Terra brucia o frana: la realtà ci parla ogni giorno con la stessa urgenza che il Vajont ci ha lasciato in eredità. Non è un racconto di ciò che è stato, ma un invito a non ripetere gli stessi errori, a vigilare, a informarsi, a pretendere responsabilità, a capire che l’ambiente non è un nemico imprevedibile ma un alleato che chiede ascolto. Il ricavato dell’evento, a offerta libera, andrà a sostenere il Punto di Ascolto per Donne in Difficoltà – cicli di colloqui individuali con una psicoterapeuta, una delle tre opere sociali e gratuite dell’Istituto delle Rosine, realizzate grazie ai progetti dei corsi, all’affitto degli spazi e alla generosità di chi partecipa agli eventi.

Info: eventi@lerosine.it – www.lerosine.it

Mara Martellotta

La stagione Iperspazi di Fertili Terreni Teatro apre con Moby  Dick

San Pietro in Vincoli, da mercoledì 8 a sabato 11 ottobre prossimi

Lo spettacolo di apertura della nuova stagione intitolata ‘Iperspazi’, la nona del cartellone proposto da Fertili Terreni Teatro, sarà “Moby Dick”. Da mercoledì 8 a sabato 11 ottobre, per un numero limitato di spettatori, alle 19.30 e alle 21, andrà in scena nelle cripte di San Pietro in Vincoli Moby Dick, produzione A.M.A Factory, ispirato al romanzo di Hermann Melville, con in scena Angelo Tronca e Maddalena Sighinolfi.
Lo spettatore viene isolato da mondo esterno, immerso con delle cuffie in un ambiente sonoro, e sarà testimone di un racconto che esplora i temi della malattia mentale attraverso un flusso intenso di coscienza al cui interno troveranno spazio richiami delle balene e conflitti con demoni interiori, sprofondando in una dimensione onirica in cui personaggi e simboli del racconto prendono forma sia dal punto di vista sonoro sia visivo. Muovendosi tra le differenti stazioni in cui si compone la narrazione, un attore ripercorre i momenti salienti del romanzo nell’impianto recitativo che intreccia i tormenti di Acab e la voce di Ismaele, trasformando l’epopea marina in un’indagine profonda su ossessioni e schizofrenie.
Gli abissi dell’oceano diventano il teatro per dar forma alla riflessione collettiva sulla lotta contro i propri demoni, e dove follia e umanità  si incontrano nella profondità del mare.
“Da molti anni – osserva il regista Angelo Tronca – mi interessa il personaggio di Moby Dyck. Sono stati scritti una decina di saggi per cercare di spiegare appieno che cosa significhi la metafora usata da Meville quando ci parla di quest’uomo che caccia la balena bianca, ma  nessuno, giustamente, ha mai veramente colto nel segno. Nessuno è  riuscito a cacciarla veramente nemmeno concettualmente. Ho, quindi, scelto, una riscrittura per parlare di ciò che risuonava in me di questo romanzo. La ricerca di Dio, il suo significato, e la lotta con il circostante sono temi che mi hanno accompagnato essendo stato vicino a persone malate di mente. La loro sofferenza era simile a quella che leggevo nel capitano Achab. Di qui la scelta di scrivere una pièce capace di rimbalzare tra la storia di Melville ambientata  nell’Ottocento e la storia di uno schizofrenico del presente.
Per sottolineare e alimentare la dissociazione tra vero e falso, tra mito e realtà,  mi sono avvalso di un progetto  gestito da Massimiiano Bressan, che, mettendo il pubblico in cuffia, riesce a immergere gli spettatori in un sogno onirico dove i simboli della vicenda prendono forma sonoramente e visivamente”.
“Moby Dick di Angelo Tronca, liberamente ispirato al romanzo di Melville, è scritto come partitura vocale – spiega Massimiliano Bressan – con ritmi decisamente musicali, con pause e silenzi incredibilmente suonanti. Scopo del progetto sonoro è quello di portare nelle orecchie dello spettatore  il mondo che risuona ossessivamente nella testa del personaggio. Il mezzo tecnico, e questo risulta il messaggio, è il solo modo di percepire quel mondo mentale come si costruisce attimo dopo attimo. Il microfono tra i capelli di Angelo fa la funzione di Voce. Voce del pensiero, voce della materia,  voce del circostante. Inevitabilmente mai eguale. Le stanze riverberano , le ripetizioni non descrivono un luogo fisico, ma il continuo farsi di un luogo mentale fatto di distorsioni, di spazi immensi e microscopici nello stesso tempo.
Lo spazio fisico che circonda il personaggio viene usato, attraverso la ripresa microfonica, come strumento di creazione mentale”.
“Per contrasto – afferma Massimiliano Bressan – la parte musicale è  pop, recitando con la capsula microfonica a 360 gradi posizionata sulla fronte ed essendo questa estremamente sensibile, ho voluto restituire tutte le più profonde sfumature della parola e la manipolazione ed elaborazione di suoni dietetici nello spazio, quali l’accensione di un fiammifero, il suo suono, che può diventare un mondo sonoro. Si tratta di un viaggio partendo da uno dei testi più metafisici dell’avventura, cercando di capire ‘la bianchezza della balena’ all’interno di uno spazio scenico quasi calato nell’oscurità.
Per la Stagione Fertili Terreni Teatro vi è la possibilità di lasciare il biglietto sospeso tramite donazione online o con satispay e di entrare gratuitamente per alcuni under 35 grazie ai biglietti messi a disposizione attraverso la collaborazione con Torino Giovani.
Il costo del biglietto è  di 13 euro se acquistato online, 15 euro in  cassa la sera dell’evento.
I biglietti si possono acquistare online sul sito www.fertiliterreniteatro.com
Mara Martellotta

Le immagini di Andrea Macchia scrivono la storia del Festival delle Colline

Si inaugura all’Astra mercoledì 8 ottobre, i primi spettacoli

La scrittura di trent’anni di storia teatrale sono le immagini che dal 9 ottobre (sino al 9 novembre) si potranno ammirare nel Parcheggio Lancia, in piazzale Chiribiri, accanto alla Fondazione Merz. Le dobbiamo al mestiere e alla passione di Andrea Macchia, che dal 2012 segue, saremmo di dire quasi tallona, del festival gli spettacoli e gli incontri, ogni evento. Immagini che documentano, che fissano nella memoria, che raccontano tanti appuntamenti della nostra passione. E della lunga ricerca degli organizzatori. Non soltanto un lavoro per una catalogazione da trasmettere ostinatamente ad altri e a un domani, Macchia è un fotografo “capace di rubare con rispetto l’anima dei protagonisti in scena, di fermare l’attimo”. Tornare a scoprire alcuni dei tanti appuntamenti, i luoghi diversi, gli attori e le tante compagnie, italiane ed estere, più o meno lontane da noi, con cui in qualche modo abbiamo colloquiato. Migliaia di scatti disseminati negli anni di cui quelli esposti non sono che una piccola parte.

Un’idea di Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, una delle tante, non certo l’ultima, delle tantissime che sono state l’anima, il punto d’eccellenza di questi trent’anni del Festival delle Colline, anch’essa raggruppata oggi – scrivevo ad una prima presentazione sull’inizio dell’estate – “in quel logo più che esplicativo – dovuto a Marzio Zorio -, tre grandi X che in obliquo formano una lunga linea compatta, attraversate dagli oscillii zigzaganti di una sorta di elettrocardiogramma emotivo che sta lì a decifrare trent’anni di spettacoli”. L’immagine di una storia, un anniversario importante, il desiderio di una prima resa dei conti. Una storia che ha inizio un tardo pomeriggio del luglio 1996, quando Galatea Ranzi, con una pioggia da poco terminata, sulla scalinata di villa Bria di Gassino dava voce ai versi (gran bella scommessa quei versi!) di Clemente Rebora, primo dei primi appuntamenti di quel festival in nascita, dove avresti incrociato un nume tutelare come Marisa Fabbri, dove capitava di perderti per la collina mentre eri alla ricerca del posto stabilito per la rappresentazione, dove c’era Pippo Delbono, dove t’appassionavi a quelle compagnie che inventavano nuove scritture, Raffaello Sanzio o Socìetas soprattutto, a quei nomi, per tutti quelli di Emma Dante e Antonio Latella, che avresti seguito poi, più da vicino. Ecco, il festival è stato un invito a scoprire, nelle serate delle colline torinesi.

Fedele anche quest’anno alla propria successiva urbanizzazione, il festival si distribuirà in sette location della città, taluni inattesi, dalla Fondazione Merz al teatro San Pietro in Vincoli a Le Roi Music Hall, dal teatro Astra al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano al Palazzo degli Istituti Anatomici, sino alla prima cintura delle Fonderie Limone di Moncalieri. L’inaugurazione è fissata all’Astra nella serata di Mercoledì 8 ottobre e vedrà in scena l’Agrupaciòn Senor Serrano, per la quinta volta ospite del festival e nel 2015 premiato alla Biennale veneziana con il Leone d’oro per il nuovo linguaggio teatrale. Portano in scena “Historia del amor”, regia e drammaturgia firmate da Alex Serrano e Pau Palacios, interprete Anna Pérez Moyan. Un’unica attrice a interrogarsi come nasce l’amore, quando si manifesta, perché continuiamo a cercarlo all’interno della nostra vita. a interrogarsi perché amiamo e perché amiamo come amiamo. Ci sarà, per la durata di 80’, il tratteggiare la storia dell’amore e l’esperienza propria dell’interprete, il suo mettersi a nudo, negli affetti e nel percorso amoroso, forse esperienza/esperienze nella considerazione che ci possa accomunare e quelle possano diventare le nostre. “Tutto questo avviene in uno spazio a metà strada tra un laboratorio e una discarica, dove l’attrice trova oggetti, resti e rifiuti generati dalla Storia dell’amore che la aiutano ad attivare la trama. ‘History of Love’ si avvale di video dal vivo, performance, oggetti e teatro fisico per costruirsi di fronte allo spettatore.”

L’11 e il 12, ancora nella sala dell’Astra, Federica Rosellini sarà interprete e regista di un testo, scritto durante la pandemia, di Marina Carr, tra le più importanti drammaturghe irlandesi, “iGirl”, per la traduzione di Monica Capuani e Valentina Repetti, testo scritto “per questi tempi di incertezza”, rappresentazione che diventa quasi un rito moderno, “uno sconfinamento nell’arte contemporanea”, tra teatro videoarte e musica. Con la scrittrice e l’attrice, ancora Rä di Martino e Daniela Pes a formare un gruppo compatto di quattro donne che creano un unicum “inedito, ibrido, imprendibile”, ma anche “delicato, commovente, sconvolgente”, laddove la prima ha acceso la scintilla nel raccogliere frammenti poetici e ricordi privati, odi personali a grandi personaggi della storia e dell’epopea tragica, un grande affresco che si snoda in 21 quadri. Uno dei tanti interessi che porteranno a seguire lo spettacolo sarà quel linguaggio “selvatico” pronto a creare “un’esperienza scenica immersiva, in cui il corpo della performer diventa corpo transumante, corpo-graffito, corpo-tatuaggio, veicolo di rifrazione e trasformazioni continue”.

Elio Rabbione

Nelle immagini, un momento di “Come gli uccelli” (foto di Andrea Macchia), all’edizione dello scorso anno del Festival; Anna Pérez Moyan nello spettacolo “Historia del amor” e Federica Rosellini in “iGirl” dell’irlandese Marina Carr.

I vincitori di Job Film Days. I premi della sesta edizione

Si è  conclusa al cinema Massimo del Museo Nazionale del Cinema la sesta edizione di Job Film Days, festival diretto da Annalisa Lantermo, tenutosi dal 30 settembre al 5 ottobre 2025.
La giuria, presieduta da Paola Randi e composta da Eva Parey, Paola Valentini, Matteo Berardini e Domenico Princigalli ha assegnato il premio come miglior film a “Mr Nobody Agaist Putin” di David Borenstein ( Danimarca/ Repubblica Ceca 2025, 90’).

Eccone la motivazione: realizzato tramite footage girato e trafugato con grande rischio per la sicurezza personale, ‘Mr Nobody Against Putin” è un documentario che testimonia anzitutto il coraggio del suo protagonista, Pasha, disposto a fronteggiare ritorsioni ed esilio pur di denunciare la deriva autoritaria della società russa seguita all’invasione in  Ucraina. Pasha è un insegnante, un lavoro determinante che diamo spesso per scontato e che, invece, si fa ancora più importante nel momento in cui propaganda, culto dell’autorità  e militarizzazione si impossessano della quotidianità scolastica.  Il film si costruisce su un punto di vista privilegiato e originale in grado  di svelare i meccanismi interni di un’autocrazia che promuove una cultura bellica radicata nel concetto di invasione, coltivata nell’etnocentrismo e nella mancanza di empatia, senza dimenticare la sofferenza vissuta dalle famiglie dei soldati caduti e lo spavento mal nascosto del machismo dei più giovani pronti a partire. Il documentario dimostra la sua assoluta necessità, in tempi in cui la società appare cieca e pronta a perpetrare simili orrori.

Il Gran Premio della Giuria è  stato assegnato a “How to Talk to Lydia” di Rusudan Gaprindashvili (Georgia/ Germania 2025, 72’)
La motivazione seguente: sorretto da un’intuizione che è assai potentemente cinematografica  e assai pertinente rispetto ai temi della salute e della sicurezza sul posto di lavoro. Si tratta di un documentario che pone in rilievo l’interazione tra l’uomo e l’intelligenza artificiale come va configurandosi nel capitalismo neoliberista di oggi. Raccontando una storia di migrazione economica in cui il lavoratore è  costretto ad “indossare” l’intelligenza artificiale  divenendo il suo supporto e completamento fisico, il film espone con molta chiarezza la doppia valenza di tale relazione, per cui ai vantaggi dell’automazione corrispondono nuovi rischi, a partire dalla stortura, paradossale, di rendere tale dinamica patologica nel suo sovvertimento. È  Lydia la voce generata dal dispositivo indossabile, che impartisce istruzioni dettagliate al lavoratore perché possa compiere incarichi fisici con maggior accuratezza e velocità, esponendosi, però, alle operazioni più rischiose del processo. L’alienazione generata passa anche per il linguaggio, che risulta appiattito ad una serie di istruzioni essenziali che trasformano la quotidianità verbale in un mantra solitario.

Il Premio al miglior film sulle tematiche inerenti la salute e la sicurezza sul lavoro è andato ex aequo a “Naima’, film della regista Anna Thommen, (Svizzera 2024), e al film intitolato “Bad reputation” di Marta Garcia e Sol Infante (Uruguay Argentina 2024, 78’)

Il premio Job for the Future  JFD della Camera di Commercio di Torino è  stato assegnato come miglior cortometraggio  a “They can hear your smile” di Michael Jiřinic (Repubblica Ceca, 2024, 12′). Il premio al miglior soggetto in relazione alle tematiche del bando di concorso è  stato assegnato  a +10K di Gala Hernández López ( Spagna, Francia, 2025, 31′).
Il premio al miglior regista che abbia sviluppato temi di interesse per il Piemonte è stato assegnato  al film di Edoardo Brighenti “Dream Car Wash” ( Italia/ Regno Unito 2024, 13′).
La giuria composta da studentesse e studenti dell’Università di Torino, Politecnico di Torino e Scuola Holden  ha assegnato il primo premio per il miglior cortometraggio a “Queen Ant” di Michal Mróz (Polonia 2024, 8′).
La giuria studentesca assegna inoltre una menzione speciale a “The office Farewell” di Mehdi Pierret ( Belgio, 2024, 18′) e a “Dream Now Revolution Tomorrow” di Francesco Manzato ( Italia, 2024, 9′).

Per quanto riguarda il Premio “Decent work for All” , la giuria presieduta  da Dagmawi Yimer e composta da Cristina Voto, Paola Babos, Mattia Temponi  e Annamaria Gallone ha assegnato il premio come miglior cortometraggio  a “Patron Saint” di Fanie Soto ( Messico 2024, 15′)
ll premio al miglior soggetto in relazione alle tematiche del bando di concorso  è  stato assegnato a “The Weeper” di  Hamed Ghasemi (Iran , 2024, 20′).
Il premio per la miglior regia è stato assegnato a ”The Rocks Speaks” di Francois Knoetze e Amy Louise Wilson ( Sud Africa, Stati Uniti, Congo, 2024, 7′).
La giuria ha assegnato inoltre una menzione speciale  a “Touch” di Pedro Carvalho ( Brasile, 2024, 20′).

Per quanto riguarda i laboratori di scrittura “Dall’idea al soggetto Job Film Days” la giuria presieduta da Monica Repetto e composta da Fabrizio Bontempo  e Massimo Arvat ha assegnato il premio per il miglior soggetto a Giacomo Mosca con “Ritratto di un giovane indiano che scompare nell’indifferenza generale”. Il secondo premio è stato conseguito da Riccardo Berca e Rocco Zaupa per “Il nido della gru”. Il terzo premio è stato assegnato a Francesca Dursi per “Fuori servizio”.

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Negramaro e Marco Mengoni

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. All’Hiroshima Mon Amour dal 6 all’11 ottobre, va in scena l’edizione numero 17 del Resetfestival. Festival dedicato alla ricerca di nuovi talenti supervisionati da artisti già affermati come: Whitemary, Dario Mangiaracina de La Rappresentante di Lista e Andrea Laszlo De Simone.

Martedì. Al Peocio di Trofarello suonano Jill Yan, Mohini Dey, Jeremy Colson.

Mercoledì. All’Inalpi Arena per 2 sere consecutive, si esibisce Marco Mengoni. Al Teatro Concordia di Venaria è di scena Mostro. Al Lambic si esibisce il cantautore Mirco Mariani. Allo Spazio 211 è di scena Natalie Bergman e Preoccupations. All’Osteria Rabezzana suona il Cuanta Pasion Grup.

Giovedì. Al Vinile si esibiscono i Charlatown. Al Blah Blah suonano EFFEMME, Moneti & Michele Mud con la partecipazione di Davide “Dudu” +MONDOCANE.

Venerdì. All’Inalpi Arena arrivano i Negramaro. Al Circolino suona il Mark Bonifati Ensemble. Al Circolo Sud si esibisce Chiara Effe. Al Peocio di Trofarello è di scena Pino Scotto. Al teatro Concordia si esibisce Artie 5IVE. Allo Ziggy suonano : King Potenaz+ Sator. Al Blah Blah sono di scena Mondo Generator + Ritual King.

Sabato. All’Inalpi Arena si esibisce Salmo. Al Folk Club suona “El Mate” Trio. Al Circolo Sud è di scena Fonzie & la Massa Critica. Allo Ziggy suonano gli Inkubus Sukkubus. Al Blah Blah si esibisce Tony Mezzacarrica & i Carusi.

Domenica. Al Blah Blah suonano i The Buttertones.

Pier Luigi Fuggetta