SPETTACOLI- Pagina 19

MITO per la Città, musica per il territorio

La rassegna MITO per la Città, giunta alla XVI edizione, si affianca alla programmazione principale di MITO SettembreMusica e conferma l’aspirazione a coinvolgere anche chi, per varie ragioni o impedimenti, non potrebbe partecipare al festival.

MITO per la Città rappresenta quindi servizio musicale al benessere, con i suoi mezzi itineranti su cui tanti artisti esordienti percorrono la città dell’assistenza, ma anche con 24 concerti gratuiti o a prezzi accessibili in piccoli teatri, chiese e luoghi della cultura disseminati tra le diverse Circoscrizioni e alcuni centri della Città Metropolitana.

“MITO per la Città ha il grandissimo merito di portare avanti una proposta trasversale, sia a livello di spazi che di età – dichiarano il Sindaco Stefano Lo Russo e l’Assessora alla Cultura Rosanna Purchia – permettendo alla musica di entrare in contatto con tutte e tutti e contribuendo a rendere la nostra città e il nostro territorio sempre più culla ideale per quella cultura diffusa che acquista ancora più valore se condivisa”.

MITO per la Città si ripresenta quindi con un caratteristico percorrere il territorio cittadino con i suoi agili momenti musicali, “quasi concerti” di 20/30 minuti, offerti nei luoghi dell’assistenza inconsueti alle convenzioni della musica. Offerta simbolicamente rappresentata nella propria idea di servizio al benessere, fin dal giorno di esordio della rassegna, che inaugura, in parallelo al primo grande concerto in piazza San Carlo, un cartellone che si dipana tra un reparto di ematologia oncologica delle Molinette e un nuovo centro di salute mentale dell’ASL, tra una festa di quartiere e l’interno della Casa Circondariale delle Vallette. Senza dimenticare la fiaba raccontata con un’arpa ai pazienti dell’Ospedale Infantile Regina Margherita e ai piccoli ospiti di una vicina casa di accoglienza loro dedicata.

“Ciò che dobbiamo fare è creare delle connessioni con la città” – Afferma ancora il Direttore Artistico Giorgio Battistelli. – Capire le peculiarità e le esigenze di un territorio per mettere in atto una strategia di contenuti. L’importante è avere un rapporto naturale con ciò che si ascolta. Ciò che mi ha colpito di Torino è proprio la stratificazione degli spazi. Ogni luogo è bellissimo e ricco di storia, allora bisogna far risuonare questa storia attraverso la musica. E dobbiamo fare musica ovunque, le strade devono risuonare, attraverso le note si ristabilisce una connessione armonica.”

Circa la metà delle 97 tappe musicali itineranti proposte nei 15 giorni della rassegna vanno infatti a incontrare, anche nell’ambito di Torino Futura, i bambini, allievi di nidi, materne ed elementari oppure i piccoli utenti dei centri specializzati per la loro salute. Altre decine sono dedicate alle case di accoglienza per adulti o famiglie, oltre che ai centri di assistenza alla disabilità, alla psichiatria e alle patologie invalidanti. La rassegna si muove poi tra ospedali e ambulatori della città e della cintura e tante case di riposo, andando anche a incrociare i presidi de La cultura dietro l’angolo.

Danno voce allo sfaccettato cartellone i giovani che si formano al Conservatorio Giuseppe Verdi e si specializzano con il progetto Obiettivo Orchestra, tante storiche e competenti realtà musicali torinesi, tra le altre Stefano Tempia e Santo Spirito, oltre a un buon numero di insegnanti  e allievi di tutte le età del Centro di Formazione Musicale nel 45° anno dalla fondazione.

Con MITO per la città anche i partner del festival diventano protagonisti: Gallerie d’Italia – Torino, museo di Intesa Sanpaolo, ospita infatti il 14 settembre un appuntamento con sonorizzazioni di film dei fratelli Lumière e di Georges Méliès, mentre presso The Heat Garden di Iren il 10 settembre suonano Roberto Bevilacqua, viola da gamba e Silvia Musso, arpa e il 18 settembre I Mantici.

MITO per la Città è un progetto della Città di Torino, realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, con il contributo del Ministero della Cultura e con il sostegno – sin dalla prima edizione – del Partner Intesa Sanpaolo e della Fondazione Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, degli sponsor Iren, Pirelli, Fondazione Fiera Milano, sponsor tecnici Xori Groupe e Acqua Sant’Anna, e supporter Novacoop. Media partner Rai Cultura, Rai 5, Rai Radio 3, La Stampa. Charity Partner Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro.

Oltre 40 mila a Collisioni

Oltre 40 mila persone a Collisioni Festival per la sua 16ª edizione che ha reso protagonisti decine di migliaia di giovani da tutto il Piemonte e da tutta Italia, nei due weekend di venerdì 5 luglio fino a domenica 7 e nella data di sabato 13 luglio. Migliaia le spettatrici e gli spettatori, in particolare giovani e giovanissimi, che hanno preso parte a un grande happening generazionale in piazza Medford, ad Alba, con un’edizione che ha dimostrato ancora una volta di essere in ascolto dei nuovi linguaggi, come è da sempre nello spirito di Collisioni.

 

A calcare il palco di Collisioni 2024, 12 grandi artisti con oltre 10 ore di musica, con alcuni dei nomi di punta del giovane pubblico, portavoci della generazione Z e non solo, a partire dal re dell’indie italiana Calcutta per la sua unica data estiva in Piemonte e Liguria di venerdì 5 luglio. Sabato 6 luglio a scaldare piazza Medford è stata la musica dei Club Dogo per la loro unica data in Piemonte fra vecchi e nuovi successi. A completare la line-up di domenica 7 luglio, per la prima Giornata Giovani, un fitto calendario di ospiti, da Nayt, raffinato rapper molisano cresciuto a Roma e apprezzato grazie al suo ultimo album anche dal pubblico americano, Silent Bob, il rapper di Pavia, e Mida, l’artista emerso nella nuova edizione di Amici. Fino all’attesissimo head-liner della giornata, Tedua, l’artista rivelazione di quest’anno. La seconda Giornata Giovani di sabato 13 luglio ha coinvolto il pubblico in una maratona di oltre 5 ore di concerti non stop con il rapper campione di ascolti Capo Plaza, la regina della Trap italiana Anna Artie 5ive, rapper milanese classe 2000 di origini sierraleonesi. Infine Tony Boy, il rapper di Padova classe 1999 segnalato da Rockit come uno dei giovani artisti più interessanti d’Italia e Paky, rapper di Secondigliano trasferitosi a Rozzano all’età di dieci anni.

 

Tantissimi i ragazzi e le ragazze della fascia 15-23 anni che hanno partecipato alle due Giornate Giovani del festival, diventate ormai un appuntamento da non perdere per le decine di migliaia di ragazzi e ragazze provenienti da ogni angolo d’Italia che, anche quest’anno, hanno generato lunghe code e riempito le strade, per raggiungere i concerti in piazza Medford. Ancora una volta Collisioni ha dato quindi voce alle nuove generazioni, grazie anche alle attività nate nell’ambito del Progetto Giovani, l’iniziativa realizzata grazie alla collaborazione di Collisioni Banca D’Alba con i suoi giovani soci.

 

Non solo una rassegna di concerti, quindi, ma un vero e proprio laboratorio permanente che a partire dal mese di novembre – grazie al nuovo spazio del Circo di Collisioni nell’area riqualificata del Parco Tanaro di Alba – ha visto protagonisti nell’ambito di riunioni e laboratori a cadenza settimanale, centinaia di ragazzi delle scuole superiori del territorio. Un momento formativo e creativo a cui ‘la vecchia guardia’ di Collisioni si è limitata a fornire supporto, nelle community social e nelle chat di WhatsApp, come nelle riunioni in presenza al Circo, per permettere ai giovani di costruire in piena libertà una line-up di artisti per la maggior parte sconosciuti a chi ha più di 25 anni.

 

I ragazzi e le ragazze del Progetto Giovani si sono anche resi protagonisti di un intenso reportage dietro le quinte sui social di Collisioni, intervistando le diverse professionalità che rendono possibile un festival: dai direttori di produzione, agli Stage Manager, ai Rigger, le Camerine e i responsabili della sicurezza, per raccontare al pubblico di Instagram un festival dentro al festival, per dare voce all’impegno di quei lavoratori, essenziali alla riuscita di un evento, che normalmente restano nell’ombra.

 

Grande ricaduta anche per il territorio di Alba e di tutto il Piemonte, grazie a un’edizione sostenuta da una base ormai consolidata di partner che condividono il progetto. Non soltanto quelli istituzionali, quali Ministero dei Beni Culturali, Regione Piemonte e Città di Alba, e come Fondazione CRC, Fondazione CRT e Banca d’Alba, ma anche le tante aziende del territorio che negli anni hanno sempre sostenuto il Festival. In quest’orizzonte, Collisioni si riconferma sempre più una leva strategica per l’attrazione turistica estiva, e non solo, del suo territorio.
Collisioni ha collaborato inoltre con il Comune di Alba, anche attraverso alcuni biglietti messi a disposizione del Consorzio Socio-Assistenziale.

 

Oltre ai partner e agli sponsor del festival, Collisioni vuole ringraziare lo staff che ha collaborato all’evento, i volontari e i professionisti che hanno permesso la realizzazione di questa edizione 2024, dando appuntamento al prossimo anno per una nuova grande edizione.

 

«A partire dallo spartiacque generazionale che è stato il biennio pandemico per i linguaggi della musica e della socialitá, Collisioni ha concentrato i suoi sforzi per creare, con le Giornate Giovani, un momento di chiamata in piazza con ‘la prima volta sotto a un palco’ di una fascia di pubblico che resta spesso invisibile e che sui media più tradizionali non trova voce. – racconta Filippo Taricco, Direttore artistico di Collisioni – Portare migliaia di ragazzi di 12/16 anni in piazza serve a ricordarsi della loro esistenza da un punto di vista culturale, e ad ascoltare i loro sogni, e i loro bisogni. Sabato è stato per molti di loro il primo evento di musica a cui hanno assistito, per ascoltare artisti che parlano un linguaggio completamente alieno al nostro, ma che dobbiamo ascoltare, se non vogliamo che la macchina culturale invecchi e cominci a girare a vuoto. Con i suoi sedici anni Collisioni dimostra di non invecchiare, ma di essere piuttosto “un teenager”, che cresce con il suo pubblico. Questa edizione è stata un’esperienza umana di grande ricchezza, che ci ha permesso di riflettere su due mondi in profonda Collisione. Il prossimo anno manterremo quindi l’impegno di trasformarci ed evolvere insieme al nostro pubblico, con grande coraggio. Non sveliamo nulla, ma seguiremo le nuove generazioni, e soprattutto la ricerca della nuova musica».

 

Il Sindaco Alberto Gatto: «Collisioni è stata una bella occasione di intrattenimento in città. I numeri di presenze nella fascia under 25 testimoniano l’interesse dei giovani verso le iniziative di Alba e del territorio. Dal momento dell’insediamento ci siamo messi subito al lavoro, trovando un’ottima collaborazione, per gestire al meglio il Festival. Con un bel lavoro di squadra, insieme a Collisioni, Forze dell’ordine e l’assessore Davide Tibaldi, siamo riusciti a migliorare la gestione della viabilità rispetto agli anni passati, un risultato evidente soprattutto nel concerto di venerdì 5 luglio, giorno lavorativo, in cui piazza Medford ha accolto circa 15000 persone, ma i disagi a cittadini e lavoratori sono stati ridotti al minimo chiudendo al traffico Corso Torino soltanto dopo le 18».

 

«40 volontari per l’80% di differenziata, così la Città di Alba in collaborazione con Collisioni Festival ha voluto dare un segnale concreto di attenzione all’ambiente attraverso le nuove generazioni. Carta, plastica, vetro, metalli, umido alla fine dell’ultimo concerto del festival erano pronti ad essere raccolti da Egea Ambiente che la mattina aveva predisposto le isole ecologiche. Possiamo migliorare, soprattutto nell’area concerto, ma il giusto equilibrio tra organizzazione, comune, gestore e volontari ha dimostrato, ancora una volta, che si possono ottenere ottimi risultati e creare una grande occasione di educazione ambientale», sottolinea Roberto Cavallo, assessore alla Transizione ecologica, Agricoltura, Commercio e Attività produttive del Comune di Alba.

 

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Pooh e Marcus Miller

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Gli appuntamenti musicali della settimana 

Lunedì. Per Anima Festival a Cervere, l’Anfiteatro ospita Umberto Tozzi nel suo “ The Final Tour dove celebra i suoi cinquant’anni di carriera.

Martedì. A Pino Torinese Francesco Django Barbieri al clarinetto , Pierre Steeve Jino Touche al contrabbasso e Nunzio Barbieri chitarra acustica, rendono omaggio a Dino Pelissero. Sotto i portici di via Po suonano i Two Fellas.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana si esibisce il duo Tessarollo-Ruggieri. Al Blah Blah  è di scena il bluesman Fast Frank. Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi per il Sonic Park canta Cristiano De Andrè.

Giovedì. Chiusura del Sonic Park a Stupinigi con il concerto dei Pooh per i loro quasi 60 anni di carriera. Al Blah Blah suonano gli Escuela Grind. Al Neruda si esibiscono gli Elettrovois. Per “Anima Festival” a Cervere è di scena Ermal Meta. Alla Cascina Roccafranca concerto del Vocal eXcess.

Venerdì. Per “Monfortinjazz” a Monforte d’Alba suona Marcus Miller.

Sabato. Sempre per “Monfortinjazz” si esibisce Daniele Silvestri.

Pierluigi Fuggetta

Gigi D’Agostino, la superstar torinese a Stupinigi

Domenica 14 luglio 2024, h 21.00
Giardino Storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi (TO)

Posto unico 40 € + ddp
PIT 60 € + ddp

Un nuovo annuncio arricchisce il cartellone dell’edizione 2024 di Sonic Park Stupinigi.

Dopo le anteprime organizzate in collaborazione con OGR Torino per “OGR Sonic City” con Omar Apollo (4 giugno), i Dogstar di Keanu Reeves (30 giugno) e Tom Morello (10 luglio), si aggiunge al cartellone il live set di una delle icone del clubbing all’italiana, GIGI D’AGOSTINO! Domenica 14 luglio la superstar torinese suonerà finalmente “nel giardino di casa”, completando il cartellone insieme ai concerti di Geolier (12 luglio) e Coez e Frah Quintale (13 luglio), Cristiano De Andrè (17 luglio) e Pooh (18 luglio).

Ha fatto la storia della musica dance a cavallo tra gli anni ’90 e i Duemila. Ora, il Capitano è pronto per ripetere l’impresa: lo show sarà l’occasione per il pubblico di ascoltare live le hit senza tempo di uno dei dj più amati ed essere catapultati nell’universo sonoro di uno dei migliori artisti dance al mondo.
L’Amour Toujours’ (406 milioni di visualizzazioni su YouTube, oltre 319 milioni di ascolti su Spotify), ‘Bla Bla Bla’, ‘In My Mind’, ‘Another Way’ e ‘La Passion’ sono solo alcune delle tante canzoni che hanno segnato – e continuano a segnare – intere generazioni, ascoltate e riprodotte in tutto il mondo.
Dopo quattro anni lontano dalle scene e aver pubblicato l’ultimo album  “Slowerland III” nel 2023, è stato ospite a febbraio al Festival di Sanremo: quest’estate Gigi D’Agostino è pronto a conquistare il palco di Sonic Park Stupinigi con la sua consolle, circondato dai suoi fan e da i tanti che da molto tempo aspettano il suo ritorno dal vivo.

Gigi D’Agostino vanta una carriera più che trentennale iniziata a fine anni ‘80 proprio come dj nelle più note discoteche torinesi – dal Woodstock all’Ultimo Impero –  capace di portarlo in pochi anni al successo non solo in Italia, ma anche in tutto il mondo, riconosciuto con premi nazionali e internazionali. ‘Lento Violento’ e “Mediterranean Prog” non sono solo etichette di molte delle sue produzioni, ma vere e proprie impronte generazionali, uno degli innumerevoli segni che questo artista, orgoglio piemontese, ha lasciato nella storia della musica internazionale.

OGR SONIC CITY
Omar Apollo (4 giugno) – Dogstar (30 giugno) Tom Morello (10 luglio)

SONIC PARK STUPINIGI
Geolier (12 luglio) – Coez & Frah Quintale (13 luglio) Gigi D’Agostino (14 luglio) –  Cristiano De Andrè (17 luglio) – Pooh (18 luglio)

 

sonicparkfestival.it | stupinigi@sonicparkfestival.it
FB: @sonicparkofficial | IG: sonicparkofficial
#SonicPark2024 #SonicParkStupinigi

Opera e balletto. Dal 15 luglio vendita dei biglietti, Carnet, Regio Card e Regio Card Giovani

Foto Gaia Bonanomi

Da lunedì 15 luglio inizia la vendita dei biglietti per tutti gli spettacoli della Stagione 2024/2025 La meglio gioventù. Sono disponibili anche vantaggiosi carnet con la possibilità di scegliere 3 o 4 spettacoli, e le nuove Regio Card Regio Card Giovani 18-30. La recente riorganizzazione dei settori della sala e una nuova e vantaggiosa politica dei prezzi rendono il Teatro Regio sempre più accessibile. Tra le novità ricordiamo: l’unione dei settori di platea C e D in un unico settore C ancora più conveniente, l’allineamento del prezzo delle Prime alle altre recite e la nascita delle Gift Card, un buono prepagato ideale da regalare. Inoltre, continua la vendita degli abbonamenti, quest’anno particolarmente vantaggiosi: si può vedere uno spettacolo a partire da € 21. Per agevolare le modalità di acquisto, è possibile anche il pagamento rateizzato dei carnet e degli abbonamenti.

 

Dodici titoli, di cui sette nuovi allestimenti e la trilogia inedita dedicata a Manon Lescaut. Il cartellone propone Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart; Giselle di Adolphe-Charles Adam e Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij; Roberto Bolle and FriendsL’elisir d’amore di Gaetano Donizetti; Rigoletto di Giuseppe Verdi; La dama di picche di Pëtr Il’ič Čajkovskij; Hamlet di Ambroise Thomas; Andrea Chénier di Umberto Giordano.

 

Il costo dei biglietti singoli parte da € 30 (ridotto a € 24 per gli under 30), mentre per Roberto Bolle and Friends si parte da € 50. Tornano anche per la Stagione 24/25 le Anteprime giovani under 30 a € 10.

 

Vendita alla Biglietteria, presso i punti vendita Vivaticket e on line su www.teatroregio.torino.it o www.vivaticket.com.

 

Biglietteria del Teatro Regio

Piazza Castello 215 – Torino | Tel. 011.8815.241 – 011.8815.242 | biglietteria@teatroregio.torino.it

Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica: ore 10.30-15.30;

un’ora prima degli spettacoli

 

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti: www.teatroregio.torino.it

 

Music tales intervista Eric Picatti, Finix24

Music tales, la rubrica musicale

“Se dovessi essere il personaggio di una sit com morirei sempre da solo”

 

Qualche mese fa un volto da bravo ragazzo ed una voce che ho trovato interessanti, mi hanno spinta a voler parlare nel mio articolo di Eric Picatti.

Quindi sono andata a fare un’intervista perchè amo dare spazio ai giovani.

 

Spero che possiate sostenerlo ed alimentare la sua ascesa. Lo merita.

 

1- Chi sei e cosa ti ha spinto a fare musica ?

Mi chiamo Eric, in arte Finix24, o per gli amici e conoscenti FINIX, sono un ragazzo di 25 anni proveniente dalla provincia di Torino, più precisamente da Cercenasco.

La passione per la musica rap ( da artista) è nata in maniera in aspettata da pochi anni in realtà, diversamente da altre persone da piccolo ascoltavo musica ma molto più generale, per poi in adolescenza avere anche molte influenze da parte della musica elettronica, preciso da ascoltatore. Ho iniziato a scrivere testi per diletto in pandemia ( metà 2020 ) per poi dedicarmici totalmente nel gennaio 2021, grazie al supporto di amici e familiari.

Da quel momento in solo 3 anni di carriera sono riuscito a pubblicare, in maniera del tutto indipendente, 1 ep chiamato Storie del Solidiario, uscito nel 2022 e un album chiamato NARRATORE, uscito quest’anno, tutti e due disponibili su tutte le piattaforme e il secondo anche in formato fisico.

 

2- Cosa ti ha spinto a scegliere questo pezzo e come è nato ?

Il pezzo che ho scelto fa parte di una saga, ora con solo 2 capitoli, potrei rispondere a tutte le due domande con una risposta. Il pezzo nasce dalla volontà di esprimere il senso di resilienza alle difficoltà che possiamo trovarci ogni giorno della nostra vita, sotto forma di una favola (o di un anti fiaba) di un cavaliere solitario che affronta un lungo viaggio, fatto di insidie , pericoli, difficoltà, cadute. Un viaggio alla ricerca di un tesoro che, chi nella vita si è sentito e si sente SOLO, cerca sempre e comunque, l’amore e la felicità. La ricerca di qualcuno che voglia condividere un cuore già spezzato in due e rinchiuso a chiave, la felicità e la consapevolezza che si possa trovare quel tipo di persona anche attraverso i propri amici e familiari. È un pezzo che semplicemente racconta di noi, che ogni giorno cerca di tenere la testa alta il più possibile contro eventi complicati, tristi,  dovuti al lutto, alla dipendenza, alla depressione, al bullismo, alla difficoltà economica dalla società odierna. Racconta di chi rialza, chi nonostante tutto, riesce a mantenere un buon cuore e chi non ha sovrastrutture, chi riesce ogni giorno a mostrare la propria faccia in un mondo fatto di tante maschere. È un pezzo che racconta anche una parte della mia vita, dal momento che io, come tutti ho affrontato e sto affrontando tutt’ora ciò che ho appena detto. Fortunatamente con un sorriso in più .

3- Quali sono i tuoi progetti futuri ?

Non so effettivamente cosa mi attenderà il futuro, in questo 3 anni a dispetto di ciò che può pensare la gente, sono riuscito a far uscire  2 progetti che volevo fortemente pubblicare, in modo che tutti quelli che hanno ascoltato e che ascolteranno i miei lavori, potessero ascoltare la mia idea di musica, la mia idea di Rap e Hip Hop. Al momento sto lavorando ad un secondo ep, che spero di far uscire nel 2025. La volontà di fare anche un secondo disco c’è, ma al momento è una cosa su cui mi concentrerò più avanti. Spero anche di lavorare anche all’interno di una label, anche indipendente, per vedere come si lavora all’interno di quel mondo.

Non so se avverrà, solo il tempo ce lo può dire.

      Buon ascolto e tanta buona fortuna a Finix24!

 

https://open.spotify.com/track/4rTBsBAecIEnGNjPvUc5GJ?si=Rzst7jSPRjKmXZ9GODV8Mg&context=spotify%3Aalbum%3A0wia5sTSZLxX0AadnZr2bu

CHIARA DE CARLO

 

 

 

 

 

 

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

 

Ecco a voi gli eventi da non perdere!
 
 

10HP REIMMAGINANDO LUCIO AL JAZZ CLUB DI PIAZZA VALDO FUSI IL 19 LUGLIO 2024

 

DISCOGRAPHIA PARTY BAND IN PIAZZA A LA LOGGIA IL 19 LUGLIO 2024

 

Sonic Park Stupinigi debutta con il sold out di Geolier

GEOLIER
Venerdì 12 luglio 2024, h 21.00
Giardino Storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi (TO)
sold out!

La sesta edizione di Sonic Park Stupinigi anche nell’estate 2024 porta nel giardino storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi – residenza sabauda, patrimonio mondiale Unesco – grande musica e concerti da non perdere all’insegna della migliore musica italiana.

Alla vigilia del debutto del Festival Fondazione Reverse è orgogliosa di annunciare il terzo sold out del 2024. Dopo i Dogstar nell’anteprima cittadina di OGR Sonic City e l’atteso set di Gigi D’Agostino domenica 14 luglio, anche il concerto di apertura registra il tutto esaurito.
Le luci sulla sesta edizione di Sonic Park Stupinigi si accendono domani 12 luglio, con l’arrivo sul palco di Stupinigi di GEOLIER. Il rapper napoletano si esibirà davanti a 9500 appassionati in arrivo dal Piemonte e non solo ed è certamente uno dei nomi del momento. Dopo aver conquistato il secondo posto al Festival di Sanremo con la canzone “I p’me, tu p’te” è in testa alle classifiche con Dio lo sa, terzo album in studio ad un anno e mezzo di distanza da Il coraggio dei bambini ed è reduce da tre straordinari sold out allo stadio Maradona di Napoli.

Proprio alla vigilia di un appuntamento così importante gli organizzatori condividono le parole del sindaco di Nichelino Gianpietro Tolardo sulle recenti polemiche riguardanti la scomparsa di specie protette a Stupinigi e i presunti collegamenti al Sonic Park Stupinigi:

Anche quest’anno sta per iniziare la tanto attesa edizione del Sonic Park Stupinigi, un evento che grazie all’impegno dell’Ente Parco, della Sovrintendenza, dell’Ordine Mauriziano e della Regione Piemonte, è ormai entrato a pieno diritto tra i festival musicali più apprezzati della regione e del nostro Paese. Non mi soffermerò sui contenuti già discussi durante la conferenza stampa, né sulle importanti collaborazioni create con la città di Torino e con le OGR nelle ultime edizioni, se non per esprimere la nostra soddisfazione per i due sold out già registrati per gli eventi di Gigi D’Agostino e Geolier.
Oggi desidero affrontare un altro tema: da alcuni giorni, diversi giornali hanno riportato notizie che collegano, in maniera infondata, la scomparsa di alcune specie (prevalentemente chirotteri) allo svolgimento del Festival, che ricordo svolgersi entro massimo dieci giornate di eventi all’anno, tutte concentrate nel mese di luglio. L’edizione 2024, in particolare, propone 5 appuntamenti concentrati in un periodo di sette giorni.
Fin dalla prima edizione, sia per rispetto delle normative vigenti sia su precisa richiesta della Città che governo, gli organizzatori hanno sempre mostrato grande attenzione al tema ambientale e alla protezione del parco, della sua flora e della sua fauna, adottando misure concrete per la salvaguardia dell’ambiente (il Festival è certificato da Plastic Free Onlus, distribuisce acqua gratuita, utilizza esclusivamente bicchieri riutilizzabili, distribuisce al pubblico posaceneri portatili).
Dal 2018, ogni anno viene condotto un monitoraggio su base annuale uno studio sulla fauna locale da parte di dottori naturalisti, il cui lavoro è finanziato appositamente. Grazie a questo monitoraggio costante, disponiamo di relazioni dettagliate sull’area di Stupinigi che prima non esistevano. Vengono monitorati l’area dei concerti e quella della fascia perimetrale all’ingresso del parco naturale, così come gli edifici di Castel Vecchio e della Locanda, per valutare gli effetti diretti e indiretti del Festival.
Il numero, la tipologia e l’attività delle specie di chirotteri dall’inizio della rassegna fino al termine dell’ultimo concerto del 2023 sono rimasti sostanzialmente invariati.
Inoltre, l’intera attività di monitoraggio faunistico ha consentito e consente tuttora l’aggiornamento e l’acquisizione di nuovi dati faunistici inediti, essenziali per arricchire la banca dati dell’EGAP Parchi Reali. Molte specie mai segnalate sono state trovate in seguito alle approfondite attività di rilevazione. Tali dati sono disponibili per tutti, con trasparenza, senza ambiguità ed occultamenti strumentali.
Il rinolofo minore, la cui scomparsa è stata denunciata in queste settimane, è una specie della quale già nel 2018 non si avevano segnalazioni da 118 anni. È stato registrato un solo contatto nel 2019, il che non indica la presenza di una colonia in passato, verosimilmente si trattava di un individuo in dispersione proveniente da un’area diversa da quella di indagine.
Non si può pertanto parlare con leggerezza di estinzione legata alla manifestazione, anzi. Nel 2022 è stato contattato per la prima volta dall’inizio dei monitoraggi e riconfermato nel 2023, un esemplare appartenente alla specie protetta di Pipistrello Pigmeo, una specie individuata quindi 5 anni dopo l’inizio del festival.
Il Sonic Park Stupinigi è una realtà trasparente dove ogni controllo è benvenuto e incoraggiato.”


Geolier, foto Fabio Turco
Sonic Park Stupinigi è un progetto di Fondazione Reverse promosso da Città di Nichelino Sistema Cultura Nichelino, con il patrocinio di Regione PiemonteCittà di TorinoCittà Metropolitana di Torino, con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, con la promozione dei partner territoriali Fondazione Ordine MaurizianoPalazzina di Caccia di StupinigiDistretto Reale di StupinigiOGR TorinoTurismo Torino e Provincia.
I lavoratori del festival sono inquadrati grazie alla collaborazione con Lavoropiù, i servizi bancari sono garantiti da BTM Banca Territori del Monviso, gli arredi sono di ICOS.
La sostenibilità del festival è riconosciuta da Plastic Free Onlus conferendo il bollino ‘Eco Event’ che premia le attenzioni degli organizzatori. Accanto ai più noti vettori per la biglietteria i fan possono da quest’anno rivendere i propri biglietti su Ticketswap.
A supporto della comunicazione e valorizzazione del festival Noir Studio, la unit creativa di Fondazione Reverse.

OGR SONIC CITY
Dogstar (30 giugno) – Tom Morello (10 luglio)

SONIC PARK STUPINIGI
Geolier (12 luglio) – Coez & Frah Quintale (13 luglio) – Gigi D’Agostino (14 luglio) – Cristiano De Andrè (17 luglio) – Pooh (18 luglio)
sonicparkfestival.it | stupinigi@sonicparkfestival.it

Al “Concordia” Domiziano Pontone racconta Martin Scorsese

Renato Rascel, l’attore che nacque “per caso” a Torino

STORIE PIEMONTESI: a cura di CrPiemonte – Medium /   

Il 2 gennaio del 1991, moriva dopo una lunga malattia Renato Rascel, nome d’arte di Renato Ranucci

di Marco Travaglini

Artista incredibilmente versatile, indimenticabile protagonista del teatro leggero italiano, nella sua lunga carriera di attore, comico, cantautore e ballerino si cimentò in moltissimi ruoli. In molti, tra i non più giovanissimi, lo ricorderanno protagonista di moltissimi spettacoli dalla rivista alla commedia musicale, dall’intrattenimento televisivo e radiofonico all’operetta e al teatro.

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La sigla della trasmissione tv I racconti di Padre Brown

Non tutti sanno però che nacque “casualmente” a Torino il 27 aprile 1912, durante una tournée della compagnia di cui facevano parte i suoi genitori, il cantante di operetta Cesare Ranucci e la ballerina classica Paola Massa, artisti di opera comica che lavorarono anche con il grande Ettore Petrolini.

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Il Corazziere del 1961

Il piccolo Renato passò così i primi giorni di vita in una cesta dietro le quinte dove i genitori, a turno, si prendevano cura di lui tra una scena e l’altra. Venne poi battezzato a Roma, nella basilica di San Pietro per volontà del padre “che volle confermare la sua romanità risalente a sette generazioni”.

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Una vecchia locandina

Nascendo in una famiglia d’artisti fu normale che anche Renato sentisse il richiamo della scena e così, fin da piccolo, si ritrovò a calcare i palcoscenici di compagnie filodrammatiche e teatrali. A 10 anni entrò a far parte come soprano nel coro delle voci bianche della Cappella Sistina. Grazie alla sua travolgente simpatia e a un innato talento fece tutta la trafila dalla gavetta al successo.

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Le più belle canzoni

Suonò la batteria, ballava il tip-tap, si esibì come cantante, debuttò nel 1934 vestendo gli abiti di Sigismondo ne “Al Cavallino bianco” l’operetta più nota e popolare dopo la “Vedova Allegra”. L’esperienza lo portò a inventare un suo personaggio che lo rese riconoscibile al grande pubblico. La bassa statura e il fisico esile gli suggerirono la celebre, esilarante e surreale interpretazione del Corazziere.

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Rascel nelle vesti del Corazziere

Elaborò sketch e canzoni diventate pietre miliari della rivista, al fianco di attori e autori come Garinei e Giovannini. Con la sua compagnia teatrale mise in scena nel 1952 uno spettacolo — “Attanasio cavallo vanesio” — che ottenne un clamoroso successo, confermandolo tra i più amati beniamini del pubblico italiano. Un successo bissato con “Alvaro piuttosto corsaro”, “Tobia la candida spia”, “Un paio d’ali”, girando per i teatri di una Italia desiderosa di svago e divertimento.

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Rascel cantante

Si cimentò nel cinema con i suoi personaggi senza tralasciare ruoli più impegnati come ne “Il cappotto” (tratto da un racconto di Gogol’) con la regia di Alberto Lattuada e “Policarpo ufficiale di scrittura”, diretto dal torinese Mario Soldati. Rascel fu anche protagonista di una grande e commovente interpretazione nei panni del mendicante cieco Bartimeo nel “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli.

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Renato Rascel nei panni di Padre Brown

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Un primo piano di Renato Rascel

Rascel scrisse anche molte canzoni, alcune delle quali riscossero un successo che varcò i confini nazionali entrando a far parte del nostro repertorio popolare come “Arrivederci Roma”, “Romantica” ( con la quale trionfò al Festival di Sanremo nel 1960), “Te voglio bene tanto tanto”, “E’ arrivata la bufera”. I ragazzini della mia generazione lo ricordano in televisione con la veste talare del protagonista de “I racconti di padre Brown”, sceneggiato prodotto e messo in onda dalla Rai nel 1970. Risale a quello stesso anno la sua ultima interpretazione in una commedia musicale di Garinei e Giovannini (Alleluja brava gente) dove Rascel ebbe l’onere di sostituire all’ultimo istante il famosissimo Domenico Modugno con un giovane Gigi Proietti, pressoché sconosciuto al pubblico.

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Rascel con Giacobetti, Chiusano e la Mannucci del Quartetto Cetra nel 1970

Una carriera lunga e ricca che lo vide al tempo stesso innovatore e rappresentante autentico della storia nobilmente popolare della commedia italiana. Una vicenda umana e artistica che, ancora oggi, molti ricordano con affetto e riconoscenza.

Arridatece Shakespeare! Fino al 14 luglio “Prato Inglese” al Carignano

Un giorno, sul finire del millennio scorso, si dice dopo aver visto “Romeo + Giulietta” di Baz Luhrmann, Keira Knightley chiese alla mamma Sharman Macdonald di mettersi a scrivere un sequel, ovvero quel che potesse essere accaduto ai veronesi Capuleti e Montecchi, famigliari e amici, una volta seppelliti all’interno della cripta i giovani e sfortunati amanti e una volta siglata dal principe Escalo la pace dentro le mura della città. Dalla figliale proposta nacque “After Juliet”, un testo dove di pace si assaporava ben poco, dove quanti avevano avuto in passato con le spade la mano facile continuavano nel loro passatempo di alterchi e gazzarre più o meno sanguinose, dove la città scaligera, a guardarla con occhio contemporaneo, diventava facilmente il terreno periferico di Edimburgo o di New York, di Liverpool o di Dublino, dove con un felice guizzo prendeva forma e importanza di protagonista quella Rosalina che negli iniziali sogni occupava il cuore e la mente del bel Romeo ma che poi doveva come sappiamo cedere il passo. Certo, una tregua esiste, secondo le direttive del principe, ma il fuoco continua a covare sotto la cenere. C’è spazio per un approccio amoroso tra Benvolio e Rosalina, che mostra un carattere felino sempre irruente e pronto al bisticcio, c’è spazio per le trame di Valentine, il fratello gemello del fu Mercuzio, c’è il buon Petruccio, fratello di Tebaldo, che vorrebbe vivere in pace. Mentre il tribunale, nel processo che è seguito alla morte dei due ragazzi, sentenzia l’esilio per la nutrice e il patibolo per lo speziale che ha fornito il veleno, Benvolio sventa un duello che già vede Rosalina e Valentine con le armi in pugno.

In questa quotidianità sempre vissuta sul filo del rasoio, si costruisce “una favola moderna che parla di amore e di odio, di speranza e di redenzione”, sottolinea Filippo Dini nelle sue note di regia. È lo specchio di un odio che continua, che passa di padre in figlio, di un passato che ritorna, che continua senza che abbia il benché minimo sospetto di voler cambiare, è una quotidianità in cui s’arrabatta una gioventù malconcia e sulla perenne difensiva, è l’attesa del nemico e dell’agguato. Ma anche dei ricordi, delle sensazioni non colte, di un amore gettato via. Ma “After Juliet” è anche la sponda opposta del precedente shakespeariano, è l’annullamento del verso e del linguaggio alti, è il contemporaneo trascinato via senza guizzi e convinzioni, pallidamente (ti verrebbe quasi voglia come Romeo di dire “taci, taci, Mercuzio, taci!, tu parli di niente”), è la presenza di personaggi e di fantasmi che hanno la medesima consistenza vana del testo, dove i fatti riempiono la pagina e la scena senza tuttavia convincere, senza creare l’orizzonte di un sentimento, di un coinvolgimento. Affacciandosi a un certo momento nei 100’ dello spettacolo anche una leggera noia. Insomma un testo di cui non s’avvertiva la mancanza. Il segno positivo, vivaddio, è quello di fare la conoscenza, tra i tanti maturandi degli allievi della Scuola del Teatro Stabile torinese che popolano il dittico di “Prato Inglese” (sino al 14 luglio sul palcoscenico del Carignano), di una giovane attrice (definiamola pure così, ne ha i meriti), della sua maturità e della sua autenticità: si chiama Maria Trenta, interpreta Rosalina, lo fa con rabbia e con candore e con tutto il rimpianto del tel tempo passato, svolge un primo monologo in primo luogo in maniera eccellente, è forte di toni e di riflessioni, sicura, una bella prova, un inizio che si spera possa arrivare ad altri titoli, ad altri palcoscenici.

Quel che è andato peggio è il “Romeo e Giulietta” visto la sera precedente. È il biglietto di commiato di Dini, in definitiva partenza e chiamato oggi a reggere le sorti dello Stabile Veneto, che ci regalato spettacoli apprezzati e di buon se non eccellente successo, come “Così è (se vi pare)”, “Misery”, “Ghiaccio”, un grande “Crogiuolo” di Miller e un altrettanto convincente “Osage County”, spettacoli che ce lo hanno fatto apprezzare, magari discutere, ma sui quali s’è sempre dovuta riconoscere una grande onestà drammaturgica e fattiva. In ultimo, siamo incappati in Shakespeare, ahimè il povero, sbrindellato, biecamente attualizzato, pieno di soluzioni e di peccati (gravi) di regia che lasciano il segno e lo spettatore stupefatto e sempre più brancolante nel buio. Se hai per le mani il testo più, magari sto pronunciando una parolaccia?, etero di tutti i tempi, un ragazzo e una ragazza che s’incontrano e si amano e vanno incontro alla morte, perché – e non è un discorso omofobo! – devi sottrarre a Romeo i tratti di quel ragazzo per affidarli a un’interprete femminile, con una scelta che appare tra lo scaltro e il forzato e il fasullo, e non è né giusta né coerente quella scelta, e pensare proprio in un’occasione come questa a una relazione omosessuale. Perché la nutrice deve essere nata sotto il cono fumante del Vesuvio, perché obbligatoriamente mostrare i giovani veronesi come esempi di gang metropolitane, in continuo assetto di guerriglia, in tute mimetiche, con spadoni e pietre con cui fracassate il cranio. Perché assoldare i palchi del Carignano per travestirli da lontano balconcino di Giulietta, perché imporre i giovani attori a urla estenuanti e continue anche se al momento non se ne vede la necessità (pure frate Lorenzo sbraitante?). Perché, tutti in proscenio, ultima ciliegina, con accesi toni drammatici e un gran numero di feroci colpi sul petto, intonare la marcia di Topolino che “solo tu puoi capir i mille e mille sogni di un bambin”. Se ne esce come gatti arruffati, ti rendi conto che di tutta la poesia trovata benissimo in altre precedenti messinscena nemmeno risalenti a chissà quando non ne siano restate che delle briciole, che ti rimanga soltanto il rumore e la carneficina assordanti della guerra. Non credo che “Romeo e Giulietta” sia soltanto questo. I giovani attori ce la mettono tutta, i più con diligenza e molti con passione, se non convince la debole Giulietta di Martina Montini il Romeo di Alice Fazzi tenta di esprimere irruenza e atteggiamenti più consoni ad una personalità maschile, il Mercuzio di Iacopo Ferro ha le note il più delle volte giuste e forse il più convinto e convincente della serata pare il Capuleti di Samuele Finocchiaro – quando detta l’ultimatum alla figlia non c’è da stravolgere il testo e attualizzarlo visivamente, il messaggio esce sonoro e ben definito dalle parole che hanno più di cinquecento anni: mettono allo stesso modo i brividi -, unito alla consorte Hana Daneri.

Elio Rabbione

Nelle immagini, il regista Filippo Dini e un momento delle prove (foto di Luigi De Palma).