società- Pagina 210

Tempi difficili. Non è facile vivere senza rinunciare a pensare

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Gli italiani sono persone, non sono la massa  acritica cinese. Certo l’emergenza sanitaria ha un’assoluta priorità rispetto a tutto. Primum vivere deinde philosofari dicevano i latini e non a caso sono state colpite le istituzioni culturali e non, ad esempio, le palestre. Le prime chiuse e le seconde aperte, non si sa bene perché 

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Prima bisogna vivere o anche solo sopravvivere! Questo aspetto e’ assolutamente prioritario. Ma ci sono segni anche preoccupanti di una democrazia declinante che dovrebbero preoccuparci. L’affluenza al voto è stata a Roma di  poco più del  17 per cento. Una percentuale irrisoria che in altri tempi  avrebbe consigliato al vincitore di rinunciare al seggio per la scarsa rappresentatività elettorale. La democrazia è  infatti partecipazione, ma oggi gli italiani scelgono la cautela e quindi non vanno a votare.
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Malgrado il rinvio del referendum, che il governo non voleva rinviare, temo che le percentuali di partecipazione al voto regionale in Veneto e Liguria possano anch’esse ridursi ulteriormente rispetto al passato recente, quando comunque i votanti  si erano già  abbastanza ridotti. Il fatto che le due Camere si siano date un calendario di apertura di un solo giorno di riunione settimanale, riservata ai casi urgenti, dà il segno di un’emergenza democrazia piuttosto vistosa. Ci sono qua e là segni di conformismo ,di autocensura e forse anche di censura. Mi riferisco alla satira che in Francia è giunta a svillaneggiare la pizza e l’Italia alle prese con l’epidemia, ma solo a quella. Sul  Coronavirus non si scherza, ma sotto altri punti di vista la satira non dovrebbe di per sé  avere  dei limiti. Eppure il buon gusto e la responsabilità personale di chi fa satira dovrebbero prevalere. Vecchie discussioni, già legate alla satira  latina da Lucilio ad Orazio, che ritornano come nel caso drammatico di Charlie Hebdo ormai dimenticato  Ma non è solo questione di satira. La responsabilità richiama ad un dovere molto strano in democrazia, quello di evitare i dissensi e le polemiche che sono  invece il sale della democrazia. L’emergenza può sospendere il diritto al dissenso? E’ una domanda sulla quale bisogna riflettere. La polemica astiosa, la battuta avvelenata dalla faziosità va  sicuramente bandita ,ma il ragionamento pacato di chi si sente titolare del proprio cervello  va rispettato, anzi va considerato importante.
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Certi discorsi volti a zittire  io si sentii durante il rapimento  e il delitto Moro. Per fortuna fu una stagione breve e il dibattito riprese. Certo l’esempio cinese di vietare, di imporre, di ordinare si fa strada di fronte ad un virus che uccide. L’esempio del medico  cinese che avrebbe voluto dare l’allarme, arrestato e morto drammaticamente, resta l’emblema tragico di un regime totalitario che ha sposato un liberismo economico senza regole, ma resta tiranno. In Cina le persone singole non contano,conta la massa  acritica e forse neanche quella rispetto ad una oligarchia onnipotente che governa con il bastone, senza neppure far intravvedere la carota. In Italia va salvata la vita delle persone che tali debbono rimanere, sempre secondo i principi irrinunciabili della Costituzione.
Senza drammatizzare, con senso di responsabilità e  con la dovuta deontologia professionale la libera stampa deve essere libera di scrivere liberamente . Il triplice riferimento alla libertà non è una ripetizione fortuita, ma è voluto e indica una strada da percorrere sempre e comunque.
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Bisogna essere disciplinati, seguire le indicazioni che ci vengono impartite, ma non bisogna mai rinunciare al proprio spirito critico. Arriverei persino a citare Voltaire che pur  tra grandi grandi contraddizioni personali  ha testimoniato il valore della tolleranza, senza la quale il libero pensiero non può essere esercitato. Il timore di morire non deve renderci barbari. L’ esempio cinese attuale  appare, ai nostri occhi di occidentali nutriti di storia, di cultura  e di libertà, storicamente “barbaro“ , malgrado una remota, grandissima civiltà  cinese, addirittura precedente alla nostra. Ma certo il Primum vivere…  resta pur sempre un grande insegnamento della nostra cultura classica. Ed  è facile comportarsi di conseguenza. Molto più difficile vivere senza rinunciare a pensare.
scrivere a quaglieni@gmail.com

Eventi sospesi ma Polo del ‘900 e Museo della Resistenza aperti

Rimane aperto al pubblico il Polo del ‘900 (tutti i giorni dalle ore 9 alle 21, domenica dalle ore 9 alle 20) ma sospesi tutti gli appuntamenti in programma fino al 3 aprile

Garantite, invece, le funzioni ordinarie di biblioteche, sale lettura e Museo Diffuso della Resistenza, nel rispetto delle disposizioni in vigore.

In particolare, slittano a data da destinarsi tutte le iniziative previste per marzo. Un mese ricco di appuntamenti che avrebbe visto prendere avvio progetti di punta della programmazione 2020 del Polo del ‘900. Posticipato il progetto dedicato alla condizione femminile Donne, genere e generazioni; il Festival Settimana del Lavoro dedicato al mondo del lavoro e della formazione; la mostra Ritratti di cinema con le fotografie degli addetti ai lavori nelle sale cinematografiche piemontesi e il Festival G-days, organizzato dai ragazzi del progetto 900Giovani che avrebbe dovuto chiudere il mese. Rimandato anche Archivissima, il Festival degli archivi in partenza il 3 aprile, al Polo del ‘900.

 

Prorogata al 15 marzo, invece, la mostra “Biblioteca di Mario Lattes” che rimane aperta ad accesso gratuito, tutti i giorni, dalle 10 alle 19.30. Visitabile anche l’allestimento permanente del Museo Diffuso della Resistenza, da martedì a domenica ore 10 – 18, giovedì ore 14 – 22.

“Nonostante il periodo di incertezza in cui ci troviamo, il Polo del ‘900 rimane vivo e attivo – dichiara Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900 – Stiamo lavorando per riprogrammare e non perdere nessuna delle iniziative che avevamo in calendario a marzo. Anzi stiamo mettendo a punto nuove idee per alleggerire questo periodo di tensione che divulgheremo nei prossimi giorni. In più, sono disponibili più di 100 mila contenuti digitali nella nostra piattaforma digitale 9centRo per chi vuole studiare e approfondire e abbiamo appena lanciato un sondaggio online che permette la scelta fra alcune protagoniste femminili distintesi come giornaliste, artiste o imprenditrici cui verranno dedicati dei laboratori di lettura”.

 

Monopattini, la carica degli 86 mila

In città si aggirano più o meno spericolatamente ottantaseimila utenti, con  una media di 3200 viaggi al giorno e circa 15 tonnellate di CO2 risparmiate, 2,5 km per utente, per un totale 448 mila km percorsi 

Sono  i dati dei primi 3 mesi del servizio di monopattini elettrici in sharing a Torino. Qui operano  7 gestori, quattro dei quali con  500 mezzi come  tetto massimo indicati dal bando comunale, gli altri tre gestiscono dai 280 ai 400 mezzi. L’assessora alla Mobilità Maria Lapietra ha annunciato anche modifiche al bando in base alle novità del  decreto Milleproroghe. Saranno realizzate aree con divieto di sosta per i monopattini in sharing nelle piazze auliche e nelle zone con affluenza pedonale molto elevata, lungo il Po, oltre a specifiche aree di sosta, con premialità per i clienti che le useranno.  Ad oggi sono iscritti  alle app 86 mila utenti dei quali il 22% donne.

“Marzo delle donne” in Cascina Roccafranca

In occasione dell’8 marzo, la Cascina Roccafranca propone un piccolo calendario di eventi organizzato dallo Spazio Donne. Il “Marzo delle Donne 2020” si terrà dal 6 al 19 marzo presso il  culturale e ricreativo situato in via Rubino 45 a Torino. Ingresso gratuito

 

ATTENZIONE: l’inaugurazione della mostra e la mostra stessa sono annullati, mentre gli altri appuntamenti si svolgeranno regolarmente

 

6 – 13 marzo   ANNULLATO
Mostra “Lavori in corso…collettivi d’arte”.
Mostra di quadri sulle donne e il lavoro eseguiti dai gruppi di pittura “Acquerello, olio e peperoncino”, “Artisti in erba”, “Kappartè – Sportidea”, “Pittori Valentino

6 marzo ore 18 ANNULLATO
Inaugurazione mostra “Lavori in corso…collettivi d’arte”
con la partecipazione del coro “Les chanteurs Union des Amis” del Folk Club di Torino

8 e 9 marzo a Torino
Sciopero femminista globale
per rifiutare la violenza di genere in tutte le sue forme. Per informazioni sul programma delle due giornate:
https://nonunadimeno.wordpress.comfacebook.com/nonunadimenotorino/

12 marzo ore 18
Nell’ambito di LeggerMente
, progetto di promozione della lettura, presentazione del libro “Tina Anselmi” con la presenza dell’autrice Marcella Filippa

19 marzo ore 21
Le streghe della notte
. Spettacolo teatrale sulla storia di un gruppo di aviatrici volontarie russe che durante la Seconda Guerra Mondiale pilotarono piccoli e pericolosi aerei in spericolate missioni contro i nazisti. A cura di Ars in Corde – Lo Scatolino

INGRESSO GRATUITO

A cura di Spazio Donne Cascina Roccafranca , Gruppi di pittura della Cascina Roccafranca, Ars in Corde – Lo Scatolino

 

Per info: Cascina Roccafranca, via Rubino 45 – Torino

tel. 011 01136250 – www.cascinaroccafranca.it

 

Mirafiori, la sindaca in visita a proGIreg

Nel pomeriggio di mercoledì, Chiara Appendino ha fatto una visita tecnica a Mirafiori ad alcuni luoghi emblematici di proGIreg, il progetto finanziato dalla Commissione Europea per sperimentare soluzioni basate sulla natura per la rigenerazione urbana di aree postindustriali in Europa e in Cina, accompagnata da Alberto Unia, Assessore all’Ambiente, e dai tecnici di ogni reparto comunale deputato.

 
Torino, nello specifico nel quartiere Mirafiori, è l’unica città italiana in cui sono organizzati i Living Lab di proGIreg. Le altre città sono Dortmund (Germania), Zagabria (Croazia) e Ningbo (Cina), città all’avanguardia nella rigenerazione urbana in cui vengono sperimentate infrastrutture verdi e 8 tipologie di soluzioni basate sulla natura (“nature based solutions”), che possono svolgere un ruolo importante nella vita urbana quotidiana
 
I luoghi visitati a Mirafiori sono stati il cantiere di Orto WOW, in cui OrtiAlti ha progettato un tetto verde, un giardino per gli insetti impollinatori in cassone ed alcune arnie per rigenerare, con la partecipazione attiva dei cittadini, la vecchia fabbrica di macchine agricole di via Onorato Vigliani 102 per la nature based solution 5 “pareti e tetti verdi”.
 
Poi la visita si è spostata nell’area di sperimentazione di nuovo terreno fertile rigeneratonature based solution 2 “new soil”, dedicato alla silvicoltura tra gli orti circoscrizionali e il Mausoleo della Bela Rosin, a cura di Dual e Environment Park.
 
Lultima tappa è stato Orti Generali, il parco di 160 orti urbani e 3 ettari di attività di riqualificazione urbana sul torrente Sangone, con city farm, apiari e orti collettivi in cui i cittadini da un anno possono sperimentare la nature based solution 3 “Social garden – orti urbani di comunità”, a cura di Associazione Coefficiente Clorofilla. 
 
Sono partner del progetto, oltre a Città di Torino, anche Fondazione della Comunità di Mirafiori, Politecnico e Università di Torino e i numerosi dipartimenti coinvolti, Environment Park, Dual e terze parti che collaboreranno fino al 2023 allo sviluppo di infrastrutture verdi.  Nelle 36 azioni di proGIreg scienziati, ricercatori, progettisti lavorano insieme ai cittadini di ogni età per creare, provare e migliorare le soluzioni per rigenerare le città.
l progetto proGIreg implementa nel quartiere Mirafiori di Torino e nelle altre città europee installazioni sperimentali “nature based solutions”, come la messa a punto e l’utilizzo di pareti e tetti verdi, nuovo terreno fertile, orti urbani gestiti collettivamente nelle scuole e tra le case, giardini per gli impollinatori e la realizzazione di corridoi verdi.
 
Chiara Appendino ha commentato: «Grazie a proGIreg, ho avuto modo di entrare personalmente in contatto con una serie di utilissime iniziative che creano valore aggiunto per l’intera comunità, unendo attenzione all’ambiente, al sociale e all’innovazione. Invito le cittadine e i cittadini ad informarsi e prendere parte a questi progetti che stanno animando sempre più Mirafiori.»

La 500 torna a stupire nella versione elettrica. E dopo 63 anni rilancia Mirafiori

E’stata presentata in anteprima mondiale a Milano  la Nuova 500, la prima vettura di FCA  full electric che si propone di rivoluzionare il mondo dei veicoli a zero emissioni

Dalla  prima generazione, quella degli anni Sessanta, la 500 torna a stupire. Fin dalle origini è stata un  fenomeno di costume  targato Torino.

Sempre sulla cresta dell’onda da  63 anni, ora potrà anche significare la rinascita di Mirafiori. L’autonomia della Nuova vettura arriva a 320 km con ciclo WLTP, grazie alle batterie Lithium-Ion con  una capacità di 42kWh.

L’India rifiuta i pasti agli italiani. La Farnesina invita ad arrangiarsi

“La situazione è in costante evoluzione e non è possibile fare previsioni di sorta. Le suggeriamo pertanto di tenere monitorato detto sito e di contattare la Compagnia Aerea prima della partenza per avere conferme sull’operatività dei voli.

 

Si informa altresì che rimane comunque demandata al singolo ogni decisione in merito al viaggio da intraprendere”. È la esauriente risposta della Farnesina ad una richiesta del tour operator CTC, relativa ad un gruppo di turisti attualmente in India. Poverini, i funzionari ovviamente. Hanno dovuto inventarsi una montagna di parole inutili per comunicare un solo concetto: “arrangiatevi”…

 

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Disciplinati e perplessi

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Ormai tutti gli ottimisti che hanno preso sottogamba il corona virus, tacciono perché  anche loro  sono impauriti. Chi ha preso sotto gamba il virus, e’ stato innanzi tutto  il governo che nel mese di gennaio  ha confuso il razzismo con i controlli sanitari preventivi, assumendosi una responsabilità storica terribile che lo condannerà  davanti al tribunale della storia, senza appelli

Oggi ci accorgiamo che anche il tanto celebrato sistema sanitario italiano potrebbe non reggere all’urto, persino nelle regioni del Nord. Il  Governo annaspa, è  diviso, fa una comunicazione sbagliata, contraddittoria, pasticciata, allarmista.
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Chiude tutte le scuole italiane, con un effetto  devastante a livello internazionale. Crea un comitato tecnico scientifico, ma non segue le sue indicazioni perché il comitato riteneva non utile, ai fini di contenere l’epidemia,  la chiusura delle scuole. Tutti siamo molto preoccupati. Condannare gli anziani agli arresti domiciliari è un gravissimo  indicatore di disperazione, di mancanza di progetti coerenti e adeguati per tutelare la salute degli Italiani.
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E’ auspicabile una crisi di governo? No. E’ opportuno andare ad elezioni? In questo momento no. Ma certo Conte si è rivelato poco affidabile e il ministro Speranza  quasi politicamente  inesistente. Siamo ormai quasi la dantesca nave senza nocchiere in gran tempesta. Un’ idea  retorica molto remota, tornata attuale. La mancanza di persone in cui aver fiducia crea gravissimi problemi in tutti i cittadini . Anche i militanti politici in privato sono in allarme. Certi  decreti e certe ordinanze sembrano purtroppo sempre di più alle gride   manzoniane. Certo, non c’è la peste come nel ‘600, ma non ci sembra di vivere in un paese avanzato e moderno come ci eravamo illusi.
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Lo stesso progresso diventa un mito. L’ economia è alla corde, il nostro patrimonio turistico è stato distrutto. Milano  ha perso i suoi primati, Torino, già in crisi da anni, è  boccheggiante e il sindaco è  diventato afono dopo aver parlato di una grande festa dopo il superamento  del contagio . Un’uscita improvvida. Anche certi apparati tecnici non entusiasmano. I tempi di Bertolaso sono lontani e forse neppure lui potrebbe fare miracoli. Nella scuola si vede la povertà politica del Governo. Le lezioni on line  sono   un’ improvvisazione dell’ultima ora. Solo il 10 per cento delle scuole ha esperienza in questo ambito. Il fatto poi che non si pensi al recupero delle lezioni perse in giugno appare un’altra assurdità .
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La ministra che dice che l’anno scolastico sarà comunque  valido fa della demagogia spicciola, direi sessantottina, quando le scuole erano bloccate dalla occupazione degli studenti. Un’ultima nota di sconforto: Camera, Senato e Quirinale annullano tutte le manifestazioni. Una scelta che all’ estero avrà una ricaduta devastante. Conte parla di timoni, ma i viaggiatori della barca  Italia sono allarmati proprio perché comprendono che il timone non  è nelle mani migliori, a voler essere gentili.  Stiamo vivendo  una tragedia italiana. Cerchiamo di essere comunque disciplinati perché questo ci impone l’ essere  dei buoni italiani. Ma nessuno può imporci di essere sereni  e fiduciosi.

Le nuove date al Centro Congressi dell’Unione industriale

Il recente Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, emesso il 1 marzo 2020, riporta direttive e misure di prevenzione da adottare per tutti i luoghi pubblici, compreso il Centro Congressi

 

Riceviamo e pubblichiamo / A tal proposito – emersa la volontà comune di riprendere gradualmente la normale attività quotidiana della città, pur mantenendo sempre una certa attenzione nei confronti della salute dei cittadini – il nostro Centro Congressi ha ripreso la propria attività lunedì 2 marzo 2020, rispettando accuratamente le indicazioni preventive in materia di contagio.

 

Per quanto riguarda i cicli culturali – per ragioni di efficienza organizzativa – sono rinviati gli incontri dei Caffè Letterari di lunedì 2 marzo e gli Appuntamenti del mercoledì mattina di mercoledì 4 marzo.

In particolare, la presentazione del libro di Marilù Oliva dal titolo “L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre” verrà posticipata a lunedì 6 aprile, sempre alle ore 15.00.

L’appuntamento del mercoledì mattina dedicato a Giulio Einaudi, ospiti Mimmo Fiorino a colloquio con Massimo Novelli e Franco Vaccaneo, sarà rimandato a mercoledì 1 aprile 2020, alle ore 10.00.

Salvo ulteriori imprevisti imputabili a nuove disposizioni delle Autorità competenti, il prossimo appuntamento sarà lunedì 9 marzo alle ore 15.00 con Elena D’Ambrogio Navone che, insieme a Gianni Oliva e Marco Castelnuovo, presenterà il recente libro “Le notti di Kos” nell’ambito dei Caffè Letterari 2020.

Mamma e lavoratrice, che stress

In occasione della Festa della Donna viene naturale una riflessione sulla condizione delle madri lavoratrici, tra diminuzione delle nascite e aumento diffuso dello stress. Che la soluzione sia l’home working?

 

Tra il 2011 al 2017, in Italia, quasi 170mila donne hanno lasciato il lavoro soprattutto per la difficoltà nel coordinare impegni di lavoro e famiglia, lo dice l’Ispettorato nazionale del lavoro. C’è chi ha la fortuna di avere nonni efficienti o chi può permettersi la baby sitter e quindi può continuare a lavorare seppur con qualche sacrificio; chi invece non ha alternativa per l’accudimento dei propri figli e si trova costretta a lasciare il posto di lavoro.

 

Secondo l’ultima ricerca svolta da Sitly, piattaforma specializzata nella ricerca di babysitter, il 72% delle mamme intervistate in Italia ammette che la conciliazione tra lavoro e famiglia è possibile, ma non è semplice, anzi. Così anche quelle mamme che scelgono di conservare l’occupazione non riescono a trovare un proprio equilibrio personale. Secondo il Household Longitudinal Survey (il più grande sondaggio di questo tipo mai realizzato in Inghilterra) è risultato che le donne lavoratrici con figli mostrano livelli di stress più elevati del 18% rispetto alle donne senza figli. E il 34% delle mamme coinvolte nella ricerca di Sitly ha ammesso di essere fortemente stressato.

 

Denatalità

Non c’è da stupirsi se la denatalità è un processo più che mai attuale nel Bel Paese: 116mila nati in meno in Italia, nel 2019, dai dati Istat di recente pubblicati.

I fattori che aumentano il ‘fertility gap’, cioè la differenza tra quanti figli una madre desidererebbe e quanti figli ha realmente, sono la disoccupazione, così come il grado di istruzione, ma anche la difficoltà nel conciliare impegni famigliari e professione. Dalla ricerca Beaujouan/Berghammer i risultati emersi in Italia sono preoccupanti: le donne italiane vorrebbero quasi 2,1 figli a testa ma ne hanno 1,4. Cercare di andare in aiuto alle donne lavoratrici potrebbe essere uno dei tasselli per contrastare il fenomeno.

 

Stress lavoro-correlato

Secondo l’Accordo europeo del 2004, accolto nel nostro Paese da un Accordo interconfederale del 2008, lo stress lavoro-correlato assume, a livello internazionale, europeo e nazionale, la connotazione di ‘oggetto di preoccupazione sia per i datori di lavoro, sia per i lavoratori’. Nessun luogo di lavoro e nessun lavoratore può essere considerato immune dallo stress. Un tema che non dovrebbe essere sottovalutato dunque soprattutto quando si parla di mamme, donne, lavoratrici.

 

Lo smart working è la soluzione?

Per i ricercatori della Household Longitudinal Survey né il lavoro da casa né quello flessibile hanno effetti benefici sui livelli di stress delle mamme lavoratrici: la diminuzione dello stress, da questi studi, è da correlare soprattutto al numero di ore lavorative, oltre che alla possibilità di godere di aiuti esterni, al supporto del partner,, al numero dei figli da accudire.

 

L’80% delle mamme intervistate da Sitly ritiene però che sarebbe la flessibilità dell’orario di lavoro (che lo smart working garantisce) il primo aiuto contro il loro stress.

Anche l’esperienza dello smart working di cui molte multinazionali si stanno facendo promotrici mette in evidenza come il/la dipendente risparmi tempo, veda diminuire le spese per pranzo e benzina, riesca a conciliare meglio il lavoro con la famiglia, riducendo così lo stress. Infine, il suo essere essere più motivato porta una ricaduta positiva sull’azienda con l’aumento della produttività.

 

Un caso pratico

Da una ricerca Eurostat, nel 2018 il 5.2% degli occupati all’interno dell’UE di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha lavorato da casa. Alzano la media Olanda e Finlandia, con il 14% dei lavoratori che trasformano la casa in ufficio; seguono Lussemburgo e Austria. L’Italia è sotto la media, con il 3,6%, così come la Slovacchia e la Repubblica Ceca.

Sitly è una realtà olandese nata nel 2009 e oggi presente in 13 Paesi del mondo. Quasi la totalità dei collaboratori (30 ad oggi) è composta da donne mamme e quasi la totalità ha un accordo di smart working. Proprio in Olanda, notoriamente all’avanguardia per tutto ciò che è il sostegno alla famiglia, si è sviluppata una realtà fortemente in crescita (+47% dei genitori iscritti al sito e +75% di babysitter registrate nell’anno 2019) e che sa supportare la donna nel suo essere lavoratrice.

 

Ps Viene naturale una postilla vista la situazione in cui versa il nostro Paese in questi giorni. Tante aziende hanno promosso lo smart working per i propri dipendenti per evitare spostamenti e occasioni di aggregazione. Che possa essere la prima occasione per testare i vantaggi di questa modalità lavorativa andando, seppur non come obiettivo primario, a supporto delle madri? Parlando della Cina, la rivista Bloomberg ha definito questa scelta ‘Il più grande esperimento di smartworking mai messo in atto’.