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Rete di archivi della collina, Chieri vince il bando

L’assessore Antonella Giordano: «Un portale ad hoc per valorizzare uno straordinario patrimonio culturale locale e rendere gli archivi accessibili ad un pubblico più ampio. Sfruttare le possibilità delle nuove tecnologie e raccontare storie facendo ‘parlare’ i documenti»

Il Comune di Chieri con il progetto «Rete di Archivi della Collina Torinese e del Chierese» si è aggiudicato il bando della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, ottenendo un contributo di 40mila euro.

Il progetto «Rete di Archivi» vede Chieri come Comune capofila, e coinvolge inizialmente i Comuni di Arignano, Baldissero Torinese, Chieri, Gassino, Mombello di Torino, Pecetto Torinese, San Raffaele Cimena, Santena, Trofarello, ma altri Comuni potranno aggiungersi successivamente.

Lo scopo è la valorizzazione e divulgazione dello straordinario patrimonio culturale rappresentato dagli archivi del territorio chierese, attraverso la creazione di un portale ad hoc, così da rendere le fonti archivistiche accessibili anche ad un pubblico meno specializzato, con importanti ricadute amministrative, di ricerca, didattiche nonché turistiche.

«Gli archivi conservano una ricchezza documentaria difficilmente eguagliabilenella zona del chierese e nei Comuni delle nostre colline troviamo significativi fondi comunali ma non solo-spiega l’assessore alla Cultura Antonella GIORDANO-ma non devono essere pensati come “depositi di conoscenze” utili solo agli storici e ai ricercatori. Serve un nuovo approccio al tema degli archivi in conseguenza del mutato scenario degli ultimi anni, sia in tema di adeguamento tecnologico, sia rispetto ai cambiamenti sociali ed economici dei territori».  «Sempre più spesso gli archivisti si trovano a dover sviluppare e realizzare nuove soluzioni finalizzate all’evoluzione dei servizi dedicati all’utenza, soprattutto in questi difficili mesi di lockdown e pandemia, ed è evidente come i servizi archivistici si debbano adeguare alle aumentate possibilità che tecnologia e nuovi bisogni emergenti comportano-dichiara Vincenzo TEDESCO, responsabile dell’Archivio Storico della Città di Chieri -Ad essere risultato vincente nel nostro progetto è stato sia l’approccio di rete (fondamentale in ambito culturale), sia la volontà di una reinterpretazione degli archivi, che non vuol dire solo digitalizzare i documenti ma raccontare storie facendo “parlare” i documenti e i loro protagonisti, ovvero creare una nuova narrazione in grado di raggiungere strati della società sempre più ampi».

Il progetto «Rete di Archivi della Collina Torinese e del Chierese» si pone un duplice obiettivo: da un lato, facilitare la partecipazione ampia della comunità scientifica nel contribuire allo sviluppo di servizi innovativi; dall’altro superare il limite della divulgazione selettiva e contribuire alla condivisione del patrimonio documentale a fini sociali, civici, culturali, anche in ottica strumentale verso ambiti quali la didattica, il turismo e lo sviluppo locale. Inoltre, consentirà di affrontare un problema presente in quasi tutti i Comuni, ovvero la mancanza di un archivista in organico.

Oltre alla realizzazione del portale generale, il progetto prevede riordini o risistemazioni fisiche degli archivi di alcuni Comuni (Gassino, Riva presso Chieri, Mombello di Torino, San Raffaele Cimena), la realizzazione di pagine web dedicate agli archivi di ciascun Comune aderente, la digitalizzazione di documenti significativi, la pubblicazione di storie e percorsi tematici sui singoli siti degli archivi comunali, con testi ed immagini evocativi di storie di rilevanza locale e territoriale.

La Regione ringrazia il mondo del volontariato

“Oltre a rivolgere un plauso ed un ringraziamento alle 275.000 associazioni di volontariato italiane, voglio comunicare una splendida notizia: grazie all’intervento delle Regioni, l’art.108 del disegno di legge di Bilancio, con cui il Governo avrebbe pesantemente colpito il Terzo Settore, è stato soppresso.

Eliminata una penalizzazione ingiusta”: in occasione della Giornata dedicata al ricco e variegato mondo di coloro che quotidianamente si prendono cura degli altri in molti settori della vita pubblica tramite associazioni e organizzazioni no profit, l’assessore regionale al Welfare Chiara Caucino commenta così il risultato conseguito grazie alla decisione assunta unanimemente nei giorni scorsi in sede di Commissione Politiche sociali della Conferenza delle Regioni, alla quale ha preso parte insieme a tutti gli assessori regionali, finalizzata a neutralizzare l’articolo 108 della legge di bilancio che riguardava l’adeguamento della normativa in materia di Iva, che avrebbe arrecato aggravi intollerabili per la gestione della nuova fiscalità.

“Questo odioso articolo – ricorda l’assessore – avrebbe messo concretamente a rischio l’attività di migliaia di associazioni di volontariato, imponendo ad esse più burocrazia e maggiori costi. Su proposta di Regione Lombardia, condivisa da tutti, si è deciso di chiedere al Governo di intervenire con la cancellazione di quanto previsto da tale articolo, affinché l’attività meritoria svolta dal Terzo Settore non venisse ingiustamente e colpevolmente compromessa. Sono lieta che questa battaglia sia stata combattuta da tutte le istituzioni regionali, al di là dell’appartenenza politica, perché si è trattato di contrastare una decisione sbagliata e pericolosa assunta nei confronti proprio di coloro che, con la loro opera quotidiana, hanno contrastato durante la pandemia l’aggravamento della crisi sociale del nostro Paese. Non è pensabile che, anziché dire loro grazie, li si possa penalizzare”.

“La Regione Piemonte – conclude Caucino – ringrazia in modo sincero le 3.300 organizzazioni di volontariato, le oltre 600 associazioni di promozione sociale, articolate in modo capillare nei diversi territori, e le quasi 300 fondazioni di origine non bancaria a cui i cittadini si rivolgono con fiducia per ottenere aiuto. Si tratta di un modello a cui guardare con rispetto e ammirazione, che merita tutto il sostegno possibile da parte delle Istituzioni”.

 

Chi era Marida Recchi, grande torinese scomparsa a 103 anni

Nella sua bella casa della Crocetta andavano a trovarla Gianni Agnelli, Bettino Craxi e Giulio Andreotti. Conosceva di persona Kennedy, Gheddafi e tanti altri personaggi della politica, dell’industria e della cultura mondiale

È morta ieri Marida Recchi, una vera signora dell’impresa e della filantropia: aveva 103 anni.  Era nata l’11 novembre 1917 proprio a Torino. Nel 1941, sposa Giuseppe Recchi, e inizia a seguire la vita dell’impresa Recchi, grande realtà delle costruzioni, nel suo sviluppo in Italia e all’estero, artefici e di importanti strade, centrali idroelettriche, opere portuali, edili e civili.

Ma Marida Recchi, definita dai giornali “regina senza corona”si è concentrata in particolare su una grande  attività benefica e assistenziale.

Non si è mai curata troppo delle vicende politiche torinesi, ma ha sempre amato la sua città mantenendo il classico profilo di riservatezza “sabaudo”. Amante dell’arte e generosa benefattrice è stata attiva fino agli ultimi giorni della sua vita.

Le vignette di Mellana

Dopo la  morte di Maradona  è andato in scena il solito copione: la caccia al colpevole.  

Com’è che quando muore uno ricco e/o famoso subito dopo parte lo sceneggiato?

Semplice, il cordoglio dura tre giorni circa, le insinuazioni, le allusioni, le maldicenze, le illazioni, le indiscrezioni e le malignità anni e anni e

fanno vendere libri, giornali, riviste, fiction e film.

Non si parla ancora adesso, ciclicamente, di come siano state assassinate Marylin Monroe e Diana Spencer? E della morte di Michel Jackson,

Elvis Presley o Marco Pantani quante versioni sono già fiorite?

Poi, quando uno non ha nessuna  intenzione di morire, lo si fa morire a sua insaputa, vedi  Paul Mc Carteney, per esempio.

Comunque tranquilli, Maradona non è morto.

Semplicemente si è eclissato per i debiti che aveva con il fisco di mezzo mondo e perché non ce la faceva più a dover mantenere 88 figli e

vedrete quanti se ne aggiungeranno ancora.

Tra qualche mese ne sapremo di più, me lo ha garantito un amico, quasi geometra, che giura di aver calcolato, con assoluta precisione,

la superficie della terra dopo essere riuscito a misurare i lati del rettangolo da cui è formata.

Claudio Mellana

Ikea dona 1800 pasti e prodotti alimentari alle famiglie in difficoltà

Un progetto che, in occasione del Natale, ha coinvolto Banco Alimentare

Il 2020 è stato un anno senza precedenti e in un anno come questo il Natale può assumere un significato ancora più importante.

Il desiderio è che grazie a semplici gesti possa diventare un momento di vicinanza e condivisone anche con le persone più vulnerabili in questo momento. Così IKEA Italia ha deciso di coinvolgere tutti i suoi co-workers in un progetto di donazione di prodotti alimentari, con il supporto di numerose associazioni nazionali e locali.

A Torino i co-workers di IKEA hanno dedicato parte del loro orario di lavoro alla preparazione di  1.800  pasti caldi e 850 pacchi con prodotti alimentari natalizi che, grazie a Banco Alimentare, verranno distribuiti in città.

Banco Alimentare si occuperà della distribuzione dei pasti caldi e dei pacchi con i prodotti alimentari.

Il Planetario di Torino a casa tua con il progetto di Fondazione CRT

Un gruppo di studenti del Corso di Alta Formazione Talenti per il Fundraising della Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino) ha realizzato il canale di divulgazione scientifica ‘infini.to@home Racconti del cielo’ per portare nelle case dei cittadini l’esperienza della visita al Planetario di Torino.

Con la campagna di raccolta fondi, attivata su Rete del Dono, viene lanciata l’offerta di  Membership per “esplorare insieme lo spazio” da casa e in modalità digitale. Un’esperienza virtuale di tutto ciò che si può scoprire visitando il Planetario Di Torino che sta vivendo un momento difficile a causa della pandemia: https://www.retedeldono.it/it/infini-to-planetario-di-torino/explore-together.

Rete del Dono è la piattaforma di crowdfunding leader per la raccolta di donazioni online a favore di progetti d’utilità sociale ideati e gestiti da organizzazioni non profit (ONP).

Segnali d’Italia a Torino diventa l’Energia del Cambiamento

Il progetto di IGPDecaux, leader italiano della comunicazione esterna, ed Edison, tra i maggiori operatori energetici del Paese, racconta storie poco conosciute di iniziative non profit e di interesse sociale che hanno evoluto e stanno cambiando il terzo settore torinese.

L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Torino, dopo le tappe di Parma, Napoli e Milano, giunge quest’anno nel capoluogo piemontese. A partire da metà dicembre 5 realtà straordinarie di Torino saranno infatti valorizzate, grazie alle immagini e ai volti delle persone che le hanno rese possibili, attraverso una campagna di comunicazione in metropolitana, nell’arredo urbano, sui mezzi di trasporto del capoluogo piemontese, sui social media e con attività di media relations su mezzi di comunicazione regionali e nazionali.

La prima fase di Segnali d’Italia Torino è iniziata a metà ottobre: la redazione di Torino de La Stampa, media partner dell’iniziativa, ha selezionato 15 iniziative del territorio legate alla rigenerazione urbana, alla riconquista degli spazi verdi, alla sostenibilità sociale e ambientale, all’innovazione tecnologica e digitale con impatti socialmente utili, al benessere e alla salute delle persone, all’arte e alla cultura. Ogni settimana queste storie sono diventate protagoniste delle pagine del quotidiano descrivendo al pubblico realtà poco note, ma meritevoli di essere conosciute.

Partendo da queste 15 storie sono state selezionate le 5 che saranno protagoniste della campagna di #segnaliditalia Torino – L’Energia del Cambiamento per raccontare l’impegno sociale dei cittadini e il loro contributo concreto per aiutare il territorio. Storie come la Cooperativa Speranza di Candiolo, una società agricola che alleva mucche e realizza biogas dagli scarti di produzione, con il quale riscalda il vicino istituto di ricerca sul cancro e fornirà carburante per oltre 50 camion. Un team di giovani torinesi ha creato invece WeGlad, un’applicazione che trova i percorsi cittadini più sicuri per persone con disabilità e non solo. È una piattaforma basata sulla collaborazione degli utenti, che segnalano la presenza di ostacoli temporanei o barriere architettoniche come gradini, assenza di rampe e automobili sulle strisce pedonali. Un’altra storia protagonista di #segnaliditalia Torino è quella dell’Associazione Arteria Onlus, attiva nel recupero delle ragazze e dei ragazzi NEET (Not in Education, Employment or Training) tra i 16 e i 29 anni dei quartieri di Porta Palazzo, Aurora e Barriera di Milano: l’obiettivo è quello di intercettare questi giovani per orientarli verso percorsi professionali e di studio. Per favorire l’inclusione sociale e lottare contro le disparità, anche di genere, l’associazione Articolo 10 Onlus con il sostegno della Fondazione Kering ha creato la start-up torinese Colori Vivi, un progetto di sartoria che permette a donne migranti di lavorare realizzando capi di abbigliamento femminili di alta qualità, creando una community anche con i clienti. Nell’ottobre 2015, dopo la ristrutturazione di uno stabile di 3.000 mq, è nata infine Housing Giulia, una struttura sociale voluta da Opera Barolo e dall’impresa sociale Co-Abitare che accoglie quasi 100 persone in temporanea difficoltà in 48 unità abitative. È anche un luogo di incontro con artisti italiani e internazionali, che a volte lasciano traccia del loro passaggio con opere e installazioni che rendono gli spazi più confortevoli.

L’edizione piemontese di Segnali d’Italia si arricchisce inoltre con Segnali d’Italia chiama Torino, un bando per finanziare i migliori progetti sociali da realizzare per la città. Si apre così una chiamata per il terzo settore torinese dedicata ad associazioni non profit, imprese e comitati cittadini che hanno un’idea socialmente rilevante per aiutare il territorio. A favore dei 3 migliori progetti Edison stanzierà 15.000€ ciascuno e IGPDecaux riserverà altri 15.000€ a ognuno in spazi pubblicitari. Le iscrizioni a Segnali d’Italia chiama Torino saranno aperte dal 10 dicembre fino al 10 febbraio tramite la piattaforma digitale ideatre60 di Fondazione Italiana Accenture oppure attraverso il sito www.segnaliditalia.it.

“Per Edison ‘fare impresa’ significa agire con responsabilità a sostegno delle comunità in cui opera e aiutarle a perseguire uno sviluppo sostenibile – dichiara Cristina Parenti Senior Vice President Relazioni Esterne e Comunicazione di Edison – “Dopo la positiva esperienza milanese con il ruolo di main partner del progetto, abbiamo deciso con IGPDecaux, ideatore e promotore dell’iniziativa,  di portare Segnali d’Italia a Torino producendo insieme il progetto, perché per noi questa città e la sua regione sono come una seconda casa dove, tra l’altro, operano oltre 800 persone della nostra azienda. Segnali d’Italia offre un’opportunità concreta a tutte quelle realtà che lavorano per il progresso sociale ed economico del territorio, uno dei maggiori protagonisti dello sviluppo del nostro Paese. Siamo anche particolarmente grati alla Direzione e alla redazione torinese de La Stampa che ha dato un contributo fondamentale alla diffusione del progetto nel suo territorio.”

“Lo scopo di IGPDecaux è quello di migliorare la qualità di vita nelle città senza costo per i cittadini – spiega il Presidente di IGPDecaux Jean-Sébastien Decaux – questo avviene grazie alla pubblicità inserita negli elementi urbani di pubblica utilità. Segnali d’Italia nasce così dalla volontà di censire, raccontare e valorizzare le energie positive delle città, mostrando come l’impegno di una persona e di un’iniziativa possano migliorare significativamente la vita quotidiana di un quartiere. Più che mai in questo periodo storico, le città stanno vivendo grandi problemi, ma mostrano al contempo di essere una fonte continua di nuove proposte per migliorarne la vivibilità, la solidarietà e l’inclusione”.

“Segnali d’Italia è un progetto che ben coglie l’energia del cambiamento generata dalla visione dell’innovazione sociale e dei suoi impatti per la città di oggi e di domani – dichiara l’Assessore all’innovazione di Torino Marco Pironti -. Grazie a una tradizione importante sia per quanto riguarda l’innovazione sia per quanto concerne il terzo settore, e in particolare per le attività non-profit, Torino si distingue anche e soprattutto per le tante storie positive che ispirano e che hanno grande merito di essere raccontate”.

La campagna Segnali d’Italia Torino – L’Energia del Cambiamento è realizzata da IGPDecaux ed Edison, in media partner con la redazione de La Stampa Torino. Collaborano al progetto Fondazione Italiana Accenture e Fondazione Sodalitas. Advisor della comunicazione e organizzatrice del bando è l’agenzia di comunicazione The Round Table, mentre il fotografo è Alessandro Albert.

Google premia il lavoro del “Torinese”

E’ un riconoscimento al lavoro giornalistico al tempo del Covid, quello che “Il Torinese” ha ricevuto  da Google, attraverso il  Journalism Emergency Relief Fund, il fondo per l’emergenza che il motore di ricerca più noto al mondo ha costituito durante il lockdown per sostenere chi si occupa di informazione locale.

Un progetto che coinvolge tutto il globo. Le testate locali, dice  il direttore delle news di  Google Richard Gingras nel presentare l’iniziativa «sono una risorsa vitale per mantenere connesse nel migliore dei modi le persone e le comunità».

Aggiunge Riccardo Terzi,  Google Head of News & Publishers Partnerships, Italy & CEE: «Google si interessa al giornalismo locale per diversi motivi,  come l’innovazione di prodotto, la ricerca di nuovi modelli di business e  la gestione dei dati. E’ alla ricerca di soluzioni e nuovi strumenti per sostenere un giornalismo di qualità. Poiché le risorse per l’innovazione non sono sempre alla portata di tutti, la società ha deciso di investire proprio su questo a diversi livelli, anche su realtà molto locali ma che rappresentino esperienze di qualità».

Una iniziativa che, al di là dei fondi riconosciuti, che se non cambiano le sorti di una realtà editoriale sono comunque molto preziosi,  rappresenta soprattutto un segnale di attenzione – forse l’unico finora manifestatosi -nei confronti di piccole testate che cercano di offrire un’informazione il più possibile completa ai  cittadini su quanto sta accadendo in questa difficile fase.
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Un segnale che ci si aspetterebbe da parte delle istituzioni. Appunto, e le istituzioni? Non pervenute.

Gli adeguamenti di privacy per le imprese

Fare impresa nel 2020 richiede attenzione verso molteplici campi e comporta per l’imprenditore fare anche i conti con numerosi adempimenti legali e fiscali. Tali adempimenti non sono sempre di facile e agevole comprensione, per quanto essi siano, molto spesso, di importanza centrale per uno svolgimento dell’attività che sia corretto e conforme alle norme di legge.

Tra questi adempimenti uno è in particolare all’attenzione delle aziende da ormai più di due anni: gli adeguamenti in materia di privacy. Vista la vastità e la complessità tecnica del tema, ci siamo rivolti allo studio legale e fiscale torinese “Lexchance tax & legal”, nella persona degli avvocati Elena Ferraris, Valentina Dicorato ed Enrico Autero, per chiedere loro lumi sulla materia. “Dal maggio 2018 – spiega l’avvocato Elena Ferraris – è entrato in vigore il regolamento dell’Unione europea n. 679/2016, meglio noto come “GDPR”, che ha rappresentato una grande svolta per la tutela dei nostri dati personali.

Il legislatore europeo con il GDPR ha, infatti, focalizzato l’attenzione sulle modalità di raccolta e di trattamento dei dati personali sia dei clienti sia dei dipendenti, da parte delle aziende; il predetto focus prescinde dal fatto che i dati vengano raccolti online (ad esempio sul sito aziendale) oppure nella vita reale”.
“Il dato, infatti – prosegue l’avvocato Valentina Dicorato – è considerato la moneta di scambio dell’era moderna e, per questa ragione, si è resa necessaria una tutela ad hoc, volta a regolamentare tanto il trattamento e la lavorazione “interna” quanto, e soprattutto, la “trasmissione o comunicazione” a terzi.
A seguito del sopra citato intervento legislativo, è dunque sorta l’esigenza per le imprese di rendere la propria organizzazione “compliance” (conforme) a quanto richiesto dal GDPR.
In prima battuta questi nuovi adempimenti possono sembrare numerosi, ostici e di difficile esecuzione; ciò, però, non corrisponde al vero, in particolar modo nel caso in cui si analizzi la normativa da una prospettiva propositiva, ovvero nell’ottica di trasformare l’adeguamento alla privacy come un’opportunità di crescita aziendale (oppure di incremento del business), affiancati da professionisti competenti.

Infatti, lungi dall’essere unicamente l’ennesimo “intoppo” burocratico, i nuovi accorgimenti in materia di privacy, siano essi relativi al sito internet, alla newsletter o all’informativa, possono trasformarsi in un ottimo biglietto da visita anche in ambito marketing”.
“Adottando, appunto – prosegue l’avvocato Enrico Autero – un’adeguata ‘privacy policy’ ( termine con cui si definisce l’insieme degli accorgimenti per il trattamento dei dati personali ) l’impresa potrà far comprendere al proprio cliente che i suoi dati sono al sicuro e, di conseguenza, egli sarà più invogliato ad acquistare il bene o il servizio offerto. E’ evidente come ciò rappresenti un’interessante opportunità per coniugare il rispetto della legge – il GDPR – all’incremento della propria reputazione.
Non da ultimo, vi è ancora un ulteriore rilevante aspetto da non sottovalutare; alle aziende virtuose dal punto di vista dell’adeguamento alla normativa privacy non sono applicabili le ingenti sanzioni stabilite dal GDPR.

In effetti, il mancato adeguamento alla normativa implica, per sé solo, la possibilità per l’azienda di essere sottoposta a sanzioni di natura amministrativa, parametrate da un lato all’entità della violazione e dall’altro al fatturato dell’azienda stessa. Non solo. I soggetti che si saranno resi responsabili della violazione, unitamente all’azienda, potranno risponderne anche in sede penale (o di responsabilità amministrativa dipendente da reato per l’azienda, ma sempre di fronte al giudice penale).
Pacifica, quindi, la necessità – e non solo l’obbligo – di rendere l’azienda adeguata ai principi dettati in materia di trattamento del dato personale, è opportuno che risulti altrettanto palese come, ad oggi, essere ’compliance’ alla privacy significhi anche, come rovescio diretto della medaglia, ottenerne un tornaconto a livello di sicurezza e soddisfazione del cliente/utente finale. Pertanto è evidente che l’adeguamento al GDPR, da intoppo burocratico dispendioso per le aziende, può e deve diventare l’opportunità da cogliere per migliorare e incrementare le proprie prestazioni (o il proprio business)”.

Mara Martellotta

Fuochi artificiali in arrivo, poveri 4 zampe!

Caro Direttore, anche in questo difficile momento per l’emergenza del COVID-19,  ci sarà chi penserà solo a far esplodere i fuochi artificiali

Il “Tavolo Animali & Ambiente”, costituito dalle maggiori sigle animaliste ed ambientaliste, è estremamente preoccupato per l’ormai insensata tradizione che, subito dopo la festa dell’8 dicembre, fa risuonare in città le esplosioni di botti, petardi e fuochi pirotecnici vari, nonostante che l’art. 9, comma 23, del “Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali in città”, il n. 320, ne sancisca ormai da anni il divieto assoluto di utilizzo su tutto il territorio comunale.

Tale usanza, peraltro alquanto stupida, pericolosa e priva di qualsiasi valida giustificazione, che si intensifica con l’approssimarsi del Natale, raggiungendo l’apice a Capodanno, è fortemente nociva non solo per tutti gli animali, ma anche per moltissimi cittadini, principalmente per quelli più fragili e sensibili ai rumori, quali gli anziani, i bambini piccoli e gli ammalati, specialmente in questo periodo di particolare situazione sanitaria.
Nonostante le limitazioni di orario per le uscite in vigore nelle festività, e in particolare per il Capodanno, che impediranno i festeggiamenti in piazza alla mezzanotte è immaginabile che le cattive abitudini si manifesteranno comunque, sia durante il giorno che la stessa notte di Capodanno, direttamente dalle abitazioni.

Così il “Tavolo Animali & Ambiente” ha chiesto alla Sindaca di Torino ed agli Assessori Unia e Sacco che l’Amministrazione comunale intraprenda, al più presto, una idonea campagna informativa dei cittadini sull’esistenza di tale divieto, attraverso tutti i canali ritenuti utili (giornali, televisioni, radio, manifesti, ecc.), di sensibilizzazione, specialmente dei più giovani, sui rischi che si corrono utilizzando i vari botti e, allo stesso tempo, attui anche un costante e capillare controllo, mediante la Polizia Municipale, sul commercio degli artifici pirotecnici, specialmente nelle aree mercatali, per impedire la vendita di quelli illegali.

È stato pure sottolineato che tutta questa preziosa attività preventiva deve essere affiancata anche da quella punitiva, da porre in essere di fronte a quei casi di chiara violazione del divieto, anche a seguito delle segnalazioni dei cittadini, per garantire a tutti di trascorrere le giornate in piena sicurezza, sicurezza che molto spesso viene messa a repentaglio da gesti sconsiderati ed irresponsabili di pochi soggetti.

Nell’occasione è stato anche chiesto al Sindaco della Città Metropolitana di Torino di valutare l’opportunità di sensibilizzare i Sindaci dei Comuni che ne fanno parte al rispetto dell’analogo divieto presente nei loro Regolamenti di tutela degli animali o in quelli di Polizia Urbana, ricordando loro che, qualora tale divieto non fosse contemplato in detti ordinamenti, possono far riferimento all’art. 703 del c.p. ed all’art. 57 del TULPS, che ne vietano l’accensione, senza apposita autorizzazione, nei luoghi abitati o nelle loro adiacenze o lungo una pubblica via o in direzione di essa e lo sparare mortaretti o congegni simili.

Il “Tavolo Animali & Ambiente”, che ha informato dell’iniziativa anche il Presidente della Regione Piemonte ed il Garante dei diritti degli animali del medesimo Ente territoriale, si auspica che le richieste vengano accolte al più presto.

Per il “Tavolo Animali & Ambiente”
Luciano Bauco
Rappresentante “L.I.D.A.”