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Coordinamento interconfessionale: Fedez può diventare il nuovo Grillo?

Se è vero che il governo Draghi è nato per la crisi dei partiti, il caso Fedez certifica ancora di più una politica senza visioni, morale ed etica. Una politica che si fa dettare i tempi da altri, insegue i problemi, diventando ostaggio di chi sa usare i media e sa far leva sui propri follower.

A questo punto è lecito chiedersi. Fedez può diventare il nuovo Grillo? E perché no? Siamo il Paese-guida della democrazia dell’intrattenimento, quello che per primo ha appaltato la democrazia allo spettacolo. Tredici anni fa un partito nacque dagli show di un comico e vinse le elezioni. Anche in Europa non va meglio: l’attore comico Volodimir Zelenskij, senza alcuna esperienza politica e un programma elettorale molto vago, ill 20 maggio 2019 è stato eletto presidente dell’Ucraina. Quindi, se è già successo, può succedere di nuovo.

Qualcuno ha fatto notare che Fedez vanta su Instgram un numero di follwers (12 milioni) superiore al  numero dei voti presi dal centrodestra alle ultime elezioni. Per non dire della moglie Chiara Ferragni che si conferma come l’influencer italiana più famosa con 23 milioni di follower. La centralità di Fedez si basa sulla nuova catena del valore: visibilità, consenso, royalties. La società Ferragnez (Ferragni/Fedez) oggi non vale meno di 60 milioni di euro. Chiara Ferragni sulla vicenda si è detta orgogliosa del discorso pronunciato dal marito-rapper sul palco del primo maggio, definendolo: “il nostro eroe internazionale”. Il caso Fedez-Rai ha trovato spazio su molti media in giro per il mondo. Addirittuta anche la sempre compassata Bbc ha dedicato un pezzo alla vicenda: “Italian rapper Fedez accuses state TV of censorship attempt” è il titolo del servizio, “Il rapper italiano Fedez accusa la tv di stato di un tentativo di censura”. Giusto per non farci mancare niente.


E come si è mossa la nostra politica? La sinistra si è schierata toto corde con l’influencer ed ha intimato alla Rai:”basta censura”. Ha seguito a ruota Giuseppe Conte, forse immemore di aver insediato lui la dirigenza attuale di viale Mazzini. La reazione del centro destra non è stata meno subalterna all’egemonia culturale di Fedez, solo opposta: gli hanno dato dello squadrista. Neanche l’arresto di Navalny in Russia e le centinaia di morti in Birmania avevano eccitato tanto l’amore per la libertà del nostro mondo politico. È del resto proprio la crisi della politica democratica che rende politico lo spettacolo.
La moneta che usa Fedez è del resto la stessa che usava Grillo: l’indignazione. Ce n’è sempre in abbondanza nelle nostre società, un gran numero di persone che pensano di vivere nel peggiore dei mondi possibili e che sanno perfettamente di chi è la colpa: dei loro avversari politici. Indignazione che è diventata il pane della politica. Tanto è vero che partiti che stanno insieme al governo, e dunque concordano sull’essenziale, diventano irriducibilmente nemici sui temi etici, quelli che per l’appunto consentono di indignarsi. Indignazione che s’accompagna spesso all’individualismo e alla indifferenza. La triade che sembra guidare i comportamenti del nostro tempo.
Si può naturalmente essere d’accordo con ciò che Fedez ha detto dell’omofobia e dei suoi propagandisti e dirlo da un palco sul quale è stato invitato. Lo si sarebbe con ancora maggiore entusiasmo se i difensori del diritto di parola di Fedez avessero usato la stessa energia nel difendere le canzoni di Povia, o la comicità di Pio e Amedeo.
E magari ricordandogli, visto che celebrava anche lui la Festa dei Lavoratori, che sarebbe stato eroico se fosse salito sul palco e avesse per esempio attaccato il livello dei lavoratori di Amazon, tenendo conto che ha un contratto enormemente milionario proprio con Amazon. Ma l’indignazione ha questo di speciale: è selettiva. Non ci si indigna mai contro quelli che la pensano come te.
Quello che è accaduto sul palco del primo maggio deve far riflettere su quanto la figura del politico sia in Italia così facilmente rimpiazzabile dall’influencer di turno.
In questo processo culturale e politico nasce un grande problema per noi credenti. Infatti, mentre non possiamo abdicare all’attività politica, dobbiamo fare i conti con atteggiamenti culturali ambigui e con posizioni ideologiche senza identità e valori. Dobbiamo insistere sulla necessità di dare un’anima etica alla vita democratica con un rapporto forte fra coerenza e rappresentanza politica. Per noi del Coordinamento Interconfessionale Piemontese la politica, le passioni e la fiducia nella vita sono gli ingredienti fondamentali con cui si concima il futuro, perchè oggi più che mai non è più il tempo delle urla, delle invettive, delle delegittimazioni via social, ma il è il tempo dei testimoni.

Giampiero Leo, Bruno Geraci, Younis Tawfik, Walter Nuzzo a nome del Coordinamento interconfessionale del Piemonte.

Ddl Zan, dibattito su Zoom con il “Pannunzio”

Venerdì 14 maggio alle ore 21 sulla piattaforma on line Zoom, il Centro “Pannunzio” organizza un dibattito sul ddl Zan in discussione al Senato.

Parteciperanno l’avv. M. Grazia Cavallo, la prof. Bianca Gaviglio, il prof. Pier Franco Quaglieni e il saggista Tito Giraudo.

Modererà la giornalista Mara Antonaccio, redattore capo del magazine on line “Pannunzio Magazine”.

(foto archivio)

Da Biraghi oltre 200 chili di prodotti in beneficenza

“L’Ora di Generosità”  L’azienda cuneese ha consegnato i premi non ritirati del concorso «Biraghi ti porta al Giro» all’associazione Dottor Maurizio Ferrero di Cavallermaggiore

 

Sono oltre 430 le confezioni di Biraghini Snack, 700 quelle di Gran Ricotta Super Cremosa e 40 le borse frigo donate dalla Biraghi S.p.A. all’Associazione Dottor Maurizio Ferrero “L’Ora di Generosità” di Cavallermaggiore, Onlus che opera sul territorio dal 2005.

 

La donazione arriva al temine del concorso a premi «Biraghi ti porta al Giro», organizzato dall’azienda cuneese, una tra le più importanti realtà italiane della trasformazione casearia, in occasione della 104esima edizione del Giro d’Italia: la Biraghi S.p.A. ha scelto, infatti, di devolvere tutti i prodotti non rivendicati e non consegnati all’associazione “L’Ora di Generosità” che si occuperà di condividerli con altre realtà di volontariato operanti sul territorio.

 

«La Biraghi è molto legata al proprio territorio e negli anni ha sempre cercato di mettersi a disposizione della comunità – spiega Claudio Testa, Direttore Marketing e Strategie Commerciali della Biraghi S.p.A. –. Crediamo, infatti, che sia importante dare un segnale di sostegno, intercettando le esigenze e fornendo un aiuto concreto a chi ne ha necessità. La donazione all’associazione “L’Ora di Generosità” ci consente di rivolgere ancora una volta lo sguardo a Cavallermaggiore e offrire un supporto a chi ne ha più bisogno».

 

«La donazione della Biraghi S.p.A. è un esempio concreto della vicinanza dell’azienda alla nostra comunità – dichiara Davide Sannazzaro, Sindaco di Cavallermaggiore –. Questa sinergia tra privati e il mondo volontariato che sta accanto ai più bisognosi ci da la possibilità di affrontare questo difficile periodo storico con maggiore speranza. Uniti possiamo superare questa pandemia e ritornare alla normalità».

 

«Siamo immensamente grati alla Biraghi per la donazione devoluta alla nostra associazione – aggiunge Sergio Cavallo, Presidente di “L’Ora di Generosità” –. A nostra volta, consegneremo i prodotti che abbiamo ricevuto alla Caritas di Cavallermaggiore che provvederà a destinarli alle famiglie in difficoltà del nostro territorio. Una parte del ricevuto sarà, inoltre, consegnata alla Caritas Parrocchiale di Marene, all’Associazione Pro-Tetto migranti di Cavallermaggiore e all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII di Savigliano».

“Giornata internazionale delle famiglie” verso quale futuro?

“Quale famiglia..verso quale futuro?” è il tema della tavola rotonda che si terrà venerdì 14 maggio, alle ore 18:30 in modalità online. L’evento è organizzato dalla “Federazione delle donne per la pace nel mondo” (WFWP-Italia) e dalla “Federazione internazionale per la pace nel mondo” (UPF-Italia).

Interverranno all’incontro Elisabetta Nistri, presidente WFWP-Italia; Donatella Bramanti, Docente di Sociologia della Famiglia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Luciano Sesta, Docente di Filosofia Morale e Bioetica presso l’Università di Palermo; Annalisa Ronchi, Family e Teen Coach specializzata nella Gestione e prevenzione dei conflitti; e Carlo Zonato, presidente UPF-Italia. Moderatrice Francesca Baldini, giornalista.

Con questa iniziativa le due federazioni si propongono di celebrare la “Giornata Internazionale delle Famiglie” istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1994.
Per Elisabetta Nistri “parlare di famiglia oggi significa fare una scelta coraggiosa, perché è un argomento che sembra essere passato di moda. Il nucleo familiare in Italia non ha quelle agevolazioni che meriterebbe, per incoraggiare i giovani a fare famiglia. E questa è una delle cause della più bassa natalità di sempre”. Ha poi affermato che “se le famiglie sono in difficoltà, la società non potrà che riflettere questa sofferenza e questa instabilità. Senza famiglie non c’è futuro e non c’è sviluppo economico. Ha quindi proposto “la necessità di sostenere in particolare le donne che portano il peso maggiore della gestione familiare. Sia per le ore dedicate alla cura della famiglia sia per l’impegno emotivo che questa comporta”. Ha concluso con l’auspicio che le donne “siano agevolate nell’ambiente di lavoro in tutte le varie fasi della vita legate alla maternità e alla cura dei famigliari. E che le mamme e i papà possano affrontare con gioia e serenità questo importante impegno sostenendoli con delle politiche familiari adeguate”.
La WFWP è stata fondata nel 1992. Si propone di promuovere la cultura della pace; l’integrazione culturale; il sostegno delle popolazioni in via di sviluppo; la tutela dei diritti umani, in particolare delle donne, e di favorire la piena realizzazione delle legittime aspirazioni dell’universo femminile.
“Nella visione di pace che l’UPF promuove, la famiglia rappresenta un cardine fondamentale” ha spiegato Carlo Zonato “e idealmente costituisce l’ambiente naturale per la crescita e la maturità di cuore e di carattere di ogni persona umana”. Ha quindi ricordato come “in famiglia si sperimenta, nel quotidiano, gli aspetti fondamentali dell’esperienza d’amore: quella filiale, quella fraterna, quella coniugale e quella di genitore”. “In questo senso” ha proseguito “è una ‘palestra’ naturale insostituibile per la formazione di ognuno di noi e ci predispone a vivere nella comunità via via più ampia. “Credo” ha concluso “ sia essenziale recuperare questa consapevolezza, che è la base per un futuro di pace e di armonia sociale più concrete, ma anche di gioia e di felicità più appaganti”.
Fondata nel 2005, l’UPF è un network globale di persone, ambasciatori di pace e organizzazioni che si propone di contribuire al progresso della pace e della sicurezza; del dialogo e della cooperazione interreligiosa; dell’educazione e della famiglia, promuovendo i principi d’interdipendenza, prosperità condivisa e valori comuni. Pubblica il periodico quadrimestrale “Voci di Pace”.
La “Federazione delle donne per la pace nel mondo” e la “Federazione internazionale per la pace nel mondo” sono due ONG con status consultivo generale presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) e sono state entrambe fondate dai coniugi Moon.
Link per iscrizione https://bit.ly/3eW2pbs.

Ricerca la fortuna, a Candiolo consegnata la 500

JOHN ELKANN E ALLEGRA AGNELLI HANNO CONSEGNATO LA FIAT 500 PRIMO PREMIO DELLA LOTTERIA

Il Presidente del Gruppo Stellantis e la moglie, Lavinia Borromeo, sono stati ricevuti dal Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e hanno visitato l’Istituto di Candiolo.

E’ stato il Presidente del Gruppo Stellantis, John Elkann, a consegnare il primo premio della Lotteria “Ricerca la fortuna”, che la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ha organizzato a sostegno dell’Istituto di Candiolo IRCCS. Di fronte all’ ingresso del Centro oncologico, il Presidente Elkann ha dato le chiavi della bellissima Fiat 500 Lounge bianco gelato, icona del Made in Italy donata da FCA Italy, all’ emozionata e felice vincitrice, Elena Galliano, pensionata di Torino che proprio due giorni fa ha compiuto 78 anni: “Sono da sempre sostenitrice della Fondazione e questo è il più ben regalo di compleanno che abbia mai ricevuto”. Era presente alla breve cerimonia il Sindaco di Candiolo, Stefano Boccardo.
A ricevere John Elkann è stato il Presidente della Fondazione, Allegra Agnelli, che ha accompagnato l’ ospite e la moglie, Lavinia Borromeo, a visitare i laboratori e il Day Hospital oncologico dell’ Istituto e il cantiere per i lavori del nuovo ampliamento di 26 mila metri quadrati, che ospiteranno un hospice, moderni laboratori, una biobanca, la Protonterapia (avanzata forma di Radioterapia), un Poliambulatorio, spazi dedicati alla formazione, alla didattica e a servizi di foresteria, il nuovo centro di stoccaggio e differenziazione dei rifiuti sanitari.
Questa visita testimonia la vicinanza del Gruppo Stellantis alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e all’ Istituto di Candiolo.
Nonostante il difficile momento a causa della pandemia, la quarta edizione della Lotteria “Ricerca la fortuna” è stata un successo e conferma il sostegno e la fiducia nei confronti della Fondazione da parte dei cittadini piemontesi: sono stati 6.000 i biglietti distribuiti e sono stati raccolti circa 30 mila euro. Grazie alla generosità dei numerosi partner sono stati messi in palio 100 premi.

L’arte di Andrea Sbra Perego per il cinquantesimo anniversario dello Studio Morabito

Erano gli anni Settanta quando nasceva lo Studio tributario Morabito, fondato dal ragioniere Domenico Morabito, iscritto all’ordine dei Dottori Commercialisti di Torino e ancor prima nel disciolto Collegio dei Ragionieri di Torino.

“Quest’anno – spiega l’avvocato Simone Morabito, che ha affiancato il padre dando così origine allo Studio Legale Tributario – ricorre il 6 maggio il cinquantesimo anniversario di iscrizione all’albo professionale di mio padre, fondatore dello Studio, che ancora oggi vi lavora assiduamente e ne è cardine.

Gli anni Settanta sono stati fondamentali per il settore tributario, con l’introduzione dell’Iva in particolare, in merito alla quale il ragionier Morabito ha cominciato la propria professione, dapprima con particolare attenzione al settore agricolo e vitivinicolo, poi anche commerciale e per il enti no profit.
In anni successivi lo Studio si sarebbe ampliato nel personale e nelle competenze con l’introduzione di nuovi dipartimenti, quali il diritto societario e quello relativo all’arte, per il quale lo Studio riveste expertise sia legale sia tributaria. Lo Studio inoltre svolge un’importantissima attività nel settore successorio”.
In cinquant’anni di storia, lo Studio Morabito offre una consulenza a 360 gradi per questioni di carattere tributario e legale tanto per questioni latu sensu patrimoniali quanto per gli operatori del mondo dell’arte, collezionisti, galleristi e case d’asta. Vanta una quindicina tra collaboratori e dipendenti. Accanto ai settori tributario e legale, lo Studio guarda al futuro avendo istituito un nuovo dipartimento relativo alle nuove tecnologie, affrontando la digitalizzazione, in ambito blockchain e cripto, e nel mondo dell’arte, per NFT (Non fungible-tokens), e opere d’arte digitali”.
“Lo Studio festeggia con l’arte le celebrazioni del cinquantesimo anniversario – aggiunge l’avvocato Simone Morabito – esponendo un’opera d’arte dell’artista bergamasco Andrea Sbra Perego. L’opera narra il passato, il presente, il futuro. Esattamente come il nostro Studio.


Le opere dell’artista bergamasco descrivono, infatti, lo stretto legame presente tra l’uomo e l’ambiente; egli ama “narrare il presente”, come lui stesso afferma , in quanto “narrare il presente è o dovrebbe essere il compito di ogni artista”. Nelle sue opere la figura umana viene spesso colta in interazione con il tessuto urbano”.
Per il cinquantesimo anniversario dello Studio Andrea Sbra Perego ha realizzato un quadro raffigurante piazza Statuto con il suo celebre obelisco, dove ha sede lo Studio, e i suoi componenti ritratti tra i passanti della piazza stessa. Una visione, questa, che coniuga con molta efficacia il passato dello studio Morabito con la sua tradizione, e con il presente, gettando un ponte verso il futuro.

Mara Martellotta

Ripensare la sanità, un cambio culturale

 SALUTE DIREZIONE NORD, l’evento tematico della rassegna Dn- A True Event, anno dopo anno si conferma come il palcoscenico sul quale approfondire un cambio di paradigma nelle logiche sanitarie, nel quale istituzioni, clinici, esperti e società civile creano un tessuto ricettivo per elaborare ed accogliere nuove soluzioni, evitando il rischio di sovrapposizioni e contrapposizioni.

 “Dalla telemedicina alla presa in carico. I nuovi strumenti per uno sviluppo competitivo dell’Ecosistema Salute” è il tema sul quale si sono confrontati Alessandro Stecco, Presidente Commissione IV Salute, Regione Piemonte; Brunello Brunetto, Presidente Commissione II Salute e Sicurezza sociale, Regione Liguria; Simona Tironi, Vicepresidente Commissione III Sanità e Politiche sociali, Regione Lombardia; Battistina Castiglioni, Consigliere Nazionale GISE, Direttore Dipartimento Cardiovascolare, ASST Sette Laghi – Direttore SC Cardiologia, Ospedale Galmarini, Tradate; Luigi Mazzei, Country Manager Edwards Lifesciences; Valentino Confalone, Vicepresidente e Direttore Generale Gilead Sciences Italia.

Il tema della telemedicina si è fatto spazio nelle agende istituzionali in seguito alle nuove necessità che il Covid ha portato con sé. L’impatto della pandemia sui pazienti affetti da altre patologie  ha avuto effetti diversi durante le varie ondate del virus. La gestione delle urgenze, in generale, è stata funzionale alle esigenze dei pazienti per i quali si temeva il rischio di contagio. Tuttavia l’impatto si è manifestato sul tasso di mortalità perché non ha favorito i casi in cui si rendeva necessario l’intervento chirurgico.

Il tema della telemedicina è discusso da diversi decenni ma non aveva trovato spazio e applicazione- ha detto Stecco-. Il Covid ha eliminato il gap permettendo la prenotazione di televisite e teleconsulti in base alle necessità del paziente. In Piemonte Stiamo creando un dipartimento di cure primarie che dovrà sovraintendere al recepimento dei piani di attuazione per adottare le strategie previste”.

L’innovazione tecnologica facilita la presa in carico e con la modalità della telemedicina si semplifica la gestione del paziente. “In merito alla presa in carico di pazienti cronici– ha spiegato Brunetto– in Liguria è già partita la sperimentazione delle cure domiciliari integrate a Savona che pensiamo di allargare a tutta la regione”.

La Lombardia– ha aggiunto Tironi– ha subito per prima gli effetti della pandemia e anche se la telemedicina non è stata attivata da subito, abbiamo sempre saputo che era uno dei punti cardine sui quali ci saremmo concentrati. La telemedicina ci ha aiutati in questo periodo perché quando la pressione sugli ospedali era crescente e abbiamo dovuto chiudere diversi percorsi sanitari e ci ha aiutato molto per l’assistenza dei pazienti che necessitavano delle cure. L’innovazione tecnologica però deve andare di paro passo con la formazione”.

“Il tema è cruciale sul contributo che l’industria fornisce all’innovazione- ha concluso Mazzei-. Il giusto investimento nel pensare alla medicina sul territorio deve includere un nuovo modo di vedere l’ospedale, nel quale il paziente resta solo il tempo strettamente necessario e poi viene accompagnato nel suo percorso sanitario sul territorio. La pandemia ha accelerato il ricorso alla telemedicina, adesso bisogna impegnare delle risorse per approfittare di questa imperdibile occasione. Le tecnologie innovative oggi lo consentono.

 La kermesse degli Amici delle Stelline – fondata da Fabio Massa – è organizzata da Inrete Srl e Fondazione The Bridge, con il patrocinio di Regione Lombardia

Ricordi del Primo maggio di tanto tempo fa

COSA SUCCEDEVA IN CITTA’ / Oramai, per me il primo Maggio è un lontano ricordo. Ricordi belli, bellissimi. Sono quattro o cinque anni che non partecipo al corteo di Torino. Il ciarpame anarcoide e gruppettaro la faceva da padrone. Insopportabile. Si presentavano con caschi, manganelli ed altra mercanzia per cacciare quelli del PD a loro dire non degni di sfilare. La polizia glielo impediva. So perfettamente che la mia risposta individuale è al limite del puerile. Con questo rifiuto voglio non sporcare i bei ricordi. Come nel 1975. Libertà e gioia.

I piccoli ( in tutti sensi ) vietnamiti cacciavano i giganti Usa. 1 maggio, a Saigon stanno sfilando i Vietcong. A Torino una gigantesca bandiera vietnamita apriva il corteo dei giovani comunisti. Portata ai lati da fierissimi ragazzi e ragazze. Il copione prestabiliva una sorta di riallineamento all’ inizio di via Roma per poter entrare correndo in Piazza San Carlo. Il rituale comportava gli applausi di chi assiepava i lati di via Roma. Tantissima gente contenta e raggiante.

Sulla sinistra all’ angolo con piazza Castello, come sempre gli zii paterni che avevano raccolto il testimone dei nonni. Il corteo faceva fatica a farsi spazio. Dovemmo aiutare chi portava la bandiera diventata troppo pesante interamente coperta dai garofani. Ci si sentiva in pezzo di Storia, magari non era vero, personalmente mi piace pensarlo ancora ora. Poi l’entrata “trionfale” in piazza San Carlo. Tanta gioia. La giornata non finiva qui. Classico appuntamento davanti al Caffè Torino, due chiacchiere , il tempo di organizzare i posti nelle autovetture e poi via verso le Langhe, meta del pranzo del 1 Maggio. Altro appuntamento classico. Antipasto misto alla piemontese con quel vitello tonnato semplicemente indimenticabile. Vino mesciato da bottiglie che avranno avuto 50 anni. Vino rigorosamente rosso in bottiglie col vetro spessissimo. L’ oste garantiva sempre sulla sua genuinità: “L’ho imbottigliato io ed arriva dalle uve del cugino”. La famiglia era un certificato di garanzia. Barbera a go-go. Sempre tranne che a Clavesana. Lì la faceva da padrone il dolcetto. Spessissimo con quel retrogusto aspro e dolce al tempo stesso. E poi le acciughe al verde che sono tra i 10 piatti più buoni del mondo. Magari la pizza ha sempre il primo posto, ma si aggiudicano il secondo posto incontrastate. A Clavesana dove al ristorante La Posta si abbinava il’ottimo mangiare con una vista spettacolare sulle colline. La vecchia topia che riparava dal sole. Si arrivava alle 14 tirando tardi e continuando con la merenda sinoira. Tanto tempo fa. Tempo rimpianto dove la nostalgia dominava, come il vino del resto. Il colore del ricordo, il sapore del ricordo. Morbidamente e senza rabbia, consapevoli ed orgogliosi delle nostre idee ma non violenti nell’imporle. Violenza equivale a sopraffazione. Nel corteo e nelle mangiate tanta rilassatezza e gaiezza. Appunto, altri tempi. . Il valore della Festa del Lavoro è evidente a tutti. Durante la dittatura fascista non  c’era ed è diventata un’ icona di tutte le democrazie. Anche qui cerchiamo di far diventare questa crisi epocale una occasione e non solo una immane tragedia. Difficile e forse improbabile, ma possibile. Buon 1 Maggio a tutti.

Patrizio Tosetto

Gli effetti del lockdown sulle abitudini alimentari

Il punto di vista / Le interviste di Maria La Barbera

La Dottoressa Elisabetta Gatti, medico dietologo, ci parla di nutrizione al tempo del Covid.

Il virus ha cambiato definitivamente la nostra vita. Questa imprevista e duratura pandemia ha stravolto le abitudini quotidiane portando con sé un cambio di paradigma che per molti aspetti sarà irreversibile. L’isolamento forzato, per esempio, ha prodotto un notevole incremento delle postazioni lavorative da remoto, smart working, viste le innegabili abilità della tecnologia, come l’interconnessione e l’elevato potenziale produttivo, ma grazie anche ad una nuova ed imperante “cultura manageriale” fondata sugli obiettivi e sulla formazione piuttosto che su rigidi orari di lavoro. La Dottoressa Elisabetta Gatti, medico dietologo a Torino, ci spiega come questa modalità di lavoro flessibile, fondata sull’autonomia di gestione e sulla responsabilità personale, ha cambiato anche le abitudini alimentari delle persone, a volte affinandole ma più spesso creando delle disfunzioni . “Da una parte”, spiega infatti la Dr.ssa Gatti, “e purtroppo in percentuale minore, troviamo chi ha approfittato di questa situazione per migliorare la qualità della propria alimentazione dedicando più tempo all’acquisto di prodotti freschi e alla cucina sana e casalinga, dall’altra, sfortunatamente in quantità maggiore, il consumo dei pasti principali, in presenza, a casa ha creato o peggiorato alcune abitudini scorrette”.
Tra le “cattive” pratiche alimentari, in questo periodo pandemico, si registra per esempio l’aumento del consumo di prodotti conservati e processati (cibo industriale contenente additivi, preparati attraverso cotture con oli di scarsa qualità o grassi saturi, saccarosio, fruttosio e sodio), l’incremento della vendita di bibite gassate, l’intensificazione dello spilluzzicamento di snack confezionati sia dolci che salati. Al di là di alcune positive e riconosciute prerogative collegate al lavoro da remoto, ci sono indubbiamente diverse conseguenze negative che l’isolamento socio-professionale sta arrecando alla popolazione. La tensione, l’inquietudine, la pigrizia ma anche la trascuratezza, infatti, stanno causando problematiche di natura differente tra cui comportamenti alimentari nocivi come l’emotional eating (fame emotiva) che porta gli individui a mangiare in modo incontrollato e ipercalorico. La chiusura delle palestre e la ridotta possibilità di fare attività motoria e sport ha diminuito, inoltre, il consumo calorico giornaliero provocando aumento di peso, ritenzione idrica e problemi più seri come danni alle ossa, alla circolazione e la comparsa o l’aggravamento del diabete. Cattive abitudini alimentari, poca attività fisica e debilitazione del sistema psicologico-emotivo, che spesso sfocia in vere e proprie depressioni, possono portare le difese immunitarie ad un livello basso con diverse conseguenze sul nostro organismo. Ma vediamo come proteggerci da consuetudini e pratiche poco salutari attraverso alcuni semplici accorgimenti e una condotta alimentare regolare.

3 domande alla dottoressa Elisabetta Gatti

Dr.ssa Gatti quali sono le abitudini alimentari corrette da ristabilire per mantenere una buona condizione fisica e mantenerci in salute quando si lavora da casa?
E’ necessario partire dalla spesa, abituarsi quindi ad acquistare prodotti freschi e di qualità, se invece non si riesce sempre ad andare al mercato si può ricorrere anche ai surgelati, ma l’essenziale è che non siano precotti. In secondo luogo è importante il tempo che dedichiamo ai pasti, soprattutto alla colazione che, oltre a dover contenere i nutrienti che diano l’energia per buona parte della giornata, deve essere consumata lontano dal computer o dal cellulare e senza fretta, magari ci si può alzare un po’ prima e farla comodamente seduti. Inoltre è consigliabile seguire la regola dei 3 pasti al giorno, contenenti carboidrati, proteine e grassi nelle giuste dosi, e dei 2 spuntini evitando sicuramente quelli confezionati ma prediligendo al contrario frutta fresca, frutta secca come noci e mandorle, oppure uno yogurt. Infine è indispensabile bere molta acqua, ancora meglio se povera di sodio.

Come possiamo gestire il lavoro da remoto senza che questo diventi totalizzante e ci porti ad una vita eccessivamente sedentaria e relegata davanti ad uno schermo?E’ importante alzarsi spesso, fare delle pause e se possibile anche delle passeggiate all’aria aperta. Quando siamo in ufficio, sul posto di lavoro, ci spostiamo, interagiamo con i colleghi, alterniamo il tempo passato alla nostra postazione con brevi attività fisiche e sociali, è necessario intervallare il nostro tempo lavorativo con esercizi e scambi interpersonali anche quando lavoriamo da casa.

Quali sono gli alimenti migliori da consumare quando si è in smart working?

La Dieta Mediterranea, riconosciuta in tutto il mondo, è perfetta per alimentarci correttamente ma anche per difenderci e mantenerci in forma. In questo momento delicato e complesso sarebbe opportuno mangiare cibi ricchi di nutrimento utili per il nostro sistema immunitario come il merluzzo, l’aringa, il salmone, il latte, le uova e i funghi che contengono la vitamina D, legumi, cereali integrali, semi di zucca contenenti lo zinco, agrumi e kiwi ricchi di vitamina C e per dare il giusto apporto di magnesio, modulatore dell’umore e miorilassante naturale, anche un quadratino cioccolato fondente al giorno. E’ molto importante che, in un regime di attività lavorativa poco dinamico, si trovi la voglia e il tempo per alimentarsi nella giusta maniera, evitando il cibo processato ma anche ridimensionando le porzioni. Gli obesi in Italia sono 5 milioni, le persone in sovrappeso 18 milioni e in queste condizioni la possibilità di ammalarsi di Covid aumenta del 50%.
Come diceva Ippocrate “Fai che il cibo sia la tua medicina”.

 

Al via la terza sessione della IV edizione di Polis Policy

E’  dedicata al tema del lavoro, tra WelfareState e Welfare Community

 

Al via la terza sessione della IV edizione dell’Accademia di Alta Formazione Polis Policy, dedicata in questo anno di pandemia al tema più  che mai attuale di “Ripartire dalla persona: solo il lavoro salverà l’Italia “.

La terza sessione si terrà sabato 20 marzo prossimo e sarà incentrata sulla tematica “Il lavoro tra Welfare State e Welfare Community”. Come sempre l’appuntamento si articolerà in una parte dal titolo ‘Vision’, che costituisce il dibattito vero e proprio,in cui interverranno Tito Boeri, Professore Ordinario di Economia all’Università Bocconi di Milano, e Anna Maria Poggi, Professoressa presso l’Università degli Studi di Torino e componente del Comitato Scientifico di Polis Policy. Dopo questa prima sezione, che si svilupperà dalle 11.15 alle 12.40, la seconda parte, denominata ‘Another Vision’, si protrarrà dalle 14.30 alle 16, e sarà come sempre contraddistinta da un nuovo intervento/dibattito, questa volta tenuto dall’economista  Stefano Zamagni, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. In conclusione la sezione intitolata “Another vision”, cui prenderà parte don Andrea Bonsignori, educatore e autore del libro “Il coraggio di essere uguali”.

Polis Policy è un’Accademia di Alta Formazione, una scuola dedicata ai cittadini che desiderino impegnarsi nella “cosa pubblica”, fondata sull’assunto che, soltanto attraverso i valori dell’approfondimento e dell’analisi, si possa supportare la persona nello sviluppo di una consapevolezza, anche critica, oggi più che mai indispensabile, come parte della collettività e della società.

Mara Martellotta 

Informazioni

segreteria@difendiamoilfuturo.it

Tel 01119373401