Tutti insieme, gli enti assistiti dagli avvocati Andrea Gandino e Alessandro Paire hanno condensato le loro doglianze in un ricorso al Tribunale amministrativo del Piemonte
Parte dalla collina della Città Metropolitana di Torino la rivolta al decreto legge 4 del 2015, il contestatissimo provvedimento del Governo che ha determinato la nuova imposizione dell’IMU sui terreni agricoli anche per i territori collinari. Grazie all’impulso dell’amministrazione comunale di Casalborgone guidata da Francesco Cavallero si è formata una cordata di comuni collinari ricorrenti, composta da 16 enti fra la Città Metropolitana e le Province di Asti ed Alessandria, pari a 24 comuni per un totale di 36.000 abitanti rappresentati. Tutti insieme, assistiti dagli avvocati Andrea Gandino e Alessandro Paire hanno condensato le loro doglianze in un ricorso al Tribunale amministrativo del Piemonte di 25 pagine, spiegando per filo e per segno le ragioni per le quali la nuova imposta è contraddittoria, illogica, irragionevole e carente di difetti di istruttoria.
La cordata di ricorrenti, che non ci stanno all’IMU sui terreni agricoli così come è stata disegnata dal Legislatore, è composta dall’Unione Collinare dell’Alto Astigiano (che rappresenta i Comuni di Albugnano, Berzano S. Pietro, Castelnuovo Don Bosco, Capriglio, Cerreto d’Asti, Cortazzone, Montafia, Moransengo e Pino d’Asti) e dal Comune di Aramengo all’interno della Provincia d’Asti, dai Comuni di Gabiano, Mombello Monferrato e Ponzano Monferrato all’interno della Provincia di Alessandria, e dai Comuni di Casalborgone, Cinzano, Sciolze, Rivalba, Marentino, Gassino Torinese, San Raffaele Cimena, Monteu da Po, Castagneto Po e Pecetto Torinese all’interno della Città Metropolitana di Torino. Per la discussione del ricorso, è stata richiesta dai ricorrenti la fissazione dell’udienza nella stessa data dei ricorsi pendenti su materia analoga, ovvero il 17 giugno 2015.
Massimo Iaretti