Disciplinati e perplessi
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Ormai tutti gli ottimisti che hanno preso sottogamba il corona virus, tacciono perché anche loro sono impauriti. Chi ha preso sotto gamba il virus, e’ stato innanzi tutto il governo che nel mese di gennaio ha confuso il razzismo con i controlli sanitari preventivi, assumendosi una responsabilità storica terribile che lo condannerà davanti al tribunale della storia, senza appelli
Il comunicato della Regione Piemonte, venerdì 6 marzo, ore 9,30
CORONAVIRUS PIEMONTE, SALGONO A TRE I DECESSI, IN TOTALE I CASI PROBABILI SONO 135, DUE CONIUGI POSITIVI ALLE MOLINETTE
UN SECONDO DECESSO A NOVI LIGURE
È mancata nella notte a Novi Ligure una donna di 81 anni, affetta da pluripatologie e risultata positiva del test del Covid 19, ricoverata da qualche giorno presso il Pronto soccorso del nosocomio, dove si era presentata con sintomi influenzali e tenuta in osservazione. Il suo quadro clinico è peggiorato improvvisamente ed è deceduta nella fase di trasferimento in rianimazione. Sale quindi a tre il numero delle persone decedute in Piemonte, con positività al “coronavirus covid19”.
CONIUGI POSITIVI ALLE MOLINETTE
Nella serata di ieri é risultata positiva al Coronavirus una coppia di 80 anni, ricoverata dai primi giorni di marzo, presso il reparto di Medicina generale (diretto dal dottor Luca Scaglione). I coniugi erano arrivati in ospedale per quella che sembrava influenza, purtroppo non dichiarando che era venuto a fare loro visita proprio in quei giorni il figlio, che lavora nella “zona rossa” di Lodi. Durante la giornata di ieri le loro condizioni sono peggiorate e dagli accertamenti sono risultati positivi al Coronavirus. Immediatamente la Direzione aziendale dell’ospedale ha posto in essere i dovuti provvedimenti del caso. Sono state attivate tutte le procedure, compresa l’analisi del percorso dei pazienti dal loro arrivo in ospedale. La paziente è già stata trasferita presso l’ospedale Amedeo di Savoia, come da procedura regionale, mentre il paziente, più critico, è ricoverato in rianimazione. Essendo degenti allettati, nessun rischio per gli altri ricoverati, che in termini precauzionali sono stati comunque spostati in altri reparti dell’ospedale. Sono già in corso le analisi epidemiologiche per mettere in sicurezza gli operatori ed eventuali visitatori, che hanno avuto contatti con i due pazienti.
BOLLETTINO CONTAGI ALLE ORE 9.30
Sono 135 le persone risultate positive al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte: 47 in provincia di Asti, 31 nell’Alessandrino, 32 in provincia di Torino, 6 nel Verbano Cusio Ossola, 3 in provincia di Novara, 2 nel Biellese, 7 nel Vercellese, 2 a Cuneo e 5 provenienti da fuori regione.
Ottanta persone sono tuttora ricoverate in ospedale. Di queste, 25 si trovano in terapia intensiva: 4 ad Asti, 8 a Torino, 2 a Orbassano, 3 a Vercelli, 5 a Tortona, 1 a Biella, 1 a Cuneo, 1 a Vercelli.
Sono in isolamento domiciliare 52 persone. Tre le persone decedute.
Finora sono 666 i tamponi eseguiti complessivamente in Piemonte, 445 dei quali risultati negativi.
Il comunicato della Regione Piemonte, giovedì 5 marzo ore 12
CORONAVIRUS: SOSPESI GLI INTERVENTI CHIRURGICI ORDINARI NEGLI OSPEDALI PIEMONTESI, 97 I CASI PROBABILI POSITIVI
Sospese le attività chirurgiche ordinarie
L’Unità di crisi sul COVID-19 ha diramato questa mattina una comunicazione a tutti i direttori delle aziende sanitarie del Piemonte, in cui si dispone la sospensione degli interventi chirurgici ordinari e gli interventi sanitari che implichino l’utilizzo delle sale operatorie, fatta eccezione per gli interventi chirurgici urgenti, quelli salvavita e quelli di tipo oncologico. La decisione è stata assunta allo scopo di mettere in atto ulteriori misure di contenimento della diffusione del virus.
Aggiornamento dei casi in Piemonte
Sono 97 i casi risultati positivi al coronavirus “COVID-19” in Piemonte: 41 in provincia di Asti, 24 nell’Alessandrino, 16 in provincia di Torino, 5 nel Verbano Cusio Ossola, 3 in provincia di Novara e 5 nel Vercellese, più 3 casi extraregione.
Cinquantatre persone sono tuttora ricoverate in ospedale. Di questi, 22 sono ospitati in reparti di malattie infettive (8 ad Asti, 4 a Novara, 5 all’Amedeo di Savoia di Torino, 3 ad Alessandria, 2 a Vercelli), 17 in terapia intensiva, 14 in altri reparti. Le persone in isolamento fiduciario domiciliare sono 44.
Situazione Pronto Soccorso
Sono pienamente operativi i Pronto soccorso di Chivasso e di Biella. Resta chiuso il Pronto soccorso di Novi Ligure, in attesa del trasferimento verso altri ospedali dei casi presenti risultati positivi al COVID-19. Chiuso anche il Pronto soccorso di Tortona, dove sono in atto le operazioni di riconversione della struttura in COVID-Hospital.
“Si moltiplicano i casi di pazienti risultati positivi e di conseguenza quelli di colleghi posti in isolamento domiciliare per essere venuti a contatto con loro”
Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del sindacato Nursind / “NON AVER PREVISTO UN’ IMMISSIONE MASSICCIA DI NUOVI INFERMIERI COMPORTERA’ GRAVI CONSEGUENZE. GLI INFERMIERI IN PRIMA LINEA QUELLI PIU ESPOSTIDEGLI APPLAUSI E DEGLI ELOGI NON SAPPIAMO PIU CHE FARCENE”
Grande preoccupazione per i colleghi impegnati in prima linea nei pronto soccorso ma non solo.
Si moltiplicano i casi di pazienti risultati positivi e di conseguenza quelli di colleghi posti in isolamento domiciliare per essere venuti a contatto con loro.
Situazione che ha visto coinvolti già diversi ospedali. Molinette, dove tutti i colleghi del turno pomeridiano di martedì sono stati posti in isolamento ad esempio o i colleghi del san Luigi anch’essi posti in isolamento domiciliare sempre nella giornata di martedì.
Ci chiediamo chi coprirà i turni considerato anche che i carichi di lavoro continueranno ad aumentare e probabilmente anche gli infermieri che saranno posti in isolamento visto il rischio.
Prenderemo infermieri dalle sale operatorie facendo saltare gli interventi? Prenderemo infermieri dai reparti senza poter poi assistere i degenti ? Qual è la strategia dell’unità di crisi?
Colleghi che non sono neanche potuti tornare a casa vivendo insieme ad altre persone e poste in isolamento in altri luoghi. Colleghi che hanno a casa persone con malattie croniche che rischiano di più.
A fronte di una situazione che peggiorerà seppur con tutte gli interventi posti in atto, non aver previsto un immissione massiccia e straordinaria di infermieri tempestiva e preventiva che noi rivendichiamo dall’inizio è un atto irresponsabile poiché situazione ampiamente prevedibile e di cui ci si assumerà le responsabilità se non si corre presto ai ripari.
Colleghi che non percepiscono neppure l’indennità di malattie infettive nonostante abbiano un rischio elevato. A fronte di una nostra richiesta, avanzata da tempo, arrivano solo elogi ed applausi di cui non sappiamo più che farcene. La celebre frase armiamoci e partite sembra calzare bene in questo caso.
Sono stati annunciati letti di terapia intensiva e ospedali dedicati, ci chiediamo con quale personale.
NOI NON CI STIAMO. E’ IL MOMENTO DI INVESTIRE SULLA PIU’ GRANDE RISORSA UMANA E PROFESSIONALE CHE STA GESTENDO QUESTA EMERGENZA.
Se non ci saranno provvedimenti urgenti, pur comprendendo il momento, non esiteremo ad avviare, responsabilmente, azioni di protesta.
Francesco Coppolella
Segreteria Regionale
NURSIND PIEMONTE
Covid-19: a Tortona la prima vittima, aveva 79 anni
Comunicato stampa della Regione Piemonte, mercoledì 4 marzo ore 19
CORONAVIRUS PIEMONTE: 84 I CASI PROBABILI POSITIVI
Sono 84 i casi risultati positivi al coronavirus “COVID-19” in Piemonte: 41 in provincia di Asti, 17 nell’Alessandrino, 11 in provincia di Torino, 5 nel Verbano Cusio Ossola, 3 in provincia di Novara e 4 nel Vercellese, più 3 casi extraregione.
Quaranta persone sono tuttora ricoverate in ospedale. Di questi, 21 sono ospitati in reparti di malattie infettive: 8 ad Asti, 4 a Novara, 5 all’Amedeo di Savoia di Torino, 2 ad Alessandria, 2 a Vercelli. Altri 14 pazienti sono ricoverati in terapia intensiva, 5 sono in altri reparti. Le persone in isolamento fiduciario domiciliare sono 43.
SITUAZIONE PRONTO SOCCORSO
Risultano al momento precauzionalmente chiusi gli ospedali di Novi Ligure e Tortona, dopo il rilevamento di casi di positività che hanno richiesto la sanificazione dei locali e la messa in osservazione dei sanitari coinvolti nelle azioni di assistenza specifica.
Un altro caso di contagio, nel pomeriggio, ha reso necessario chiudere precauzionalmente anche il Pronto soccorso, la Rianimazione e la Medicina di urgenza dell’ospedale di Biella.
Nel caso di Tortona, si stanno gradualmente trasferendo i pazienti in altre strutture in modo da riservare l’ospedale alle funzioni di “Covid Hospital”, come previsto dal nuovo piano di emergenza della rete ospedaliera.
A Novi Ligure e Biella, invece, l’attività tornerà alla normalità non appena saranno completate le operazioni di sanificazione delle strutture.
MODELLI PREVISIONALI SUL CONTAGIO IN PIEMONTE
Chiusura delle scuole ed isolamento sanitario sono le misure di mitigazione più efficaci per ridurre il tasso di attacco dell’epidemia.
Lo ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte nella conferenza stampa di poco fa all’Unità di crisi del Piemonte, illustrando i risultati dei modelli epidemiologici redatti su base scientifica e raccolti dallo stesso Assessorato.
Dai grafici presentati dall’assessore, emerge chiaramente che, quanto più tardi si attua l’intervento di contenimento sociale, tanto più questo perde di efficacia.
L’applicazione immediata di tutte le misure di contenimento (sospensione del lavoro in sede, chiusura delle scuole e isolamento di almeno il 90% dei contagiati) entro le prime due settimane dalla scoperta dell’epidemia, riesce sostanzialmente a contenerla quasi del tutto, ma, più realisticamente, quando questo non è possibile, esistono alcune misure più efficaci di altre, quali, appunto, la chiusura delle scuole e l’isolamento dei contagiati.
Le stesse misure, se applicate dopo tre settimane dall’inizio dell’epidemia, risultano decisamente meno efficaci, per diventare sostanzialmente inutili se applicate dopo la quinta settimana.
L’assessore ha pertanto esortato la popolazione a collaborare con il Sistema sanitario nazionale, attraverso il rigoroso rispetto delle norme igieniche, la limitazione il più possibile delle interazioni sociali non strettamente necessarie e l’uso consapevole e appropriato degli accessi ospedalieri.
A Tortona si registra la prima morte connessa al virus Covid-19 nella nostra regione. Si tratta di un 79enne che era già colpito da diverse altre patologie, era ricoverato nell’ospedale cittadino. Si stanno effettuando le verifiche per capire se la causa del decesso sia il coronavirus o complicazioni legate alle altre malattie.
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Comunicato stampa della Regione Piemonte, mercoledì 4 marzo ore 11,30
Sono 81 i casi risultati positivi al coronavirus “COVID-19” in Piemonte: 41 in provincia di Asti, 15 nell’Alessandrino, 11 in provincia di Torino, 5 nel Verbano Cusio Ossola, 3 in provincia di Novara e 3 nel Vercellese. Nella somma degli 81 positivi rientrano anche 3 casi di pazienti provenienti da altre regioni, trattati in Piemonte.
Venticinque persone sono tuttora ricoverate in ospedale. Di questi, 19 sono ospitati in reparti di malattie infettive: 6 ad Asti, 4 a Novara, 5 all’Amedeo di Savoia di Torino, 2 ad Alessandria, 2 a Vercelli. Altri 13 pazienti sono ricoverati in terapia intensiva.
Finora sono 514 i tamponi eseguiti in Piemonte, 407 dei quali risultati negativi.
Dall’Istituto Superiore di Sanità è stato al momento confermato un solo caso, sugli 81 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso Istituto.
È stato riaperto in mattinata, dopo essere stato opportunamente sanificato nelle zone a rischio, il Pronto soccorso dell’ospedale San Luigi di Orbassano, a causa del passaggio di un paziente individuato come “caso sospetto” e risultato poi positivo al test sul COVID-19.
Non ha interrotto l’attività, invece, il Pronto soccorso delle Molinette di Torino, dove è stato gestito secondo i protocolli un caso sospetto, risultato poi positivo al test. In via precauzionale, alcuni operatori sanitari stati messi in isolamento fiduciario domiciliare.
Per contenere la diffusione del virus, l’assessore regionale alla Sanità e il coordinatore dell’Unità di crisi chiedono la collaborazione di tutti i cittadini piemontesi, invitandoli a rispettare le norme di prevenzione e a limitare al minimo indispensabile le uscite in luoghi di assembramento.
Comportamenti responsabili da parte della popolazione aiutano a mitigare l’impatto dell’onda lunga dei contagi sulle preziose (e non infinite) risorse del Servizio sanitario nazionale. Minore sarà il numero dei casi affrontati dagli operatori degli ospedali e meglio questi potranno essere fronteggiati e curati.
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martedì 3 marzo, ore 19 / Sono 63 i casi risultati positivi al coronavirus “COVID-19” in Piemonte: 40 in provincia di Asti, 6 in provincia di Torino, 4 nel Verbano Cusio Ossola, 3 in provincia di Novara, 2 nel Vercellese e 6 nell’Alessandrino. Sono inoltre ricoverati in strutture del territorio un paziente proveniente dalla provincia di Cremona e uno dalla provincia di Piacenza, mentre sono attesi sei pazienti da Finale Ligure.
Sedici persone sono tuttora ricoverate in ospedale: 6 ad Asti, 4 a Novara e 3 all’Amedeo di Savoia di Torino, 2 ad Alessandria, 1 a Vercelli. Altri 5 pazienti sono ricoverati in terapia intensiva.
Sono 42 le persone in isolamento fiduciario domiciliare, la maggior parte componenti della comitiva reduce dal soggiorno di Alassio.
Finora sono 479 i tamponi eseguiti in Piemonte, 391 dei quali risultati negativi.
Dall’Istituto Superiore di Sanità è stato al momento confermato un solo caso, sui 63 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso Istituto.
Ore 11,30 /Sono 56 i casi risultati positivi al coronavirus “COVID-19” in Piemonte: 40 in provincia di Asti, 7 in provincia di Torino, 4 nel Verbano Cusio Ossola, 3 in provincia di Novara, 1 nel Vercellese e 1 nell’Alessandrino
Tredici persone sono tuttora ricoverate in ospedale: 7 ad Asti, 3 a Novara e 3 all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Altri 3 pazienti sono ricoverati in terapia intensiva.
Sono sempre 40 le persone in isolamento fiduciario domiciliare, la maggior parte componenti della comitiva reduce dal soggiorno di Alassio.
Finora sono 477 i tamponi eseguiti in Piemonte, 387 dei quali risultati negativi.
Dall’Istituto Superiore di Sanità è stato al momento confermato un solo caso, sui 56 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso Istituto.
Due persone si sono recate ieri al Pronto soccorso delle Molinette. Sono risultate positive al Coronavirus
Una, in condizioni abbastanza gravi, è stata ricoverata nel reparto di rianimazione per insufficienza respiratoria, ha 70 anni, e presenta diverse patologie.
L’altro contagiato è un cinquantenne che è stato invece ricoverato all’Amedeo di Savoia. La presenza del contagio ha fatto sì che 12 infermieri delle Molinette venissero messi in isolamento: uno di loro è alla caserma Riberi dove rimarrà per la quarantena, mentre gli altri sono nelle proprie abitazioni in isolamento fiduciario: anche altri medici e infermieri potrebbero essere stati esposti al virus. All’ospedale San Luigi di Orbassano è stato chiuso il pronto soccorso in via precauzionale dopo un caso sospetto. Intanto al Politecnico, a causa di tre casi positivi individuati, ora in isolamento, le lezioni si svolgono online.
“Per una sanità pubblica, gratuita, di qualità!”
Riceviamo e pubblichiamo / Il Partito Comunista Italiano promuove, per il prossimo 7 Marzo, una giornata di mobilitazione nazionale
L’epidemia da coronavirus, con la quale il nostro paese è chiamato a fare i conti, sottolinea vieppiù l’imprescindibilità di una sanità pubblica, gratuita, di qualità.
In relazione a ciò, il Partito Comunista Italiano promuove, per il prossimo 7 Marzo, una giornata di mobilitazione nazionale quale avvio di una campagna volta ad affrontarne alcune indubbie criticità, segnatamente quelle che attengono alle liste d’attesa, al servizio di pronto soccorso, ai ticket, che per tanta parte dell’utenza rappresentano una sorta di cartina di tornasole del funzionamento del sistema, quelle che attengono alla tutela ed alla valorizzazione del lavoro in sanità, pubblica e privata, che in questi anni registra un progressivo inaccettabile arretramento.
Una campagna per la difesa di un Servizio Sanitario Nazionale ancorato ai principi di universalità, equità e solidarietà, che stanno alla base della sua affermazione nel lontano 1978 e che ne fanno una tra le maggiori conquiste della storia repubblicana.
La campagna per una sanità pubblica, gratuita, di qualità, rappresenta anche la necessaria risposta a chi da tanto tempo persegue, in ossequio alla cultura liberista imperante, ad esempio attraverso il sotto finanziamento del sistema, una politica sempre più marcata di tagli a servizi e prestazioni, un sempre più rilevante processo di privatizzazione, il progetto di un progressivo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale, della subordinazione del diritto alla cura alle condizioni reddituali dei singoli, a chi intende ricondurre anche la salute alla logica del profitto.
La difesa del nostro sistema sanitario, il suo sviluppo, la sua qualificazione è oggi più che mai una questione decisiva, una questione di civiltà, che ancora una volta i fatti, drammaticamente, si incaricano di sottolineare in tutta la sua portata.
Le cliniche private pronte a mettere a disposizione i letti nelle rianimazioni / Vista la situazione di emergenza sanitaria generata dalla diffusione del “coronavirus” in Italia e in particolare nelle Regioni del Nord, La componente privata della sanità Piemontese è al fianco del Sistema Sanitario Nazionale e mette a disposizione del sistema sanitario la propria rete composta da 36 strutture, “pronta al pieno coinvolgimento di tutte le proprie risorse e professionalità, nel rispetto delle indicazioni ministeriali e regionali.”
Giancarlo Perla, Presidente dell’Aiop Piemonte, ha scritto all’assessore regionale alla sanità, Icardi, una lettera per chiedere “un immediato incontro tra le nostre delegazioni e il Vostro Assessorato a livello di Unità di Crisi. Ci giungono dalle Società Nostre Associate continue segnalazioni di episodi figli dell’attuale situazione di diffusione del COVID-19 e di conseguente allarmismo. Prosegue Perla , non può, infatti, sorprendere che per il ruolo che hanno nella Sanità Regionale e per la loro diffusione sul territorio, i Centri Privati, di qualsiasi natura, ricevano quotidianamente pazienti potenzialmente critici, spesso proprio inviati per accertamenti volti a chiarire le patologie in atto.
Non sfugge quanto il tema sia rilevante, per la salute pubblica, per la prevenzione primaria e secondaria, per la sicurezza sui luoghi di lavoro delle nostre realtà.E’ indispensabile individuare comportamenti univoci e coordinati, passando da contatti singoli e contingenti ad un confronto istituzionale strutturato”, conclude la lettera. Al fine di fornire un fattivo contributo per fronteggiare l’attuale momento critico e collaborare con il centro di crisi regionale gli operatori della sanità privata si dichiarano pronti a porre in atto tutte le azioni che saranno ritenute utili ed efficaci per contrastare il propagarsi del virus e prestare le cure più efficaci ai nostri cittadini.
“Siamo consapevoli che combattere questo virus significhi un grosso impegno che coinvolge ad ogni livello tutti gli operatori della sanità. E’ per tale motivo che siamo completamente disponibili, quali aziende facenti parte del servizio sanitario nazionale – dichiara Giancarlo Perla, a mettere in rete le nostre strutture per decongestionare gli ospedali pubblici e gestire pazienti anche gravi nei nostri posti letto di rianimazione, di acuzie o anche di post acuzie in ipotesi di malati cronici”.
Chiara Appendino scrive su Facebook: “Ci tenevo a ringraziare la comunità cinese per questo gesto, che forse nei giorni scorsi ha avuto poca visibilità”
“L’associazione nuova generazione italo cinese, Angi, a nome dell’associazione Wenzhounesi Uniti nel mondo e Giovani Wenzhounesi, ha donato all’Unità di Crisi della Regione Piemonte di 6mila guanti monouso, 1900 mascherine, 660 occhiali protettivi e 30 tute monouso. Ancora una volta la comunità cinese si dimostra parte integrante della nostra comunità, dando supporto ove possibile e dimostrando grande sensibilità e generosità, in particolare in questo momento storico. A tutti loro, a nome mio e della Città di Torino che rimane unita, un sentito ringraziamento”