Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ribadisce il proprio sì e quello di M5S al referendum sul taglio dei parlamentari, in una intervista rilasciata a Fanpage:
“L’obiettivo di questa riforma è portare il numero dei parlamentari italiani a quello della media europea: la Germania ne ha circa 700, la Francia circa 500, mentre l’Italia ne ha 945. E’ un numero ampio perché questo Parlamento è stato disegnato dopo il fascismo, quando andava creato uno Stato.
Poi sono nati i consigli regionali, i consigli comunali. Oggi tagliare 345 parlamentari significa tornare a una normalità”. Per Di Maio “Non è una battaglia di anti-politica, ma ci sono anche dei risparmi, mezzo miliardo nel complesso. Sono soldi che gli italiani risparmieranno. All’ultima votazione tutti i partiti l’hanno votata, e quindi ci aspettiamo un sostegno anche da chi l’ha votata in Parlamento”.
Le compensazioni debbono prevedere uno stop ai tagli ed in particolare sulla scuola. La decisione delle autorità scolastiche di effettuare tagli delle classi nella scuola primaria di Chiomonte, così come in molti altri piccoli comuni e di montagna, è sbagliata, inopportuna, assurda e in controtendenza rispetto a quanto si sta facendo sul piano nazionale”.
L’intento della riforma, nata sulla scia dei malumori populisti del Movimento 5 stelle e in seguito appoggiata passivamente da quasi tutto l’arco parlamentare, è responsabilizzare la classe dirigente e ridurre i costi della politica. Al contempo, modificando alla base l’apparato del potere legislativo, potrebbe avere conseguenze nefaste nel lungo periodo, in termini di rappresentanza democratica e funzionamento del processo decisionale istituzionale.
La coscienza non c’entra nulla e il Pd, che si è convertito di recente al sì al taglio, non può contemporaneamente dirsi per il sì e lasciar liberi i suoi elettori.