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Ruffino (Fi): “In Forza Italia è mancato il territorio”

Quando Forza Italia sapeva ascoltare il territorio e valorizzare le energie nuove che si facevano largo, il risultato elettorale arrivava, puntualmente.

Non è accaduto alle regionali dell’altro giorno e ora, smaltita la delusione per quella che con un eufemismo viene chiamata battuta d’arresto, dobbiamo chiederci, al netto degli errori di linea politica, che cosa è mancato.

È mancato prima di tutto il territorio, sono cioè mancate quelle forze giovani costrette, dopo anni di frustrante attesa, a cercare miglior fortuna in altri lidi. Perché l’emorragia di consensi è il risultato, prima di tutto, della liquefazione della classe politica sul piano locale.

Forza Italia è stato un grande partito, per oltre un ventennio è stato la biografia di questo Paese grazie alle intuizioni politiche del presidente Berlusconi. Ridotte le sue energie, stanno ora emergendo i limiti vistosi di chi avrebbe dovuto amministrare un patrimonio di consensi e di credibilità che evaporano, invece, fra un’elezione e l’altra. Ripeto: una forza politica, per essere credibile e autorevole, deve sapere dove stanno le sue radici, coltivarle e curarle ogni giorno. Senza il retroterra del territorio, qualunque partito, e Forza Italia non sfugge alla regola, è destinato all’estinzione. Impariamo tutti a coltivare il sentimento dell’umiltà e a tirarci su le maniche per costruire quella forza moderata, liberale e riformista indispensabile non solo al centrodestra ma all’Italia.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

 

L’esito del voto guardando a Torino

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / I risultati delle elezioni regionali rivelano che il Pd tiene le sue posizioni e anche il centro- destra  riesce ad ottenere buoni risultati, anche se non riesce a vincere in Toscana, in Campania e in Puglia. Le amministrative rivelano risultati a macchia di leopardo.

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La guida del centro – destra da parte di Salvini appare non condivisa dall’elettorato  liberale e moderato e la stessa Lega sembra aver perso attrattività, almeno al centro e al Sud. Le autonomie regionali appaiono molto rafforzate e i candidati presidenti  si sono rivelati determinanti, come rivelano Zaia, De Luca ed Emiliano.
Il contraccolpo sul governo è tale da stabilizzarlo, malgrado il crollo dei Cinque Stelle. Il risultato del referendum a favore del si’ appariva scontato perché la furia anti-casta ha avuto modo di esprimersi, al di là del ragionamenti dei sostenitori del No. Siamo di fronte ad un governo che non ha la maggioranza nel Paese, perché il cedimento dei pentastellati toglie un numero  consistente di consensi. In queste condizioni pensare ad un governo che duri fino alla scadenza della legislatura appare un fatto anomalo rispetto ad una maggioranza netta di regioni governate dal centro-destra. Sarà difficile trovare un’intesa tra governo centrale e governo regionale. Soprattutto preoccupa un governo che governa con con decreti legge che snaturano la lettera e lo spirito della Costituzione. Nel 2021 si voterà per il Sindaco di Torino. Appendino appare dopo la condanna fuori gioco. La lezione del 20 settembre andrà riletta per le elezioni torinesi. Occorrerà trovare candidati validi che finora non ci sono stati. Ma occorreranno anche e soprattutto  alleanze che sia nel centro – sinistra sia nel centro – destra siano diverse da quelle viste per le regionali. Torino ha sensibilità particolari. I partiti debbono riflettere e proporre idee e schieramenti capaci di far uscire dallo stagno la città.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Non autosufficienze, Artesio e Grimaldi: “c’è un’anomalia in questa Regione”

“E’ un’Assessora che crede che gli autosufficienti non siano malati”

“Nel presentare il piano regionale per la non autosufficienza 2019/21 l’Assessora regionale al welfare, Chiara Caucino avrebbe definito Torino una ‘anomalia’, il cui difetto consisterebbe nel concorso della sanità pubblica al il 50% del costo delle cure domiciliari, mentre, secondo l’Assessora, il sostegno pubblico dovrebbe derivare esclusivamente dal fondo nazionale per le non autosufficienze, una voce assistenziale e con budget predeterminato, a prescindere dagli andamenti dei casi e dalla situazione piemontese”.

“Per noi – commentano la consigliera comunale Eleonora Artesio, Torino in Comune – la Sinistra, e Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione – anomalo è pensare che le persone non autosufficienti siano bisognosi (ma solo alcuni) anziché malati (tutti)”.

“Anomalo – proseguono Artesio e Grimaldi – è ricondurre lo stato di salute e il diritto alle cure, universale e senza limiti di durata, a una condizione di indigenza (temporanea) certificata da un Isee. Anomalo è rivendicare dal Governo la valenza sanitaria delle RSA per non autosufficienti e contestualmente considerare povertà anziché malattia le stesse condizioni, se queste sono accudite al domicilio”.

“Infine, noi crediamo che sia anomalo riconoscere come sanità le compartecipazioni alle rette in RSA e non rimborsare, peraltro con minori oneri, le cure sanitarie e tutelari prestate al domicilio. Forse – concludono Artesio e Grimaldi – l’anomalia è questa Assessora”.

“Il taglio delle risorse prospettato dal piano regionale per la non autosufficienza toglierà il sostegno economico di cui necessitano le migliaia di famiglie che devono prendersi cura di una persona non autosufficiente. La Regione sostiene che tale impostazione evita la contrapposizione con il Governo – commentano Artesio e Grimaldi –, davvero molto strano che l’attuale Giunta regionale, sempre pronta ad aprire fronti di scontro con i ministri, su questo tema abbia scelto questa linea, specie perché le minoranze in Regione assicurerebbero una sicura sponda”.

Condanna di Appendino, M5S: “Umanamente vicini a Chiara”

“Siamo sempre stati convinti della buona fede dell’azione amministrativa di Chiara Appendino: lo siamo ancora.

Ci siamo confrontati tra i  consiglieri e abbiamo deciso di continuare a sostenerla fino alla fine del mandato. Umanamente siamo vicini a Chiara e all’assessore al Bilancio Sergio Rolando. E’ per tutti noi un momento duro e triste. Ma siamo pronti a fare la nostra parte, portando a termine l’impegno che abbiamo preso 4 anni fa con i torinesi” . Così in una nota la capogruppo 5stelle a palazzo Civico, Valentina Sganga.

Gallo (Pd): “Rispediamo le accuse all’assessore alla Sanità”

“Ancora una volta rispediamo al mittente le accuse dell’Assessore regionale alla Sanità” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, Raffaele Gallo

“Lo invito ad abbassare i toni” aggiunge l’esponente dem “Il collega che presiede il Gruppo di indagine Covid, infatti, lo guida con autorevolezza e oggettività, perseguendo l’obiettivo di evidenziare e correggere le criticità sanitarie per migliorare il servizio e per dare ai cittadini una sanità migliore e in grado di rispondere alle possibili recrudescenze della pandemia”.

“Lunedì abbiamo audito i rappresentanti dei medici di base e abbiamo semplicemente evidenziato le loro richieste e le loro criticità. Ci preoccupa molto quanto emerso, ma se, al contrario tutto è già risolto allora chiediamo all’Assessore di darne evidenza in commissione, cosi saremo tutti più tranquilli: noi, i medici e i cittadini. Consigliamo, inoltre, all’Assessore di chiarirsi con le categorie: quando si parla di salute remiamo tutti dalla stessa parte, ma il  compito delle Opposizioni è evidenziare le criticità per superarle. E, per l’ennesima volta, invitiamo l’Assessore a prendere parte alla Commissione, il vero luogo preposto al confronto” conclude il Presidente del Gruppo Pd.

Dopo referendum e Regionali si attende il voto a Torino

Diciamocela  fino in fondo: il Pd al 34%, primo partito,  nessuno se lo immaginava

Almeno il sottoscritto non lo immaginava minimamente. Per il resto tutti  sono concordi nel sostenere la vittoria di Nicola Zingaretti e la sconfitta di Matteo Salvini.
Poi i leghisti si arrampicano sui vetri. Ha dell’incredibile il successo di Zaia in Veneto: 8 elettori su 10 lo hanno votato. Più che una elezione mi sembra un plebiscito su una parola d’ordine: atonomia federale per il Veneto. Qualcosa che tutto il sud non vuole e non vorrà mai. Si vedranno gli sviluppi.
Poi bisogna vedere se e soprattutto come Nicola Zingaretti passerà all’ incasso con Conte sul Mes per la sanità e la riforma radicale della sicurezza.

 

La Meloni zitta zitta quatta quatta è diventata la numero uno del Centro Destra. Sul referendum un po’ tutto come da programma. Il no voleva arrivare almeno al 35 % per contare. Non è stato così. Con la curiosità: nelle città, nei quartieri centrali va forte il no e nelle perferie stravince il si. Per il resto è semplicemente patetica  l’intestazione pentastellata di questa scontata vittoria. Come è decisamente patetico il ( direi ) ex mitico Matteo Renzi con solo il 5 % nella sua roccaforte della  Toscana. Intanto dalle nostre parti tutto secondo copione. Vince a Moncalieri il sindaco uscente Paolo Montagna. Al primo turno in una città terza per abitanti in Piemonte. Per il resto ballottaggio tra destra e sinistra con evaporazione dei pentastellati. Venaria docet. I grillini dal sindaco al 6%. E‘ la democrazia, bellezza.

 

Chiaretta si inventa che la condanna a 6 mesi non è penale. Cucciola,  è pur sempre una condanna. Tanto per almeno sei mesi lo stipendio è assicurato. Proprio così: tra sei mesi si ritorna a votare. Nel centro sinistra ora guida indisturbato il Chiampa. Le primarie si faranno con il Professore Saracco favorito. Per Lui una passeggiata dopo che Mauro Laus ha fatto un passo indietro continuando nel fare cio’che sta facendo da 17 anni a questa parte. Forse  qualcosa di nuovo si muove nel centro destra destra. Si affaccia, molto timidamente,  la candidatura di Claudia Porchietto. Già presidente Api Torino e già assessore al lavoro. Perdita di smalto dei leghisti , comunque Fratelli d Italia non demorde ora che la Meloni è la prima.

Ancora in difficoltà la giunta Cirio che dalla botta del Coronavirus non si è ripresa. Ha scelto il modello lombardo ed ha toppato alla grande. Ora va solo di moda il modello Zaia.
Per finire tra 15 giorni il ballottaggio. Con particolare attenzione a Venaria. Parte avvantaggiato il centro destra. Anche  i pentastellati, cinque anni fa partirono avvantaggiati e poi vinsero. Chissà. Lo vedono soprattutto i torinesi del pd in modo scaramantico. 5 anni fa ciò che è avvenuto in Venaria si è ripetuto a Torino. Vedremo: magari, appunto, la storia si ripete.

Patrizio Tosetto

Montagna vince al primo turno a Moncalieri

Alle comunali  di Moncalieri, quinto comune piemontese per numero di abitanti, e  primo della città metropolitana dopo Torino, vince  al primo turno il sindaco uscente Paolo Montagna.

A metà scrutinio l’esponente Pd è già oltre il 60% dei consensi.

“La grande partecipazione è un successo che va anche oltre le aspettative – commenta all’agenzia ANSA – Cresce anche la nostra responsabilità: l’abbiamo affrontata in questi anni e siamo pronti a continuare. Siamo un modello di esperienza anche del Pd e del centrosinistra. Da qui, da Moncalieri, per Torino e per la Regione noi ci siamo”.

Si andrà al ballottaggio  a Venaria, Alpignano e Valenza, gli altri comuni con più di 15 mila abitanti. A Virle il candidato della Lega stravince con il 90%

Ruffino (Fi): “Minigonna, battaglia fra sessismo e buon gusto”

Dove cade l’occhio dei professori è un problema che riguarda i professori, le loro famiglie e la scuola nel suo complesso. Come vestono le nostre ragazze non può diventare in ogni caso una questione da affrontare e risolvere con argomentazioni più o meno pruriginose.

Più urgente mi sembra essere un’altra questione: che cosa insegna la scuola, oltre i programmi e la didattica curricolare? C’è stato un tempo in cui a scuola si insegnava educazione civica ma, in particolare, si trasmettevano alcuni valori propri del civismo, come saper distinguere luoghi e situazioni per conformare ad essi i nostri comportamenti non per ipocrisia ma per rispetto. Ecco, già solo distinguere i banchi della scuola dal tavolo del bar sarebbe un bel passo avanti, perché in classe si va e si sta per imparare, al bar si va per divertirsi: due attività entrambe importanti ma fra loro molto diverse. Per le quali si impongono atteggiamenti un po’ diversi.  La vera battaglia da combattere è fra il sessismo, sempre in agguato, specie fra gli uomini, e la riscoperta del buongusto.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

“Scarpe&Scarpe”, Costanzo (M5S): “Quali soluzioni per l’impatto occupazionale?”

L’azienda torinese “Scarpe&Scarpe”, con sede a Borgaro Torinese, ha annunciato lo scorso 9 settembre, dopo l’incontro con i sindacati, la chiusura di 11 punti vendita in Italia.

L’emergenza sanitaria aveva infatti comportato un calo delle vendite nell’ordine dell’80%, unito alla chiusura forzata dei 154 negozi della catena a partire dall’8 marzo. Così il 4 aprile scorso l’azienda aveva presentato istanza di concordato preventivo al tribunale fallimentare di Torino, mentre ora si è passati alla chiusura definitiva di 11 punti vendita.
“Abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare sul tema – afferma Jessica Costanzo (M5S), deputata piemontese della Commissione Lavoro – La chiusura di 11 punti vendita, nonostante sia meno impattante di quanto temuto all’inizio, necessita comunque di un monitoraggio da parte del Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Occorre – continua Costanzo – vigilare sulla eventuale chiusura di nuovi punti vendita e sulla garanzia di accesso agli ammortizzatori sociali da parte di tutti i dipendenti. Chiediamo inoltre che il Ministero valuti con i sindacati nuove soluzioni per ridurre al minimo l’impatto sui lavoratori delle chiusure” conclude Costanzo.

A Torino i si’ vincono con il 60,74 per cento

A Torino sono andati alle urne 49 elettori su cento, invece nel referendum del 2016 erano stati 71.

L’affluenza in città è stata del 48,51 per cento.

Il 39,26% dei  partecipanti ha votato ‘no’, il 60,74 per cento ha votato ‘si’’.

I dati giungono dal Comune di Torino.