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Perchè non parli? Serve una martellata al ginocchio dell’opposizione

È noto l’aneddoto che vuole Michelangelo colpire con il martello la sua monumentale opera raffigurante Mosè (2 metri e 35 di altezza, tanto per intenderci) esclamando: “Perché non parli?”.

Ecco, fatte le debite proporzioni – io non sono Michelangelo e i leader dell’opposizione non hanno la statura né corporea né simbolica dell’opera citata – è questa l’imprecazione che mi viene da rivolgere a un Salvini e a una Meloni in questo momento di disfatta istituzionale…

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“Perché non parli?”. Serve una martellata al ginocchio dell’opposizione

Ma i conti con Monti e con chi ha tagliato la sanità, nessuno vuole farli?

 

Di Augusto Grandi / Un invito a non disturbare il manovratore, per la maggioranza. Una minaccia, per l’opposizione. Una presa in giro, per il gregge Italia. Perché, in Italia, i conti non si fanno mai. Tarallucci e vino: questo sarà il primo articolo della nuova costituzione.

Perché, se si volesse davvero trovare qualche responsabilità per il disastro attuale, si potrebbe iniziare oggi a valutare il passato. Lasciando da parte chi sta affrontando, bene o male, l’emergenza.

Ma un giudizio sul grigiocrate Monti, e sulla sua irresponsabile squadra, perché deve essere rinviato? Lorsignori non sono impegnati in nessuna attività di soccorso, dunque il loro operato può essere valutato. Magari dai parenti delle vittime morte in ospedali alle prese con gli effetti dei tagli decisi dai tecnocrati; magari dai parenti di chi è morto a casa perché non c’erano posti liberi negli ospedali perché gli ospedali erano stati chiusi…

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Ma i conti con Monti e con chi ha tagliato la sanità, nessuno vuole farli?

 

Coronavirus, Locatelli (Prc-Se): “Diffidiamo a riaprire attività non essenziali”

“Torino è la provincia col maggiore rialzo percentuale di contagiati. Non vogliamo una seconda Valseriana”

“Le insistenze della Confindustria piemontese volte a permettere alle aziende di riprendere le loro attività sono semplicemente ributtanti. La gente si ammala e muore e loro pensano al’andamento delle proprie commesse e dei propri affari” sostiene Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino. Proprio in questi giorni sono state rese note le linee di tendenza del contagio e dei decessi in Piemonte. Se quindici giorni fa la regione cresceva in percentuale più delle altre regioni per infetti e decessi, adesso più di altre realtà fatica a contenere la diffusione del contagio. Mentre i casi di Covid-19 in Italia aumentano del 4% al giorno, in Piemonte allo stato attuale  siamo oltre il 6%. In particolare Torino, con il suo 6,9%, è la provincia che sale più di tutte tra le dieci più contagiate. Tra le ragioni prime della propagazione del contagio, come attestano gli studi in materia, vi sono gli spostamenti e i contatti di lavoro. Per  Ezio Locatelli “in questo contesto di perdurante emergenza sanitaria e di richiesta di sacrifici alla popolazione non è pensabile che gli industriali chiedano di poter agire indisturbati. Già ci sono 5.677  aziende che sono aperte in deroga. Un numero esorbitante che vanifica qualsiasi controllo e azione incisiva contro il coronavirus. E’ già successo in Valseriana che gli industriali abbiamo potuto fare ciò che volevano con l’avvallo o la copertura scandalosa di forze di maggioranza e di opposizione. Le ragioni dell’economia sono state anteposte alla tutela della salute il che ha provocato una vera e propria strage. Diffidiamo dal fare altrettanto a Torino e  in Piemonte”.

Ruffino (Fi): “Se Conte non unisce il Parlamento è debole in Europa”

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è entrato male e in ritardo nel dramma della pandemia e rischia ora di uscirne peggio, e con lui l’Italia.

Esitante e lento nell’assumere i provvedimenti restrittivi, ambiguo e opaco nel costruire una strategia di interazione con Regioni ed Enti locali, fumoso nella stesura dei provvedimenti economici, faraonici nelle intenzioni ma tutti di la da venire mentre le famiglie e le imprese sono alla canna del gas. 

Il capolavoro di imperizia, però, è nel rapporto con le opposizioni e, di riflesso, con le istituzioni comunitarie. Conte non ha mai davvero desiderato il coinvolgimento delle opposizioni, auspicato dal presidente Mattarella in tutti i modi. Ha scelto la strada solitaria per un calcolo politico, con il risultato di aver ingaggiato un braccio di ferro con l’Europa senza esibire l’unità del Parlamento, e dunque costringendo il Paese a subire l’ennesima umiliazione di un’intesa da pagare a caro prezzo. Si è appoggiato all’intransigenza grillina, tollerata da un Pd afasico, pensando così di mettere l’Europa davanti al diktat: o ci aiutate senza Mes oppure facciamo da soli. Una scelta suicida per gli interessi dell’Italia da cui Conte spera di ricavarne un utile politico personale. Votare la fiducia a Conte equivale a sfiduciare l’Italia.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Ravetti  e Gallo (Pd): “Cirio chiuda i supermercati a Pasqua e Pasquetta”

“Sosteniamo con forza la richiesta avanzata dalle organizzazioni sindacali di chiudere i supermercati nei giorni delle festività di Pasqua e Pasquetta. Al momento, le uniche catene commerciali che hanno comunicato la chiusura in entrambi i giorni sono Coop e Unes, mentre gli altri supermercati hanno deciso di aprire lunedì.

E’ importante che Cirio intervenga tempestivamente e decida di concedere lo stop al commercio per 48 ore, fermando le aperture di Pasquetta, in linea con quanto è stato fatto in molte regioni. In questo momento è fondamentale mettere in campo tutte le azioni possibili per evitare assembramenti. Inoltre, bisogna pensare a chi lavorano nei supermercati, consentendo a queste persone di riposare e di limitare il rischio dei contagi. Facciamo in modo che anche questi lavoratori possano passare le festività in famiglia”.

Domenico Ravetti – Presidente Gruppo consiliare regionale PD
Raffaele Gallo – Vice Presidente Gruppo consiliare regionale PD

Meritocrazia: “Economia, serve ripresa reale. Denaro in una settimana”

Il 6 aprile, il Presidente del Consiglio ha sommariamente illustrato i termini del “decreto liquidità” di prossima emanazione a favore delle imprese colpite dall’emergenza sanitaria. Secondo quando è emerso dal comunicato del Premier, verranno messi a disposizione fondi “immediati” per 400 miliardi di euro a beneficio di piccole, medie e grandi imprese (con garanzia dello Stato in favore delle banche che effettuino i finanziamenti), finalizzati ad assicurare la continuità nella fase dell’emergenza, con particolare riguardo a quelle attività che prima della crisi erano in equilibrio e presentavano una regolare prospettiva di continuità aziendale.

La bozza mostra evidenti criticità.  In un momento in cui l’Italia affida le proprie speranze a un intervento definito senza precedenti a favore del sistema produttivo, Meritocrazia Italia sottolinea l’assoluta necessità di cambiare le sorti della politica economica italiana.

Il prossimo DL, secondo Meritocrazia Italia, dovrebbe assicurare, in primo luogo, una immediata messa a disposizione di somme di danaro per il settore produttivo. Una liquidità che non può essere rimessa ad iter burocratici delle banche. Non è il momento di essere settoriali nelle scelte politiche. La crisi mondiale è l’occasione per risolvere anche i problemi di debito pubblico.
La manovra finanziaria non può ancor di più aumentare l’esposizione debitoria dell’Italia nei confronti di soggetti terzi.
Occorre dare fiducia ai cittadini attraverso una erogazione di danaro proporzionale al danno subito. Non bisogna far passare tempo. I giorni che trascorreranno diventeranno importanti, in un tessuto socio economico che già viveva di una crisi latente.

Bisogna concedere credito e contestualmente abbassare la pressione fiscale.
Per creare un effettivo rilancio del Paese, serve vietare espressamente l’utilizzo delle risorse emergenziali ottenute per il pagamento di debiti bancari/finanziari pregressi, evitando la riallocazione di debiti scaduti sul bilancio dello Stato e lo spostamento del rischio bancario sulle risorse pubbliche.
Le erogazioni straordinarie potrebbero inoltre essere governate da un apposito iter di tracciabilità e, laddove fossero effettivamente reimmesse nel sistema produttivo, questo dovrebbe consentire l’accesso a deducibilità e riduzioni d’imposta, a fronte quindi della garanzia di un concreto impulso al sistema economico ed all’obbiettivo del rilancio economico del Paese.
Occorre infine registrare che di fronte alla crisi del coronavirus la prospettiva di una coesione europea si è velocemente dissolta. Si avvicina sempre di più la possibilità che siano i singoli Stati a prendersi carico della parte più importante della risposta anticiclica.

Il nostro Paese è ancora combattuto tra la auspicata creazione degli Eurobond o il ricorso al MES, quest’ultimo proposto come unica soluzione percorribile dalla Germania e dai Paesi del Nord Europa. La scarsa fiducia nel MES e soprattutto nelle regole dello stesso è la prova della inaffidabilità del progetto europeo che ad oggi sta comportando privazioni e delusioni ai cittadini italiani.
Una soluzione alternativa percorribile potrebbe essere offerta da un canale diretto di vendita di titoli del debito italiano, gestita da Banca d’Italia e destinata a risparmiatori privati, per importi limitati. In tal modo, il risanamento del debito pubblico per il tramite della fiducia riposta dagli italiani nel futuro del proprio Paese sarebbe la prima garanzia della riuscita dell’investimento. Meritocrazia Italia confida nella massima attenzione che il Governo metterà in questa delicata fase, perché in gioco non c’è solo un momento di crisi ma soprattutto la credibilità futura del nostro Paese.

Meritocrazia Italia – Meritocrazia Piemonte

Il sogno europeo di Boris Johnson

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Boris Johnson, Primo ministro del Regno Unito di Gran Bretagna, sta in questi giorni combattendo contro il morbo che, inaspettatamente fino a poco tempo fa, stravolge il nostro quotidiano: il COVID-19

Il leader dei Conservatives britannici, il quale aveva destato stupore con l’intenzione iniziale di portare avanti il cosiddetto metodo della “immunità di gregge” per contrastare – o convivere? – con l’emergenza da Coronavirus, ha contratto il virus, finendo persino in terapia intensiva, al punto che le sue funzioni sono state delegate al Ministro degli Esteri, Dominic Raab. Ora l’auspicio più vivo è che Johnson si rimetta presto e non solo per il senso di solidarietà umana che dovrebbe albergare in ognuno di noi, ossia per quel senso di “simpatia” che così bene Adam Smith descrisse nella sua “Teoria dei sentimenti morali”.

L’istrionico Boris, notoriamente avvezzo a gaffes, così congeniali al fluttuare selvaggio della bionda capigliatura, rappresenta un politico di grande spessore, profilo ormai raro di uomo di cultura incardinato nel governo di una nazione. Egli, da sempre favorevole alla Brexit a tutti i costi, protagonista degli ultimi drammatici passaggi della fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione europea, ha scritto in passato saggi da europeista convinto. Per quanto, ovviamente, possa essere definito europeista un inglese! Tra le varie opere, “The dream of Rome”, frutto non solo della sua passione sfrenata per il mondo latino, la cui lingua Johnson fece reintrodurre nelle scuole pubbliche londinesi perché fondamentale per comprendere la cultura inglese. In questo volume, qualche anno fa, l’etoniano auspicava lo studio politico del sistema di governo dei territori da parte dell’antica Roma per ispirare la nuova Europa.  Boris Johnson narra in queste pagine con sincera ammirazione del primo progetto di integrazione internazionale, cogliendo le raffinatezze tattiche, politiche e giuridiche con cui l’Urbe riuscì per secoli a far coesistere una moltitudine di genti, religioni, culture, stili di vita. Dopo quella esperienza dobbiamo risalire ai giorni nostri per trovare, nella storia umana, anche se solo da pochi decenni, un ordinamento con qualche assonanza con quello dei Cesari.
Che quell’uomo sia stato soppiantato nel pensiero dal “populista” di oggi, così è stato definito dall’ex compagno di partito Sam Gyimah, non è così pacifico. E’ vero che la bismarchiana realpolitik seduce e converte con grande facilità, ma è possibile pensare che Boris Johnson, non solo per difendere il proprio paese, ma anche per continuare a coronare il sogno romano, abbia in mente strade, forse tortuose, ma efficaci nel tempo per superare l’attuale Unione europea, da molti anche ingiustamente accusata di essere un maniero di burocrati, e giungere alla versione moderna dell’antica integrazione continentale: gli Stati Uniti d’Europa.  Non più tardi di 4 anni fa, il conservatore britannico disse: “Sono europeo. E non sopporto il modo in cui confondiamo l’Europa — patria della più grande e ricca cultura del mondo, alla quale la Gran Bretagna contribuirà per sempre — con il progetto politico dell’Unione Europea”. Lo affermò in inglese, ma avrebbe potuto anche in latino o in greco, lingue che conosce benissimo e ammira profondamente. E allora, anche per chi spera che il conflitto politico che oggi attanaglia il Vecchio Continente non sia appannaggio degli estremisti dogmatici fautori dell’immobilismo comunitario e dei populisti nazionalisti, God save Boris!  Stai a vedere che, per il bene della futura Europa, avremo bisogno di chi oggi ha cavalcato la libera scelta del popolo britannico per minare il consolidato sistema dell’Unione europea!

Massimiliano Giannocco

“Buoni spesa e solidarietà: si sarebbe potuto fare di più e meglio”

“Ora, a maggior ragione, si proceda con il progetto della spesa sospesa, che  anche altre forze politiche oltre ai Moderati hanno detto di voler sostenere. Valorizziamo così la straordinaria rete già attiva sul nostro territorio e la forza dei tanti Volontari disponibili”

In una fase nella quale tante aziende – di tutti i fatturati e di tutte le dimensioni – si stanno volgendo alla logica del dono (di servizi, di prodotti e di ore lavoro), resta un fondo di amarezza per le modalità, pur formalmente e giuridicamente legittime, di assegnazione della commessa dei buoni spesa. Mi sarei aspettato un gesto di ulteriore solidarietà: uno sconto dello 0,25% è pochissimo e lascia perplessi. L’Amministrazione avrebbe potuto e dovuto essere più incisiva in fase di trattativa. A maggior ragione, rilanciamo il progetto della spesa sospesa. Mi fa piacere che anche il PD  abbia affermato di voler sposare la mia proposta. I Volontari che si sono messi a disposizione della Città di Torino sono 150 e altri 495 sono in attesa presso il Centro Servizi Vol.To: una forza importante, che può e deve essere utile alla comunità. Valorizziamola. Presto nelle case mancheranno beni di prima necessità: non solo cibo e farmaci, ma prodotti per l’igiene della persona e della casa. L’esperienza e le modalità di raccolta del Banco Alimentare e del Banco Farmaceutico, così come l’ampia e solida rete di solidarietà che il nostro territorio può vantare, sono un capitale da mettere a frutto in questa esperienza. La spesa sospesa necessita sempre della regia del pubblico. Rilancio oggi convintamente, dunque, questa idea, che abbiamo tutte le forze per realizzare in maniera strutturata ed efficace.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Verdi Piemonte: “Sotterrare rifiuti della differenziata è atrocità ambientale”

“Sotterrare nelle discariche i rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata è un’atrocità ambientale e sociale e non avrebbe nessun vantaggio economico. Vanificherebbe invece, in maniera tombale, lo sforzo virtuoso che i cittadini stanno compiendo in questi ultimi anni per ridurre nel proprio sacchetto dei rifiuti la quota di rifiuti indifferenziati”

Cosi in una nota i due portavoce dei Verdi Piemontesi, Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi, che aggiungono:

“Tradotto? In un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo oggi anziché pensare di ripristinare impianti obsoleti come il ricorso alle vecchie discariche o il loro ampliamento per smaltire tal quale i rifiuti e avvelenare le falde acquifere e suolo agricolo, occorre accelerare con la riconversione impiantistica destinata ad accogliere i rifiuti.

Come Verdi Europa Verde Piemonte proponiamo di attrezzare i propri centri di stoccaggio con impianti di sanificazione specifici dei mezzi e dei rifiuti in ingresso e a valle con l’istallazione e l’avvio di moderni impianti di trasformazione dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata per riutilizzare, ridurre anche in termini volumetrici e trasformare in risorse quei rifiuti provenienti dal ciclo urbano.

L’Assessore all’Ambiente, Matteo Marnati della Regione Piemonte, in un’intervista si è espresso con una ricetta anti-ambientalista:  aumentare del 20% la possibilità di stoccare rifiuti nei 300 depositi, ampliare le discariche esistenti e alla creazione di ben 2 nuovi inceneritori in Piemonte (uno per l’area orientale e uno per la parte sud della regione)”.

“Come Verdi siamo ASSOLUTAMENTE CONTRARI alla CREAZIONE di nuovi inceneritori sul territorio regionale. Sono anni che si parla di economia circolare, quindi di riciclo e riuso dei rifiuti prodotti. Ed è quella strada che il governo regionale deve perseguire se davvero vogliono tutelare l’ambiente. Come ecologisti, chiediamo la necessità di un immediato confronto con il governo e Regioni per scongiurare il pericolo di saturazione degli impianti di riciclo e recupero dei rifiuti.

Vogliamo portare all’attenzione del governo, le problematiche legate a questo particolare momento d’emergenza per un comparto, quale quello della gestione e del trattamento dei rifiuti, già in grave difficoltà economica, sociale e produttiva, al fine di non aggiungere anche un’altra grave difficoltà di carattere ambientale.
Ricordiamoci che ognuno di noi infatti, può dare il proprio contributo per ridurre la quantità di scarti che finiscono in discarica, svolgendo una raccolta differenziata più pulita. Se ciascuno farà la sua parte allora si che andrà tutto molto meglio”.

“Mascherine per tutti ma gratis o a prezzi calmierati”

Da mercoledì 8 aprile il Presidente della Regione Piemonte renderà obbligatorio l’uso delle mascherine per tutto il personale addetto alla vendita, mentre verrà raccomandato ai singoli cittadini che entreranno in un esercizio commerciale o accederanno ad aree mercatali di utilizzare la mascherina.

“Molti Sindaci ( come ad esempio quelli dei comuni di Forte dei Marmi, Trino Vercellese, Virle….etc) hanno consegnato gratuitamente ai propri cittadini le mascherine protettive ed, emettendo successiva ordinanza, hanno reso obbligatorio indossarle nei luoghi di possibile contagio (attività commerciali, supermercati, uffici pubblici, mezzi pubblici). La nostra Sindaca continua a non avere il coraggio di prendere in autonomia un così basilare provvedimento, rientrante nelle sue competenze”.  Così  il Capogruppo del Gruppo Consiliare al Comune di Torino Lista Civica Sicurezza e Legalità Raffaele Petrarulo che in una mozione  chiede alla Sindaca e alla Giunta “di provvedere con urgenza ed in tempi brevissimi alla distribuzione gratuita delle mascherine a tutti i cittadini provvedendo come Città alla distribuzione a tutti i componenti dei nuclei familiari delle medesime; di aumentare i controlli affinché non si possa lucrare su un bene considerato di primaria importanza e di insistere sul Presidente della Regione perché reperisca i quantitativi necessari per adempiere quanto sopra”.