Da Palazzo Lascaris / Nel corso della Commissione cultura di oggi l’Assessora Poggio ha indicato per venerdì la data in cui verranno assegnate le risorse alla direzione cultura.
Solo dalla prossima settimana potranno quindi essere adottati tutti gli atti conseguenti e necessari all’uscita dei bandi e al finanziamento delle convenzioni: difficilmente, dunque, i bandi usciranno entro la fine di ottobre com’era stato promesso solo qualche settimana fa al presidio davanti a Palazzo Lascaris.
Un ritardo insostenibile alla luce dell’emergenza Covid che si è abbattuta su questo settore più che su altri. La scelta di questa Giunta è stata di non offrire al settore risorse straordinarie, di straordinario c’è solo questo ritardo che rischia di mettere in pericolo le erogazioni degli anticipi, specie con le difficoltà a cui andiamo incontro.
Anche su altri aspetti siamo fermi come da inizio legislatura: sostegno allo spettacolo da vivo, la rete delle residenze sabaude e la rete delle biblioteche, in particolare il collegamento tra quelle di Torino e quelle della Provincia. L’emergenza Covid non può fermare tutto, soprattutto non può fermare la programmazione e gli indirizzi politici da continuare a sviluppare anche per superare l’emergenza di questi mesi.
Daniele Valle – Vicepresidente Commissione Cultura del Consiglio regionale del Piemonte
Diego Sarno – Portavoce Pd Commissione Cultura del Consiglio regionale del Piemonte

Sei mesi di battaglie da parte del centrodestra, alla fine il governo ha capito che andavano sospese le cartelle esattoriali fino alla fine dell’anno. Stesso discorso vale per la decontribuzione sui nuovi assunti under 35 e 5,7 miliardi di decontribuzione per le imprese del Sud. Fin qui le buone notizie. Quanto al resto, il governo è rimasto prigioniero della sua indeterminatezza. La manovra annunciata è imponente nella sua dimensione, ma i soldi corrono attraverso mille canali e non sempre per raggiungere obiettivi validi. Un esempio: 4 miliardi aggiuntivi per la sanità per fronteggiare la pandemia. Una cifra largamente insufficiente per tamponi, assunzioni di personale sanitario, riorganizzazione degli ospedali. Quei 4 miliardi sarebbero stati preziosi per rafforzare la decontribuzione per le imprese mentre alla sanità avrebbero recato benefici notevoli i 36 miliardi del Mes. Le opposizioni torneranno a insistere su questo punto alla prima occasione parlamentare, perché prima o poi il presidente del Consiglio dovrà venire in Parlamento.