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“Torino, mettiti al tavolo”

Dal 6 al 9 aprile si aprono i tavoli di discussione promossi da LABORATORIO CIVICO

 Riceviamo e pubblichiamo

Laboratorio Civico, il nuovo progetto di attivazione civica, organizza tre giornate di discussione pubblica, interamente online e aperte a tutti i cittadini, per interrogarsi sulla direzione e sul percorso da intraprendere per la propria città e promuovere una discussione sul futuro per Torino.

 

Lunedì 6 aprile alle ore 17, il primo tavolo di discussione civica si apre con le proposte su come affrontare l’emergenza COVID19. Il tema dell’incontro on line ha l’obbiettivo concreto di promuove iniziative utili a superare questo periodo di isolamento forzato, soprattutto a favore delle persone che per diversi motivi sono più fragili od esposte. “Come possiamo attivarci? Cosa dobbiamo fare?” Chi gestisce l’emergenza è concentrato a facilitare il lavoro dei sanitari e a diminuire i contagi, ma dopo settimane gli operatori sul campo, medici e volontari, continuano a non essere adeguatamente attrezzati e i cittadini – specie i più deboli – restano abbandonati. Mettere insieme le forze e cercare di dare più energia alle diverse iniziative che sono nate dalla generosità di tanti cittadini, cercando di coordinare parallelamente il loro lavoro con quello delle istituzioni, è l’obiettivo concreto del primo tavolo di discussione civica attivato.

 

Martedì 7 aprile, alle ore 17, si prosegue con un’elaborazione delle proposte su come uscire dalla crisi e ripartire. Il secondo appuntamento si propone di capire come la nostra città uscirà dalla crisi che stiamo vivendo. “Quali saranno le priorità economiche e sociali? Con quali risorse? con quali obiettivi? La gestione dell’emergenza peserà sul debito pubblico, ne usciremo con una Europa rafforzata o polverizzata? Ma soprattutto quali saranno le nostre priorità? come evolveranno le comunità locali? la prevedibile contrazione dei consumi quali settori penalizzerà? La crisi darà ulteriore impulso alla diminuzione dei posti di lavoro?” Queste ed altre domande dovranno informare la nuova agenda politica con cui si confronteranno gli elettori a tutti i livelli di governo della cosa pubblica.

Mercoledì 8 aprile alle ore 17, saranno valutate le proposte sull’impatto che la crisi sanitaria avrà sui settori turistici e culturali. In questa occasione ci si propone invece di capire in che misura i consumi culturali saranno modificati dalla paura del contatto sociale. “Eviteremo i grandi concerti, gli stadi, i cinema? Basterà la diminuzione dei contagi o la scoperta di un vaccino a rianimare le notti torinesi? Ha ancora senso pensare la riapertura dei Murazzi o la costruzione del centro congressi?” Proviamo a parlarne con gli operatori del settore e disegnare assieme una road map per il ritorno a una diversa normalità.

Per iscriversi ai tavoli è necessario iscriversi, mandando una mail con il proprio nominativo all’indirizzo laboratoriocivicotorino@gmail.com.

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/222664875486101/

Per informazioni www.laboratoriocivicotorino.it

Conte, la Dc e i cattolici

Tra le cose laterali che caratterizzano la situazione drammatica ed inedita con cui ormai dobbiamo fare i conti, a volte emergono aspetti curiosi e simpatici che non meriterebbero neanche un commento, se non per evitare che, a volte, la confusione e il pressappochismo prendano il sopravvento

Certo, sappiamo tutti molto bene che viviamo in un momento drammatico dove la politica è semplicemente sospesa. Come è sospesa l’attività dei partiti, di tutti i partiti. Ed è, questa, una considerazione che ci porta anche a ritenere del tutto inattendibile qualunque sondaggio inerente il peso degli attuali partiti e anche la popolarità dei rispettivi capi. Diciamo così, non è proprio il
momento per misurare la credibilità della politica e dei suoi principali esponenti… Ora, tra le considerazioni curiose, si fa per dire, che emergono da questa situazione anomala c’è
la simpatica iscrizione d’ufficio, da parte di alcuni commentatori ed opinionisti, del premier Conte alla tradizione della Dc.

E, addirittura, allarga l’iscrizione ai 5 stelle. Insomma, nel vuoto che caratterizza il panorama pubblico nel nostro paese in questo momento e in attesa che, dopo la tempesta, riparta la dialettica politica – che sarà, comunque sia, profondamente diversa da quella che l’ha preceduta – con nuovi equilibri politici e forse anche con nuovi partiti e una rinnovata classe dirigente, prendiamo atto che la tanto detestata Democrazia Cristiana continua ad essere scimmiottata e miracolosamente rimpianta senza sapere bene di che cosa si parla.

Adesso la nuova vulgata pare essere questa: chi si presenta ben vestito, ben pettinato, non bestemmia, non alza la voce e dice poco o nulla in pubblico è iscritto, de facto, alla Dc del ventunesimo secolo. Nulla, come ovvio, di argomenti che riguardano la Dc, la sua storia, il suo progetto, la sua classe dirigente fatta di leader e statisti – soprattutto di leader e statisti – a livello locale e nazionale e, soprattutto, la sua cultura di riferimento. E quindi, ogni confronto e paragone con quella esperienza avviene a prescindere dalla esperienza politica, culturale ed organizzativa della Democrazia Cristiana.

È sufficiente questa semplice e quasi scontata osservazione per arrivare ad una altrettanto semplice e scontata conclusione. E cioè, il confronto con il passato avviene lungo le strade
dell’estetica e dell’abbigliamento. Ma, come ben sappiamo, sono due caratteristiche radicalmente estranee alla politica. Almeno a quella politica che ha come ingredienti costitutivi il pensiero, la
cultura, il progetto e il programma. Oltre ad una classe dirigente. Che non è, com’è ormai evidente a quasi tutti, la politica che purtroppo oggi continua a spadroneggiare in lungo e in largo. Ma il domani è ancora tutto da costruire e da scrivere.

Giorgio Merlo

Ruffino (Fi): “Scudo legale Asl? la politica si autoassolve”

Preoccupa i medici impegnati in trincea e costretti spesso a combattere a mani nude contro un nemico impietoso come il Covid-19 sapere che lo scudo legale che li tutela contro danni, civili e penali, si vuole estenderlo con un emendamento anche alle aziende sanitarie, cioè a direttori e manager che hanno la responsabilità di organizzare il lavoro, di provvedere all’efficienza dei reparti e all’incolumità del personale sanitario

In un’ora tanto grave, non serve lo spettacolo di una politica che si autoassolve da ogni responsabilità perché, in fondo, è sempre la politica che in qualche misura nomina, i vertici delle aziende sanitarie. E se la direzione di un ospedale non provvede a sanificare il Pronto soccorso dove è transitato un paziente Covid, può ritenersi esente da ogni responsabilità civile e penale? E se la distribuzione dei Dip ritarda per l’imperizia  di un dirigente sanitario e i medici o gli infermieri vengono contagiati,  ci sono responsabilità? Se le cose vanno così allora tanto valeva seguire la linea, abbandonata poi dallo stesso Trump, sull’immunizzazione di gregge. Lo legale esteso alle aziende non deve mortificare e umiliare la battaglia dei medici e degli infermieri. Occorre  rendere onore alla memoria dei caduti fra di essi.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

“Garantiamo la sicurezza e la salute di chi lavora in prima linea”

Covid-19; Grimaldi (LUV): “Presidente Cirio, altrimenti non serve prendersela con chi corre 100 metri in più o in meno e alzare le sanzioni”

“Sono già passati venti giorni da quando abbiamo sollevato il tema di chi non ha casa (condizione che riguarda anche tante famiglie) e del duro lavoro degli operatori e delle operatrici di bassa soglia e altri livelli, i cui servizi sono essenziali ora più che mai e che perciò si espongono ed espongono i propri cari ogni giorno al rischio di entrare in contatto con il Covid-19”. Inizia così la lettera che Marco Grimaldi (LUV) ha inviato  al presidente della Regione, Alberto Cirio e all’Assessore Luigi Icardi.

“Da settimane – prosegue Grimaldi – questi lavoratori chiedono alle istituzioni di non essere lasciati soli e di avere a disposizione luoghi dedicati alla quarantena per gli utenti che si ammalano, e in generale ripari diurni per coloro che di giorno sono costretti a vagare per la città. Chiedevano mascherine, tute, occhiali e calzari necessari in caso di persone con sintomi, per poter continuare ad assistere i tantissimi senza dimora delle nostre città. Ora c’è altro”.

“Proprio ieri – continua a Grimaldi – mi è stato segnalato un gravissimo problema di contagio, che riguarderebbe gli operatori sociali, in un dormitorio in via Reiss Romoli dove, tra l’altro, l’equipe è in larga parte in malattia e alcuni ospiti sono già ricoverati in ospedale. Benché i casi siano stati segnalati e siano stati richiesti i dispositivi di protezione, la cooperativa non ha ricevuto alcuna risposta. Vanno inoltre tenute in osservazione le situazioni degli altri dormitori della città, in quanto il rischio potenziale è molto alto”.

“Chiedo nuovamente – prosegue la lettera – che la Regione si faccia carico di questa situazione gravissima. Secondo Grimaldi “serve innanzi tutto personale aggiuntivo per fronteggiare una situazione estremamente allarmante, servono alberghi, housing, condomini sociali, foresterie militari, scuole in disuso o altre strutture per consentire l’auto isolamento per i casi sospetti o accertati che non necessitano di ricovero, poiché se rimangono nelle strutture di accoglienza non è possibile garantire loro un efficace isolamento. Non solo: serve che quelle strutture vengano sanificate prima che possano ospitare nuovamente persone in difficoltà e l’Unità di Crisi dovrebbe garantire di venire a prendere le persone a fronte di febbre e tosse persistente; per i compagni di stanza o per chi è entrato in contatto con un positivo 2 o 3 giorni prima dei sintomi occorre trovare una sistemazione idonea (che non può essere il dormitorio) per la quarantena. E, naturalmente, bisogna sottoporre al tampone tutti gli operatori e gli ospiti immediatamente”.

“Presidente Cirio – conclude Grimaldi –, a che serve prendersela con chi corre 100 metri in più o in meno ealzare le sanzioni, se non garantiamo la sicurezza e la salute di chi lavora in prima linea per tutti noi? Domando a lei e all’Assessore Icardi che la situazione venga affrontata già dalle prossime ore e chiedo che venga relazionato quanto fatto nella prima seduta di commissione utile”.

Forza Italia Giovani: “Ministro Azzolina nel caos”

Esame maturità: “Modalità svolgimento esami siano chiare e da sub

 “Ci saremmo aspettati, a due mesi dall’esame di maturità, risposte certe per consentire agli studenti di prepararsi e non il grave annuncio del Ministro Azzolina, poi mezzo smentito, del tutti promossi. È come dire oggi agli studenti che non serve né impegnarsi né studiare, oltre che mortificare i docenti che con fatica si stanno impegnando nella didattica a distanza. Per noi conterà sempre il merito e non il 6 politico, anche in un periodo di emergenza. Ministro, gli studenti non possono aspettare oltre, è necessario comunicare quanto prima le modalità di svolgimento dell’esame di maturità tenendo necessariamente presente che ci sono migliaia di studenti che non hanno i dispositivi nemmeno per seguire le lezioni online e i computer di molti sono obsoleti e devono funzionare con connessioni ad Internet lente e difficoltose. Nessuno deve essere lasciato indietro. Ministro, chiediamo meno dichiarazioni e risposte concrete, subito”

A lanciare questo appello al Ministro Azzolina e al Governo è il il movimento giovanile di Forza Italia a Torino per voce del Coordinatore provinciale Tommaso Varaldo

Coronavirus, Macario e Locatelli (Prc-Se): “No al colpo di spugna”

“Ritirate gli emendamenti vergogna che cancellano colpe e responsabilità politiche”

“L’avevamo detto che avremmo assistito  al tentativo di attuare un colpo di spugna. Questo è ciò che sta avvenendo una volta emersi i numeri reali dei decessi da coronavirus e le molte responsabilità omissive nella gestione dell’emergenza sanitaria. Migliaia di morti nella sola provincia di Bergamo, una vera e propria strage, per la mancata adozione di misure precauzionali” dichiarano Franco Macario, segretario provinciale Prc-Se di Bergamo ed Ezio Locatelli, già consigliere regionale e deputato, attualmente della direzione nazionale Prc-Se. Ed ancora: “I partiti di maggioranza e opposizione hanno pensato bene di depositare una serie di emendamenti al decreto “Cura Italia” con cui puntano a cancellare responsabilità di ordine penale, civile, amministrativo ed erariale di quanti rivestivano ruoli politici e gestionali. Nel momento cruciale questi ruoli più che a tutela della salute, dei pazienti, degli operatori sanitari  sono stati agiti a tutela dell’economia, della produzione degli affari. Partiti di maggioranza e opposizione uniti nel tentare di sottrarsi da ogni azione legale, nel dotarsi di una sorta di scudo penale. Una cosa inaudita che grida vendetta. Ritirate subito gli emendamenti vergogna! Adesso siamo tutti chiamati a far fronte all’emergenza ma non per questo vanno affossate colpe gravissime che andranno accertate e perseguite a tutti i livelli, non ultimo a livello giudiziario”.

Ravetti (Pd): “riconoscere il lavoro svolto dal personale sanitario”

 “Si valuti l’erogazione di un compenso aggiuntivo dal 50% delle donazioni.”

“Dobbiamo riconoscere in tutti i modi possibili l’importante lavoro svolto in questo periodo di gravissima emergenza sanitaria da tutti gli operatori sanitari che, quotidianamente, affrontano turni massacranti, esponendosi anche a rischi, per garantire il funzionamento delle nostre strutture ospedaliere.

Ecco perché voglio proporre alla Giunta regionale di valutare insieme alle organizzazioni sindacali di categoria di destinare almeno il 50% delle donazioni che vengono versate alla Regione e agli ospedali piemontesi per prevedere un compenso giornaliero aggiuntivo per tutto il personale sanitario e gli OOSS operanti presso le strutture sanitarie o, comunque, per coloro che sono impegnati in servizi sanitari e amministrativi funzionali dove ci sia un rapporto con l’utenza” afferma il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.

“I cittadini – prosegue Ravetti – continuano a manifestare affetto e vicinanza a chi, in prima linea, sta combattendo la battaglia più dura al fianco di tanti pazienti e si sta impegnando, spesso oltre le proprie forze, per debellare il virus. Anche le Istituzioni devono trovare un modo per rendere concreta e tangibile questa gratitudine”.

“Alcune Regioni sono pronte ad attivare, d’intesa con i sindacati, procedure per erogare compensi per ogni turno di effettivo servizio suddiviso in tre fasce: un compenso giornaliero più alto per chi lavora in area Covid, un compenso giornaliero medio per chi lavora nei pressi dell’area Covid, un compenso giornaliero più basso per chi non lavora in area Covid. Chiedo che anche il Piemonte sia tra queste. Oltre, naturalmente, a garantire, in tutti i modi possibili, i fondamentali Dispositivi di Protezione individuale è arrivato il momento di riconoscere anche concretamente l’impegno straordinario del nostro personale sanitario” conclude il Presidente Ravetti.

I Verdi e le “parole inaccettabili” dell’assessora

“Le parole innaccettabili dell’Assessora della Regione Piemonte al Lavoro, Elena Chiorino (Fdi), in cui dice chiaramente sui social che 《perseguire ricette utopistiche in nome di un ambientalismo ideologico sarebbe folle e irresponsabile》, non possiamo accettarle.

Molti studi scientifici – commentano i due portavoce dei Verdi del Piemonte, Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi – dimostrano come le epidemie siano strettamente collegate con l’inquinamento atmosferico i cui nuclei di condensazione di composti chimici e polveri sottili liberati nell’ambiente, favoriscono e fungono da vettori dei microrganismi patogeni.
Non considerare tutto questo, denota scarsa responsabilità istituzionale oltre che poca conoscenza della materia.

Il Green New Deal, – concludono i due ecologisti – prevede tuttavia anche un vero e proprio nuovo contratto sociale per il Paese: assistenza sanitaria universale, salario minimo più elevato e di sopravvivenza, lotta ai monopoli e alle loro conseguenze deleterie sul lavoro e la società”.

Forza Italia: “M5S ha perso il treno del silenzio”

“L’unica scorciatoia che conosce il M5s è quella dei social, altro che quella della patrimoniale. Per rintuzzare i propri fedelissimi rispolverano l’asfittica questione Tav chiedendo che vengano rimessi in gioco i fondi per evitare l’applicazione della patrimoniale.

Siamo di fronte a degli sciacalli mascherati da uomini di governo, da cialtroni travestiti da governanti, da incapaci camuffati da statisti. Non è bastato oggi il ministro Azzolina che, invece di concertare con i sindacati il governo della scuola italiana in questo delicato momento, annuncia estemporaneamente sui social la chiusura dell’anno scolastico, mandando a quel paese qualsiasi voglia da parte dei ragazzi di impegnarsi sulla teledidattica.

Oggi ci tocca anche sentire dai nuovi scienziati della politica, gli europarlamentari grillini, la proposta di dirottare i fondi TAV per affrontare il coronavirus. Una vera e propria genialità quella di sottrarre fondi agli investimenti, magari per fare un po’ di spesa pubblica a pioggia che tanto piace a Grillo & compagni. Poco importano le penali, le sceneggiate dell’analisi costi-benefici, il via libera del Parlamento: il mondo 5stelle è questo. Un disco rotto che già stonava in tempi normali, ma che ora repelle qualunque persona di buon senso consapevole che questi soggetti hanno in mano il futuro di un Paese che, fra qualche settimana, sarà chiamato a ripartire in un contesto di crisi epocale. Siamo di fronte a dei disperati privi di tutto: dell’umiltà di ascoltare, dell’esperienza lavorativa, delle basilari qualità cognitive per apprendere sul campo e adattarsi. Con persone del genere non c’è dialogo alcuno, perché con il nulla non puoi interloquire. Il M5s ha capito che sta gestendo il futuro degli italiani, che sta indebitando le generazioni future per decenni essendo la minoranza di una minoranza del Paese? In qualsiasi Paese civile ormai saremmo di fronte ad un governo di unità nazionale. Qua invece siamo ancora di fronte ad un partito che pensa immancabilmente ai propri interessi di bassa bottega elettorale, non comprendendo che la bottega è già stata pignorata. Un invito: uscite dal Palazzo, uscite dalla gabbia dorata del web costellata di vostri troll, e tornate sul pianeta terra, svestiti dal ruolo di casta che anzitempo avete imparato perfettamente ad esercitare. Vi accorgerete che senza politiche industriali e di rilancio, senza investimenti strutturali, senza ripensare le filiere produttive l’Italia farà la fine della Grecia senza aver bisogno del tanto vituperato Mes. E sarete voi ad averla ridotta sul lastrico nel vostro delirio di onnipotenza. Vi preoccupavate dei pieni poteri di Orban, pensate a quello che state facendo in Italia. Voi sì che state esercitando i pieni poteri in modo irresponsabile”. Ad affermarlo in una nota i deputati di Forza Italia Paolo Zangrillo, Roberto Pella, Roberto Rosso e Diego Sozzani.

Costanzo (M5S): “Risorse Tav alla sanità”

“In questo momento di emergenza estrema, la crisi economica divampata come riflesso immediato di quella sanitaria ci obbliga a una riflessione, non più rinviabile, sull’utilizzo orientato dei fondi pubblici e sulle priorità economiche che il nostro Paese deciderà di darsi da qui in avanti.

Ho dunque inviato una lettera al Presidente del Consiglio Conte, in cui espongo alcune cifre e apro una riflessione sull’opportunità di dirottare le ingenti e cospicue risorse destinate al Tav Torino-Lione ed, in particolare, quelle italiane immediatamente disponibili sul capitolo di spesa 7532 MIT, verso le reali necessità del nostro paese.
Mai come in questi giorni ci siamo resi conto di quali siano le priorità imprescindibili per uno Stato, mai come in questi giorni ci siamo resi conto degli errori compiuti in tutti questi anni, con scelte di spesa che si sono rivelate discutibili e insostenibili.
Credo dunque sia giunto il momento per considerare davvero il vantaggio di una tale scelta in termini di benessere e come risposta alle esigenze nazionali. Il TAV può essere sospeso e i lavori estinti, invocando la clausola della forza maggiore Covid 19, già riconosciuta dalla Commissione UE in favore del nostro paese”.