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Boni sfida Damilano: “Confronto pubblico”

Igor Boni, candidato alle primarie del centrosinistra, sfida a un dibattito pubblico Paolo Damilano che, dice, “la Lega di Salvini propone alla guida della città per la destra torinese”

“Paolo Damilano fa benissimo a candidarsi se lo vuole ma non è ammissibile che si presenti come quello della società civile che non ha contatti con i partiti, con la politica. L’imprenditore Damilano, che guadagna milioni di euro ogni anno grazie alle concessioni sulle acque minerali della regione, non può venirci a raccontare della sua estraneità al Palazzo. Lo sfido a un dibattito pubblico per parlare dei progetti per la città, numeri alla mano del bilancio di Torino, e per chiedergli come pensa di poter gestire l’enorme conflitto di interesse che ha sulla testa. Chi come lui trasforma l’acqua in oro grazie alle concessioni regionali come potrà trattare con la Regione ogni giorno a nome e in nome della nostra città? Inoltre non sono intrecci con la politica la sua presidenza della Film Commission?
Il tutto per tacere della Valmora che dal 2021 al 2025 sarà Gold Sponsor alle ATP Finals di Torino. Lo stesso periodo in cui potremmo avere l’imprenditore Damilano, proprietario della Valmora, a capo della città. Chi non vede il problema è parte del problema”.

Crisi di governo e crisi della politica

A naso, la crisi di governo ha solo due possibili soluzioni. O Conte trova la quadra con Renzi o si va a votare.

Nel primo caso si troverà un agnello sacrificale che probabilmente sarà Bonafede.  Ministro della giustizia che non ha più nessuno che lo difende.  Persino il suo mentore , ex magistrato Pier Camillo Davigo non può più fare niente.

Il termine ex lo ha portato al più totale oblio. In altre parole non conta più nulla. Anche il mitico Tabacci butta la spugna : caro Conte non ci sono più i numeri. Ed appunto Conte salirà al Colle dal Presidente della Repubblica. Il pd lo pressa. Un pd in doppia difficoltà. Ripete, è colpa di Renzi ma poi, praticamente, sa che se si va al voto ne esce massacrato. Soprattutto ora che Conte vuole farsi il suo Partito ascoltando ciò che gli ha suggerito Massimo D’Alema: sei o non sei l uomo più popolare d’Italia? Allora fatti valere. Io, oramai non ci credo più che il leader Maximo non faccia più politica attivamente. Diciamolo in altro modo: fa politica…. “in altro modo”. La sua è una generazione che non molla e non mollerà mai. Come Goffredo Bettini. Inizia la sua carriera politica inizio anni 70 nella fgci romana.
Trova sintesi tra il pensiero di Pietro Ingrao e Pier Paolo Pasolini  Eclettico fin dalla nascita. Amicone di Walter Vertroni. Romani di Roma. Maestro ed amico di Nicola Zingaretti. Francamente Zingaretti mi sembra decisamente stanco ed ecco che il suo maestro ed amico ne fa le veci. Non ci vedo quel gran problema.  Va bene, Bettini non è stato eletto da nessuno. E che sarà mai… Virginia Raggi toglie deleghe ad assessori e vicesindaco. Mi sa che è un vizio pentastellato quello di far fuori i propri vice.  Chiaretta ne è maestra. In fondo quando ce vo, ce vo. Ed il marasma PD, a Torino, è un fiume in piena che ormai ha esondato da tutte le parti. Scelta del candidato.  Tutto in alto mare. Chi conosce bene Mauro Salizzoni rassicura : andrà fino in fondo. Matteo Salvini, viceversa ha imparato l’arte della politica. Viene, incontra  Da Milano e soprattutto benedice l’ ipotesi di lista civica di destra. I Berlusconiani insistono su Porchietto, il tutto senza particolari complicazioni come le primarie. In fondo ci penserà Roma nel decidere. Comunque aria di mediazione tra e nella destra. Una destra che non ha saputo, o voluto liberarsi della tradizione fascista. Il 27 è la Giornata della memoria. Ovviamente silenzio, neanche poi imbarazzato, di quelli di forza Italia. Magari tiepide condanne con la solita e stucchevole giustificazione che anche Stalin ha fatto i campi di concentramento. La comunità ebraica ha respinto al mittente le scuse di Emanuele Filiberto di Savoia. Arrivate fuori tempo massimo. I monarchici si presentarono alle elezioni ottenendo tiepidi consensi e confluirono nel Movimento Sociale. Partito non di ispirazione fascista.  Partito fascista,  decisamente direi.  Giorgia Meloni in una intervista in inglese sosteneva che non poteva giudicare negativamente o positivamente il fascismo perché non era ancora nata. In compenso ha cominciato la sua militanza nelle organizzazioni di estrema destra romana. Non a caso tra i suoi  più grandi sponsor il La Russa che non non ha mai fatto mistero il suo essere di “estrazione” fascista.
Non è solo di loro che parlo. Vorrei sapere che ne pensa chi a destra convintamente democratico è costretto nel conviverci. Il re Vittorio Emanuele III letteralmente spianò la strada a Benito Mussolini per paura dei comunisti. Ora non ci sono più i comunisti e dunque non sono un pericolo. Vorrei viceversa che sia a Roma come Torino, per tutte le forze politiche l’antifascismo fosse un discrimine. Ma non sarà così. Non mi faccio alcuna illusione. Anzi in questo ultimi tempi, molti eletti sia a Torino come a Roma,  hanno un loro personale programma: l’ignoranza. Così si è passati dal sapere e dal conoscere un valore ad un disvalore. Brutta cosa avere una classe politica ignorante. Ora in Italia ne stiamo pagando le nefaste conseguenze. A Roma e a Torino.

Patrizio Tosetto

(Prc-Se): “maxisentenza dimezzata per i No Tav”

“In ogni caso con la repressione non si ferma una lotta giusta”

Concordiamo con l’avvocato Gianluca Vitale che la riduzione drastica delle pene, l’assoluzione e l’annullamento di sanzioni amministrative per buona parte degli  imputati No Tav deciso dalla Corte d’appello di Torino nella seduta di ieri in riferimento agli scontri avvenuti alla Maddalena del 2011  dimostra che “l’impianto accusatorio iniziale era un minestrone”. Un minestrone posto in dubbio dalla Cassazione due anni fa.  In ogni caso noi continuiamo a pensare che sia ingiusto colpire unilateralmente chi tenta di resistere alla distruzione di una Valle. I veri responsabili di violenza e vandalismo sono i fautori di un’opera inutile, distruttiva, la cui realizzazione danneggia irreparabilmente una intera valle e non solo.  Sta di fatto che nei loro confronti così come delle forze dell’ordine che in non pochi casi si sono contraddistinte per interventi brutali  non è mai  stata presa in considerazione sanzione alcuna. Con la repressione non si ferma una lotta giusta. Avanti con la lotta NaTav

Ezio Locatelli segretario Prc-Se di Torino

“Buona destra alternativa al sovranismo”

Caro Direttore, lo spettacolo offerto dalla crisi di Governo, con le varie manovre per puntellare la maggioranza del premier Conte, non è che l’occasione per dar finalmente voce a coloro che credono in una destra moderata, che ripudia il sovranismo e il populismo, a cui guardano con favore gli italiani che non si identificano nelle urla sterili di Giorgia Meloni e nella fabbrica del cattiverio di Matteo Salvini.

Come ricorda il nostro leader, Filippo Rossi, “Adesso o mai più è il tempo di costruire una Buona Destra”, per aggregare quanti più italiani possibili attorno a un progetto di destra Europea, sana, civile, non estremista. Una destra che vuole costruire futuro con più investimenti e meno spesa. Con più strategia e meno tattica. Con più verità e meno propaganda. Una destra che, come le migliori destre europee, NON SI ALLEA con l’estremismo e, anzi, lo combatte. È un sfida storica. Una sfida di civiltà.

La politica italiana, soprattutto oggi che siamo alle prese con un’emergenza sanitaria che non ha pari nella storia moderna, ha bisogno di questa destra. Della Buona Destra, sul modello dei principali paesi europei dove l’estremismo è relegato ai margini del dialogo politico. Una Buona Destra che sia costruttiva di futuro e non distruttrice di presente, come appaiono i sovranisti ed i populisti nostrani.

L’Italia ha bisogno di un governo che la faccia crescere e la tenga in Europa, non di chi chiede elezioni anticipate o “più soldi per tutti”, come fossimo nel paese dei balocchi.

È per questo che oggi più che mai bisogna lavorare per costruire una Buona Destra, una destra che sappia respingere le sirene di ogni populismo e voglia combattere un estremismo sovranista intriso di antivalori. E’ una questione molto piu’ seria dell’ennesima crisi di governo. È un’esigenza per tutti noi.

Claudio Desirò

Buona Destra Piemonte

Ruffino (Fi): “La maggioranza non più maggioranza volta le spalle al Paese”

Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia, commenta la situazione politica:

     La maggioranza non più maggioranza rimasta incollata al presidente Conte ha voltato le spalle al Paese. Lo conferma la ricerca affannosa dei numeri al Senato, senza i quali il governo non esiste più. Di altri e più importanti numeri, quelli del Recovery Plan, il governo ha smesso di occuparsene, e forse non è un male visto i modi sbagliati e frettolosi mostrati. Chi invoca il voto, dalla maggioranza o dall’opposizione, mostra una grande irresponsabilità verso il Paese. Un’irresponsabilità tanto maggiore quando viene da una maggioranza ostinata nel difendere Conte come “punto di equilibrio”. Tutta qui la preoccupazione dell’on. Orlando? Per un Paese che tutti riconoscono sofferente, fustigato da una crisi pandemica con devastanti propaggini economiche e ripercussioni sociali ancora da misurare, la preoccupazione maggiore di un dirigente di partito è tutta nella conservazione di un “punto di equilibrio” politico? Sanno nel Pd e nel M5s che senza varare alcune riforme – dalla giustizia alla burocrazia, dalla sanità al mercato del lavoro – l’Italia non vedrà il becco di un centesimo del Recovery Plan? E questo lo dice il ministro delle Politiche europee, Enzo Amendola, dello stesso partito di Orlando. Vedano di parlarsi e di chiarirsi, perché i tempi dell’Europa non coincidono con i tempi delle liturgie stucchevoli della politica italiana.

La Democrazia Cristiana e il partito di Conte

Caro Direttore, la Democrazia Cristiana, rappresentata dal suo Segretario politico Renato Grassi e dal suo Segretario amministrativo, legale rappresentante, Mauro Carmagnola, avuto sentore, da notizie diffuse dal Tg5, edizione pomeridiana, del 22 gennaio scorso, che l’Udc stia “trattando” la cessione del simbolo dello scudo crociato al premier prof. Conte, quale logo per un eventuale suo partito.

Ritenuto che proprietario del simbolo, caratterizzato dal logo con scudo crociato e la scritta
Libertas e Democrazia Cristiana, simbolo disegnato dal giovane avvocato Giuseppe Alessi,
che ne scrisse anche lo Statuto e nel cui studio a Caltanissetta, nell’ottobre 1943 , si svolse il
primo congresso regionale e nazionale, e che ha identificato da sempre, ossia dal momento
della sua nascita, il partito della DC , appunto da De Gasperi in poi, e che ne ha
accompagnato le attività politiche e le campagne elettorali, fino al 1993, è la Democrazia
Cristiana.

-Che la decisione presa il 26 luglio del 1993, Segretario Mino Martinazzoli, di non dare più
seguito alle attività statutarie e all’azione politica della DC, come sancito da consolidate
sentenze della magistratura, non è stata giudicata legittima, dichiarando che “la DC non si
è mai sciolta”.perché adottata da un organo non titolato, a norma di Statuto, a tale
deliberazione,

-Che gli anni successivi all’apparente scioglimento, per una serie di accidenti arbitrari e mai
riconducibili a deliberazioni statutarie del partito, hanno visto, pur in assenza di titolo
legittimo e di correlati legittimi poteri traslativi, l’adozione in uso di tale simbolo da parte
dell’Udc, approfittando della mancata partecipazione nelle competizioni elettorali della DC.
-Che,la DC, non essendosi mai sciolta, è rimasta titolata, in qualsiasi momento, a riprendere
la propria azione e rappresentanza politica.

-Che diversi sono stati in questi ultimi venti anni i tentativi esperiti e ,precipuamente in
quest’ultimo decennio, per la sua riorganizzazione.

-Che con asseverazione giudiziale del 2016, che ne ha indicato la conformità al proprio
Statuto e alla normativa in materia, la DC ha riavviato le attività statutarie e l’azione politica e
il connaturato uso del simbolo, con la celebrazione del XIX Congresso che ha visto eleggere
Renato Grassi, suo Segretario politico.

-Che pertanto, considerato che la ripresa dell’attività statutaria e politica della Democrazia
Cristiana non può avere piena espressione se non con l’uso del proprio simbolo, ossia
quello con cui è stata da sempre conosciuta e con cui elettoralmente veniva identificata e,
non essendosi mai sciolta, ha precipuo e legittimo diritto a identificarsi davanti agli elettori
con il medesimo simbolo con cui è storicamente conosciuta.

Tanto premesso, quali rappresentanti della DC,come sopra specificato, confidano nel
fatto che tali notizie siano il frutto di fraintendimenti sforniti di fondamento.
Esprimono comunque stupore e preoccupazione per il nocumento e grave danno che
un tale paventato atto crea al legittimo esercizio ed uso dell’ originario e mai traslato
diritto che vanta sul simbolo la Democrazia Cristiana.

Democrazia Cristiana

“Il Museo dell’Artiglieria deve tornare alla Cittadella (e farlo in tempi brevi)”

Magliano: “Lunedì in Consiglio Comunale la mia nuova interpellanza sul tema”

Caro direttore, centotrent’anni: da tanto dura il vincolo che impone di destinare la Cittadella a sede Museo Storico Nazionale d’Artiglieria.

Questa condizione fu posta al momento della cessione del bene al Comune di Torino (1891): dal 2008, tuttavia, data di inizio dei lavori di ristrutturazione, tutti gli allestimenti e i documenti sono sono stati trasferiti presso la Caserma “Carlo Amione” in piazza Rivoli. Qui, le condizioni di contesto non sono adatte non dico all’esposizione, ma forse neanche alla conservazione di un patrimonio storico-culturale di tale prestigio, natura e dimensione; lo stesso locale messo a disposizione dell’Associazione Amici del Museo (la cui attività è ferma da due anni) quale ufficio e archivio è stato dichiarato inagibile. Torno lunedì in Consiglio Comunale, dopo i quesiti da me discussi nel 2018, a presentare un’interpellanza sul tema. Non pare siano stati avviati studi per un riallestimento museale della parte già agibile della Cittadella: per il rifacimento, ritenuto indispensabile, del padiglione laterale manca ancora il finanziamento (circa 10 milioni di euro): tempi lunghi, dunque? Quanto esattamente? Urge sollecitare il Ministero della Difesa a utilizzare al più presto il Mastio per ripresentare al pubblico il patrimonio del Museo. Mi aspetto risposte puntuali e convincenti: il Museo dell’Artiglieria deve tornare a far parte a pieno titolo del patrimonio culturale e dell’offerta turistica di Torino.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino

“Led per Torino”, Mirafiori Nord brancola ancora… nel buio


In quattro anni e mezzo tante promesse e pochi risultati: alla “luce” della risposta possibilista ricevuta un anno fa alla mia precedente interpellanza sull’argomento, non avendo ancora visto risultati apprezzabili, torno lunedì a interrogare la Giunta. Il quartiere uscirà dal “cono d’ombra”?

Rispettare le promesse fatte in campagna elettorale è un dovere verso i propri elettori; garantire un’illuminazione adeguata è un dovere verso tutti i cittadini, nonché il modo migliore per garantire sicurezza. Lunedì discuterò in Consiglio Comunale una nuova interpellanza sul progetto “Led per Torino”. Dalle informazioni ricevute risulta che, a un anno dal mio precedente quesito sull’argomento (febbraio 2020), i residenti delle vie Pertinace, Don Grazioli, Dandolo e Fatebenefratelli non possano ancora usufruire delle nuove luci. Gli attuali impianti luce sono obsoleti da tutti i punti di vista (potenza, efficienza, efficacia, risparmio), con i disagi che si possono immaginare. Lo scorso febbraio avevo ricevuto dalla Giunta la garanzia che tale area di Mirafiori Nord sarebbe stata senz’altro “tenuta in debita considerazione nel piano degli interventi 2020”. Lunedì chiederò in Sala Rossa, con una nuova interpellanza, un aggiornamento circa lo stato dei lavori, nella speranza che, entro l’ormai prossima fine del mandato, i residenti possano uscire dal “cono d’ombra” e tornare a vedere qualche novità.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Parlamentari e consiglieri regionali denunciano la situazione al carcere di Torino

“Facciamo appello al Governo affinché siano garantite le ore di colloquio dei detenuti. Il diritto all’affettività non può essere negato”.

“Conosciamo purtroppo le condizioni difficili e le carenze strutturali del nostro sistema detentivo. Oggi il Covid rende la situazione dei carcerati ancora più penosa, perché i colloqui in presenza con i propri cari si sono trasformati in videochiamate. Eppure scopriamo che al Lorusso Cotugno di Torino le sei ore settimanali disposte per legge per ogni detenuto non sono garantite, ledendo duramente il loro diritto all’affettività” – è la denuncia proveniente da alcuni parlamentari, Nicola Fratoianni e Paola Nugnes (LEU), Doriana Sarli, Jessica Costanzo (M5S) e dai consiglieri regionali Marco Grimaldi (LUV) e Francesca Frediani (Movimento 4 Ottobre).

È cominciato per queste ragioni lo sciopero della fame di Dana Lauriola e altre due compagne, proprio mentre la Corte d’appello si è pronunciata sugli scontri del 2011 in Val di Susa tra le forze dell’ordine e il movimento No Tav, riducendo drasticamente le pene, ridimensionando in modo sostanziale la gravità del giudizio sulla manifestazione e concentrandosi invece sulle singole condotte degli imputati.

Pene dimezzate per gli imputati del processo d’appello bis, quindi, ma non per Dana, condannata invece per un atto dimostrativo avvenuto nel 2012: per lei, incensurata, resta in piedi una condanna a due anni da scontare in carcere, poiché le sono stati negati gli arresti domiciliari. Una pena reputata spropositata anche da Amnesty International.

“Dana Lauriola non dovrebbe essere lì, è assurda la pena che sta scontando. Chiediamo che almeno la voce delle detenute sia ascoltata e siano garantiti a chi è privato della libertà quei legami e quegli affetti senza i quali nessuno di noi può vivere” – proseguono parlamentari e consiglieri, e concludono: “La prossima settimana si apre l’anno giudiziario, ci appelliamo al Governo affinché risolva immediatamente questa situazione”.

Forza Italia: “Ecoisole san Salvario: quanti parcheggi in meno?”

La Consigliera di Forza Italia Federica Scanderebech insieme al Coordinatore Cittadino di Forza Italia Marco Fontana hanno recentemente incontrato diversi residenti e rappresentanti di San Salvario e alla vigilia della sperimentazione delle ecoisole, gli esponenti di Forza Italia On. Rosso, Fontana e Scanderebech dichiarano:

“Questo provvedimento rientra in una serie di provvedimenti a scapito dei posti auto a raso, come se ve ne fossero in abbondanza. Quanti posteggi toglieranno 72 ecoisole, agli occhi di tutti evidentemente ingombranti, non è dato saperlo, o forse si resta ignari del dato per non agitare il territorio, già stremato da una riduzione di circa 180 posti auto, dovuti al piano di Torino Mobility Lab e altri dalla delibera per l’ampliamento dei dehors, contestata dal territorio esclusivamente per la carenza appunto di posteggi”.

Continuano Rosso, Fontana e Scanderebech (Forza Italia): “Abbiamo depositato oggi in Comune un’interpellanza poiché la maggior parte di residenti e ristoratori non è stata minimamente coinvolto nelle trasformazioni in atto. Abbiamo recentemente incontrato diversi abitanti e un’associazione estremamente rappresentativa della zona anch’essa ignara dei progetti della circoscrizione e del comune”.

Aggiungono gli azzurri Rosso, Fontana e Scanderebech (Forza Italia Torino): “Non ci è dato sapere se si sia studiato l’impatto che può avere il rumore della caduta della bottiglie di vetro nei contenitori durante le ore della movida. Se sia stata studiata l’incidenza di percezione che tali ecoisole, così copiose, possono avere sulle strade di San Salvario. Ma soprattutto è stato valutato quanti posteggi in meno ci saranno in questa zona già al collasso e quale il piano di riassetto di tale riduzione?”

Concludono Rosso, Fontana e Scanderebech (Forza Italia): “La problematica del vetro nella zona di San Salvario è agli occhi di tutti, ma non si capisce come mai questa amministrazione preveda l’installazione di ecoisole adibite, quindi autorizzandone implicitamente la prassi della vendita appunto del vetro nella zona. Vi è l’ordinanza 3653 del 2019 che ne vieta la totale vendita per l’asporto, sia in forma fissa che in forma ambulante; il consumo in luogo pubblico e la detenzione in luogo pubblico di bevande contenute in bottiglie di vetro ed in lattine chiuse, anche ove dispensate da distributori automatici. Il divieto di vendita, consumo e detenzione si applica in San Salvario tutti i giorni dalle h. 19,30 alle h. 7,00. Non si comprende per quale motivo il Comune non proceda puntualmente con il semplice rispetto di tale ordinanza, implementando una forte azione di repressione dei trasgressori e sanzionando tutti quei numerosi minimarket spuntati come funghi che non adempiono alle regole. Anche questa è un’evidente sconfitta politica, è innegabili  che prevedendo l’installazione di ecoisole per il vetro fruibili dalla collettività si vada nella direzione di trasmettere un segnale implicito di resa al contrasto dell’uso del vetro”.

ON. ROBERTO ROSSO FORZA ITALIA

COORDINATORE CITTADINO FORZA ITALIA MARCO FONTANA

CONSIGLIERA COMUNALE FORZA ITALIA FEDERICA SCANDEREBECH