“Ho interrogato l’Assessore regionale alla Sanità per sapere quanti siano e dove siano i posti letto in terapia intensiva attivi per i malati di Covid in Piemonte.
In questo periodo di recrudescenza della pandemia, infatti, in cui l’allarme per la variante Omicron aumenta la preoccupazione degli esperti, è fondamentale fare chiarezza su come la Regione Piemonte si sia preparata a affrontare i casi più gravi” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valle.
“Sarebbe importante – prosegue Valle – al di là dei dati riportati in materia dal sito della Regione Piemonte, capire in quale direzione si stia muovendo la nostra Regione”.
“L’Assessore alla Sanità, la cui risposta è stata letta in Aula dall’Assessore Marnati, mi ha comunicato che attualmente i posti di terapia intensiva sarebbero potenzialmente 628. Di questi 87 sono però di semi-intensiva, convertibili eventualmente in posti di intensiva a seconda delle esigenze. Ricordiamo che il colore della regione si basa sui calcoli di occupazione di tutti i 628 posti, come fossero tutti pronti all’uso, cosa molto lontana dalla realtà. Visto che il passaggio in ZONA GIALLA si basa sia sull’occupazione delle TI che dei posti disponibili in area NON critica, e visto che il Piemonte ha raggiunto un’occupazione di questi ultimi del 13% su una soglia del 15%, se tenessimo conto solamente dei posti in terapia intensiva effettivamente attivati, la nostra regione sarebbe praticamente in zona gialla”. “Il Piemonte tra l’altro continua ad essere sotto la media italiana per i posti in TI su 100.000 abitanti: 14,7 su 15,3 (media nazionale)”.
“L’Assessore ha dato informazioni generiche e non verificabili, che non rispondono a quanto richiesto nella mia interrogazione e che non consentono di capire esattamente se esistano veramente e dove si trovino i posti in terapia intensiva “potenziali”. Da tenere conto tra le altre cose che continua ad essere forte la carenza di personale medico negli ospedali regionali, ormai supera le 200 unità, ed a cui nei mesi passati non è stata trovata soluzione. Purtroppo questa amministrazione si conferma ancora una volta non all’altezza della situazione, la speranza è che l’emergenza possa essere mitigata dalle misure nazionali, ormai è difficile aspettarsi un cambio di passo della stanza macchina regionale” conclude Valle.
Siccome chi doveva cambiare cioè il commercio in difficoltà, le partite IVA, i giovani senza lavoro non sono andati a votare, ha vinto di nuovo la sinistra. Torino sta ripartendo? No. Siamo a sessanta giorni dalla elezione del Nuovo Sindaco Stefano LORUSSO ma la svolta per far rinascere Torino dopo 25 anni di declino non si vede e tutte le classifiche o gli studi sulla nostra Città la danno in declino. Perché Torino non riesce a rilanciarsi? Perché non vuole esaminare i dati della sua analisi come farebbe un Medico serio che dice la verità , tutta la verità ai suoi pazienti. Ieri dopo l’ennesima bocciatura del Sole 24 Ore che dice che Torino è 12a tra le venti Città capoluogo di Regione , LORUSSO ha risposto:”Sappiamo che Torino ha grandi difficoltà , ma anche grandi potenzialità, senza capire che questa frase che ci viene ripetuta da almeno 10 anni non ha dato risultati perché oggi le grandi potenzialità danno meno di ciò che Torino perde ogni anno e che purtroppo continuerà a perdere perché la strategia seguita dai vari governi, e dai vari tromboni, per il passaggio all’elettrico di auto e Tir ha fatto calare la vendita delle auto e intaccherà gran parte dell’indotto perché l’auto elettrica ha bisogno di meno parti rispetto a quella sulla quale viaggiamo da decenni. I pochi votanti hanno però votato un Consiglio Comunale di non eccelso livello .
Se non si ha il coraggio di dire che Torino dal 1996 al 2018 ha perso 18 punti di PIL rispetto a MILANO e 8 rispetto alla media nazionale non si capisce cosa vuol dire tutto ciò in termini di perdita di lavoro e negli incassi delle partite IVA e del commercio. Il BOOM Economico nacque da grandi politici come Degasperi e Einaudi oltreche’ da grandi capitalisti che investivano nel nostro Paese ma nacque anche perché con la Indagine parlamentare sulla povertà del 1951-2 tutto il Parlamento sapeva alla perfezione come vivevano allora gli italiani. Finché La metà della Città che da anni sta male non starà meglio Torino non ripartirà . Ecco perché occorre accelerare i lavori della TAV, della Linea 2 della Metro , della quarta corsia sulla tangenziale o della Tangenziale est. Ecco perché occorre ottenere dal Governo un forte stanziamento di incentivi per sostituire le auto e i Tir vecchi con mezzi Euro 6 in produzione che sono molto ma molto meno inquinanti e molto, ma molto più sicure e non limitarsi a dare gli incentivi solo per acquistare mezzi elettrici. Ecco perché i giornali dovrebbe spiegare molto meglio gli studi su Torino per dare la sveglia alla classe politica torinese… il Direttore de La Stampa aveva detto che LORUSSO conosceva bene i problemi ma stranamente non ha presentato il programma di rilancio e dei primi 100 giorni.