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Metro, Gallo (Pd): “Trovare risorse per la linea 15 a Grugliasco”

PRESIDENTE DEL GRUPPO PD IN CONSIGLIO REGIONALE: “METRO 2: BENE IL COMMISSARIO”

“Bene l’approvazione dell’emendamento per il Commissario di metro 2 che accelera la costruzione di un’opera importante e strategica che consentirà di sviluppare al meglio la rete dei trasporti su ferro di Torino e della Città Metropolitana e di rilanciare alcune aree del nostro territorio.” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale.

“In linea con il piano trasporti presentato dalla città e in scia alla buona notizia su metro 2 coglierò l’occasione della discussione del Bilancio in Consiglio regionale per stimolare la Giunta a individuare, subito, le risorse per la linea 15 a Grugliasco, un altro tassello fondamentale per il sistema dei trasporti del futuro” conclude Gallo.

Il “terzo polo” esiste se è plurale

C’è un aspetto decisivo e qualificante che resta sullo sfondo per il futuro e la prospettiva del cosiddetto “terzo polo”. Cioè di un partito che dovrebbe diventare il luogo politico centrista, riformista e democratico per eccellenza. E questo elemento si chiama semplicemente “pluralità culturale”. Un dato che resta centrale e costitutivo per un partito che, guardando la storia democratica del nostro paese, non può ridursi ad essere una sorta di riedizione di un partito liberale o repubblicano o tardo azionista. Ciò equivarrebbe a fare di quel partito un luogo del tutto marginale se non addirittura periferico nello scacchiere politico italiano. Come, del resto, nessuno pensa – salvo qualche simpaticone nostalgico – di dar vita ad un partito cattolico fortemente identitario. E questo perchè la vera scommessa e la vera sfida politica è quella di saper costruire un luogo politico autenticamente plurale dove la capacità di chi guiderà il partito è di saper elaborare un progetto che faccia sintesi dei vari filoni ideali democratici e riformisti che vi partecipano.

Sotto questo versante la cosiddetta “fase costituente” del futuro partito di centro è decisiva e cruciale.
Innanzitutto quando si parla di fase costituente di un partito è necessario garantire una vera e non virtuale apertura a tutti quei mondi vitali e culturali che si riconoscono in una potenziale prospettiva centrista e riformista. Nessuna deriva autoreferenziale e nessun tentativo di escludere a priori, in virtù di strane e singolari pregiudiziali politiche o ideologiche, alcune tradizioni culturali ed ideali rispetto ad altre. Inoltre, la fase costituente di un partito è credibile nella misura in cui apre un vero dibattito nel paese senza alcuna preoccupazione di garantire e consolidare rendite di posizione o di salvare leadership che si sono affermate, seppur legittimamente, nel frattempo.
In secondo luogo va garantita la cosiddetta “contendibilità” interna al partito. Ovvero, certificare la possibilità – attraverso norme statutarie certe, sottoscritte e condivise – che la leadership politica va conquistata sul campo attraverso un vero ed autentico percorso democratico e partecipativo. Nulla di nuovo, del resto, rispetto all’impianto democratico e trasparente dei partiti del passato che, almeno su questo versante, non possono essere visti ed interpretati come strumenti inservibili e da criminalizzare sotto il versante culturale e politico. E, inoltre, questa è l’unica strada concreta per battere alla radice qualsiasi tentazione di “partito personale” o di un banale cartello elettorale prolungamento delle volontà del “capo”. Elemento, questo, che era e resta il vero nemico da battere dopo una lunga stagione caratterizzata dal populismo grillino che ha distrutto i partiti, ridicolizzato le culture politiche, azzerato la militanza, cancellato il radicamento territoriale e indebolito la qualità e l’autorevolezza delle classi dirigenti politiche ed amministrative.
Ecco perchè la fase costituente di un partito – nel caso specifico di un partito di centro che vuole perseguire una vera e credibile “politica di centro” – non può e non dev’essere affrontata con leggerezza e con disinvoltura. Ogni cedimento sul terreno della partecipazione democratica, della collegialità decisionale, dell’apertura verso l’esterno e della piena valorizzazione del pluralismo culturale, rischia di mettere in discussione l’intero progetto politico. Per questo occorre pensarci prima che sia troppo tardi, superando anacronistici personalismi e tentazioni autoreferenziali che sono sempre nascoste dietro l’angolo.

Giorgio Merlo

Magliano (Moderati): “Motorizzazione di Torino, subito una fermata dedicata”


Da troppo tempo dipendenti e utenti di questo fondamentale servizio devono scegliere: prepararsi a lunghe camminate o raggiungere la sede di via Bertani 41 in auto. Rispondendo poco fa alla mia interpellanza, la Giunta ha confermato che la richiesta sarà soddisfatta in tempi brevi: vigileremo con attenzione. Che a Torino manchi una “Fermata Motorizzazione” è semplicemente assurdo.

Un vero e proprio controsenso: la sede della Motorizzazione Civile di Torino è priva di una fermata GTT dedicata. Un disservizio del quale da troppi anni fanno le spese dipendenti e utenti, tra i quali i molti cittadini che utilizzano auto o altri mezzi per lavoro e che non possono recarsi presso gli uffici di via Bertani 41 in maniera comoda. La Giunta, rispondendo  in Consiglio Regionale alla mia interpellanza sul tema, ha parlato di «servizio necessario, programmato e possibile», confermando che anche le necessarie risorse economiche sono già disponibili per un rapido intervento. Mi auguro che il sopralluogo menzionato dalla Giunta, recentemente effettuato su richiesta di GTT, sia l’ultimo e che le piccole modifiche all’attuale progetto derivanti dai rilievi siano effettuate in fretta. Terremo alta l’attenzione e ci auguriamo che l’Agenzia per la Mobilità Piemontese faccia efficacemente e scrupolosamente la sua parte. I tempi di percorrenza a piedi dalle fermate meno distanti dalla sede della Motorizzazione raggiungono attualmente i 20 minuti: davvero troppi. Non solo i Moderati, ma soprattutto i cittadini, i professionisti e i dipendenti chiedono una soluzione rapida e convincente.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Azienda Zero, il Pd presenta 113 emendamenti in Regione

Sono 113 gli emendamenti presentati dal Pd alla proposta di delibera della Giunta regionale che prevede di assegnare ulteriori servizi amministrativi e di supporto ad Azienda zero.

Il documento, illustrato dall’assessore alla Sanità, propone di assegnare ad Azienda zero “il coordinamento dell’emergenza ospedaliera, della rete dei laboratori e dei servizi, delle reti di patologia, il coordinamento regionale di epidemiologia e il supporto tecnico-organizzativo e metodologico per coordinare i progetti di investimento in edilizia sanitaria”.

Dopo il dibattito generale, che ha visto gli interventi di Pd e Lega, sono stati illustrati una settantina di emendamenti. I rimanenti verranno presentati nelle prossime sedute.

Grimaldi (AVS): Sbruffoni di Stato perdono tempo e rinviano interventi fondamentali del PNRR

Meloni spieghi in aula – “Brindano, festeggiano, lanciano sguaiate cacce alle streghe contro i migranti e i bimbi delle famiglie arcobaleno, giurano caccia in tutto il globo terraqueo agli scafisti ma stringono accordi con i trafficanti di uomini, invitano i giovani a lavorare nei campi ma fanno tutto ciò che possono per negare un salario minimo legale, un giorno su due giocano a riscrivere la storia, rilanciano il Ponte sullo Stretto di Messina. Intanto, mentre loro sono impegnati in queste importanti attività da sbruffoni di Stato, l’Italia rischia di perdere svariati miliardi del PNRR. Addirittura il Capogruppo della Lega dichiara che si potrebbe considerare di rinunciare a una parte dei fondi. Meloni nega, ma il Governo sta già rinviando a data da destinarsi la costruzione e riqualificazione degli asili nido, la piantumazione di 6,6 milioni di alberi, gli interventi nelle zone economiche speciali. Scusateci, avevamo altre urgenze! Se la Presidente Meloni è convinta di poter mantenere tutte le risorse, venga a riferire alla Camera e spieghi come ha intenzione di fare” – così a Montecitorio il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi.

Parco della Salute, Salizzoni (Pd): “Unica cosa certa l’attesa”

«Sul Parco della Salute la Giunta regionale ha scelto la linea dell’attesa ma l’attesa, purtroppo, non è una scelta»: questo il commento del consigliere regionale Mauro SALIZZONI (Pd) a margine della discussione a Palazzo Lascaris del Question Time con cui si chiedono chiarimenti e certezze sull’iter di realizzazione del Parco della Salute di Torino. «Sarebbe urgente fissare un cronoprogramma preciso per il dialogo competitivo e chiarire le intenzioni dei gruppi di imprese rimasti in garaIn alternativa, l’unica soluzione percorribile sarebbe quella di predisporre una nuova gara con procedura d’urgenza in modo da dare il prima possibile concretezza al progetto, superando l’attuale situazione di stallo. Purtroppo, nulla di questo si sta facendo. Occorrerebbe mettere il Commissario Marco Corsini nelle condizioni di operare e prendere decisioni con l’urgenza necessaria, invece, apprendiamo che per ora sta leggendo le carte, in attesa che a Roma venga firmato il decreto di nomina. Insomma, si attende. Una situazione che non ci rassicura, come non ci rassicurano le perplessità dell’assessore Icardi sul dialogo competitivo, che speriamo non siano propedeutiche ad una resa che affosserebbe definitivamente il Parco della Salute».

 

Olimpiadi Milano Cortina, Ruffino: bene coinvolgere il Piemonte

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):
Le Olimpiadi invernali del 2026 si disputano in Italia, cioè a Cortina, quindi nel Veneto, e in Lombardia. Ma, ripeto, in Italia. Il tira e molla sul coinvolgimento del Piemonte, o sulla sua esclusione a causa del pregiudizio ideologico del precedente sindaco di Torino Chiara Appendino, diventa stucchevole con il passare delle settimane e con la sempre più evidente difficoltà degli organizzatori a individuare lo spazio necessario per le gare di pattinaggio. Si vuole tutelare l’ambiente e tenere sotto controllo le spese? C’è il Piemonte: Appendino, per fortuna dei torinesi non è più il sindaco, e l’intesa istituzionale fra Lo Russo e Cirio può garantire una tempistica accelerata. Se Luca Zaia e Giuseppe Sala sapranno guardare oltre i loro campanili sarà un vantaggio per tutti.

Contro l’autonomia differenziata Rifondazione Comunista e Unione Popolare 

Riceviamo e pubblichiamo

Adesione alla manifestazione di Torino  martedì 4 aprile

Rifondazione Comunista esprime la propria adesione alla manifestazione contro l’autonomia differenziata, prevista per martedì 4 aprile ore 16 a Torino, in piazza Castello.
Il Ddl Calderoli, firmato dal Presidente della Repubblica Mattarella, rappresenta una grave minaccia per l’unità e la coesione del Paese. La differenziazione dei diritti e delle opportunità tra le diverse realtà territoriali potrebbe infatti portare a una frattura sociale e culturale profonda, aumentando le disuguaglianze tra i cittadini.
L’autonomia differenziata porterà il paese a un federalismo asimmetrico, in cui alcune regioni avranno maggiori poteri e risorse rispetto alle altre, a scapito dell’interesse nazionale.
Siamo convinti che la difesa dell’unità del Paese e della solidarietà tra i cittadini, nel pieno rispetto dei princìpi della nostra Costituzione, debba essere una priorità per le istituzioni e la società civile. Per questo motivo, parteciperemo alla manifestazione per esprimere il nostro netto rifiuto a ogni proposta di autonomia differenziata. Invitiamo tutte e tutti i cittadini a difendere insieme l’unità e la coesione del nostro Paese.
Alessio Giaccone – segreteria regionale del PRC-SE di Piemonte e Valle d’Aosta
Fausto Cristofari- Segretario provinciale PRC- SE Torino e provincia
Unione Popolare aderisce alla manifestazione contro l’Autonomia Differenziata di martedì 4 aprile, ore 16 in piazza Castello a Torino.
Il progetto di Autonomia Differenziata, sostenuto nel tempo anche dal PD oltre che dalle forze di destra, si sta concretizzando attraverso il ddl Calderoli, appena firmato dal Presidente Mattarella. Si tratta di un atto che costituisce un grave attacco all’unità e alla coesione sociale del Paese, aumentando ulteriormente le disuguaglianze fra i/le cittadini/e. *Una deriva permessa dalla sciagurata riforma del Titolo V nel 2001, con cui il centro-sinistra, col sostegno dei sindacati confederali, diceva di voler frenare le spinte federaliste della Lega e che invece oggi, come era ampiamente prevedibile, rischia di portarci verso una completa autonomia.
Ciò che è avvenuto con la regionalizzazione della Sanità e dell’Edilizia Sociale pubblica, sta ad esemplificare quali sarebbero gli effetti, ulteriormente amplificati, dell’applicazione dell’Autonomia Differenziata: un Paese con diritti applicati a macchia di leopardo, con enti locali sempre meno in grado di finanziarli e con lavoratori pubblici sempre più divisi in tanti piccoli gruppi e quindi ricattabili.
Ribadiamo quindi   il nostro fermo rifiuto nei confronti di ogni forma di Autonomia Differenziata e il nostro sostegno alle iniziative che vi si oppongono, ribadendo la necessità di tornare alla versione originaria del titolo V. Con queste motivazioni parteciperemo alla manifestazione del 4 aprile ed invitiamo alla massima partecipazione, per la difesa della Costituzione e della coesione territoriale e sociale del nostro Paese. Unione Popolare Torino

Dibattito in Sala Rossa sulla ex caserma La Marmora

L’assessora Gianna Pentenero ha risposto, ieri pomeriggio in Consiglio Comunale, alla richiesta di comunicazioni, da parte dei gruppi consiliari di Torino Bellissima, Fratelli d’Italia e Torino Libero Pensiero, in merito all’occupazione, da parte del comitato EsseNon e del centro sociale Gabrio, della caserma Lamarmora e dell’area antistante ex Nebiolo.

L’Assessora ha evidenziato come le aree occupate siano già state affidate ai proprietari, mentre la Città, attraverso il settore Patrimonio, ha messo in sicurezza il magazzino di sua proprietà.

Pentenero ha ricordato come i proprietari e il comitato stesso abbiano effettuato un confronto sul progetto con l’assessorato all’Urbanistica, attraverso il quale alcune proposte avanzate dal comitato stesso sono stati accolte. La motivazione con la quale è avvenuta l’occupazione sabato è nuova rispetto a quella di un anno fa, poiché sia l’area verde sia lo spostamento della strada hanno trovato soluzione nel nuovo progetto.

Dopo l’intervento dell’Assessora, si è sviluppato il dibattito.

Per Enzo Liardo (Fd’I) siamo arrivati al paradosso. Questa città è prigioniera di continue rivendicazioni. Torino come può essere appetibile verso possibili investitori. Fanalino di coda nello sviluppo al nord, per Liardo, continuiamo a rincorrere questi gruppi che non si capisce bene cosa vogliano.

Giuseppe Iannò (Torino Libero pensiero) si chiede che programmi abbiano l’Amministrazione e il tavolo della sicurezza. Forze di estrema sinistra che continuano a vandalizzare la città e nessuno fa nulla per fermarle. Askatasuna, il Gabrio, vanno contenuti, non hanno nulla a che vedere con la protesta contro l’Esselunga. Ostacolano le azioni forti realizzate per il bene di questa città.

Il consigliere Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ricorda di avere chiesto più volte il ripristino della legalità in quella zona. Sgombero del Gabrio e realizzazione del Centro congressi sull’area ex Westinghouse. Non è bastato a luglio salvare Comala per il Comitato Essenon che non riconosce l’autorità delle istituzioni e pensa di farsi giustizia da solo. Non hanno ottenuto quello che volevano, hanno occupato. Per Firrao una situazione insostenibile: più gli si lascia spazio, più se ne prendono.

Al netto della considerazione che questa città non abbia bisogno di nuovi centri commerciali, il capogruppo della Lega Fabrizio Ricca ricorda che ci sono due modi per protestare, fare sentire la propria voce per salvaguardare il territorio. Uno è quello del Comitato per il Parco del Meisino, pacifico, che dialoga con le istituzioni, trova un progetto alternativo, lo presenta per discuterlo. Poi c’è il modo di un comitato che in maniera abusiva, illegale, occupa uno spazio che non gli compete, commettendo dei reati. Ricca invita a soffermarsi sulle differenze azioni: una pacifica e intelligente, l’altra commettendo dei reati. Il sindaco dovrebbe prendere una posizione chiara, chiedendo immediatamente lo sgombero.

Per Nadia Conticelli (PD) il tema pone diverse questioni che per comodità politica vengono sovrapposte. Ribadisce che l’occupazione è un reato e gli immobili occupati vanno sgomberati. Ma la Sala Rossa può esprimere un giudizio politico, fare partire un appello, l’ordine pubblico dipende da altri. E il problema dell’ordine pubblico non deve mettere in ombra l’altra importante questione riguardante la possibilità di rivedere il progetto, salvaguardando il verde e lo spazio di protagonismo giovanile sviluppato in quell’area e oggi piuttosto frequentato.

Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) evidenzia come il problema risieda in un’area abbandonata da decenni, e come dopo dieci anni ancora non sia stata avviata progettazione, con dubbi su utilità del supermercato. Qui, sottolinea, c’è un tema che non si può legare al tema di reato poiché non si può far finta di non sentire chi pone questioni sull’area.

Giovanni Crosetto (FD’I) ritiene di aver sentito tutto e contrario di tutto. Considera non chiara la linea di maggioranza mentre le occupazioni abusive vanno condannate. Le posizioni sfumate non sono funzionali a rendere Torino attrattiva.

Secondo Paola Ambrogio (FD’I) sono gravi le parole di Pentenero visto che la Giunta ha dovuto scendere a patti con chi oggi occupa, mentre non è chiara la posizione di sindaco e Giunta visto che parte della maggioranza non ritiene occupazioni fatto grave. La consigliera, al contrario, rivendica di essere fiera per aver firmato il disegno di legge che prevede il carcere per le occupazioni abusive.

Secondo Sara Diena (Sinistra ecologista) bisogna riflettere sul fatto che molte persone stanno mettendo a rischio fedina penale per far sentire propria voce

Per Silvio Viale l’occupazione è forma di lotta per chi pensa di bloccare l’operazione. Ritiene che sia possibile sacrificare un pezzo di parco nell’interesse della città e che quando partirà il cantiere si sgombererà, operazione che la Città sosterrà con fermezza.

Nella replica conclusiva, l’assessora Pentenero ribadisce di non avere mai dichiarato che si voglia in qualche modo giustificare l’occupazione. Ma che sia invece competenza delle autorità competenti. E aspettare che vengano fornite indicazioni in merito, non vuole dire avere scarsa attenzione verso le occupazioni. Ogni episodio va contestualizzato. Quest’area è già stata assegnata ed esiste un progetto con una sua definizione, ma se i tempi dell’Urbanistica non si sono ancora completati è per dare prima risposte ai cittadini, non solo quelli riuniti in comitato. Se prendiamo l’atto in sé, viola la legge, è illegittimo. Ma per Pentenero si deve valutare la situazione nella sua complessità e mettere in campo una progettualità condivisa.

3 aprile 2023

Ex caserma La Marmora, Ambrogio (Fdi): “si chiama occupazione”

“Bisogna essere chiari: quanto successo nelle giornate del fine settimana presso la ex caserma La
Marmora ha un nome ben preciso e si chiama occupazione. Le affermazioni rese oggi in Consiglio
comunale dall’Assessore Pentenero e da una parte estremista della maggioranza di sinistra gettano
solamente fumo negli occhi ai cittadini e sminuiscono la gravità degli episodi.
Sbaglia l’Assessore Pentenero a chiamare “gruppi sociali” gli occupanti, questi sono militanti del
centro sociale Gabrio – che, tra feste abusive, schiamazzi e fuochi d’artificio in spregio ad ogni
regolamento comunale, sono già causa di grave disturbo al quartiere – e così vanno definiti. È
evidente che queste occupazioni devono essere contrastate e presto saranno disponibili nuovi
strumenti per le Amministrazioni e le Forze dell’Ordine. Da fiera prima cofirmataria del ddl in esame
al Senato della Repubblica che prevede la reclusione da due a cinque anni per l’occupazione abusiva
di privato domicilio o dimora non posso che rimarcare l’impegno di Fratelli d’Italia nel contrasto ai
fenomeni di illegalità e occupazioni abusive. Non sono così sicura, invece, che possano affermare lo
stesso i consiglieri della maggioranza Lo Russo”.
Così Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e Consigliere comunale di Torino.