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Zambaia (Lega): “La provincia di Torino prima per ‘Distretti del commercio’ finanziati”

E nell’area metropolitana otto progetti per un contributo complessivo di oltre 2 milioni di euro”

La provincia di Torino è la prima beneficiaria dei contributi per la realizzazione dei 32 nuovi Distretti del Commercio ammessi in graduatoria nel bando regionale che garantisce un contributo complessivo di 8,8 milioni di euro per il triennio 2022-2023-2024. Concentrandosi sulla sola area metropolitana, sono otto i progetti autorizzati per un finanziamento complessivo di oltre 2 milioni di euro, ai quali si sommano i 292mila euro di Torino.

“Da consigliere regionale del territorio – commenta la leghista Sara Zambaia – non posso che rinnovare i miei complimenti al nostro assessore al Commercio Vittoria Poggio, che ha saputo elaborare una strategia tanto vincente per le nostre comunità, e ai sindaci che hanno saputo cogliere con lungimiranza le opportunità offerte da questo bando. Puntare sulla formula dei distretti significa non solo sostenere il commercio di vicinato ma garantire nuove opportunità di decoro urbano, di attrattività turistica e di sviluppo economico per i nostri comuni. Le vetrine che guardano le nostre vie, le insegne che illuminano le nostre serate, il bagaglio di storie e di tradizioni d’eccellenza che si tramandano di generazione in generazione sono il primo baluardo contro lo spopolamento dei nostri centri abitati e contro un’idea di commercio che minaccia sempre più il calore del rapporto umano privilegiando l’asettico click su un telefono o un computer”.

Nel dettaglio, a ricevere il contributo saranno i progetti presentati da Settimo Torinese con “Progetto strategico di rafforzamento della capacità competitiva del distretto e riqualificazione degli spazi pubblici” con un punteggio di 75,5/100 e 292,3mila euro, da Nichelino con “Un mercato per il commercio” con un punteggio di 73/100 e 292mila euro, da Venaria Reale con “Shopping e cultura: benvenuti a Venaria” con un punteggio di 72,5/100 e 292,3mila euro e Rivoli e la collina morenica con “Affermazione dell’immagine e dell’identità distrettuale” con un punteggio di 69,5/100 e 289,3mila euro. A seguire, Moncalieri con “Duc Moncalieri: la nuova esperienza del commercio” con un punteggio di 68,5/100 e 292,3mila euro, Carmagnola con “+Carmagnola, +Commercio, +Crescita” con un punteggio di 66,5/100 e 291mila euro, Collegno con “Vicini al commercio: per un commercio attrattivo, smart ed efficiente a Collegno” con un punteggio di 62/100 e 290mila euro e Alpignano con “Riqualificazione di piazza Caduti e rilancio del commercio locale” con un punteggio di 61,5/100 e 292,2mila euro.

E ora via alla “ricomposizione” dei Popolari

C’è un libro pubblicato nel 1979 dal titolo ‘La “ricomposizione’ dell’area cattolica in Italia’ che ha segnato in profondità il dibattito politico e culturale tra i cattolici e nei cattolici in quell’epoca storica.

L’ha scritto padre Bartolomeo Sorge, autorevole gesuita, Direttore per molti anni della prestigiosa rivista Civiltà Cattolica e riconosciuto intellettuale del mondo cattolico italiano. Un libro che ha giocato un ruolo importante anche in vista della famosa “Assemblea degli esterni” della Democrazia Cristiana che si svolse nel 1982 su iniziativa della segreteria nazionale di quel partito. Ma fu proprio il sostantivo “ricomposizione” ad incuriosire il titolo del libro di Padre Sorge.
Ora, ad altre 40 anni di distanza e senza fare alcun confronto improprio o tracciare parallelismi con quella stagione storica, forse si può nuovamente parlare di un processo di “ricomposizione”. Di una cultura politica che è stata decisiva in quasi tutti i tornanti più delicati e complessi della nostra storia democratica e repubblicana e che, purtroppo, in questi ultimi anni si è quasi eclissata. Parlo, cioè, della cultura politica riconducibile al popolarismo di ispirazione cristiana. Una tradizione politica e un filone ideale che conservano, tuttavia, una straordinaria attualità e una bruciante contemporaneità. Per i suoi valori, per i suoi principi, per la sua ricetta politica e per la sua profondità culturale. Ma, purtroppo, si tratta anche di una cultura politica e di una tradizione ideale che si sono fermate al pre politico, e quindi ad una narrazione puramente testimoniale, oppure annacquate all’interno di partiti che hanno ormai un’altra “ragione sociale”.
E, per entrare più nello specifico, sul versante della sinistra – cioè nel Pd – il tutto si è ridotto ad una micro corrente di potere attentissima agli organigrammi ma del tutto avulsa dal capitolo dell’elaborazione politica e culturale. E, inoltre e soprattutto, nel momento in cui il compito e la finalità del Pd sono quelli di ricostruire/rilanciare/rifondare la sinistra post comunista nel nostro paese, è di tutta evidenza che il ruolo dei Popolari o dei cattolici sociali in quel contesto è fuori luogo e fuori tempo. Non a caso, e giustamente, si riscrive il “manifesto dei valori” da un lato e si concentra tutta l’attenzione, per dirla con Luca Ricolfi, se ricostruire una sinistra liberal post comunista o una sinistra libertaria e radicale. Appunto, un partito che ha cambiato profondamente la propria ”ragione sociale” rispetto alle origini. Sul versante politico alternativo alla sinistra è di tutta evidenza, come ovvio, che la praticabilità politica dell’area Popolare è quantomai problematica e difficile. E nell’area centrista – terreno più fertile e congeniale per un’area popolare e cattolico sociale – può esserci una forte e convinta cittadinanza politica purchè i partiti, o il partito, di riferimento non si riducano ad essere “partiti personali” o “partiti del capo” dove il pluralismo culturale è annullato perchè il tutto deve sempre coincidere con la volontà del capo indiscusso.
Di qui è cresciuta la consapevolezza per favorire e rafforzare la cosiddetta “ricomposizione” dell’area Popolare. Una volontà che, adesso però e a differenza dal passato recente e meno recente, parte dal basso e non viene più invocata o provocata dall’alto.
Il tutto, comunque sia e al di là delle singole e legittime opinioni, deve avvenire ad una condizione. E cioè, nessuno deve parlare a nome di tutta l’area Popolare. Non chi lavora per accelerare – a me pare giustamente – una seria e convinta “ricomposizione” politica, culturale ed organizzativa dell’area Popolare e, men che meno, quelli che spingono per l’ennesima volta a consolidare una piccola corrente all’interno del nuovo partito della sinistra italiana. Non può e non deve esserci ambiguità al riguardo. Nessuno, cioè, ha la rappresentanza esclusiva e totalizzante dell’area Popolare. Come non esistono i “cattolici professionisti”, per dirla con una felice battuta degli anni ‘80 di Carlo Donat-Cattin, così non esistono i Popolari di serie A. Tutti contribuiscono a salvaguardare un patrimonio politico e culturale. Speriamo il più possibile sotto un’unico tetto. Senza sterili polemiche personali o di gruppo.


Giorgio Merlo

Giachino: “perché Mi sono iscritto a FDI”

Intervista a Mino GIACHINO

Perché Mi sono iscritto a FDI. Perché tutti gli italiani per bene debbono aiutare il lavoro del Governo MELONI che non può fallire e deve rilanciare lo sviluppo dell’economia e del lavoro dopo vent’anni di stagnazione.

In mattinata la notizia che Mino GIACHINO, l’uomo della TAV, si è iscritto a FDI. Qui è  stato accolto con entusiasmo da Fabrizio Comba, il coordinatore regionale, che ne sottolinea lo spirito di servizio e la sua competenza; il sottosegretario Tecnico ai trasporti, che ottenne i complimenti di Berlusconi e Marchionne, di Arcese, da anni è ritornato nel privato e amministra SAIMARE spa, una delle aziende leader nelle spedizioni internazionali.

Giachino ci spieghi il motivo di questa scelta.

R. negli ultimi dieci anni da esponente della società civile penso di aver fatto molto di più di tanti eletti in Parlamento, molto ben pagati, per portare a Torino la Autorità dei Trasporti, per salvare la TAV con la grande Piazza Castello del 10.11.2018 e quest’anno per ottenere dal Governo Draghi lo stanziamento di 8,7 miliardi per il settore automotive . Credo però che la battaglia per rilanciare la economia e il lavoro a Torino e nel Paese dopo vent’anni di stagnazione si fa nei partiti, e in particolare nel partito che con i tanti innesti degli ultimi anni provenienti dalla vecchia DC e da Forza Italia, è oggi FDI , il partito della Nazione.

D. E ha scelto il Centro -Destra mentre molti suoi amici che militavano con Lei nella DC sono andati nel PD.

R. Guardi, Il PD ha fallito come stanno dicendo oggi molti suoi dirigenti. In quindici anni , dal 2007 ad oggi, ha governato per 10 anni e il Paese si è impoverito. Ora esplode pure la questione morale. Mettere insieme il vecchio PCI e una parte degli ex DC non ha prodotto una cultura nuova, molti posti di potere ma i risultati pochi.
Giorgia Meloni che ha dimostrato coraggio e visione può riuscire dove non è riuscito Silvio Berlusconi a dar vita a un partito di Centro Destra autorevole nel confronto internazionale anche perché la spinta economica che può arrivare dal mercato globale sarà sempre più importante per la nostra economia. Tutte le preoccupazioni dei grandi giornaloni prima del voto si stanno dimostrando largamente infondate come hanno detto Cacciari e altri uomini di cultura. Lo spread non si è mosso e in Europa siamo trattati con rispetto che si deve al Paese che dispone della quarta manifattura mondiale.

A parte la grande collaborazione di Gianni Letta, che da anni meriterebbe di essere nominato Senatore a vita, Berlusconi , negli ultimi tempi, purtroppo non è stato assistito da una classe dirigente alla altezza, da Verdini a Alfano ai vari cerchi magici , non ha mai avuto un contributo di idee ma tanta lotta interna per le candidature. Così si è passati da uomini di qualità e competenti come Tremonti, Martino, Pera , Melograni ai ministri di oggi . Le uniche idee le ha ancora lui ma è troppo poco e troppo tardi per incidere. Al Presidente però rimarrò sempre legato da stima, affetto e riconoscenza .

Il Paese dopo vent’anni di stagnazione ha assolutamente bisogno di crescere di almeno due punti all’anno per ridurre il Debito a pubblico e per creare nuove occasioni di lavoro per i giovani che , come vediamo dalla ricerca , vogliono andare via da Torino.

Io concordo con Guido CROSETTO che oggi Giorgia Meloni possa costruire un nuovo grande partito di Centro Destra come non riuscì al PDL, azzoppato da Fini , da Napolitano  da Soros e dalla austerity esagerata della Europa.

Mi auguro che la grande Famiglia dopo aver dato la nostra maggiore industria ai francesi capisca che il Governo Meloni non può fallire nell’interesse prima di tutto degli italiani e del Paese. In FDI porto la mia esperienza nei trasporti e nelle infrastrutture perché alcune cose fatte al Governo sono ancora oggi validissime e perché con la Piazza SITAV del 10.11.2018 abbiamo sconfitto la politica dei NO a Tutto che negli ultimi vent’anni ha bloccato lo sviluppo e il lavoro nel nostro Paese.
Gli investimenti nelle infrastrutture strategiche , dalla TAV alla Nuova Diga al porto di Genova, al Terzo Valico, lo sviluppo della digitalizzazione e la difesa del nostra industria con Manifattura 4.0 saranno tre punti fondamentali per il rilancio del Paese.

Linea 2 Metro Torino, Grimaldi (AVS), Ravinale e Diena (SE): Emendamento per altri 300 milioni

I fondi devono essere adeguati

“Serve un intervento dello Stato che consenta a Torino di realizzare la linea 2 di metropolitana. Per questo abbiamo presentato un emendamento alla legge di Bilancio per stanziare ulteriori 300 milioni di euro (nell’arco di 10 anni, 30 milioni all’anno) a favore del Comune di Torino e assicurare così la copertura economica in sede di avvio di gara d’appalto previsto per l’anno 2023. Una proposta nell’interesse di tutti i parlamentari piemontesi, che infatti è stata sottoscritta dai colleghi e dalle colleghe del Partito Democratico Berruto, Fornaro, Guerra e Laus” – dichiara il Vice-presidente di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi.

“Come noto, ad aprile del 2022 il Ministero delle Infrastrutture e il Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno stanziato 1.000 milioni di euro per la realizzazione della seconda linea di metropolitana di Torino, che si aggiungono agli 828 milioni già stanziati dalla finanziaria del 2019. Tuttavia, per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione, nonché dei carburanti e dei prodotti energetici, è necessario un ulteriore finanziamento” – prosegue Grimaldi. – “Se vogliamo che le nostre città smettano di essere smog city e contribuiscano alla transizione ecologica non possiamo che investire con forza sul trasporto pubblico a tutti i livelli“.
“La nuova linea di metropolitana, che verrà realizzata entro il 2027, dovrebbe portare a una riduzione del 9% dell’utilizzo di veicoli privati in città, che hanno un impatto drammatico sulla qualità dell’aria che respiriamo – dichiarano le consigliere comunali Alice Ravinale e Sara Diena –  Sarà una linea di trasporto costruita con criteri di sostenibilità ambientale, interconnessa e intermodale, accessibile anche a chi usa la bicicletta per spostarsi in città. E porterà ad un aumento delle aree verdi, in particolare nella zona nord di Torino. Per questo è fondamentale che i fondi destinati alla sua realizzazione, così come richiesto da Grimaldi con l’emendamento, siano adeguati sin da subito.”

Il parere di Uncem sulla legge elettorale regionale

C’È SPAZIO PER I TERRITORI?

“Ma nella legge regionale che il Consiglio regionale sta discutendo, c’è spazio per i territori? ovvero per le aree ad alta dispersione demografica, non metropolitane, ove insistono pochi elettori e tanto territorio? C’è chi a destra e a sinistra fa finta di non vedere i territori. E tutto si riduce a dibattito ‘da salotto’. Che ci annoia, disturba. Gran parte del dibattito oggi in aula è sulla doppia preferenza di genere. È diventato un must ormai, che condividiamo. Ma che non può essere il solo elemento sul quale concentrare l’azione politica. Perché è solo un aspetto della rappresentanza istituzionale e della rappresentatività che viene data all’intero Piemonte. Che oggi, da molti decenni, omogenea e certa rappresentanza in Consiglio regionale non ce l’ha. Uncem lo dice da tempo insieme con tanti Comuni montani che hanno sottoscritto la proposta per 50 collegi uninominali – da sindaco di Canosio ero e sono tra questi – capaci di dire come il Piemonte si esprime e fa il pieno di democrazia, per tutti i territori. Rendendo tutti rappresentati a Palazzo Lascaris. Oggi Torino, e la Città di Torino in particolare, fanno il pieno con la metà dei Consiglieri eletti. I restanti pezzi di territorio se sono fortunati hanno un rappresentante, se invece i partiti non scelgono lì chi inserire nelle liste o nel listino, stanno senza. E di preferenza di genere, in questa direzione di omogenea rappresentanza, con tutto il rispetto ce ne facciamo poco. 50 collegi uninominali sarebbero 50 pezzi di Piemonte che esprimono donne o uomini nell’Istituzione che fa le leggi regionali. Una scelta su base provinciale, continuerebbe a penalizzare chi è più all’esterno della città, chi ha meno abitanti, e anche la preferenza doppia non agevola l’omogeneita del diritto a essere rappresentati. Poniamo da dieci anni un tema serio di democrazia, regionale, per tutte le Regioni, e nazionale. Che la Politica non sa come gestire probabilmente e così preferisce virare su temi più semplici, scelte più facili e che apparentemente danno più consenso. Di certo nelle aree urbane, ma sui territori senza Consiglieri e senza Parlamentari, proprio la situazione non è accettabile. Con o senza ‘liste della montagna’”.

Lo afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.

Rossino (Italexit): spaccio in San Salvario, bene gli arresti

Ora si intervenga anche nella zona Sud del quartiere

Riceviamo e pubblichiamo 

 È avvenuto nei giorni scorsi un blitz antidroga nel quartiere San Salvario, nei pressi della Stazione Porta Nuova, che ha portato all’arresto di 12 spacciatori, tutti di origine africana. Sulla situazione è intervenuto anche Matteo Rossino, responsabile politico di Italexit, da anni attivo nella lotta allo spaccio.

“Finalmente qualche buona notizia per i residenti di San Salvario che, da troppo tempo, sono costretti a convivere con i problemi legati a spaccio e immigrazione” ha commentato Matteo Rossino responsabile politico di Italexit a Torino.

“Anni fa creai il Comitato San Salvario Bramante, con il quale abbiamo portato avanti tante battaglie, proprio in risposta a questo problema, – prosegue Rossino – via Ormea, via Muratori e tutte le strade che le attraversano sono però ancora invase da pusher. Non è un segreto che la piscina Parri ad esempio sia usata come deposito per la droga.”

“Per questo, a nome dei residenti, chiedo nuovamente un massiccio intervento in questa parte del quartiere che, seppur meno sotto i riflettori – ha concluso Rossino – convive da troppo tempo con il problema degli spacciatori.”

Ambrogio (Fdi): “Lorusso, Foglietta e il disastro neve”

“Una commedia teatrale, ma senza risate e senza lieto fine. Protagonisti guitti improvvisati e inadeguati che, a rigor di logica, oltre a chiedere scusa, dovrebbero dimettersi”.

Così Paola Ambrogio, Senatrice di Fratelli d’Italia e Consigliere Comunale di Torino, che aggiunge: “Lo Russo, in versione scaricabarile, addossa le colpe all’amministrazione precedente, dimenticandosi di quanto varato a fine 2021. Praticamente un piano-neve ‘a sua insaputa’. L’Assessore Foglietta rimane ‘alla finestra’, nel vero senso della parola, postando foto social intenta ad ‘ammirare’ il disastro dall’ufficio. Amiat conferma l’inadeguatezza e tutti i limiti strutturali già palesati in tema rifiuti”.
“Ho atteso – conclude la Ambrogio – di avere un quadro completo della situazione e di leggere la replica ufficiale dell’amministrazione comunale: a bocce ferme, ritengo che sia doveroso pretendere le scuse del Sindaco e dell’Amiat, oltre alle dimissioni, per competenza di delega, dell’Assessore Foglietta. Ricordo infine a Lo Russo, al suo secondo inverno da primo cittadino, che la fascia tricolore non nasce come orpello autocelebrativo o come sciarpa per coprirsi dal freddo, ma per assumersi le proprie responsabilità”.

Montagna, Ruffino (Azione): dal Governo una presa in giro

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     Il ministro Roberto Calderoli farà bene a rivedere le linee programmatiche del proprio dicastero, almeno per quanto riguarda la vita dei Comuni montani per i quali si prevede un finanziamento aggiuntivo di 200 milioni nel triennio 2022-2024. Calderoli conosce bene i problemi delle aree montane. Allora sa che in Italia ci sono 4201 Comuni classificati montani, di essi 655 sono considerati parzialmente montani. In quei Comuni risiede, secondo l’ultima scheda Istat, il 19% della popolazione italiana, quindi circa 11 milioni 600 mila abitanti. Per ciascuno di essi il governo Meloni prevede un finanziamento di circa 18 euro, non ho ben capito se ogni anno o nell’arco del triennio. In entrambi i casi si tratta di un’autentica beffa: il Fosmit (Fondo per lo sviluppo della montagna italiana) ha bisogno di ben altre risorse per avviare una seria politica di ripopolamento dei piccoli centri montani.

     Quanto agli 11 milioni di sostegno agli oltre 1800 impianti di risalita e per l’innevamento artificiale, parliamo di una media di circa 6000 euro per impianto. Il che equivale a finanziare 15, forse 20 giorni di spese per la bolletta elettrica. Se il sostegno del governo di destra alla montagna è racchiuso in queste cifre è difficile immaginare una stagione sciistica esaltante per gli operatori. A meno di non scaricare sui soliti utenti i costi di una crisi energetica che il governo non sa affrontare.

Cerutti (Lega): Venaria tra le prime beneficiarie dei fondi per il distretto del commercio

Grazie alla Regione e al sindaco Giulivi nasce un binomio vincente tra le meraviglie della Reggia e uno shopping attrattivo e di qualità”

Con un punteggio di 72,5 centesimi, il Comune di Venaria Reale è tra i primissimi beneficiari dei finanziamenti per la realizzazione dei 32 distretti del commercio ammessi nella graduatoria per un contributo complessivo di 8,8 milioni di euro sul triennio 2022-2023-2024. Il progetto strategico “Shopping e cultura: benvenuti a Venaria” potrà contare su 250mila euro per investimenti e su 42mila euro per interventi di spesa corrente, per un totale di 292.306 euro.

“Da consigliere regionale del territorio – commenta il vicecapogruppo della Lega Salvini Piemonte Andrea Cerutti – rinnovo i miei complimenti al nostro assessore regionale al Commercio Vittoria Poggio, che ha avuto la lungimiranza di elaborare un piano strategico per tutto il Piemonte qual è quello dei ‘Distretti del commercio’, e al sindaco di Venaria Fabio Giulivi che ancora una volta ha messo in campo una progettazione di assoluta qualità, come dimostrato dal giudizio della commissione valutatrice”.

“Grazie alle risorse offerte dal bando dalla Regione di cui la Lega è forza di maggioranza e ai fondi propri messi in campo del Comune di Venaria capofila – continua Cerutti – verrà posizionato un nuovo arredo urbano attrattivo con il brand ‘Benvenuti a Venaria’, si procederà con interventi mirati di riqualificazione urbana, verrà installata una nuova segnaletica commerciale e turistica e verrà pubblicato un bando da 200mila euro a favore delle imprese del territorio. A questo si affiancano le spese per il piano di comunicazione del Distretto urbano del commercio e i costi di formazione di consulenza per gli imprenditori”.

“L’amministrazione Giulivi – conclude il vicecapogruppo Cerutti – ha saputo ancora una volta cogliere le opportunità messe in campo dalla Regione Piemonte. Un’opportunità di sviluppo e benessere per la propria comunità ispirata a un binomio certamente vincente: quello dell’arte e della cultura legate a un commercio dinamico, attrattivo e di qualità. Un modello che già funziona in tante città turistiche del mondo e che ora potrà essere applicato anche nella Reale, con i turisti che prima si immergeranno nelle incantate atmosfere della Reggia e poi potranno portarsi a casa un ricordo unico scelto tra le tante botteghe del distretto del commercio venariese”.

“Le parole che contano” di Merlo e Novero

Presentato ieri a Roma presso il prestigioso Istituto Sturzo il libro scritto da Giorgio Merlo e Giuseppe Novero “Le parole che contano”, con la la prefazione di Luigi Sbarra, segretario generale Cisl e l’introduzione di Marco Frittella, Direttore di Rai libri.

Alla presentazione sono intervenuti Maria Elena Boschi, Monsignor Giovanni Paglia, Marco Follini e Maria Valensise.
11 parole per rinnovare e rilanciare la politica italiana dopo la stagione populista. Anche se, purtroppo, il populismo continua ad essere massicciamente presente nella cittadella politica nostrana con il partito dei 5 stelle. E il libro, attraverso 11 interviste ad altrettante personalità del mondo politico, culturale e religioso del nostro paese, offre uno spaccato su come è possibile ricostruire il tessuto civile, la qualità della democrazia, la coerenza della politica e la credibilità delle nostre istituzioni. Perchè dietro ad ogni parola, come emerge dal libro, si profila una visione della società, un progetto politico e, soprattutto, una cultura politica ed una tradizione ideale. E proprio dalla centralità della parola e dalla sua importanza si deve e si può ripartire. Contro la riduzione della politica a pura propaganda, all’improvvisazione delle classi dirigenti e all’azzeramento dei partiti popolari e democratici. Si tratta, cioè, di riscoprire le nostre radici politiche e culturali anche attraverso la serietà delle parole e la coerenza di ciò che comporta evocandole pubblicamente.
E il libro di Merlo e di Novero contribuisce, seppur con leggerezza e realismo, al rinnovamento e alla importanza della politica in un contesto nazionale sempre meno ideologizzato e ancora profondamente sfregiato dalla deriva e dalla sub cultura del populismo grillino.