Le risposte di Nordio non convincono.
Roma – “Il governo ha accolto il mio ordine del giorno alla delega fiscale che lo impegna a valutare interventi contro lo spopolamento delle aree interne e montane, sia pure compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”. Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione, che aggiunge: “E’ un tema di grande rilevanza, che ho già posto più volte e che non esiterò porre ancora, ma di cui il governo continua a disinteressarsi, non ritenendo evidentemente che sia una priorità. Occorre intervenire e occorre farlo subito, per fermare la desertificazione economica e sociale di aree sempre più estese del Paese. C’è bisogno urgente di misure, anche di natura fiscale, a sostegno delle famiglie che vivono nelle aree interne e montane, nonché di incentivi per chi voglia trasferirsi nei comuni periferici e ultraperiferici, dove ci sono meno opportunità di lavoro e dove c’è carenza di servizi, compresi quelli sociali, educativi, culturali, scolastici. Valuteremo i fatti, ma non si può continuare a nascondere la polvere sotto al tappeto. Queste – conclude Ruffino – sono le nuove periferie, il governo ne prenda atto e agisca di conseguenza”.
Cristina Zaccanti (PdF): “In Piemonte pronti a nuove sfide per la causa della Famiglia“
“In Piemonte siamo pronti a nuove sfide per la causa della Famiglia“ afferma Cristina Zaccanti, di Ivrea, Coordinatrice regionale del Popolo della Famiglia (PdF), commentando il serrato confronto in videoconferenza dei membri del Coordinamento regionale avvenutovenerdì 7 luglio 2023; e spiega: “dopo la mia introduzione, Carlo Bravi, delegato del PdF Piemonte per i rapporti con l’area del dissenso, ha rappresentato la situazione attuale e le prospettive per il prossimo anno a livello sia locale sia regionale. Dopodiché ognuno dei presenti ha potuto esprimersi al riguardo“.
“Ne è nato un confronto franco e immediato – ha proseguito Zaccanti – in particolare sull’opportunità che il Popolo della Famiglia si presenti alle competizioni elettorali da solo con il proprio simbolo, ovvero in coalizione con altri. In conclusione, tirando le fila, è emerso che una maggioranza dei membri del Coordinamento (in rappresentanza di tutti i tesserati del PdF Piemonte) è cautamente favorevolead alleanze con altri ed in particolare con le forze dell’area del dissenso, con speciale riferimento al progetto ‘Insieme liberi Piemonte 2024‘ in corso di definizione in questi mesi; ovvero a coalizioni con altre formazioni dell’area d’ispirazione cristiana e popolare“.
“Da parte di tutti è stato ribadito – ha puntualizzato Zaccanti – che condizione imprescindibile affinché il Popolo della Famiglia possaaderire a coalizioni con altri è il rispetto da parte di tutti dei valori (non negoziabili) della famiglia, della vita e della libertà educativa, che sono valori fondanti per lo stesso PdF. Tale ‘rispetto’ potrà essere declinato con sfumature diverse da eventuali partner di coalizione, con modalità per le quali lo stesso Bravi ha coniato il termine di ‘Programma a geometria variabile‘, che è stato apprezzato dai partecipanti e che potrà essere uno strumento utile nelle eventuali trattative“.
Ianno’: “Discarica abusiva in via Passo Buole”
Torino – “Rumenta, pattume, immondizia di ogni genere e forse, anche rifiuti speciali hanno trovato casa tra via Passo Buole e corso Caio Plinio, precisamente vicino al centro sociale El Paso e nei pressi della ex bocciofila.
Una grande discarica dove è stato abbandonato materiale di risulta di cantiere e sicuramente qualcuno che ha ristrutturato uno stabile, ha pensato che fosse sicuramente più comodo abbandonare il tutto, senza andare in discarica.
I cittadini lamentano di un via vai di furgoni, che indisturbati hanno tagliato la rete di recinzione e depositato ogni sorta di rifiuti.
Amministrazione qualcuno vi ha segnalato la situazione della discarica e pensate di chiudere la recinzione e prendere provvedimenti?
E’ mai possibile che ogni volta bisogna presentare un’interpellanza su problematiche che potrebbero essere risolte in breve tempo?”
Pino Ianno’
Libero Pensiero
Pd: Pronto soccorso ai privati non è la soluzione
ROSSI-GALLO (PD)
“Le dichiarazioni dell’assessore Icardi che aprirebbero alla gestione dei pronto soccorso da parte di strutture private confermano, ancora una volta, la vera natura della destra che vede nella privatizzazione del sistema sanitario l’unica soluzione dei problemi della sanità” dichiarano il Vicepresidente della Commissione sanità e Segretario regionale Pd Domenico Rossi e il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.
“La Giunta di centrodestra, fin dal suo insediamento – proseguono i consiglieri Dem – ha dimostrato chiaramente uno scarso interesse a investire sul potenziamento della sanità pubblica che, invece, dovrebbe essere valorizzata e ridisegnata, adeguandola alle esigenze e ai bisogni di cura dei cittadini… la proposta relativa ai pronto soccorso è l’ennesimo segnale”.
Eppure le azioni da mettere in campo per superare il problema del sovraffollamento sono sotto gli occhi di tutti. “Per decongestionare i reparti di emergenza urgenza è necessario facilitare l’uscita dal pronto soccorso e diminuire gli accessi impropri. Da un lato occorre aumentare i posti letto all’interno dei reparti di degenza, come ha più volte evidenziato anche dai sindacati, dall’altro investire davvero nelle Case di Comunità facendo in modo che ci sia personale per consentire un’apertura prolungata, 7 giorni su 7. Così molti degli accessi impropri al pronto soccorso, a partire dai codici bianchi, potrebbero trovare una risposta adeguata” rilanciano Rossi e Gallo.
“Non va dimenticato, infine, che non basta l’insegna ‘Pronto Soccorso’ a garantire ai cittadini risposte adeguate. I punti di emergenza dovrebbero essere collocati in strutture in grado di far fronte ad ogni patologia ed imprevisto. Garanzie che sono assicurate negli ospedali pubblici grazie ai reparti, le dotazioni e il personale” concludono i rappresentanti dem, sottolineando che “la pandemia non ha insegnato nulla. Di fronte all’emergenza, solo il pubblico garantisce davvero tutti senza discriminare sulla base del reddito e della possibilità di pagare. E’ questo il sistema che va salvaguardato”.
E ora si apra a progettazione partecipata
Siamo soddisfatti che nel corso della commissione ambiente di lunedì l’assessore Tresso abbia confermato che il progetto di risistemazione dell’alberata di corso Belgio verrà ridiscusso e che si è superato il problema, legato alla scadenza dei fondi React EU, che aveva portato all’ipotesi di procedere all’abbattimento degli alberi quest’estate.
Bene che vi sia stata un’apertura anche relativamente agli isolati tra corso Tortona e via Andorno, per un intervento sulla sola banchina, con l’eliminazione delle barriere architettoniche, e che non preveda la sostituzione di alberi che non sono a rischio crollo.
Crediamo che l’alberata di aceri di corso Belgio possa essere sistemata con un intervento graduale, salvaguardando la sicurezza delle persone e degli alberi stessi, senza compromettere l’ombreggiatura e la qualità di vita dei prossimi anni. Va valutata ogni possibile alternativa progettuale che eviti l’abbattimento degli alberi e consenta il rafforzamento degli aceri – che oggi si trovano in un contesto poco favorevole a causa dalle auto parcheggiate sulle radici e dallo scarso spazio a disposizione per il corretto sviluppo delle chiome – per esempio modificando la posizione dei parcheggi come avvenuto in corso Marconi.
Ora è fondamentale che si apra una fase concreta di partecipazione che preceda la stesura del progetto definitivo, che coinvolga le tante persone che si sono positivamente attivate per la salvaguardia dell’alberata e la cittadinanza tutta di Vanchiglietta.
Noi continuiamo a pensare che un progetto complessivo potrebbe partire dallo spostamento al centro carreggiata dei binari del tram. Rendere la linea 15 più veloce e evitare il conflitto tra TPL e auto parcheggiate male, allargherebbe la banchina a beneficio di alberi, pedoni e mobilità attiva e consentirebbe di moderare la velocità delle auto, riducendo le emissioni di CO2 e di gas inquinanti.
Magliano: i volontari tornino in tutti i reparti
Pandemia finita anche per l’OMS
L’emergenza pandemica è ufficialmente terminata (tale è stata dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità lo scorso 5 maggio), eppure in molti Reparti degli Ospedali piemontesi i Volontari non hanno ancora accesso. Ho presentato un Question Time per chiedere come intenda intervenire la Giunta per permettere nuovamente ai Volontari, in maniera uniforme in tutte le strutture ospedaliere regionali, di essere presenti e attivi nei Reparti. Diverse Associazioni segnalano di non avere ancora ottenuto il permesso di tornare a svolgere la propria attività in alcuni dei Reparti ospedalieri della nostra Regione, sul territorio della quale – sempre secondo le testimonianze delle Associazioni – si registra una certa disomogeneità: se strutture come l’Ospedale di Rivoli e il Regina Margherita di Torino sono tornate, per esempio, ad ammettere i Volontari non solo presso l’Area Accoglienza, come anche presso i singoli reparti, nei reparti di altre strutture piemontesi l’ingresso ai Volontari non risulta ancora consentito. Siamo convinti che, dopo oltre tre anni, esistano tutte le condizioni affinché i Volontari possano tornare a essere presenti in corsia a dare quel conforto e quel calore umano così necessari.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.
Castelli avverte De Luca: “Sull’Autonomia vi aspettiamo alla prova dei fatti”
Un incontro cordiale, partito da posizioni distanti e tanti temi da chiarire.
A Ponti sul Mincio, alla Festa dell’associazione presieduta da Castelli, un confronto serrato si è svolto sabato 8 luglio sui temi irrisolti del rapporto tra il Nord e il Sud.
Roberto Castelli rappresenta l’anima leghista e nordista che non ha mai abbandonato le battaglie dell’autonomia, del federalismo, del principio costituzionale della sussidiarietà, dell’identità regionale.
” Il residuo fiscale del Nord – afferma – cioè il saldo negativo tra le tasse versate a Roma e quanto ritorna sui territori attraverso i servizi, è di 56 miliardi all’anno per la sola Lombardia e non ha pari al mondo. E’ il “sacco del nord” e grava in maniera insostenibile sulle nostre famiglie e imprese. Non c’è controllo sui beneficiari e non nascono pratiche amministrative virtuose che progressivamente sgravino il Nord. Vogliamo l’autonomia in materie strategiche come la scuola, l’istruzione, i programmi, le graduatorie dei professori: l’autonomia prevede che a trasferimenti invariati, la spesa destinata per una materia, la scuola ad esempio, sia interamente gestita dalla Regione con possibilità di sviluppare pratiche migliori, e trattenere le somme liberate per altri scopi. E’ una partita a saldo zero per lo Stato, ma dal pantano di Roma non arriva niente, lì tutto muore”.
Il riferimento è anche al Ddl Calderoli, che suscita enormi perplessità.
Cateno de Luca si autodefinisce “Sindaco di Sicilia” e propugna una politica per il Sud basata su una vera autonomia, con una gestione delle risorse e dei territori strappata dalle mani a “una classe dirigente parassitaria che tradisce la sua terra”.
Rivendica le accise sul petrolio raffinato in Sicilia, una partita da 9 miliardi all’anno che ora finiscono nelle casse dello Stato: una somma che spetta alla Regione, con la quale, secondo De Luca, la Sicilia potrebbe sostenere la sua spesa sanitaria, e calmierare i costi del carburante alla pompa di benzina. Castelli ha concordato su questo tema con De Luca, definendo fondate le sue ragioni.
I duellanti non si sono risparmiati, Castelli ha attaccato De Luca dicendo che “è ben strano che voi neghiate l’autonomia alle Regioni del Nord mentre voi godete dello Statuto speciale”.
Cateno De Luca si è spinto ad affermare che “penso che le risorse debbano restare nei territori dove sono state generate” e che “il Sud deve avere una vera autonomia ed emanciparsi da una classe
dirigente parassitaria”. Partono le cannonate contro il comune avversario, la palude romana. Il clima è acceso, cordiale, il dibattito si chiude evocando le macro-regioni, idea cara a entrambi.
Cateno De Luca è un uomo determinato ed è a caccia del 4% nazionale in vista delle Europee: lo sanno tutti, vuole consensi, alleanze, voti. E’ davvero l’uomo del nuovo corso per il Sud o è l’ennesimo volto di un Sud che vuole essere assistito? Il Presidente Castelli tiene la guardia alta.
In mezzo alle bandiere della Padania mescolate a quelle di “Sud chiama Nord”, si canta il Nabucco, tutti in piedi, Siciliani compresi, i Padani apprezzano, scambio di doni, Cateno De Luca torna nella sua Taormina con una scintillante carta d’Identità della Padania autografata da Castelli: spuntano i cannoli della pace, ma al di là della simpatia e della cordialità, il Presidente Castelli avverte De Luca: “Sull’Autonomia vi aspettiamo alla prova dei fatti”. Stiamo a vedere.
MASSIMO IARETTI
Bravi (PdF): “Firmare per i referendum è un segnale forte contro la guerra”
“Firmare per i referendum contro l’invio di armi all’Ucraina costituisce un segnale forte contro la guerra – ha osservato Carlo Bravi, del Popolo della Famiglia Piemonte – che è assolutamente importante giunga al Governo Meloni e alla sua maggioranza parlamentare, impegnata fin da quando era ancora all’opposizione nell’inviare verso Kiev ogni tipo di munizione e sistema d’arma, oltreché finanziamenti a palate“.
“Le ragioni di fondo a favore dei quesiti referendari promossi dal gruppo Generazioni Future – osserva Bravi – risiedono anzitutto nell’articolo 11 della nostra Costituzione Repubblicana, in base al quale l’Italia non solo non fa ricorso alla guerra, ma la ‘ripudia’proprio, e quest’espressione così forte ed icastica tronca alla radice qualsiasi interpretazione ‘elastica’ dell’affermazione costituzionale, collocando la massiccia fornitura di armi all’Ucraina che il governo Meloni sta portando avanti in una chiara violazione della nostra Cartafondamentale“.
“Una seconda ragione di sostegno – prosegue Bravi – risiede nella scelta delle priorità nell’azione di governo rispetto alla situazione dei cittadini: l’inflazione sta divorando rapidamente il potere d’acquisto degli italiani, un quarto dei quali è ormai al di sotto della soglia di povertà e lotta ogni settimana per sopravvivere e non finire per strada (o per smettere di restarci), mentre un terzo dei nostri connazionali ormai rinuncia a curarsi: non ci sembra davvero che all’Italia oggi ‘avanzino risorse’ per armare fino ai denti un paese che non è neppure nostro alleato, men che meno che ‘avanzino’ TREDICI miliardi di euro di spese militari AGGIUNTIVE programmati ogni anno dalla maggioranza di CentroDestra“.
“Esorto quindi ogni cittadino a firmare per tali referendum, ormai solo più online al sito web generazionifuture.org – ha concluso Bravi – come ha fatto ogni membro maggiorenne della mia famiglia: non possiamo mancare a questa preziosa opportunità per tentare di arginare la deriva bellicista del governo e dell’intera Unione Europea, che rischia di trascinare l’intero continente nel vortice di una guerra generalizzata“.