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Salario minimo: l’impegno del Consiglio comunale

Ieri  in Sala Rossa si è discusso dell’introduzione del salario minimo. Con ventuno voti favorevoli il Consiglio comunale ha approvato un Ordine del giorno presentato dal consigliere e presidente della Commissione Lavoro Pierino Crema (Pd) a sostegno di una forma di regolamentazione salariale già esistente in 21 Stati membri dell’Unione Europea su 27.

L’atto è esplicito: invita il Sindaco e la Giunta a sostenere in tutte le sedi gli atti e le misure che prevedono l’introduzione del salario minimo ed equo per i lavoratori pubblici e privati, e una legge sulla rappresentanza delle organizzazioni sindacali e sui datori di lavoro; a sollecitare il Parlamento e il Governo affinché elaborino una proposta di sintesi tra i diversi disegni di legge presentati nella scorsa legislatura a suo tempo analizzati dalla Commissione Lavoro che possa portare in tempi rapidi all’introduzione della normativa nel nostro Paese; a promuovere confronti istituzionali con esponenti politici, associazioni di categoria, sindacati e realtà imprenditoriali per esporre i dati e le motivazioni che rendono l’approvazione di questa legge prioritaria; ad inviare il presente documento al Governo e al Ministro del Lavoro; a verificare rispetto alle gare della Città che siano applicati correttamente i contratti di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative e che tale vincolo sia presente in tutte le gare, anche per società partecipate, enti strumentali e Fondazioni di cui la Città fa parte.

Dopo la presentazione di Crema sono intervenuti Russi – Ravinale – Catizone – Conticelli – Liardo – Sganga – Viale.

Andrea Cane (Lega Salvini ): “Convegno obesità, medicina e sport in sinergia in Piemonte”

L’obesità, definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “uno dei maggiori problemi di salute pubblica dei nostri tempi”, è stata oggetto di un convegno curato dagli Stati generali della Prevenzione e del benessere e promosso dal Consiglio regionale del Piemonte.

   
 “Obesità, la patologia del terzo millennio – ha detto durante i lavori il vicepresidente della commissione Sanità Andrea Cane, della Lega Salvini Piemonte – è un titolo che pone l’accento su tutte le patologie invalidanti che si legano al sovrappeso dalle malattie  cardiovascolari, fino al diabete di tipo 2, all’ ipertensione, agli eccessi di colesterolo e trigliceridi nel sangue, fino alle patologie articolari. In media chi è obeso vive 10 anni di meno, con il senso di una colpa individuale, oggetto di disapprovazione sociale e stigma nei confronti delle persone che ne soffrono. 
Per superare la parabola che sembra caratterizzare l’obesità l’approccio è, naturalmente, multifattoriale ma esistono forti evidenze scientifiche che dimostrano come uno stile di vita sano abbia effetti benefici sulla prevenzione primaria e secondaria di patologie. I lavori di oggi ci hanno ribadito che incentivare la pratica sportiva con investimenti mirati consentirebbe di generare esternalità positive a livello sociale ed economico”.
 
“Il Piemonte si sta muovendo in questo senso – ha aggiunto il consigliere della Lega Andrea Cane, che ha la delega per gli Enti locali piemontesi – con progetti come per esempio quello del ‘Metodo Michela Calandretti’, che a Torino ha uno studio-palestra adeguato ad unire medicina e sport, che offra attività fisica adeguata non solo a chi soffre di obesità ma anche di stress profondo, tumori, disturbi cognitivi. L’approccio è mutuato dall’esperienza della Brest Unit di Città della Salute di Torino e mira ad un esercizio fisico approcciato con metodo e frequenza costante per ridurre  ansia, stress, solitudine, prevenendo i comportamenti a rischio che diventano poi patologie gravi”.

Merlo: Universiadi e post olimpico, così si rilanciano le montagne olimpiche 

“Le Universiadi 2025 da un lato e la soluzione definitiva per i siti e gli impianti di Torino 2006
dall’altro, possono rilanciare ancor di più l’antica vocazione turistica e sportiva dell’intero
comparto della Via Lattea. E questo a prescindere da come finirà la partita della scelta delle varie
località, e dei rispettivi siti, in vista delle Olimpiadi di Milano/Cortina 2026.

Sotto questo versante, il comportamento concreto del Sindaco di Torino Stefano Lorusso e del
Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio tenuto sino ad oggi è stato quantomai
importante e decisivo. Un atteggiamento sempre prudente ma coerente accompagnato dalla
volontà di risolvere il post olimpico e offrendo, al contempo, la piena disponibilità per un eventuale
utilizzo degli impianti piemontesi. Il tutto, come ovvio, con l’obiettivo di favorire un risparmio delle
risorse pubbliche senza ulteriori dispersioni.

Ecco perchè, adesso, l’incrocio tra l’evento internazionale delle Universiadi e la soluzione del post
olimpico possono e debbono rappresentare un passaggio decisivo e qualificante per il futuro
stesso del comprensorio della Via Lattea. Con l’obiettivo prevalente di contribuire a modellare un
nuovo modello di sviluppo per le montagne olimpiche anche attraverso l’utilizzo di discipline
sportive funzionali per tutto l’anno e a bassi costi”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Susta (Azione): “Spezziamo bipolarismo a Torino e in Piemonte”

Azione Piemonte esce dall’Assemblea regionale rafforzata nel suo essere partito verso le elezioni amministrative, regionali ed europee. Col programma che andiamo a definire puntiamo a superare il bipolarismo inconcludente e a volte consociativo che sta marginalizzando Torino e il Piemonte. Il nostro obiettivo resta l’accordo tra le forze riformiste popolari, liberali e socialdemocratiche che oggi governano l’Europa. Non dipende solo da noi “la scelta di campo”. Bisogna, invece, cambiare il campo di gioco per cambiare l’Italia e il Piemonte.

Gianluca Susta, segretario regionale di Azione

Askatasuna, Rifondazione: “repressione e accanimento”

“Ormai, nel campo della repressione, l’importante è esagerare!

Il blitz in grande stile contro il Centro Sociale Askatasuna, culminato nel sequestro… dell’impianto audio usato per un concerto non autorizzato per il quale sono state già comminate 25 multe!”
Fausto Cristofari, segretario provinciale Rifondazione Comunista Torino: “Qual è il senso di una simile operazione? Qual è la pericolosità sociale di un impianto audio? Non vengono in mente parole che non siano “Repressione” e “Accanimento”, contro i quali occorre che si esprima chiunque abbia a cuore l’agibilità democratica nella nostra città, puntando a costruire la più vasta mobilitazione unitaria contro questa repressione che ci colpisce tutte e tutti!”

Ecomafie. Ruffino (Azione): Rendere operativa Commissione d’inchiesta

“Garantire una più efficace azione dello Stato nella prevenzione e nel contrasto dei reati e degli illeciti ambientali deve essere una priorità assoluta, per questo è necessario rendere operativa quanto prima la Commissione ecomafie, che ha l’importante compito di indagare sul ciclo dei rifiuti in Italia e sui reati che da questo possono scaturire”. Lo ha detto Daniela Ruffino, capogruppo di Azione-Italia Viva in commissione Ambiente alla Camera, intervenendo in Aula in discussione generale sulla proposta di legge per l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. “E’ necessario – ha aggiunto – che nell’espletamento dei suoi compiti la Commissione possa avvalersi della collaborazione di consulenti esperti, di qualificata e riconosciuta competenza. In questa maniera la Commissione non sarà solo un guardiano dell’osservanza delle norme, non sarà solo un autorevole investigatore, ma anche e soprattutto un organo di indirizzo e di guida in un percorso che ci deve portare al conseguimento degli obiettivi sul tema, obiettivi – ha concluso Ruffino – indicati anche dall’Unione Europea”.

Merlo: Olimpiadi 2026, no alla candidatura, adesso la paghiamo cara

Soprattutto le montagne olimpiche

“Sulla vicenda legata alle Olimpiadi di Milano/Cortina 2026, non possiamo non continuare ad
evidenziare le precise responsabilità politiche di chi ha pronunciato un secco no nel momento
della scelta della località che doveva ospitare l’evento internazionale. E questo al di là e al di fuori
delle recenti e polemiche dichiarazioni del Presidente della Regione Lombardia Fontana. La
responsabilità politica dell’allora guida grillina del Comune di Torino ha prodotto una serie di
ricadute negative che, purtroppo, pagherà l’intero territorio torinese. Montagne olimpiche
comprese, soprattutto.
Ecco perchè, anche il travagliato e complesso post olimpico di Torino 2006, adesso va risolto
esclusivamente a livello torinese e piemontese. Ma quello che non possiamo e non dobbiamo
dimenticare è che scelte politiche sbagliate a volte finiscono per danneggiare in modo grave e
profondo i territori che si amministrano e si governano. E la scelta di non aver avanzato la
candidatura di Torino e delle montagne olimpiche per il 2026 adesso la stiamo pagando. E anche
in modo pesante”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Exilles, Valle (Pd): “Intesa per la gestione pluriennale”

Il vice Presidente del Consiglio regionale Daniele Valle: “Regione Piemonte e ministero della Cultura garantiscano il futuro del Forte e diano certezze ai lavoratori. “

 

 «La fruizione estiva del Forte di Exilles (dal 2019 di proprietà della Regione Piemonte) richiede una programmazione pluriennale che coinvolga personale stabilizzato per la gestione e l’organizzazione di eventi e attività a carattere turistico-culturale. La scorsa estate si è aperto solo il 3 agosto e chiuso l’11 settembre, con tardiva e scarsa promozione degli eventi. Questa situazione di incertezza crea preoccupazione sul futuro del Forte e dei lavoratori. Per questo ho richiamato l’attenzione dell’assessora alla Cultura Vittoria Poggio su questa situazione, chiedendo di sapere, con un’apposita Interrogazione, a che punto sia la preparazione della gara per la gestione e valorizzazione del Forte di Exilles e la programmazione delle aperture rispetto all’annualità 2023 e come si intenda procedere all’organizzazione del personale addetto per la stagione estiva degli eventi. L’assessora Poggio ci ha risposto che agli inizi di febbraio è prevista una riunione alla presenza del Segretariato regionale del Ministero della Cultura per affrontare i vari temi. Attendiamo fiduciosi l’esito di tale incontro, e riteniamo molto importante il fatto che la Regione Piemonte sia consapevole della necessità di una strategia di sviluppo e valorizzazione del Forte di Exilles a medio e lungo termine. E lo strumento più appropriato per rendere più attrattivo il Forte, garantendo stabilità e certezze ai lavoratori, è quello di una convenzione per la gestione pluriennale. Auspichiamo che quanto prima si possa arrivare a questo risultato. Seguiremo con attenzione l’evolversi della situazione anche con future Interrogazioni in Consiglio regionale».

Cattolici, crescono gli appelli. Ma serve più unità

L’iniziativa promossa da Pier Luigi Castagnetti tempo fa all’Istituto Sturzo a Roma ha avuto indubbiamente il merito di innescare un forte dibattito attorno al ruolo, alla funzione e alla stessa ‘mission’ dei cattolici popolari e sociali nella cittadella politica italiana.

Un confronto politico e
culturale e un’onda mediatica che sono andati ben oltre la costruzione di una micro corrente
all’interno del Pd a sostegno di qualche candidato alla segreteria nazionale del partito. Al
contrario, il mondo e l’area Popolare, almeno questa è l’opinione della stragrande maggioranza di
chi si riconosce in quest’area culturale, sente oggi il bisogno e la necessità di ritornare ad essere
protagonisti, pur senza alcuna presunzione od arroganza. Si è chiusa, cioè, al netto di chi
continua a ripararsi in qualche partito in cambio di una manciata di seggi parlamentari, la fase di
una presenza politica puramente ornamentale e di contorno. Per dirla con un riferimento politico e
storico autorevole e di qualità, l’esperienza dei ‘cattolici indipendenti di sinistra’ è giunta al
capolinea, almeno per il momento. Si apre, cioè, un nuovo cammino e una nuova stagione per
una cultura politica che storicamente ha caratterizzato il cammino della democrazia italiana dal
secondo dopoguerra in poi.

Ed è proprio lungo questo solco che si inserisce un tema curioso che campeggia in questi ultimi
tempi nel dibattito politico del nostro paese. E cioè, si moltiplicano gli ‘appelli’ dei vertici di alcuni
partiti ai cattolici, o meglio ai Popolari, per qualificare e per arricchire il progetto politico
complessivo dei rispettivi partiti. Un aspetto sicuramente importante ed incoraggiante non solo
per il riconoscimento della qualità, dell’autorevolezza e della modernità di questo filone ideale ma
anche, e soprattutto, per il ruolo politico che può ancora giocare nella concreta dialettica politica
italiana. Certo, ad oggi non è ancora praticabile, e soprattutto realistica, l’idea di dar vita ad un
partito politico organizzato ed autonomo che sia in grado di replicare, seppur in chiave aggiornata
e rivista, le esperienze di un passato recente e meno recente. Ma è altrettanto indubbio che, e non
solo per gli ‘appelli’ rivolti ai cattolici e ai Popolari, cresce la domanda per una rinnovata presenza
politica ed istituzionale. Il tutto, però, deve avvenire ad una condizione ben precisa. Ovvero, non è
più credibile, almeno questa è l’opinione maggioritaria e ricorrente, garantire una presenza di solo
potere all’interno dei partiti esistenti o limitarsi, ancor peggio, a giocare un ruolo del tutto laterale
e periferico ai fini della costruzione del progetto politico dei partiti di riferimento. E quindi ‘no’ ai
partiti schiettamente e rigorosamente “personali” e ‘no’ ai partiti che hanno una ‘mission’ politica,
del tutto legittima, ma radicalmente estranea ed esterna alle domande, alla cultura, all’esperienza
e alla storia dei cattolici popolari e sociali.

Ecco perchè, se da un lato è importante che si moltiplichino gli ‘appelli’, anche se un po’ vaghi, ai
cattolici e ai Popolari affinchè siano più presenti in alcuni partiti, dall’altro è consigliabile che
questa cultura e questa storia – cioè gli uomini e le donne che continuano a riconoscersi in questo
patrimonio di idee e di valori – siano il più uniti possibile. E questo non in chiave nostalgica ma per
riaffermare in modo più forte e più convincente le ‘ragioni’ politiche, culturali e programmatici dei
cattolici popolari e dei cattolici sociali nel nostro paese.

Giorgio Merlo

Il Popolo della Famiglia appoggia la decisione della Diocesi di Ivrea

Cristina Zaccanti (PdF) «La scuola paritaria è una risorsa educativa che deve essere valorizzata per quello che è, non impunemente attaccata»

Persino l’Unione Atei Agnostici e Razionalisti non può non ammettere che il ragionamento della Curia di Ivrea non fa una grinza. Se la scuola è cattolica, se è proprietà della Diocesi, se la cooperativa laica ne utilizza i locali per vent’anni senza spendere un euro, perché l’Istituto Santissima Annunziata, prestigiosa scuola del Canavese, non dovrebbe garantire la formazione cattolica che le famiglie hanno scelto all’atto dell’iscrizione?

Il primo cittadino, la Curia, persino l’avvocatessa atea hanno smorzato un attacco ideologico, uno dei tanti che, frutto dell’arroganza laicista del politicamente corretto, può solo spegnersi in un nulla di fatto. Non si trascuri il fatto che senza le paritarie la scuola pubblica statale si troverebbe in ulteriori serie difficoltà.