politica- Pagina 17

Giachino: “De Gasperi, il modello per rilanciare il Paese”

Per rilanciare l’economia italiana, ridurre il grande debito pubblico e migliorare Sanità, la Scuola e i nostri trasporti, a quale modello di Governo del dopoguerra ci possiamo ispirare?

La politica, che rappresenta l’interesse nazionale di un Paese fa scelte di collocazione internazionale in Parlamento e esprime governi che rilancino la economia che migliorino la Scuola, la Sanità e la Mobilità e offrano un futuro alle proprie generazioni. A  80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e dal recupero della libertà e della democrazia, l’Italia che da 25 anni ha una crescita economica molto bassa e che ha un Debito che ha superato i tremila miliardi , un debito che ci costa mediamente 80 miliardi di interesse ogni anno. Soldi che vengono levati alla Scuola, alla Sanità, alla qualità delle strade etc.
Agosto per la politica ha sempre rappresentato il momento delle analisi fatte al fresco della montagna o sotto l’ombrellone. Ma il  19 di agosto anniversario della morte di De Gasperi ci offre la opportunità di ricordarlo omaggiandolo per i suoi grandi meriti e ci fa fare un esame di coscienza su cosa abbiamo fatto noi negli ultimi vent’anni .
Alcide De Gasperi,  il padre della Ricostruzione del nostro Paese, considerato il più grande politico e Uomo di governo del dopoguerra, l’unico che può essere avvicinato a Cavour, il Padre della Unità d’Italia, ebbe il coraggio di rompere il governo di unità nazionale per schierarsi con l’Occidente libero, democratico e pluralista. Fu grande perché Capì la importanza della NATO per la difesa del Paese cui  aderimmo nel 1949 dopo un violentissimo scontro parlamentare con Togliatti. Emanuele MACALUSO scriverà sul riformista nel 2003 che il PCI capì la importanza della NATO solo 27 anni dopo quando Berlinguer a Pansa rispose che si sentiva più tranquillo sotto la NATO rispetto al Parto di Varsavia. De Gasperi  ebbe il grande merito, insieme a Adenauer e a Schumann, di dar vita all’Europa perché nella vita dei Paesi democratici contano i programmi dei partiti ma contano  soprattutto le decisioni dei governi perche queste cambiano le cose.  Ma De Gasperi  seppe attorniarsi di grandi Ministri che, ognuno nel proprio settore, fecero grandi cose. Nelle nostre Città e nei nostri paesi vediamo le Case Fanfani frutto di un grande Piano Casa opera appunto di un grande uomo di Governo, cui solo l’invidia dei suoi colleghi parlamentari impedì di diventare Presidente della Repubblica , Antonio Segni fece la Riforma agraria e quindici anni dopo diventò Capo dello Stato. Grandi Ministri dei Lavori pubblici impiegarono al meglio e in modo molto più efficiente di oggi i soldi del Piano Marshall e diedero inizio alla costruzione delle autostrade . Vanoni fu un grande Ministro delle Finanze , molto umano. In Parlamento avevamo altri grandi personaggi come Moro, Taviani, Nenni, Saragat, etc. Ai Governi di De Gasperi  e ai governi centristi a lui succeduti dobbiamo il Boom economico , il  periodo di maggiore crescita della economia italiana . Si ricostruì la rete ferroviaria bombardata, si riaprirono e rilanciarono le fabbriche. Nacque una delle più importanti industrie dell’auto del mondo. Ricordo che l’industria dell’auto con le migliaia di aziende dell’indotto e’ la più grande filiera industriale del mondo e gli altri Paesi europei l’hanno difesa con le unghie e i denti fino  che non è arrivata una sciagurata decisione europea che l’ha messa in crisi. Nelle Università di mezzo mondo si studia  il Boom economico italiano (1946-1970 )per capire le scelte di quei governanti.
In quel periodo la crescita economica beneficiò tutti , a partire da chi entrava nelle fabbriche e poteva acquistare prima l’auto poi gli elettrodomestici , l’appartamento e contemporaneamente faceva studiare i propri figli.  Quel grande periodo di crescita economica  cioè diminuì le diseguaglianze mentre la bassa crescita economica di questi ultimi 25 anni ha aumentato le diseguaglianze oltre ad impoverire il ceto medio . Nell’autunno del  1969 in tre mesi un grande Ministro del Lavoro, Carlo Donat-Cattin, mise fine all’epoca dei bassi salari e nel 1970 diede ai lavoratori lo Statuto dei Lavoratori , una legge che ,seppure con qualche eccesso, migliorò proprio la condizione dei lavoratori. Oggi assistiamo invece a uno sfruttamento incredibile in alcuni settori dei servizi e si pone con maggiore forza la domanda di un salario minimo. Vedete la  domanda che un buon uomo di governo dovrebbe porsi alla fine del suo servizio e’: le aziende del settore nel quale  sono stato delegato dal Presidente del Consiglio alla fine del mio mandato stanno meglio ci prima o no? Per quanto riguarda il trasporto merci se interpellate il più grande trasportatore italiano, Eleuterio Arcese , vi dirà che a Novembre del 2011 il mondo del trasporto merci stava meglio che nel maggio del 2008 quando venni nominato Sottosegretario ai trasporti.
I Governi di De Gasperi e della DC sono stati il modello cui si sono ispirati molti dei suoi successori a partire da Silvio Berlusconi, ma se siamo obiettivi con noi stessi e dobbiamo dire Degasperi e i suoi governi hanno rappresentato il vertice della esperienza dei Governi italiani del 900. Per quanto mi riguarda ho imparato molto nei sei anni di collaborazione con Donat-Cattin e negli anni della collaborazione con Gianni Letta.
Se vogliamo bene ai nostri figli, ai nostri nipoti e al nostro Paese però a Settembre lavoriamo per migliorare decisamente l’attività di Governo rilanciando in qualche modo la grande esperienza democristiana.

Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO

Radicali italiani in visita al carcere di Torino

Domani, 18 agosto 2025, in occasione della mobilitazione straordinaria promossa da Radicali Italiani, una delegazione guidata dal Segretario nazionale del partito, Filippo Blengino, e da esponenti di Azione (tra cui l’on. Daniela Ruffino), Più Europa e Associazione Aglietta, visiterà la Casa circondariale “Lorusso e Cotugno”. La visita avrà inizio alle ore 14.00.

Città della Salute, Riboldi: “Non c’è crisi di governance”

In merito alla lettera dei rappresentanti dei sindacati FP Cgil, Anaao Assomed, Aaroi Emac, UilFpl, Fassid desidero puntualizzare alcuni aspetti.

In primis, voglio rassicurare che non c’è nessuna crisi di governance. L’Assessorato alla Sanità e la Direzione Generale dell’Assessorato stanno governando la situazione direttamente e, in condivisione con l’Università degli Studi di Torino, si procederà quanto prima a chiudere e dirimere la situazione dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, un’eccellenza nazionale che quanto prima dovrà tornare ad avere quell’equilibrio fondamentale per continuare ad essere un punto di riferimento per la cura, l’assistenza e la ricerca.

La decisione di cambiare la governance è stata determinata in ultima istanza dalla sentenza del Tribunale del Lavoro che ha dato ragione al ricorso presentato da una organizzazione sindacale (CIMO) contro l’AOU.

Inutile e desolante la strumentalizzazione politica dei sindacati della dirigenza firmatari della lettera, che non hanno partecipato alla vertenza sindacale presso il tribunale del lavoro. Difatti un frangente delicato come questo, dovrebbe invece spingerli ad un atteggiamento più responsabile e costruttivo.

Ma detto questo è doveroso sottolineare che:

• nessuna influenza esterna ha portato alla decisioni assunte fino ad oggi, che sono state dettate esclusivamente dalla presa d’atto dell’assenza della serenità necessaria per portare all’interno di Città della Salute il cambiamento che avevamo auspicato e per il quale avevamo incaricato una figura professionale di riconosciuta professionalità come l’attuale CommissarioThomas Schael aggravate dalla condanna di cui sopra;

• rispediamo al mittente le accuse di tutela di consorterie o simili, che riteniamo offensive di una condotta improntata al rispetto delle regole, la promozione della legalità, della trasparenza e della meritocrazia che proseguirà con estrema determinazioni di tutte le direzioni;

• l’accusa di scarsa autonomia politica e di condizionamenti poi è assolutamente ridicola, prova ne sia la libertà totale con la quale l’assessorato regionale alla Sanità si sta muovendo nell’ambito delle nomine e delle revoche, quando le ritiene opportune per il bene superiore della sanità pubblica.

L’Assessore alla Sanità, Federico Riboldi

Giustetto copia Pannella?

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
.
Marco Pannella è passato alla storia anche per i suoi lunghi  digiuni per cause nobili e importanti rifacendosi a Gandhi. Il presidente “attivista” dell’ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto, certo non parente dei  più famosi pastai di via Santa  Teresa, ha deciso di digiunare anche lui, ma per la Palestina “contro il genocidio a Gaza”.  Una causa opposta a quelle del leader radicale che fu sempre dalla parte di Israele come lo fu Pannunzio. Non si tratta di una sua legittima scelta che certo non condivido, ma ritengo plausibile opinione ,ma è nella sua veste di presidente dell’Ordine che invita i medici a digiunare, a fotografarsi con un cartello in mano con su scritto: Digiuno contro il Genocidio“. Il presidente è abituato a far “deragliare” verso la politica l’Ordine rispetto ai suoi compiti istituzionali, ma non ricordo che abbia mai espresso una parola di condanna per la strage di Israeliani del 7 ottobre. E fece bene perché l’Ordine, a mio modo di vedere, non deve fare politica. Ricordo un grande medico ligure che, partigiano combattente, curò senza problemi dei fascisti repubblichini. Un esempio luminoso. Ci sarebbe inoltre da suggerire al presidente Giustetto un’ipotesi che va oltre il digiuno  simbolico  di un giorno con fotografia sui giornali: partire volontario  egli stesso per Gaza  a portare soccorsi. Un altro medico, Gino Strada, con idee politiche assai simili a quelle del dott. Giustetto, dedicò la sua vita alle cause umanitarie creò ospedali di guerra. Quando morì, io lo definii un Santo laico. Non basta esporre lenzuola bianche  dalla sede dell’Ordine. Chi crede alla propaganda filo palestinese che oggi  sta vincendo la guerra mediatica in Europa, deve mobilitarsi ben oltre i digiuni occasionali  e le lenzuola che ancora penzolano malinconicamente  da qualche parte per il povero  Regeni. Il mio amico Alberto Fava forse  citerebbe Orazio in latino; io mi limito a citarlo, semplificandolo, in Italiano: i fabbri si limitino a fare i fabbri. Oggi il latino e anche il buon senso antico sono travolti dalle idee visionarie, le uniche che abbiano diritto di cittadinanza.

Merlo: Governo, ‘tanto peggio tanto meglio’ strategia del campo largo

“Ma può essere la strategia del ‘tanto peggio tanto meglio’ l’orizzonte che caratterizza una
coalizione che aspira pure ad essere una alleanza di governo? Passino gli attacchi personali, la
delegittimazione morale e la quotidiana criminalizzazione politica dell’avversario/nemico, ma
come si può gioire o auspicare platealmente che tutto vada male per il paese? Se non altro il
vecchio Pci – fonte ispiratore dell’attuale coalizione che raggruppa le varie sinistre – oltre ad
attaccare brutalmente la Democrazia Cristiana e i suoi principali leader e statisti, aveva anche un
progetto politico alternativo. Ma dov’è, di grazia, il progetto politico e di governo alternativo del
cosiddetto campo largo?”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’

Pentenero – Conticelli (Pd): “Frecciarossa senza alta velocità, ma con rincari record”

“Dal 25 agosto il collegamento ferroviario diretto tra Torino, Genova e Roma sarà servito da Frecciarossa in sostituzione del Frecciabianca. Ma nonostante il nome, il treno impiegherà oltre sette ore per arrivare a destinazione, senza percorrere nemmeno un tratto di linea ad alta velocità. L’unica vera novità? Un aumento delle tariffe che colpisce duramente i pendolari e i cittadini piemontesi e che si aggiunge ai tanti rincari che hanno infiammato questa estate, dagli aumenti del tpl a quelli dell’Irpef voluti dalla Giunta targata Alberto Cirio” dichiarano la Presidente del Gruppo PD in Consiglio regionale Gianna Pentenero e la Vicepresidente della Commissione Trasporti Nadia Conticelli, commentando la decisione di Trenitalia di sostituire il Frecciabianca con un Frecciarossa sul collegamento Torino–Roma, mantenendo gli stessi orari e fermate in territorio piemontese, ma applicando le tariffe più elevate del servizio AV.

“È inaccettabile che si faccia passare per miglioramento un semplice cambio di marchio. I treni saranno più nuovi, certo, ma la durata del viaggio resta identica e il percorso non include alcuna tratta ad alta velocità. Eppure i prezzi aumentano fino al 30%, con biglietti che arrivano a 132 euro in classe Business. È una presa in giro per i piemontesi” aggiungono le esponenti dem.

“Inoltre – proseguono Pentenero e Conticelli – è assurda la decisione di escludere la Carta Tutto Treno, finora valida per il Frecciabianca, e di introdurre nuove regole per i pendolari. Si penalizzano proprio coloro che usano il treno per lavorare, studiare, vivere il territorio. L’Assessore regionale ai Trasporti si è limitato ad accogliere ‘con favore’ il cambiamento, pur ammettendo che non è di competenza diretta della Regione. Ma quando si tratta di difendere i diritti dei cittadini, la competenza non può essere un alibi. La Regione deve farsi sentire, pretendere tariffe eque e servizi proporzionati al costo. Presenteremo un’interrogazione in Consiglio regionale per fare chiarezza sul tema e sulla posizione della Giunta regionale”.

 “Il trasporto ferroviario deve essere accessibile, efficiente e giusto. Non possiamo accettare che si trasformi in un lusso per pochi. Il Gruppo PD chiede alla Giunta regionale di intervenire presso Trenitalia e il Ministero dei Trasporti per tutelare i piemontesi da rincari ingiustificati e garantire un servizio davvero all’altezza delle promesse” concludono Gianna Pentenero e Nadia Conticelli

cs

Forza Italia: “Controllori Gtt pestati per fare il proprio lavoro”

È QUESTA LA TORINO MODELLO RACCONTATA AL TERMINE DEL TAVOLO POST RIUNIONE COMITATO PROVINCIALE PER L’ORDINE E LA SICUREZZA PUBBLICA?

«Si può essere pestati per fare il proprio lavoro? È quanto accaduto a due controllori Gtt per aver semplicemente chiesto di poter vedere il biglietto metro a due passeggeri. Il bilancio è di 15 giorni di prognosi per uno dei due operatori e 5 per l’altro. Ci chiediamo se questa è la Torino modello per standard di sicurezza così come uscita dall’ultima riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica» – a chiederselo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente segretario provinciale e cittadino di Forza Italia a Torino.

«In questa vicenda si riscontrano due problemi – spiegano i due azzurri –. In primo luogo il fatto è figlio di quel senso di impunità che ormai permea Torino, soprattutto verso la popolazione immigrata. La riunione del Comitato provinciale, le dichiarazioni roboanti dove i problemi sulla sicurezza vengono derubricati a del tutto marginali ribadendo che in generale tutto funziona, lanciano un messaggio sbagliato e i frutti si vedono proprio nelle continue aggressioni alle quali assistiamo quotidianamente, riportate nei fatti di cronaca. Il secondo problema è il rischio che lavoratori preposti a far rispettare le regole vengano scoraggiati a farlo perché lasciati da soli. Su fatti del genere deve passare l’idea della Tolleranza Zero: non ci deve essere alcuna scorciatoia o buonismo, se no crolla l’ordine pubblico, così come stiamo assistendo con un sindaco che flirta con un centro sociale che è cervello e braccia delle principali rivolte, danneggiamenti pubblici, blocco dei servizi pubblici nella città e nella provincia di Torino».

Concludono Fontana e Rosso: «Dopo questo fatto increscioso torniamo a sollecitare la nomina di un Commissario straordinario per la Sicurezza a Torino e di collegare in qualche modo, visto che il Comune non l’ha fatto a tempo debito, la città al decreto Caivano. Ormai Torino è una grande zona rossa, non ci stancheremo mai di dirlo, e il ripetersi di fatti di cronaca come questo rischia di minare l’immagine di una città turistica che sta alla base del modello adottato proprio dalla Sala Rossa come risposta alla crisi della manifattura tradizionale».

cs