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Cattolici, adesso oltre la testimonianza

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

La GMG di Lisbona ha confermato, ancora una volta, anche se non è affatto una notizia, il
giacimento di valori, di impegno, di altruismo e di cultura che accompagnano le giovani
generazioni cattoliche provenienti da tutto il mondo. E quindi anche dal nostro paese, l’Italia. Un
momento di straordinaria importanza che si ripete periodicamente e che conferma, anche con il
magistero di Papa Francesco, il ruolo che possono avere nella società contemporanea, seppur
molto secolarizzata e laicizzata, i valori cristiani e cattolici.

Detto questo, che non è nient’altro che una fotografia oggettiva e persin scontata, è altrettanto
indubbio che oltre alla testimonianza straordinaria di questi giovani, resta ancora inevasa una
domanda che, almeno per il nostro paese, merita di avere prima o poi una risposta adeguata e
pertinente. Ovvero, quando sarà possibile che questo giacimento di valori, di impegno, di
generosità e di cultura oltrepassano la dimensione testimoniale – peraltro importante e sempre
significativa – e accettano la scommessa e la durezza anche dell’impegno politico diretto? Detto
in altri termini, quando sarà possibile immettere queste “forze nuove” nella concreta dialettica
politica italiana? Certo, forse la domanda è troppo cruda e magari anche mal posta. Ma sarebbe
semplicemente da irresponsabili che una forza del genere, prorompente e carica di valori e di
impegno concreto, si arrestasse di fronte alla politica e alle sue dinamiche perchè ancora vissute
come distinte e distanti dal proprio percorso formativo ed ideale. Certo, non mi nascondo dietro
ad un dito. Partiti personali, partiti senza una cultura politica precisa e definita, partiti fatti da
classi dirigenti improvvisate e rigorosamente ubbidienti e servili non rappresentano un viatico così
entusiasta ed allettante per intraprendere un cammino di impegno politico diretto e militante.
Qualcuno dirà, e anche giustamente, che non è affatto necessario legare l’impegno politico alla
presenza sistematica ed organica all’interno dei partiti. Anche perchè, com’è evidente, si tratta di
partiti che tutto hanno tranne che un profilo politico e culturale accattivante o che siano
particolarmente ospitanti. Perchè o si tratta, il più dei casi, di partiti personali o del capo dove il
filtro è l’adesione totale ed incondizionata ai diktat e ai tic del padre/padrone del partito, oppure
sono articolati in rigide ed impenetrabili correnti organizzate dove l’unico esercizio possibile è
quello di applaudire il verbo o il dogma recitato dal capo corrente di turno.

Però, e proprio di fronte ad un quadro così desolante ed ossificato, forse è giunto anche il
momento per alzare il tiro. O meglio, per fare uno scatto in avanti e un vero salto di qualità. Ben
sapendo che, prima o poi, occorre pur affrontare il nodo della partecipazione e della presenza
nella politica organizzata e nei partiti che restano, bene o male, gli strumenti decisivi ed essenziali
della stessa politica. Anche perchè, ed è appena sufficiente scorrere le diverse fasi storiche del
nostro paese per rendersene conto, il ruolo dei cattolici è decisivo e determinante nella sfera
pubblica quando si accettano sino in fondo, e si fanno i conti, con le dinamiche concrete che
caratterizzano e disciplinano la politica. Sapendo di uscire da una dimensione puramente
testimoniale ma con la consapevolezza e la convinzione di intraprendere un nuovo cammino, o
una nuova missione, per cambiare e migliorare la società con cui occorre pur convivere. E l’intero
magistero dei grandi leader, statisti e testimoni cattolici democratici, cattolici popolari e cattolici
sociali del passato ci spinge a porci questa domanda cercando, al contempo, di dare una risposta
concreta e convincente per oggi. Certo, una risposta adeguata ai tempi e che non sia meramente
nostalgica o passatista. Ma, comunque sia, una risposta che accetti sino in fondo le sfide e le
domande, a volte scomode e a volte complicate e difficili, che la politica pone di fronte a noi di
volta in volta.

Perchè, come diceva un grande leader cattolico popolare a noi giovani negli anni ‘80 durante
lunghi e qualificati corsi di formazione alla politica, “solo quando si passa dalla presunzione della
testimonianza alla crudezza della politica si misura la nostra capacità di saper dare risposte
generali e convincenti ai bisogni e alle domande dei cittadini di una comunità e di un paese”. Quel
leader si chiamava Carlo Donat-Cattin. Ma, ieri come oggi, la sfida è sempre quella. E oggi tocca
ai giovani cattolici saper dimostrare, concretamente, che a quella sfida e a quella domanda, prima
o poi, occorre pur dare una risposta concreta, credibile e convincente.

 

Magliano: Guidare mezzi GTT? Da considerare un mestiere pericoloso


Ne prendiamo atto dopo l’ennesimo episodio, verificatosi sulla linea 4 a Torino: il conducente interviene in difesa del controllore ed è aggredito. Un problema ormai cronico, del quale le Istituzioni devono farsi carico.



Dobbiamo prendere atto che, ormai, autisti e controllori dei mezzi GTT svolgono un mestiere pericoloso. Ci troviamo a commentare l’ennesima aggressione ai danni del personale sui mezzi del servizio di trasporto pubblico: vittime, questa volta, autista e controllore sulla linea 4 a Torino, aggrediti in zona piazza d’Armi, subendo danni fisici (tumefazioni al volto) e alle cose (rottura dei cellulari). Giuste le richieste alla Prefettura e alle Istituzioni di farsi carico di un problema ormai cronico, episodi simili si registrano con una frequenza sconcertante.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Gli anni della Prima Repubblica in Valle di Susa nel libro di Tullio Monti

SAUZE D’OULX La politica ed i politici della Valle di Susa saranno i grandi protagonisti domenica 13 agosto alle ore 17presso la Sala Conferenze dell’Ufficio del Turismo di viale Genevris.

L’occasione è la presentazione del libro “Come eravamo. Gli anni della politica in Valle di Susa 1960-2004” scritto da Tullio Monti,  con la collaborazione di Luigi Massa ed Emanuela Sarti.

L’appuntamento si aprirà con il saluto del Sindaco di Sauze d’Oulx Mauro Meneguzzi. Luca Giai, responsabile ufficio stampa del Comune di Sauze d’Oulx introdurrà e condurrà l’incontro che vedrà protagonisti l’autore Tullio Monti che dialogherà con Marco Cicchelli, uno degli autori della postfazione del libro.

Di cosa si parlerà? Grazie al lavoro enciclopedico di Tullio Monti, che ha realizzato due volumi rispettivamente da 400 e 500 pagine, si proverà a riassumere la storia dei partiti e degli amministratori che in questi 45 anni hanno animato la vita politica della Valle di Susa, nello spazio temporale che va dal 1960 al 2004 in quella che è ricordata come la Prima Repubblica sino ad arrivare all’inizio della Seconda Repubblica. Nomi, date, aneddoti per uno spaccato di storia contemporanea tutto da rivivere.

Nel primo volume di “Come eravamo. Gli anni della politica in Valle di Susa 1960-2004” si andrà con la memoria alla Storia dei grandi partiti che hanno scritto la Storia repubblicana: dal PCI alla DC, dal PSI al PSDI, dal PRI al PLI, sino ad arrivare alla Lega Nord

Nel secondo volume di “Come eravamo. Gli anni della politica in Valle di Susa 1960-2004” invece si andrà alla scoperta delle grandi figure che hanno scritto le Storie della politica valsusina. E in questo caso ci sono, tra le 128 schede riportate nel libro, tre schede di personaggi politici legati direttamente a Sauze d’Oulx: Daniele Cantore, Giuseppe Pippo Greco e Ada Majero Vitton.

Ma nel libro ovviamente vengono ricordati anche altri personaggi della vita politica di Sauze d’Oulx come il Sindaco liberale Giorgio Gally  che è stato sindaco dal 1975 al 1985, sconfitto poi nel 1985 da Piero Gros. Si arriva poi al Sindaco Augusto Faurenel 1990 e alla lista di sinistra del Sindaco Renato Miglio dal 1995 al 1999 quando vince le elezioni Roberto Faure che fa due mandati prima dell’attuale Sindaco Mauro Meneguzzi in carica dal 2009, ma temporalmente non compreso in questo libro. Oltre ai sindaci sono anche ricordati altri personaggi come Carlo Besson, Giuseppe Perron Cabus, Rita Faure.

Un’occasione per tornare a parlare di politica, per ricordare quando c’erano i partiti e per capire da dove, politicamente parlando, arriviamo.

Ruffino, Susan John vittima dell’indifferenza di Stato

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     L’indifferenza di Stato è peggio della “ragion di Stato”. Susan John, una donna nigeriana di 42 anni, è morta nel carcere Lorusso e Cutugno a Torino dopo che per tre settimane ha rifiutato cibo e acqua. Chi doveva occuparsi di lei e non lo ha fatto? Sembra che non fosse in sciopero della fame, ma era stata trasferita nel settore riservato a detenuti con problemi psichiatrici. A maggior ragione ricorrevano le circostanze per una tempestiva richiesta di ricovero da parte di chi ne ha il potere. Non si conosce la catena delle possibili omissioni, ma il ministro Nordio farà bene a mandare ispettori in quel carcere. Se la civiltà di un Paese si misura dal livello di umanità con cui tratta i detenuti, oggi è sceso il buio sull’Italia.

Valle (Pd): “Riflettere su ricollocazione stazione Tav Susa”

 “L’OCCASIONE PER IL CONSIGLIO REGIONALE DI UNA RIFLESSIONE AMPIA SULLE INFRASTRUTTURE”

«Le considerazioni portate alla luce dalla neosindaca di Bussoleno sono importanti e meritano una riflessione. Una riflessione che non può che essere anche politica e coinvolgere il Consiglio Regionale. Le grandi opere, infatti, hanno una proiezione temporale che va ben oltre le singole legislature e necessitano perciò di condivisione, se non si vuole ricadere nel balletto per cui chi vince rimette in discussione e riparte da capo.

Un eventuale spostamento della stazione prevista attualmente a Susa potrebbe mettere in pausa sine-die i lavori per la realizzazione del tunnel della Orsiera, con un risparmio di 2 miliardi di euro per i prossimi anni.

Inoltre, è interessante la valutazione per cui un eventuale spostamento della nuova stazione su Bussoleno andrebbe ad utilizzare un’area già fortemente infrastrutturata, portando ad ulteriori risparmi per i cittadini.

È vero che la realizzazione di quest’opera dovrà comunque attendere il completamento del tunnel di base, che avverrà tra 10 anni circa, ma ritengo importante che la Regione Piemonte inizi fin da subito a prendere in mano il dibattito, a governarlo e ad allargarlo a più interlocutori possibili. Se si parte subito c’è il tempo per una decisione condivisa e per mettere sul tavolo – prima – compensazioni importanti alternative alla stazione per i comuni interessati.

Se grazie ad un cambio di progetto si possono ottenere importanti risparmi di denaro pubblico ed un maggiore consenso dei cittadini verso la realizzazione dell’opera, ritengo importante valutare la cosa.

Grazie all’intervento attivo di molti amministratori della Valle di Susa, in questi anni si è arrivati ad un progetto del TAV decisamente migliore rispetto al primo presentato, portando ad una riduzione dei tempi di realizzazione, ad un risparmio di denaro e ad una maggiore sostenibilità ambientale, non pregiudicando allo stesso tempo l’efficienza e l’utilità.

Questa può essere l’occasione per un approfondimento del Consiglio Regionale sui nodi ancora aperti della TAV, ad esempio il tratto Avigliana-Orbassano, il cui impatto sulla collina morenica e sull’abitato di Rivalta potrebbe essere molto pesante e del quale il progetto definitivo è in ritardo di oltre un anno. Serve maggiore chiarezza».

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Daniele Valle

Vicepresidente del Consiglio Regionale – Consigliere regionale PD

Merlo: Regionali Piemonte, no dei Popolari in coalizione con i populisti

“In vista delle prossime elezioni regionali piemontesi, l’unico elemento certo dei Popolari che
hanno dato vita al movimento politico di centro ‘Tempi nuovi-Popolari uniti’ guidato da Beppe
Fioroni a livello nazionale, è che non si faranno alleanze con i populisti che si ispirano all’anti
politica e alla demagogia qualunquista. Cioè con il partito dei 5 stelle. Perchè oltre a riconoscersi
in una coalizione che premia il buon governo e la concretezza amministrativa, la casa naturale dei
Popolari non può che essere quella che punta a declinare nella realtà amministrativa piemontese
quella ‘politica di centro’ che era e resta il punto di riferimento della stessa cultura cattolico
popolare e sociale. Un impegno, questo, che deve essere concordato e condiviso soprattutto con
le altre forze centriste e riformiste. A cominciare da Italia Viva di Matteo Renzi e, se possibile, con
la stessa Azione di Calenda.
Comunque sia, i Popolari di ‘Tempi Nuovi’ subito dopo la pausa estiva illustreranno le ragioni
politiche, culturali ed amministrative finalizzate a dar vita ad una coalizione di governo a livello
subalpino che escluda qualsiasi massimalismo e populismo che sono, e restano, i tasselli più
nefasti per costruire ed irrobustire una vera alleanza politica e di governo”.

Giorgio Merlo, Dirigente nazionale ‘Tempi Nuovi-Popolari uniti’.

Sanità, Ruffino (Az): “Tagli al Piemonte”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

Il governo Meloni va avanti con sovrana indifferenza e continua a smobilitare la sanità pubblica. Al pari di altre Regioni, il Piemonte subirà un taglio di 400 milioni nei trasferimenti previsti dal Fondo sanitario nazionale. Azione insiste dal primo giorno di insediamento del governo di destra a richiamare l’attenzione della presidente Meloni sullo stato di intollerabile sottofinanziamento di un settore cruciale perché uno Stato possa ancora dirsi solidale e sociale. Il governo si assume una grave responsabilità verso quei milioni di italiani costretti a mesi di attesa per ricevere terapie salvavita o fare accertamenti diagnostici.

Alessandro Stecco (Lega Salvini Piemonte): “Sì della Camera all’oblio oncologico”

“Il Consiglio regionale Piemonte sensibile a questo tema”

La Camera dei Deputati ha dato un importante segnale di sostegno e tutela dei diritti delle persone affette da malattie oncologiche, approvando il testo unificato delle proposte di legge in materia, che introduce il “diritto all’oblio a seguito di guarigione” oncologica su cui il Piemonte manifesta grande sensibilità, anche grazie a una rete oncologica articolata e all’avanguardia.
“La legge approvata  – spiega il medico e professore universitario Alessandro Stecco, presidente leghista della commissione Sanità – rappresenta un passo avanti significativo nella tutela delle persone che hanno affrontato battaglie contro il cancro e ora cercano di ritornare a una vita normale dopo il percorso di guarigione.
Già nel 2022 in Consiglio regionale del Piemonte avevo presentato atti volti al riconoscimento del diritto all’oblio oncologico”.

“Sono estremamente soddisfatto – conclude Stecco primo firmatario dell’Ordine del Giorno sul cui tema poi la Camera ha legiferato – perché
in Italia sono circa 4 milioni i cittadini che vivono dopo aver ricevuto una diagnosi di cancro. Il 27% non necessita di trattamento ed è da considerarsi guarito ma vittima di limiti nell’accesso ai servizi finanziari, ai prestiti bancari o nella sottoscrizione di mutui o polizze assicurative. I guariti hanno la stessa aspettativa di vita della popolazione generale di uguale sesso e di pari età  ed era giusto e necessario legiferare sul tema, affinché non esista una discriminazione nei confronti di pazienti sopravvissuti”.

Fassino, Meloni, immigrazione: un caos. E intanto a Torino l’erba cresce alta

Al nostro Piero (Fassino) nazionale  gli è partito l ‘embolo. Un po’ lo conosciamo e lo capiamo. Lui che lavora 18 ore al giorno non sopporta che si dica che il politico medio è un fancazzista e guadagna troppo. Ora tutti politici, tranne i pentastellati, criticano la diminuzione dei parlamentari perché molte volte le commissioni saltano per mancanza del numero legale, eppure per ben tre volte è passata con il voto di quei tutti. Con un’ altra conseguezenza: su 600 elettivi circa 100 sono tra di loro strettamente imparentati.
E come diceva il grande Leo Longanesi l’italiano tiene famiglia.
Abbiamo scoperto che l’unico che credeva nella lealtà di Matteo Renzi era Carlo Calenda. Cucciolo, ma l ‘ ingenuità il più delle volte è una colpa. Sicuramente nella vita e certamente in politica.
Salario minino garantito una chimera e sul Mef sono, siamo in alto mare.
E dove sono i blocchi navali? Dove chi voleva “sparare” agli immigrati clandestini? Sperano in una nuova vittoria di Trump. Che centra? Sovranismo a go-go e sono pure arrabbiati con la Meloni pappa e ciccia con gli ex odiati statunitensi. Piaccia o non piaccia nulla, ma proprio nulla di quello che avevano detto di fare è stato fatto oggi.
Non che nella nostra città le cose vadano per il meglio. Situazione della sanità fuori controllo. Meglio rimanere sani.
Assunzioni in Municipio? Annunciate e poco realizzate. Ma ecco la genialità: affidare la pulizia del verde cittadino alla Protezione civile. Ma stiamo scherzando ? No, è un modo per aggirare i bandi di gara, del resto regolarmente andati deserti con la conseguenza che l’erba continua a crescere.
Dunque? Semplice,  la protezione civile darà il lavoro alle cooperative già operanti, sempre che verranno risolti due problemi. Quanti soldi sono disponibili e trovare il personale.
Imprese ardue visto che soldi non ci sono ed il personale attuale è oberato di lavoro.
Sintesi: caos anche sul verde pubblico.
Sorge spontanea una domanda; utilizzare le persone ospitate in comunità o centri accoglienza? Risposta : assolutamente no.
Prima dobbiamo capire chi sono e da dove arrivano. Tempo medio tre anni.
Povera Italia. E sull’immigrazione un ultimo dettaglio. Arrivano oltre 100 immigrati alla settimana. Le Prefetture non sanno dove metterli. Saltano anche qui i bandi come noccioline. Addirittura qualcuno ha ipotizzato di utilizzare capannoni in disuso. Immaginate le conseguenze? CAOS allo stato puro.
Così da Piero Fassino, passando dalla Meloni ed arrivando alla cosiddetta politica dell’accoglienza, non ci rimane che piangere.
Povera Italia. Povera Torino.

PATRIZIO TOSETTO

 

Magliano: Valentino non asfaltato? Ottimo, a patto che sia accessibile


La fruibilità per tutti deve essere l’obiettivo prioritario, non esiste riqualificazione senza inclusione. Si segua un percorso di coprogettazione con le Associazioni del territorio.

Buona notizia la riqualificazione del Parco del Valentino, a una condizione: che sia garantita la massima accessibilità. Non esiste bellezza senza inclusione né riqualificazioni sensate senza che sia garantita la fruibilità per tutti. Convinti di questo, non solo auspichiamo, ma pretendiamo e ci aspettiamo che la fruibilità di tutti gli spazi sia garantita alle persone con disabilità. In questa nostra richiesta facciamo nostre le sollecitazioni della Consulta per le Persone in Difficoltà e del suo Direttore Giovanni Ferrero, che ha più volte auspicato un percorso di coprogettazione con tutte le Associazioni del territorio affinché il principale parco della città sia sempre più fruibile e accessibile. Questa è la strada da seguire. Monitoreremo costantemente l’evolversi della situazione e auspichiamo che il nostro monito sia preso in considerazione, nel caso in cui fosse sfuggito all’ordine del giorno. Un Parco del Valentino più accessibile è un Valentino migliore per tutti: persone con disabilità, anziani, genitori con bambini piccoli e non solo.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.