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Ance e Confindustria Piemonte: “Situazione difficile per le imprese, materie prime troppo care”

Coro unanime di Ance Piemonte e Valle d’Aosta e Confindustria Piemonte per denunciare l’eccezionale rincaro nei prezzi di acquisto di materie prime, derivati e conseguentemente dei principali materiali da costruzioni, di entità così elevata da rischiare di compromettere la regolare prosecuzione dei lavori affidati

L’eccezionale aumento riguarda il prezzo dell’acciaio, che tra novembre 2020 e febbraio 2021 è aumentato del 130%. Una dinamica che, oltre ai prodotti siderurgici, si osserva anche in altri materiali di primaria importanza per l’edilizia, come, ad esempio, i polietileni che nello stesso periodo hanno mostrato incrementi superiori al 40%, il rame +17% e il petrolio +34%. Ma i dati sono in continua evoluzione e il trend sembra destinato ad aumentare per i prossimi mesi.

Il Presidente dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta PAOLA MALABAILA: Gli impatti sulla produzione e sugli scambi commerciali causati dalla pandemia hanno ridisegnato il futuro delle supply chain a livello globale, scaricando sul settore edile il caro materialiSiamo molto preoccupati perché le imprese sono in forte sofferenza e questi incrementi eccezionali non fanno che aggiungersi alle già ingenti difficoltà finanziarie e patrimoniali dovute alle dinamiche disfunzionali di appalto connesse alla pandemia. Abbiamo chiesto alla Regione Piemonte di aggiornare il prezzario regionale basandosi sui prezzi delle materie prime e semilavorati rilevati nei primi tre mesi del 2021 anziché sulla media dei prezzi nel 2020 falsata dalla pandemia e tenere conto di questa infuocata dei prezzi.

Il Presidente di Confindustria Piemonte MARCO GAY: “Le ragioni di tale situazione derivano da una serie di congiunture internazionali, impreviste e imprevedibili, che si inseriscono in un mercato già gravemente anomalo per la crisi pandemica in atto. Un’impennata così rapida non si era mai verificata e di questo passo tra un paio di mesi il rischio è che alcune imprese siano costrette a sospendere la produzione. Oltre ai rincari, non si riescono a reperire materiali e i tempi di consegna si sono dilatati rispetto agli standard, senza contare che la qualità si è notevolmente abbassata. Riscontriamo troppe incertezze e tutto ciò sta assumendo dimensioni tali da minacciare la ripresa economica post-Covid del comparto dell’edilizia con pesanti ricadute su tutta la filiera”.

Qual è lo stato di salute delle imprese piemontesi? A rischio il 35%

Studio Temporary Manager S.p.A.società specializzata nei servizi di temporary management al fianco delle aziende in difficoltà, ha fotografato lo stato di crisi delle aziende italiane, dividendole in categorie con rating positivo e critico. Secondo la rielaborazione, condotta su base dati AIDA sui bilanci depositati da un campione di circa 72 mila imprese italiane, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, in Piemonte il 35% presenta al momento un rating a rischio.

L’analisi di Studio Temporary Manager: in Italia rating a rischio per ben il 36% delle aziende con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, con otto regioni che superano il 40%. La discontinuità con il passato affidata a manager credibili al fianco dell’imprenditore
è la chiave di un risanamento efficace

A soffrire maggiormente le aziende della Sicilia (43%), Abruzzo (42%), Lazio (42%), Molise (42%), Puglia (42%), Calabria (42%), Basilicata (41%) e Sardegna (41%). Alberto Cerini, STM: “2021 all’insegna dell’incertezza, ma un piano di ristrutturazione aziendale efficace può creare un clima di fiducia e consenso presso i principali stakeholders, offrendo così una seconda possibilità ad un’impresa in crisi”

 

Crisi d’impresa, piano di risanamento, ristrutturazione aziendale (c.d. Turnaround), sono state tra le parole più ricorrenti del 2020 appena trascorso e le prossime su cui puntare. Un anno complesso per le PMI italiane, che ha visto secondo il Cerved un aumento dei default del +10% rispetto ai mesi pre-Covid e la previsione di un raddoppio per il 2021, nonostante gli aiuti statali e le speranze affidate al Recovery Plan. Ma qual è la situazione oggi? Quante imprese non ce la faranno quando le moratorie e le proroghe finiranno? In questo scenario di incertezza, Studio Temporary Manager S.p.A., società specializzata nei servizi di temporary management al fianco delle aziende in difficoltà, ha elaborato un’analisi sui bilanci depositati presso la Camera di Commercio di circa 72 mila imprese italiane, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, fotografando lo stato di crisi delle aziende e dividendole in categorie con rating positivo e critico. Sul totale del campione preso in esame, il 36% presenta al momento un rating a rischio.

Se ci si sposta poi a livello regionale, tutti i territori mostrano segnali di sofferenza ma con valori variabili. In otto regioni le imprese con un rating a rischio superano il 40% e tutte il 30%: tra queste si evidenziano la Sicilia (43%), l’Abruzzo (42%), il Lazio (42%), il Molise (42%), la Puglia (42%), la Calabria (41%), la Basilicata (41%) e la Sardegna (41%). Seguono l’Umbria (39%), l’Emilia Romagna (37%), la Liguria (37%), la Toscana (36%), il Piemonte (35%), la Lombardia (35%), il Friuli-Venezia Giulia (34%), la Valle d’Aosta (34%), la Campania (33%), le Marche (34%), il Trentino-Alto Adige (31%) e il Veneto (31%)

 

“Dalla nostra analisi emerge che già nei bilanci ad oggi depositati sono presenti evidenti segnali di criticità; molto probabilmente l’impatto del Covid e la relativa chiusura a intermittenza di molte attività accelereranno la crisi delle imprese italiane già fragili, a cui se ne aggiungeranno altre, e ciò comprometterà in modo significativo la capacità delle stesse di far fronte ai propri impegni finanziari futuri – ha dichiarato Alberto Cerini, Responsabile “Corporate Turnaround & Restructuring” di Studio Temporary Manager  Di conseguenza, anche il rapporto con gli istituti di credito è divenuto più complesso e richiede ora più che mai assistenza qualificata per poter accedere alle opportunità finanziarie messe a disposizione dai recenti provvedimenti legislativi. Portare a compimento un piano di risanamento aziendale di successo può offrire una seconda possibilità ad un’impresa in crisi, e per far ciò va creato un clima di fiducia e consenso presso i principali stakeholders, cioè clienti, fornitori, banche e fisco, in quanto è solo con l’appoggio anche di questi ultimi che si può implementare un efficace rilancio aziendale.”

 

Cosa dovrebbero fare gli imprenditori? Secondo Cerini “La discontinuità con il passato affidata a manager credibili al fianco dell’imprenditore è la chiave di un risanamento efficace. Inoltre, è importante da un lato riconoscere ed ammettere la crisi in corso e gli errori fatti nel passato, perché questa consapevolezza permette di non rifare i medesimi errori nel futuro; dall’altro avere il coraggio e la forza di fare cambiamenti, di innovare (anche grazie alle agevolazioni fiscali in essere) e implementare velocemente azioni spesso difficili, se necessario tramite gli strumenti legislativi disponibili, che consentano però poi alla propria impresa di tornare a prosperare.”

 

Per aiutare gli imprenditori Studio Temporary Manager ha realizzato un vademecum di 10 regole utili nei momenti di crisi aziendale:

1)        Discontinuità con il passato: identificare il giusto team per la gestione della crisi e affiancare agli imprenditori manager adeguati, se necessario esterni all’azienda

2)        Fermare l’emorragia: stop loss

3)        Essere reattivi: 1 mese vale 1 anno

4)        Ristrutturare l’indebitamento finanziario

5)        Risolvere i problemi industriali

6)        Comunicare in modo efficace il progetto di risanamento ai terzi

7)        Gestire l’azienda per cassa

8)        Focalizzarsi su ciò di cui si ha esperienza (core business)

9)        Porre le basi per il futuro, anche con operazioni di M&A

10)     Avere umiltà ma anche coraggio e forza di innovare

REGIONE RATING POSITIVO  RATING CRITICO
SICILIA 57% 43%
ABRUZZO 58% 42%
LAZIO 58% 42%
MOLISE 58% 42%
PUGLIA 58% 42%
CALABRIA 59% 41%
BASILICATA 59% 41%
SARDEGNA 59% 41%
UMBRIA 61% 39%
EMILIA ROMAGNA 63% 37%
LIGURIA 63% 37%
TOSCANA 64% 36%
PIEMONTE 65% 35%
LOMBARDIA 65% 35%
FRIULI-VENEZIA GIULIA 66% 34%
VALLE D’AOSTA 66% 34%
CAMPANIA 66% 34%
MARCHE 67% 33%
VENETO 69% 31%
TRENTINO-ALTO ADIGE 69% 31%
TOTALE ITALIA 64% 36%

Fonte e campione: Rielaborazione Studio Temporary Manager S.p.A. (www.temporarymanager.info) su base dati AIDA. L’analisi è stata condotta sui bilanci depositati da un campione di circa 72 mila imprese italiane, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro

 

Vaccini, il governatore Cirio: “quando arriveranno le forniture in aprile correremo più veloci”

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio scrive su Facebook:

“Siamo pronti a correre  più veloci, ma per farlo abbiamo bisogno dei vaccini. Dopo i ritardi nelle consegne dei giorni scorsi ci auguriamo che alle forniture di aprile sia garantita regolarità”.

Cirio ieri  ha visitato il Centro vaccinale di Bene Vagienna (Cuneo). “Uno dei nostri 140 punti per la vaccinazione -a cui presto se ne aggiungeranno altri 50 con il sostegno del sistema privato”

Covid, il bollettino di domenica 4 aprile

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 15.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.425 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 74 dopo test antigenico), pari al 10% dei 13.545 tamponi eseguiti, di cui 7.713 antigenici. Dei 1.425 nuovi casi, gli asintomatici sono 550 (38,6%).

I casi sono così ripartiti: 199 screening, 813 contatti di caso, 413 con indagine in corso; per ambito: 18 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 79 scolastico, 1.328 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 321.386 così suddivisi su base provinciale: 26.058 Alessandria, 15.445 Asti, 9.938 Biella, 45.577 Cuneo, 24.923 Novara, 171.821 Torino, 12.160 Vercelli, 11.669 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.390 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.405 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 370 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.837 (+18 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 29.748

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.850.320 (+13.545 rispetto a ieri), di cui 1.378.446 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.450

Sono 28 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 6 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.450 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.480 Alessandria, 645 Asti, 398 Biella, 1.259 Cuneo, 856 Novara, 4.907 Torino, 475 Vercelli, 341 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 89 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

276.981 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 276.981 (+1.478 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 22.884 Alessandria, 13.526 Asti,8.805Biella, 38.277 Cuneo, 21.580 Novara, 147.654 Torino, 10.444 Vercelli, 10.489 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.246 extraregione e 2.076 in fase di definizione.

Addio a Paolo Filippi, fu presidente della Provincia di Alessandria

LO HA PORTATO VIA UN INFARTO. AVEVA 58 ANNI

E’ morto Paolo Filippi. Lo ha stroncato la mattina di Pasqua un infarto. Aveva cinquantotto anni e, sin da giovane, era stato impegnato in politica(senza dimenticare il sociale, oratoriano della parrocchia dell’Addolorata), nella Democrazia Cristiana. Nei primi anni Ottanta fu collaboratore de La Vita Casalese, dove divenne giornalista pubblicista e curò le relazioni stampa per il senatore Riccardo Triglia. Venne eletto nel 1984 per la prima volta consigliere comunale a Casale Monferrato e nel corso degli anni su assessore al bilancio ed alle manifestazioni sempre a Casale per poi diventare consigliere ed assessore provinciale ad Alessandria (nel periodo in cui era a Palazzo Ghilini Fabrizio Palenzona), poi dal 2004 ancora presidente della Provincia di Alessandria, a capo di una coalizione di centro-sinistra. Terminata l’esperienza dello scudo crociato seguì la trafila degli ex Dc di sinistra sino al Pd, partito lasciato nel 2019 quando è passato ad Italia Viva, come segretario e coordinatore. Nella sua vita lavorativa, dopo esperienze come assicuratore ed insegnante è poi entrato a fare parte dell’organico della Casa di Riposo di Casale in piazza Cesare Battisti.

Chi scrive lo conosceva da moltissimi anni. Uscivamo spesso in compagnia insieme – erano i primi anni Ottanta – in compagnia al Bar Vichingo, dove abbiamo trascorso tante serate a ridere e scherzare sino a tarda ora, per riprendere il giorno dopo il nostro ‘lavoro’ di studenti. Paolo, infatti, faceva il pendolare con Milano, dove studiava giurisprudenza in Cattolica e dove si è poi laureato. Rispetto a me, che avevo due anni in più, era molto più avanti nell’impegno politico

E anche se non siamo mai stati politicamente in sintonia Paolo ha segnato, due momenti che hanno poi influenzato due passioni della mia vita, il giornalismo e la politica. Fu lui a dirmi che il nuovo direttore de La Vita Casalese, don Paolo Busto, stava cercando qualcuno che seguisse le cronache giudiziarie del Tribunale di Casale, e fu lui a fare il mio nome al direttore. Fu durante una vacanza in Sardegna, dopo lunghi confronti e vedendo la sua preparazione politica del tempo, che decisi di approfondire anch’io la mia militanza nel Psdi nel quale ero iscritto da un anno e di cui sono diventato segretario regionale giovanile. Siamo nel 1982 – 1983 in un mondo che ormai è scomparso ma i cui ricordi sono ancora nitidissimi.

Di Paolo c’è poi il ricordo goliardico e sportivo, del giocatore di pallacanestro e di alcune partite giocate in Prima Divisione, del tifoso del Milan, del grande mangiatore di cibo,. Poi gli anni ci hanno allontanati come spesso succede. Raramente l’avevo sentito per dichiarazioni sui giornali, lo seguivo da lontano su Facebook. Sino alla terribile notizia che chiude la troppo breve storia di una vita intensa.

Ma il mio ricordo indelebile sarà sempre quello dei primi anni Ottanta che ho voluto fissare in queste poche righe.

Ciao Paolo.

Massimo Iaretti

Sanità, Radicali e +Europa: “Sprecati troppi soldi”

Il commento di Marco Cavaletto (Coordinatore +Europa Torino) e Igor Boni (Presidente Radicali Italiani)

“Si sono sprecati tempo e soldi inutilmente. Ora è il momento di decidere! Nell’ordine naturale delle cose ci si doveva attendere che la Regione Piemonte e la ASL TO5 dovessero PRIMA eseguire un’accurata indagine per individuare il sito ove costruire un ospedale e DOPO fare una perizia, sul sito individuato, per capirne le peculiarità.

Ma sulle irrazionalità e sulla carenza di capacità decisionale la Regione Piemonte è ormai nota in tutta Italia: basta guardare ai tempi che sono occorsi per realizzare l’ospedale di Verduno (19 anni, e non è ancora finito) oppure al grattacielo che dovrà ospitare i dipendenti della stessa Regione in via Nizza a Torino che ben si sa quando è stato iniziato ma nessuno sa quando sarà completato!

Insieme ai sindaci della ASL che si sono espressi, anche noi chiediamo a gran voce che la Regione completi entro poche settimane l’iter della seconda perizia per l’individuazione del sito, affinché l’ASL possa procedere con la progettazione esecutiva, elemento fondamentale per ottenere il finanziamento dell’INAIL; sarebbe utile conoscere dalla stessa INAIL il costo del finanziamento e la durata per capire in modo inequivocabile il costo definitivo dell’opera. Infatti, se la Regione ha scelto la soluzione del finanziamento INAIL è perché presume che questo sia più conveniente rispetto al finanziamento pubblico (tra Stato e Regione) con una partecipazione in “project financing” di privati, come era nei piani della Regione a guida Chiamparino – Saitta.

Una raccomandazione: che la seconda perizia commissionata dalla Regione sia meno approssimativa rispetto allo studio effettuato dai tre direttori regionali presentata alla giunta regionale in data 29 settembre 2016 che conteneva grossolani errori.

In ultimo vorremmo avere certezze che la Regione utilizzi parte dei 60 milioni già accantonati sul bilancio 2021 per la realizzazione del progetto esecutivo, senza il quale INAIL non concederebbe il finanziamento.

Senza le risorse a bilancio non si può procedere a redigere il progetto, ma il progetto si deve redigere avendo individuato il sito. Troppo tempo è passato invano, mentre i 320mila abitanti della ASL TO5 attendono da molti anni che si realizzi l’ospedale unico, consolidando nel frattempo su tutto il territorio le strutture per una medicina di base che durante la pandemia ha fatto vedere molte falle e carenze”.

Misure anti Covid più restrittive per le festività Pasquali

È stata firmata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio una ordinanza che introduce delle misure più restrittive in occasione delle festività.

Supermercati chiusi dalle ore 13 del giorno di Pasqua e per l’intera giornata di Pasquetta. La chiusura vale per le grandi strutture di vendita la cui superficie supera i 1.500 metri quadri nei comuni fino a 10 mila abitanti e 2.500 metri quadri nei comuni con più di 10 mila abitanti. La chiusura riguarda anche le medie strutture di vendita, la cui superficie è compresa tra 151 e 1.500 metri quadri nei comuni fino a 10 mila abitanti e con superficie tra 251 e 2.500 metri quadri nei comuni con più di 10 mila abitanti.

Inoltre in Piemonte a partire dalla mezzanotte di oggi, fino a lunedì 5 aprile compreso, è vietato recarsi nelle seconde case per coloro che non sono residenti sul territorio regionale.

“Questa misura ha evidentemente la finalità di limitare le occasioni di assembramento in questi giorni di festa – sottolinea il presidente Cirio -, ma con la volontà di garantire le piccole attività di vicinato che potranno continuare a offrire il servizio e come segno di rispetto per dare un momento di riposo alle lavoratrici e i lavoratori della grande distribuzione, che da un anno con grande dedizione stanno anche loro garantendo un servizio essenziale per le nostre comunità”.

Il bollettino Covid di sabato 3 aprile: ricoveri in calo

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.127 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 220 dopo test antigenico), pari al 5,0% dei 42.325 tamponi eseguiti, di cui 30.514 antigenici. Dei 2.127 nuovi casi, gli asintomatici sono 799 (37,6%).

I casi sono così ripartiti: 275 screening, 1.255 contatti di caso, 597 con indagine in corso; per ambito:26 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 153 scolastico, 1.948 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 319.961 così suddivisi su base provinciale: 25.971 Alessandria, 15.385 Asti, 9.917 Biella, 45.321 Cuneo, 24.797 Novara, 171.076 Torino, 12.084 Vercelli, 11.626 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.388 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.396 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 369 (9 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.819 (-45 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 29.848

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.836.775 (+42.325 rispetto a ieri), di cui 1.374.204 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.422

Sono 23 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.422 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.479 Alessandria, 643 Asti, 398 Biella, 1.257 Cuneo, 852 Novara, 4.889 Torino, 474 Vercelli, 341 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 89 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

275.503 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 275.503 (+ 2.437 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 22.779 Alessandria, 13.465 Asti,8.792 Biella, 38.011 Cuneo, 21.434 Novara, 146.893 Torino, 10.367 Vercelli, 10.451 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.245 extraregione e 2.066 in fase di definizione.

Il bollettino Covid di venerdì 2 aprile

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.942 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 192 dopo test antigenico), pari al 13% dei 14.884 tamponi eseguiti, di cui 5.148 antigenici. Dei 2.584 nuovi casi, gli asintomatici sono 961 (37,2%).

I casi sono così ripartiti: 261 screening, 1.132 contatti di caso, 549 con indagine in corso; per ambito:37 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 110 scolastico, 1.795 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 317.834 così suddivisi su base provinciale: 25.836 Alessandria, 15.260 Asti, 9.883 Biella, 45.023 Cuneo, 24.653 Novara, 169.774 Torino, 12.064 Vercelli, 11.583 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.377 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.381 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 37(+rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.864 (-23 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 30.127

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.794.450 (+14.884 rispetto a ieri), di cui 1.367.151 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.399

Sono 63 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.399 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.477 Alessandria, 642 Asti, 398 Biella, 1.256 Cuneo, 851 Novara, 4.872 Torino, 473 Vercelli, 341 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 89 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

273.066 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 273.066 (+2.257 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 22.651 Alessandria, 13.375 Asti,8.751Biella, 37.602 Cuneo, 21.247 Novara, 145.458 Torino, 10.323 Vercelli, 10.377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.237 extraregione e 2.045 in fase di definizione.

Scorie nucleari, Costanzo (Misto): “Mozione bocciata, governo dimentica il Piemonte”

“Condivido la forte preoccupazione dei sindaci torinesi in merito alla necessità che Sogin consideri tutti i dati tecnici completi in arrivo dai territori prima di decidere in merito ai siti potenzialmente idonei ad ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari.
La preoccupazione aumenta soprattutto dopo quanto avvenuto ieri alla Camera, dove nel corso delle votazioni sulle mozioni presentate sul tema della Cnapi e della realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, sono stati bocciati alcuni impegni che ritengo fondamentali per il territorio piemontese. Mi riferisco ad esempio alla richiesta  di esclusione delle aree prossime a quelle di produzione di prodotti certificati da marchi di qualità ( d.o.c. o altra origine denominata) nonché prodotti agroalimentari tradizionali, di denominazione comunale o certificati dal comitato scientifico di slow-food. Manca poi, nei testi delle mozioni approvate, ogni riferimento ai carichi ambientali già in essere e che gravano sui territori ad esempio sedi di discariche o di impianti a biometano. Da ultimo non c’è intenzione di rivedere i criteri attualmente previsti dalla normativa vigente per l’individuazione delle aree idonee, basati su dati risalenti al 2014. Avevo chiesto la votazione per parti separate dell’atto proprio per permettere al governo di approvare almeno questi impegni fondamentali per l’area torinese e per il Piemonte, ma il ministero si è rivelato cieco e sordo alle istanze piemontesi”.
Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo (Gruppo Misto).