Se una volta i tipici utenti erano le famiglie di immigrati che facevano lo spesone un paio di volte la settimana, oggi il discount punta tutto sugli italiani, amanti della spesa al dettaglio. L’obiettivo è attirare sempre più clienti. I piccoli e medio borghesi di una volta che vogliono risparmiare. Anche a Torino
E’ tempo di crisi è vero. Ma c’è chi riesce comunque a far di necessità virtù, e non solo trae profitto – come pochi – in questi tempi, ma crea valore aggiunto alla propria attività. Parliamo della catena dell’hard discount che spopola in tv con una miriade di spot , la LIDL. Qualcuno ha notato come è cambiata la comunicazione pubblicitaria del marchio da qualche anno ad oggi? Al principio gli spot puntavano ad attirare i consumatori facendo percepire che chiunque, a piccoli prezzi, poteva comprare quell’arnese da tenere in cucina benché di poca utilità. O magari un rastrellino per curare le piantine di basilico, che dava comunque un senso soddisfazione, creando l’effetto, “nonostante la crisi, anch’ io ce l’ho”. Invece, lo spot del momento punta tutto su uno slogan che trasforma in vera e propria tentazione farsi un giro , almeno una volta, in un Lidl: “Non cambiare stile di vita, cambia supermercato”.
E come comunica questo messaggio per invogliare il ceto medio, il colosso europeo del discount? Con un bello spot dove una Audi A6 viaggia sulle note di Gianna Nannini, diretto da un famoso regista nazionalpopolare, Lucio Lucini, che per intenderci ha lavorato con Federico Moccia e per la realizzazione di videoclip dei Pooh. E all’interno del punto vendita, come sottolinea il messaggio pubblicitario, è un vero e proprio tripudio di prodotti Made in Italy, ben sette articoli su dieci sono italiani. Oltre alle cosiddette “etichette di proprietà”, perché è “vietato” chiamarli sottomarchi, si trovano prodotti Ferrero, Barilla, Buitoni e tanti altri brand di eccellenza italiana, la differenza rispetto agli stessi prodotti venduti in supermercati non low cost, sta proprio nel prezzo. Lo stesso prodotto, acquistato al discount costa meno. Dunque se una volta i tipici clienti di un punto vendita Lidl erano le famiglie di immigrati che facevano lo spesone un paio di volte la settimana, acquistando prodotti in scatola dal nome impronunciabile, oggi Lidl punta tutto sugli italiani, amanti della spesa al dettaglio , che si recano anche ogni giorno per la spesa quotidiana, per il pane fresco o che amano curiosare anche tra i prodotti non-food, come biciclette, o copri sedili per auto. Dunque l’obbiettivo è attirare sempre più clienti (i piccoli e medio borghesi di una volta) che puntano sui prezzi del discount per risparmiare, per non farsi mancare nulla in tavola e al tempo stesso usare le risorse risparmiate per concedersi un auto più bella piuttosto che abiti griffati.
In Torino città sono presenti ben 12 punti vendita della catena, tra i quali via Carlo Alberto, Corso Potenza, Corso Brunelleschi, via Pianezza. Da segnalare che di fronte al supermercato di via Carlo Alberto stazionano da tempo gruppi di sbandati che acquistano tetrapak di vino e lo consumano sul posto. La situazione ha causato le proteste di alcuni residenti e un’interpellanza in Comune, senza però risultati apprezzabili. In provincia esistono altri 17 negozi, per esempio a Susa, Moncalieri, Pinerolo, Ivrea, Alpignano, Carmagnola.
Ma chi è il capitalista del lowcost, colui che fa della crisi globale il proprio boom economico? Di questo personaggio si sa ben poco, poiché è talmente riservato da rinunciare addirittura medaglie al merito. Si chiama Dieter Schwarz, vive a Heilbronn in Germania, a pochi chilometri dalla sede centrale dell’azienda. Classe 1939, sposato con Franziska, pare che vadano in vacanza solo nei paesi in cui opera la catena Lidl. E’ sua abitudine spostarsi in utilitaria, senza autista, per mantenere il totale anonimato e poter visitare indisturbato i suoi punti vendita. Ai congressi ai quali partecipa usa badge senza foto e con nomi altrui. Ha una fortuna stimata in miliardi di euro, non ben quantificati, dato che i suoi legali sono pronti a diffidare qualsiasi fonte giornalistica tenti di pubblicare l’ammontare del suo patrimonio. Questo ricco e potente magnate insomma, mantiene il più assoluto riserbo cercando in quell’austerità che gli conviene, di far passare il suo ultimo slogan : ” Lidl, anch’io! “.
Clelia Ventimiglia
(Foto: il Torinese)