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Artigiani, scenografi e pittori per le vetrine di Biraghi in Piazza San Carlo in vista del Natale

 

Il progetto – avviato nella primavera 2023 – ha coinvolto più di 10 persone quasi tutte under 30 e ha portato alla creazione di un diorama di sei metri interamente meccanizzato. Un omaggio alla città di Torino, alle campagne torinesi e cuneesi e alla loro produzione lattiero-casearia

Torino, novembre 2023 – A Torino c’è già aria di Natale: dopo l’inaugurazione dell’ormai tradizionale kermesse Luci d’Artista, anche il Negozio Biraghi di Piazza San Carlo ha scelto di vestire le sue storiche vetrine tramite un ambizioso progetto di miniature natalizie.

Le vetrine ottocentesche sono state addobbate con una struttura di 6 metri realizzata ad hoc da più di 10 persone tra artigiani, scenografi e pittori quasi tutti under 30 e con diversi gradi di esperienza e professionalità. Le miniature – realizzate a manoprincipalmente in legno e accuratamente decorate e meccanizzate – celebrano la città di Torino in alcuni suoi luoghi simbolo: Piazza San Carlo e i suoi portici, i Murazzi con tanto di canottieri lungo il Po, e naturalmente la Mole Antonelliana. La tradizione piemontese viene invece rappresentata ripercorrendo passo dopo passo tutta la filiera del latte: dall’allevamento di bovini in una cascina nelle campagne piemontesi alla raccolta latte, fino ad arrivare ai piedi del Monviso, presso l’azienda Biraghi di Cavallermaggiore (CN). Un progetto volto a incuriosire e intrattenere, ma anche insegnare ad adulti e bambini come avviene il ciclo di produzione del formaggio.  

 

I lavori sono stati avviati nella primavera 2023 da Giampiero Boffa, dipendente Biraghi dal 1995 ed appassionato di progettazione meccanica, con un passato da artigiano di strumenti musicali. «Avevo già collaborato negli allestimenti natalizi degli scorsi anni del negozio Biraghi di Piazza San Carlo– ha affermato Boffa – ma per quest’anno abbiamo scelto di implementare ulteriormente le movimentazioni e le personalizzazioni. Sono molto orgoglioso del risultato finale, che spero potrà stupire ed emozionare tutti i turisti e i torinesi di passaggio davanti alle vetrine Biraghi».

 

Se Giampiero si è occupato di progettare e realizzare la struttura in legno, i modelli e i meccanismi di movimentazione, ad affiancarlo nella finalizzazione e nella decorazione dell’opera è stato Livio Pareschi, pittore professionista di 29 anni, e i suoi due collaboratori Andrea Montedoro e Daniela Cortese. Il progetto ha visto anche il coinvolgimento di un gruppo di 6 scenografi e costruttori tra i 20 e i 27 anni con diversi background e specializzazioni, tutti provenienti dal corso di scenotecnica dell’Associazione Tecniche Scuole San Carlo. I loro nomi: Giuditta Papale, Silvia Pirrotta, Fulvia Nanna, Elia Cariani, Luca Pescaglini, Giulia Furci. 

 

Ad arricchire ulteriormente le vetrine, anche i villaggi natalizi Lemax con le loro movimentazioni meccaniche.

«L’allestimento di quest’anno prevede più di 100 movimentazioni meccaniche e l’unione tra diverse figure professionali ha creato un risultato di grande impatto visivo e ricco di dettagli» ha affermato Gabriele Bolle, Direttore Marketing di Biraghi S.p.A. «L’Azienda ha voluto fortemente omaggiare la città di Torino, che a ottobre 2019 ci ha calorosamente accolti nel salotto cittadino, ed il nostro territorio, raccontando come in una favola la trasformazione del latte nei prodotti Biraghi».

Immaginaria, la festa continua a Venaria

Immaginaria 2022 – Settimana 2 – 8 Gennaio

Programma

Sere di Natale alla Reggia 2022

Fino a domenica 8 gennaio
Piazza della Repubblica
Aperture serali della Reggia (biglietto a tariffa agevolata), con suggestioni musicali e teatrali per vivere la magica atmosfera del Natale alla Venaria Reale
A cura di Consorzio delle Residenze Reali Sabaude – La Venaria Reale

Festa danzante “Aspettando la Befana” con musica live folk

Giovedì 5 gennaio, ore 20:30
Foyer del Teatro della Concordia
A cura di Folk Danza Venaria Reale e Gruppo Controcanto

Mostra concorso “Presepi a Venaria”

Fino a venerdì 6 gennaio
Sala espositiva comunale “Gino Vanzi”, via Mensa 34
A cura di 296 Model e Pro Loco Altessano-Venaria Reale

Premiazione mostra concorso “Presepi a Venaria”

Venerdì 6 gennaio, ore 11:00
Sala espositiva comunale “Gino Vanzi”, via Mensa 34
A cura di 296 Model e Pro Loco Altessano-Venaria Reale

Street band Girlesque

Venerdì 6 gennaio, dalle ore 15:00
Via Mensa e viale Buridani
Prima e unica street band italiana tutta al femminile
A cura di Fondazione Via Maestra.

Info: www.comune.venariareale.to.it
Pagina Facebook: Città di Venria Reale
Instagram: cittadivenariareale

In mostra rarissimi e preziosi presepi di carta tra Settecento e Ottocento alla Libreria Antiquaria Freddi

Sono in mostra  rari e preziosi presepi, testimonianza della magia dei presepi di carta tra Settecento e Ottocento.

L’esposizione è promossa dell’Associazione Culturale “Collezione Piero Marengo – Progetto libro animato d’artista”, in collaborazione con il Dipartimento Studi umanistici e Dipartimento di Studi storici.

La mostra, che rimarrà aperta fino a martedì 10 gennaio prossimo, sarà presentata da Pier Luigi Bombelli, uno dei più grandi appassionati e tra i maggiori esperti di presepi di carta, membro dell’Associazione italiana “Amici del Presepio” e della Federazione Internazionale degli Amici del Presepio (Universalis Foederatio Presipistica).

Proveniente dalla collezione Piero Marengo è un rarissimo Presepe di carta a sagome scontornate, totalmente sconosciuto e mai esposto prima d’ora, né fatto oggetto di ricerca o di studio, attribuibile al primo Settecento, anteriore a quello ben noto di Francesco Londonio degli anni 1770 – 1780, a uso devozionale domestico da parte di membri di casate nobiliari o alto borghesi che ne furono i committenti.

Questo raro presepe segnala, con la sua alta qualità pittorica, eleganza stilistica e felice inventiva, il valore della dignità assunta dall’arte del presepe, considerata a quel tempo arte minore rispetto all’arte maggiore (pittura e scultura).

L’arte conferisce alle figure di questo presepe, uomini e animali, volume, peso, corporeità e tridimensionalità, attribuendo loro lo statuto di veri e propri personaggi a tutto tondo, capaci di trasmettere una storia e rappresentarne una tradizione.

Nella stessa esposizione compare il presepe con struttura ad organetto di grandi dimensioni, ispirato ad opere di fattura monastica riguardante episodi della vita di Cristo e della Vergine, testimonianza della presenza di una cultura religiosa in regioni quali Umbria, Marche e Toscana, in cui sono state tradizionalmente elaborate.

La struttura ad organetto del presepe risulta collegabile alla sua stessa funzione culturale, con la scena che si sviluppa in una struttura ad “organetto”, come fosse un “diorama”, disposta secondo una successione di piani prospettici.

Si vuole dare così l’illusione di un vero e proprio teatro in miniatura, in cui il pubblico si rispecchi e si riconosca in una ideale curiosità da “wunderkammer”.

La mostra riconosce la forza della tradizione e la radicale modernità del presepe, in versioni ogni anno rinnovabili e aggiornabili di animazione e riconfigurazione dello spazio culturale di una comunità.

MARA MARTELLOTTA

 

Libreria Antiquaria Freddi, via Mazzini 40, Torino.

Orari di apertura: da lunedì a domenica 10:30/13:00 – 15:30/19:30

 

Per informazioni: 0118178751

 

I Natali di Mario Rigoni Stern

L’alba del 25 dicembre 1943, dopo una notte quasi insonne e molto fredda, fu molto strana perché in quell’aria lattiginosa e gelata si udì d’un tratto un chiaro suono di campane. Forse quel suono veniva dal campanile di legno? O dagli altoparlanti del lager? O dalla mia immaginazione? Insomma erano pur sempre campane che suonavano a festa”.

Mario Rigoni Stern racconta che “quel mattino divenne più silenzioso degli altri.. Mi alzai, accesi la stufa, scaldai l’acqua, con pazienza e con la lametta che non tagliava e con poca saponata mi tagliai la barba, e dopo, per quel giorno, mi passai sulle guance alcune gocce di acqua di colonia: pensando a quello che avrebbe dovuto essere il mio Natale, una settimana prima avevo scambiato con un marinaio di passaggio due lamette da barba nuove con un quarto di bottiglietta di acqua di colonia Prima di mezzogiorno la guardia venne a chiamarci per la zuppa; e fu allora che vidi scritto sulla neve lungo i reticolati, pestata con i piedi, questa frase.. Fröhliche Weihnachten (Buon Natale,ndr)”. E’ il secondo degli otto testi raccolti nel volumetto Quel Natale nella steppa, edito da Interlinea nella collana Nativitas. Scritti da Rigoni Stern tra il 1978 e il 2000, divisi in due parti ( Natali di guerra e Natali vecchi e nuovi) rappresentano una sintesi dei valori più autentici e genuini che il grande vecchio dell’altipiano di Asiago, il più grande scrittore di montagna del nostro secondo ‘900, attribuiva alla più importante delle festività di fine anno. Una sessantina di pagine dove la scrittura sobria, precisa e rigorosa di Rigoni Stern conduce il lettore alla scoperta o a un nuovo incontro con i valori di un mondo che sta irrimediabilmente scomparendo. L’intensità morale della sua narrazione trasforma la lucida testimonianza delle ultime disastrose guerre ( la ritirata di Russia, la prigionia nei lager) in una indimenticabile lezione civile, ricostruendo le ragioni profonde dell’essere uomini e dello stare insieme. Il Natale emerge come rappresentazione del mondo più autentico che l’autore porta con sé, custode di quei valori, delle tradizioni cerca di conservare e tramandare, e che rappresentano una formidabile e attualissima  chiave di lettura con cui leggere e interpretare la realtà di ogni giorno. La stessa breve autobiografia che chiude il libro riassume la sua straordinarietà e l’attualità di uno dei protagonisti del nostro migliore panorama culturale. Ha ragione da vendere lo storico Gianni Cerutti quando commenta che “resta la forza straordinaria, per chi li ha vissuti, di quei Natali bambini, trascorsi intorno a un focolare sempre acceso di legna secca, quando due mandarini, quattro datteri e un pezzo di cioccolata regalavano emozioni in grado di sorreggere una vita intera. La forza che questi racconti ci restituiscono, per accompagnarci nel nostro cammino”.

Marco Travaglini

Oro, incenso e mirra, presepi nel Monferrato

A Natale in ognuno di noi scatta qualcosa di magico, qualcosa di bello e di buono.

Lo sentiamo arrivare con il suo tradizionale fascino e la sua magia, con gli alberi decorati e i presepi con le lucine accese. Nei “paesi dei presepi” ha preso il via la settima edizione di “Oro, incenso e mirra, presepi nel Monferrato”, l’annuale rassegna che coinvolge gli abitanti di Aramengo, Castagnole delle Lanze, Castagnole Monferrato, Cocconato, Frinco, Grana, Monale, Montegrosso d’Asti, Passerano Marmorito e San Damiano. Fino al 6 gennaio. Quest’anno con una vigilia da incorniciare.
Un presepio tutto speciale, un “cavagnin” con grappoli di malvasia passita e spighe di grano, concepito a Schierano d’Asti, frazione di Passerano Marmorito, è stato donato a Papa Francesco in occasione della sua visita ad Asti il 19 e 20 novembre. Proprio a Schierano nel 1816 nacque il suo trisnonno, Giuseppe Bergoglio. I presepi che anche quest’anno colorano e scaldano le vie di borghi e paesi sono moltissimi e sono vere e proprie opere d’arte. Presepi grandi e piccoli, curiosi, antichi, moderni, esotici, fatti con materiali poveri e di recupero, ce ne sono per tutti i gusti, realizzati da artigiani, artisti e soprattutto da gente comune, semplici appassionati. Nelle vie dei paesi sono esposti centinaia di presepi come messaggio francescano di pace e fede, davanti alle chiese, alle porte delle case, su balconi e finestre, nelle viuzze interne, tutti illuminati di notte. Ad Aramengo in piazza del Municipio un presepe ospita i personaggi della Sacra Famiglia intagliati su legno e dipinti dal maestro Gian Luigi Nicola. A Castagnole Lanze i presepi si trovano per le vie del borgo storico e nel parco della Rimembranza. A Castagnole Monferrato nelle cantine della settecentesca tenuta La Mercantile sono allestiti diversi presepi come quello del vino. Cocconato accogli i turisti con un centinaio di presepi esposti in ogni angolo del centro, a Frinco d’Asti presepi nella Confraternita di San Bernardino e davanti alla chiesa di San Defendente. A Grana il grande presepe è esposto nei locali sottostanti la chiesa in piazzetta Maria Ausiliatrice, a Monale il percorso parte dal presepe di Remo Marangon le cui statue raffigurano alcuni cittadini monalesi e prosegue fino al castello. A Montegrosso d’Asti, mostra di presepi, tra i quali quelli realizzati dalle scuole locali e dai paesani, nella cantina con volta a botte e mattoni a vista. A Passerano Marmorito e nelle frazioni di Schierano e Primeglio centinaia di presepi creati dagli abitanti si fanno ammirare nei vicoli e nelle strade principali che attraversano i borghi. Infine a San Damiano, nel cuore del borgo dei Sutè, tra vicoli e antichi cortili, viene rappresentato il racconto della Natività.                          Filippo Re

La magìa del Natale alla 23ª Mostra di Presepi della Basilica Maria Ausiliatrice

La  23ª edizione della Mostra di Presepi della Basilica di Maria Ausiliatrice è visitabile dal 4 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023 presso la Cripta della Basilica e online sul sito presepi.basilicamariaausiliatrice.it, per offrire a chiunque lo desideri la possibilità di condividere il piacere del presepe, in maniera libera e gratuita.

>>> Scopri la Mostra di Presepi sul sito ufficiale

Quest’anno la mostra si compone di 90 opere, di cui 54 postazioni rinnovate tra nuove presenze e vecchi presepi ampliati. L’ingresso è libero, facilitato ai disabili.

Orari: 

Sabato | Domenica | Festivi: ore 9.00 – 13.00; 15.00 – 19.00

Giorni feriali (chiuso il mercoledì): ore 15.00 – 18.30

Per informazioni:

Tel. 011 52241 | Cell. 347 5144183

Prenotazioni: segreteria@basilicamariaausiliatrice.it anche in orari diversi da quelli del volantino.

La visita online presenta un ampio reportage fotografico e descrittivo di ciascuna postazione, così da poter rivivere la gioia del Natale che ogni presepe trasmette in un mix di stili e materiali differenti.

>>Vai alla pagina dei Presepi

I “Discorsi per il Natale” di Olivetti

Discorsi per il Natale”, agile e interessante pubblicazione delle Edizioni di Comunità, raccoglie e propone tre testi di Adriano Olivetti scritti per le feste di fine anno tra il 1949 e il 1957

 

 I discorsi fotografano tre dei momenti più importanti della storia della fabbrica di Ivrea e rendono, in una mirabile sintesi, il profilo dell’autore che va annoverato – a tutti gli effetti – tra le figure più singolari e straordinarie del ‘900. Le idee innovative e comunitarie in campo sociale di questomprenditore e intellettuale  – ancor oggi  attualissime –  ne testimoniano pienamente la capacità visionaria. Adriano Olivetti fu  capace di portare l’ azienda di famiglia a competere alla pari con i giganti del mercato mondiale della sua epoca, trasformando la città del Castello “dalle rosse torri” nella capitale dell’informatica. Un sogno industriale, il suo, che logicamente mirava al successo e al profitto, ma proponeva anche un progetto sociale che implicava una relazione del tutto nuova e compartecipativa tra imprenditore e operai, oltre a un rapporto qualitativamente alto e molto stretto tra quella che era stata la “fabbrica in mattoni rossi” e la città, capoluogo del Canavese. Tornando al libro, nel primo discorso, datato 24 dicembre 1949, l’imprenditore racconta i primi anni del dopoguerra per condividere il sollievo e l’orgoglio della compiuta ripresa dell’azienda dopo la difficile esperienza del fascismo e del conflitto mondiale. Nel secondo, sei anni dopo, il 24 dicembre 1955, Adriano Olivetti rievoca proprio quel discorso per ripercorrere i nuovi traguardi della fabbrica, che ha assunto ormai una dimensione internazionale ma non ha mai perso di vista le proprie radici morali, memore degli insegnamenti del fondatore Camillo. E dice, tra le altre cose: “Tutta la mia vita e la mia opera testimoniano anche – io lo spero – la fedeltà a un ammonimento severo che mio padre quando incominciai il mio lavoro ebbe a farmi: “Ricordati” – mi disse – “che la disoccupazione è la malattia mortale della società moderna;perciò ti affido una consegna:devi lottare con ogni mezzo affinché gli operai di questa fabbrica non abbiano a subire il tragico peso dell’ozio forzato, della miseria avvilente che si accompagna alla perdita del lavoro”. Una grande lezione morale alla quale, nei fatti, accompagnò il suo agire concreto  di imprenditore illuminato. In questi discorsi di Natale emerge la volontà di ringraziare tutti i lavoratori della fabbrica per la loro partecipazione a qualcosa di più grande, a una comune dimensione di riscatto del lavoro che, per usare le stesse parole di Olivetti, “non si esaurisce semplicemente nell’indice dei profitti”. Nell’ultimo discorso della breve raccolta, pronunciato in occasione del Capodanno del 1957, alla vigilia del cinquantenario della fondazione della Olivetti ( datata ottobre 1908) l’augurio dell’imprenditore di Ivrea, ormai all’apice del successo, è quello di non perdere mai di vista, nell’anno e negli anni a venire, il senso di giustizia e di solidarietà umana che è alla base di ogni vero progresso e rappresenta il valore più profondo e ultimo di tutta l’esperienza olivettiana. Vi è l’orgoglio per quello che lui stesso definisce “lo spirito della fabbrica” e una potente visione di futuro. Resta, leggendo queste righe, il rammarico per ciò che potevano diventare l’Olivetti , l’industria italiana e il modello sociale del paese se l’utopia di Adriano non si fosse spenta dopo la sua improvvisa e tragica morte, nel febbraio del 1960, quando non aveva ancora compiuto sessant’anni.

Marco Travaglini

Natale Anni ‘60 a Torino, quando la felicità era un trenino e tanta fantasia

COSA SUCCEDEVA IN CITTÀ

E chi non ha dei ricordi del giorno di Natale?

Ciò che in particolare io mi ricordo è l’attesa.
Attesa che poi voleva dire regali. Non ho mai creduto né in Gesù bambino né in Babbo Natale. Era un’attesa solo tra noi umani.
Stiamo parlando di metà anni 60. Dai 7 ai dieci anni. Presidiavo due posti.
Un negozio di modellismo in corso Giulio Cesare. Poco prima della confluenza di Corso Palermo con corso Giulio. Stavo delle mezze ore a guardare i trenini che , sbuffanti si incrociavano, sparivano e riapparivano nelle gallerie. Allora la più pregiata marca era il Marking. Già allora i tedeschi erano più avanti di noi. Rivarossi la più pregiata marca italiana. Con la più economica Lima, regalo della Fiat ai figli dei dipendenti Fiat.
Con mio padre prendevamo  il tram fino in via Madama Cristina e poi al palazzo Vela. Che ricordi. Mamma mia che ricordi. Si accedeva con un biglietto fatto con strisce di voucher per andare sulle giostre. Tutto gratis. Tutto era Fiat,  dalla mutua al tempo libero come, appunto il tempo di Natale. Il trenino Lima , diciamo così, non era alla mia altezza fino in seconda media. Poi , per applicazioni tecniche mi inventai ed ho costruito un plastico con tutto l’occorrente: passaggi a livello e tunnel compreso. Pongo e Dash per fare le colline e montagne. Non mi sono mai divertito così tanto.
L’altro negozio era in piazza Castello. Era piccolo. Molto piccolo. Una cineteca antelitteram. Al centro della piccola vetrina un proiettore con lo schermo fatto da un telo che si avvolgeva. Principalmente vendevano pellicole di cartoni animati ma non mancavano i film sul Far West. Quanti sogni ci facevo sopra. Il massimo che ho ottenuto è un gioco di Angelo lombardi. Lombardi era un divulgatore televisivo sulla vita degli animali.
Gli amici dei miei amici sono miei amici.
Il gioco era composto da una lampada magica. Delle diapositive e un disco sonoro.
Felini. Tutto manuale, ovviamente. Passavo giorni interi ad ascoltare e far scivolare le diapositive. E vien proprio voglia di dire : ci accontentavamo davvero di poco. E la nostra felicità era la nostra fantasia. Bei tempi . Nulla da eccepire.  Ora Auguri di Buon Natale 🎅 a tutti. Magari proprio a tutti no. Putin ad esempio o Trump che mi sono tanto , ma tanto antipatici. Guerrafondai e basta.
Per gli altri… Buon Natale a Voi e alle vostre famiglie. Cerchiamo di rilassarci per un po’.
Non guasta mai. Con il ricordo che ci aiuta.
Eccome se ci aiuta.

PATRIZIO TOSETTO

Festività natalizie alla Reggia di Venaria

Sere di Natale e Concerto di Capodanno alla Reggia

In occasione delle festività natalizie, dal 26 dicembre all’8 gennaio (escluso il 31 dicembre) la Reggia di Venaria apre anche in orario serale a una tariffa speciale, per vivere l’atmosfera magica del Natale nell’incanto dei suoi ambienti barocchi, elegantemente allestiti per le festività.

Oltre alla suggestiva proiezione luminosa che anima la Torre dell’Orologio all’ingresso della Reggia, le eleganti architetture settecentesche ospitano a partire dalle 17.30 momenti musicali e animazioni teatrali legati al tema del Natale.

La sera di domenica 1° gennaio 2023 La Venaria Reale celebra il nuovo anno con il Concerto di Capodanno alla Reggia, un concerto corale di musica Gospel curato dal noto jazz club Blue Note Milano e ospitato nella Cappella di Sant’Uberto, che vedrà esibirsi Eric Waddell & The Abundant Life Gospel Singers: una formazione di voci e timbri dalle sfumature profonde e potenti, che raccoglie i migliori talenti della città di Baltimora negli Stati Uniti.

Natale: come vivere questa giornata?

È arrivata la vigilia e in queste ultime ventiquattro ore c’è chi si dedica ai preparativi, chi alla corsa ai regali, chi deve gestire le incombenze dell’ultimo minuto. Diciamoci la verità: prepararsi al Natale è impegnativo. 

Sia fisicamente che mentalmente e, per molti, anche economicamente.
Ma come possiamo vivere bene questi giorni?
Sicuramente è importante ricordarsi che il Natale è simbolo di rinascita, di pace e di gioia e che tutto questo va ritrovato dentro di noi.
C’è chi aspetta con gioia il Natale e chi, invece, rifugge pranzi e cene col parentado poiché le vive come indesiderate: d’altronde si sa, quando ci si ritrova tutti insieme in famiglia bisogna avere a che fare sempre con le solite dinamiche, che possono anche risultare poco piacevoli se l’ambiente è disfunzionale.
Ma allora, cosa fare nel concreto?
Il Natale ci insegna a mettere in luce ciò che di buono e positivo ci circonda, proviamo allora a condividere gli attimi coi parenti valorizzando le risorse che ci sono e ciò che ci fa stare bene. Assaporiamo di più i momenti di condivisione delle parole e delle emozioni, invece di dare eccessiva importanza ai regali materiali che vengono scambiati. Proviamo a trovare anche uno spazio per riflettere sul significato di questa opportunità di raccoglimento e sui valori della propria famiglia. Ritroviamo la nostra quiete interiore e risentiamoci umani. Capita di dimenticarsi della propria essenza umana, trasformando un momento autentico di incontro in una festa commerciale sempre uguale a se stessa, ogni anno. Ed ogni anno, puntualmente, ci sono persone che, stanche del solito copione, incarnano i panni del Grinch e dall’inizio di dicembre non vedono l’ora che gennaio arrivi il prima possibile e che del Natale non ne rimanga la benché minima traccia.
Domani abbiamo tutti la possibilità di scegliere se vivere un Natale sentito e di farlo sperimentare anche agli altri, ma per riuscirci dobbiamo recuperare i valori di questa bellissima festa, aprendo i nostri cuori in modo autentico e non semplicemente ripetendo i jingle delle pubblicità natalizie.
Provate ad accogliere l’altro così com’è e cercate di dare un significato agli incontri che farete: valorizzate il vostro Natale, è un’occasione da non perdere.

Dott.ssa Irene Cane, Psicologa