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Shopping per Torino con l’influencer Rita Capparelli

Rita Capparelli è una delle influencer più seguite e apprezzate nel mondo dei social network, della moda e non solo. Con il suo stile minimal e un po’ parisienne, sa come valorizzare i suoi outfit con semplicità e praticità, puntando sulla qualità e non sulla quantità. Oggi ci ha concesso una chiacchierata esclusiva, in cui ci ha svelato i suoi negozi preferiti a Torino, i suoi capi indispensabili, i suoi trucchi per lo shopping e la sua opinione sulla moda sostenibile.

Seguiteci in questo viaggio alla scoperta del suo mondo e dei suoi consigli!

1. Ciao Rita, grazie per il tuo tempo con noi, sappiamo che tu sei molto affeate nel mondo dei social network,nella moda e non solo.
Oggi vorremmo soffermarci su Torino e la moda. Sei un esempio è un punto di riferimento in quanto a stile e vorremmo chiederti quali sono i negozi in cui abitualmente vieni colpita dalle collezioni?!

Grazie a voi per aver pensato a me. Devo dire che col passare del tempo sto cercando di investire più sulla qualità che sulla quantità. Il posto che frequento di più e dove sogno ad occhi aperti più spesso è la Rinascente, qui segnalo Sandro Paris e Bash Paris tra i miei preferiti. Per la maglieria adoro i cashmere di Falconeri, ma aspetto con ansia l’arrivo di Uniqlo in città, perché anche i loro sono pazzeschi. Per i jeans, gli affari migliori li ho fatti ai mercatini vintage del weekend, trovando Levi’s vintage anche a 20€!


2. Cosa privilegi generalmente nelle tue scelte di stile? Completi ? Camicie?

Ho uno stile minimal/ un po’ parisienne, mi piacciono le cose semplici e pratiche: potessi scegliere tre pezzi di cui non mi stancherei mai: jeans, camicia bianca e trench (o in alternativa, blazer).

3. Dove consiglieresti di fare gli acquisti se parliamo di boutique?

Senza dubbio, Twinset, Marella e Motivi


4. Se invece ci rivolgessimo ai fast fashion?

I miei preferiti sono Kiabi e Primark


5. Qualcuno sostiene che un bel vestiario faccia acquistare maggior autostima per il proprio quotidiano, tu sei d’accordo?

Assolutamente sì! Vestirsi bene secondo me aiuta a sentirsi subito meglio, io anche se so che passerò la giornata a casa non rinuncio mai a skincare, trucco leggero e vestirmi carina.


6. Cosa non dovrebbe mancare nell’armadio di una torinese?

Un cappotto con una composizione lana di almeno il 70% perché qui fa freddo per davvero ahhaahah


7. Parliamo di shopping online. Secondo te è più gratificante rispetto agli acquisti in negozio?

Purtroppo dal covid in poi, ho iniziato a preferire lo shopping online. Me ne sto sul divano anche alla sera, e ho tutto a portata di schermo, posso filtrare per colore, prezzo, taglia. Niente caos, niente file. Ovviamente questo non vale per tutto, se dovessi fare un acquisto importante, un capospalla o una borsa, in quel caso vince l’esperienza in negozio.


8. Collezione invernale del momento e nuova collezione ’24 primaverile in arrivo. Hai qualche consiglio?

Andare a rubare le cravatte al fidanzato o al papà, perché sarà un must have del prossimo autunno. In particolare quella sottile e nera da portare con camicia bianca.


9. Moda Sostenibile. Cosa ne pensi?

Penso che essere drastici ed eliminare di punto in bianco il fast fashion dalla nostra vita sia difficile, ma a piccoli passi possiamo cambiare le nostre abitudini di shopping e anzi dovremmo farlo! Si al vintage e second hand, che oltre a fare bene all’ambiente adesso è pure cool!


10. Torino secondo te sta diventando una città dove la moda Sostenibile sta trovando terreno fertile?

Secondo me si, Torino è una città pronta ad accogliere la moda sostenibile: è piena di mercatini vintage e second hand tutti i weekend, ma anche ricca di appuntamenti come il Bite Market, o i pop up del Capo Vintage, negozio cardine nel panorama vintage a Torino.

Grazie a Rita Capparelli per il tempo trascorso con noi e i suoi magnifici consigli.

Cristina Taverniti

I mercati rionali, una affascinante realtà torinese

SCOPRI-TO Alla scoperta di Torino
Il mercato esiste da tantissimo tempo, i primi scambi di merci avvenivano infatti con il ritrovo di qualche venditore ambulante nelle piazze in molte città; dalla seconda metà del Novecento questa abitudine si diffonde sempre più diventando come lo conosciamo oggi, “il mercato rionale”.
La città di Torino infatti vanta tra le sue numerose caratteristiche più di quaranta mercati rionali tutti i giorni, dove si può trovare di tutto dall’antiquariato al moderno, dalle firme al fast fashion, dal dolce al cibo salato.
Tra di essi il mercato della Crocetta, aperto tutti i giorni fin dal 1920, dove possiamo trovare grandi firme a prezzi contenuti e banchi di artigiani con prodotti unici nel loro genere. Il mercato della Crocetta si trova in via Cassini e si divide nelle vie adiacenti fino alla Chiesa Della Beata Vergine delle Grazie costruita nel 1558 che fa da cornice al mercato stesso.
A Torino abbiamo anche il mercato più esteso d’Europa, “il mercato di Porta Palazzo” nel quartiere Borgo Dora. Questo mercato, dal 1835 è nel cuore ed affascina i torinesi ed è molto visitato dai turisti non solo per la sua mescolanza di culture con  molti banchi di etnie diverse che concorrono, con i loro tessuti a rendere l’ambiente colorato e accogliente in qualsiasi stagione, ma anche per avere una parte coperta dedicata all’ittico ed all’alimentare dove si dice che si può comperare il pesce e la frutta della miglior qualità della città. Il mercato di Porta Palazzo è operativo al mattino dal martedì al venerdì ed il sabato tutta la giornata.
Il mercato di Porta Palazzo è diventato anche un romanzo, l’associazione “Ponti di Parole” durante il periodo del Covid 19 ha raccolto sul sito della libreria “Il Ponte Dora” tante storie ed aneddoti di numerosi testimoni che hanno vissuto la realtà e la vita quotidiana di Porta Palazzo; il progetto ha avuto un grande seguito e ancora oggi l’associazione cerca di creare sempre nuove idee ed opportunità per raccontare i mercati nelle zone di Torino e soprattutto per creare sempre più coesione fra le varie culture presenti perché è proprio dalle differenze, dal dialogo e dal confronto che vengono fuori le migliori idee.
Il mercato di Porta Palazzo (foto Mario Alesina)

 

Sempre in zona e tra i molti mercati totalmente al coperto vi è il Mercato Centrale aperto dalle 8.00 alle 23.00 in Piazza Della Repubblica con tantissimi artigiani del gusto come Raffaele D’Errico con il suo pane fresco e La Piola che offre tajarin al ragù, vitello tonnato ed altre prelibatezze piemontesi, troviamo anche la tradizione giapponese con i ramen ed altri piatti tipici di Akira Yoshida e l’alta pasticceria del sud con le sfogliatelle sfornate calde del pasticcere Alfonso Franzese. Il mercato coperto offre ai numerosi turisti un ambiente ricercato grazie al cibo e al contempo mantiene la sua semplicità negli arredamenti proprio a somiglianza di un mercato all’aperto.
Un altro grande mercato è quello di Santa Rita dove emerge principalmente, oltre al vestiario, la parte di ortofrutta di qualità a prezzi competitivi. Moltissimi commercianti rivelano che il periodo invernale è quello migliore per i mercati, nonostante le basse temperature in molti scelgono gli acquisti nei rioni per competitività del prezzo e per il legame di amicizia e fiducia che si crea con il tempo  fra i clienti ed i venditori ambulanti. Nel mercato di Santa Rita infatti ci confessano che spesso i clienti sono gli stessi di settimana in settimana e questo gli inorgoglisce e giustifica l’impegno non indifferente per una attività che inizia già al mattino molto molto presto con qualunque tempo.
Il terzo mercato più grande della città sabauda è quello al confine con Moncalieri in Piazza Bengasi, oggi leggermente spostato per la nuova stazione metropolitana, che, con le sue oltre 200 bancarelle. offre tantissime occasioni per ogni gusto.
Per gli amanti del passato c’è poi “il mercato Vintage della Gran Madre” attivo ogni terza domenica del mese e che merita un passaggio sia per un tuffo nel passato sia per la splendida location in pieno centro dove si trova.
Occorre un plauso importante ai venditori ambulanti, soprattutto a coloro che lavorano nei mercati all’aperto per un lavoro sicuramente molto impegnativo; d’inverno per il grande freddo e d’estate per il caldo eccessivo, anche gli orari sono spesso estenuanti perché devono arrivare prestissimo sulla piazza per prenotare il posto e montare la propria struttura prima dell’arrivo dei primi clienti, esponendo la propria mercanzia nel modo migliore per offrire qualità, disponibilità e simpatia a chi sfrutterà un paio di ore per gli acquisti con e tra amici.
NOEMI GARIANO

Il Carnevale scalpita. A fine settimana, il via anche a Chieri e a Saluzzo

Venerdì 19 e sabato 20 gennaio

Chieri (Torino)

A Chieri, saranno Gianduja e Giacometta della “Famija Turineisa” a lanciare il primo appuntamento del Carnevale (organizzato dalla “Pro Chieri” con il sostegno della Città), in programma per venerdì 19 gennaio, alle 20, allorché nella “Sala del Consiglio Comunale” (alla presenza delle Autorità cittadine e di una buona cinquantina di Gruppi mascherati provenienti da numerose località della Regione) si svolgerà la cerimonia di investitura dei personaggi della tradizione, la Bela Tëssiòira e il suo Mangiagrop, con la riconferma di Nicole Sharon Bonventre, chierese, 29 anni, segretaria e assistente di poltrona presso uno studio dentistico, e Carlo Carpignano, 28 anni, operatore edile. Ad accompagnarli, Daniela Piazza e, damigella d’eccezione, Elisabeth, figlia di Nicole Sharon.

Sabato 20 gennaio, si entrerà nel vivo della festa, con partenza alle 15 da Piazza Europa e arrivo in piazza Dante, della sfilata dei “Carri Allegorici”. In testa, i carri realizzati a Chieri, quello della Parrocchia “San Luigi Gonzaga” e “Santa Maria Maddalena” con “Barbie” e quello del “Duomo” con “Candy Crush”, accompagnati dal gruppo a piedi della Parrocchia di “San Giorgio”. A seguire i carri provenienti da tutto il Piemonte.

Infine, domenica 21 gennaio, alle 11, messa in “Duomo” con il tradizionale omaggio dei personaggi del “Carnevale chierese” alla “Madonna delle Grazie”.

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Saluzzo (Cuneo)

Anche a Saluzzo è ormai tutto pronto per la “Gran Baldoira” del Marchesato e non solo. A dirigere le danze la “Fondazione Amleto Bertoni” e la “Città di Saluzzo”. Il primo immancabile appuntamento del “96° Carnevale Città di Saluzzo” e “6° delle Due Province” (“9° Carnevale di Barge” e “7° Carnevale degli Oratori Saluzzo”) sarà sempre per sabato 20 gennaio, alle 17, presso il Palazzo Comunale(via Macallè, 9), dove si svolgerà la presentazione ufficiale, con annessa “consegna delle chiavi” della città, della nuova “Castellana”, Silvia Ghione, accompagnata dall’immancabile “Ciaferlin”, Aurelio Seimandi, dalle “Damigelle” Viola Blaganò e Giulia Ciccone e dai “Ciaferlinot” Luca Dedominici e Matteo Borghino. Sempre sabato 20, dalle 22, presso il “Pala CRS” (via Don Giacomo Soleri, 16) si terrà il tradizionale “Saluzzo in Sound – Veglione in Maschera Supertino” con Dj Matteo Dianti e le maschere degli “Amis del Carlevè”.

I biglietti sono acquistabili in prevendita su “xceed.me”  al prezzo di 10 euro (documento obbligatorio), oppure in cassa a 15 euro. Confermatissima anche quest’anno la liason col “70° Carnevale della Città di Rivoli”, dove, sabato 27 gennaio, dalle 15, presso la parrocchia “San Paolo” è in programma l’investitura del “Conte Verde” e della “Contessa”. A seguire corteo e rinfresco.

Per ulteriori info sugli appuntamenti: info@fondazionebertoni.it

“Il 2024 – sottolinea Carlotta Giordano, presidente ‘Fondazione Amleto Bertoni’ – è l’anno della consacrazione della nostra ‘grande’ sfilata, riconosciuta come ‘Storica’ dal ‘Ministero della Cultura’. La ‘Fondazione’ ha lavorato per far arrivare a tutti un po’ di allegria e spensieratezza. Oggi, con oltre 10 carri e una grandissima festa  di piazza, siamo sicuri che il percorso intrapreso sia andato nella direzione giusta: quella della condivisione e della gioia di concedersi, insieme, un momento di felicità. Il Carnevale ci permette di evadere dal grigio che a volte avvolge la quotidianità: impariamo dalle maschere a colorare le nostre giornate”.

Per ammirare le grandi sfilate dei “carri” e dei “gruppi in maschera” lungo le strade, occorrerà aspettare ancora qualche giorno. Sabato 3 febbraio, alle 20, é in programma la sfilata notturna del “9° Carnevale del Comune di Barge”. Il giorno seguente, domenica 4 febbraio,dalle 14, sarà invece tempo della grande sfilata del “96° Carnevale Città di Saluzzo”. La domenica successiva, 11 febbraio, alle 14, sempre a Saluzzo sarà il turno del “7° Carnevale degli Oratori”; in contemporanea, a Rivoli, partirà la grande sfilata del “70° Carnevale”. Lunedì 12 febbraio, infine, spazio al “Ballo dei bambini”alle 15 e, alle 20, alla “Polentata” con “Gran Ballo” serale, entrambi pressi il “Pala Crs” di Saluzzo.

g. m.

Nelle foto:

–       Chieri: “La Bela Tëssiòira” e “Mangiagrop”, con il sindaco, Alessandro Sicchiero, e l’assessora alla Cultura, Antonella Giordano

–       Chieri: Locandina “Carnevale”

–       Saluzzo: al centro Silvia Ghione (Castellana) e Aurelio Seimandi (Ciaferlin), con Giulia Ciccone (Damigella) e Luca Dedominici (Ciaferlinot)

Pugaciòff, "luposki della steppaff”

Nella sua prima storia, “Il lupo della steppa” (“Cucciolo” n.10/1959), verrà presentato a Cucciolo e Beppe, che lo “adotteranno” come cane da guardia, da un buffo ometto, cosacco del Don, chiamato Ivan Ilià.In seguito assunse le fattezze di un animale antropomorfo ed eretto (come, del resto, fecero Cucciolo e Beppe), acquisendo anche il “dono” della parola, esprimendosi con un russo maccheronico esilarante ( il pane era il paneff, l’acqua acquoski, macchina macchinawsky, e così via…)

Pugaciòff, il “luposki della steppaff“, è un personaggio dei fumetti ideato nel 1959 da Giorgio Rebuffi che lo inserì, come comprimario, nelle storie di Cucciolo e Beppe, pubblicate dalle Edizioni Alpe. Gianpaolo Bombara, vicepresidente dell’associazione culturale ComixCommunity, sul sito di Rebuffi (morto a 86 anni,nel 2014 ) raccontò che alla guida della grande insurrezione cosacca sul finire del Settecento, c’era un rivoluzionario cosacco del Don, Emel’jan Ivanovič Pugačëv (talvolta italianizzato in Emiliano Pugaciòf ), dal cui nome, probabilmente,  Rebuffi si era ispirato per il suo personaggio. All’inizio, e per parecchio tempo, Pugaciòff si presentò come un vero e proprio canide a quattro zampe, capace di esprimersi solo attraverso la rappresentazione dei propri pensieri. Infatti, nella sua prima storia, “Il lupo della steppa” (“Cucciolo” n.10/1959), verrà presentato a Cucciolo e Beppe, che lo “adotteranno” come cane da guardia, da un buffo ometto, cosacco del Don, chiamato Ivan Ilià.In seguito assunse le fattezze di un animale antropomorfo ed eretto (come, del resto, fecero Cucciolo e Beppe), acquisendo anche il “dono” della parola, esprimendosi con un russo maccheronico esilarante ( il pane era il paneff, l’acqua acquoski, macchina macchinawsky, e così via…). Il “luposki della steppaff” era un personaggio dal carattere deciso, irascibile, sovversivo e “divorato” da una fame atavica. Il suo bersaglio preferito (e unico scopo della vita, al punto di volerselo mangiare, crudo o cotto) era il grasso malfattore Bombarda, antagonista storico di Cucciolo, Beppe e Tiramolla.

Il povero Bombarda– con il suo degno socio Salsiccia –, terrorizzato dal luposky, prese poi le sue contromisure, piazzando nella piscina del suo giardino una guardia del corpo efficacissima, lo squalo Geraldo. Il successo del lupo fu clamoroso, in Italia e all’estero.Tra il 1959 e il 1970 furono pubblicate un centinaio di storie sull’ albo “Cucciolo” e sugli “Almanacchi e Strenne di Cucciolo”, pubblicate da Edizioni Alpe. In seguito alla chiusura della casa editrice, a metà anni ottanta, altre storie videro la luce per conto della Vittorio Pavesio Production, sul Tiramolla di A. Vallardi Editore ed altri. Luciano Tamagnini, capo redattore della rivista “Fumetto”, presentando il volume “Pugaciòff & dintorni”, scrisse così del “luposki” : “..forse è proprio perché Pugaciòff non rinuncia ad essere se’ stesso che ancora oggi è fresco e vivace. […] E allora “Attenti al lupo”, cioè attenti a non dimenticarlo perché è uno dei più bei personaggi dell’immaginario italico e perderlo sarebbe come perdere un po’ di noi stessi”. Parole sante, anzi – per dirla come il lupo della steppa –  “parolaski santeff”.

Marco Travaglini

Al via i carnevali in tutto il Piemonte

Al via il Carnevale 2024, che è  iniziato ad Agliè domenica 14 gennaio scorso. Domenica, infatti, archiviate le festività  natalizie,  visto che la Pasqua anticipata nel 2024 cadrà a fine marzo, ad Agliè è  già  stato tempo di carnevale. In Alto Canavese il primo appuntamento con maschere e coriandoli è  stato con lo storico Carluvà d’Ajè, organizzato dall’associazione carnevale Alladiese, con il patrocinio del Comune, giunto alla sua 42esima edizione. Alle 14.30 di domenica, nel salone Franco Paglia, è andato in scena il carnevale dei bambini, animato dal mago Raffaele. Giovedì 18 sarà  la volta della presentazione dei conti di San Martino 2024, che saranno accolti dalle note dei pifferi di Arnad. Molti gli appuntamenti previsti, quali la cena carnevalesca, agape self service, servizio bar, musica con il duo Cinzia e Eric, serata latino americana con Antonella e le star band. Organizzatore e cerimoniere Armando Scavarda. Domenica 21 momento clou dei festeggiamenti.  Alle 11.15 nella chiesa parrocchiale verrà  celebrata la messa alla quale parteciperanno i Conti di San Martino e il gruppo storico in costume. Al termine della fusione religiosa, benedizione e distribuzione dei fagioli grassi. Nel pomeriggio pifferi e tamburi di Arnad daranno il la’ alla sfilataallegorica con la partecipazione dei conti, del gruppo storico, delle bande musicali, delle majorette e sbandieratori  e dei carri allegorici. Il tutto terminerà nel salone Paglia con il rogo dell’Oloch.

Secondo la tradizione,  se Agliè  rappresenta il primo carnevale, San Giusto costituirà l’ultimo, tra i due i carnevali di San Benigno Canavese, quello di Carmagnola e quello di Susa.

La parte più  consistente dei Carnevali sarà concentrata nel Canavese, a Ivrea e Chivasso. A Ivrea già  sabato 6 gennaio si è  avuto il ritrovo dei Pifferi e Tamburi, con la marcia di apertura del carnevale nelle vie del centro cittadino, seguita dall’investitura ufficiale del Generale 2024, nell’androne del palazzo Municipale. Dopo il saluto dei Credendari al magnifico Podestà , il corteo del gruppo storico dei Credendari è  partito verso la cappella dei Tre Re al monte Stella.

Domenica 28 gennaio sarà  la terzultima domenica di carnevale e, dopo la distribuzione dei fagioli grassi presso le Fagiolate diBellavista e San Giovanni, vi sarà  la visita del Generale, dello Stato maggiore, dei pifferi e dei Tamburi alle fagiolate e la successiva presa in consegna del libro dei verbali in piazza Freguglia, il libro dei verbali sul quale dovranno essere annotati tutti gli accadimenti del Carnevale. Seguirà una cerimonia militaredella consegna all’alfiere dello Stato Maggiore all’inizio di ogni campagna  e il banchetto inaugurale del generale e del brillante Stato Maggiore. Seguirà l’alzata degli Abbà. Il corteo, preceduto dall’ufficiale addetto alle bandiere, si reca presso l’abitazione dei piccoli priori dei rioni di San Grato, San Maurizio, Sant’Ulderico, San Lorenzo e San Salvatore. Gli aiutanti in campo sollevano l’Abbà dal balcone mostrandolo alla folla al suono di pifferi  e tamburi, mentre il Generale saluta militarmente.

Giovedì  grasso, 8 febbraio, il sindaco affida simbolicamente i poteri civili della piazza al generale, imponendogli la fascia bianca e rossa, indossata dalla spalla destra al fianco sinistro, annodandola sul medesimo dopo un giro orizzontale sui fianchi. Tutti i cittadini presenti in piazza devono indossare un berretto frigio che dalla domenica sarà indispensabile per non essere fatti oggetto del getto d’arance. Seguirà  la visita del Generale e dello Stato Maggiore alla Fagiolata di via Palma.

Sabato 10, sabato di carnevale alle 11, dopo la visita del generale, del sostituto gran Cancelliere e dello Stato maggiore alle autorità militari,  vi sarà  la parata di scorta della mugnaia con presentazione del gruppo alla cittadinanza in piazza Ottinetti e alle 12 la presentazione della scorta d’onore della Mugnaia al generale in piazza di città.  Dopo la parata nelle vie del centro storico la scorta d’onore della Mugnaia, deposta la bandiera del primo battaglione Cacciatori della repubblica cisalpina ed assunta quella della scorta, confluirà sotto il comando del generale.

Alle 21 si terrà  la presentazione della vezzosa Mugnaia dalla loggia esterna del palazzo Municipale.  La mugnaia, dopo aver indossato il tradizionale abito bianco, si trasferirà dall’ufficio del Sindaco alla sala Dorata, dove le viene appuntata sulla sciarpa verde la spilla con Pala e Pich su coccarda rossa, omaggio del generale. Al suono del Campanone, il sostituto darà lettura di nomina e all’atto della proclamazione la mugnaia uscirà sul balcone centrale del palazzo per ricevere l’abbraccio della città. Seguirà  la marcia del corteo storico, fiaccolata goliardica e sfilata della squadra degli aranceri a piedi in Lungo Dora in onore della Vezzosa Mugnaia. Seguiranno alle 22.30 una spettacolo pirotecnico sul Lungo Dora in onore della Vezzosa Mugnaia e il ballo in piazza di Città.

Domenica 11 febbraio, dopo il giuramento di fedeltà  del magnifico podestà  e la visita della Mugnaia alla Fagiolata benefica del Castellazzo, il podestà  al Castellazzo scalzerà la pietra per la preda in Dora dai ruderi con l’antico martello di rame.

Alle 13 vi sarà l’inquadramento dei carri da getto in corso Massimo D’Azeglio per verifiche e controlli; verranno controllati tutti i cavalli, il loro stato fisico, la correttezza delle ferrature agli arti e poi i controlli passano ai carri, che devono avere pronta la documentazione di bordo. Alle 14 inizia la marcia del corteo storico, cui seguirà la battaglia delle arance. Le nove squadre a piedi daranno vita alla battaglia delle arance con i tiratori sulle paroliere e i Tiri a quattro,  suddivisi su due percorsi, interno ( piazza Ottinetti e piazza di Città) ed esterno ( Borghetto, piazza del Rondolino, passando da Lungo dora e piazza Freguglia).

Lunedì 12 febbraio il generale, preceduto dagli alfieri e dai pifferi e dai tamburi, scortato dallo stato maggiore, accompagnerà una coppia di sposi dell’anno in ogni rione sul luogo dove sarà innalzato lo scarlo. Il sostituto gran cancelliere,  su di uno sgabello a forma di tamburo, darà lettura del verbale della cerimonia e gli sposi daranno ciascuno un colpo sul terreno nel punto destinato allo scarlo.

Martedì 13 febbraio  si terrà  la battaglia delle arance, preceduta dalla marcia del corteo storico e sfilata dei gruppi storici ospiti. Alle 17.45 verranno premiate le squadre di arancieri e dei carri da getto in piazza di Città e alle 20 partirà il corteo storico per l’abbruciamento degli scarlo nelle parrocchie di San Maurizio, Sant’Ulderico e San Lorenzo. Si terrà  anche l’abbruciamento dello scarlo della parrocchia San Salvatore alla presenza della Vezzosa Mugnaia in piazza di Città.

Il mercoledì delle ceneri si terrà la tradizionale distribuzione di polenta e merluzzo promossa dal comitato della  Croazia polenta e merluzzo in piazza Lamarmora.

Si chiama  “Carnevalone” quello di Chivasso, per l’imponente  sfilata che si tiene lungo le vie della città.  La bela Toleraquest’anno è  Simona Isnardi, figlia dell’Abbà del carnevale edizione 2016 Carlo Isnardi e già dama del cavaliere, mentre  l’Abbà è  Marcello Sesia, già alfiere del Carnevale 2000 con la bela Tolera Silvia Pontinia.

A Torino un carnevale storico e molto particolare è  quello del quartiere Borgo dora, dove vi è  il mercato del balon. La maschera storica si chiama Rusnenta, nome che in piemontese significa arruginita. Con il Danseur del Pilon ci saranno anche Gianduja e Giacometta de la Famiija Turineisa.

La Rusnenta è,  infatti, lo storico nome che si dà al Carnevale del balon, giunto alla sua sesta edizione, organizzato dall’associazione torinese del balon di Porta Palazzo in collaborazione con la FamijaTurineisa. Clou dell’evento sarà  nel cortile del Maglio, dove verrà premiato il gruppo mascherato più bello.

A Torino si terrà anche una sfilata al Parco della Pellerina, cui possono aderire gruppi mascherati, scuole di ballo, formazioni in costume,  carri allegorici.

Sfilata di apertura  il 20 febbraio in centro alle 15 e il 21 carnevale dei bambini al Valentino.

 

Mara Martellotta

Sant’Antonio Abate e la benedizione degli animali

Domenica 21 gennaio 2024, in occasione della festività di Sant’Antonio Abate si terrà la XVI edizione della “Benedizione degli animali, dei prodotti della terra e dei mezzi agricoli” presso la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.

La manifestazione verrà realizzata con il concorso della Fondazione Ordine Mauriziano ed in collaborazione con i Comuni di Buttigliera Alta e di Rosta, la Coldiretti e le Pro Loco.

Programma:

– ore 10,30, raduno presso la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso,

– ore 11,00, Santa Messa officiata dal Parroco di Buttigliera Alta e Rosta Don Franco Gonella.

Nel corso della celebrazione si procederà alla benedizione dei pani e dei prodotti agricoli, come da tradizione (Non sarà consentito portare animali all’interno della Chiesa).

– ore 12,00 c. benedizione degli animali, dei prodotti della terra e degli attrezzi agricoli, all’esterno.

Rivoli, il 6 la Festa della Befana

Pomeriggio di divertimento in piazza San Rocco. A causa del previsto maltempo la festa della Befana è spostata al 6 gennaio

Ultimi giorni anche per visitare il Villaggio di Babbo Natale di Rivoli

Mentre la città festeggia fino a domenica 7 gennaio la ventesima edizione de Il Villaggio di Babbo Natale, Rivoli si prepara ad accogliere una grande festa in onore della Befana. Inizialmente in programma per venerdì 5 gennaio, visto il previsto maltempo, si svolgerà sabato 6 gennaio.

Sabato 6 gennaio, quindi, in piazza San Rocco, dalle 16,30, sono in programma animazione e merenda alla Casa della Befana con la presenza di alcune befane in moto. Poco dopo, alle 17, è prevista la tradizionale accensione del falò.

           Sono anche gli ultimi giorni per divertirsi al Villaggio di Babbo Natale di Rivoli in piazza Martiri e piazza Portici, con la casa di Babbo Natale, la pista di pattinaggio, le casette per la merenda e tanto altro, aperto fino a domenica 7 gennaio. Nei giorni feriali apertura 15-19, sabato e domenica anche 10-13.

           La festa della Befana, a cura dell’associazione commercianti e artigiani San Rocco, è infatti inserita nel calendario de Il Villaggio di Babbo Natale di Rivoli organizzato da TurismOvest, con il contributo della Città di Rivoli e la collaborazione di numerose realtà del territorio.

Ad Alpignano una spettacolare festa della Befana

 

Il 6 gennaio alle ore 16.30 al Palazzetto dello sport in via Migliarone 26 

Sarà un grande evento dedicato alle famiglie e soprattutto ai bambini che si divertiranno con lo spettacolo gratuito “Christmas Family Circus” proposto da Fem Spettacoli. L’evento è organizzato dal Comune di Alpignano e dalla Pro Loco di Alpignano.

Verranno proposti numeri di giocoleria, equilibrismo e acrobatica aerea, comicità e.… le “Luci itineranti”, trampolieri luminosi e una maschera danzante che incanteranno il pubblico
con performance di danze e coreografie a tempo di musica.

All’inizio della festa sarà regalato a tutti i bambini lo zucchero filato! La Pro Loco accoglierà il pubblico con uno stand dove si potranno trovare popcorn, vin brulè, kinderpunch, bevande e caffè.

Inoltre, ci sarà l’attesa l’estrazione dei biglietti della lotteria della Befana con ricchi premi offerti dalla Pro Loco e dalla Associazione Artigiani e Commercianti di Alpignano; il primo
premio è una bicicletta a pedalata assistita della Bianchi. I biglietti saranno in vendita fino al momento dell’estrazione.

Verranno anche premiati i partecipanti al tradizionale concorso dei presepi promosso dagli Amici dell’Ecomuseo Cruto e un premio sarà anche assegnato alla letterina di Natale più
originale tra quelle che i bambini hanno imbucato da Babbo Natale durante il Villaggio
allestito in via Arno’ 33.

Sarà anche l’occasione per annunciare ai cittadini di Alpignano a quale iniziativa benefica verranno donati i 30.000 tappi di plastica raccolti per allestire l’albero di Natale di piazza
Caduti, albero abbattuto dalla tempesta di vento del 22 dicembre scorso.

L’evento del 6 gennaio come detto è finanziato dal Comune di Alpignano e organizzato dalla Pro Loco in collaborazione con il Comune medesimo.

Appuntamento sabato alle 16.00 al Palazzetto dello sport in via Migliarone, 26.
L’ingresso è GRATUITO fino ad esaurimento posti.

Sponsor della manifestazione sono Smat Torino e NovaCoop.

… Quando un buon “Aglianico del Vulture” si trasforma in un bel “Nebbiolo d’Alba”

“Facce da scuola” / 9

Quarant’anni fa, a Vallette … I “migliori” anni della mia scuola

Gianni Milani

Inizi ’80. Era di domenica. Penso settembre – ottobre. Tempo di vendemmia, su quelle colline di Langa che ci accoglievano in tutta la loro stupefacente, magica bellezza. Con tutta la combriccola “vallettara” s’era arrivati a Mango, cuore di Granda, paese di superbo Moscato e “del partigiano Johnny” di fenogliana memoria. Insegnanti in “fantozziana” gita fuori porta. Appresso come sempre c’eravamo portati anche il “saggio”, ma “buontempone” più di tutti noi, don Ruggero, magistrale docente di Religione, punto saldo di riferimento per tutta la “Levi”, ragazze e ragazzi, e tutti noi colleghi compresi. Inizi anni ’80, dicevamo. A Mango s’era prenotato in un Ristorante di cui non ricordo il nome, dal panorama mozzafiato su un mare di colline da cui non avresti mai staccato gli occhi, a pochi metri dal possente Castello (secolo XIII) dei Marchesi di Busca. Gruppone da dieci, uno più uno meno. Insegnanti e un bidello (pardon, “assistente di palestra”, come rettificava lui). Lo scopo, ovviamente, mangiare e bere bene. Ma anche divertirsi e soprattutto, quella domenica, giocare un tiro mancino al povero Francesco, il Francesco Sarracino, insegnante di Educazione Artistica e ottimo pittore (a casa conservo una sua rigorosissima incisione dedicata ai danni terribili, a cose e a persone, causati dal terremoto dell’Irpinia del novembre dell’’80), da poco arrivato a Torino, con tutto l’ingombrante carico di nostalgia per la sua Basilicata e, in specifico, per la sua Rionero in Vulture. A Torino … e in Vallette, poi!. Lui così attento, scrupoloso e rispettoso. Di tutto e di tutti. E, soprattutto, di quell’Istituzione “Scuola”, così importante per lui, uomo integro del Sud, e così poco rispettata – pur se in fondo amata – dai nostri ragazzotti di via delle Magnolie. Schcreanzati (con tanto di h alla pronuncia), lo si sentiva gridare per ogni “sgarro” ai principi di una scuola che deve educare – comiziava a dito alzato – ed esigere il massimo rispetto da parte di tutti. E lì, invece! Ottimo insegnante. Bravo giovane. Lo prendemmo tutti a ben volere, nel nostro gruppo di colleghi “giocherelloni” a tempo perso, per strappargli, ogni tanto almeno, qualche risata e fargli per un po’ posare a terra quella cupa “saudade” per il suo paesello. Scoppiò perfino (dietro, sempre alla nostra regia) una bella “simpatia” fra lui e una giovane collega, anche lei arrivata dal Sud. Aveva un solo difetto, il Sarracino. Tutto in Piemonte e a Torino era per lui “brutto, sporco e cattivo”. L’inferno. In Basilicata, invece, regnava il paradiso! Non parliamo della cucina. Quello era proprio il suo tasto dolente. Ogni giorno era una lamentosa, ridicola, insopportabile litania. Quella piemontese? Ma per carità! Vuoi mettere il “Piatto del Brigante” o i “Ravioli con la ricotta” o i “Cavatelli con cime di rape”? Quanto mi mancano! Atroché “Bagna cauda” o “Agnolotti” o “Brasato”. E i nostri “Mustacciuoli” e i “Calzoncelli”, non c’è “Bunet” che tenga! Non c’è proprio paragone! Ragazzi, non se ne poteva più. Non si poteva toccare il tema “cucina” che, subito, esplodeva il “rosario” dei migliori piatti lucani.

E poi, l’Aglianico del Vulture, il “Barolo del Sud”, ma che Barolo! E’ l’“Aglianico” il miglior vino rosso d’Italia, se non del mondo! Uno sfinimento! E noi si esplodeva “alla Carosone”, accerchiandolo con un ‘O sarracino, ‘o sarracino, bellu guaglione, ‘o sarracino, ‘o sarracino, tutt’e ffemmene fa ‘nnammurà … Schcreanzati, (sempre con l’h), gridava e sorrideva lui. Quella domenica, in quel di Mango avevamo studiato per lui un piano niente male. Se domenica andiamo al Ristorante – aveva proposto lui qualche giorno prima – vi porto una mia bottiglia di Aglianico e lì faremo il confronto con i vostri Dolcetti, Barbere o Nebbioli. Voglio proprio vedere! Affare fatto! Ed eccoci al Mango. Interno Ristorante. Gentile, paffuta ristoratrice: Ah, suma bin ciapà. No, bei fioi, pos nen felu … esageruma nen. E il più piemontese del gruppo ma madama a l’è mach ‘na marminela, uno scherzo. Va là va là è solo uno schcherzo, ribadiva in italiano-riminese il Ghinelli, braccia rubate alla Riviera, emigrato a insegnare Lettere alle Vallette di Torino. Ommi, pòvra dòna si rassegnò la simpatica ristoratrice. Che, nel giro di qualche minuto, ritornò con due (dico due) bottiglie di rosso, sistemate come le avevamo raccomandato. Cambio di etichette. All’“Aglianico” del Sarracino aveva sorapposto quella di un “Nebbiolo d’Alba” da favola. E viceversa. Si mangiò alla grande. E tutto strettamente alla piemontese con gran finale di “Bunet” e “Moscato”. Devo ammetterlo – sorrise un po’ sforzato il buon Sarracino – anche se non siamo dalle mie parti si è proprio mangiato e BEVUTO proprio bene!  BEVUTO, sottolineò a voce alta con amichevole ghigno, ripensando al tragicomico inizio pasto. Eh già, ricordate lo scambio di etichette? Un bel brindisi, aveva gridato il calabro cosentino di Paola Franco Molinaro alzando un calice di rosso. Assaggiamo questo Aglianico. In alto i calici. Strepitoso! Gridò il Francesco. E adesso proviamo questo bel Nebbiolo. Calice al naso, buon profumo, gusto … Però, non male. Ma non come l’Aglianico. E lì, scoppiò una risata corale che fece sobbalzare tutti i clienti. Via le etichette! Sarracino sbiancò. Il suo “Aglianico” era diventato “Nebbiolo d’Alba” e il “Nebbiolo” scoprì essere il suo “Aglianico. Quello da noi affidato alla simpatica, paffuta ristoratrice. Povero! Si sedette, stranito e accennò appena Schcreanzati!!! E noi a canticchiare ‘o sarracino, ‘o sarracino, … La giornata finì a tarallucci e vino. E grappini (tanti) di Langa. Che contribuirono forse a riconciliare Francesco con il mondo. La nostra amicizia si sostituì e si affiancò poi, nei giorni e negli anni successivi, ai Grappini, agli Aglianici e ai Nebbioli e il buon Francesco imparò a trovare del “buono” anche in quel piccolo quadrato di territorio subalpino chiamato “Vallette”. Le nostre “Vallette”.

Gianni Milani